L’INFAMATA DI FERRAGOSTO? FOTTE I PENSIONATI E SCAPPA IN FERIE: ECCO IL NUOVO FURTO, CON UN TRUCCO DEGNO DEL PEGGIORE DEI LADRI

mi raccomando, il nemico è la lega e Grillo, lasciate lavorare il Pd che difende i deboli ed i giusti ed andate a rovesciare i banchetti altrui.
 
SOLO FREGATURE – IL GOVERNO RENZI CAMBIA IN SORDINA I COEFFICIENTI PER LE NUOVE PENSIONI – DAL PRIMO GENNAIO, UN NUOVO PENSIONATO DA 11.652 EURO NE PRENDERÀ 252 IN MENO ALL’ANNO – INSOMMA, CHI PUÒ VADA SUBITO IN PENSIONE…
 
Con l’allungamento dei termpi per andare in pensione e con queste revisioni dei parametri per calcolare gli assegni lo Stato risparmia un bel po’ di miliardi. E in settembre Renzi aprirà il dossier-pensioni con l’introduzione delle penalità per chi vuole ritirarsi in anticipo…
Se avete i requisiti per andare in pensione già nel 2015, ma state tentennando, forse un incoraggiamento ad andare a riposo entro il prossimo dicembre potrebbe arrivarvi dal taglio della pensione che a inizio luglio (il 6) è stato formalizzato sulla Gazzetta Ufficiale (n° 154).
Un regalino per il popolo degli aspiranti pensionati (e non sono pochi, nel 2014 le pensioni attivate sono state 75mila) confezionato dal ministero delle Politiche sociali (guidato da Giuliano Poletti), nascosto a pagina 46 della Gazzetta tra un accordo con il Canada e un’ intesa militare con il Kazakhstan.
 
In sostanza verranno rivisti i coefficienti di trasformazione del montante contributivo.
Che detta così sembra una porcheria. Tradotto in italiano è il rendimento del tesoretto previdenziale (la somma dei contributi messi da parte). Ebbene il governo Renzi – ereditando una limatura rifilataci a suo tempo dal ministro del Lavoro Cesare Damiano – ha pensato bene di pubblicare il decreto che rivede, e abbassa, i coefficienti e, per effetto a cascata, anche le nostre pensioni.
 
I nuovi parametri saranno applicati a tutte le pensioni che scatteranno dal 1 gennaio 2016. Quindi il lavoratore che ha già il diritto alla pensione quest’anno, ha tutta la convenienza a scappare prima.
Forse un esempio pratico – come quello offerto ieri da “Il Sole 24 Ore”, ma nascosto a pagina 35 del supplemento Norme e Tributi – aiuta a capire meglio. Poniamo il caso di un lavoratore che entro il prossimo novembre compirà i previsti (dalla riforma Fornero) 67 anni. E ipotizziamo che questo signore abbia accumulato circa 200mila euro. La sua pensione sarebbe di 11.652 euro se comincerà a percepirla quest’ anno. Se invece dovesse fare domanda nel 2016, e quindi continuando a versare contributi, la stessa pensione sarebbe di 11.400 euro, 252 euro in meno.
 
Una decurtazione di circa 19 euro al mese (per tredici mensilità). Un bella fregatura per il lavoratore, un risparmio netto per gli istituti di previdenza e per lo Stato, che degli enti pubblici “ricopre” i buchi miliardari. Insomma, più lavori meno guadagnerai.
A dirla tutta i coefficienti sono rimasti gli stessi dal 1996 (riforma Dini), fino al 2009. Poi Damiano (nel secondo Governo Prodi dal maggio 2006 all’aprile 2008), ha introdotto la definizione dei coefficienti per il triennio 2010/2012. Poi si è deciso di agganciare gli incrementi alle aspettative di vita. Prima la revisione era triennale (come quello che sta per arrivare 2016/2018), ma dal 2019 gli incrementi della speranza di vita passeranno dal triennali a biennali. Dettaglio non trascurabile visto che l’agganciamento alla speranza di vita rinvia anche di anno in anno il raggiungimento della pensione ai lavoratori.
 
