I CALIFFI SONO TRA NOI. E non sono musulmani. (Vedi Appello No Nato)

MONDOCANE

SABATO 23 MAGGIO 2015

Palmira e le altre
Mentre i sicari del coacervo satanico Usa-Golfo-Turchia-Israele, vengono lanciati contro il sito millenario romano di Palmira, per sradicare, come in Iraq, oltre alle vite, la memoria storica, la coscienza collettiva e, dunque, l’identità e la consapevolezza di sé, dei popoli arabi organizzati in Stati, i cialtroni consanguinei ed emuli dei massacratori fascisti Baldo, Graziani, Mussolini, si muovono ancora una volta , grottesche caricature di pretoriani imperiali, alla riconquista, pro domo eium, della Libia.
L’operazione jihadisti trogloditi e mozzateste viene avviata dalla Cia negli anni ’70, inviando alle madrasse islamiche di Afghanistan e Pakistan testi finto-islamisti che sollecitano alla guerra santa, alle stragi di infedeli e gli forniscono indicazioni su come allestire massacri di infedeli. Roba che nessun musulmano, tantomeno Saladino, si era mai sognato. Si trattava di rovesciare il legittimo governo comunista di Najibullah (poi impiccato a un lampione) che contro questa canea di barbari aveva legittimamente chiesto l’aiuto dell’URSS. Dal successo dell’operazione si è tratto l’incentivo di estenderla a tutti gli Stati nazionali arabi con il risultato, sotto gli occhi di tutti gli dei antichi che l’avevano ispirata, della distruzione totale dell’Iraq, della Libia, della Siria, della Somalia e  dello Yemen e con l’apertura del nuovo fronte euro-asiatico in Ucraina e in altri paesi, islamici o meno, della Federazione russa.
Finanziato da Washington e dai satrapi alleati, addestrato dagli istruttori Usa e dai  loro lanzichenecchi turchi e giordani, il coacervo mercenario Al Qaida-Al Nusra-Isis, è impegnato ora a obliterare questi paesi nel più profondo della loro essenza, polverizzandone l’anima e il corpo da Niniveh a Hatra, da Mosul a Palmira. Per i  quali siti della migliore storia umana qualche ingenuo si era immaginato un impegno universale a proteggere e perpetuare la civiltà, al limite con i caschi blù dell’ONU. Figuriamoci, dopo aver tanto brigato per cancellare varie civilizzazioni dalla faccia del pianeta, a forza di missili, TTIP, cibo tossico, malattie indotte e cellulari, sarebbe stato darsi la zappa sui piedi
Si congiungono nell’intento le barbarie dei due Stati supercriminali, Usa e Israele, frustrati da un passato di civiltà di cui sono privi, e il feroce oscurantismo di dittature dinastiche in ansia per la collera dei propri popoli. Si noti il parallelismo tra l’apocalisse scatenata contro i paesi del Sud del mondo e, la strategia imperialista, iniziata con il Piano Marshall e la Nato e culminata con l’Unione Europea, che ora si completa con TTIP e TISA (Trattati di libero scambio Usa-UE), con i quali si sostituisce allo Stato di diritto lo Stato, o Non-Stato, del mercato. Cioè delle multinazionali della sopraffazione armata ed economica che farà di un insieme di non-più Stati, sotto il dominio tirannico delle èlites transnazionali nominate dalla Cupola e intrecciate alla criminalità organizzata, l’appendice coloniale dell’impero a guida Usraele. Un duo che, grazie alla truffa della “crisi”, esibisce oggi la più grande diseguaglianza sociale dai tempi degli schiavi nei campi di cotone e nelle filande di Manchester. Seguita a ruota dall’Italia del capobastone Renzi.
 
Mondialisti e Stati Nazione
Manca il caporale di giornata Napolitano.
Dai Rothschild, Rockefeller e aggregati necrogeni affini l’obiettivo era stato dichiarato chiaramente: rimpiazzare gli Stati nazionali, con le loro costituzioni, con i loro contratti sociali, per quanto più o meno equi, più o meno sbilanciati a favore di una classe o dell’altra, con la loro legislazione su diritti, tutele, vincoli, con il potere assoluto di un governo mondiale gestito dal complesso militar-industrial-bancario angloassone-israeliano. Spaventoso e irreversibile è il crimine storico della “sinistra”, sedicente comunista, socialista o anarchica, nell’aver fornito carburante ideologico al cosiddetto “superamento degli Stati Nazione”, estrema barriera all’obiliterazione della sovranità popolare, cioè della politica, per mano dell’economia.
