Bilderberg 2015: a Telfs-Buchen, in Austria, è iniziato il simposio

DI QUALCHE GIORNO FA, MA I TG E ROBACCIA MAINSTREAM CERTO NON NE HA PARLATO E CERTO NON LO FARA’ L’ANTIFASCISTA DEMOCRATICA TRASPARENTE  LILLI GRUEBER

By Edoardo Capuano – Posted on 11 giugno 2015

Non meno di tre primi ministri europei saranno presenti, Paesi Bassi, Finlandia e Belgio. Discuteranno di “strategia europea” con il capo della Nato, Jens Stoltenberg, e il presidente austriaco, Heinz Fischer. Ci saranno due ministri delle finanze europei nella lista: quello olandese, l’altro George Osborne.

Quest’ultimo chiamato a dirigere il dicastero delle fiìnanze inglesi è un partecipante regolare del vertice Bilderberg, e quest’anno sarà a mostrare il suo bagliore post-elettorale. A differenza di quell’altro, partecipante regolare del Bilderberg, Ed Balls, che viene invitato a tornare, come “ex cancelliere ombra dello Scacchiere!.

La “patata calda” finanziaria europea, la Grecia, sarà all’ordine del giorno al convegno, ed è bene sapere che Benoît Coeuré, membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea, sarà lì per discutere con la massima privacy con le parti interessate, con i capi di Deutsche Bank, Lazard, Banco Santander e HSBC.

La “super-scandalo” HSBC e il “calamaro vampiro” preferito di tutti, Goldman Sachs, sono entrambi molto ben rappresentati alla conferenza di quest’anno. HSBC in particolare dal suo presidente, e dalla sua frenetica direttrice legale e membro del consiglio Rona Fairhead, che è anche nel consiglio della Pepsi&Co e presidente della BBC Trust. Buono a sapersi che la BBC sia in mani sicure.

Altri criminali della finanza inclusi nella lista sono il vicepresidente di BlackRock, il CEO di JP Morgan Asset Management e il presidente della Royal Bank of Canada, che è la più grande istituzione finanziaria del paese. Morgan Stanley sarà rappresentata a Telfs dal membro del consiglio Klaus Kleinfeld, che gestisce anche il terzo più grande produttore di alluminio al mondo, Alcoa.

Dal mondo dell’industria e della produzione ci sono alcuni grandi nomi. Il CEO di Michelin è stato invitato, insieme con il capo della Roche, il CEO di Royal Dutch Shell, il presidente della BP, il CEO di Siemens Austria e i responsabili dei diversi conglomerati industriali come Techint e Investor AB, società così grande che è difficile da classificare. Anche se il termine “gigantesco” potrebbe calzare bene.

Per Michael O’Leary, l’amministratore delegato di Ryanair invece si tratta di un passo inebriante nel “grande campionato” Avrà certamente da sviscerare alcune offerte “last minute” durante la cena con il capo di Airbus, Thomas Enders.

A parte le vacanze in aereo, Airbus è anche uno dei più grandi produttori di armi al mondo, e il programma della conferenza 2015 ha un distinto odore di guerra. Minacce, armi chimiche e la Nato sono entrambi argomenti che verranno trattati. “Per fortuna” il capo della Nato è lì per discuterne.

Come sempre, la politica estera avrà la parte principale nell’incontro. Il terrorismo e l’Iran entrambi saranno nell’ agenda di quest’anno, ed i partecipanti possono aspettarsi un briefing di alto livello con un alto funzionario del Dipartimento di Stato come il genetale John R Allen, inviato presidenziale speciale e responsabile per la Coalizione Globale contro l’ISIS. Ed è probabile che il tema della Russia sarà di interesse per il ministro della Difesa tedesco e vice ministro della difesa, entrambi i quali hanno trovato il tempo di questa settimana di essere in Telfs. Come ha il capo dei servizi di intelligence danese, che probabilmente avrà un ruolo da svolgere nella sessione di sicurezza informatica.

Infine, vale la pena notare la crescente presenza di Google al Bilderberg. Il Presidente esecutivo della società, Eric Schmidt, è nel comitato direttivo del gruppo; sarà lui a essere chiamato in Austria dal suo vice-presidente per l’ingegneria, la tecnologia e progetti all’avanguardia, e il vice-presidente di ingegneria per Google DeepMind. Presumibilmente, saranno i leader della sessione sull’intelligenza artificiale.

Argomento che sarà ascoltato con grande interesse da Peter Thiel, fondatore di PayPal e direttore di Facebook, mentre continua la sua missione per “fondersi con i computer”. Ma questa è un’altra storia.

Per ora, la storia è: Bilderberg 2015 con una lista estremamente potente di partecipanti, con un gran numero di politici di alto livello e personaggi pubblici. Con i partecipanti molto importanti, e un programma che contiene così tanti temi caldi, la conferenza politica di Telfs sicuramente sarà coperta dai media in modo approfondito. Ma sono sicuro invece che non lo sarà per ragioni che mi sfuggono.

