WHICH THREATENS PEACE IN THE MIDDLE EAST? IRANIAN NUCLEAR OR ISRAELI SECRET NUCLEAR WEAPON?

Luc MICHEL/ In Brief / With Der Spiegel / 2015 07 20/

LM.NET - EN BREF qui menace la paix (2015 07 18) ENGL

The Israeli U-Boote “Dolphin-Klasse” with nuclear weapons, NATO arms – US -British cruise missiles and German U-Boote – “improved” by Tsahal into weapons of Apocalypse! This is the “secret Operation Samson!” Or how NATO arms directly Israel with weapons of mass destruction. They are the same, Washington, Brussels and Berlin, who endlessly accuse the Iranians to threaten peace and Israel!

 “Israel deploys nuclear warheads on German submarines,” reveals in June 2012 Der Spiegel! “Israel is also studying the possibility to order three more,” still according to Der Spiegel. “Israel is equipping submarines supplied by Germany with nuclear warheads cruise missiles”, wrote the German weekly Der Spiegel …

 * Read my analysis (June 2012) on ELAC & ALAC WEBSITE:

PCN-SPO / FOCUS / THE REAL ROGUE STATE OF THE MIDDLE EAST: ISRAEL DEPLOYS NUCLEAR WARHEADS ON GERMAN U-BOOTE!

http://www.elac-committees.org/2012/06/07/pcn-ncp-spo-focus-the-real-rogue-state-of-the-middle-east-israel-deploys-nuclear-warheads-on-german-u-boote/ 

 

LM

_________________________

Luc MICHEL /

PROFILE Facebook https://www.facebook.com/pcn.luc.michel.2

Twitter https://twitter.com/LucMichelPCN

Facebook OFFICIAL PAGE https://www.facebook.com/Pcn.luc.Michel

Website http://www.lucmichel.net/

Blog http://www.scoop.it/t/luc-michel-le-blog

ECOUTES DE LA NSA : LUC MICHEL DECRYPTE LE FRANCELEAKS / SUR AFRIQUE MEDIA TV (28 JUIN 2015)

Les experts internationaux de EODE sur les médias …

EODE-TV & AFRIQUE MEDIA TV / Avec EODE Press Office/ 2015 06 28/

EODE-TV - EXPERTS lm FRANCELEAKS DECRYPTE (2015 06 28) FR

Intervention de Luc MICHEL, Administrateur-général d’EODE,

dans l’émission LE DEBAT PANAFRICAIN :

 Video sur le Website d’EODE-TV  https://vimeo.com/133794181

 Luc MICHEL analyse le Franceleaks :

PARIS/WASHINGTON : Écoute de la NSA en France, les présidents français et toute la classe politique espionnés.

La France américanisée, domestique méprisée. Quelle analyse ?

 Il répond aux questions de Bachir Mohamed Ladan :

Alors dites nous tout sur le FRANCELEAKS, le nouveau scandales d’espionnage qui secoue la France ?

C’est selon vous un scandale qui en dit long sur l’abaissement de la France ?

Quelles sont les réactions à Paris ? Le régime français va-t-il agir contre Washington ?

Cela révèle une France diminuée, « abaissée et méprisée » dites vous dans un de vos éditoriaux ?

Derrière toute cette affaire d’écoutes clandestines, fort simple apparemment, il y a aussi selon vous des non-dits et des dessous de cartes. Expliquez nous tout cela ?

La fameuse « French American Foundation » dont vous nous parlez souvent ?

 En duplex de Bruxelles avec EODE-TV

Diffusé en direct sur AFRIQUE MEDIA TV

Ce 28 juin 2015 dans l’émission ‘LE DEBAT PANAFRICAIN’

présentée par Bachir Mohamed Ladan.

 EODE-TV / EODE Press Office /

________________________

EODE-TV sur Vimeo: https://vimeo.com/eodetv

CATENARIE, PANTROGRAFI E PUBBLICI MINISTERI & TGV

 http://www.tgvallesusa.it/2015/07/catenarie-pantrografi-e-pubblici-ministeri-tgv/
cropped-Banner-TGV1

Quanto bisogna essere esperti per riconoscere un incidente sulla linea AV del TGV? A volte basta cercare su Google per capire.

pantografo-ferroviario-620x264
di Claudio Giorno.

