Parroco nega il funerale alla famiglia di un defunto. “Non avevamo i soldi per l’offerta”

la solidarietà ha un prezzo, per i moralmente superiori, VEDI MAFIA CAPITALE 
 
 
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CASERTA – Se nel momento della sofferenza piu’ acuta, come quella della perdita di un proprio caro, la Chiesa ti volta le spalle per vili questioni economiche, allora lo sconforto ti assale ed e’ davvero difficile credere che, in questa vita terrena, vi possa essere qualcuno pronto ad allungare una mano per risollevarti. E’ questa la sensazione che deve aver pervaso lafamiglia De Santi di Caserta costretta a vivere, nel volger di poche ore, la sofferenza per la morte di Gaetano e poi la rabbia per la mancanza di sostegno da parte della Chiesa.
 
Ma andiamo con ordine. Venerdi’ mattina Gaetano De Santi, 66 anni, si sente male mentre e’ a letto. La compagna, che era in casa insieme alla figlia, si accorge che non respira ed allerta immediatamente l’ambulanza. Ma quando i paramedici del 118 arrivano nella loro abitazione in piazza Matteotti, ormai per Gaetano non c’e’ piu’ nulla da fare. Il dolore pervade la famiglia, colpita tempo fa gia’ da un’altra triste vicenda che ha coinvolto il fratello Francesco. Ma il peggio deve ancora venire. La figlia Manuela si reca in Duomo per chiedere di poter organizzare il funerale del papa’, ma ottiene un secco ‘no’. “Appena abbiamo detto detto che i funerali li avrebbe pagati il Comune, perche’ noi siamo in difficolta’ economiche – racconta la ragazza a NoiCaserta –  non hanno voluto neanche concedere l’estrema unzione a mio padre”. Al punto che la famiglia decide di rivolgersi a donAntonello Giannotti, parroco del Buon Pastore che, di buon grado, accoglie la richiesta per i funerali, con non ‘pochi problemi’ burocratici per il fratello Francesco che, con un permesso speciale, si e’ potuto recare solo a casa per salutare il proprio papa’ senza poter partecipare ai funerali.
 
“Abbiamo vissuto gia’ un momento difficile – spiega Manuela De Santi – ed onestamente quello che siamo stati costretti a vivere e’ uno schifo. Neanche la Chiesa apre le porte ai poveri. Ma perche’ Dio quando accoglie le anime, gli chiede i soldi?” aggiunge. Una denuncia netta, soprattutto considerando quello che Papa Francesco sta consigliando da diverso tempo ai parroci, cioe’ di non andare indietro alle cose terrene e, soprattutto, di non chiedere soldi per le funzioni religiose. “Spero che questa denuncia – chiosa Manuela – dia un input per far si’ che altri non patiscano questo schifo”.
 
Parroco nega il funerale alla famiglia di un defunto. “Non avevamo i soldi per l’offerta” was last modified: luglio 28th, 2015 by redazione web
 

ABUSI SUI MINORI : ARRESTATO FABIO TOFI EX GIUDICE ONORARIO DEL TRIBUNALE DEI MINORI DI ROMA

vedi il Forteto, abusi sui minori sono “emancipazione” per la società dei giusti
 
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Le accuse sono pesantissime e vanno dagli abusi sessuali e violenze fisiche sui minori, alla somministrazione di farmaci e tranquillanti scaduti, fino al cibo avariato distribuito ai piccoli. A capo della struttura chiusa ieri c’era, appunto, Fabio Tofi, indagato per maltrattamenti aggravati, lesioni aggravate e violenza sessuale aggravata. Tofi, 55enne, sul sito de “Il Monello Mare” viene definito “Responsabile della comunità educativo-terapeutica per adolescenti dal 1999. Si occupa di problematiche relativa al ” crollo” di adolescenti e della famiglia”.
 
Sul suo profilo Facebook, poi, sono leggibile alcune frasi inquietanti scritte dallo stesso Fabio Tofi: sulla didascalia della sua immagine di copertina si legge “mi sento come una foglia assetata in cerca di acqua limpida…”. Il riferimento alle giovani vittime non può che apparire immediato. Nel gruppo de “Il Monello Mare”, invece, Tofi si lascia andare con un “ilmonello mare è la mia vita”.
 