Capri espiatori
Ripetendo lo sconcio di capi di governo e di Stato che, da Valpreda in poi, hanno sciolto peana alle “forze dell’ordine” per l’una o l’altra impresa, poi risoltasi in montatura, provocazione e  bufala, Renzi e Alfano, avvoltolati nella bava dei lecchini mediatici, hanno profuso allori e incenso sui poliziotti che hanno catturato il “terrorista” del museo Bardo a Tunisi, Abdel Majid Touil. In combutta con le teste di legno al governo a Tunisi, ansiose di dotarsi di credibilità antiterroristica, gli sprovveduti dilettanti nostrani allo sbaraglio , ma anche sicari del terrorismo USraeliano, propagandato e a volte allestito, indotto in modo da essere, se non reale, percepito, sono stati coperti di infamia e ridicolo dalla grandinata di prove e testimonianze che, dimostrandolo a scuola e in casa, piuttosto che con il Kalachnikov al Bardo, esonerano totalmente il povero giovanotto marocchino. Distruggendo la vita sua e dei suoi famigliari, si è voluto dare concretezza alle fesserie, organiche alla destabilizzazione imperialista dell’Europa e allo Stato di Polizia in corso di costruzione in Italia, spurgate dagli assoldati Isis e rilanciate dall’eroe padano di tutte le tv, relative a terroristi su barconi all’assalto di Roma. Che funzioni o no, per Renzi e il reperto crociato Alfano  vale il Fede delle uniche volte che diceva cose vere: “Che figura di merda!”
Di pacchetto terrorismo in pacchetto terrorismo, dovremmo finire incapaci di rispondere al processo in atto segnato dall’accelerazione forsennata delle sue tappe: Sblocca Italia, Jobs Act, corruzione di Costituzione, delle istituzioni e di tutto il resto, scuola di idiozia e precariato, obbedienza affidata a presidi tirannelli, fiduciari del vampirismo imprenditoriale e bancario,  legge antigiudici e controllo della magistratura (vedi sentenze Bussi, Eternit, Calciopoli, processo trattativa-mafia-Stato, repressione di investigatori irriverenti. Tutto nel segno di una potenziata alleanza con quella malavita, in cravatta o coppola, cui gli Usa affidarono, fin dal 1943, la co-governance  del paese garantita dal braccio armato dei picciotti, sbirri, Gladio e Nato.
Ora aspettatevi pure che, per pararsi il culo sfondato da protervia e inettitudine, questi s’inventino il ritrovamento del passaporto che la madre di Abdel Majid comunica il figlio abbia smarrito. Dove? Magari in un deposito di dinamite con corano, dalle parti di Tunisi.
Legge per l’ambiente?
Al popolo annientato, perforato, depredato, ucciso da trivelle, cemento, Expo, discariche, inceneritori, basi militari stragiste nei confronti di territorio e abitanti, grandi devastazioni e rapine dette Grandi Opere, si è presentato il boccone avvelenato della legge sugli ecoreati. Al giubilo di tutta la masnada green vestita da società civile, agli orgasmi di Ermete Realacci, sodale di tutte le mistificazioni pseudo-ambientaliste del regime dei gassatori e asfaltatori, si sono sorprendentemente uniti i parlamentari Cinque Stelle con il loro voto a favore di una legge che, a molti, pare una rete con maglie tali da far passare gli squali. Per uno come me, che segue con simpatia e, quasi sempre, totale adesione le battaglie dei parlamentari pentastellati, è causa di perplessità. Non ho il minimo dubbio sulla buonafede, ma le critiche al provvedimento, avanzate da ambientalisti al di sopra di ogni sospetto, come Amendola o Guariniello (nei quali, avendoli frequentati da giornalista, ho una fiducia assoluta), sono poi state integrate da quelle di Bonelli, verde tarantino in lotta con l’Ilva che, pure, di ecoreati ha dimostrato di intendersi e da quelle tecniche dall’Associazione Nazionale Magistrati. Per costoro, con la nuova legge, i Riva, Montedison, Eternit, se la sarebbero cavata altrettanto bene. Si spera che gli amici Cinque Stelle, forza parlamentare che fin qui ha eccelso più di tutte nella difesa dagli abusi di inquinatori e devastatori, ci riflettano quando la cosa verrà ridiscussa al Senato.