Dovere (di cronaca e di “supporto civile” alla medesima): chiunque abbia un minimo di cultura ferroviaria (anche da autodidatta come nel caso del sottoscritto) sa quanto possa essere frequente e problematica la caduta della “catenaria”. Si chiama così il delicato sistema di sospensione dei fili di alimentazione dei treni a trazione elettrica che costituiscono la stragrande maggioranza dei convogli che percorrono rete ferroviaria europea, TGV compresi. (Non è così, ad esempio, in Nordamerica e Russia – tanto per fare riferimento a paesi con una rete molto estesa – per non dire della Cina dove addirittura fino a non molto tempo fa era ancora molto diffusa la trazione a vapore, nonostante sia l’unico paese al mondo ad aver sin qui realizzato e messo in esercizio – tra Shangai e il suo aeroporto – il più moderno e avveniristico dei treni: quello a levitazione magnetica progettato ma mai realizzato – al di la di un circuito di prova – in Germania e capace di “volare” a pochi mm dalla piattaforma di base a 400 Km/ho senza alcun attrito e rischio di “strappare i fili” visto che non è alimentato da alcun “pantografo”). Quest’ultimo è il nome dell’apparecchio che sui treni convenzionali (compresi quelli idonei all’alta velocità come il TGV che transita da vent’anni anche sugli “vecchi” binari valsusini) garantisce a locomotive e vetture l’alimentazione utile non solo alla trazione (a muovere il treno a velocità più o meno alta) ma anche a far funzionare l’illuminazione, il condizionamento e riscaldamento, gli apparati di sicurezza e comfort, compreso, ove sia in composizione, la vettura bar. Per questo quando “cade” la catenaria, la situazione dei passeggeri risulta così drammatica, quale che ne sia la causa: anche perché la durata della riparazione è spesso di molte ore (qualche volta di intere giornate) e l’unico modo di soccorrere treno e passeggeri è spesso quello di far arrivare una locomotiva diesel in grado non solo agganciare il treno ma anche di fornire “energia ausiliaria” (cosa non scontata vista la inadeguatezza delle misure di armonizzazione tra i diversi paesi e compagnie ferroviarie che non consente neanche al TGV di cui sopra di percorre le linee AV italiane perché gli apparati di sicurezza di marcia del treno non dialogano con quelli di linea, come il movimento No Tav denuncia da sempre: la famosa “interoporabilità” mancante che persino il responsabile UE del “TAV” Lyon Torino – Signorbrinkhorst  – ammette essere il primo problema irrisolto!).

