COSA STA SUCCEDENDO VERAMENTE A FUKUSHIMA ?

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luglio 06 2015
– DI ROBERT HUNZIKER –
 
Fukushima sta ancora emettendo radiazioni, che si autogenerano, incommensurabili, senza limiti, come un incorreggibile mostro Doctor Who incontrato nello spazio profondo.
 
Fukushima passerà molto probabilmente alla storia come la più grande “copertura” del XXI secolo. Governi e grandi aziende non si stanno allineando con i cittadini su rischi e pericoli; allo stesso modo, la verità intrinseca, come uno standard etico, comporta un rischio pari a quello della colla che tiene insieme la verità e la fiducia nelle istituzioni della società. Alla fine, questo è un esempio di come le società falliscono.
 
Decine di migliaia di residenti a Fukushima rimangono in alloggiamenti temporanei più di quattro anni dopo l’orribile disastro successo nel marzo del 2011. Alcune aree fuori dal circondario di Fukushima hanno ufficialmente riaperto ai residenti, ma molti di questi sono riluttanti al ritorno a casa a causa dell’aumento della diffidenza dovuto alle affermazioni del governo sul fatto che tutto sia a posto e sicuro.
 
Parte di questa riluttanza ha a che vedere con i sintomi delle radiazioni. È insidioso perché non può essere intercettato dai sensi umani. Le persone non sono biologicamente equipaggiate per sentire il suo potere, o vederlo, o ascoltarlo, toccarlo, odorarlo. Non è tutto, accumula lentamente nel corso del tempo una moda vile che serve a nascondere gli effetti fino a che non sarà troppo tardi.
 
La distruzione di Chernobyl riflette il futuro di Fukushima
 
Un esempio di come i media falliscono ha a che fare con il disastro delle armi da fuoco, qui ci sono alcuni fatti di Chernobyl che non hanno ricevuto sufficiente diffusione: più di un milione (1.000.000) di persone sono già morte a causa dell’effetto Chernobyl.
 
Non solo, l’orfanotrofio Rechitsa a Belarus si è preso cura di una vastissima fetta della popolazione costituita da bambini malati terminali e con malformazioni. I bambini sono tra le 10 e le 20 volte più sensibili alle radiazioni rispetto agli adulti.
 
La Children’s Home Zhuravichi è un’altra istituzione, tra le tante, “dedicata” all’effetto Chernobyl: “La casa è nascosta nella campagna e, anche oggi, la maggior parte delle persone di Belarus non è a conoscenza di questi tipi di istituzioni” (Fonte: Chernobyl Children’s Project-UK).
 
Un milione (1.000.000) di morti è un numero altissimo. Ma quanti ne moriranno ancora? Circa sette milioni (7.000.000) di persone nelle vicinanze di Chernobyl sono state colpite da una delle più potenti esposizioni alle radiazioni nella storia dell’era atomica.
 
La zona intorno a Chernobyl è conosciuta come “La Valle della Morte”. È stata aumentata da 30 a 70 km quadrati. Nessun essere umano sarà più in grado di vivere in questa zona. Si tratta, in modo, in modo permanente, di una terra morta.
 
Non è tutto. Ci sono 25 mila morti e 70 mila disabili a causa dell’esposizione a livelli estremamente pericolosi di radiazioni per aiutare a contenere Chernobyl. Il 20% di queste morti sono suicidi, a prova del fatto che la lenta agonizzante “marcia mortale all’esposizione radioattiva” è troppo grande da sostenere.
 
Fukushima- La Storia Vera
 
Alla fine del 2014, Helen Caldicott, ha tenuto un discorso su Fukushima alla Seattle Town Hall (28/9/2014). La televisione Pirate ha registrato il discorso; qui c’è il link https://www.youtube.com/watch?v=4qX-YU4nq-g
 
La dottoressa Helen Caldicott è cofondatrice della Physicians for Social Responsibility, e autrice/editrice di Crisis Without End: The Medical and Ecological Consequences of the Fukushima Nuclear Catastrophe (Crisi senza fine: le conseguenze mediche ed ecologiche della catastrofe nucleare di Fukushima), The New Press, Settembre 2014. Per oltre quarant’anni la dottoressa Caldicott è stata la raffigurazione fisica della bandiera anti-nucleare e, come tale, viene considerate da molte persone in tutto il mondo un “tesoro nazionale”. É affidabile, onesta, capace.
 
Fukushima è letteralmente una bomba a orologeria sotto silenzio. Un altro potente scossone e tutti gli inferni si potrebbero liberare. E non è nemmeno lontanamente vicino a essere sotto controllo. Piuttosto è, invece, totalmente fuori controllo. Secondo la dottoressa Caldicott, “è possibile che Tokyo debba essere evacuata, dipende da come vanno le cose”. Immaginatevelo!
 