Da un lato, quindi, si riduce il rendimento del tesoretto previdenziale accumulato, dall’ altro si allontana la data in cui si riuscirà ad andare in pensione.
Ovviamente per lo Stato questo rinvio – e la contemporanea riduzione della rivalutazione e quindi dell’assegno – si trasformano in un risparmio netto di miliardi. Considerando che le donne vivono mediamente più degli uomini (l’aspettativa di vita fissata dall’ Istat quest’ anno è di 79,6 anni per gli uomini e a 84,4 anni per le donne, rispettivamente superiore di 2,1 anni e 1,3 anni alla media europea), si capisce bene perché ogni governo (questo, il precedente e quello prima ancora), metta progressivamente mano alle pensioni.
 
E’ una sorta di bancomat di risparmi. Il giochino della Fornero – al netto delle 6 salvaguardie per gli esodati – porterà risparmi per 80 miliardi. Solo giocando sui rinvii dell’età pensionabile e il taglio delle prestazioni.
Più si alzano i parametri di accesso, più si riduce il tempo in cui il lavoratore incasserà potenzialmente l’ assegno pensionistico, più lo Stato risparmia. Riducendo l’ erosione del montante personale accumulato e quindi aumentando i potenziali risparmi futuri per lo Stato.
 
Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha già annunciato che a settembre – con la presentazione della Legge di Stabilità – si aprirà la “pratica pensioni”. Il ministro del Welfare Giuliano Poletti è già al lavoro e l’Inps di Tito Boeri ha già presentato, a inizio luglio, una sorta di canovaccio di riforma.
L’ idea resta quella di accordare “scivoli” a chi è in zona pensione (con un anticipo massimo di 5 anni). Ma saranno scivoli a pagamento: ovvero con l’ introduzione di una penalità crescente tanto più è lontana la data del pensionamento. Si parla di un taglio dell’ assegno del 2, forse 3% in meno l’ anno.
Che però cumulato per un quinquenni di anticipo fa la bellezza di un meno 15% di pensione. L’altra idea è di coinvolgere imprese e lavoratori in un percorso di “maturazione dei requisiti”. In sostanza – e lo stanno già facendo alcune grandi banche per svecchiare il personale – si accorda un prestito al dipendente per riscattare periodi (come la laurea), e quindi avere entro il 2017 i contributi.
In sostanza gli si consente in via sperimentale (legge di Stabilità 2015) di raggiungere i 40 anni di versamenti. Se avrà 62 di età nel dicembre 2017, potrà andare in pensione senza aspettare i 67. Ma è un po’ come pagarsi un pezzo di pensione. O come rinunciarvi. La sostanza cambia poco.
FONTE
 

TASSI, IN­FLA­ZIO­NE ed venti di DE­FLA­ZIO­NE “Made in China”

http://intermarketandmore.finanza.com/tassi-inflazione-ed-venti-di-deflazione-made-in-china-73538.html?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews

Scritto il 13 agosto 2015 alle 11:11 da Danilo DT

La svalutazione competitiva, o se preferite la “guerra valutaria” torna fortemente in auge. La Cina, ormai da anni legata ad un PEG col Dollaro USA che prevede una rivalutazione progressiva, cerca di uscire dal vincolo e spinge la moneta ad una svalutazione. I motivi li abbiamo spiegati ieri in QUEST POST.

Per farla breve, la Cina è rimasta “vittima” della propria politica monetaria espansiva. Basta guardare alla realtà dei fatti. Un debito societario che ha raggiunto le stelle (oggi siamo a circa155% del PIL), un mercato immobiliare ed azionario palesemente in bolla speculativa (e che deve essere sostenuto con qualsiasi mezzo per evitare una vera e propria “implosione” del mercato), un’economia che cresce in modo virtuoso ma che non può mollare il tiro altrimenti il sistema non riuscirà a reggere. E questo la PBoC lo sa benissimo. Ecco il perché di ben 15 mosse di politica monetaria negli ultimi mesi.