Ma tornando a Catenaria e pantografo non occorre essere né ferrovieri, né esperti di treni per “scoprire” che i verificarsi di questi incidenti e i gravi disagi che ne derivano è piuttosto frequente: è sufficiente scrivere una o più parole chiave su Google o un altro ricercatore per scoprire come non solo pochi giorni fa sia occorso un analogo incidente a un TGV nei pressi di Montepellier, – articolo qui – ma il 16 aprile 2015 ben “sei convogli (cinque Frecciarossa e un treno regionale)” sono rimasti bloccati nei pressi della capitale: “la rottura di alcuni elementi del sistema di alimentazione elettrica tra Sant’Oreste e Settebagni, nei pressi di Roma, sulla linea direttissima Roma-Firenze ha provocato danni ad alcuni treni in transito e, in particolare, la rottura del pantografo di un Regionale e di quattro Frecciarossa. «Su un treno AV fermo lungo il percorso – prosegue la nota – nei pressi della stazione Nomentana, sono state aperte alcune porte, presenziate da personale ferroviario, per arieggiare i vagoni”. Lo scrive “il corriere della sera on line” di quel giorno, ma se si cerca il dettaglio e la drammatizzazione vi si trovano persino i tweet dei passeggeri inferociti, anche se li l’apertura delle porte ha scongiurato la necessitò di rompere i vetri dei finestrini… – articolo qui – E se si insiste nella ricerca si rischia di poter mettere insieme una sorta di statistica non ufficiale ma significativa di questo tipo di incidente. Ma perché sono così frequenti? Un magistrato serio lo chiederebbe a un esperto, o si attiverebbe almeno per leggere quel che gli esperti scrivono: anche qui qualche accenno, banalmente copiato e incollato e senza tediare nessuno (per fortuna non è obbligatorio sapere tutto sui treni neanche in Val di Susa, anche se qui ne sappiamo probabilmente e mediamente molto di più che in qualsiasi altro pezzo di territorio nazionale!): in una trattazione della possibilità di deformazione della linea aerea dovuta a più di una possibile causa il Prof. Alberto Minoia, nel suo Corso di Trazione Elettrica tenuto presso l’ Università degli Studi di Pavia scrive tra l’altro: “il pantografo della locomotiva, di fronte ad escursioni della linea di contatto di tal portata, sarebbe continuamente obbligato a sollevarsi ed ad abbassarsi, cosa che, al crescere della velocità del treno, determinerebbe distacchi dello strisciante dal filo nella seconda metà della campata dove il filo tende ad alzarsi ed urti contro il filo stesso nella successiva mezza campata dove il filo si abbassa. Ne deriverebbe una cattiva captazione di corrente capace di provocare archi voltaici tra strisciante e filo che porterebbero alla fusione e quindi alla rottura di quest’ultimo con la conseguente “caduta della linea aerea di contatto”, guasto all’infrastruttura tra i più indesiderati perché richiede tempi piuttosto lunghi di ripristino” . E’ solo un esempio, ripeto, e non pretendo di avere chiarito in poche righe il perché della delicatezza (ma tutto sommato anche dell’affidabilità) di un sistema che sia pure con modalità anche molto diverse per tensione, sospensione, palificazione ecc) è stato adottato come da tutte le amministrazioni ferroviarie del vecchio continente. (Viaggiando nella prima vettura dietro la locomotiva sui treni di qualche anno fa si poteva osservare molto bene la poligonazione dei fili che fanno si che tutto lo “strisciante” del pantografo venga interessato dal contatto mentre il treno procede garantendone una usura regolare, ma – fatalmente – rendendo non impossibile l’impigliarsi del medesimo nei fili con conseguente rottura dell’uno e di parecchie decine di metri dell’altro, specialmente se l’incidente avviene a velocità elevata…). Voglio sperare quindi che l’apertura della ennesima e costosa inchiesta a carico di No Tav non meglio identificati sia avvenuta solo dopo aver acquisito sufficienti fatti e misfatti e soprattutto senza pregiudizi.
Anche perché – per una volta – se l’indagine fosse giustificata da prove “granitiche” e non prefabbricate non si faticherebbe a trovare – anche tra i cittadini impegnati da un quarto di secolo nella denuncia di una truffa di cui nessun magistrato inquirente è sembrato sin qui interessato ad accertare e perseguire – chi non esiterebbe a definire imbecille (per non dire di peggio) un ipotetico lanciatore di sassi da fare invidia al biblico David… Perché (inconsapevolemente, o no?) avrebbe danneggiato la “Torino-Lione che c’è” a tutto vantaggio di quella che non c’è, né mai ci sarà, se non nella contabilità dell’inarrestabile debito pubblico italiano…

(Claudio Giorno 23-07.15)

La Tav tra Francia e Spagna dichiara fallimento, stessa sorte per la Torino Lione?

 http://www.autistici.org/spintadalbass/?p=5993Spinta dal Bass

La Tav tra Francia e Spagna dichiara fallimento, stessa sorte per la Torino Lione?