Secondo il Japan Times dell’11 marzo 2015: “Ci sono stati una serie di nuovi incidenti e problemi nella pianta di Fukushima nell’ultimo anno, ed è necessario che affrontiamo la realtà di problemi che stanno portando ansia e rabbia tra la popolazione di Fukushima, come è stato spiegato da Shunichi Tanaka alla Nuclear Regulation Authority. Ancora, Mr Tanaka dice che ci sono numerosi rischi che si possano verificare incidenti e problemi di vario genere”.
 
In modo ancor più sinistro, Seiichi Mizuno, un ex membro del Parlamento giapponese ha detto nel marzo del 2015: “Il problema più grande è lo scioglimento dei centri di reazione… Abbiamo la contaminazione delle acque sotterranee.. L’idea che l’acqua contaminata sia, in qualche modo, bloccata nel porto è particolarmente assurda. Fuoriesce direttamente nell’oceano. C’è indicazione di 40 aree hotspot dove l’acqua particolarmente contaminata si immette direttamente nell’oceano.. Stiamo affrontando problemi enormi senza prospettiva di soluzione.” (Fonte: http://www.nuclearhotseat.com/2468/).
 
A Fukushima, ogni reattore richiede un milione di galloni d’acqua al minuto per riscaldarsi, ma quando lo tsunami è arrivato i generatori diesel sono annegati. Le unità 1, 2 e 3 si sono fuse per giorni. Ci sono state quattro esplosioni a idrogeno. Poi, i noccioli fusi si sono accumulati alla base dei vessel, forse dentro alla terra.
 
Secondo quanto detto dalla Dottoressa Caldicott, “Cento tonnellate di terribile lava radioattiva sono già entrate nella terra o in un qualche luogo con i vessel, che sono tutti spaccati e malmessi”. Nessuno sa davvero dove risieda l’incandescente lava radioattiva. La temuta e senza risposta domanda è: è la sindrome cinese?
 
A seguito della fusione del nocciolo, il governo giapponese non ha informato la popolazione sui livelli ambientali delle radiazioni che sono arrivate sull’isola. Sfortunatamente e accidentalmente, le persone sono fuggite via dai reattori verso quelli che erano livelli più alti di radiazione nell’isola al tempo.
 
Non appena il disastro successe, enormi livelli di radiazione colpirono Tokyo. La radiazione più alta rilevata nell’area di Tokyowea in Saitama con le radiazioni del cesio arrivate a 919.000 becquerel (Bq) per metro quadrato, un livello quasi doppio rispetto alla “zona di Chernobyl morta in maniera permamente con limite di evacuazione di 500.000 Bq”. (Fonte: Radiation Defense Project).
 
Per questa ragione, la dottoressa Caldicott raccomanda di non viaggiare in Giappone e non mangiare cibo giapponese.
 
Eppure, dopo il disastro di Fukushima, il Segretario di Stato Hilary Clinton, ha firmato un accordo con il Giappone grazie al quale continuerà a importare negli Stati Uniti generi alimentari. Quindi la Dottoressa Caldicott invita le persone a non votare per Hilary Clinton. Un pericoloso spericolato precedente non è abbastanza per lei.
 
Secondo Arnie Gundersen, una Advisor in campo energetico con 39 anni di esperienza nell’ingegneria nucleare, come riportato nel The Canadian nell’agosto del 2011 dice: “Il governo degli Stati Uniti ha pensato, con una decisione ai massimi livelli del Dipartimento di Stato, così come di altri dipartimenti, di prendere una decisione per minimizzare Fukushima. In aprile, un mese dopo il terribile tsunami e terremoto che hanno sconvolto il Giappone, inclusa la sua pianta nucleare, Hilary Clinton ha firmato un accordo con il Giappone in cui è d’accordo a proseguire con il rifornimento di cibo dal Giappone senza problemi e che loro continueranno a comprarlo. Quindi, noi non stiamo testando il cibo che viene dal Giappone.”
 
Comunque, in netto contrasto con gli Stati Uniti, in Europa Angela Markel, con dottorato in fisica all’Università di Leipzing e attuale cancelliere della Germania sta chiudendo tutti i reattori nucleari a causa di Fukushima.
 
Forse un titolo di studio in fisica fa la differenza in come un leader si approccia alla questione del potere nucleare. Certamente così pare quando si mette in comparazione/contrasto i due leader in completo pantalone, la Cancelliera Markel e l’ex segretaria di Stato Clinton.
 
Dopo che Fukushima è esplosa, i livelli ambientali delle radiazioni nello stato di Washington sono aumentati di 40 mila volte rispetto al normale, ma secondo la Dottoressa Cadicott, i media americani non si sono occupati del “disastro in corso a Fukushima”. Quindi, chi potrebbe saperlo davvero?
 