Tagli delle riserve obbligatorie del sistema bancario, manovre sui tassi di interesse, blocco dei mercati azionari, QE speciali e ora anche azioni dirette sul forex. La Cina vuol tornare a correre ad ogni costo e poco importa se anche i paesi limitrofi (emergenti strutturalmente più deboli) subiranno pesanti conseguenze da queste manovre aggressive, paesi che a loro volta dovranno “difendersi” agendo anche loro utilizzando la leva della politica monetaria. Pensate solo al Giappone: già si sta parlando di un ULTERIORE stimolo monetario che va oltre all’Abenomics… Ma si sa, chi è più grosso alla lunga vince…

BANCHE CENTRALI: si gonfia la bolla della liquidità, si gonfiano i bilanci...

BANCHE CENTRALI: si gonfia la bolla della liquidità, si gonfiano i bilanci…

Il mondo vede la mossa della PBoC come un intervento che vuole certamente ridare vigore all’export cinese, ma è anche un chiaro segnale di rallentamento globale. E se il mondo frena, l’inflazione può salire? Difficilmente questo accade. Ed i mercati prendono atto. Guardate questi TRE grafici.

Grafico UNO: 10yr Breakeven Inflation Rate

breakeven-rate-10yr-germany-usaIl grafico qui sopra riprende il breakeven inflation rate a 10 anni. Guardate la tendenza…

Grafico DUE: inflation forward swap 5y5y

inflation_forward_swap_5y5y-eur-usd-gbpIl tasso inflazione previsto tra 5 anni per i 5 anni successivi non dice nulla di diverso, anzi conferma sia per USA che per Eurozona uan tendenza che rischia di tornare deflattiva (alla faccia della refrazione)

Grafico TRE: BUND nuovamente alle stelle

curva-tassi-bund-svalutazione-yuanLa curva dei rendimenti sul bund “decolla” e riporta i tassi in negativo fino alla scadenza dei 5 anni. Segno che anche in Europa ci si aspetta una bella frenata.

CONCLUSIONI: tenuto conto che la svalutazione dello Yuan ha un effetto molto vicino, dal punto di vista monetario, ad un inasprimento di tassi per la FED, e viste le curve sopra citate, come si può ancora pensare che il mondo continui a crescere ai ritmi previsti e come si può realmente immaginare che la FED ricominci ad alzare i tassi nei mesi a venire, quando proprio dalla Cina, il motore dell’economia globale (soprattutto per l’aera emergente) assieme agli USA, arrivano venti che possono portaer addirittura deflazione?

STAY TUNED!

Danilo DT

Crolla utile Lenovo, 3.200 licenziamenti

Il colosso cinese Lenovo, principale produttore al mondo di personal computer, ha chiuso il primo trimestre dell’anno fiscale con un utile netto crollato del 50,9%, annunciando il licenziamento di 3.200 dipendenti delle attività non produttive. Affonda il titolo alla Borsa di Hong Kong (-9,1%) toccando il minimo dal settembre 2013, dopo aver ceduto il 25% da inizio anno. Pesano le difficoltà ad integrare il business di Motorola acquistato a ottobre da Google per 2,9 miliardi di dollari.
 