 LA LISTA DEI PARTECIPANTI

Castries, Henri de Chairman and CEO, AXA Group FRA
     
Achleitner, Paul M. Chairman of the Supervisory Board, Deutsche Bank AG DEU
Agius, Marcus Non-Executive Chairman, PA Consulting Group GBR
Ahrenkiel, Thomas Director, Danish Intelligence Service (DDIS) DNK
Allen, John R. Special Presidential Envoy for the Global Coalition to Counter ISIL, US Department of State USA
Altman, Roger C. Executive Chairman, Evercore USA
Applebaum, Anne Director of Transitions Forum, Legatum Institute POL
Apunen, Matti Director, Finnish Business and Policy Forum EVA FIN
Baird, Zoë CEO and President, Markle Foundation USA
Balls, Edward M. Former Shadow Chancellor of the Exchequer GBR
Balsemão, Francisco Pinto Chairman, Impresa SGPS PRT
Barroso, José M. Durão Former President of the European Commission PRT
Baverez, Nicolas Partner, Gibson, Dunn & Crutcher LLP FRA
Benko, René Founder, SIGNA Holding GmbH AUT
Bernabè, Franco Chairman, FB Group SRL ITA
Beurden, Ben van CEO, Royal Dutch Shell plc NLD
Bigorgne, Laurent Director, Institut Montaigne FRA
Boone, Laurence Special Adviser on Financial and Economic Affairs to the President FRA
Botín, Ana P. Chairman, Banco Santander ESP
Brandtzæg, Svein Richard President and CEO, Norsk Hydro ASA NOR
Bronner, Oscar Publisher, Standard Verlagsgesellschaft AUT
Burns, William President, Carnegie Endowment for International Peace USA
Calvar, Patrick Director General, DGSI FRA
Castries, Henri de Chairman, Bilderberg Meetings; Chairman and CEO, AXA Group FRA
Cebrián, Juan Luis Executive Chairman, Grupo PRISA ESP
Clark, W. Edmund Retired Executive, TD Bank Group CAN
Coeuré, Benoît Member of the Executive Board, European Central Bank INT
Coyne, Andrew Editor, Editorials and Comment, National Post CAN
Damberg, Mikael L. Minister for Enterprise and Innovation SWE
De Gucht, Karel Former EU Trade Commissioner, State Minister BEL
Dijsselbloem, Jeroen Minister of Finance NLD
Donilon, Thomas E. Former U.S. National Security Advisor; Partner and Vice Chair, O’Melveny & Myers LLP USA
Döpfner, Mathias CEO, Axel Springer SE DEU
Dowling, Ann President, Royal Academy of Engineering GBR
Dugan, Regina Vice President for Engineering, Advanced Technology and Projects, Google USA
Eilertsen, Trine Political Editor, Aftenposten NOR
Eldrup, Merete CEO, TV 2 Danmark A/S DNK
Elkann, John Chairman and CEO, EXOR; Chairman, Fiat Chrysler Automobiles ITA
Enders, Thomas CEO, Airbus Group DEU
Erdoes, Mary CEO, JP Morgan Asset Management USA
Fairhead, Rona Chairman, BBC Trust GBR
Federspiel, Ulrik Executive Vice President, Haldor Topsøe A/S DNK
Feldstein, Martin S. President Emeritus, NBER; Professor of Economics, Harvard University USA
Ferguson, Niall Professor of History, Harvard University, Gunzberg Center for European Studies USA
Fischer, Heinz Federal President AUT
Flint, Douglas J. Group Chairman, HSBC Holdings plc GBR
Franz, Christoph Chairman of the Board, F. Hoffmann-La Roche Ltd CHE
Fresco, Louise O. President and Chairman Executive Board, Wageningen University and Research Centre NLD
Griffin, Kenneth Founder and CEO, Citadel Investment Group, LLC USA
Gruber, Lilli Executive Editor and Anchor “Otto e mezzo”, La7 TV ITA
Guriev, Sergei Professor of Economics, Sciences Po RUS
Gürkaynak, Gönenç Managing Partner, ELIG Law Firm TUR
Gusenbauer, Alfred Former Chancellor of the Republic of Austria AUT
Halberstadt, Victor Professor of Economics, Leiden University NLD
Hampel, Erich Chairman, UniCredit Bank Austria AG AUT
Hassabis, Demis Vice President of Engineering, Google DeepMind GBR
Hesoun, Wolfgang CEO, Siemens Austria AUT
Hildebrand, Philipp Vice Chairman, BlackRock Inc. CHE
Hoffman, Reid Co-Founder and Executive Chairman, LinkedIn USA
Ischinger, Wolfgang Chairman, Munich Security Conference INT
Jacobs, Kenneth M. Chairman and CEO, Lazard USA
Jäkel, Julia CEO, Gruner + Jahr DEU
Johnson, James A. Chairman, Johnson Capital Partners USA
Juppé, Alain Mayor of Bordeaux, Former Prime Minister FRA
Kaeser, Joe President and CEO, Siemens AG DEU
Karp, Alex CEO, Palantir Technologies USA
Kepel, Gilles University Professor, Sciences Po FRA
Kerr, John Deputy Chairman, Scottish Power GBR
Kesici, Ilhan MP, Turkish Parliament TUR
Kissinger, Henry A. Chairman, Kissinger Associates, Inc. USA
Kleinfeld, Klaus Chairman and CEO, Alcoa USA
Knot, Klaas H.W. President, De Nederlandsche Bank NLD
Koç, Mustafa V. Chairman, Koç Holding A.S. TUR
Kogler, Konrad Director General, Directorate General for Public Security AUT
Kravis, Henry R. Co-Chairman and Co-CEO, Kohlberg Kravis Roberts & Co. USA
Kravis, Marie-Josée Senior Fellow and Vice Chair, Hudson Institute USA
Kudelski, André Chairman and CEO, Kudelski Group CHE
Lauk, Kurt President, Globe Capital Partners DEU
Lemne, Carola CEO, The Confederation of Swedish Enterprise SWE
Levey, Stuart Chief Legal Officer, HSBC Holdings plc USA
Leyen, Ursula von der Minister of Defence DEU
Leysen, Thomas Chairman of the Board of Directors, KBC Group BEL
Maher, Shiraz Senior Research Fellow, ICSR, King’s College London GBR
Markus Lassen, Christina Head of Department, Ministry of Foreign Affairs, Security Policy and Stabilisation DNK
Mathews, Jessica T. Distinguished Fellow, Carnegie Endowment for International Peace USA
Mattis, James Distinguished Visiting Fellow, Hoover Institution, Stanford University USA
Maudet, Pierre Vice-President of the State Council, Department of Security, Police and the Economy of Geneva CHE
McKay, David I. President and CEO, Royal Bank of Canada CAN
Mert, Nuray Columnist, Professor of Political Science, Istanbul University TUR
Messina, Jim CEO, The Messina Group USA
Michel, Charles Prime Minister BEL
Micklethwait, John Editor-in-Chief, Bloomberg LP USA
Minton Beddoes, Zanny Editor-in-Chief, The Economist GBR
Monti, Mario Senator-for-life; President, Bocconi University ITA
Mörttinen, Leena Executive Director, The Finnish Family Firms Association FIN
Mundie, Craig J. Principal, Mundie & Associates USA
Munroe-Blum, Heather Chairperson, Canada Pension Plan Investment Board CAN
Netherlands, H.R.H. Princess Beatrix of the NLD
O’Leary, Michael CEO, Ryanair Plc IRL
Osborne, George First Secretary of State and Chancellor of the Exchequer GBR
Özel, Soli Columnist, Haberturk Newspaper; Senior Lecturer, Kadir Has University TUR
Papalexopoulos, Dimitri Group CEO, Titan Cement Co. GRC
Pégard, Catherine President, Public Establishment of the Palace, Museum and National Estate of Versailles FRA
Perle, Richard N. Resident Fellow, American Enterprise Institute USA
Petraeus, David H. Chairman, KKR Global Institute USA
Pikrammenos, Panagiotis Honorary President of The Hellenic Council of State GRC
Reisman, Heather M. Chair and CEO, Indigo Books & Music Inc. CAN
Rocca, Gianfelice Chairman, Techint Group ITA
Roiss, Gerhard CEO, OMV Austria AUT
Rubin, Robert E. Co Chair, Council on Foreign Relations; Former Secretary of the Treasury USA
Rutte, Mark Prime Minister NLD
Sadjadpour, Karim Senior Associate, Carnegie Endowment for International Peace USA
Sánchez Pérez-Castejón, Pedro Leader, Partido Socialista Obrero Español PSOE ESP
Sawers, John Chairman and Partner, Macro Advisory Partners GBR
Sayek Böke, Selin Vice President, Republican People’s Party TUR
Schmidt, Eric E. Executive Chairman, Google Inc. USA
Scholten, Rudolf CEO, Oesterreichische Kontrollbank AG AUT
Senard, Jean-Dominique CEO, Michelin Group FRA
Sevelda, Karl CEO, Raiffeisen Bank International AG AUT
Stoltenberg, Jens Secretary General, NATO INT
Stubb, Alexander Prime Minister FIN
Suder, Katrin Deputy Minister of Defense DEU
Sutherland, Peter D. UN Special Representative; Chairman, Goldman Sachs International IRL
Svanberg, Carl-Henric Chairman, BP plc; Chairman, AB Volvo SWE
Svarva, Olaug CEO, The Government Pension Fund Norway NOR
Thiel, Peter A. President, Thiel Capital USA
Tsoukalis, Loukas President, Hellenic Foundation for European and Foreign Policy GRC
Üzümcü, Ahmet Director-General, Organisation for the Prohibition of Chemical Weapons INT
Vitorino, António M. Partner, Cuetrecasas, Concalves Pereira, RL PRT
Wallenberg, Jacob Chairman, Investor AB SWE
Weber, Vin Partner, Mercury LLC USA
Wolf, Martin H. Chief Economics Commentator, The Financial Times GBR
Wolfensohn, James D. Chairman and CEO, Wolfensohn and Company USA
Zoellick, Robert B. Chairman, Board of International Advisors, The Goldman Sachs Group USA

