Grecia, è fuga dai depositi: ritirati 4 miliardi in 5 giorni. Dalla Bce fondi fino a lunedì

La BCE che presta a STROZZO non indigna nessuno???? NO GUAI L’IMPORTANTE E’ RIMANERE NELL’EURO AD OGNI COSTO
E COME SI FA A NON SOSTENERE CHE CHI E’ A FAVORE DELL’EURO LAVORA PER LE BANCHE???????
Leggete le condizioni del FMI (non della Merkel che lasciava la Grecia scegliere di uscire, CONTRARIAMENTE ALL’FMI)

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(reuters)
 
L’ombra dei controlli di capitali come avvenne a Cipro nel 2013 aleggia su Atene. Questa settimana almeno quattro miliardi di euro sono stati ritirati dai conti correnti greci, senza clamore ma con code ordinate davanti ai bancomat, di cui ben 1,2 miliardi solo oggi. Così sono crollati ai minimi da oltre 10 anni i depositi bancari: a meno di 127 miliardi di euro dai 240 miliardi di prima della crisi. Tanto che si sono diffuse voci, subito smentite dal ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, su una possibile chiusura lunedì degli istituti di credito.
 
Le banche in realtà restano aperte solo grazie ai fondi della Banca centrale europea, che oggi ha innalzato per la seconda volta questa settimana il tetto della liquidità di emergenza per le banche greche (Ela), un tipo di prestiti con tassi di interesse più alti di quelli convenzionali. La Banca centrale greca aveva chiesto un aumento di oltre 3 miliardi: secondo fonti interpellate dal Financial Times l’ammontare deciso dalla Bce sarebbe inferiore a 3 miliardi (fonti greche parlano di 1,8 miliardi) e dovrà servire per coprire la liquidità delle banche greche oggi e lunedì, quando è previsto un altro incontro del direttivo dell’Eurotower per varare eventualmente un altro ampliamento del tetto della liquidità di emergenza. La Bce insomma tiene Atene sulle spine e indirettamente cerca di premere su Tsipras perché lunedì raggiunga un’intesa al vertice straordinario con gli altri capi di Sato e di Governo. La decisione è stata presa in teleconferenza dal direttivo dell’Eurotower, sulla scia delle allarmanti notizie sul ritiro dei depositi delle banche greche da parte dei risparmiatori, preoccupati per il rischio di una Grexit. Mercoledì scorso la Bce aveva innalzato di 1,1 miliardi di euro il tetto della liquidità di emergenza per le banche greche, portandolo a 84,1 miliardi di euro.
 
Nel Paese intanto accelera la corsa agli sportelli per il timore di un default e di una possibile Grexit. Fa paura l’incertezza sulla possibilità o meno di un accordo con i creditori internazionali per la concessione dell’ultima tranche da 7,2 miliardi di euro del secondo piano di salvataggio ferma da agosto la cui proroga scade a fine giugno. Ma si teme anche per la futura permanenza del Paese nell’euro e per le ipotesi di misure alla cipriota che potrebbero prendere di mira proprio i conti bancari, bloccando come avvenne a marzo 2013 a Cipro i movimenti di capitale.
 
A Nicosia il governo decise in attesa di un accordo con la troika nel 2013 di porre limiti di prelievo fino a un massimo di 300 euro al giorno dai conti sia con le carte di credito sia con gli assegni e per chi si voleva recare all’estero non poteva portare con sé più di 5mila euro per ogni viaggio fuori dai confini. Gli assegni non poterono essere depositati sull’isola ma solo depositati su conti correnti. Alle imprese venne consentito l’uso di questo mezzo di pagamento con più ampiezza anche se dovevano giustificare tutte le operazioni superiori ai 200mila euro. I depositi a termine non poterono essere toccati prima della scadenza e le banche cipriote rimasero chiuse per due settimane.
 
Ma torniamo alla Grecia, dove i piccoli risparmiatori temono sia i controlli di capitale sia l’introduzione della dracma con possibile svalutazione del 40% e oltre della nuova valuta. Ad aprile, secondo i dati della Banca di Grecia, l’ammontare totale dei depositi si era ridotto a 142,7 miliardi di euro, dai 149 miliardi di marzo e ora si parla di 127 miliardi. Si tratta del valore più basso dal dicembre del 2004. I depositi di imprese e famiglie si sono assottigliati a 133,6 miliardi, dai 138,5 miliardi di un mese prima. Dati che mostrano come la fuga di capitali non si sia arrestata, anzi negli ultiomi giorni ha accelerato, con ben 4 miliardi usciti dalle banche solo nell’ultima settimana: un ritmo insostenibile. All’inizio della crisi le banche avevano 240 miliardi di depositi. A questo punto gli istituti di credito sono sotto pressione e contano solo sulla liquidità della Bce attraverso l’Ela, un canale di emergenza. L’introduzione dei controlli sui movimenti di capitali sarebbe un colpo al cuore per la stagione turistica. Il turismo è un settore che pesa quasi per il 18% del Pil ellenico che nel frattempo ha perso il 25% del suo valore prima della cura dell’austerity targata Fmi.
Grecia, è fuga dai depositi: ritirati 4 miliardi in 5 giorni. Dalla Bce fondi fino a lunedìultima modifica: 2015-06-20T13:28:22+02:00da davi-luciano
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