Tav. Gas tossici e taccuini bugiardi

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Voci dalla Valle di Susa

Ma i valsusini sono più vivi che mai e non pacificati. Domenica 28 giugno si sono ripresi la scena e l’agibilità politica.

Inserito il 1 luglio 2015

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di Fabrizio Salmoni

 L’avevano detto e cosi è stato: “Non accettiamo divieti di stare sulla nostra terra!“. Ordinanze e imposizioni hanno un limite dunque per i No Tav che domenica hanno dimostrato per l’ennesima volta di potersi prendere piena agibilità politica anche in presenza di centinaia di agenti al minimo costo (quattro denunciati).

Il nuovo Questore non si è sottratto alle richieste della banda del Tav e come il suo predecessore ha abbassato il capino al volere dei devastatori e dei loro mandanti politici optando per l’intransigenza, adeguatamente sostenuto da analoga Prefetta e relativa ordinanza di divieto mirata a impedire qualsiasi movimento verso il cantiere. Che è poi l’anima del problema e obiettivo naturale della protesta.

Tanti, pochi manifestanti? Il nuovo cronista post-Numa (Lui è in pre-pensionamento con contratto di collaborazione esterna) de La Stampa si è esercitato con i numeri per dare a intendere che 3-4000 erano pochi e che c’erano i soliti black bloc. Ma gli espo-virani non avevano appena detto che la Valle era pacificata? Considerando gli anni di gas e botte nel mucchio, maxiprocessi e maxicondanne, linciaggio mediatico, sanzioni pecuniarie che avrebbero stroncato un’economia locale, se quelli disposti a lottare e a essere presenti sono “ancora” 3-4000, bè bisognerebbe ammettere che i valsusini hanno la pelle dura. Altro che pacificati!

Solite sono anche le tecniche di disinformazione per lettori disinformati che leggono distrattamente e prendono per buoni gli umori diffusi dai tanti altoparlanti della Banda Bassotti. C’è anche un giornalista a Chiomonte, certo Marco Bardesono, free lance furbetto che si inventa un’intervista a una inesistente black bloc per la gioia del Corriere o di chi vorrà pagargli la fuffa che scrive: viene smascherato dai colleghi di notav.info (v. http://www.notav.info/post/marco-il-giornalista-con-la-penna-tav-non-so-perche-lo-faccio/ ). Cosa non si fa per quattro soldi e per screditare i valsusini (ma li avrà fatti i corsi di etica professionale dell’Ordine?). I quali valsusini la cantano da sempre che i black bloc sono tutti loro…e i giovani ormai si sono attrezzati (la prossima volta si vestiranno di un altro colore – ha detto qualcuno) salvo cadere in ingenuità che dei feroci black-bloc-venuti-da-fuori non si permetterebbero mai: come quella di portarsi via in furgone fuochi d’artificio, maschere antigas e attrezzi da demolizione per jersey e reti metalliche. Robe da pirla più che da terroristi internazionali… che dire poi dei due over 60 (uno di Almese) fermati sul campo Gravela in mezzo ai gas e denunciati per resistenza aggravata?  Solo che poteva andare peggio vista la rabbiosa reazione della polizia. Chi era al Gravela denuncia l’aria satura di gas, anche nella boscaglia, gente inerme che stava male e proiettili a altezza d’uomo. Un manifestante ci fa vedere lo zainetto traforato e bruciato da un candelotto metallico penetrato ad altezza schiena e fermatosi contro un libro: lo zaino gli ha fatto da giubbotto antiproiettile. Alla centrale comandava la vicequestore Tartoni.

Nel pomeriggio, ai feroci nerovestiti si affianca un gran numero di persone a volto scoperto. Tutti insieme agganciano con corda e rampini un jersey di cemento e lo tirano giù. Altro gas e altra acqua da idranti ma il messaggio è arrivato: a casa nostra veniamo quando e come vogliamo. E’ la Banda Bassotti che se ne deve andare. (F.S. 30.6.2015)

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Tav. Gas tossici e taccuini bugiardiultima modifica: 2015-07-01T23:23:35+02:00da davi-luciano
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