 Fonte: nuovoilluminismo.com

http://www.ecplanet.com/node/4669

L’ISLANDA PREFERISCE METTERE I BANCHIERI IN PRIGIONE PIUTTOSTO CHE SALVARLI – E LA STRATEGIA FUNZIONA

esattamente come la magnifica europa dei popoli vero? Despoti cattivi, imprigionano i banchieri.
L’europa fa approvare il BAIL IN

By admin  /   17 giugno, 2015  
 
DI MATTHEW YGLESIAS
 
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Il primo ministro islandese, Sigmundur Gunnlaugsson, ha annunciato il piano che costituisce essenzialmente il capitolo conclusivo della strategia adottata dal suo paese per la gestione della crisi finanziaria – un approccio che deviava parecchio dalle preferenze delle élite finanziarie globali e che ha funzionato piuttosto bene. Invece di abbracciare l’ortodossia dei salvataggi bancari, dell’austerità e della bassa inflazione, l’Islanda ha fatto esattamente l’opposto.
 
E nonostante la sua economia fosse stata colpita dalla crisi bancaria forse più duramente di qualsiasi altra nel mondo, ciò non ha avuto una ripercussione poi così grande sull’occupazione che comunque è stata oggetto di una grande ripresa.
 
Quanto grande? Bè, è sufficiente paragonare l’evoluzione del tasso di disoccupazione in Islanda con ciò che è successo in Irlanda, il fiore all’occhiello delle Persone Molte Serie:
 
Oppure effettuate un paragone con gli Stati Uniti:
 
 
Come ci sono riusciti?
 
Lasciare che le banche falliscano
 
Per iniziare, piuttosto che affannarsi a mobilizzare risorse pubbliche per assicurarsi che le banche non venissero meno alle proprie obbligazioni, l’Islanda ha lasciato che le banche fallissero. I dirigenti della banca più importante del paese sono stati perseguiti penalmente.
 
Rigettare l’austerità
 
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Nonostante ciò, l’Islanda venne colpita da una grave recessione che diede luogo ad una crescita incontrollata del rapporto tra debito e PIL. Ma anche dopo diversi anni di costante incremento, il governo non cedette al panico. Decise invece di dare priorità alla ripresa. E quando la ripresa era ormai stata avviata e il rapporto debito – PIL aveva iniziato a ridursi, il governo fece in modo che si riducesse in modo graduale.
 
Svalutare e accettare l’inflazione
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Non esistono pasti gratis nella vita, e nessun paese si riprende da una grave recessione senza poter evitare che accadano anche delle brutte cose. Ma mentre la maggior parte dei paesi sviluppati ha subito anni di disoccupazione insostenibilmente elevata abbinata ad un’inflazione esageratamente bassa, l’Islanda ha fatto il contrario. Ha lasciato che il valore della propria moneta sprofondasse, il che ha condotto naturalmente a prezzi più alti.
 