Le voragini del dispositivo sono tali da farci abitare comodamente e intonsi spurghi di morte come l’Ilva dei Riva o del regime, i Poligoni di tiro, o il rettilario velenoso Montedison di Bussi. La solita manina, quella che aveva infilato nella legge l’evasione impunita e perciò  incentivata fino al 3% del reddito (per alcuni dei nostri padroni si tratta di centinaia di milioni e, a volte, di miliardi. Ma i soldi per il reddito di cittadinanza non si trovano), aveva infilato la quadra per nullificare del tutto il vantato proposito. Un piccolo avverbio:”abusivamente”. Il che, nella logica e nella giurisprudenza della Cassazione, significa una sola cosa: senza autorizzazione. Cioè se hai inquinato, distrutto, diffuso malattie mortali, desertificato, ma con tanto di autorizzazione (quella ambientale, generosamente concessa da tutti i governi e da quasi tutti i ministri dell’Ambiente), non ti si può dire neanche pussa via! Stai a posto con la tua coscienza, per quanto marcia, e pure con la legge e l’onorabilità, e puoi continuare a delinquere, in combutta con il regime. Tutti quelli che in questi anni hanno compromesso la salute del paese e dei suoi abitanti, umani e non, hanno agito nel quadro della legalità . A delinquere erano autorizzati.
E uno. Due: pene fino a vent’anni (uaaahahaha) a chi commette ecoreati con dolo. Cinque anni al massimo, ma come si sa, in genere molto di meno, se l’ecoreato deriva da comportamento solo colposo. Avete mai visto un imprenditore  o politico, o comandante di poligono, che abbia inteso apertamente (magari in camera caritatis sì, ma quella sfugge all’inquirente) provocare linfomi e nascite deformi, o sotterrare sotto il cemento qualche bene comune? Si può giurare che tutti gli ecoreati presi in considerazione saranno giudicati, (dalla magistratura renzizzata, poi!) solo “colposi”.
E due. Tre: per poter essere processato e poi condannato a pene, bonifiche  e risarcimenti, l’autore deve aver provocato un danno al territorio “significativo e misurabile”. Ci rendiamo conto di come i legulei e azzeccagarbugli miliardari di clienti miliardari sapranno interpretare e far giudicare termini talmente laschi, vaghi, aperti a decisioni di infinita arbitrarietà e, renzianamente,  benevolenza? Grillo che, come nessun altro in questi anni, ha contrastato le armate dei fagocitatori del mondo, dica una parola saggia ai suoi bravissimi ragazzi.
Sempre sul tema. La Guardia Forestale dello Stato, da non confondersi con i forestali assunti da alcune ragioni, spesso in virtù del voto di scambio, ora potenziato dal solito illusionista a Palazzo Chigi, è stata in tutti questi anni il più valido, competente, motivato difensore del nostro ambiente. Ha scoperto, come nel caso della Montedison in Abruzzo, la maggior parte dei reati ambientali, ha preservato decine di riserve naturali dall’aggressione dei soliti noti all’Incalza e alla Lupi, con corredo di ministri dell’Ambiente.
Forza volutamente esigua, sotto organico e sottodotata, davanti al più grave disastro idrogeologico e la più famelica banda di devastatori del continente,  con i suoi appena 8000 agenti, ha dovuto tener testa a tutto il dissesto ambientale provocato, o protetto, dallo Stato che oggi la vuole cancellare. Si inserisce in un programma da Stato di Polizia, a difesa delle élites, la decisione dell’omuncolo solo al comando di spazzare via questa estrema salvaguardia di quanto resta del belpaese in preda alla peste, incorporandola nella Polizia di Stato. Dove si picchiano gli insubordinati, magari aquilani, e non si sa un cazzo, non si vuole, non si deve, sapere un cazzo, di ambiente. Quella polizia che, a dispetto delle torture di Genova e seguenti condannate dall’UE, la foglia di fico avvizzita sulla corruzione universale sotto Renzi, Raffaele Cantone  insiste ai quattro venti essere il presidio della democrazia e del diritto. Vi immaginate i Reparti Mobili scoprire e sequestrare l’allevamento di beagle da macello vivisezionista, o l’orsa Daniza, da far scampare ai maniaci del killeraggio purchessia?