Sempre sul sito della struttura, almeno fino a ieri, era possibile consultare il CURRICULUM
Vitae di Fabio Tofi, ora agli arresti domiciliari: tra i vari incarichi ricoperti (“Responsabile della comunità educativo-terapeutica per adolescenti “Il Monello Mare” dal 1999 a tutt’oggi; Coordinatore del progetto adolescenti 285/97 Distretto RMF1 “vorreichiedertiqualcosa…” dal mese di dicembre 2006 al mese di gennaio 2009”) ce n’è uno che desta particolare angoscia. Tofi, infatti, risulta esser stato Giudice Onorario dal 1997 al dicembre 2009 presso il Tribunale per i minorenni di Roma con una serie di incarichi all’interno di collegi e gruppi che vanno dall’infanzia, all’adolescenza fino all’ambito scolastico.
 
Se le accuse nei confronti di Tofi dovessero essere confermate si tratta di un’onta gravissima per la Giustizia dei minori: bambini e adolescenti – vittime di contesti sociali degradanti e ignobili – rischiano in molti casi di essere catapultati in situazioni che li dovrebbero riabilitare e invece li rendono ancora più martiri.
 
Oltre a Fabio Tofi, sono state iscritte nel REGISTRO  degli indagati le quattro collaboratrici per maltrattamenti aggravati, sottoposte alla misura cautelare del divieto di dimora nella struttura.
 
Luca Cirimbilla – L’ultima RIBATTUTA

Nessuno sapeva niente? Corte d’Appello ha scarcerato figlio e nipoti del boss per i funerali

venerdì, 21, agosto, 2015
 
Un permesso straordinario firmato dal presidente della prima sezione della Corte d’Appello Giorgio Maria Rossi e trasmesso alla tenenza dei carabinieri di Ciampino. Oggetto: consentire ad Antonio Casamonica, figlio di Vittorio,  che è agli arresti domiciliari –  di partecipare ai funerali del padre.
 
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Come scrive il corriere, l’istanza, inoltrata alla Corte dal suo avvocato, Mario Giraldi, il giorno 19 agosto, viene accolta. I magistrati autorizzano «l’imputato ad allontanarsi dalla propria abitazione»  per assistere alla cerimonia funebre. La notifica viene trasmessa alla tenenza di Ciampino, comune  in cui dimora il figlio del capoclan. Dunque a questo punto anche i carabinieri erano stati ufficialmente informati degli imminenti funerali.
 
 
 
Scarcerati anche i nipoti
 
Ma non è tutto. Al mattino del 20, circa un’ora prima dell’avvio del corteo funebre, il presidente della sezione Rossi firma inoltre un altro permesso, questo per i coniugi Consilio e Loreta Casamonica, nipoti di Vittorio e anch’essi ai domiciliari. L’istanza viene inoltrata dall’avvocato Andrea Palmiero e viene accolta. Il permesso urgente viene inoltrato alla stazione dei carabinieri di Tor Vergata e al commissariato di zona. La coppia può così dare l’ultimo saluto al boss.
Roma Capitale,Roma mafiosa
Prima c’era Alemanno,ora c’e’ Marino.Non e’ cambiato niente.
Come puo’ un elicottero noleggiato da una gang mafiosa a sorvolare Roma?Solo mezzi di servizio possono farlo e-a meno che la polizia di Stato non abbia messo a disposizione un suo aereomobile,il che non stupirebbe-per farlo servono permessi speciali che obbligano ad osservare norme molto restrittive circa l’altezza e la distanza da edifici alti. Questi permessi,chi li ha firmati e perche’!?Quale autorita’ ha conceso il sorvolo e di chi sono le firme in calce alla documentazione?L’ENAC e’ molto chiara riguardo i sorvoli delle citta’ e Milano con Roma hanno norme molto restrittive.Serve una autorizzazione.CHI L’HA FIRMATA!?
 

Buoni pasto, per la spesa non saranno più cumulabili

SEMPRE PIù DIRITTI NELLA NAZIONE TANTO SOLIDALE GOVERNATA DA MAFIA CAPITALE
 
Il Codacons annuncia battaglia con una possibile class action contro le novità introdotte in tema di buoni pasto
Mario ValenzaGio, 20/08/2015 – 16:15
Il Codacons annuncia battaglia con una possibile class action contro le novità introdotte in tema di buoni pasto, il cui utilizzo non sarà possibile al supermercato o in modo cumulativo.
 
