L’Osservatorio Torino – Lione rimane mero strumento di propaganda

TAV – SCIBONA (M5S): “L’Osservatorio Torino – Lione rimane mero strumento di propaganda”.

Non ci aspettavamo nulla di diverso, la nomina di Fo​i​etta alla presidenza dell’Osservatorio sulla Torino – Lione ​non cambia di una virgola il giudizio sull’organismo e le nostre aspettative di terzietà e oggettività che avrebbero dovuto essere alla base delle priorità di quell’organo, che oggi si riconferma mero strumento di propaganda.

L’Osservatorio ha fallito da tempo, e nominare oggi, ancora una volta, chi è stato e fa parte del sistema tav, chi ha come principale mission quella di far digerire l’opera ai cittadini, rientra nel solco di un errato e fazioso coinvolgimento del territorio teso solo a compiere uno scempio finanziario, ambientale e infrastrutturale.

Dopo le recenti vicende avremmo bisogno di una nuova e seria analisi costi – benefici dell’opera, avremmo bisogno di analisi indipendenti e di un controllo ferreo e privo di interessi. Un Osservatorio gestito come fino ad ora e da oggi da Foietta – degno erede di Virano e ultrà SiTav da scrivervene persino un libro – dovrebbe essere sciolto.

Basta prendere in giro i cittadini, basta spendere soldi inutili.

Marco Scibona – Senatore M5S, Segretario 8a Commissione permanente Lavori pubblici, comunicazioni.

Appello per la partecipazione alla manifestazione NoExpo

post 20 aprile 2015 at 10:25

MOVIMENTO NOTAV

APPELLO ALLA PARTECIPAZIONE ALLA MANIFESTAZIONE [NOEXPO MAY DAY]

MILANO, PRIMO MAGGIO 2015

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Un cantiere inconcluso e affetto da gravissimi ritardi, ripetutamente interessato da procedimenti giudiziari per casi di corruzione e malaffare, sotto l’ombra di indebite ingerenze politiche, aprirà ufficialmente le porte a visitatori e rappresentanti istituzionali il Primo Maggio 2015. Anche se la notizia evoca gli scenari militari ed edilizi della Val Clarea, la passerella sarà allestita a Milano in occasione dell’avvio di EXPO 2015, a dimostrazione che le logiche di sfruttamento e appropriazione della ricchezza pubblica sono comuni alle Grandi Opere quanto ai Grandi Eventi. Giorno dopo giorno diventa sempre più evidente il perverso meccanismo che sottrae ai cittadini l’accesso e la disponibilità di beni e servizi essenziali (sanità, mobilità capillare, istruzione) per liberare risorse utili ad allestire salotti e vetrine per sedare una popolazione allo stremo, in cerca di riscatto e giustizia sociale. Dietro lo slogan “Nutrire il Pianeta”, le multinazionali che sponsorizzano gli apparati di governo, senza alcuna vergogna, si preparano alla mercificazione delle sofferenze globali, che passano sotto il nome di fame e disoccupazione. Un palcoscenico che, alle legittime richieste di autodeterminazione alimentare ed allargamento dei diritti umani fondamentali, opporrà cibo standardizzato e lavoro non retribuito, tramite un megafono che parlerà la lingua di MacDonald’s, di Nestlè e del Jobs Act. Un megafono di cui occorre rivendicare l’utilizzo per rilanciare la partecipazione e contrapporre, alla truffa dei Grandi Eventi e delle Grandi Opere, la voce del Movimento NoTAV unita a quelle di centinaia di realtà internazionali che si preparano a contestare, in occasione dell’inaugurazione ufficiale, i perversi meccanismi di sfruttamento e controllo dell’opinione pubblica.

Il coordinamento dei Comitati NOTAV ha quindi condiviso l’adesione compatta alle manifestazioni che si terranno a Milano in concomitanza con la cerimonia di inaugurazione. Alla base della decisione la consapevolezza del significato politico della partecipazione del nostro Movimento di Lotta, alle cui pratiche larga parte dei movimenti popolari guarda in cerca di ispirazione e motivazione. Occorre opporre la visibile presenza di tutte le realtà in lotta alla passerella dei rappresentanti dei poteri economici ed istituzionali, che tenteranno di monopolizzare la scena allestendo l’ennesimo banchetto sulle spalle del nostro futuro. L’occasione sarà unica per rinsaldare i legami tra i Movimenti di Lotta e la solidarietà che il Movimento NoTav ha tante volte raccolto e a cui ancora oggi si appella per sostenere la battaglia in difesa di territorio, libertà e giustizia sociale.

Dimostriamo, alle lobbies e ai governi che si riuniranno in cattedrali di acciaio e cemento entro il recinto di EXPO 2015, il valore della determinazione che uomini, liberi da condizionamenti e soggezione, possono esprimere unendo la propria voce, i propri corpi e le rispettive bandiere!

