FRANCE AMERICANIZED, DOMESTICATED, DESPISED AND SPIED !

# LUCMICHEL. NET /  Luc MICHEL / In Brief /

With PCN-SPO – Libération / 2015 06 25/

LM.NET - EN BREF France espionnée (2015 06 25) ENGL

The documents obtained by WikiLeaks and published by “Liberation” reveal that the NSA, at least from 2006 to May 2012, spied Jacques Chirac, Nicolas Sarkozy and François Hollande. It is just public exposure, in a major Western media, of what we explain tirelessly for a decade: the Americanized, domesticated, vassal France, that of the “American party” that denounced both general de Gaulle and Jean Thiriart 50 years ago, is also and above all a despised and domesticated France. These presidents who believe to rely on the “Great Chessboard” are only suitcase carriers who are mocked in Washington behind the scenes!

What says Libération ?

“A popular adage in the intelligence community wants that in matters of espionage, it has no allies – or, at least, they are not necessarily friends. “To spy on friends, this is not done”, was besides outraged Angela Merkel learning in October 2013 by revelations of Spiegel, that the National Security Agency (NSA) had targeted her cell phone. A selection of documents published by Liberation and Mediapart in collaboration with WikiLeaks reveals that in France, three successive presidents, and some of their associates, have been spied over a period of at least from 2006, during the second term of Jacques Chirac, to May 2012, just after installation at the Elysee of François Hollande (…) The documents obtained by WikiLeaks – grouped under the title “Espionage Elysée” – consist mainly of five analytical reports from the NSA, under the name “Global SIGINT Highlights”, ie, the “highlights” from the electromagnetic intelligence, communications intercepts. All are classified as “Top Secret,” and intented for those responsible for the NSA and the US intelligence community (…)

This selection of documents reveals only a part of the NSA’s spying activities on French leaders: there is no way to know the amount of account records having been communicated to the leaders of the NSA

 ON AMERICANIZED FRANCE AND THE “AMERICAN PARTY”:

 See PCN-TV:

* GEOPOLITICS: FOREIGN POLICY OF FRANCE / LUC MICHEL SAYS MORE – 007

On https://vimeo.com/129992000

 Read on PCN INFO:

* GEOPOLITICS / DE GAULLE’S FRANCE FELL IN THE HANDS OF THE “AMERICAN PARTY” AND THE ZIONIST LOBBY (in French)

On http://www.lucmichel.net/2013/08/31/pcn-info-geopolitique-la-france-de-de-gaulle-est-tombee-dans-les-mains-du-parti-americain-et-du-lobby-sioniste

 * UNDERSTAND WHAT HAPPENS IN FRANCE (1): THE TRUE NATURE OF THE FRENCH SYSTEM AND ITS SUBJECTION TO THE AMERICAN-ZIONIST AXIS (in French)

On http://www.lucmichel.net/2014/01/10/pcn-info-comprendre-ce-qui-se-passe-en-france-1-la-veritable-nature-du-regime-francais-et-sa-sujetion-a-laxe-americano-sioniste

 * UNDERSTAND WHAT HAPPENS IN FRANCE (2): THE ‘FRENCH-AMERICAN FOUNDATION’ MATRIX OF FRENCH COLLABORATION (in French)

On http://www.lucmichel.net/2014/01/11/pcn-info-comprendre-ce-qui-se-passe-en-france-2-la-french-american-foundation-matrice-de-la-collaboration-francaise

 Luc MICHEL

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Luc MICHEL /

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LUC MICHEL SUR RADIO MOSCOU : CEUX QUI ONT MIS L’UKRAINE EN FAILLITE. LA JUNTE DE KIEV OU LES NOUVEAUX PIEDS-NICKELES UKRAINIENS

PCN-TV & RADIO MOSCOU / Avec PCN-SPO/ 2014 06 27/

PCN-TV - LM Radio Moscou. les pieds nickeles de Kiev (2015 06 27)  FR

Quand Luc MICHEL disais dans une interview à la Radio russe RADIO MOSCOU/LA VOIX DELA RUSSIE  (devenue aujourd’hui Radio Sputnik) en mars 2014 dernier que « la Junte de Kiev ce sont les pieds-nickelés ukrainiens » …

Voici l’Ukraine en juin 2015 plongeant dans une faillite inavouée (financière et économique, mais surtout politique et morale), pillée, pressurisée, mal ou pas gérée, par une Junte arrivée au pouvoir par le coup d’état du 21 février 2014, organisé par les USA et les politiciens atlantistes de Bruxelles et Berlin. Une junte qui associe les oligarques de l’ancien régime, les Poroshenko (roi du Cacao et acteur majeur de la « guerre du cacao » en Afrique équatoriale) et autres Kolomoisky (leader sioniste et pourtant financier des bataillons spéciaux néonazis comme le sinistre ‘Azov’ à des aventuriers politiques, pantins du système occidental, les Iatseniouk, Avakov et autres chefs néofascistes, les Iarosh (dirigeant néonazi du Praviy Sektor), Tianibuk (Svoboda, l’ex allié des Le Pen). Et même de vieux chevaux de retour comme l’ex président géorgien Sakashvili (poursuivi à Tbilissi pour de nombreux crimes et qui avait fui), nommé Gouverneur d’Odessa la résistante …

 * Ecoutez en Audio l’interview de Luc MICHEL de mars 2014 par Igor Yazon sur ‘Radio Moscou / La Voix de la Russie’ :

‘Qui et comment manipule l’Ukraine’ consacré aux « pieds-nickelés de Kiev »

sur https://vimeo.com/131874367

 PCN-TV / RADIO MOSCOU /

 Illustration : à gauche, la dernière version moderne de la BD française « Les Pieds Nickelés » (Editeur Vents d’Ouest), un classique, qui narre les aventures d’un gang d’escrocs maladroits … Par le physique et surtout la malhonnêteté congénitale, la Junte de Kiev s’identifie sans mal à ses modèles français.