Fonte Ansa

IL VOLTO SEGRETO DELL’AMERICA DOVE REGNA POVERTÀ, DISOCCUPAZIONE E LA POVERTÀ INFANTILE

IL-VOLTO-SEGRETO-DELL’AMERICA-DOVE-REGNA-POVERTÀ-DISOCCUPAZIONE-E-LA-POVERTÀ-INFANTILE
Confesso : sono stato, in gioventù, un grande ammiratore degli Stati Uniti. Poi, da inviato speciale, ho iniziato a girare questo grande Paese in lungo e in largo ma non nelle solite, note grandi città – New York, San Francisco, Boston, Washington – bensì nell’America profonda, quella, noiosissima, mai battuta dai turisti e dove i giornalisti si recano solo se costretti dai loro direttori. Un paio di anni fa con la mia famiglia abbiamo trascorso le vacanze negli Usa ; lasciammo la Grande Mela per addentrarci nello Stato di New York, su verso Albany e Catskills Mountains, sedotti dalla descrizione, letta sulle guide turistiche, dei tipici, deliziosi villaggi, simbolo di una vecchia America.
Bastarono poche decine di chilometri per restare sconcertati: i villaggi erano davvero vecchi ma tutt’altro che deliziosi. Erano angoscianti, costellati di case derelitte e talvolta piegate su se stesse ; viaggiavamo su strade piene di buche da cui spuntavano erbacce che nessuno strappava più da tempo e intorno a noi vedevamo solo povera gente. I più fortunati vivevano in baracche di legno, gli altri vagavano trascinando i propri cenci nei carrelli della spesa.
 
Scoprimmo, allora, l’altro volto dell’America, quello che i turisti non vedono mai sulla Fifth Avenue o nel centro di San Francisco ed è un’America molto più numerosa di quanto si immagini, isolata, ignorata da tutti, abbandonata a se stessa.
Capii allora che erano veritiere le denunce di un commentatore molto coraggioso l’economista Paul Craig Roberts; non uno qualunque, ma uno dei principali collaboratori del presidente Reagan, docente universitario, pluripremiato. Craig Roberts sostiene che parte dei dati concernenti gli Usa, a cominciare da quelli sulla disoccupazione, non sono attendibili, in quanto manipolati alla fonte. Per intenderci : è uno di destra, un liberale. Ma con gli occhi aperti e un’autentica passione civica al servizio del proprio Paese.
 
Ora, grazie alla segnalazione di un amico, scopro uno studio di due docenti americani, Hershey H. Friedman e Sarah Hertz, intitolato: “Gli Stati Uniti sono il miglior Paese al mondo? Ripensateci”, basato su una serie di statistiche internazionali, da cui trova conferma il ritratto di un Paese in fase di evidente involuzione sociale, politica ed economica. Qualche dato: nella classifica sulla percentuale della popolazione che vive in povertà, gli Usa sono al 35 esimo posto su 153. Quella riguardante i bambini in povertà nei Paesi occidentali è ancora più disastrosa: gli Usa sono 34esimi su 35, solo la Romania fa peggio. Sono il quarto Paese al mondo con la maggior disuguaglianza reddituale, dietro a Cile, Messico e Turchia. E gli stessi americani non si sentono molto felici: sono appena al diciassettesimo posto della classifica mondiale. L’aspettativa di vita è bassa: gli Usa sono appena 42esimi, mentre battono tutti riguardo la popolazione carceraria: hanno 2,2 milioni di detenuti, molto più della Cina (1,6 milioni) che però ha una popolazione oltre 3 volte maggiore e della Russia dell’orribile Putin (600 mila). Secondo una fonte insospettabile, l’Economist, nemmeno Stalin raggiungeva queste cifre.
 
Potrei continuare ma mi fermo qui. Intuisco lo sconcerto del lettore, che si chiede: ma come? Io pensavo che l’America… Già, lo pensavamo tutti, ma per valutare davvero questo Paese non ci si può limitare agli annunci ufficiali, che descrivono solo una parte della realtà, ignorando tutto quello che non collima con la verità ufficiale, con il mito che Hollywood e le tv continuano ad alimentare. Quanti film avete visto sui 45 milioni di americani in povertà? Quante denunce giornalistiche? Chi solleva questo tema nei dibattiti televisivi? La risposta è sempre la stessa: nessuno.
 
