TAV DA LOW COST A STEW COST

Tav, cantiere e riflessioni sull’informazione poco informata.

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di Claudio Giorno.

La data del 14 giugno 2015 è destinata a segnare uno spartiacque nella storia del giornalismo d’inchiesta subalpino: per la prima volta una “cronaca dalla Lyonturin è stata scritta a quattro mani, abbandonando il tono deferente nei confronti dell’Osservatorio/era 1.0  (era Mariovirano): la gestione paritaria di Paolofoietta consente infatti quell’approccio che nel calcio la fa da padrone dai tempi di Massimo Caputi e del compianto Giacomo Bulgarelli che lo introdussero nella playstation (Renzie e Orfini ne vanno matti, mentre gli avversari perdono tempo con le elezioni): il commento affidato a un giornalista e a un esperto (in genere ex calciatore) che garantisce all’uno di dar sfogo alla sua verve spumeggiante e all’altro di dispensare pillole di competenza approfittando delle pause di gioco. Del resto proprio la “Grandeopera per eccellenza aveva già permesso di sperimentare con successo una accoppiata “vincente” quando lo stesso architetto – oggi presidente – aveva accompagnato (con la bibbia tascabile “Tav SI”)  la coraggiosa incursione nel mondo delle competenze trasportistiche di un allora semisconosciuto parlamentare Piddì. (Un uomo che si poteva capire sin da subitoche era pre-destinato a irrompere sulla scena nazionale con un balzo da canguro, per poi assumere poi il ruolo di moralizzatore del devastato partito romano)…

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la Sacra di San Michele confine ideale tra montagna, pianura e collina morenica, martoriata dalle cave con alto tenore di amianto, e che dovrebbe “assistere” allo scavo della galleria per Orbassano…

Ma torniamo alla data storica: “Un maxi tunnel sotto città e colline per agganciarsi alla Torino-Lione: il “maxi nodo” vale 3 miliardi”  titola “a colori” Paolo Griseri sulle pagine di solito un po’ grigie  Repubblica TO. Splendido esempio di sintesi (chi scrive avrebbe da imparare molto) perché in una riga e mezza dispensa almeno tre grandi notizie:

A) il ministro Delrio è vivo e lotta assieme a noi inaugurando il “passante” ferroviario sabaudo a poco più di un secolo dall’inizio lavori (il prebellico 1911 anche se va detto a onor del vero che il “nuovo impulso” venne dato da Regiopiemunt nel 1979).

B) Monti& Letta oltre che giubilati da Renzie sono pure stati fregati da Incalza & Co: il progettolow cost (solo il tunnel di valico) è in realtà uno “stew (spezzatino) cost”: prima ci facciamo dare i soldi dalla lobby di Brusselles per il grandebuco (in comode rate e impegnando sin d’ora la prossima legislatura chiunque vinca) e poi – (con lo stesso sperimentato metodo del dominodei cantieri, come Salernoreggio insegna) buchiamo collinamorenica, pianura ovest e nord della città) e (se il traffico ci assiste) anche l’Orsiera…Tutto come da (crono)programma…

C) a preventivo si fanno sempre miracoli: 4 mld per l’intero valico, 3 per traforare la spugna morenica, non pervenuto ma ipotizziamo 2 per la “gronda” Orbassano-Settimo e 1 per la Susavigliana…E’ col “lievito” che di solito abbiamo qualche problema in cucina…

Fin qui il titolo che – come si sa, e a maggior ragione in tempi in cui lettori (ed elettori) calano come un soufflè fallito – è l’unica cosa che leggono tutti. Ma per chi ha una ispirazione colta autentica –  è nel testo che si cerca di dare il meglio: come nel secondo con contorno di ogni pranzo che si rispetti:  scavare la galleria tra Avigliana e Orbassano è decisivo per «dare valore all’area logistica torinese, in caso contrario tagliata fuori dai flussi delle merci e dal valore aggiunto che rimane sul territorio in questi casi».

Gli avrebbe fatto eco il ministroinbicicletta che era sindaco di Reggioemilia quando a qualcuno venne in mente di togliere la treno il suo vero valore aggiunto: una stazione nel centro cittadino per realizzarla nel terreno agricolo tra autostrada e tav in un’area oggi deserta ma a futura speculazione immobiliarcommerciale garntita. “La Torinolione è strategica” avrebbe detto con una originalità da resuscitare un mammut, altro che gli elefanti di Annibale (ma questo a onor del vero Griseri&foietta ce lo hanno risparmiato, non potendo ancora sapere quel che il sostituto di Lupi avrebbe detto al popolo partitico plaudente)