Appuntamenti Informativi:

“EXPO: IL CIBO CHE AFFAMA” – domenica 26 aprile ore 9.30-17.00 – Cascina Roccafranca, via Rubino 45, Torino

“ASSEMBLEA POPOLARE MOVIMENTO NOTAV” – lunedì 27 aprile ore 21.00 – PalaNOTAV Bussoleno

Informazioni pratiche:

Concentramento a Milano alle ore 14.00 in piazza XXIV Maggio

Referente per i pullman in partenza dalla Val di Susa: Andrea, cell. 346.177.1133

da spintadalbass

Volo 9525 Germanwings: la Russia conferma il laser Hellads

http://comunicati.russia.it/volo-9525-germanwings-la-russia-conferma-il-laser-hellads.html

21 Apr 2015

L’aereo della Germanwings schiantatosi il 24 marzo sulle Alpi francesi (volo 9525) non è stato “dirottato dal co-pilota suicida”, come raccontato dalle fonti ufficiali e quindi dai media, né abbattuto da jet francesi nel timore di un attacco kamikaze contro grandi città.

Secondo un rapporto del ministero della difesa di Mosca, ripreso da “ReteNews24”, il velivolo è esploso in volo, prima ancora di finire contro le montagne. In pratica, un replay del caso Ustica.

A far scoppiare l’aereo, con i suoi 150 passeggeri, sarebbe stato un errore fatale nell’uso del laser “Hellads”, in forza alla Us Air Force, che proprio in quelle ore lo stava testando. L’aereo tedesco, che ha perso quota in modo anomalo prima di essere distrutto, sarebbe finito nella traiettoria della nuova arma.

Un laser ancora molto impreciso, peraltro, al punto da causare – appena tre giorni dopo – lo strano black-out che ha colpito l’Olanda, inclusa Amsterdam. Sempre secondo Mosca, la Nato avrebbe ugualmente replicato il test, a soli tre giorni dal disastro francese, per rispondere tempestivamente all’esperimento (riuscito) del lancio del nuovissimo missile balistico russo Rs-26 Rubeszh.

Causa della tragedia nei cieli francesi a poche miglia dal confine italiano, secondo la difesa russa, sarebbe il cosiddetto “High Energy Liquid Laser Area Defense System” (Hellads), un sistema d’arma ancora sperimentale, a laser liquido ad alta energia, in fase di sviluppo da parte della Darpa, la divisione del Pentagono che cura progetti avanzati.

Il sistema “Hellads” è basato sull’impiego di un raggio laser ad alto potenziale, 150 chilowatt, progettato per abbattere missili, razzi e proiettili d’artiglieria. I russi riferiscono che lo stesso “Hellads” sarebbe stato responsabile, già il 22 maggio 2013, del quasi-incidente ai danni del volo Lh-1172 della Lufthansa, che perse improvvisamente quota.

Il laser, in quel caso, avrebbe dovuto intercettare in volo un bersaglio lanciato dalla base aerea di Vandenberg, in California. Lo scorso 24 marzo, invece, era stato sparato un missile balistico intercontinentale Icbm, modello “Lgm-30G-Minuteman III”, e poi un “Amarv” (“Advanced Maneuverable Reentry Vehicle”, destinato all’orbita polare per poi pecipitare nell’Oceano Pacifico». Era il bersaglio del laser, che invece avrebbe colpito l’aereo di linea in volo sulle Alpi francesi.

L’“Amarv”, spiegano i russi, simula le testate nucleari multiple e viene quindi preso di mira dal laser ad alta energia, nel tentativo di distruggerlo. Causa del fallimento di “Hellads”, secondo il rapporto di Mosca, è l’utilizzo – come piattaforma di lancio – del bombardiere B-1, «usato in tutti i test precedenti» e «noto per i continui fallimenti».

Per questo, secondo i russi, agli occidentali non viene rivelata la verità su “Hellads”, la nuova super-arma della Nato, vera causa dell’abbattimento del volo 9525 della Germanwings. Così sarebbe stata inventata di sana pianta la storia del co-pilota “impazzito”. Secondo il ministero della difesa di Mosca, la stessa traccia audio della scatola nera «dimostra chiaramente il contrario di ciò che la propaganda occidentale ha indicato parlando di “urla dei passeggeri” sentite all’inizio per poi zittirsi, e seguite da “scricchiolio metallico”, allarme della cabina di pilotaggio e indecifrabili chiacchiere via radio prima del silenzio».

Tutte indicazioni che rivelerebbero che «l’aereo aveva subito un guasto catastrofico uccidendo passeggeri ed equipaggio con l’esplosione in volo», come peraltro «i rottami sparsi dimostrano».