Tutti pavidi e conformisti, tranne pochi commentatori coraggiosi come Paul Craig Roberts.
That’s America. Purtroppo.
Marcello Foa
Fonte: Il Giornale

Usa: la ripresa che non c’è, è boom licenziamenti

ma no, il pres Obama non mentirebbe mai, una persona di colore è onesta a prescindere da ciò che fa o non fà. Basta che dica Change Yes we can…e chi obietta è razzista
Published On: gio, ago 6th, 2015
 
Futures Usa in lieve rialzo. Un nuovo dato economico mette in discussione quella che potrebbe essere la decisione della Fed nel meeting di settembre. Si tratta del rapporto sui tagli dei posti di lavoro compilato dalla società di consulenza Challenger, Gray & Christmas. Secondo il report, gli annunci di licenziamenti a luglio sono stati di 105.696 unità. Si tratta del primo mese in cui le riduzioni hanno superato la soglia a quota 100.000 dal settembre del 2011. Sul dato ha pesato l’annuncio dell’esercizio di ridurre la forza lavoro sia civile che militare. Hanno annunciato licenziamenti anche società attive nel settore hi-tech: 18.891 annunci sono arrivati da società di computer e di elettronica.
Attesa per il grande market mover dei mercat: la pubblicazione del report occupazionale di luglio degli Stati Uniti, che avverrà domani alle 14.30 ora italiana; gli analisti intervistati da Bloomberg News prevedono in media un aumento di 225.000 nuovi posti di lavoro, contro i +223.000 a giugno.
 
leggi tutto su wallstreetitalia.com

“COMUNE DE-RENZIZZATO”? FACEBOOK CENSURA E OSCURA LA FOTO: ECCO COSA E’ ACCADUTO ALLA PAGINA DEL SINDACO DI NAPOLI

dedicato a chi vede la censura dove il regime comanda loro di vederla e non denunciarla in casa propria. Questo è un piccolo banale esempio.
Basta esprimere una opinione contro corrente per essere bollata come POLITICALLY SCORRECT e la censura non solo è servita. è richiesta CON ORGOGLIO e’ DEMOCRAZIA.
 
 
Una decisione presa in chissà quale stanza di Menlo Park. Qualcuno dà il via e “acccende un bottone” per far partire una nuova funzione su Facebook, già attiva in diverse aree geografiche, anche in Italia. Dall’altra parte del mondo, intanto, nel “Paese del sole”, il sindaco di Napoli decide di pubblicare sulla sua pagina ufficiale una foto con un messaggio molto chiaro rivolto al premier Renzi e al suo Governo. Una bella cartolina di Partenope con in primo piano una scritta: “Napoli città derenzizzata”.
La quasi contemporaneità delle due scelte ha però un effetto particolare, risultato anche di una catena di segnalazioni al Social Network da parte, evidentemente, di persone che non hanno gradito l’attacco (ben spiegato dal Sindaco) al Presidente del Consiglio.
Perché quello che accade è che sul profilo di De Magistris, tra i primi in Italia, appare al posto della foto che aveva pubblicato un avviso allarmante che sostituisce video e foto postati se le immagini hanno turbato altri utenti. Il contenuto di per sè non viene cancellato, ma sostituito automaticamente con un allert: “ATTENZIONE: Immagine forte. Le foto con contenuti forti possono turbare, offendere o infastidire le persone. Confermi di voler vedere questo contenuto?”.
Il sindaco di Napoli ad ora non ha ancora commentato l’accaduto. Sulla sua pagina ufficiale ha postato già un’altra foto ma riguarda un appuntamento a cui ha partecipato.
 
FONTE

Cina, esplosioni devastano la città portuale di Tianjin: decine di morti, centinaia i feriti

che caso, un giorno prima la Cina da uno scossone alle borse occidentali svalutando lo yuan ( si certo l’FMI approva, come no) e succede questo. Caso anche che abbiano dovuto spengere il supercervellone cinese. Ovviamente i pennivendoli nostrani, subito sottolineano casi di censura, cosa che nell’Occidente democratico non avviene perché siamo tutti Charlie Hebdo vero? La Ue manderebbe aiuti umanitari, si certo, spie. Che gentili, peccato ai terremotati emiliani arrivano le tasse da pagare su case inagibili.
 