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https://vimeo.com/pcntv

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Gli USA si apprestano ad invadere la Siria

una liberazione non la si nega a nessuno no?? Ovunque ci sia un “dittatore” ecco gli yankees pronti ad elargire bene ed amore, come ricordiamo noi ogni 25 aprile

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di Tony Cartalucci
 
Nonostante il pubblico lo ignori, non sono i politici eletti ad elaborare le politiche che determinano il suo destino interno o internazionale. Sono invece i “pensatoi” finanziati dalle grandi aziende, ovvero le squadre di decisori non eletti che producono documenti cui poi si conformano le leggi fatte passare dai politici e gli argomenti ripetuti fino alla nausea dai media al servizio dei grandi interessi finanziari.
 
Un esempio di tali documenti è stato di recente scritto dal famigerato pensatoio statunitense Brookings Institution, e si intitola: “Smembrare la Siria: verso una strategia regionalizzata per un paese confederato.” (Vedi: Brookings.edu Questa cospirazione aperta, firmata e datata, per dividere, distruggere e poi occupare passo passo una nazione sovrana a migliaia di miglia dalle coste americane, è un triste esempio di quanto pericoloso e resiliente sia il moderno imperialismo anche nel 21° secolo.
 
Il pretesto ISIS: gli USA hanno destinato miliardi a “moderati” che non esistono
 
Il documento ammette apertamente che gli USA hanno fornito armi e addestramento per miliardi di dollari, alimentando il devastante conflitto che diventa sempre più regionale. Esso ammette che gli USA portano avanti, anzi dovrebbero espandere, operazioni in Giordania e in Turchia per fornire ancora più armi, contanti e miliziani al già catastrofico conflitto. Espone poi l’ascesa del cosiddetto “Stato Islamico” (ISIS), senza però spiegare da dove questo abbia preso i soldi e le armi. Ai lettori dovrebbe essere evidente che, se gli Stati Uniti hanno fornito contanti, armamenti e addestramento per miliardi di dollari su vari fronti a presunti “moderati” che sul campo di battaglia non esistono, certo occorre una sponsorizzazione statale ancora maggiore per creare e sostenere il fronte di ISIS e Al Nusra, che, come ammette il Brookings, domina l’”opposizione” incontrastato. In realtà, le linee di rifornimento dell’ISIS  conducono dritto alle zone operative USA in Turchia e Giordania  (Vedi: Journal-neo.org/logistics ), perché l’Occidente pianificava di utilizzare l’ ISIS e Al Qaeda già prima che iniziasse il conflitto del 2011, e su di esse ha da allora basato la sua strategia, compresa questa recente branca della campagna.
 
L’invasione USA della Siria
 
Dopo aver armato e finanziato un’armata letteralmente regionale di terroristi di Al Qaeda, gli Stati Uniti ora progettano di usare il caos risultante per giustificare ciò cui ambivano fin dall’inizio del conflitto, quando apparve chiaro che il governo siriano non avrebbe capitolato né sarebbe crollato: l’istituzione di zone cuscinetto, ora chiamate dal Brookings “zone sicure“.
 
Queste zone, una volta create, ospiteranno forze armate statunitensi sul campo, che occuperanno letteralmente parti di territorio siriano conquistate dalle pedine degli USA, ovvero dai gruppi curdi e le bande di Al Qaeda nelle aree settentrionali, e dalle milizie terroriste straniere lungo il confine tra Siria e Giordania al sud. Il Brookings ammette perfino che molte di queste zone saranno istituite dagli estremisti, ma di “purezza ideologica” non più così alta.
 
Gli USA assumono che, una volta preso questo territorio e fattovi stazionare le truppe statunitensi, l’Esercito Arabo Siriano non oserà attaccare per paura di provocare una diretta risposta militare USA contro Damasco. Il documento del Brookings afferma:
 
“L’idea sarebbe di aiutare gli elementi moderati a istituire affidabili zone sicure all’interno della Siria, una volta che ne siano in grado. Le forze americane, saudite, turche, britanniche, giordane e di altri paesi arabi agirebbero di supporto, non solo dal cielo ma alla fine anche sul terreno, tramite la presenza di forze speciali. L’approccio sarebbe reso vantaggioso dal territorio del deserto aperto siriano, che permetterebbe la creazione di zone cuscinetto che potrebbero venire monitorate per rilevare segnali di attacco nemico attraverso una combinazione di tecnologie, pattugliamenti e altri metodi che potrebbero venire forniti da forze speciali esterne ai militanti siriani locali.
 
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Se  Assad fosse così sciocco da attaccare queste zone, anche se in qualche modo costringesse alla ritirata le forze speciali esterne, perderebbe molto probabilmente la sua forza aerea nel conseguente contrattacco delle forze speciali, privando così il suo esercito di uno dei suoi pochi vantaggi sull’ISIL. Perciò sarebbe molto improbabile che attaccasse.”
In una sola frase, il Brookings ammette che il governo siriano non sta muovendo guerra contro il suo stesso popolo, ma contro l’”ISIL”. E’ chiaro che il Brookings, i politici e gli altri strateghi dell’Occidente stanno usando la minaccia dell’ISIS insieme alla minaccia di intervento militare diretto come strumento di ricatto per arrivare alla conquista finale di tutta la Siria.
 
L’invasione potrebbe riuscire, ma non per le pedine degli USA
 
Tutto il piano si basa sulla capacità americana dapprima di conquistare e tenere queste “zone”, e poi di unirle in regioni autonome funzionanti. Tentativi simili di “costruzione nazionale” sono attualmente in mostra negli stati falliti devastati che furono la Libia, l’Iraq, l’Afganistan, la Somalia, e la lista prosegue per molto.
 
La follia di questo progetto si può solo definire monumentale, sia dei tentativi di usare una credibilità e una volontà militare che non esistono per implementarlo, sia di quanti sono così stupidi da fidarsi di un paese che ha lasciato una scia di distruzione globale e stati falliti che si estende dal Vietnam del Sud alla Libia e ritorno.
Quasi sicuramente questa strategia può venire usata per distruggere la Siria. Non può tuttavia essere usata per fare le cose che gli USA prometteranno per far collaborare i vari attori necessari alla sua riuscita.
 