La Dottoressa Caldicott conclude il suo discorso nel settembre del 2014 dicendo: “A Fukushima non è finita. Ogni giorno, 400 tonnellate di acqua altamente radioattiva finiscono nell’oceano Pacifico e vanno verso gli Stati Uniti. Poiché la radiazione si accumula nei pesci la prendiamo anche noi. Il governo americano non sta facendo test sull’acqua, né sul pesce, né sull’aria. In Giappone le persone stanno mangiando radiazioni ogni giorno.”.
 
Inoltre, secondo la Dottoressa Caldicott: “L’acqua piovana pulisce i centri nucleari nel Pacifico. Non c’è altra via attraverso cui si possa arrivare a quei centri, gli uomini muoiono, i robot si congelano. Fukushima non verrà mai risolta. Nel mentre, la gente continua a vivere in aree altamente radiotattive.”
 
Fukushima non verrà mai risolta perché “muoiono uomini” e i “robot si congelano”. A orecchio, Fukushima è uno scenario in perenne scioglimento radioattivo che letteralmente sta sul bordo di un precipizio senza fondo in attesa di una spinta.
 
All-Clear Report delle Nazioni Unite
 
Un report delle Nazioni Unite (UNSCEAR) del 2 aprile 2014 sugli impatti della salute a causa dell’incidente di Fukushima, ha concluso che ogni effetto radioattivo indotto sarebbe troppo piccolo da identificare. Le persone erano ben protette e ricevettero dossi basse, molto basse, di radiazioni. UNSCEAR ne ha dato un report chiarissimo.
 
Confutazione del report UNSCEAR da parte dell’affiliata tedesca dell’International Physicians for the Prevention of Nuclear War 18 luglio 2014 che ha preso le distanze dal report UN e con acume sostiene che: “Il disastro di Fukushima è ben lontano dall’essere concluso. Nonostante la dichiarazione di “cold shutdown” da parte del governo giapponese nel dicembre del 2011, i disastrati reattori non hanno raggiunto uno status stabile e anche l’UNSCEAR ammette che le emissioni radioisotopi continuano ininterrotte. TEPCO 188 sta faticando con un quantitativo enorme di acqua contaminata, che continua a perdere nell’acqua e nel mare circostante. Grandi quantità di acqua contaminata si stanno accumulando nel sito. Fallimenti dei continui rattoppi del sistema di raffreddamento continuano a verificarsi. Il rilascio di rifiuti radioattivi continuerà per molto tempo.”
 
“Entrambi i reattori nucleari danneggiati e gli stagni di carburante contengono una gran quantità di radioattività e sono molto vulnerabili in caso di prossimi terremoti, tsunami, tifoni o errori umani. Emissioni catastrofiche di radioattività potrebbero succedere in qualunque momento e l’eliminazione di questo rischio potrebbe impiegare decine di anni.. è impossibile in questo momento storico riuscire a fare una prognosi sugli effetti che il disastro nucleare di Fukushima avrà sulla popolazione giapponese.. il report UNSCEAR rappresenta una sistematica sottovalutazione e fa apparire una certezza scientifica come un’illusione che oscura il vero impatto della catastrofe nucleare sulla salute del pianeta.”
 
Per leggere il documento integrale del report UN: https://japansafety.wordpress.com/tag/saitama/
 
La radiazione di Fukushima e il Futuro
 
Mari Yamaguchi, Stampa Associata, 12 giugno 2015: “Quattro anni dopo che un terremoto e uno tsunami hanno distrutto la pianta nucleare di Fukushima, il futuro rimane una strada setacciata di cose irrisolte.. Gli esperti hanno già puntualizzato la localizzazione esatta di dove si è sciolto il combustibile dentro ai tre reattori e lo hanno studiato anche se hanno ancora la necessità di sviluppare robot capaci di lavorare in maniera sicura in condizioni così radioattive. E lì c’è la domanda di cosa fare con i rifiuti.. seri dubbi sul fatto che la pulizia possa essere completata in 40 anni.”
 
“Sebbene l’incidente di Chernobyl sia stato terribile, riguardava solo un reattore. Con Fukushima, abbiamo un minimo di tre reattori che stanno emettendo radiazioni pericolose. Il lavoro necessario per arginare questo incidente sarà di decine, centinaia di anni”, dice il professor Hiroaki Koide della University Research Reactor Institute. “Potrebbe essere che parte del combustibile sia passato attraverso il piano contaminato del vessel allo stesso modo.. Quello che ho appena descritto è molto, molto logico per chiunque ne capisca qualcosa di ingegneria nucleare o energia nucleare, che dice tremendamente una sola cosa: LA SINDROME CINESE.
 
Secondo il Smithsonian il 30 aprile 2015: “Gli uccelli stanno crollando quattro anni dopo Fukushima: le specie di uccelli stanno calando drasticamente, e sta diventando sempre peggio.. Dove fa molto, molto più caldo, c’è un silenzio Hanno chiazze bianche nelle loro piume.
 
