Colpo di Stato in Grecia

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 | 25 giugno 2015 | 

di Franco Berardi Bifo

Osservando giorno per giorno il comportamento del Fondo monetario internazionale e della Banca centrale europea, cominciamo a decifrare lo scenario:il sistema finanziario globale sta organizzando un colpo di stato in Grecia, e per realizzarlo umilia e affama milioni di persone, spingendole verso un disastro umanitario quale in Europa avremmo pensato di non vedere mai.

Quand’ero giovane leggevo con orrore delle popolazioni di villaggi polacchi o tedeschi che fingevano di non sapere che a cinquecento metri dalle loro case si gettava la gente nei forni crematori. Nei villaggi italiani francesi o tedeschi oggifacciamo finta di non sapere che si sta compiendo un pogrom di dimensioni continentali contro il popolo greco, e in altri luoghi si stanno svolgendo pogrom ai danni del popolo migrante, gettato nella guerra dalla follia bellicista dei francesi e ora respinto verso l’abisso.

La guerra che già rumoreggia ai confini d’Europa si prepara ad esplodere in ogni sua città per il futuro prossimo. Nazionalismi aggressivi tendono a diventare maggioranza in Italia, Francia, Austria, per tacere d’Olanda e d’Ungheria.

Le condizioni sociali precipitano verso la povertà di massa e la precarietà generalizzata. In questo scenario mi pongo alcune domande.

.Domanda uno: Può sopravvivere l’Unione europea?

RispostaNon può sopravvivere per la semplice ragione che l’Unione non esiste, e non è mai esistita, anche se ci abbiamo messo troppo tempo per capirlo. Da Maastricht in poi l’Unione non è nient’altro che un progetto finanziario di predazione della ricchezza sociale e di impoverimento dei lavoratori. Tutto il resto sono chiacchiere nelle quali siamo caduti.

L’aggressione finanziaria e il tentativo di umiliazione del governo greco sono prova evidente dell’inesistenza dell’Unione. Il fatto che non si sia manifestato alcun movimento di solidarietà con il popolo greco è prova che non vi è alcun popolo europeo: l’aggressione neoliberista ha distrutto ogni dimensione cosciente della società europea.

Ma a questo si aggiunge l’ottusità delle politiche europee nei confronti della popolazione migrante: la capitolazione del governo francese davanti al ricatto nazionalista, e il rifiuto generalizzato di condividere quote di immigrazione dimostrano che l’Unione non esiste. L’Unione europea è solo un fascio di crimini finanziari, di cinismo politico, e di viltà ignorante.

.Domanda due: Si può riformare l’Unione?

Risposta: La mia risposta è no, perché nazionalismo e razzismo sono la forza egemone in tutti i paesi europei con l’eccezione della Spagna e della Grecia. Noi – la sinistra, gli intellettuali, l’università, coloro che avrebbero dovuto rendere impossibile il ritorno della peste bruna in Europa – ne siamo responsabili: chi nel 2005 invitò francesi e olandesi a votare a favore di una finta costituzione europea che era sanzione definitiva della violenza neo-liberale porta la responsabilità di aver consegnato alla destra l’egemonia sociale che ora emerge invincibile. La peste bruna è in marcia in ogni villaggio di questo continente che è unito oggi come lo fu nel 1941.

.Domanda tre: Come se ne esce?

Risposta. Gli spiriti semplici indicano una soluzione sciocca: torniamo alla moneta nazionale. Come se la dracma o la lira potessero risolvere qualcosa perché finalmente potremmo svalutare e vendere molte merci a qualche pinguino. Gli spiriti semplici alla Bagnai non si rendono conto che il dramma non riguarda l’import-export, ma l’alternativa tra dittatura finanziaria globale e prospettiva di un rinascimento fondato sulla fine del Regime del Lavoro Salariato.
Lo sguardo collettivo è incapace di vedere la possibilità di quel Rinascimento, dunque quel Rinascimento non ci sarà. E nessuno sa come se ne esce.

Il ceto finanziario intendeva distruggere l’Europa, e ora l’Europa è distrutta. Ma al tempo stesso non c’è modo di uscire da un’Unione che non esiste. Nella fine sta il segreto dell’inizio. La politica europea non è mai stata altro che una chiacchiera vuota per allocchi. Mentre noi discettavamo di democrazia il potere finanziario costruiva l’unica Europa che sia mai esistita: un dispositivo per lo spostamento di reddito dalla società alle banche, per la riduzione del salario e la precarizzazione del lavoro. Null’altro che questo è stato l’Unione, e non si esce per via politica da una trappola che ha natura meramente finanziaria.

Domanda quattro: come si trasforma?

Risposta (che non ho e bisogna trovare). La più verosimile conclusione di questa storia sembra essere la guerra. E la guerra civile è ormai visibile non solo alla frontiera meridionale dove i cadaveri galleggiano sul mare, e alla frontiera orientale dove Putin annuncia lo schieramento di quaranta testate nucleari di nuova generazione, ma anche alla frontiera italo-francese, alla Stazione di Milano, e in cento città europee dove l’odio nazionalista si sta organizzando.

Prepararsi alla guerra, dunque. E qui viene la domanda più difficile di tutte: come si può aggiornare l’antico invito a trasformare la guerra imperialista in guerra civile rivoluzionaria?

 DA LEGGERE

La piazza e il palazzo: Syntagma e Syriza A. Fernández-Savater

Ogni volta che qualcuno ordina ai media di ridare la carica, il meccanismo dell’angoscia, puntuale, parte di nuovo: affonderà la Grecia? Chi salverà Atene? I mercati tornano ottimisti, poi però, in serata, s’innervosiscono. Volubili, volatili, permeabili. Tutta l’Europa trattiene il fiato ma poi: “Ultima spiaggia per Tsipras”, domani l’incontro con Juncker e Lagarde. Come andare a cena con gli squali. La Grecia affonda. Per Atene si apre uno spiraglio. Grexit inevitabile. Da Washington implorano: non regalate le splendide isole greche a Putin. Chi ci rimette col default? Gli ultimi giorni del tenebroso Varoufakis… Salutiamo l’attualità mediatica sfrenata del volo di avvoltoi sull’estenuato popolo ellenico con un’intervista, vecchia di qualche mese ma ancora interessante, utile, bella. Non è quella tra Tsipras e la Merkel la relazione dialettica che ci appassiona. Anche noi stiamo col fiato sospeso ma il punto di vista con cui guardiamo le cose è diverso. Lo racconta l’architetto Stavros Stavrides

L’umiliazione della Grecia Bruno Amoroso e Jesper Jespersen

Se la Grecia lascerà l’euro sarà il fallimento dell’Ue. I greci pagheranno per salvare la banche europee. Con le negoziazioni al collasso, le banche greche chiuderanno per alcuni giorni. Si tratterà allora di ridurre l’aumento dei poveri

I movimenti sociali e il governo di Syriza Theodoros Karyotis

Nelle assemblee delle cliniche solidali autogestite greche la discussione è accesa: vanno tappate le falle del sistema sanitario pubblico smantellato o serve un’alternativa di gestione della salute che vada oltre lo Stato?

Colpo di Stato in Greciaultima modifica: 2015-06-26T21:00:38+02:00da davi-luciano
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