La notizia è rimbalzata sui media spagnoli e francesi: la TP Ferro, società che gestisce la ferrovia – e il tunnel sotto i Pirenei – che collega Parigi a Barcellona, è costretta a portare i bilanci in tribunale. Conseguenza inevitabile dopo che non ha trovato l’accordo con i suoi creditori per rinegoziare il debito che la affligge. Debito causato dalla “insostenibilità del suo modello economico” che ha costretto la società a fare istanza di fallimento volontario. (Cfr El PaisLes EchoesLe Monde)

La linea è ampiamente sottoutilizzata, solamente 70 treni passeggeri e 32 merci a settimana, ben al di sotto delle previsioni. Il costo della sezione transfrontaliera fra Perpignan e Figueras, comprendente il traforo, è stato di 1,2 miliardi di Euro, e ora il debito della TP Ferro supera i 400 milioni. Il tratto di linea in questione fa parte del fantasioso Corridoio Mediterraneo e la sua costruzione era stata finanziata dall’Unione europea. Lo stesso corridoio della Torino-Lione, e la società ora in fallimento ci teneva a sottolinearlo:

The S.I. [International Section] makes part of freight corridor 6 according to (UE) rule 913/2010.

This corridor connects Spain to Hungary passing through France, Italy and Slovenia at the following cities: Almería – Valencia – Barcelona – Marseille – Lyon – Turin – Milan – Trieste – Koper – Liubliana – Budapest – Zahony (border Hungary – Ukraine)

La sezione transfrontaliera della Torino-Lione costa oltre sette volte la Figueras-Perpignan (8,6 miliardi di euro a preventivo a cui però bisogna aggiungerne 1,6 per studi e progettazione). Ma nulla lascia intravedere un futuro più roseo per la linea francoitaliana rispetto a quella francospagnola. A maggior ragione se si considera che fra Italia e Francia già esiste una ferrovia, che passa per la Val Susa, in grado di trasportare le merci e su cui transitano regolarmente i Tgv. Linea anch’essa sottoutilizzata.

A quando il fallimento della NLTL, che ricadrà inevitabilmente sulle casse di Francia, Italia e Europa?

ALFANO: “CON RENZI COMPLETATO IL PROGRAMMA DEL CENTRODESTRA”

Articolo tratto dall’edizione in edicola il giorno 20/07/2015.
 

“Con Sel il Pd non avrebbe fatto queste riforme. Ora le voti anche Berlusconi”

Ministro Alfano, quella sulle tasse è una manovra «berlusconiana»? «Questa manovra contribuisce al completamento del programma di centrodestra. Il taglio delle tasse va ad aggiungersi all’eliminazione dell’articolo 18, alla responsabilità civile dei magistrati, al taglio di sei miliardi dell’Irap, al sostegno alla natalità e agli investimenti sulla sicurezza. Avevamo chiesto e fortemente voluto un intervento sulla tassazione della prima casa. E lo vogliamo anche sull’Imu agricola». Mi perdoni, ..

GRANDI OPERE: A FAR SISTEMA E’ LA CORRUZIONE

https://cittadiniareafiorentina.wordpress.com/2015/03/25/grandi-opere-a-far-sistema-e-la-corruzione/

Immagine TAV

Commentando nei giorni scorsi la nuova maxi inchiesta della Procura di Firenze sulle tangenti per TavExpo e altre opere il Sindaco Nardella ha detto “che i fiorentini hanno il diritto di sapere cosa si vuole fare con la Tav”, dimenticando che probabilmente in Toscana non c’è quasi più nessuno a volere quell’opera e che lui per primo dovrebbe adoperarsi perché la città esca al più presto da questo maleodorante vicolo cieco.

 Il Presidente Rossi da parte sua, ha tuonato contro “le Grandi opere e il falso mercato dei parassiti di Stato”dimenticandosi di chiedere che i lavori per il Tav, di fronte all’esplodere di un’ inchiesta devastante che ha per epicentro Firenzesi fermino immediatamente, come da più parti si chiede.

Del resto, all’indomani del rinvio a giudizio di 32 persone nella prima tranche dell’inchiesta della Procura, lo stesso Rossi così si esprimeva davanti alle telecamere: “Per fare un grande salto sulla puntualità dei treni per i pendolari bisogna fare questo sottoattraversamento, bisogna procedere con i lavori, punto e buona giornata a tutti !”  http://video.repubblica.it/edizione/firenze/lavori-tav-rossi-sbotta-bisogna-procedere-non-possono-pagare-i-pendolari/191960/190922

Senza ripercorrere qui la ventennale vicenda del sottoattraversamento TAV, è proprio questo convincimento della Regione, circa la rilevanza di quell’opera (concepita in epoche di PIL crescente) per migliorare la puntualità dei treni regionali nel Nodo di Firenze, che va smentito. E’ da tempo emersa piuttosto la sua futura nocività, soprattutto della stazione Foster, per la puntualità dei più di 200.000 passeggeri che transitano ogni giorno sulle ferrovie toscane.