Quasi certamente ci sono misure che la Siria, i suoi alleati Iran ed Hezbollah, Russia, Cina e tutti gli altri paesi che fronteggiano le minacce dell’egemonia occidentale possono prendere per assicurarsi che le forze statunitensi non riescano a conquistare e detenere territorio siriano, o ad avere successo in tale invasione al rallentatore. Gli USA hanno già usato le loro orde ISIS come pretesto per operare militarmente in territorio siriano, cosa che, come previsto, ha portato a questa fase seguente dell’invasione incrementale.
 
Un aumento delle forze di pace non appartenenti alla NATO in Siria potrebbe scardinare del tutto i piani occidentali. La presenza di forze iraniane, libanesi, yemenite, afgane e altre, soprattutto nelle “zone” di confine che gli USA cercano di istituire, potrebbe prospettare agli USA un confronto multinazionale per intraprendere il quale non hanno né la volontà politica né le risorse. La sopravvivenza della Siria dipenderà in ultima analisi dalla capacità della Siria e dei suoi alleati di formare un deterrente sufficiente contro l’aggressione USA, e di tagliare le linee logistiche che gli USA stanno usando per rifornire l’ISIS e gli altri gruppi terroristici che operano nella regione.
 
 
Traduzione: Anacronista
 
 
Nella foto in alto: Un reparto dell’Esercito arabo Siriano festeggia la conquista della zona di frontiera con il Libano
 
Nella foto al centro: una donna siriana arruolata nelle Forze di Difesa Nazionale che supportano l’Esercito
 

La Francia colpita dal terrorismo jihadista di ritorno mentre Hollande viene morso dal serpente che ha allevato

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di Luciano Lago
 
Un brusco risveglio per la Francia ed il governo di Hollande: l’ISIS che si pensava confinato in Medio Oriente, alimentato dalle forniture di armi e dalla complicità fornita dal governo francese , è sbarcato in Francia ed ha colpito in modo duro ed inaspettato.
 
“Un attentato si è verificato stamani nel Sud della Francia. Terroristi islamici jihadisti sembrano certo che ne siano gli autori: il corpo di un uomo, decapitato, è stato trovato nei pressi di un impianto di produzione di gas, dove uno o più terroristi (forse un commando) sono penetrati stamani, poco prima delle dieci.
Ci sono forti sospetti – hanno riferito gli inquirenti francesi– che l’attentatore volesse provocare un’eplosione su questo sito industriale».
 
L’attentato è avvenuto all’interno di uno stabilimento della società Air Products, che si trova a Saint-Quentin-Fallavier, ad una trentina di chilometri da Lione. Secondo quanto riportato dal sito del quotidiano locale Le Dauphiné Libéré, una vettura sarebbe entrata a sorpresa nel cortile della fabbrica, stamani prima delle 10 e gli attentatori, dopo aver decapitato una persona, avrebbero cercato di far deflagrare alcune bombole di gas per causare una esplosione ed incendio dello stabilimento. Trovata sul posto una bandiera nera dell’ISIS. Poche dubbi quindi sulla matrice dell’attentato. Un uomo sarebbe stato arrestato.
 
Non sappiamo ancora se i terroristi appartengano proprio ad uno dei gruppi che sono stati armati ed addestrati dai francesi in Siria. Risulta infatti omai di dominio pubblico il sostegno fornito dal governo Hollande ai gruppi terroristi jihadisti che operano da anni in Siria, nel suo obiettivo di rovesciare il governo siriano di Bshar al-Assad e favorire l’avvento di un governo filo saudita in Siria, visti gli stretti rapporti di alleanza e di cooperazione economica che la Francia intrattiene con l’Arabia Saudita.
 
Si tratta di un sostegno ammesso ed addirittura rivendicato da Hollande e dal suo ministro Lorent Fabius in varie dichiarazioni pubbliche. Naturalmente Hollande, come Obama, parlano dei terroristi definendoli pudicamente “ribelli moderati” volendo far credere che non siano gli stessi che sgozzano , tagliano le teste e piazzano autobombe davanti alle scuole e nei mercati, come invece la popolazione siriana ha ben sperimentato.   Vedi: Lemonde.fr/
 
Dall’altra parte Francois Hollande non manca di proclamare solennemente in ogni occasione “la lotta senza quartiere al terrorismo islamico che sostiene la Francia”, questi proclami avvengono mentre in Siria e nei campi creati in Giordania, i terroristi dei principali gruppi ricevono armi francesi ed addestramento dai consiglieri militari francesi (assieme a quelli USA), alcuni dei quali, ufficiali delle forze armate francesi, sono stati trovati infiltrati nei gruppi terroristi ad Homs, in occasione della riconquista della città da parte dell’Esercito siriano.  Vedi: Ejercito-sirio-captura-militares-franceses-infiltrados-homs .
Naturalmente i giornali e le tv occidentali si guardarono bene di dare questa notizia per coprire le spalle ai personaggi politici francesi (Hollande e Fabius) che avevano ordinato agli ufficiali di partecipare ai combattimenti in Siria.
 
Il presidente Hollande, non molto tempo fa, in prima persona, assieme al suo ministro degli Esteri Fabius, era stato lui stesso a definire i terroristi che combattono in Siria come “ribelli democratici”, ed era sempre lui che si era persino vantato (vedi: intervista a Le Monde) di aver fornito armi ed equipaggiamenti a quei terroristi jihaddisti per rovesciare l’odiato regime di Bashar al-Assad
 
L’ipocrisia di Hollande non ha limiti e la sua doppia faccia nel sostenere le più palesi menzogne ha ormai stancato e nauseato la stragrande maggioranza dei cittadini francesi i quali, secondo tutti i sondaggi, gli hanno voltato le spalle facendo scendre il suo gradimento a livelli tanto bassi da costituire un record nella Storia di Francia.
 