Maya Moore, vecchio baluardo nelle news NHK (un servizio di news internazionale giapponese) e autrice del libro sul disastro Il giardino delle Rose di Fukushima (Tankobon 2014), sulle rose di Mr. Katsuhide Okada. Oggi il giardino è morto: “C’è solo terra avvelenata. L’ultima volta che Mr. Okada è tornato lì, ha trovato piccoli corvi che non riuscivano a volare ed erano ciechi. Le mutazioni sono iniziate con gli animali, con gli uccelli.”
 
Il giardino delle rose di Fukushima presenta una collezione di foto di quello che è l’attuale giardino che esiste a Fukushima, in Giappone. Si vantano di avere 7500 rovi di rose e 50 mila visitatori l’anno, ma il Giardino si è svuotato in un istante a causa di un triplo disastro- terremoti, tsunami e fusione del nocciolo.
 
Il successivo libro di Maya è stato scritto da John Roos, ex ambasciatore degli Stati Uniti in Giappone dal 2009 al 2013: “L’incredibile storia di Katz Okada e il suo giardino di rose di Fukushima è stato raccontato qui da Maya Moore.. vi da una piccola finestra su quello che la gente di Tohoku ha dovuto affrontare.”
 
La “piccola finestra” di Roos potrebbe ben servire come metafora per l’enorme buco nero schiaffato direttamente al cuore della civilizzazione. Allo stesso modo, Fukushima è una macchina da distruzione che consuma tutto lungo la sua strada e oltre, e la sua strada verosimilmente crescerà. Di sicuro non se ne andrà.
 
Quindi, TEPCO (Tokyo Electric Power Company) è profondamente coinvolto in un’asimmetrica battaglia contro le enormemente potenti forze fuori controllo che rispondono all’equazione E =mc2.
 
Ovviamente TEPCO è con le spalle al muro. Inoltre, è dubbio che TEPCO possa evitare l’inevitabile, sconfiggere la bestia. Potrebbe essere impossibile.
 
Forse, dico forse, i 38 milioni che risiedono a Tokyo saranno alla fine fatti evacuare. Chi lo sa?
 
Solo Godzilla!
 
 
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di GUENDALINA ANZOLIN

La gran marche dalla Francia al cantiere di Chiomonte, musica resistenza e gas lacrimogeni

posttop 12 luglio 2015 at 18:32

ponte

E’ stata davvero una bella sorpresa vedere arrivare in val susa la grand marche no tav. Oltre 250 giovani venerdì sera hanno raggiunto la meta finale di una carovana che da oltre due settimane si muove tra i luoghi minacciati dal tragitto della nuova linea tav Torino Lione. Dopo aver con difficoltà varcato il confine si sono piazzate tende e zaini al presidio no tav di Venaus dove l’accoglienza era già stata allestita per l’estate di lotta apertasi nel precedente fine settimana con il campeggio dei giovani no tav. Dopo una buona notte di riposo ecco che inizia il programma finale della marcia. Sabato mattina l’appuntamento è alle ore 10.30 a Susa, presso il ponte dell’Arnodera. Qui nel dicembre del 1943 venne fatto saltare il ponte ferroviario della linea Torino Modane interrompendo per mesi le comunicazioni e la logistica delle truppe nazi fasciste di occupazione definito in modo unanime il più grande atto di sabotaggio dell’Europa occidentale. A raccontare i fatti Ugo Berga uno dei protagonisti che con i suoi 90 anni accompagnerà per tutta la giornata i giovani. Insieme a lui la famiglia Bellone, Boris e Tamara, figli di Sergio, ingegnere minerario valsusino, progettista e protagonista dell’azione stessa. Dopo due ore la carovana si sposta dai luoghi della resistenza di ieri a quelli di oggi. Un pranzo al sacco insieme al partigiano Ugo in val clarea alle reti del cantiere tav di Chiomonte. Qui ad attendere la marcia è l’idrante della Polizia che blocca il ponte di accesso. Dopo aver mangiato si riparte, è di nuovo l’ora dei sentieri, si aggirano i blocchi e si raggiuge il presidio no tav adiacente la recinzione del cantiere da dove viene spiegata la devastazione in atto, il progetto, i costi, l’inutilità dell’opera agli amici francesi. Un breve ricordo anche per Ezio Remolif, giovane partigiano caduto proprio in questi luoghi e dove al campo della memoria, poco più in alto lungo la via dei galli le associazioni anpi locali posero una targa. Rientrati tutti dai sentieri di lotta della val Clarea la giornata si chiude poi a Chiomonte,altro lato del cantiere, altro fronte di lotta. Qui si assapora l’aria dell’estate di lotta che inizia, centinaia di no tav che dall’aperitivo a tarda notte invadono l’area del presidio Garavella. lacrimogeni