Personalmente ho avuto un’esperienza che dimostra l’assunto a Spezia. Vent’anni fa, un combattivo comitato di cittadini a Pitelli (Spezia), tuttora vivo e irriducibile nonostante la perdita prematura di un suo grande protagonista, l’amico Mirko Raiti, mi aveva aiutato a scoprire una delle peggiori nefandezze che la criminalità ufficiale (amministratori, politici, imprenditori, massoni, mafiosi, militari) aveva commesso in Italia. La Terra dei Fuochi di Spezia e del suo Golfo dei Poeti, ridotto da una inimmaginabile proliferazione di discariche di rifuti tossici (perlopiù autorizzate, non “abusive”!) a Golfo dei Veleni. All’inerzia della magistratura, delle autorità locali, della stampa, noi del TG3 vedemmo rimediare un coraggioso PM, Tarditi di Asti che, di fronte alla latitanza delle celebrate forze dell’ordine, decise di avvalersi del Corpo Forestale dello Stato nella persona di Gianni Podestà, capo del nucleo di Brescia. I miei colleghi Ilaria Alpi e Miro Hrovatin e il capitano di Vascello De Grazia, per averci messo il naso, morirono ammazzati. Il nucleo di Brescia venne esonerato.
Un povero somalo che non c’entrava nulla, Hashi Hassan, pescato a capocchia per coprire i veri responsabili del duplice assassinio a Mogadiscio, istituzionali e non, sta da 15 anni in galera per essere strato marchiato di colpevole dai simil-Alfano e simil-Renzi di allora. Ad Abdel Majid Touil vorrebbero far fare la stessa fine. Ma le indagini, i disseppellimenti del CFS, a Spezia scoperchiarono la cloaca e il verminaio che se ne nutriva. A decine furono arrestati e processati. Per anni e anni. Fino alla prescrizione e all’assoluzione. Le discariche sono sempre lì, il traffico fiorisce, la Somalia muore, i cittadini di Spezia, oltre alla centrale a carbone Enel e all’industria di morte Oto Melara, continuano a sorbirsene i miasmi, a berne l’acqua fetida, a morirne. Con la nuova legge “anti-ecoreati” sarebbe finita uguale. E, con Renzi, il CFS smetterà di rompere i coglioni.
 
 Mogherini-Rommel
Gonfiata come la famosa rana dall’emulazione di Balbo e Graziani, assassini di 600mila libici, agli ordini del super-Hitler d’Oltreatlantico e del suo proconsole Renzi, il ministro europeo per i crimini esteri e della russofobia, nello specifico  personale più obnubilata che consapevole, dopo essersi infoiata per l’acquisto di 90 bidoni volanti Lockheed (il cui prezzo di morte basterebbe a restituire ai pensionati la vita rubata dalla Xantippe degli antropofagi domestici) si arrapa di bellicismo e muove alla riconquista della Quarta Sponda. Imbecilli grotteschi e miopi, ma in perfetta e lungimirante malafede, hanno strappato all’Europa del patron di tutti gli evasori, Juncker, l’adesione alla riconquista. Con l’UE al guinzaglio dei pitbull da combattimento americani, che le avevano tagliato i vitali e convenienti rifornimenti dalla Russia, spettava di diritto subimperialista la rinnovata rapina della Libia.
 
Hashim il macedone
In questa luce va anche visto la rivoluzione colorata terroristica scatenata dai soliti esportatori di democrazia in Macedonia. Abbiamo visto, nei giorni scorsi, l’attacco del mercenariato Nato kosovaro UCK (i pulitori etnici, trafficanti di droga e organi prelevati da prigionieri serbi, di Hashim Thaci, con base logistica e comando supremo nella base Usa di Bond Steel) a Kumanovo. Vedremo se si tratterà solo dell’inizio e se continuerà fino a quando la Macedonia o salterà, oppure non rifiuterà, come la Bulgaria con il South Stream del gas russo, di ospitare il nuovo gasdotto “Turkish Stream”. Quello che renderebbe  inutile il gasdotto TAP che, dall’Azerebaijan, prono agli Usa, arriverà a devastare il Salento e a squarciare un bel pezzo d’Italia e che porterebbe gli approvvigionamenti russi in Europa, passando per Turchia, Grecia, Macedonia e, su su, in Austria e tutta Europa. Guai a dimenticarsi che sono gli Usa a dover controllare il rubinetto dell’energia per l’Europa, strumento indispensabile per tenerla in ginocchio e trainata dai carri armati Nato ovunque si tratti di rubare e uccidere per l’élite. .