Occorre quindi dedicare subito quelle risorse al potenziamento dei servizi di bacino, partendo dal miglioramento dell’infrastruttura esistente, secondo quanto già previsto dall’Accordo che, nel 2011, l’allora Presidente della Provincia Renzi e lo stesso Rossi sottoscrissero con Ferrovie.

 Sorprende che la Regione, titolare delle competenze in materia di trasporto locale, già lambita dalle indagini per la vicenda dello smaltimento delle terre, di fronte all’esteso sistema truffaldino che si va profilando e ai gravissimi reati contestati, non abbia fatto due o tre cose a nostro avviso fondamentali e che ancora una volta l’ invitiamo a fare:

 Pretendere la cessazione di tutte le opere e l’abbandono di questo progetto

Concentrarsi sulla definizione del “modello di esercizio del Nodo”, ripartendo dall’ Accordo mai attuato del 2011 e permettendo a tutti di valutare e confrontare tra loro le diverse soluzioni

Impegnarsi per il progressivo adeguamento del Nodo, in rapporto alle esigenze di mobilità della regione e dell’area metropolitana attraverso il miglior uso delle risorse.

No Tav, tafferugli nella notte al cantiere di Chiomonte: razzi e lacrimogeni

http://torino.repubblica.it/cronaca/2015/07/25/news/no_tav_scontri_nella_notte_al_cantiere_di_chiomonte_fuochi_d_artificio_e_lacrimogeni-119768092/?ref=fbNo Tav, tafferugli nella notte al cantiere di Chiomonte: razzi e lacrimogeni

La recinzione intorno al cantiere di Chiomonte (ansa)
25 luglio 2015

 
TORINO – Hanno raggiunto la zona del cantiere della Torino-Lione, a Chiomonte, i No Tav che da ieri sera manifestano in Val Susa contro la nuova linea ferroviaria ad Alta Velocità. I manifestanti, alcune centinaia, hanno lanciato fuochi d’artificio a cui le forze dell’ordine hanno risposto con alcuni lacrimogeni.“I popoli in rivolta scrivono la storia, No Tav fino alla vittoria”, lo slogan intonato dagli attivisti che si oppongono al ‘supertreno’ lungo i sentieri che da Giaglione, ieri sera luogo del loro ritrovamento, portano attraverso i boschi al cantiere della Tav. I manifestanti hanno realizzato alcune barricate artigianali per contrastare una eventuale avanzata delle forze dell’ordine, che presidiano la zona. La ‘passeggiata notturna al cantiere’, come viene definita la manifestazione dai No Tav, rientra tra le iniziative del movimento che da alcune settimane ha ripreso la protesta in Val Susa.Di scontri veri e propri, fino ad ora, non ce ne sono stati, e nel cantiere le attività sono continuate regolarmente. Ma nei giorni scorsi si sono susseguite le dimostrazioni rumorose e i tentativi di forzare o aggirare i cordoni delle forze dell’ordine. E sulla strada che porta al cantiere sono anche spuntati chiodi a tre punte, che hanno danneggiato le gomme delle auto di alcuni operai.

E a tarda notte si è conclusa senza ulteriori incidenti la ‘passeggiata notturna’ dei No Tav in Val Susa. I manifestanti, secondo quanto appreso, non sono riusciti ad avvicinarsi alle reti del cantiere della Torino-Lione. E, dopo un fitto lancio di petardi e fuochi d’artificio, sono stati allontanati dalle forze dell’ordine – che avevano risposto con alcuni lacrimogeni – uscite dal cantiere. I No Tav hanno poi fatto rientro verso Giaglione, da dove ieri sera erano partiti in corteo.