Il tempo però stringe e, con l’affossamento della guerra in Sira che dura ormai da oltre 4 anni e che si è estesa anche all’Iraq ed al Libano, si prospetta in Francia una possibile ondata di attentati terroristici che, con il rientro di molti dei “foreign fighters” francesi, i più numerosi fra gli arruolati europei dell’ISIS (calcolati in 15.000 circa), diventa sempre più probabile. Sarà questa una responsabilità diretta del governo Hollande che ha sostenuto questi terroristi in modo irresponsabile e criminale e forse quello che potrebbe accadere contribuirà a far aprire gli occhi ai francesi i quali potranno avere chiaro da quale governo e quali interessi sia governata la Francia.

PORDENONE: QUATTRO GIORNI PER SCONGIURARE 209 LICENZIAMENTI ALL’EX LAVORAZIONI INOX DI VILLOTTA

tanto a tutti sarà garantito vitto e alloggio gratuito nonché esonero dal pagamento di tasse come Tari, tasi, iuc, bollette etc??????
A tutti sarà garantito un reddito di cittadinanza vero?????

26 giugno 2015
Soltanto quattro giorni per scongiurare 209 licenziamenti all’ex Lavorazioni Inox di Villotta di Chions, azienda sana, cui clienti e commesse non mancano.
Martedì scade il contratto d’affitto e le speranze dei dipendenti sono appese a un filo: il tribunale di Milano non si è ancora espresso sulla proposta di acquisizione di Lavinox, newco composta dal Gruppo Sassoli, vecchio proprietario della fabbrica, e dalla slovena Slovmetal, e il tempo stringe sempre di più. In assenza del parere del giudice, nel confronto di ieri a Unindustria non è stato possibile entrare nel merito del piano industriale della newco. La discussione è rinviata a martedì, quando lavoratori e sindacati auspicano che il tribunale abbia sciolto le riserve e il quadro sia più chiaro. La tensione cresce di ora in ora e gli interrogativi sul futuro si fanno sempre più grandi. Nel caso in cui il giudice bocciasse la proposta, che da quanto si è appreso di un milione 750 mila euro, supportata dai Tfr dei 209 addetti, e dal punto di vista occupazionale dovrebbe interessare l’intera forza-lavoro, l’impatto sarebbe devastante.
Da mesi i sindacati continuano a mettere in evidenza come si «stia rischiando il dramma sociale». Ora che il termine del 30 giugno è imminente, i dipendenti stanno vivendo momenti di profonda angoscia. Il timore di rimanere sulla strada, di non trovare una nuova occupazione, considerata la situazione di crisi che sta vivendo la provincia, e soprattutto di non avere più soldi per mantenere le proprie famiglie è grande.
Difficile per le forze sociali trovare le parole giuste per descrivere queste giornate di attesa. Giornate in cui i dipendenti continuano sì a lavorare all’interno dello stabilimento, in primis perché credono in questa realtà industriale e soprattutto sono convinti che possa avere un futuro, ma il clima è tutt’altro che tranquillo.
La domanda che tutti si pongono è cosa accadrà dopo martedì e, al contempo, tutti auspicano che la storia dell’ex Lavorazioni Inox non si chiuda col peggiore degli epiloghi. Il sito ha le carte per proseguire l’attività, basti pensare che nelle settimane precedenti al fallimento nei tavoli sindacali si discuteva di investimenti e integrativo aziendale. «Se il tribunale boccerà l’offerta di Lavinox, tra tre giorni lavorativi saremo tutti licenziati – dichiara Angela De Marco (Rsu Fiom) -.
Ricordo che l’accollo dei Tfr è necessario affinché la proposta di acquisto sia sostenibile. Siamo agli sgoccioli: ci appelliamo al tribunale affinché si esprima in tempi rapidissimi. Possiamo dire che è questione di ore. Lo stato d’animo dei dipendenti e delle loro famiglie è facilmente intuibile: le speranze sono ridotte al lumicino. L’incontro di oggi (ieri per chi legge, ndr) non è stato
produttivo appunto perché non conosciamo ancora l’esito delle valutazioni del giudice.
Lunedì faremo le assemblee sindacali e martedì ci sarà l’incontro decisivo. Un’attesa straziante: l’auspicio è che la partita si chiuda nel migliore dei modi».

Fonte messaggeroveneto
http://www.crisitaly.org/item/pordenone-quattro-giorni-per-scongiurare-209-licenziamenti-allex-lavorazioni-inox-di-villotta/

MOLFETTA: 160 LAVORATORI EXPRIVIA A RISCHIO LICENZIAMENTO, SIT-IN IN COMUNE

26 giugno 2015
Giornata di agitazione per i lavoratori di Exprivia, società per azioni di Molfetta, che fa capo al presidente di Confindustria Puglia Mimmo Favuzzi: 160 lavoratori di Exprivia Projects, società del gruppo, che si occupa dei servizi di call center, rischiano il licenziamento dopo la migrazione della commessa Enel in cui erano impiegati.
L’interruzione dell’accordo con Enel ha determinato l’esubero di circa 300 lavoratori: di questi 120 sono stati reimpiegati in un’altra società, la Network Contact, attuale detentrice della commessa con il colosso dell’energia, mentre in 160 rischiano di rimanere senza collocazione.
La situazione ha determinato una protesta dei lavoratori nei pressi del palazzo del Comune a Molfetta: i lavoratori hanno chiesto a gran voce un incontro con il sindaco Paola Natalicchio. La prima cittadina di Molfetta ha incontrato l’amministratore delegato di Network Contacts Giulio Saitti e il presidente di Exprivia Mimmo Favuzzi, collegato in conference call.
“Ho incontrato le aziende per avere un quadro della situazione – ha dichiarato Natalicchio – Ci sono circa 300 lavoratori sul nostro territorio che rischiano di perdere il posto. È stato un incontro positivo. Entrambe le aziende mi sono sembrate molto preoccupate delle sorti dei lavoratori. 120 di essi sono già stati assunti, un segnale importante da parte di Network Contact, ma come sindaco ho chiesto di cercare di fare di più”.
Al termine del confronto con i vertitici delle due aziende il sindaco ha invitato i lavoratori e le delegazioni sindacali che manifestavano nell’atrio della sede comunale in una pubblica assemblea, annunciando l’intenzione di creare un tavolo di trattativa istituzioni-aziende-lavoratori che consenta di proteggere il maggior numero di posti di lavoro possibile.

