Erri De Luca in aula a Torino: “Difendo l’idea del sabotaggio No Tav, ma non sapevo delle molotov”

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Erri De Luca in aula a Torino: "Difendo l'idea del sabotaggio No Tav, ma non sapevo delle molotov"

(lapresse)

Applausi per lo scrittore interrogato durante il processo per istigazione a delinquere per alcune frasi contro l’alta velocità: “Non associo il cantiere al Palazzo d’inverno che va distrutto con la forza, piuttosto a Gerico e al coro che abbatte le mura”. La solidarietà di Gianmaria Testa. Processo aggiornato al 21 settembre

di OTTAVIA GIUSTETTI

20 maggio 2015
“Il sabotaggio della Tav è necessario ma nel senso di ostruire, impedire l’opera. Quando ho rilasciato le mie dichiarazioni all’Huffington Post non sapevo si parlasse di molotov, ero a conoscenza soltanto delle cesoie servite a tagliare le reti del cantiere. Le cesoie sulle reti illegali ripristinano soltanto la legalità”: Erri De Luca, imputato a Torino con l’accusa di istigazione a delinquere per una intervista a sostegno del movimento No Tav, chiarisce cosa intendeva con la frase “La Tav va sabotata. Ecco perché le cesoie servivano: sono utili a tagliare le reti. Nessun terrorismo… Sono necessarie per far comprendere che la Tav è un’opera nociva e inutile… Hanno fallito i tavoli del governo, hanno fallito le mediazioni: il sabotaggio è l’unica alternativa”. “Non associo il cantiere Tav all’immagine del Palazzo d’inverno che va preso e distrutto con la forza – scandisce in aula – è piuttosto la città di Gerico che è circondata da un coro di migliaia di voci e dalla forza di quel coro vengono abbattute le sue mura”.

Erri De Luca: “Il cantiere della Tav assediato dalle voci come le mura di Gerico”

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In un’aula gremita di giornalisti e di sostenitori, De Luca è seduto al banco degli imputati e in un interrogatorio di una mezz’ora minimizza la portata delle sue dichiarazioni e prende ogni distanza possibile da eventuali implicazioni concrete, conseguenze alle sue dichiarazioni pubbliche. Si difende dalle accuse della procura di Torino osservando anche che l’intervista incriminata non è mai stata oscurata dal web. E dice: “Mi sono fatto l’idea che i magistrati non abbiano voluto chiedere di rimuoverla, forse per tenersi buona la stampa”. L’avvocato difensore di Ltf, Alberto Mittone, gli mostra le foto di alcune scritte sui muri della città: immagini di bottiglie molotov con la scritta SABOTAV. Ma Erri De Luca si schernisce: “Un acronimo nuovo di cui non conoscevo l’esistenza – dice – non sono stato certo io a ispirarlo, però se volete dedichiamo una occasione linguistica per studiarlo”.

“Io istigare? Nessuno mi ha mai attribuito questa responsabilità. Solo la procura di Torino… Posso istigare – ha aggiunto – alla lettura. O al massimo alla scrittura. Questo processo – ha detto De Luca uscendo – mette a repentaglio la libertà d’espressione contraria, quella favorevole e ossequiosa invece è sempre accolta a braccia aperte».

All’uscita dall’aula dopo che il giudice, Immacolata Iadeluca, ha aggiornato il processo al 21 settembre, lo scrittore napoletano è stato accolto da un lungo applauso di sostenitori, tra i quali c’erano anche lo scrittore Fabio Geda, gli editor di Feltrinelli e il cantautore Gianmaria Testa, che ha seguito l’udienza tra il pubblico e al quale qualcuno ha consegnato una t-shirt con la scritta #iostoconerri.

Erri De Luca in aula a Torino: “Difendo l’idea del sabotaggio No Tav, ma non sapevo delle molotov”ultima modifica: 2015-05-21T16:20:03+02:00da davi-luciano
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