Hanno di nuovo sparato ad altezza d’uomo per uccidere.

254746_2066664840160_2260327_n

Nella valle che resiste un uomo che decide di stare al posto giusto, nel momento giusto, diventa l’uomo sbagliato nel momento sbagliato, nel luogo peggiore. Era giusto esserci, oggi, insieme a chi ha scelto di indossare il cappello degli alpini e passeggiare al di là delle reti di un cantiere che non c’è. Ed era giusto esserci, questa sera, per partecipare all’evento NO TAV = NO MAFIA organizzato per ricordare Borsellino, Falcone e tutte le vittime della mafia, inclusi gli uomini e le donne della scorta che per lottare contro la mafia hanno perso la vita. Al contrario di chi, oggi, ha ancora una volta attaccato cittadini disarmati, sparando NON per allontanarli per effetto dei gas lacrimogeni (peraltro tossici, al CS), ma con il preciso intento di COLPIRLI con i proiettili, troppo spesso sparati ad altezza uomo, puntando non tanto chi si avvicina al cancello, ma chi si avvicina con una fotocamera o una telecamera in mano. Già, perché di questo hanno paura più che di una pietra, di chi si “arma” di pericolose videocamere e poi è pronto a raccontare la verità, quella che non sentirete a nessun TG.
La verità è che non è stato possibile commemorare le vittime della mafia, non è stato possibile ricordare i nomi di Agostino, Claudio, Emanuela, Vincenzo, Eddie Walter, uccisi per mano della mafia e schegge deviate di quello stato che con la mafia aveva scelto di venire a patti piuttosto che combatterla. A.L., Valsusino doc over 45, come tutti noi, voleva tenere viva la memoria di questi uomini e queste donne, ricordandoli nel luogo dove oggi un’intera popolazione resiste e lotta contro l’ennesima grande opera inutile e devastante che vogliono imporre con la forza per favorire gli interessi di pochi, consapevoli e noncuranti dell’altissimo rischio di infiltrazioni di mafia e ‘ndrangheta.

Alle 19:45 stava preparando, insieme ai compagni di Resistenza Viola, il materiale per allestire la videoproiezione del film “IO RICORDO” davanti alla centrale, poiché era previsto di estendere l’invito anche alle forze dell’ordine, alle quali avremmo regalato alcune Agende Rosse. Poi gli spari, alcuni lacrimogeni arrivano nell’area tende ed è il caos. A.L. ha già vissuto quella scena, lo sgombero, il 3 luglio, le notti… è pronto, indossa la maschera antigas, gli occhialini e corre nella zona dove si stava recando per preparare l’evento, tiene in mano la macchina fotografica per documentare ed è pronto ad aiutare chi ne avesse bisogno. Raggiunge il ponte tra una marea di gente che corre, occhi gonfi, tosse, qualcuno sembra disorientato. C’è molto fumo, troppo per capire da dove stanno sparando, quasi una coltre di nebbia. A.L. tenta di filmare e, poco prima di essere colpito al volto riesce a filmare il lancio di un lacrimogeno che parte, presumibilmente, dai mezzi mobili, quelli che hanno montati dei piccoli “cannoni” usati soprattutto per lanciare lacrimogeni a lunghe distanze. Ma qui parliamo di 20, forse 30 metri. Con quei mezzi, infatti, stavano sparando NON SOLO nell’area tende, ma anche sui NO TAV che ancora resistevano nella zona del ponte, a pochi metri dal cancello dietro il quale erano fermi i blindati. UN SECONDO è il tempo impiegato dal colpo che dal blindato raggiunge il ponte. Poi il video s’interrompe. A.L. viene colpito in pieno volto pochi secondi dopo, la maschera distrutta, il colpo è talmente forte da farlo cadere a terra. Alcuni compagni lo aiutano a sollevarsi e allontanarsi, ha il volto coperto di sangue, è confuso, non riesce a parlare. Raggiunge l’area tende dove subito arrivano alcuni medici presenti alla manifestazione e gli prestano le prime cure, la situazione è grave, naso e mascella sono gonfi, perde molto sangue, ha lacerazioni interne, sotto il palato, viene portato in auto al pronto soccorso di Susa. 
Arrivato al pronto soccorso i medici, vista la gravità della situazione, lo sottopongono ad una TAC, che rivelerà fratture multiple a naso, mascella, lacerazioni profonde che vengono suturate immediatamente, ma la prognosi resta riservata, in attesa di trasferimento al reparto di chirurgia maxilo facciale di un ospedale di Torino, dove verrà sottoposto ad intervento chirurgico.