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“Si tratta di una grave violazione alla libertà dei cittadini. Il buono pasto è un diritto acquisito del lavoratore – ricorda il Codacons – che può essere utilizzato a seconda delle esigenze del momento. Ad esempio se si decide di non pranzare o di portare il pranzo da casa, non è in alcun modo pensabile costringere il lavoratore ad utilizzare il ticket di quel giorno solo per il pasto o per la mensa. Una volta acquisito, il diritto all’utilizzo di quel buono pasto deve valere sempre e ovunque, anche in modo cumulativo”.
 
Il Codacons si dice quindi pronto a presentare ricorso contro le modifiche normative e fiscali in tema di buoni pasto e sta valutando la fattibilità della class action a tutela dei lavoratori, cui è già possibile fornire una preadesione inviando una mail all’associazione. E sul piede di guerra c’è anche l’Unione Nazionale Consumatori: “Chiediamo al Governo e al Parlamento di liberalizzare i buoni pasto, rendendoli cumulabili e permettendo al lavoratore di spenderli anche in un’unica soluzione. Oramai sono diventati un sostegno insostituibile per le famiglie che non riescono più ad arrivare alla fine del mese, un apporto fondamentale al reddito”, ha dichiarato Massimiliano Dona, segretario dell’Unione Nazionale Consumatori. Attualmente il buono pasto non è cumulabile, né cedibile, né convertibile in denaro. “È giusto che non sia cedibile o convertibile in denaro, ma deve essere reso cumulabile. Anche solo per il fatto che se un lavoratore decide un giorno di saltare un pasto ed il giorno dopo di spendere due buoni insieme, non si capisce perché non lo possa fare. Tanto più che con 7 euro ti prendi a malapena un panino ed una bibita” ha concluso Dona.

Farmacia dei poveri presa d’assalto, si cercano volontari e dentisti

Cercansi volontari per la farmacia dell’Immacolata che sta aumentando sempre più i suoi utenti. Si tratta di persone che non hanno una casa o non hanno un lavoro, famiglie di bellunesi e di stranieri residenti in provincia da tanti anni. «Cercano una parola di conforto che, alle volte, può dare loro la forza per recuperare la fiducia in se stessi e dare loro la spinta per cambiare vita», dice Giorgio Corradini D’Elia, presidente della farmacia.
Dall’inaugurazione della nuova sede all’interno della parrocchia di San Gervasio l’8 dicembre scorso, «il servizio farmaceutico di distribuzione di medicinali da banco, legato alla diocesi e voluto da don Gigi Vian, è aumentato in maniera progressiva, pur essendo aperto soltanto un giorno a settimana, il sabato. Abbiamo dovuto aumentare anche l’orario dalle 8.30 alle 13 per le tante richieste che abbiamo», prosegue il farmacista Corradini D’Elia. «Vediamo circa 300 persone al mese tra cui 15-20 famiglie e i nuovi accessi sono 3-4 ogni volta». Si tratta di persone per lo più sui 50-60 anni, che hanno perso il lavoro, o famiglie con minori che cercano una casa e un impiego, individui soli, depressi, disillusi, che pensano di non valere niente. «Spesso vediamo gente che ha cercato fortuna all’estero e che torna in condizioni economiche peggiori di prima. A questi distribuiamo medicinali da banco (quelli per cui non serve la ricetta medica), offerti dalla gente o dal Banco farmaceutico, oppure anche latte in polvere per i bimbi. E quando le persone caritatevoli ce ne fanno dono, anche frutta e verdura, generi di prima necessità».
Il servizio, inoltre, è in contatto con i servizi sociali dei Comuni da cui provengono le persone in difficoltà e che coprono praticamente tutta la diocesi di Belluno-Feltre. «Lavora con noi», prosegue il presidente, «anche un dentista che opera una volta a settimana in modo gratuito e le richieste sono talmente tante che la lista di attesa è già all’anno prossimo. Per questo chiediamo se qualche altro dentista vuole unirsi a noi e darci una mano. Ci servono anche volontari per estendere l’orario di apertura della struttura perché siamo pochi (una decina) per la grande mole di lavoro che abbiamo. Essere numericamente di più ci darebbe anche la possibilità di tenere aperta la struttura durante l’estate, cosa ora impossibile (il servizio ha chiuso a fine luglio e riaprirà il 29 agosto, ndr). La crisi morde ancora e gli effetti si vedono».
I volontari della farmacia dell’Immacolata aiutano le persone a trovare una casa, ma anche un impiego: «Siamo in contatto con l’Ater, diamo consulenza per i portatori di handicap, insomma l’impegno verso queste persone non finisce con la chiusura della farmacia, ma continua», fa sapere Corradini D’Elia spiegando che si tratta di offrire a chi ha bisogno «una testimonianza che l’amore c’è, negli uomini e nel Signore, che non sono soli e che c’è qualcuno che vuole loro bene e li può aiutare».
Quando una persona in difficoltà li contatta, il servizio prende
comunque informazioni dagli enti che dovrebbero averla in carico, per verificare anche le reali condizioni di indigenza. «La situazione è pesante, non si può nemmeno immaginare quanti siano nel bisogno e le richieste di aiuto sono sempre tante. Servono rinforzi».
Published On: gio, ago 20th, 2015
 

