PORTOFERRAIO: FAMIGLIE ELBANE IN DIFFICOLTÀ, 50 PASTI GIORNALIERI ALLA MENSA DEI POVE

 Agi: due pensioni su tre sotto i 750 euro. Per chi ha la fortuna di percepirle sono DA FAME comunque. La stragrande maggioranza (13% di disoccupati + 37% e rotti di inattivi che sono pur sempre disoccupati) non solo non le avrà le pensioni, MA NEMMENO UN LAVORO con il quale mantenersi, tanto meno UN REDDITO DI CITTADINANZA senza dimenticare gli 8 SUICIDI AL GIORNO e mi dovrei indignare per una vetrina rotta a Milano?!?!?!!?!?!?!!?!??!?!?!!? Devo sentire parlare di violenza dei manifestanti anti expo?!?!!? O dei poveri polizziotti che per difendere chi AFFAMA IL POPOLO hanno uno stipendio garantito che chi sfascia le vetrine NON VEDRA’ MAI???
 
1 maggio 2015
 
Una media di una cinquantina di pasti caldi al giorno alla mensa della Carità della Sghinghetta. Con punte, però, che superano anche i novanta ospiti. «È difficile quantificare l’affluenza giornaliera – dice don Gianni Mariani, fondatore del punto di ristoro per i bisognosi – Anche perché da noi non funziona la prenotazione, ma chi è nei pressi della nostra parrocchia a San Giuseppe a mezzogiorno si ferma volentieri da noi a consumare un pasto». Un primo caldo, un secondo con contorno e frutta, giusto per tirare avanti una giornata. Chi sono i frequentatori? Chi è disoccupato. Chi non ha fissa dimora. Chi è pensionato e ha un basso reddito. Chi è anziano. Non solo. La parrocchia ospita attualmente quattro migranti provenienti dall’Africa che cercano di guadagnare due soldi facendo i commercianti ambulanti. Per loro che hanno lasciato i loro paesi nella speranza di avere qui da noi un futuro diverso ecco che la parrocchia offre un ambiente dignitoso. È la Caritas parrocchiale che al momento si è mossa per fronteggiare l’emergenza. Insomma, alla Sghinghetta c’è una porta aperta per i bisognosi che non vengono solo da Portoferraio e località limitrofe, ma dagli altri comuni isolani. In questo modo, la sala monsignor Vivaldo ha tutta l’aria per diventare un centro di aggregazione per i bisognosi, per i poveri che cercano un momento di conforto, ma soprattutto un pasto caldo. Ma come si muovono dagli altri paesi dell’Elba i poveri per affluire alla Sghinghetta, così dai Comuni arrivano anche i volontari. Sono persone (sono sette che ogni giorno si danno il cambio con gli altri) che senza chiedere niente in cambio vogliono rendersi utili a chi è in ristrettezze e servono a tavola. «Noi non saremmo in grado di mettere in piedi nessuna mensa – aggiunge ancora il parroco di Carpani – se non avessimo il contributo delle aziende locali e di alcuni benefattori».
In primo luogo sono i grandi magazzini della distribuzione di generi alimentari. Da San Giuseppe i volontari al momento dell’apertura dei supermercati raggiungono gli stessi e si fanno consegnare i prodotti che sono prossimi alla scadenza, cioè quelli che sono rimossi dagli scaffali e che sarebbero altrimenti destinati al macero. Gli addetti di San Giuseppe li raccolgono e portano il tutto in parrocchia dove il magazziniere e la cuoca li smisteranno e le destineranno secondo l’uso più opportuno. E la prossima mossa sarà quella di recarsi, con inizio della stagione turistica, nei ristoranti per ritirare le portate non consumate dalla clientela per metterle a disposizione dei frequentatori la mensa di Carpani. «Lasciamo che le nostre azioni – conclude don Gianni Mariani – siano giudicate dai poveri. Sono loro che dovranno approvare il nostro operato. Il futuro della nostra comunità si basa su come ci stiamo impegnando nel presente».
PORTOFERRAIO: FAMIGLIE ELBANE IN DIFFICOLTÀ, 50 PASTI GIORNALIERI ALLA MENSA DEI POVEultima modifica: 2015-05-04T13:43:30+02:00da davi-luciano
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