Un dj set continuo con artisti locali e non con cori di lotta vecchi e nuovi. Dopo la cena è di nuovo l’ora di ripartire, un intermezzo nel concerto scandisce il tempo e i no tav si dirigono al cancello del cantiere presso la centrale elettrica di Chiomonte. Qui il ponte di accesso che attraversa la Dora  è bloccato con i new jersey e le reti. Arriva anche l’idrante della Polizia e dopo circa una decina di minuti di battitura rumorosa parte la risposta con i gas. L’aria diventa irrespirabile da subito e per metà l’area del campeggio viene investita dai gas lasciando però un ampio spazio libero dove continuerà poi la serata musicale. Per oltre un’ora i giovani continueranno a premere al cancello e a resistere ai gas. A riprendere il concerto gli Assati Frontali che con la loro musica chiudono la prima porzione di serata, a seguire, per tutta la notte lo spazio è per la musica elettronica. Finisce così un fine settimana di lotta, tra musica e gas, resistenze di ieri e di oggi in un’estate di lotta no tav ancora agli inizi.

Truppe dell’Isis a fianco dell’Ucraina contro i separatisti russi

Lo rivela il NY Times: Kiev ha inquadrato in tre formazioni i miliziani jihadisti dell’Emirato del caucaso affilianto al Califfato
Claudio CartaldoVen, 10/07/2015
 
Non passa giorno che le autorità diplomatiche americane non dicano di essere pronte a riaprire i rapporti con Mosca, soprattutto per quanto riguarda la lotta all’Isis.
 
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Eppure, nello stesso momento, accettano che al fianco delle truppe nazionaliste ucraine che stanno fronteggiando i separatisti filorussi nel Donbass combattano gli islamisti.
 
A confermarlo è un reportage del New York Times, che riporta il racconto della guerra “contro Putin” delle tre milizie cecene schierate con Petro Poroshenko, i cui combattenti provengono quasi esclusivamente da quell’Emirato del caucaso che ha dichiarato fedeltà al Califfato dell’Isis.
 
“Ci piace combattere i russi – dice al Nyt il comandante di uno dei tre battaglioni islamisti – abbiamo sempre combattuto i russi”. Ci sono circa 30 miliziani per ognuna delle tre truppe, la “Dzhokhar Dudayev” e la “Sheikh Mansur”, che sono a prevalenza cecena, e la “Crimea”, dove sono inquadrati soprattutto tatari della regione ora sotto il controllo di Mosca.
 
I combattimenti in Ucraina, nonostante la pace di Minsk, si stanno spostando verso Mariupol. Per fermare la possibile avanzata dei filorussi, l’esercito ucraino sta ricorrendo sempre più massicciamente a truppe di volontari. Tra cui, appunto, gli islamisti ceceni amici di Al-Bahgdadi. “In Ucraina – riporta il Nyt – si dice che il grido “Allahu Akbar” delle truppe cecene sia quello che più di tutti intimorisca i soldati filorussi”.
 
Nell’intervista, il combattente ceceno ha detto che lei e gli altri islamisti combattono con poche protezioni: “Questo è il nostro modo di vedere le cose. Noi crediamo in Dio, quindi non abbiamo bisogno di giubbotti corazzati”. E poi ha concluso: “E ‘utile per l’Europa che noi combattiamo qui come volontari. Ma non tutti capiscono”.
 
Forse perché fanno parte di quel movimento jihadista ceceno guidato da Aslan Byutukayev. Il quale non ha avuto remore nel dichiarare la sua affiliazione allo Stato Islamico.

Grecia: Media, Varoufakis chiede a Syriza di votare no

L’ex ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis avrebbe esortato oggi a respingere le proposte fatte da Alexis Tsipras a Bruxelles. Lo rivela il corrispondente di Liberation per le questioni europee, Jean Quatremer. Teatro della scena, scrive Le Figaro, che riporta la notizia, sarebbe stata la riunione di partito di Syriza, precedente il voto nel parlamento greco in programma per questa sera sulle riforme annunciate dall’esecutivo di Atene. Su Twitter Varoufakis ha poi annunciato che non sarà presente al voto in parlamento per «ragioni di famiglia».
 
Fonte Ansa

Sfratti, Emilia Romagna 2a in Italia: “Risvolti sempre più spesso drammatici”

