
di PAOLO GRISERI
ore 12.44 del 16 maggio 2015
Il progetto è stato presentato a Torino perché qui è nato il progetto del «Forum delle città della nuova via ferroviaria della Seta», l’associazione che dovrebbe riunire i vertici dei municipi delle tante fermate della futura metropolitana europea, la Metr. Finora hanno aderito a quella che è stata chiamata «la Carta di Torino», una ventina di amministrazioni. «Essere parte di questa rete – ha spiegato Fassino – è una occasione per diventare uno degli snodi delle moderne vie di comunicazione, non solo economica, tra i popoli europei e asiatici».
Le difficoltà tecniche per realizzare il progetto non mancano. Ma non sono le principali: «Oggi – spiega Sultanov – il problema principale per i trasferimenti da uno stato all’altro non sono le tecnologie ma i diversi standard adottati dai singoli paesi per difendersi da possibili invasioni». Il caso classico in Europa fu la Spagna di Franco che fino agli anno ‘70 aveva i binari a scartamento ridotto. Ma ancora oggi nella stessa area europea, continuano ad esserci differenze significative. «Al punto che, nonostante la lentezza degli spostamenti, continua ad essere considerato più conveniente il trasferimento delle merci via mare che via terra».
Il sistema Metr., la sostanziale omologazione degli standard ferroviari e la creazione di reti ad alta e altissima velocità (180 km/ora medi le prime e 350 Km/ore medi le seconde) dovrebbe modificare significativamente il quadro.
L’obiettivo è collegare Atlantico con il Pacifico attraverso due corridoi principali: quello dell’Europa centrale e quello dell’area mediterranea che attraversa la pianura padana e, utilizzando la Torino-Lione, raggiunge la Spagna. Due corridoi che dovrebbero collegare Pechino all’Atlantico con 15 mila chilometri di binari ciascuno.
Ma la metropolitana eurasiatica potrebbe diventare a sua volta l’inizio di un progetto ancora più ambizioso: «Esistono già i progetti per l’attraversamento sotterraneo dello stretto di Gibilterra», garantisce Sultanov mentre ancora lontani da diventare realtà sono i progetti di attraversamento ferrioviario dello stretto di Bering. Quando i due collegamenti fossero realizzati tutti i continenti abitati del mondo tranne l’Australia sarebbero raggiungibili con il treno.
Ipotesi certamente futuribili. Per ora quel che conta è «non lasciarsi sfuggire l’occasione per entrare nella rete delle grandi infrastrutture di collegamento », come sottolineato anche da Mario Virano, direttore generale della Torino-Lione.