Il risultato di ciò è stato un rapido riguadagnare terreno nei mercati internazionali delle industrie esportatrici del paese. La disoccupazione è salita, ma si è poi fermata ad un modesto 7,6% prima di scendere in modo costante fino a raggiungere livelli molto bassi. Negli Stati Uniti e in Europa, la priorità è stata data ad al mantenimento di una inflazione bassa al fine di proteggere i patrimoni dei benestanti. L’Islanda ha dato invece priorità all’occupazione ed è stata una scelta che ha funzionato.
 
Imporre controlli temporanei sui movimenti di capitale
 
In un contesto di insolvenze bancarie e valute che sprofondano, il governo islandese ha ritenuto necessario l’imposizione di un’ulteriore misura – i “capital controls”, ossia regolamentazioni che limitano l’abilità dei cittadini islandesi di portare fuori dal paese il loro denaro. Questo rappresenta una seria violazione dell’ortodossia del libero mercato. Costituisce inoltre una grossa scocciatura per le persone normali nelle loro attività ordinarie nonché un ostacolo alla creazione di nuove imprese. In alcuni paesi come l’Argentina questo tipo di controlli sul capitale ha incoraggiato il diffondersi di corruzione e malaffare.
 
Questo ha portato alcuni a concludere che non importa quanto bene possano funzionare da un punto di vista economico le politiche eterodosse, poiché esse sono destinate in definitiva al fallimento sul piano politico.
 
L’Islanda è prova del fatto che questo non è il caso. Azzeccare la giusta politica è difficile, ma può essere fatto. E il vantaggio che deriva dal fare la cosa giusta – svalutare in modo massiccio la moneta, imporre controlli ai movimenti di capitale per limitare le conseguenze negative e poi terminare i controlli una volta che l’economia si è ripresa – può essere enorme. L’Islanda ha trascorso 7 o 8 anni difficili, ma lo stesso vale per tanti altri paesi. Adesso però le cose stanno iniziando ad assumere un aspetto positivo perché i leader del paese hanno avuto la saggezza di rigettare gli elementi di quella saggezza convenzionale e compiaciuta di sé che altrove hanno dato prova di essere così nocivi.
 
MATTHEW YGLESIAS
 
Fonte: www.vox.com
 
 
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di HAIZE78
 

Il vero volto dell’austerity e dei suoi “integerrimi” sostenitori. Il curriculum di J. C. Junker (neo Presidente della CE)

art di qualche mese fa, tanto per ricordare che razza di personaggi e di mafia sostengono gli europeisti (quelli che strillano contro i “populismi degli euroscettici”)

 
By admin  /   9 novembre, 2014 
di Gengis Kant
 
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                                       Jean Claude Juncker
 
J. C. Junker è il nuovo presidente della Commissione europea.
 
Juncker è stato primo ministro del Granducato (l’unico granducato al mondo!) di Lussemburgo per diciotto anni, un caso di rimarchevole longevità politica, quasi pari a quella di Greenspan alla Fed e di quella di alcuni dittatori africani. Il Lussemburgo è grande come tre quarti della Val d’Aosta, ha una popolazione inferiore a quella di Genova ed il PIL pro capite più alto al mondo (2012). Pochi, ricchi, felici. Come fanno?
 
L’86% della ricchezza è data da servizi ed in particolare dalle 152 banche che ivi risiedono, più le finanziarie, i fondi e le 9000 holding che si godono il vantaggioso ecosistema lussemburghese. Questo irreprensibile paesino, già inserito nella lista grey dei paradisi fiscali e che ha il più alto indice al mondo di corruzione percepita, ha eletto ripetutamente Juncker a suodominus, un personaggio molto amato in tutto il mondo dato che ben 15 paesi gli hanno voluto riconoscere gran croci e decorazioni al merito e ben più di cinquanta istituzioni accademiche gli hanno tributato premi, menzioni, lauree honoris causa.
 
È stato anche presidente dell’Eurogruppo per otto annigovernatore della Banca Mondiale per sei ed anche governatore al FMI. Questo avvocato che non ha mai esercitato la professione, piace alla gente che piace. Perché?
 
Ecco quiuna ricerchina condotta dallIcij, il consorzio internazionale dei giornalisti investigativi uscita giusto ieri, dopo che il nostro eroe aveva ironizzato su Renzi ma anche su Cameron (ahi, ahi, ahi mr. Juncker!). Le 28.000 pagine di documenti riservati setacciate da più di 80 giornalisti di 26 diversi paesi, scoprono l’ovvio: il Lussemburgo è un centro di sistematica evasione fiscale. Pepsi, IKEA, FedEx ed altre 340 compagnie internazionali hanno avuto accordi segreti diretti con il paradiso centro-europeo, per minimizzare il loro prelievo fiscale.
 
Quindi, il capo di questa associazione a delinquere che ha forma addirittura stato-nazionale è stato eletto da centro-destra e centro-sinistra continentali a capo dell’Europa e da questa posizione continuerà ad impartire le lezioni su rigore, restrizione dei diritti, sacrifici, deregolamentazioni per fare crescita, ovvero profitto per attori che poi porteranno i sudati proventi della loro stimata intraprendenza in Lussemburgo dove verrà garantito allo 0,1% della popolazione continentale un futuro di benessere ed agio in base al fatto che lì si applicano leggi speciali e tasse minime.
 
Sono previste anche bacchettate agli stati che spendono più di quanto incassano, stante che quanto incassano è meno di quanto potrebbero visto che le grandi imprese pagano le loro tasse direttamente a Juncker.
 
A raccontarlo uno non ci crederebbe.
 
Fonte: Megachip
 
titolo originale: “Chi è Juncker, il nuovo presidente della Commissione Europea”

EODE CE 20 JUIN 2015 SUR LA TV D’ÉTAT IRANIENNE FRANCOPHONE SAHAR TV …

LUC MICHEL (depuis Bruxelles) et 

FABRICE BEAUR (SG de EODE, depuis Sotchi, Russie)

dans l’émission “Reportage”

présentée par le journaliste iranien Ahmad NOKHOSTINE

sur la TV d’état iranienne francophone SAHAR TV

http://francophone.sahartv.ir/

 Thème :

Le choc Russie/USA et Bloc atlantique.