Indigenti in Italia? Impossibile, peccato che per “sistemare” loro non importa agire in fretta. Possono dormire sotto i ponti o in macchina tanti di quei mesi
 
giovedì, 9, luglio, 2015
 
Il problema degli sfratti, aumentati drammaticamente negli ultimi anni, è oggetto di una interrogazione presentata alla Giunta dell’Emilia Romagna Igor Taruffi (Sel).
Arriva all’indomani dell’ennesima tragedia consumatasi nel bolognese, dove un uomo si è tolto la vita alla vigilia dell’esecuzione dello sfratto. Si tratta di un 53enne residente a Casalecchio, che dopo il fallimento della propria attività, è arrivato a vivere una difficile situazione economica, che l’avrebbe portato a togliersi la vita, proprio il giorno prima dello sfratto. Non è un caso isolato, purtroppo. Solo circa 2 settimane prima, a Ponte Ronca, si era registrato un altro suicidio in simili circostanze. Una quarantenne si era impiccata in prossimità del terzo tentativo di sfratto: aveva due figli piccoli e si trovava in difficoltà economiche, tanto da non riuscire a pagare l’affitto.
Ora la problematica degli sfratti giunge sul tavolo della regione Emilia Romagna, dove nel 2014, come evidenzia il consigliereTaruffi, “sono state presentate 20.750 richieste di sfratto, delle quali 5.472 eseguite, collocando la nostra regione al secondo posto dopo la Lombardia”. Questi numeri “si traducono, nel territorio bolognese in uno sfratto ogni 319 famiglie”.
Considerato che “il 28 giugno scorso è scaduta la proroga di 4 mesi per finita locazione a favore delle categorie protette” e che “nel programma di mandato del presidente Bonaccini si fa specificamente riferimento alla necessità di strumenti innovativi per il sostegno e per la garanzia alla locazione a favore delle fasce più deboli della popolazione (fondo affitti)”, Taruffi chiede alla Giunta regionale “quali iniziative voglia intraprendere per intervenire in modo da porre un freno ad una situazione che sta ormai assumendo le dimensioni di una vera e propria piaga sociale, con risvolti sempre più spesso drammatici”.

TTIP: sì dell’Europarlamento ai negoziati, no ai tribunali privati

 Lavoreremo per introdurre nuovi organismi, che corrisponderanno a tribunali tradizionali”.
Insomma altra gente  a cui pagare la mazzetta
 
giovedì, 9, luglio, 2015
 
Sì al proseguimento dei negoziati con gli Stati Uniti per la creazione di una gigantesca area di libero scambio, ma senza mettere a rischio gli standard europei. Questo il parere dell’Europarlamento che ha approvato una risoluzione in cui lascia la porta aperta ai negoziati tra Bruxelles e Washington sul Trattato TTIP.
Un risultato frutto del lavoro del Presidente Schulz, che il relatore Bernd Lange spiega così:“Abbiamo bocciato la richiesta di introdurre dei tribunali d’arbitrato. Non passeranno. E’ chiaro che un concetto come quello di un tribunale privato non ha futuro nel Trattato con Washington. Lavoreremo per introdurre nuovi organismi, che corrisponderanno a tribunali tradizionali”.
Il Presidente del Parlamento Martin Schulz sul punto è stato chiaro, le diatribe tra Stati e multinazionali saranno regolate da organismi pubblici, trasparenti e rispettosi del diritto comunitario.
Ma sinistra e verdi criticano comunque la scelta di portare avanti i negoziati per un Trattato che presenta ancora troppi oscuri.
“Noi vogliamo che si voti contro il Trattato intero, perché i rischi sono troppo elevati, sulla qualità del cibo, sul rispetto dell’ambiente, ma anche nei confronti dei diritti sociali e dei servizi pubblici di base, così come per le regole sulla cooperazione” spiega l’eurodeputato dei verdi Yannick Jadot.
Le parole del francese Jadot, sono le stesse che in questi mesi vengono scandite da migliaia di cittadini in decine di piazze europee. Il movimento anti-TTIP cresce, nonostante, i contenuti del Trattato siano ancora in fase negoziale. euronews

LUC MICHEL. LA GEOPOLITIQUE DU SOUDAN ET LA CRISE HUMANITAIRE DU SUD-SOUDAN

Les experts internationaux de EODE sur les médias …

EODE-TV & SAHAR TV (Iran) / Avec EODE Press Office/ 2015 07 07/

EODE-TV - EXPERTS lm GEOPOL SOUDAN SAHARTV (2015 07 07) FR (1)

 Intervention de Luc MICHEL, Administrateur-général de EODE :

Thèmes abordés.

* 4 ANS D’INDEPENDANCE DU SUD-SOUDAN.

Pourquoi ce nouveau pays est-il toujours en crise ?

Qui est responsable du désastre humanitaire au Sud-Soudan ?

* GEOPOLITIQUE DU SOUDAN.

Les guerres initiées par les USA contre Khartoum (Sud-Soudan, Darfour, sanctions et embargo).

Khartoum victime d’Israel ?

Khartoum au piège de l’alliance saoudite et de la guerre au Yemen.

Les nouvelles orientations panafricanistes de Khartoum, el-Béchir vs CPI.

Les choix que Khartoum va devoir faire …

 Emission intégrale sur le Website d’EODE-TV https://vimeo.com/133096745

 Diffusée en direct sur SAHAR TV

Dans “Le Magazine de l’Afrique”

Le 7 juillet 2015

Présentée par Ahmad Nokhostine.

