Lella Bertinotti e l’eredità D’Urso «I 500 mila euro? Sono solo virtuali

i soldi sono virtuali, è solo una beffa……son in tanti diversi conti correnti ……. il kompagno non vuole condividere la sua fortuna? Quanti poveri migranti potrebbe accogliere
 
 
La moglie dell’ex leader di Rifondazione e il mistero del testamento dell’amico. I conti correnti sono sparsi per il mondo. L’ex presidente: «Non parlo di questa vicenda»
 
di Tommaso Labate
Mario D’Urso saluta l’allora presidente della Camera Fausto Bertinotti (Olycom)
«Se mi si chiede il perché di questa amicizia tra persone così diverse, il motivo è semplice. Mario era un uomo buono». Magari lo sapeva, forse lo sospettava. O, chissà, lo intuiva. Ma se davvero fosse stato all’oscuro del suo testamento, nel declamare due mesi fa questa frase durante l’orazione funebre di Mario D’Urso, Fausto Bertinotti avrebbe messo a verbale un’analisi che più azzeccata non si poteva. Perché «buono», l’avvocato ed ex senatore amico di Gianni Agnelli, oltre che frequentatore del jet set internazionale, lo era davvero. E pure tanto. Soprattutto col suo amico comunista ed ex presidente della Camera. A cui ha lasciato in eredità, come ha rivelato ieri il Messaggero , la cifra di cinquecentomila euro. Un miliardo di vecchie lire.
 
Ci sarebbe di che essere contenti. Eppure, quando gli si chiede conto dell’atto di generosità di D’Urso, i coniugi Bertinotti – che un tempo venivano criticati da sinistra proprio per le frequentazioni di quei salotti in cui l’avvocato era protagonista assoluto – provano a trincerarsi dietro un cupo silenzio. «Non posso parlare, sto guidando», esordisce la signora Lella. «E non può parlare neanche mio marito, sta guidando anche lui», aggiunge. I cinquecentomila euro lasciati dall’amico D’Urso? «Non parlo di un’eredità che è soltanto virtuale». Virtuale? «Si fidi di me, virtuale. E adesso la saluto».
 
Bertinotti, che le siede accanto, accetta di sottoporsi a una conversazione che dura non più di venti secondi. «L’aggettivo “virtuale” riferito al lascito di D’Urso l’ha detto mia moglie, non io. Io non dico niente», spiega con voce comunque cortese l’ex leader di Rifondazione Comunista. Quanto a D’Urso, «di lui ho parlato in passato e di lui tornerò a parlare in futuro. Ma non in relazione a questa faccenda». Clic .
 
Davvero i cinquecentomila euro lasciati da D’Urso a Bertinotti sono «virtuali», come sostiene la moglie dell’ex presidente della Camera? Difficile dirlo. A indagare sul testamento, infatti, spunta una verità dal sapore agrodolce. Come spiegano alcuni amici e familiari dell’avvocato morto quasi due mesi fa, infatti, la strada che separa gli eredi dall’eredità è piuttosto dissestata. Perché la ricognizione dei conti correnti di D’Urso, che sono sparsi per il mondo e di cui forse nemmeno D’Urso conosceva la consistenza, comincerà non prima di settembre (l’esecutore è il suo ex commercialista) e durerà non meno di un anno.
 
Se la somma trovata e decurtata da tasse e oneri vari sarà uguale o superiore a quella destinata agli eredi, i Bertinotti avranno i cinquecentomila euro. Se è inferiore, allora prenderanno una quota proporzionata al resto delle volontà espresse da D’Urso in vita. Nel frattempo, però, la cifra è «virtuale». Né più né meno di quello che sostiene la signora Bertinotti.
 
La discussa amicizia tra il politico comunista e l’avvocato che per un quarto di secolo sedette nel consiglio di amministrazione di una delle massime centrali del capitalismo mondiale, e cioè la banca d’affari Lehman Brothers, continua a far discutere. Diceva D’Urso di Bertinotti: «Con lui sto in silenzio e ascolto, ho tutto da apprendere». E mai silenzio, forse, fu più d’oro di questo. Soprattutto per quell’interlocutore che veniva da un mondo lontano dal suo. E che, del mondo, aveva un’altra visione.
 
30 luglio 2015 | 08:09
Lella Bertinotti e l’eredità D’Urso «I 500 mila euro? Sono solo virtualiultima modifica: 2015-08-04T20:46:49+02:00da davi-luciano
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