Doveva essere una giornata colorata, pacifica, resistente ancora una volta all’insegna della non violenza che da sempre contraddistingue le azioni del movimento NO TAV. Ma la frangia violenta ha agito ancora, presumibilmente usando nel modo peggiore (sparando a distanza troppo ravvicinata) un’arma che avrebbe lo scopo di allontanare le persone per effetto dei GAS e non per la spinta dei PROIETTILI! In questo modo la frangia violenta è quella in divisa, l’ingiustizia è coperta ancora una volta da una legalità svuotata ormai di ogni significato, se non quello di garantire l’impunità a chi commette forse la peggiore delle violenze, perché di questo si tratta quando un esercito armato fino ai denti spara a cittadini disarmati. La macchina del fango ha continuato per giorni nell’azione preventiva di costruire quanto oggi è accaduto, parlando di “infiltrati” reduci dalle manifestazioni per il decimo anniversario del G8 di Genova, oltre ai black bloc dei quali si continua a parlare, ma che nessuno evidentemente è in grado di identificare e arrestare (sarà che sono sempre un’invenzione?), quindi dovevano agire, dovevano creare gli scontri e l’hanno fatto prima del solito. Perché le altre sere attendevano una certa ora, ma questa volta no: hanno gasato il campeggio, dove c’erano anche anziani, donne e bambini, tra le 19:30 e le 20:00, annullando così gli eventi previsti, perché nella valle che resiste non si può dire che NO TAV = NO MAFIA!

Dall’ospedale A.L. manda un messaggio a tutti: “non mollate, ragazzi. Non molliamo. Resistere! Resistere! Resistere!”. Uno dei medici che lo ha accolto al pronto soccorso ha semplicemente detto, dopo averlo esaminato “Lo stato è morto, la democrazia è morta, ma te ne rendi conto solo quando vedi queste cose”. Queste cose noi non vogliamo più vederle. Abbiamo il diritto di conoscere le regole d’ingaggio, e di sapere chi ha ordinato di sparare sulle persone (altezza uomo) da quei blindati, con una potenza che ha rischiato di UCCIDERE perché avrebbe potuto finire così se A.L. fosse stato, come tanti, sprovvisto di maschera. Sappiamo che gli uomini in divisa hanno filmato tutto, sta a loro identificare esecutori e mandanti, inclusi i responsabili politici. Perché ancora una volta è stata ridotto ad una questione di ordine pubblico un problema che ha a che fare con la democrazia, con il fallimento della politica, con uno stato assente. Ora è giusto che nelle forze dell’ordine sia avviata un’inchiesta ed è tempo che la politica torni ad affrontare la questione che da 22 anni non trova soluzione. E’ tempo di riportare il tema sul piano politico, dove da sempre avrebbe dovuto essere affrontato democraticamente. La Valsusa è pronta, ma non chiedeteci di ascoltare, o di discutere “come” accettare quest’opera inutile e devastante, e non tentate di farcela digerire spostandola in Liguria perché il messaggio è sempre stato forte e chiaro: né qui, né altrove. 
E’ arrivato il momento di fare allontanare le truppe e riaprire il dialogo. La Valsusa è pronta a spiegare le ragioni del NO, come lo è gran parte degli italiani. 
Perché i sogni non si distruggono con i lacrimogeni. Neanche sparandoli in faccia.
Sans pitié, mon ami. Résistance.

206036_2066665240170_7451520_n 250202_2066665120167_3188126_n 251712_2066665360173_6324160_n 252094_2066665960188_1309556_n 215034_2066665800184_3343991_n 223779_2066665640180_5248439_n 282185_2066665560178_2209543_n 253335_2066665440175_5688160_n