Usa, dipartimento di Stato impone il segreto su 300 mail della Clinton

Miss TRASPARENZA E DEMOCRAZIA HA QUALCOSA DA NASCONDERE???????
 
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Hillary Clinton (Foto Xinhua)
 
Pubblicato il: 18/08/2015 14:23
Il dipartimento di Stato ha bloccato la pubblicazione di 305 mail dell’ex segretario di Stato Hillary Clinton per permettere alle agenzie di intelligence di stabilire se queste contengano informazioni top secret che non si possono rivelare al pubblico.
 
La mossa è destinata probabilmente a riaprire polemiche e dietrologie nella saga del “mailgate”, lo scandalo scoppiato quando è emerso che Clinton ha usato un account di posta privato e non quello governativo nei quattro anni in cui è stata al dipartimento di Stato.
 
Nei mesi scorsi un giudice federale, accogliendo un ricorso presentato sulla base del Freedom of Information Act, ha ordinato al dipartimento di Stato di pubblicare entro il prossimo gennaio, dopo averle vagliate ed aver inserito i necessari omissis, le 30mila mail che lo scorso dicembre Clinton ha consegnato al governo. Da allora un team di diplomatici sta passando in rassegna le decine di migliaia di pagine per poi autorizzarne la pubblicazione.
 
Tuttavia, dopo che nel primo gruppo di mail pubblicate a maggio è finito un documento che in effetti conteneva informazioni riservate, al team sono stati affiancati dei funzionari delle cinque agenzie di intelligence.
 
E proprio da loro, hanno spiegato gli avvocati del dipartimento di Stato, è partita la richiesta di bloccare il gruppo di 300 mail per ulteriori revisioni. Insomma, la vicenda delle mail – sulla quale ha avviato un’inchiesta anche l’Fbi per stabilire se i messaggi siano conservati in modo improprio dal server – rischia di diventare sempre di più una spada di Damocle sulla campagna elettorale della candidata democratica alla Casa Bianca.