Les sanctions anti-russes et les contre sanctions russes.

La réponse stratégique russe.

EODE PO - LM & FB confrontation USA-Russie SAHAR TV (2015 06 20) FR (1)

L’émission complète en Video sur le Website de SAHAR TV :

http://francophone.sahartv.ir/video/Mosco-développ-so-arsena-nucléaire-l’Occiden-réagit-8507

EODE PO - LM & FB confrontation USA-Russie SAHAR TV (2015 06 20) FR (2)

“REPORTAGE” …

Suivez les correspondants de la chaîne francophone SAHAR TV aux quatre coins du monde afin de vous tenir au courant des dernières évolutions dans le monde. Sans aucune dépendance à des chaînes d’information mondiales ou occidentales, les correspondants de SAHAR TV vous rapportent des vérités cachées d’une façon transparente …

 * Bientôt disponible en vision/téléchargement

sur le Website de EODE-TV …

 EODE-TV / EODE PRESS OFFICE /

___________________________

EODE- Eurasian Observatory for Democracy and Elections

http://www.eode.org/

https://www.facebook.com/EODE.org

EODE-TV sur Vimeo: https://vimeo.com/eodetv

LUC MICHEL PARLE DU PANAFRICANISME ET DE L’UNION AFRICAINE SUR AFRIQUE MEDIA ET CITOYEN TV

PCN-TV/ 2015 06 16/

 Video sur : https://vimeo.com/131012039

PCN-TV - AM & CITOYEN TV lm panafricanisme et ua (2015 06 16) FR

Sur AFRIQUE MEDIA TV, dans l’émission LE BOUQUET SPECIAL (13 juin 2015), Luc MICHEL parle (à 1 min 01) du Panafricanisme et du rôle que pourrait jouer l’Union Africaine dans la réalisation des buts panafricanistes …

 Extrait monté et rediffusé par CITOYEN TV

Dans LE JOURNAL CITOYEN de ce 16 mai 2015

 PCN-SPO / PCN-TV /

______________________

https://vimeo.com/pcntv

https://www.facebook.com/PCN.NCP.TV

LUC MICHEL: IMPASSE POLITIQUE EN COTE D’IVOIRE

LUC MICHEL SUR ‘AFRIQUE MEDIA TV’

Le duplex de Bruxelles avec ‘Afrique Media TV’ de ce 21 juin 2015

Filmé en direct par EODE-TV à Bruxelles

(images brutes, non montées)

 EODE-TV - AMTV LM impasse en RCI (2015 06 21) FR

Luc MICHEL analyse l’impasse politique suscitée par les manœuvres de Ouattara en Côte d’Ivoire …

 Video intégrale sur : https://vimeo.com/131381113

 Luc MICHEL sur AFRIQUE MEDIA TV

dimanche 21 juin 2015 dans le ‘Débat panafricain’

avec Bachir Mohamed Ladan.

 EODE-TV / EODE PRESS OFFICE /

___________________________

EODE- Eurasian Observatory for Democracy and Elections

http://www.eode.org/

https://www.facebook.com/EODE.org

EODE-TV sur Vimeo: https://vimeo.com/eodetv

LUC MICHEL : LA GUERRE ECLAIR ENTRE ‘AFRIQUE MEDIA TV’ ET LA CNC SE TERMINE PAR LA DEROUTE DELA FRANCAFRIQUE ET DES ‘ESCLAVES DE REDACTION’ !

Lire l’édito de Luc MICHEL dans le n°53 (18 juin 2015) de

NHM – HORIZONS NOUVEAUX MAGAZINE/

Luc MICHEL pour NHM (Cameroun)/

Avec PCN-SPO/ 2015 06 18/

NHM - LM EDITO cnc vs afrique media (2015 06 18) FR (1)

« Il y a aussi des traîtres en Afrique. Nous connaissons le discours romain sur le châtiment des traîtres. Nous n’épargnerons pas les traîtres »

– Obiang Gnuema Mbassogo, Président de Guinée Equatoriale

(discours ce 12 juin sur la RTVGE)

NHM - LM EDITO cnc vs afrique media (2015 06 18) FR (2)

Le président équato-guinéen parlait il y a quelques jours des traîtres à l’Afrique qui ne “seront pas épargnés”. Ni par les africains ni par l’Histoire. Il a raison et l’Affaire « Afrique Media vs CNC » lui donne raison !

NHM - LM EDITO cnc vs afrique media (2015 06 18) FR (3)

LES 4 MENSONGES DU VICE-PRESIDENT DE LA CNC

Après les manoeuvres du Quai d’Orsay et de CanalSat, les barbouzeries en tous genres (contre Afrique Media, son PDG et moi-même, notamment), la mise sur satellite français de télévisions de diversion chargées via des traîtres de déstabiliser Afrique Média et de semer la confusion (ces télévisions qui osent parler de “panafricanisme” et font chaque jour la publicité stipendiée du fleuron de la Françafrique, le régime Ouattara), voilà Peter Essoka de la CNC qui osait accuser notre TV panafricaine de “déstabiliser le Cameroun” (sic) !

OUI VOUS AVEZ BIEN LU !

Ce ne sont pas Boko Haram, les réseaux de la FRANCAFRIQUE ou la “nouvelle presse africaine” made in USA (qui insulte chaque jour le président Biya), les ONG spécialisées dans les changements de régime, qui déstabilisent le Cameroun. C’est Afrique Media selon les ‘nègres de maison’ ou plutôt les ‘nègres de rédaction’ (puisque ces messieurs sont des journalistes) de la CNC !!!