“Magazine de l’Afrique” …

Suivez les correspondants de la chaîne francophone SAHAR TV aux quatre coins du monde afin de vous tenir au courant des dernières évolutions dans le monde. Sans aucune dépendance à des chaînes d’information mondiales ou occidentales, les correspondants de SAHAR TV vous rapportent des vérités cachées d’une façon transparente …

EODE-TV - EXPERTS lm GEOPOL SOUDAN SAHARTV (2015 07 07) FR (2)

# L’ARTICLE DE SAHAR TV SUR SON WEBSITE :

LA CRISE HUMANITAIRE AU SOUDAN DU SUD

 La situation au Soudan du Sud est très agitée et tendue. Selon certaines sources d’information, ce pays, nouvellement fondé, se trouve au seuil de l’effondrement. Jeudi dernier, le Conseil de Sécurité  a ragé contré la mort de plus de 200 civils dans la ville pétrolière de Bentiu, la capitale de l’État de l’Unité, située au Nord du Soudan du Sud.

Les membres du Conseil de Sécurité de l’ONU se sont déclarés prêt à envisager des mesures appropriées contre les responsables de telles exactions.

Cette menace intervient à  un moment où les rebelles, dirigés par l’ancien vice-Président limogé, Rick Machar ont prétendu être sur le point de s’emparer des puits de pétrole au Soudan du Sud. L’armée sud-soudanise a perdu, à mi-avril, le contrôle de cette ville pétrolière importante. Les rebelles ont annoncé s’être emparés des puits de pétrole qui aliment 80% des revenus pétroliers du pays, chose qui a été démentie par le gouvernement. Cela étant dit, tout indique à croire qu’un vif combat est en cours, à Bentiu entre les belligérants,  un combat qui a abouti au massacre et à la mise sur le chemin d’exode des civils.

Selon l’ONU, les rebelles se sont livrés au massacre des centaines de civils après leur entrée dans la ville de Bentiu.  «  Avec le changement de saison, il y aura, certainement, une crise humaine dans le pays » a averti le patron des opérations de maintien de la paix de l’ONU, Hervé Ladsous.

Cet avertissement survient à un moment où les rebelles envisagent de s’en prendre aux bases de l’ONU au Soudan du Sud.  La base de l’ONU à Bor où ont pris refuge les déplacés a été attaquée par les rebelles. Or, non seulement les civils, mais aussi, les fonces du maintien de paix de l’ONU aussi ne sont pas épargnés par les rebelles. Les Etats-Unis et la France ont réclamé des sanctions contre le Soudan du Sud, mais le point qui mérite réflexion, ce sont ces mêmes pays qui étaient à l’origine de la création du Soudan du Soudan et qui exigent, trois ans après la fondation de ce pays,  des sanctions et des mesures punitives les Soudanais du Sud.

 Original sur :

http://francophone.sahartv.ir/la-crise-humanitaire-au-soudan-du-sud-424

http://francophone.sahartv.ir/video/Magazin-d-lʼAfriqu-7-07-2015-8661

 EODE-TV / EODE Press Office / 2015 07 07 /

________________________

http://www.eode.org/

https://vimeo.com/eodetv

LUC MICHEL: LA VISITE DU PRESIDENT HOLLANDE AU CAMEROUN. LE DESSOUS DES CARTES / SUR AFRIQUE MEDIA TV (5 JUILLET 2015)

Les experts internationaux de EODE sur les médias …

EODE-TV & AFRIQUE MEDIA TV / Avec EODE Press Office/ 2015 07 05/

EODE-TV - EXPERTS lm duplex Hollande au Cameroun (2015 07 05) FR (1)

Intervention de Luc MICHEL, Administrateur-général d’EODE,

dans l’émission LE DEBAT PANAFRICAIN :

 * L’introduction de Bachir Mohamed Ladan :

TOURNEE ECLAIR DE HOLLANDE EN AFRIQUE.

Quels ont été les indicateurs essentiels conduisant à une évaluation ? Que retenir de ces visites et escales du président français en Afrique ?

 * Luc MICHEL répond aux questions suivantes :

Dans quel contexte géopolitique intervient la tournée de Hollande en Afrique ?

La visite éclair au Cameroun ? S’inscrit-elle dans ce schéma général ?

Vous évoquez avec certains médias camérounais et nigérians « une tentative de coup d’état contre Paul Biya en janvier dernier, avec la participation de la France ». Dites nous en plus sur ce complot !

Et ce n’est pas apparemment tout ? Il y a un second dossier, celui de « deux containers d’armes au port de Yaounde », où l’ambassade de France serait impliquée ?

Hollande au Cameroun c’est aussi la défense d’intérets économiques en perdition ?

 EODE-TV - EXPERTS lm duplex Hollande au Cameroun (2015 07 05) FR (2)

Version complète !