Casa: Paghiamo rifiuti a peso d’oro, aumenti fino al 47,4%

tanto gli italiani son tutti ricchi
 
Con la Tari inefficienze società asporto scaricate sui cittadini. Tra il 2010 e il 2015 una famiglia con 4 componenti che vive in un casa da 120 mq ha subito un aumento del prelievo relativo all’asporto rifiuti del 25,5%, pari, in termini assoluti, ad un aggravio di 75 euro. Quest’anno dovrà versare al proprio Comune 368 euro di Tari. Lo rileva uno studio della Cgia di Mestre. Una famiglia di 3 componenti, che abita in un appartamento da 100 mq – secondo la Cgia – ha invece subito un aumento del 23,5% (+57 euro). Nel 2015 dovrà versare quasi 300 euro. Un nucleo di 3 persone che risiede in un’abitazione da 80 mq, invece, ha dovuto pagare il 18,2% in più (+35 euro). In questo caso, l’importo complessivo che dovrà pagare per i rifiuti sarà pari a poco più di 227 euro. Per le attività economiche, le cose sono andate anche peggio. Nonostante la forte riduzione del giro d’affari, ristoranti, pizzerie e pub con una superficie di 200 mq hanno subito un incremento medio del prelievo del 47,4%, pari, in termini assoluti, a +1.414 euro. Un negozio di ortofrutta di 70 mq, invece, ha registrato un incremento del 42% (+ 560 euro), mentre un bar di 60 mq ha dovuto versare il 35,2% in più, pari ad un aggravio di 272 euro. Più contenuto, ma altrettanto pesante, l’aumento subito dal titolare di un negozio di parrucchiere (+23,2%), dai proprietari degli alberghi (+17) e da un carrozziere (+15,8). Questi risultati, sottolinea la Cgia, sono stati ottenuti dopo aver preso in esame le tariffe sui rifiuti applicate alle famiglie e alle imprese nei principali Comuni capoluogo di regione. Nel corso degli ultimi anni sono state numerose le novità che hanno riguardato il prelievo sui rifiuti. Fino a qualche anno fa pagavamo la Tarsu (Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani), anche se molti Comuni l’avevano rimpiazzata con la Tia (Tariffa di igiene ambientale). Nel 2013 il legislatore ha introdotto la Tares (Tassa sui rifiuti e servizi), mentre dal 2014 quest’ultima ha lasciato il posto alla Tari (Tassa sui rifiuti). La Tari è stata introdotta con la Legge di Stabilità 2014, in ossequio al principio comunitario «chi inquina paga»: in buona sostanza si è voluto sancire la corrispondenza tra la quantità di rifiuti prodotti e l’ammontare della tassa. Con l’introduzione della Tari, è stato ulteriormente confermato il principio che il costo del servizio in capo all’azienda che raccoglie i rifiuti dev’essere interamente coperto dagli utenti, attraverso il pagamento della tassa. E il problema sta proprio qui. «Queste aziende, di fatto, operano in condizioni di monopolio – afferma Paolo Zabeo per gli Artigiani di Mestre – con dei costi spesso fuori mercato che famiglie e imprese, nonostante la produzione dei rifiuti sia diminuita e la qualità del servizio offerto non sia migliorata, sono chiamate a coprire con importi che in molti casi sono del tutto ingiustificati. Proprio per evitare che il costo delle inefficienze gestionali vengano scaricate sui cittadini, la legge di Stabilità del 2014 ha ancorato, dal 2016, la determinazione delle tariffe ai fabbisogni standard. Grazie all’applicazione di questa nuova modalità, è probabile che dall’anno prossimo la tassa sui rifiuti diminuisca». Sebbene in questi ultimi anni il costo economico sulle famiglie sia decisamente aumentato, dall’inizio della crisi ad oggi la produzione dei rifiuti urbani ha subito una forte contrazione. Se nel 2007 ogni cittadino italiano ne «produceva» quasi 557 kg, nel 2013 (ultimo dato disponibile) la quantità è scesa a poco più di 491 kg per abitante. «In buona sostanza – conclude Zabeo – nonostante abbiamo prodotto meno rifiuti, la raccolta e lo smaltimento ci sono costati di più».
 
Fonte Ansa

Immigrati, in Macedonia decretato lo stato d’emergenza

che farà la tanto solidale europa?!? Dichiarerà guerra alla Macedonia?!?!
 
giovedì, 20, agosto, 2015
 
Macedonia: scene drammatiche immigrati che assaltano treni
Il governo macedone ha decretato lo stato d’emergenza nel Sud del Paese, di fronte a un afflusso senza precedenti di migranti provenienti dalla Grecia e intenzionati a raggiungere l’Europa occidentale. Per far fronte alla crisi il governo di Skopje intende far ricorso alle forze armate.
 
“In considerazione di una pressione crescente alla frontiera meridionale e di un flusso migratorio più intenso nel corridoio balcanico, si ritiene necessario un controllo più forte ed efficace nella regione frontaliera, dove si registrano passaggi illegali e massicci in provenienza dalla Grecia”, si legge nel comunicato del governo. (fonte afp)
La Macedonia ha avvertito che mancano i treni per il trasporto delle migliaia di rifugiati siriani diretti verso l’Unione europea, e ha detto che ha esortato i suoi vicini per aiutare a combattere la “situazione allarmante”. Lo scrive il quotidiano Utrinski. “La compagnia ferroviaria macedone non ha più capacità di portare tutti coloro che vogliono viaggiare verso Paesi dell’Europa occidentale”, ha detto il capo della Ferrovie, Nikola Kostov. “La situazione è allarmante”, ha aggiunto.