Fonte baritoday
http://www.crisitaly.org/item/molfetta-160-lavoratori-exprivia-a-rischio-licenziamento-sit-in-in-comune/

CAGLIARI: CONCESSIONARIA RENAULT, DIPENDENTI LICENZIATI E SOSTITUITI CON PARTITE IVA
24 giugno 2015
“E’ inaccettabile l’atteggiamento della concessionaria Renault di Cagliari che, dopo aver dichiarato lo stato di crisi e licenziato metà dei suoi dipendenti, li ha sostituiti con partite Iva o lavoratori, tra l’altro non qualificati, il cui inquadramento contrattuale appare discutibile”. La denuncia arriva da Fiom e Filcams di Cagliari che attende dal 18 maggio scorso l’esito di una verifica chiesta all’Ispettorato del lavoro.
Dopo le prime quindici mobilità l’anno scorso, pochi giorni fa altri tre lavoratori hanno ricevuto la lettera di licenziamento. Il punto è che non sembrerebbe ci sia un problema di crisi, bilancio o drastico calo del fatturato, il lavoro dei tre ex dipendenti infatti, è stato rimpiazzato, come già fatto in passato, da partite iva e altri . “L’azienda Ottolini – si legge ancora nel comunicato – non è nuova a simili atteggiamenti, che hanno già portato diversi anni fa a due reintegri per licenziamenti illegittimi. Dopo l’apertura della procedura di licenziamento collettivo per stato di crisi nel 2014 – spiegano le segreterie di categoria – abbiamo avviato una trattativa ottenendo la riduzione delle mobilità da 19 a 15 lavoratori”. E’ evidente però che la firma del sindacato sulla procedura era vincolata a un impegno, da parte dell’azienda, di richiamare al lavoro gli stessi dipendenti licenziati qualora la fase di crisi fosse stata superata. E’ lecito chiedersi quindi come mai, quasi subito dopo lo stato di crisi, Ottolini abbia iniziato a rimpiazzare quei lavoratori con altri, sostituendo professionalità costruite in anni di esperienza e corsi di alta specializzazione.

Fonte castedduonline
http://www.crisitaly.org/item/cagliari-concessionaria-renault-dipendenti-licenziati-e-sostituiti-con-partite-iva/

NOVARA: 20 LICENZIAMENTI ALLA ISER, PRONTA LA MESSA IN LIQUIDAZIONE

25 giugno 2015
Sono stati notificati venti licenziamenti alla storica Iser di Novara. l’azienda di termoidraulica con sedi in corso della Vittoria a Novara e a Gallarate è ora in attesa del pronunciamento del tribunale di Novara relativamente alla messa in liquidazione, previsto per l’8 luglio. I sindacati hanno incontrato l’azienda ed è stato presentato un accordo per un indennizzo economico per i dipendenti che non si opporranno al licenziamento. Se il tribunale di Novara darà il via libera, la Iser diverrà un ramo d’azienda affittato dal gruppo Air Energie di Usmate Velate. Intanto le due sedi attuali continueranno l’attività nonostante i licenziamenti.

Fonte quotidianopiemontese
http://www.crisitaly.org/item/novara-20-licenziamenti-alla-iser-pronta-la-messa-in-liquidazione/

CALUSO: SFERAL, 250 LICENZIAMENTI. PRESIDIO DEGLI OPERAI DI FRONTE AI CANCELLI DELLO STABILIMENTO

23 giugno 2015
A Caluso, di fronte ai cancelli dello stabilimento di quella che era la Sferal, circa 250 ex dipendenti stanno manifestando per protestare contro un licenziamento che ritengono illegittimo.
L’azienda, ex Honeywell e successivamente Bull, aveva mosso la propria produzione a Leinì e, dopo due anni di produzione di stampanti a marchio Compuprint e successivi due di cassa integrazione, aveva licenziato i 250 dipendenti. “Secondo noi i licenziamenti sono illegittimi, poiché non sono stati rispettati gli accrodi siglati al Ministero all’atto della nascita dell’azienda. Stiamo poi aspettando che sia valutato il nostro esposto del luglio 2011 alla Procura di Ivrea, sulla delocalizzazione di Compuprint verso Cina e Romania, nonostante gli impegni assunti per la fabbrica di Caluso”.

Fonte quotidianocanavese
http://www.crisitaly.org/item/caluso-sferal-250-licenziamenti-presidio-degli-operai-di-fronte-ai-cancelli-dello-stabilimento/

LONATE POZZOLO: CHIUDE LA FONDERIA BOTTARINI, 35 DIPENDENTI A CASA SENZA TUTELE

26 giugno 2015
«Da otto mesi non viene accreditato un euro sul mio conto corrente. E come me, vivono questa stessa situazione anche i miei colleghi. Come facciamo ad andare avanti?». Cosimo Santimone ha 56 anni e dallo scorso mese di dicembre è senza lavoro. L’azienda in cui ha speso 28 anni della sua vita lavorativa – la fonderia Bottarini di Lonate Pozzolo – ha cessato l’attività lo scorso mese di dicembre. Per tutti i 35 dipendenti era stata chiesta la cassa integrazione straordinaria per cessata attività, ma ad oggi niente è stato ancora accreditato sui conti correnti. «Nessuno ci dice niente – continua Cosimo – e noi continuiamo a vivere nell’incertezza più totale con mutui e bollette da pagare».(…)

Leggi tutto su prealpina
http://www.crisitaly.org/item/lonate-pozzolo-chiude-la-fonderia-bottarini-35-dipendenti-a-casa-senza-tutele/

gli indigenti che tentano il sucidio e per cui nessuno certo si straccia le vesti

ci sono umani da salvare dal mare altri da condannare a morte nell’indifferenza più totale. Questo grazie ai due pesi e due misure IMPOSTE DAL PENSIERO UNICO POLITICALLY CORRECT DELLA SOCIETA’ CIVILE.