(suite à des problèmes techniques avec le Duplex Bruxelles-Yaounde, la seconde partie de cette analyse n’a pas pu être diffusée par AMTV)

 Video sur le Website d’EODE-TV https://vimeo.com/132764216

 Filmé en duplex depuis les Bureaux d’EODE-TV à Bruxelles-Capitale de Bruxelles

par EODE-TV (images brutes non montées)

Ce Dimanche 5 juillet 2015 pour l’émission ‘LE DEBAT PANAFRICAIN’

présentée par Bachir Mohamed Ladan.

# ALLER PLUS LOIN :

* Lire sur THE CAMEROON DAILY :

“Cameroon Army Aborted French Hatched Coup to Overthrow Biya Last January”

sur http://www.cameroonjournal.com/breaking-news-cameroon-army-aborted-french-hatched-coup-to-overthrow-biya-last-january/

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La denuncia di Paolo Diop: “Picchiato perché sostengo Salvini, è stato un mio connazionale”

picchiare una persona di colore perché non è affiliata al clan degli antirazzisti E’ POLITICALLY CORRECT e non è razzismo?!???!!!!!
Ma non erano i depositari della tolleranza?????? Hanno inviato un connazionale di Diop per fare il lavoro sporco, complimenti, bella gente

CIVITANOVA – E’ successo allo Shada ieri sera, il senegalese candidato alle scorse comunali con Sovranità era in discoteca con un amico. “Un buttafuori mi ha fatto alzare dal tavolo, poi mi ha dato un pugno”

mercoledì 8 luglio 2015 – Ore 21:25 – 7.601 letture
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Talla Diop
 
di Gianluca Ginella
 
Aggredito perché lui, senegalese, è vicino alle idee di Matteo Salvini. Con la sua lista, Sovranità, alle ultime elezioni ha sostenuto la candidatura di Deborah Pantana (leggi l’articolo). Questa la denuncia del 27enne Talla Diop (conosciuto come Paolo), senegalese che vive a Macerata e che ieri sera era a Civitanova, alla discoteca Shada. Un buttafuori lo ha prima fatto alzare, poi lo ha strattonato dicendo «Sei l’amico di Salvini, vieni ti sistemo io» e infine lo avrebbe colpito con un pugno al volto. Diop ha denunciato tutto ai carabinieri.
 
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SELFIE di Paolo Diop con Matteo Salvini
 
«Sono stato aggredito senza una motivazione da un buttafuori, un mio connazionale» così Paolo Diop ancora scosso per quanto accaduto ieri sera allo Shada di Civitanova. «Ero con un mio amico. Avevamo pagato l’ingresso e stavamo seduti ad un tavolo quando si è avvicinato un buttafuori, senegalese come me, e prima mi ha detto che non potevo stare a quel tavolo e poi mi ha strattonato. Io mi sono difeso, per dire che non mi doveva toccare. Poi lui ha detto quella frase: “Sei amico di Salvini, vieni, ti sistemo io”». A quel punto Diop è stato portato fuori dal locale dal buttafuori che poi «mi ha tirato un pugno, senza motivo, colpendomi alla guancia. Ma non è finita lì, la cosa è proseguita e mi ha portato al parcheggio». Lì è stato soccorso dagli altri buttafuori del locale, che gli hanno portato del ghiaccio «sono stati gentili. Poi sono andato con il mio amico al pronto soccorso di Macerata. Mi hanno fatto un referto di 6 giorni. Questa mattina sono andato a denunciare tutto ai carabinieri di Macerata». Dopo la vicenda, Diop, che lavora da Sapore di mare, dice «Sono preoccupato, alla fine dopo tante minacce è la prima volta che mi succede un fatto simile. Alle minacce sono abituato, sia a quelle verbali che su Facebook. Finora non avevo mai fatto niente, ma credo che d’ora in avanti inizierò a denunciare. Comunque continuerò a fare politica». Diop è assistito dall’avvocato Luca Mantella.

La Russia si libera del Soft Power americano: espulse oltre 20 ONG.

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luglio 09 2015
 
Durante l’ultimo consiglio federale sono state individuate oltre 20 ONG considerate dannose per la stabilità della Federazione Russa. E’ stato quindi deciso di inviare una lista all’ufficio del procuratore generale che procederà a verificare se le organizzazioni non governative violino le leggi russe.
 
Nell’ordine si tratta di:
 
– Soros Foundation
– National Endowment for Democracy
– International Republican Institute
– National Democratic Institute for International Affairs
– MacArthur Foundation
– Freedom House
– Charles Stewart Mott Foundation
– Education for Democracy Foundation
– East European Democratic Center
– Ukrainian World Congress –
– Ukrainian World Coordinating Council
– Crimean Field Mission on Human Rights
– Khodorkovsky Foundation
– Ford Foundation
– Eurasia Foundation
– Jamestown Foundation
– Albert Einstein Institution