On notera à la fin les curieuses méthodes de la CNC qui reconnaissait n’avoir pas encore signifié des interdictions professionnelles, qui sont la négation même de la liberté de la presse, de la liberté d’expression et d’un état de droit, alors que tous les médias camerounais hostiles à AFRIQUE MEDIA en disposaient depuis de nombreux jours et tiraient à boulets rouges sur la chaîne panafricaine (on voulait vraisemblablement semer la panique) …

Le vice-président de la CNC jouait au donneur de leçons, menaçait. « Je prépare les notifications » disait-il avec une arrogance autiste. Mais AFRIQUE MEDIA TV ne pliait pas et continuait à diffuser. Et la colère de la rue montait et montait …

* A lire pour connaître les mensonges et les sophismes de Peter Essoka de la CNC (le titre de nos confrères est lui malheureux, car aucune vérité là dedans contre AFRIQUE MEDIA) :

http://cameroonvoice.com/news/article-news-19110.html

UN AXE CNC-QUAI DORSAY CONTRE AFRIQUE MEDIA ?

VOICI LA PHOTO DU VICE-PRÉSIDENT DU CNC AVEC L´AMBASSADRICE DE FRANCE AU CAMEROUN QUI ENFLAMME LES RESEAUX SOCIAUX …

Beaucoup se sont demandés d´où pouvait venir le coup de la suspension pour un mois de la chaîne de télévision panafricaine Afrique Media ?

Voici un élément de réponse ! Sur la photo le vice-président du CNC (le Conseil national de la communication), le journaliste à la retraite, Peter Essoka et l´ambassadrice de France au Cameroun Christine Robichon en train de prendre un verre (très amical) ensemble.

On se souvient alors que la France coloniale avait protesté à plusieurs reprises du traitement qui lui est réservé sur la chaîne AFRIQUE MEDIA et avait d´ailleurs exigé et obtenu le retrait d´AFRIQUE MEDIA du bouquet satellitaire français Canal SAT.

Le CNC aurait-il reçu mission de neutraliser la chaîne panafricaine Afrique Media ? Juste avant la grande tournée africaine du président Hollande ???

ET VOILA LA VICTOIRE !

LA JUSTICE CONTRE L’INIQUITE DE LA CNC …

Mais la Chambre administrative de la Cour d’Appel suprême du Cameroun a désavoué le CNC et annulé la suspension de AFRIQUE MEDIA et de ses journalistes Juliana TADDA et Bachir Mohamed LADAN !

La forte émotion et l’indignation qui ont soulevé depuis plusieurs jours le peuple du Cameroun ont sans doute pesé lourd dans la balance. La colère contre les fantoches iniques, ces ‘esclaves de maison ou de rédaction’ qui se couchent devant cette Françafrique épuisée, de la CNC aussi. AFRIQUE MEDIA TV c’est la Télévision du peuple. Certains viennent de le comprendre !

 COURAGE FUYONS !

 Au CNC on n’assume pas. Le président du CNC n’est pas visible en ce moment, « il est à une réunion à l’étranger dès ce dimanche pour une semaine » dit le secrétariat de la CNC.

On appelle çà en langage direct “courage fuyons”.

Le CNC, et derrière lui le Quai d’Orsay et une partie de l’establishment camerounais issu de la Françafrique, n’avais ni compris ni prévu l’immense popularité de AFRIQUE MEDIA.

C’est la pression directe de la rue, et la colère palpable sur les réseaux, qui a fait reculer la Cour d’Appel.

 PAS DE PARDON POUR LES 5e COLONNES AFRICAINES !

 Avis aux traîtres vendus à Washington, Paris ou Berlin, à ceux qui attaquent et diffament Afrique Media, aux affamés aigris qui se servent du Panafricanisme pour le trahir. L’Histoire et les masses africaines n’oublieront pas, ne pardonneront pas  …

 Luc MICHEL

Administrateur-général d’EODE-TV

(partenaire de AM à Bruxelles, Paris et Moscou)

Paneliste et Producteur sur AFRIQUE MEDIA

https://www.facebook.com/Pcn.luc.Michel/timeline

___________________________

 # Le n° 53 de NHM gratuit en pdf en écrivant à léditeur

Pierre Claver Nkodo : horizonsnouveauxmaginter@gmail.com

LONDRES, PARIS ET BRUXELLES VISENT LES AVOIRS ETATIQUES RUSSES EN GRANDE-BRETAGNE, FRANCE ET EN BELGIQUE. ET CIBLENT PARTICULIEREMENT LES MEDIAS RUSSES !

PCN-SPO/ Focus / 2015 06 19/ Focus : Le fait du jour décrypté par Luc MICHEL

pour le Service de Presse du PCN / PCN-SPO

http://www.scoop.it/t/pcn-spo

https://www.facebook.com/PCN.NCP.press.office

LM - FOCUS saisie des avoirs russes (2015 06 19) FR

Lu sur le Site de SPUTNIK NEWS (Moscou)

Ce 19 juin 2015 :

« Notre compte en France a été bloqué. Quant à d’autres pays, après cet incident en France, l’agence a pris des mesures pour y empêcher la suspension des émissions radio et en ligne, a indiqué jeudi la rédactrice en chef de Rossiya Segodnya, Margarita Simonian ».

 # Une nouvelle affaire intervient dans un contexte de tensions déjà très fortes entre les Occidentaux et la Russie qui s’affrontent dans le dossier ukrainien : la saisie ou mise sous séquestre des avoirs russes en Grande-Bretagne, France et Belgique. L’intégration par la Russie de la République autonome de Crimée (et de la Ville autonome de Sébastopol) en mars 2014, suivie du conflit dans l’est de l’Ukraine ouvert par Kiev, ont servit de prétexte aux Européens, sur ordres des Américains, à adopter des sanctions contre Moscou. En retour, le Kremlin a instauré un embargo sur les produits alimentaires européens et américains.

 Voici une nouvelle affaire, provocation anti-russe hautement politisée, qui n’arrangera rien. A l’origine l’action de l’ex Groupe Ioukos de l’oligarque Khodorkovski, prédateur économico-financier et agent américain en Russie, qui voulait livrer le pétrole russe à Exxon et déstabiliser la reconstruction de l’Etat russe par le président Poutine …

 QUI VEUT FAIRE TAIRE LA VOIX DELA RUSSIE :

LES MEDIAS RUSSES PARTICULIEREMENT CIBLES !