Ma non ci hanno taciuto i numeri, come dire il dessert al cucchiaio:

dunque i treni che troveranno sfogo sul congestionatissimo asse est ovest tornano come per miracolo 300: era dai tempi delle brochure di Alpetunnel e delle “lezioni” del Professor Bottiglieri(segretario di Pininfarina) che non leggevamo più queste cifre…Del resto l’ex funzionario della Unione industriali di Torino fu premiato col ruolo di AD della Bre Be Mi dove le previsioni di traffico si sono rivelate fondamentali per il fallimento del “project financing” (chissà se lo sa il Giornalistagriseri che continua a dividere il mondo in “buoni” – lobby ferroviaria, e cattivi” – lobby autostradale, senza accorgersi che si tratta esattamente delle stesse persone, fisiche e “giuridiche”)…

Ma il clou (caffé e – come si dice qui in piemunt – il pusacafé ) lo si trova nella conclusione del pregevole testo, una vera “invenzione”  letteraria: “Le obiezioni di chi a suo tempo era stato contrario all’opera sono note: il traffico merci tra l’Italia e la Francia non sarà mai sufficiente a saturare una linea che oggi è utilizzata al di sotto delle sue capacità. Foietta sorride. Stiamo parlando in piedi, sul Frecciarossa che da Expo torna a Torino. Non siamo gli unici a non aver trovato posto a sedere. Ci sono altri abbonati che stazionano nei corridoio, davanti alle porte di discesa. Il treno è esaurito e non è l’unico. Spesso sulla tratta Torino-Milano è così. E altrettanto spesso non si trovano biglietti economici nemmeno sulla Torino-Roma. Foietta chiede: «Quanti erano coloro che al momento della costruzione di questa linea sostenevano che sarebbe stata una grande opera inutile?».

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 “Nel blu dipinto da Blu”: il murales realizzato dal noto artista sotto il sovrappasso di Chiomonte della Torinolione “esistente” sulla statale 24 del Monginevro

Ricapitoliamole queste obiezioni: sono consolidate e nessuno dei proponenti aveva sin qui azzardato contestarle, neanche gli “esperti di stato” nella “risposta ufficiale” diPalazzochigi (sul sito del Governo!) ai tecnici della Comunità Montana. Aggiungiamo – per comodità dei due pendolari di MITO che sono dati che si trova freschi di stampa su “Si Tav No Tav”, il libro coordinato da Luca Giunti e scritto con Luca Mercalli e i tantissimi esperti che in questi anni hanno collaborato senza percepire un centesimo di euro con tre “generazioni” di amministratori eletti democraticamente in Val di Susa. Quelli qui citati sono opera del prof. Angelo Tartaglia e dell’ing. Roberto Vela e certificano che la realizzazione della costosissima tratta AV Torino Milano fu decisa in due fasi: prima la tratta tra Torino e Novara (comprensiva del rifacimento a spese del contribuente di sovrappassi e svincoli autostradali!)  giustificata con il numero di 160 treni/gg di cui 56 merci! Successivamente (dopo la sbornia debitoria olimpica) vene approvata la tratta tra Novara e Milano ipotizzando un più prudentemente 60 treni/giorno di cui 6 merci! E pazienza per i merci che sarebbero tutti stati assorbiti dal buconero di Novara Boschetto (con buona pace del SITOrbassano di Fojetta e della Pechinotorino di Faxino, e che a oggi sono uno zero tondo; ma, con tutta la buona volontà, viene difficile immaginarsi 50 frecce rosse al giorno che fanno capolinea a Novara per servire un numero di passeggeri paragonabile ai residenti della cittadina di Oscar Luigi Scalfaro…In ogni caso chiunque apra oggi il sitowww.lefrecce.it/ può facilmente constatare come siano 24 (x 2) il treni ad alta velocità disponibili tra le 6 e le 23 in un qualsiasi gg feriale da e per Milano + 4 x 2 “italo di Montezemolo” (fin che ci sono)…E chiunque non sia disponibile a farsi ubriacare dai fasti sociali per liberisti della Città metropolitana sa che su quei treni – e su quella tratta – si viaggia in piedi anche perché Angusta (già Augusta) Taurinorum è stata ridotta a dormitorio per un numero crescente di Vip pendolari che non staccherebbero il, naso dal tablet o dallo smartphone (sintonizzato h 24 sulle quotazioni di borsa) neanche se dovesse pararglisi davanti Corrado Passera in persona! E allora di cosa stiamo parlando (scrivendo?) di treni riempiti “artificialmente” ma soprattutto perché troppo pochi rispetto a quelli promessi per giustificare i “piani finanziari” di linee che neanche gli artifici contabili di Ercole Incalza potranno evitare diventino altra insostenibile zavorra dell’unico record mondiale rimasto all’Italia: quello del debito pubblico.

Borgone Susa, 16 giugno 2015 – Claudio Giorno

TAV DA LOW COST A STEW COSTultima modifica: 2015-06-16T22:11:14+02:00da davi-luciano
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