Per queste persone qualcuno ha mai fatto fiaccolate o manifestazioni di solidarietà? Ha mai lottato affinché venissero garantiti vitto e alloggio????? NO?!?!! e allora non venitemi a parlare di discriminazione, ipocriti. Avete sentito parlare di loro ai tiggi?? E perché mai, gli italiani non sono indigenti, sono tutti ricchi e se il Dio Renzi dice che c’è la ripresa tutti in piazza a difendere il Pd dai “populismi”

 TARANTO: POVERA E AFFAMATA, 50ENNE TENTA SUICIDIO APRENDO GAS E TAGLIANDOSI LE VENE

26 giugno 2015

Ieri sera gli agenti del Commissariato di Manduria sono intervenuti in un casolare situato in contrada Pajone, all’interno del quale hanno trovato distesa sul suo letto una cinquantenne priva di sensi e con una evidente ferita da taglio al posto sinistro, da cui perdeva molto sangue.

Inoltre i poliziotti hanno constatato che le stanze erano sature di gas in quanto la stessa donna, qualche minuto prima del loro arrivo, aveva aperto la valvola della bombola della cucina. La malcapitata è stata affidata alle cure dei sanitari del “118”, nel frattempo giunti sul posto, e che hanno provveduto a trasportarla all’ospedale “Giannuzzi”

per le cure del caso.

L’abitazione è stata messa in sicurezza dagli stessi agenti i quali hanno provveduto a chiudere la valvola del gas e a far arieggiare gli ambienti. Sembrerebbe che alla base del tentativo di suicidio possa esserci lo stato di indigenza della donna, aggravato da precarie condizione di salute.

 Fonte tarantobuonasera

http://www.crisitaly.org/item/taranto-povera-e-affamata-50enne-tenta-suicidio-aprendo-gas-e-tagliandosi-le-vene/

 GROTTAZZOLINA: GIOVANE SI SUICIDA IMPICCANDOSI NEL GARAGE, TROVATO DALLA MAMMA

 25 giugno 2015

Tragedia questa mattina, un giovane di 27 anni è stato trovato morto nel garage di casa.

A fare la scoperta nella prima mattinata è stata la mamma che non vedendolo in camera si è preoccupata di cercarlo in tutta l’abitazione.

Purtroppo il giovane, 27 anni, di origini exatracomunitarie, era ormai privo di vita impiccato nel garage. Per mettere in atto il suo piano il ragazzo ha usato una corda trovata all’interno della rimessa. Sul posto 118, l’ambulanza della Misericordia di Montegiorgio e i carabinieri di Fermo ma purtroppo per lui non c’era più nulla da fare.

 Fonte corriereadriatico

http://www.crisitaly.org/item/grottazzolina-giovane-si-suicida-impiccandosi-nel-garage-trovato-dalla-mamma/

 ARICCIA: 45ENNE IN DIFFICOLTÀ ECONOMICHE TENTA SUICIDIO, LO SALVANO 2 POLIZIOTTI

24 giugno 2015

Erano circa le 23 di martedì 23 giugno quando un uomo di 45 anni della provincia di Latina, sopraffatto dalla depressione a causa di difficoltà economiche, ha deciso di porre fine alla sua vita scegliendo il ponte di Ariccia. Al ritorno da una cena, l’Ispettore Capo Leo Cianfaglioni e l’Assistente Capo Alessandro Pucci in compagnia di un amico, hanno visto un uomo che percorrendo a piedi il ponte di Ariccia mostrava segni di insofferenza. Memori di altre situazioni simili, gli investigatori hanno fermato la propria autovettura a distanza e hanno seguito attentamente il comportamento dell’uomo. Quando si è seduto sul muro del ponte con lo sguardo rivolto nel vuoto i poliziotti hanno compreso che la prima impressione era quella giusta. Dopo aver parlato con alcuni minuti con l’uomo, Cianfaglioni e Pucci, sono riusciti a bloccarlo proprio mentre si stava lanciando nel vuoto. Gli agenti sono stati anche colpiti da calci e pugni perché il 45enne si dimenava con forza. Tranquillizzato e portato al Commissariato di Albano è stato affidato a personale medico.

 Fonte castellinews

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 BOLOGNA: PROBLEMI ECONOMICI E SFRATTO, MADRE DI DUE 2 BAMBINI SI IMPICCA A PONTE RONCA

 23 giugno 2015

Uno sfratto imminente e una serie di gravi problemi economici sarebbero all’origine del suicidio di una donna di 41 anni, separata e madre di due figli, trovata impiccata nella tarda serata di ieri a Ponte Ronca di Zola Predosa, nel bolognese. Alla famiglia era da qualche tempo stato staccato il gas, per morosità, e per la prima settimana di luglio era in programma il terzo tentativo di sfratto. A trovare il corpo il nuovo compagno della donna.

 Fonte Ansa

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 PIETRAMELARA: LAVORATORE PRECARIO 30ENNE SI SUICIDA IMPICCANDOSI IN CASA

21 giugno 2015

Dramma in paese, un giovane, di 30 anni appena, è stato ritrovato, questa mattina impiccato nella sua casa di via Matese. Cristian, di origine rumena, era da molti anni residente a Pietramelara, insieme a due fratelli, più grandi di lui. Il 30enne lavorava quasi tutto l’anno come boscaiolo in una ditta del posto. Ieri, secondo il racconto di coloro che lo hanno incontrato, per l’uomo era stata una giornata normale. Prima il lavoro poi qualche ora trascorsa davanti al solito bar del paese. Secondo alcuni però proprio il lavoro precario e gli scarsi guadagni stavano spingendo Cristian sempre più verso la depressione.