 Des huissiers de justice français ont donc commencé à geler des actifs russes en France, en application d’une décision de la Cour permanente d’arbitrage de La Haye, et ce au moment même où se tient l’ouverture du Forum Economique de Saint-Pétersbourg. Ce qui n’est pas un hasard !

 La mesure a commencé par la presse russe, RT, TASS, SPUTNIK, dont le budget est modeste comparé à sa portée aussi symbolique qu’informationnelle. “Le gouvernement français se plaint, à mots couverts, du succès des médias russes. Pourtant, il finance directement des médias français (France-télévision, France-24, et indirectement TV5) et indirectement via sa contribution au budget européen qui alimente des chaînes européennes de télévision. De ce point de vue, on ne peut accuser un pays de +faire de la propagande+ en France quand on fait exactement la même chose dans ce pays”, commente Sputnik News. « Il est temps que les autorités françaises acceptent la présence sur leur territoire de chaînes étrangères comme un effet du pluralisme, s’ils se disent être attachés à des valeurs démocratiques. Et puisque les médias russes ne sont pas blâmés pour avoir violé la loi, ni de faire l’apologie de la haine ou du meurtre, ils ont le droit à la liberté d’expression », souligne encore l’Agence russe.

Ce jeudi déjà des huissiers de justice en France avaient bloqué le compte de l’agence Rossiya Segodnya. “Notre compte en France a été bloqué. Quant à d’autres pays, après cet incident en France, l’agence a pris des mesures pour y empêcher la suspension des émissions radio et en ligne”, a indiqué jeudi la rédactrice en chef de Rossiya Segodnya, Margarita Simonian.

A cela s’ajoute des opérations de désinformation des médias occidentaux. « La France a saisi le bâtiment de l’agence Rossiya Sogdnya suite à ladite action », communique  le magazine Forbes, citant une source proche des actionnaires de Ioukos. Pourtant, “malgré les affirmations des médias, le bâtiment de l’agence à Paris n’a pas été saisi, car Rossiya Segodnya ne possède pas de bâtiments dans la capitale française. Les locaux nécessaires au travail de son personnel ont été loués à la direction fédérale chargée de gérer les biens publics russes à l’étranger Goszagransobstennost”, a annoncé le service de presse. “J’ignore quelles sont les sources utilisées par l’ex-société Ioukos, qui ont fourni au magnifique magazine Forbes les informations selon lesquelles le bâtiment de la chaîne RT a été saisi à Paris. Je déclare en toute responsabilité que RT n’a jamais possédé de bâtiment ni même de chaîne de télévision à Paris. Un grand salut aux journalistes de Forbes”, a indiqué Mme Simonian à RIA Novosti.

Les biens et les avoirs de l’agence d’information TASS ont également fait l’objet d’une saisie. “Les biens de TASS à l’étranger sont également visés par cette mesure répressive, car ils appartiennent à la Fédération de Russie. Nous avons entrepris les démarches nécessaires dans le cadre de la politique générale menée par l’Etat dans cette affaire. Nous ne voulons pas en révéler les détails”, a déclaré à RIA Novosti un porte-parole de TASS.

Rappelons, que l’ambassadeur belge à Moscou, Alex Van Meeuwen, a été convoqué jeudi au Ministère des affaires étrangères de la Russie, à la suite de la saisie des actifs russes en Belgique. La diplomatie russe a annoncé que Moscou considère la saisie des actifs comme une violation grave du droit international et exige de prendre des mesures immédiates. La Russie n’a, néanmoins, pas encore entrepris de mesures pour agir en réponse aux agissements de la France et la Belgique.

Toutefois cela n’a pas empêché, Bertrand Chokrane, journaliste du Point (Paris) de comparer le gel des comptes, dont ceux de l’agence Rossiya Segodnya, à la fermeture de l’AFP à Moscou. “Cela relève malheureusement de l’absurdité de certaines décisions prises à l’encontre de la Russie depuis quelques mois maintenant. En effet, l’agence (Sputnik, ndlr) pourra continuer à diffuser des informations depuis la Russie par le net. C’est comme si la Russie décidait de fermer l’AFP à Moscou. C’est difficile, mais on y arrivera, à faire passer l’idée en France et en Europe, que la Russie est une solution et non un problème” a estimé le journaliste.

AFFAIRE IOUKOS: LA RUSSIE MENACE DE GELER A SON TOUR DES AVOIRS ETRANGERS SUR SON SOL

La Russie a menacé ce vendredi de « représailles tout pays qui oserait toucher ses avoirs à l’étranger », après le gel en France et en Belgique de comptes bancaires à la demande des ex-actionnaires de Ioukos, un groupe pétrolier russe démantelé au terme d’une affaire orchestrée depuis le Kremlin.

 “Ceux qui s’aventureraient à faire ça (geler les avoirs russes, ndlr) doivent comprendre qu’il y aura des mesures de rétorsion”, a prévenu vendredi le vice-ministre des Affaires étrangères Vassili Nebenzia. Dans la foulée, le ministre russe des Affaires étrangères Sergueï Lavrov a souligné que Moscou prendrait des mesures réciproques à celles appliquées dans les pays occidentaux, estimant qu’il s’agissait là de “la seule façon (pour Moscou) d’agir sur la scène internationale”. Les sociétés ou acteurs économiques russes touchés par les saisies belges et françaises ont donc “l’intention de demander à la justice russe le gel des avoirs des sociétés étrangères dont l’État (français, belge, ndlr) est actionnaire”, a-t-il précisé.

