Aumento dei costi al cantiere Tav di Chiomonte: qualche domanda a LTF

Una premessa: per ciò che riguarda gli appalti, così come per i dati ambientali, il cantiere di Chiomonte è avvolto in una densa nebbia. La trasparenza è dichiarata ma mai praticata dai proponenti l’opera, e allora per avere qualche informazione occorre percorrere vie traverse e tortuose, che alla fine però da qualche parte portano.

Il lavoro principale al cantiere di Chiomonte è stato appaltato a una Associazione Temporanea di Imprese guidata dalla cooperativa CMC di Ravenna, affiancata da Strabag Ag, Cogeis Spa, Bentini Spa e Geotecna. Questa ATI vinse la gara per il cunicolo esplorativo di Venaus per un importo complessivo di 84,3 milioni di euro (Cfr. Bilancio CMC 2010). Nonostante lo spostamento dell’imbocco del cunicolo da Venaus a Chiomonte, e il relativo stravolgimento progettuale, Ltf confermò l’assegnazione dell’appalto a Cmc. Con un cospicuo ritocco economico. Nel bilancio 2011 di CMC sta scritto che “l’importo complessivo del lavoro, a seguito della firma a fine anno dell’Atto Aggiuntivo, ha raggiunto l’ammontare di € 120 milioni”.

La cifra di 120 milioni di euro viene ribadita anche nei bilanci seguenti, fino ad un documento messo in rete da CMC pochi giorni fa, Guidance on FY2014 and Strategy Review

Secondo la tabella a pagina 29 il contratto per i lavori al cantiere della Maddalena vale 136 milioni di euro, 16 milioni in più del precedente bilancio.

Dagli 84 milioni per Venaus si è passati ai 120 per la Maddalena, ora ritoccati a 136.

Può Ltf spiegare questo aumento dei costi?

Ma ci fosse solo questo aumento sarebbe semplice, sono molti altri i numeri da spiegare. In molti documenti progettuali successivi al 2011, per esempio nel Piano di tutela ambientale del cantiere del Luglio 2012, l’importo dei lavori affidati all’Ati della CMC è suddiviso in una parte fissa di 81.103.924,64 € più una opzionale che arriva a 93.904.422,20 €. Cifre che non corrisondono agli 84 antecedenti al 2011, né ai successivi 120 e neppure agli attuali 136.

Può Ltf spiegare questa apparente discrepanza?

Un inciso sulla parte fissa e su quella opzionale. La delibera Cipe 86 del 2010, l’atto che formalmente autorizza la spesa per il tunnel della Maddalena, dice esplicitamente che “l’opera ha una lunghezza complessiva di circa 7,5 km”, e consente di spendere per quest’opera un massimo di 143 milioni di euro. Nei 143 milioni di euro oltre ai lavori di scavo del tunnel, vale a dire l’appalto di CMC, rientrano i lavori per il sito di deposito, i monitoraggi ambientali e tutte le altre spese necessarie per portare a termine il tunnel geognostico.

Ma CMC nella scheda relativa al progetto scrive che la lunghezza del tunnel è di 5.765 metri; 2 km in meno di quanto dice il Cipe. E che la spesa per questi 5.765 metri è di 120 milioni di euro a bilancio 2013, che abbiamo visto essere diventati 136. [Aggiornamento: un paio di giorni dopo la pubblicazione di questo post la scheda del sito della CMC veniva modificata cambiando la lunghezza del tunnel, ma lasciando curiosamente immutati i costi. Noi da parte nostra ci eravamo premuniti: ecco la pagina originale del sito CMC salvata su WayBackMachine]

Noi abbiamo un cronoprogramma redatto da Ltf che apparentemente scioglie l’enigma. Viene programmata una parte fissa di 5.765m e una opzionale che arriva a 7.567m.

Ricapitolando: il Cipe autorizza una spesa di 143 milioni di euro per 7,6 Km; CMC dice di avere un appalto di 120 milioni di euro (poi 136) per 5,8 Km.

Può Ltf spiegare queste incongruenze?

Il problema vero sorge però quando all’appalto della CMC si sommano gli altri appalti. Noi conosciamo soltanto una parte di questi ulteriori appalti: 13 milioni e 907.820,95 € per il sito di deposito 529.775,26 € per la strada che attraversa il cantiere. Sappiamo l’importo di due appalti per recinzioni e altri lavori fatti da Italcoge (fallita e rinata in Italcostruzioni) e Martina Service, rispettivamente di 1.798.234 € e 2.498.050 €3 milioni di euro per il monitoraggio ambientale esterno al cantiere dopo l’autunno 2014. Poi la direzione lavori, che nel 2009 l’allora presidente di Ltf Patrice Raymond Raulin stimava in 2 milioni e 900 mila euro a prezzi del 2004. Ci sono anche oltre500 mila euro dati a Smat per il pozzo idropotabile in val Clarea e 2 milione e 376 mila euro dati a Sitaf per il restringimento della carreggiata sull’A32; e ancora altri appalti (collaudo, controllo viadotto etc.) per un totale che pare superare il limite di spesa imposto dal Cipe. E tenete conto che noi disponiamo di una minima parte degli appalti assegnati da Ltf perchè, come segnalato al principio, questo tema è avvolto dalla nebbia.

Chi metterà i soldi che superano lo stanziamento del Cipe? Virano? Oppure, come sempre capita, la collettività? Di sicuro non li metterà l’Europa che ha fissato come limite di costi ammissibili al cofinanziamento 131.592.503 €.

Dato che si parla di soldi pubblici, vale a dire soldi di tutti, a noi pare davvero il minimo pretendere che Ltf comunichi come li spende, quanti ne spende e nelle tasche di chi finiscono.

Può Ltf comunicare gli appalti assegnati per il tunnel della Maddalena?

Anche perchè proprio grazie a uno degli appalti venuti in possesso del movimento no tav si è potuto sapere che un tizio indagato per concorso esterno in associazione mafiosa aveva asfaltato le strade del cantiere. La trasparenza fa bene a tutti; o forse no?

Aumento dei costi al cantiere Tav di Chiomonte: qualche domanda a LTFultima modifica: 2015-04-18T13:50:43+02:00da davi-luciano
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