La Torino-Lione non è Tav

—  Gianluca Dati, Responsabile comunicazione Italia TELT , 20.4.2015

La lettera. In riferimento a un articolo del 17 aprile 2015, la società Telt precisa che la Torino-Lione non sarà una linea Tav e che il costo a chilometro è di 86 milioni di euro

Il cantiere di Chiomonte in Valsusa © Lapresse 

Gen­tile Direttrice,

l’articolo dal titolo «Una com­mis­sione bica­me­rale sullo scan­dalo della Torino-Lione» a firma di Mauro Rava­rino pub­bli­cato il 17 aprile a pagina 4 cita l’iniziativa politico-parlamentare che ipo­tizza una Com­mis­sione d’inchiesta sull’intero pro­gramma di Alta Velo­cità in Italia.

Ovvia­mente non è mini­ma­mente in discus­sione la facoltà di depu­tati e sena­tori di inve­sti­gare su ciò che riten­gono meri­te­vole di veri­fica par­la­men­tare; ciò che sor­prende è che l’articolo nel titolo e nell’occhiello ricon­duca tutto alla Torino-Lione, che non è oggetto di alcuno scan­dalo né di alcuna ano­ma­lia né finan­zia­ria, né ammi­ni­stra­tiva, né com­por­ta­men­tale, né operativa.

La nuova società TELT (Tun­nel Eural­pin Lyon Turin) costi­tuita il 23 feb­braio 2015 dai Governi di Ita­lia e Fran­cia per la rea­liz­za­zione e la gestione della sezione tran­sfron­ta­liera da St. Jean de Mau­rienne a Susa-Bussoleno e che ha preso il posto della pre­ce­dente LTF (inca­ri­cata solo dei pro­getti e delle opere pro­pe­deu­ti­che come le gal­le­rie geo­gno­sti­che) è ovvia­mente a dispo­si­zione per qua­lun­que infor­ma­zione e chia­ri­mento su ogni que­stione rela­tiva all’opera.

Ciò detto, tut­ta­via, l’articolo merita alcune precisazioni:

  • anzi­tutto si ricorda che la tratta Lione-Torino è una linea mista per le per­sone e le merci i cui stan­dard per l’attraversamento alpino sono 220 km/h per i treni pas­seg­geri e 100 km/h per i treni merci. Il fatto che il logo anta­go­ni­stico (di suc­cesso) No Tav abbia asso­ciato alla linea tale acro­nimo, non ne fa una linea ad Alta Velo­cità, né nel senso de «il Tav» (treno pas­seg­geri da 300 km/h) né in quello de «la Tav» (società citata nell’articolo, ma che non ha mai avuto alcun rap­porto con la Torino-Lione);
  • circa i costi dell’opera e la pre­sunta discre­panza tra quelli ita­liani e quelli fran­cesi si ricorda che ciò non è tec­ni­ca­mente pos­si­bile nel caso della Torino-Lione in cui un unico pro­mo­tore (TELT società di diritto fran­cese) ban­dirà e gestirà gli appalti con gli stessi capi­to­lati e gli stessi elen­chi prezzi indif­fe­ren­te­mente in Ita­lia e in Francia;
  • si ricorda altresì che tutta l’attività della Società è sog­getta al con­trollo con­ti­nuo e con­tem­po­ra­neo di tre Corti dei Conti (quella ita­liana, quella fran­cese e quella euro­pea) oltre­ché degli organi pre­po­sti della Com­mis­sione UE ero­ga­trice del con­tri­buto al 40%;
  • da ultimo si sot­to­li­nea che il costo del pro­getto appro­vato dal Cipe il 20 feb­braio e pre­sen­tato alla Com­mis­sione euro­pea il 26 feb­braio, per la rea­liz­za­zione del tun­nel di base di 57 km, (di cui 45 in Fran­cia e 12 in Ita­lia) è di 86 milioni di euro al km, ed è per­fet­ta­mente in linea con gli ana­lo­ghi tun­nel alpini col­lo­can­dosi a metà tra il costo para­me­trico del Got­tardo (pari a 96,2 milioni di euro per km) e quello del Bren­nero (pari a 83,7 milioni di euro per km).

E’ gra­dita l’occasione per invi­tare i gior­na­li­sti de «il mani­fe­sto», i par­la­men­tari inte­res­sati, ed in primo luogo l’on. Gior­gio Airaudo, cui abbiamo inviato per cono­scenza copia della pre­sente let­tera, al can­tiere di Chio­monte (visi­tato nel corso dell’ultimo anno da oltre mille persone).

Cor­diali saluti

Gian­luca Dati, Respon­sa­bile comu­ni­ca­zione Ita­lia TELT