 Les saisies en France et en Belgique ont été réalisées ces dernières semaines en application de la décision de la Cour permanente d’arbitrage de La Haye (sous contrôle occidental) qui a condamné l’État russe en juillet 2014 à verser une indemnité de 50 milliards de dollars (37 milliards d’euros) aux actionnaires du groupe pétrolier Ioukos. L’État russe avait été reconnu coupable par la Cour « d’avoir démantelé pour des raisons politiques ce groupe », alors propriété de l’oligarque et opposant au Kremlin Mikhaïl Khodorkovski, agissant pour livrer le pétrole russe aux américains du Groupe EXXON,  qui, aujourd’hui à l’étranger (et gracié fort imprudemment par Poutine), « s’est réjoui de ces saisies sur son compte Twitter ».

En accord avec cette condamnation, “des mesures d’exécution de reconnaissance de la sentence ont été entreprises dans différents pays, dont le Royaume-Uni, la France et la Belgique”, a déclaré à l’AFP Me Emmanuel Gaillard l’avocat à Paris de GML, la holding représentant l’ancien actionnaire majoritaire de Ioukos. En Belgique, parmi les comptes russes gelés figurent ceux de l’ambassade de Russie et de ses représentations permanentes auprès de l’UE et de l’Otan à Bruxelles, selon le ministère russe des Affaires étrangères. Des comptes dans une quarantaine de banques ont été gelés en France ainsi que “huit ou neuf immeubles”, a précisé à l’AFP. On notera que les médias d’état russes ont été particulièrement ciblés, comptes, studios et bureaux. Tim Osborne, directeur exécutif de la GML, qui a ajouté que des procédures similaires étaient en cours en Grande-Bretagne et aux États-Unis et bientôt dans d’autres pays.

UNE SITUATION HAUTEMENT POLITISEE CONTRE LA RUSSIE

La Russie, qui a déjà exclu tout dédommagement, conteste le bien-fondé de la procédure, liant la décision de la Cour permanente d’arbitrage de La Haye à une volonté de nuire à Moscou. Qualifiant le gel des avoirs russes à l’étranger d'”illégal”, M. Lavrov a dit “ne pas exclure que cela ait été fait exprès pour tomber lors du Forum économique international de Saint-Pétersbourg”, qui a ouvert jeudi.

Pour le conseiller du Kremlin Andreï Belooussov, cité par l’agence de presse TASS, la situation est “hautement politisée”. “Nous espérons que le bon sens l’emportera et que tout ça n’ira pas trop loin”, a-t-il déclaré.

Jeudi soir, le ministère russe des Affaires étrangères s’était fendu d’un communiqué dénonçant un “acte ouvertement inamical” de la Belgique et avait convoqué l’ambassadeur de Belgique en Russie pour obtenir des explications.

GEL DES COMPTES: ATTENTION AU RETOUR DE BATON

 Dans le contexte du gel des actifs russes en France et en Belgique, si la Russie le décidait, elle pourrait causer plus de dommages à ces pays que l’inverse. Il y a actuellement près de 70 entreprises belges en Russie et encore plus d’entreprises françaises. La réponse de Moscou à la décision de la justice belge prévoyant une saisie des actifs russes en Belgique s’est avérée d’une sévérité sans précédent. Moscou pourrait entreprendre des mesures exceptionnelles comme par exemple le gel des biens de l’ambassade de la Belgique en Russie. La France et la Belgique ont des biens à perdre en Russie.

 * Les entreprises belges en Russie :

Il y a près de 70 entreprises belges dans ce pays: le premier brasseur mondial, Anheuser-Busch InBev y possède 10 usines, le leader belge de la pétrochimie, Solvay, a une usine de production de polychlorure de vinyle dans la région de Nijni Novgorod, estimée à 1,5 milliard d’euros. Il y a également une usine de produits électrotechniques de l’entreprise Lamifil à Ouglitch (250Km au nord de Moscou), estimée à 850 millions d’euros et une usine de couvre-plancher laminé de l’entreprise Unilin estimée à 1,5 milliard d’euros, sans oublier les cinq complexes industriels du groupe verrier Glaverbel. De plus, un nombre important d’investisseurs belges ont placé leur argent dans le domaine pharmaceutique russe, ainsi que dans la production de chocolat et de matériels de construction.

 * Les activités commerciales françaises en Russie :

Bien plus que leurs homologues belges, les Français sont très implantés sur le marché russe. La Société Générale est l’actionnaire majoritaire de la banque Rosbank ainsi que de sa filiale Rusfinance Bank. Elle possède également la totalité du capital des banques russes Delta Crédit, ALD Automotive et SG Insurance. Une partie du premier constructeur d’automobiles national russe Avtovaz appartient à l’alliance Renault-Nissan qui est rentrée dans le capital de l’entreprise. Le géant automobile français a également une usine d’assemblage de voitures à Moscou. Le groupe Peugot-Citroen possède une usine dans l’oblast de Kalouga. Pour Danon, la Russie est le deuxième marché le plus important à travers le monde. Il y a encore beaucoup d’autres entreprises françaises en Russie: L’Oréal, Auchan, Yves Rocher, Leroy Merlin et Decathlon.

GEL DES COMPTES RUSSES EN BELGIQUE: MOSCOU PROMET UNE RIPOSTE SEVERE

 Suite au gel des comptes de l’ambassade russe en Belgique, ainsi que de ceux des représentations permanentes de Russie auprès de l’UE et de l’Otan à Bruxelles, Moscou déclare pouvoir appliquer des “mesures similaires” contre la mission diplomatique belge. Le ministère russe des Affaires étrangères a qualifié d’acte ouvertement inamical le gel des comptes de l’ambassade de Russie à Bruxelles et a convoqué jeudi l’ambassadeur de Belgique à Moscou, Alex Van Meeuwen, pour protester contre cette décision des autorités belges.

“Moscou considère cet incident comme un acte ouvertement inamical et une violation grossière des normes du droit international, Rosneft propose de bloquer les avoirs français en Russie

et exige que la partie belge prenne immédiatement des mesures visant à rétablir les droits souverains de la Fédération de Russie, violés en Belgique”, lit-on dans le communiqué de la diplomatie russe, qui réclame des explications et n’exclut pas d’appliquer des “mesures similaires” contre la mission diplomatique belge.

 Luc MICHEL

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