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Fiamme altissime nel porto cinese di Tianjin (reuters)
 
La prima deflagrazione su una nave carica di esplosivi. La seconda è avvenuta trenta secondi dopo, con potenze rispettivamente equivalenti a 3 e 21 tonnellate di tritolo. Decine di persone intrappolate tra le fiamme. Il presidente Xi Jimping: “Indagini trasparenti”. Ma la zona è interdetta ai giornalisti
13 agosto 2015
 
PECHINO – Terrore, devastazione e vittime a Tianjin, città portuale del nord est della Cina, dopo una serie di deflagrazioni che hanno prodotto danni ingentissimi. Nelle esplosioni e nell’incendio (video) secondo quanto riferito dalle squadre dei soccorritori, sono morte almeno 50 persone mentre i feriti sono 701 di cui 71 gravi. Tianjin è una metropoli di 15mln di abitanti a circa 100Km da Pechino.
 
Ma il conto delle vittime potrebbe salire ulteriormente. Anche dodici vigili del fuoco avrebbero perso la vita nel tentativo di spegnere le fiamme. Le autorità hanno anche perso i contatti con 36 pompieri che si trovano sul luogo del disastro. Per adesso il lavoro di spegnimento delle fiamme è sospeso poiché non è chiaro quante “merci pericolose” siano presenti nell’area.
La prima deflagrazione, avvertita anche a chilometri di distanza, è avvenuta su una nave carica di esplosivi, ancorata davanti ad un magazzino. La seconda c’è stata 30 secondi dopo, sembra in un deposito di prodotti chimici, nelle vicinanze della nave. Poi ci sono state altre deflagrazioni più piccole. Distrutte le porte e i vetri delle case che si trovano vicino al porto e al deposito di prodotti chimici; secondo i media cinesi, ci sarebbero decine di persone intrappolate tra le fiamme. Per l’agenzia sismica cinese, le due esplosioni hanno avuto una forza pari rispettivamente a quella di 3 e 21 tonnellate di Tnt. Due enormi incendi sono visibili nel cielo di Tianjin. Una testimone canadese, terrorizzata, riteneva che ci fosse stato un terremoto. Nella città vivono circa 15 milioni di persone.
 
Sul posto è accorso fin dalle prime ore del mattino di oggi, il ministro della Pubblica Sicurezza, Guo Shengkun, per coordinare le operazioni di soccorso. Le autorità sono preoccupate anche per l’innalzamento dell’inquinamento atmosferico nella zona del disastro: i materiali chimici esplosi potrebbero avere portato l’aria nella zona a livelli nocivi per la salute, anche se finora, le autorità locali non hanno alzato il livello di allerta.
 
Il livello di inquinamento, questa mattina, era di 160 microgrammi di polveri sottili pm2.5 nell’area del porto, mentre il livello di pm10 nelle ultime 24 ore è salito da 129 microgrammi per metro cubo di aria a quota 206. Greenpeace Asia ha lanciato l’ allarme sulla situazione dell’aria e dell’ acqua. Nell’aria, secondo quanto rilevato dalla stazione di monitoraggio, c’è cianuro di sodio (NaCN), toluene discostano (TDI) e carburo di calcio (CaC2), tutti elementi che “rappresentano una diretta minaccia per la salute in caso di contatto”, sottolinea l’organizzazione ecologista.
 
Le esplosioni hanno portato alla decisione di spegnere per precauzione il super-computer cinese, il Tianhe-1A, uno dei più veloci al mondo: l’edificio nel quale è contenuto, il National Supercomputing Center, ha risentito delle esplosioni di ieri, anche se finora, il super-computer non avrebbe riportato danni.
 
L’ agenzia Nuova Cina afferma che la compagnia proprietaria del magazzino nel quale si sono verificate le esplosioni più forti è la Tianjin Dongjiang Port Rui Hai International Logistic. La compagnia, fondata nel 2011, trasporta materiale chimico da e per il porto di Tianjin, uno dei più’ importanti della Cina, che tra l’altro serve la capitale, Pechino. I suoi introiti annuali sono di oltre 30 milioni di yuan (4,2 milioni di euro) all’ anno. La polizia ha arrestato il capo dell’azienda in questione.
 