Nulla però, faceva trasparire un malessere così profondo da spingerlo all’estremo gesto. Questa mattina, purtroppo, i fratelli – insospettiti dal ritardo – hanno scoperto la tragedia. Sul posto i carabinieri della locale stazione e i soccorsi del 118. La salma è stata trasferita all’istituto di medicina legale a Caserta. E’ l’ennesimo caso del genere che accade a Pietramelara in poco tempo.

 Fonte paesenews

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 FABRICA DI ROMA: 41ENNE CON PROBLEMI ECONOMICI SI SUICIDA IMPICCANDOSI, LO TROVA LA FIGLIA 13ENNE

 23 giugno 2015

Ancora un suicidio in provincia di Viterbo. D.T., 41enne originario di Civita Castellana ma residente a Fabrica di Roma, si è tolto la vita in tarda mattinata impiccandosi nella sua abitazione sita in viale degli Eroi. L’uomo è stato trovato intorno alle 12 dalla figlia di 13 anni, che era andata a salutarlo. Sono subito stati allertati i sanitari del 118, i vigili del fuoco e i carabinieri della locale stazione, ma per il poveretto non c’era più nulla da fare.

Secondo quanto ricostruito dai militari dell’arma il 41enne, invalido, si era da poco separato con la moglie e aveva problemi di salute ed economici che lo avevano portato a convivere con una profonda depressione. Potrebbe essere stata questa, quindi, la causa che lo ha portato a compiere l’insano gesto. Pare che per togliersi la vita D.T.

abbia aperto gli sportelli dell’armadio della sua stanza e si sarebbe impiccato tramite una sciarpa. Il corpo del 41enne è stato trasportato nell’obitorio di Civita Castellana, dove è attualmente a disposizione dell’autorità giudiziaria competente.

 Fonte ontuscia

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 VIBO VALENTIA: DONNA IN DIFFICOLTÀ ECONOMICHE PER RITARDO STIPENDIO MINACCIA SUICIDIO DA TETTO

24 giugno 2015

Momenti di tensione e paura a Vibo Valentia, dove una donna, dipendente della Provincia, ha manifestato l’intenzione di togliersi la vita buttandosi dal tetto. La donna era in preda alla disperazione per le difficolta economiche originate dai ritardi nel pagamento degli stipendi.

Fortunatamente, una collega si è accorta in tempo di quanto stava per accadere ed è riuscita a intervenire bloccando la donna insieme ad altri. Subito dopo, sono intervenuti i vigili del fuoco facendo scendere la signora con un mezzo meccanico e il personale sanitario l’ha presa in cura.

 Fonte Adnkronos

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La NATO minaccia l’Europa, invece di proteggerla

di Alvise Pozzi – 16/06/2015
 
Fonte: L’intellettuale dissidente
 
La nuova cortina di ferro minaccia la pace in Europa, perché non sancisce alcun confine inviolabile mentre incentiva le provocazioni.
 
Secondo fonti vicine al Pentagono l’America sarebbe pronta a inviare mezzi pesanti – carri armati Abrams, veicoli Bradley, Stryker e artiglieria – e fino a 5 mila soldati nelle basi NATO presenti nei Paesi dell’est Europa. La nuova brigata corazzata verrebbe inviata da Fort Hood in Texas ufficialmente per facilitare la rotazione di uomini e mezzi già presenti in Europa per difenderla dalle aggressioni russe. La notizia arriva in contemporanea con la rivelazione che un aereo da ricognizione russo pochi giorni fa ha sorvolato a bassa quota quattro navi NATO nel Mar Baltico, rimanendo a soli 150 metri dal loro ponte; una manovra “pericolosissima” di cui il Pentagono però non ha ancora mostrato il video in suo possesso. Insomma la solita propaganda mediatica dove le truppe americane devono essere dispiegate a difesa della libertà dell’Europa per fronteggiare l’aggressivo espansionismo dello zar di Mosca. Obama infatti, durante la conferenza stampa al termine del G7, spiegava che il presidente russo sta portando alla rovina la Russia “nello sforzo di ricreare i fasti dell’Impero Sovietico”. L’equazione è sempre la stessa: Putin, da buon ex agente del KGB, non ha mai accettato la caduta del muro e lavora indefessamente per la restaurazione dell’URSS.
 
Una sciocchezza di dimensioni colossali che non solo fa a pugni con tutte le dichiarazioni del presidente russo, ma si scontra anche con i fatti; però, a furia di essere ripetuta come battage pubblicitario, inizia a sembrare credibile a molti cittadini europei. È tuttavia comprensibile la frustrazione dell’amministrazione americana nel ritrovarsi nuovamente di fronte a una nazione che si oppone ai suoi progetti egemonici; che ha l’ardire di sfidarla all’ONU – come accaduto per la Siria – e che sta formando una coalizione di Paesi non proni al suo potere economico-finanziario. L’offensiva rabbiosa rivolta contro Mosca con tutti i mezzi – soft power e non – diventa sempre più aggressiva, più si rendono conto di non riuscire a cambiare la sua politica estera né di imporre il cambio di regime; anzi tutti gli sforzi in tale direzione non hanno fatto altro che cementare l’alleanza con la Cina, altro grande pericolo per l’Impero Americano. Così, dopo avere occupato Afghanistan e Irak, voler fare entrare Georgia e Ucraina nella NATO e installare lo scudo missilistico in Polonia, ora Washington si dice pronta a inviare uomini e mezzi proprio in quelle basi nell’est Europa che, secondo gli accordi stipulati nel ’91, non avrebbero mai neppure essere aperte; il tutto per difendersi dalla macchina bellica russa!
 