La balla è che si vogliono colpire gli scafisti (rinominati “trafficanti di carne umana”). Cioè l’ultimo anello di una catena che, risalendo per li rami dei Fratelli musulmani (FM), matrice di tutti i terrorismi jihadisti tra Cecenia, Medioriente e Africa, ora regime illegittimo a Tripoli da dove si organizzano e partono tutti i barconi. La verità è che, disintegrato lo Stato più prospero ed emancipato d’Africa, nel caos creativo si conta di accaparrarsi un po’ più di quel petrolio che, gestito dalla Fratellanza e dai suoi nipotini jihadisti, attualmente gonfia i bilanci di troppe società occidentali poco riguardose verso l’Italia. Mentre l’ONU, unica a poter autorizzare delitti guerreschi occidentali, si volta dall’altra parte, embarga i patrioti Huthi in Yemen e scodinzola al clan saudita che porta avanti il genocidio dei fratelli arabi e decapita a decine i propri cittadini (85 dal 1. gennaio, tanti quanti in tutto il 2014 grazie all’occhio benevolo  degli amici del Nord), Mogherini-Rommel sfascerà un po’ di gommoni, pescherecci, barche da diporto, mercantili, con tutto quello che vi vive attorno. Sue Forze Speciali, dette a destinazione squadroni della morte, agli ordini di sergenti Nato,  cercheranno di spazzare via da pozzi e terminali di petrolio gli abusivi che vorrebbero deprivare l’ENI di diritti consacrati dal terminator Graziani. C’erano 3 milioni in piazza contro lo stupro dell’Iraq. Non c’è anima viva oggi che questi commedianti abbaiono “armiamoci e partite” contro un paese che seviziamo dal 2011.
Ultimo anello di una catena da cui pendono alcuni milioni di innocenti ammazzati o annegati e altri milioni di spodestati e spediti nel nulla, gli scafisti sono perlopiù pescatori o migranti essi stessi. La loro criminalizzazione ha un unico scopo: occultare i veri creatori di questi espropri e depredazioni, delle turbe di invasati di sangue e famelici di soldo, del caos creativo finalizzato alle fughe di popoli. E’ quello il primo anello della catena e lega Tel Aviv a Washington e a Bruxelles. La versione in farsa Renzi-Mogherini-Gentiloni, del trio tragico Mussolini-Graziani-Ciano, per bloccare le migrazioni, a rigor di logica,  dovrebbe tirare missili all’ Air Force One, o sul Knesset, o nel salotto di Hollande. Ma sarebbe come se il Duce avesse spedito i suoi 9 milioni di baionette a Berlino, piuttosto che farne gli ascari dei nazisti  dove i feldmarescialli ordinavano.