Negli ultimi mesi almeno altri due incidenti gravi si sono verificati nell’apparato industriale cinese, dovuti alla carenza di misure di sicurezza e alla corruzione che spinge le autorità locali a chiudere un occhio e omettere i controlli. A luglio, 15 persone erano rimaste uccise nell’esplosione di una fabbrica di fuochi d’artificio nella provincia di Hebei e altre 71 avevano perso la vita ad agosto a Kunshan, vicino Shanghai, in una deflagrazione avvenuta in una fabbrica di pezzi di ricambio per automobili.
 
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Il presidente cinese, Xi Jinping, ha sollecitato le autorità a fare il massimo sforzo affinché vengano soccorsi i feriti dell’incidente avvenuto a Tianjin e si provveda a spegnere le fiamme degli incendi seguiti alle deflagrazioni. Xi Jinping ha aggiunto che le indagini sulle cause del disastro saranno “trasparenti” e che “nessuna informazione” sarà nascosta al pubblico. Solidarietà è stata espressa dall’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Federica Mogherini, e dal commissario agli aiuti umanitari e alla gestione delle crisi, Christos Stylianides, che hanno assicurato la disponibilità dell’Ue a prestare assistenza.
 
Alcuni utenti di Internet cinesi però si sono lamentati che i loro messaggi sui “social forum” con informazioni e commenti sull’esplosione di Tianjin sono stati cancellati dalla censura. Gli interventi censori si sono verificati nonostante la promessa di un’inchiesta “trasparente” da parte del presidente Xi Jinping. L’accesso di giornalisti e pubblico sul luogo dell’incidente – un deposito di materiale chimico – è bloccato da un ingente schieramento di polizia.
 

COMMUNIQUE DE LUC MICHEL/ AFRIQUE MEDIA A QUITTE LE CAMEROUN ET EMET DEPUIS MALABO, NDJAMENA ET MOSCOU

« Tout ce qui ne me tue pas me rend plus fort »

– Frédéric Nietszsche.

 Bruxelles et Malabo, ce 13 août (5h du matin).

AMTV - Organiser des Comités (2015 08 10)  FR

Depuis ce mercredi soir, AFRIQUE MEDIA TV émet depuis MALABO (Guinée Equatoriale) et NDJAMENA (Tchad), mais aussi de MOSCOU.

Les chefs d’état vraiment panafricanistes ont accordé à notre Télévision internationale panafricaniste le soutien qu’elle mérite.

 Ceci fait suite aux manoeuvres de certaines forces au Cameroun, notamment le ministre de l’information qui a appuyé depuis juin la démarche illégale du CNC, et à la pression de gouvernements occidentaux. Le peuple a été méprisé. Les Panafricanistes vont devoir se compter au Cameroun …

LA REPRESSION A RENDU AFRIQUE MEDIA PLUS FORTE …

Ce n’est pas nous qui le disons mais la presse camerounaise.

A titre d’exemple voici un extrait de ‘La Nouvelle Tribune’ du Cameroun :

« Elle évite donc la fermeture à elle infligée par le CNC qui n’a autorité qu’au Cameroun. Il faut dire que la chaîne est de plus en plus prisée dans un contexte africain avec une montée du sentiment anti-occident en général depuis quelques années.

Ce sentiment de rejet s’étant accentué avec la chute du régime de Kadhafi qui avait un soutien franc en Afrique noire, mais aussi celle de Laurent Gbagbo en Côte d’Ivoire. Pour contrecarrer donc la décision du CNC, Afrique Média s’est exilé à Malabo. Mais pendant trois jours, les débats en direct seront suspendus comme l’annonce une bande défilante en direct sur la chaîne. Cette suspension est due à des travaux nécessaires qui seraient en cours. Il faut dire que la décision des autorités au Cameroun, loin d’avoir affaibli la chaîne l’a rendue encore plus populaire et plus méfiante, cherchant à s’installer en Guinée équatoriale, pays plus sensible au discours panafricaniste, où la chaîne court moins de risques d’être fermée. Sur les réseaux sociaux, plusieurs africains ont accueilli avec joie cet exil, et attendent avec impatience la reprise des débats. »

PLUS QUE JAMAIS NOUS SOMMES AFRIQUE MEDIA !