Non bastano le parole del presidente russo quando afferma che “solo un pazzo può pensare che la Russia entri in guerra con la NATO” e che basti vedere la percentuale di PIL di spesa militare americana per farsene una ragione; né che, indipendentemente dalla presenza americana sul territorio, un attacco a uno dei Paesi dell’Alleanza Atlantica obblighi gli altri a intervenire in sua difesa – perché a questo serviva in origine il patto -; e neppure il fatto che vi siano già 700 uomini, 20 carri armati in Lettonia, 10 F15 in Lituania e 300 uomini e 12 F16 nella base di Lask in Polonia. Per di più, oltre alla task force navale nel Mar Nero, al pattugliamento aereo congiunto nel Mar Baltico e alla creazione della Forza di Reazione Rapida, non si contano nemmeno le esercitazione effettuate a ridosso della frontiera russa e la presenza di almeno 100 istruttori per forze speciali impegnati sempre nei Paesi dell’ex blocco sovietico. Perché allora, a fronte di questi numeri, annunciare l’invio di altri uomini e mezzi?
 
La risposta è da trovarsi nell’ambito della guerra mediatica e, non a caso, giunge subito dopo la visita di Putin in Italia; occorre riaffermare il proprio dominio di potenza sugli alleati riottosi: imporre il rinnovo delle sanzioni, dissuadere chiunque pensi di sfilarsi dalla campagna per isolare la Russia, colpire con ogni mezzo la sua ambizione a mostrarsi “grande”. Evitare a ogni costo che il Papa decida di visitare il Cremlino, bloccare i mondiali di calcio del 2018 e dimostrarsi pronti ad armare i suoi acerrimi nemici e pazienza se tutto ciò non muti poi i rapporti di forza sul campo. La nuova cortina di ferro che è stata stesa nell’est però è molto più pericolosa di quella della Guerra Fredda perché, mentre quella non faceva altro che congelare dei confini di fatto inviolabili; questa è solo funzionale ad aumentare la tensione e a rassicurare gli alleati di “avere le spalle coperte” nelle proprie rivendicazioni. Un gioco pericolosissimo data l’elevata fobia anti-russa dei Paesi baltici, Polonia e dell’esecutivo ucraino, che ricorda più la situazione dell’Europa nel 1914; perché un novello Gavrilo Princip è già in agguato e si chiama Saakashvili.
 
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Prodi contro il referendum UE in Gran Bretagna “è inconcepibile”

come stupirsi del senso di democrazia del Pd? Un terzo governo non eletto è perfettamente concepibile per loro, purché ci siano loro al comando

 

lunedì, 22, giugno, 2015
 
“L’euroscettiscismo deriva dal fatto che non essendoci una politica comune ci si rifugia in quella nzionale”. Lo ha detto Roimano Prodi nel suo intervento davanti ai giovani universitari.
Il referendum della Gran Bretagna sulla permanenza in Ue? E’ la cosa “piu’ inconcepibile al mondo”, ha osservato l’ex presidente del Consiglio e ha sottolineato: cosi’ la Gran Bretagna “ha perso di potere a Bruxelles in modo colossale”.
 
Tutto ciò che è espressione di democrazia, per gli esponeti del Pd è inconcepibile.
L’effetto, ha spiegato, e’ che “gli altri Paesi si sono rifugiati sotto l’ombrello della Germnania”, e ha usato l’esempio, sul caso Gb, di chi e’ iscritto a un club ma annuncia pero’ che forse, dopo 4 anni, non si sa se lo si sara’ ancora.
“O ci si rende responsabili della collettivita’ europea o e’ chiaro che non si finisce bene”, ha anche detto. (AGI) .

Pd Roma, inchiesta «Un iscritto su dieci è falso>

eh l’importante è salvaguardare la democrazia dai populismi, ….
 
lunedì, 22, giugno, 2015
 
C’è un rapporto, sul Pd romano, che rischia di essere ancora più dirompente di quello presentato tre giorni fa dall’ex ministro Barca. E dice che un tesserato del partito su 10 è falso. Questo secondo dossier – che non si concentra sulle strutture territoriali dei circoli ma analizza direttamente gli iscritti – tra oggi e domani dovrebbe arrivare sulla scrivania del commissario dei dem capitolini, Matteo Orfini.
 
Il documento, ancora top-secret, riassume i risultati delle migliaia di telefonate fatte dal call-center dei Giovani democratici ai 15mila militanti che risultavano tesserati prima scoppiasse la bufera di Mafia Capitale. Un’indagine scrupolosa quella che Orfini, a dicembre scorso, ha assegnato all’organizzazione giovanile piddina, considerata una delle poche parti davvero «sane» di un partito da rifondare.
 
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Draghi: dobbiamo salvaguardare l’irreversibilità dell’Euro

se lo dice un banchiere, è un ordine. Meno male che le squadre euriste sono sempre ai loro posti di comando per combattere populismi/fascismi e chiunque contesti l’euro. Per i banchieri questo ed altro….
 
lunedì, 22, giugno, 2015
 
Quando si tratta dei clandestini, la UE dice che bisogna salvare le vite umane. Quando si tratta dei greci, ormai stremati e ridotti alla fame, bisogna prima di tutto salvare l’euro.
“Dobbiamo salvaguardare l’irreversibilità dell’Unione Monetaria”. E’ quanto afferma il presidente della Bce, Mario Draghi, nel giorno in cui viene consegnato il rapporto sulla road map per il futuro dell’ingreazione europea realizzato dallo stesso Draghi, e dai presidenti della Commissione europea, Consiglio europeo, Europarlamento ed Eurogruppo.
“Il rapporto indica come dobbiamo muoverci dal sistema attuale di coordinamento e di regole verso un assetto con decisioni all’interno di istituzioni comuni”. Draghi sottolinea che “dobbiamo realizzare un deciso balzo in avanti nell’integrazione europea. Abbiamo bisogno di intervenire sulle fragilità delle nostre economie e assicurare che la divergenza lascia il campo di nuovo alla convergenza”.