E’ vero, non stiamo in piazza come un tempo. Ma siamo tantissimi, sicuramente la maggioranza, che almeno arricciamo il naso di fronte  alle scelleratezze che piovono addosso a noi, come a chi capita a tiro dei regimi a servizio dalla Nato. E a forza di muovere quel muscoletto, potremmo arrivare anche a muovere altri muscoli e perfino cellule cerebrali. A impedire questo il regime dispone che i corifei mediatici deviino l’attenzione e la possibile rabbia conseguente dalla realtà all’artificio. Il dato reale essendo che stiamo tutti nella stessa linea di tiro, profughi e cittadini, bombardati e derubati, pensionati,  precari, operai e un terzo di italiani poveri, studenti e la vera élite pensante e cosciente del nostro paese, gli insegnanti. L’artificio è quello costruito con la più massiccia propaganda di intossicazione mai attuata dai tempi di Paolo di Tarso e di Goebbels, quella della demonizzazione di fuggiaschi dai nostri eccidi, terroristi potenziali, anzi probabili e, comunque, mangiatori a sbafo, insieme a quella ancora più facile di Rom e Sinti.Non c’è talk show che non pompi il cavernicolo Salvini (originariamente inventato, come i vari resuscitatori di sinistre farlocche, per togliere spazi ai Cinque Stelle) e organizzi, a pagamento, o per sudditanza, spettacolini sulle nequizie dei deboli tra i deboli.. E’ l’ennesima conferma dell’utilità della guerra tra poveri che i delinquenti del potere praticano da millenni per depistare dai crimini veri e far sì che, piuttosto della rivoluzione, sudditi e schiavi si sbranino tra loro
Verso il tecnonazismo globale
In Ucraina la banda di nazisti installati da Obama (in parallelo con i jihadisti protonazi nel Sud asiatico e africano e con i paranazisti ancora in giacchetta del protettorato italico) si è rilanciata alla pulizia etnica contro popolazioni che, sperimentato quello d’antan, si rifiutano di farsi divorare dal nuovo tecnonazismo di marca euroatlantica. In queste ore il ducincolo Renzi sta fraternizzando in Lituania, al vertice euro-orientale, con i camerati SS già più avanti di lui. Gli sbrindellati dei battaglioni nazisti, ora incorporati nella Guardia Nazionale ucraina sotto comando Usa, capaci di fosse comuni, mortaiate sui civili, roghi di civili a Odessa e poco altro, sono ora rafforzati da Forze Speciali Usa. Si tratta di specialisti delle provocazioni False Flag, tipo aereo NH17 maltese, o armi chimiche di Assad, o Maratona di Boston (l’indiziato per l’uccisione di tre persone, è stato appena condannato a morte, sentenza con ogni evidenza  falsa e bugiarda, e comunque, nessuna pena di morte si concepisce nei confronti di chi a forza di attentati bellici stermina milioni di persone).
Tutt’intorno all’Ucraina e quindi alla Russia, nei paesi incorporati e schiavizzati da UE e Nato, dalla Bulgaria all’Estonia, passando per Romania, Balcani, Georgia, Moldavia, Polonia e baltici, Usa e Nato svolgono manovre sempre più corpose e prolungate. Ovunque si ventila come inevitabile la guerra alla Russia. Ma è, da destra e da sinistra, che, sull’unico presidio del diritto internazionale e della pace e sul suo leader, si ulula ogni infamia possibile. Come contro Saddam, Milosevic, Gheddafi, Gbagbo della Costa d’Avorio (sostituito da Parigi con uno scagnozzo del FMI), Hugo Chavez e ora Maduro, Zelaya dell’Honduras, i patrioti serbi Mladic e Karadzic (destinati a estinguersi nel carcere del Tribunale dell’Aja, dove mai si è sognato di ospitare i serialkiller kosovari), il paraguayano Lugo e tutti gli altri strappati ai loro popoli e obliterati. Tolti di mezzo e sostituiti da despoti fantocci, o dal “caos creativo”, in virtù, anche, della collaborazione cronachistica e ideologica degli utili idioti del “manifesto” Ne citiamo gli ultimi, gli inqualificabili Battiston e Giordana, vessilliferi della democrazia imperiale imperniata sulla “società civile” collaborazionista in Afghanistan, o l’Acconcia che consuma gli ultimi brandelli di credibilità e correttezza del “quotidiano comunista” (ancora difese da eccellenze come Dinucci, Colotti, o Giorgio), blaterando contro chiunque si opponga alla Fratellanza Musulmana, già quinta colonna dei britannici e statunitensi, ora di sultani vari.
Annammo bbene!
Mai c’è stata, nella nostra stagione dello sconforto,  iniziativa più opportuna e, anzi, necessaria, alla sopravvivenza generale, del lancio di una nuova campagna anti-guerra e anti-Nato. Siamo alcune migliaia, per ora, ma, non esagero, indispensabili per la sopravvivenza nostra e di larga parte dell’umanità. La campagna No War No Nato, fin qui snobbata dalle blasonate confraternite del pacifismo, va sostenuta, letteralmente fino all’ultimo respiro. Firmiamone l’appello! Vedi FB, vedi il sito.
Pubblicato da alle ore 08:59
I CALIFFI SONO TRA NOI. E non sono musulmani. (Vedi Appello No Nato)ultima modifica: 2015-05-24T23:59:53+02:00da davi-luciano
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