Africains du Continent noir et de la Diaspora, militants de la Cause des Peuples en Eurasie, mobilisez vous !

Plus que jamais les COMITES AFRIQUE MEDIA que nous entendons organiser en Afrique et en Eurasie sont une nécessité !

AFRIQUE MEDIA a besoin de nous !!!

Luc MICHEL

jesuisafriquemedia@gmail.com

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* CAMPAGNE ‘JE SUIS AFRIQUE MEDIA’. LE CLIP !

Rediffusez, partagez largement …

Video à télécharger sur PANAFRICOM-TV :

https://vimeo.com/135906462

* Le nouveau BLOG DES COMITES AFRIQUE MEDIA

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GROUPE OFFICIEL AFRIQUE MEDIA TV

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Cantiere TAV come Penelope: oggi costruiscono l’indomani demoliscono

Spinta dal Bass

Cantiere TAV come Penelope: oggi costruiscono l’indomani demoliscono

Tra martedì e mercoledì é stato costruito in fretta e in furia , nel cantiere TAV vicino alla centrale di Chiomonte , un enorme basamento in cemento. E con altrettanta fretta il 14 agosto é stato demolito.

Un’ulteriore, inutile, dispendio di denaro pubblico e sacrificio di terra viva.

1 basamento cemento

Errori di progettazione? Errori di esecuzione? Semplice set cinematografico per dimostrare che i lavori proseguono? Opere inutili giusto per sottrarre altri soldi alla collettività?
O un nuovo escamotage per “bloccare” nel cemento fibre volatili come l’amianto e poterlo trasportare senza rischi ne controlli?
Di certo la risposta esatta dovranno, come sempre, scoprirla i no tav…

basamento cemento basamento cemento 1

PETITION : ANNULATION DE L’OPERATION « TEL AVIV SUR SEINE »

PCN-SPO/ 2015 08 13/ Solidarité Palestine/

http://www.scoop.it/t/pcn-spo

https://www.facebook.com/PCN.NCP.press.office

 PCN-SPO - PETITION tel-aviv sur seine (2015 08 13) FR

Pétition : Annulation de l’opération « Tel Aviv sur Seine »

A Anne Hidalgo, maire de Paris

Madame la Maire,

C’est avec consternation que nous avons appris l’organisation d’une journée “Tel Aviv sur Seine” à Paris plage le 13 août.

Cette opération ne peut être considérée comme un simple événement culturel, alors qu’elle fait partie intégrante de la propagande Israélienne.

Un an après le massacre de Gaza, Israël maintient le blocus, intensifie l’implantation des colonies, continue sa politique d’apartheid ainsi que les arrestations arbitraires de Palestiniens.

Nous ne saurions imaginer que la ville de Paris puisse servir à redorer l’image d’un Etat qui bafoue le droit international.

Il est inacceptable de faire la promotion des plages de Tel Aviv, à l’heure où les Palestiniens de Cisjordanie ont besoin d’autorisations pour accéder à leurs plages, que les Palestiniens de Gaza ne peuvent pêcher qu’à 11km de leurs côtes.

Au regard d’une telle situation, totalement inhumaine, nous Parisiens, citoyens français, refusons que notre ville, notre capitale, soit le théâtre du blanchiment de la politique Israélienne.

Nous vous demandons de déprogrammer cet événement, qui est en totale inadéquation avec les valeurs de notre République.

 Pour signer la pétition:

 https://secure.avaaz.org/fr/petition/La_maire_de_Paris_Anne_Hidalgo_Annulation_de_Tel_Aviv_Sur_Seine/?preview=live

 PCN-SPO

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