Scoperte 313 aziende fantasma, solo due sono italiane

Ma che volete applicare le stesse regole e tassazione alle aziende cinesi come per quelle italiane? Razzisti, già che creano lavoro….li vogliamo pure tassare, impedire di importare manodopera illegale da tenere imprigionate in fabbrica dove mangiano e dormono? Come chiedere che i venditori ambulanti abbiano  partita iva e paghino regolarmente le tasse e mostrino le fatture della merce che vendono. Anche agli italiani è concesso e riconosciuto lo stesso trattamento?

 16.03.2015 h 17:08

Presentato oggi il risultato dei primi sei mesi di monitoraggio delle attività produttive e commerciali tramite il dialogo delle banche dati di diciannove enti pubblici. Il prefetto: “Dopo la grande attività di controllo scopriamo tante aziende farlocche, ci sentiamo presi in giro”. Da Prato partiranno osservazioni al Governo per un giro di vite sulla trasmissione telematica con cui è possibile aprire un’impresa

Trecentotredici imprese cancellate dai registri degli enti pubblici perché inesistenti. Ditte fantasma, due solo delle quali italiane e il resto straniere in larghissima parte cinesi, aperte solo per ottenere i vantaggi che derivano dall’avere una partita iva e dal risultare formalmente titolari di un’azienda, condizioni spesso usate, però, per compiere illegalità. E’ il bilancio dei primi sei mesi di monitoraggio delle attività produttive attraverso il dialogo delle banche dati di 19 enti pubblici. Un lavoro enorme che in Italia si fa solo a Prato e che è stato fortemente voluto dalla prefettura per dare un colpo di spugna alle imprese “di carta” create al solo scopo di agevolare un percorso non legale. Le 313 imprese cancellate sono tutte di recente apertura, elemento questo che ha spinto il prefetto Simonetti a dire che “le istituzioni si sentono prese in giro”. Perché poi di questo si tratta e il prefetto lo ha spiegato meglio: “Con diciannove enti addetti a vario titolo ai controlli nelle aziende, scoprire che ce ne sono 313 farlocche, tra l’altro nuove, ci lascia di pietra e al tempo stesso ci fa pensare che questo tipo di attività deve continuare”. Alla riunione di stamani per fare il punto sul primo semestre hanno preso parte i rappresentanti di tutti gli enti coinvolti, dai sindaci alle forze dell’ordine, dalla Camera di Commercio alla Asl, passando per la Direzione territoriale del lavoro, Inps, Inail, Agenzia delle dogane. Ogni ente ha fatto segnalazioni e su queste sono stati avviati i controlli. Delle 120 ditte controllate nella Val di Bisenzio 25 sono risultate inesistenti; 6 su 21 a Poggio a Caiano, 6 su 22 a Montemurlo. 4.133 le segnalazioni messe in campo dall’Inps: così tante che il lavoro è ancora in corso. Ripulire le banche dati significa rendere più veritieri i pubblici registri e indirizzare meglio i controlli tradizionali, quelli con accesso diretto nelle imprese. “I controlli attraverso i database – ha detto il sindaco di Prato Biffoni – hanno anche un obiettivo di prevenzione, qui tutti devono sapere che il controllo è totale, dal primo all’ultimo anello della catena”. Un meccanismo dispendioso ma che porta ad una lettura più precisa delle realtà economica del territorio. Un meccanismo, c’è da aggiungere, che ha portato a galla un fenomeno devastante: tante, troppo aziende che esistono solo sulla carta e alle quali basta questo per alimentare l’illegalità. Stroncare sul nascere questo fenomeno non è possibile, almeno al momento: la semplificazione in vigore da 5-6 anni consente ad un imprenditore di trasmettere agli enti, tramite posta certificata, l’avvio di un’attività. Un metodo che nessuno mette in discussione ma che rispetto al quale saranno presentate osservazioni al Governo per fare in modo che il sistema di controllo sia efficace e più incisivo. “Chiederemo la possibilità di fare notifiche tramite Posta elettronica certificata (Pec) esattamente come attraverso la Pec si apre un’impresa – ha detto il prefetto – e in più chiederemo che il modello informativo sia pari ad una dichiarazione sostitutiva di atto notorio in modo che chi dichiara il falso possa venire perseguito dalla legge”. L’errore di fondo, infatti, è che la trasmissione telematica non è un atto sostitutivo e dunque non comporta nessuna conseguenza.

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Scoperte 313 aziende fantasma, solo due sono italianeultima modifica: 2015-03-20T13:36:50+01:00da davi-luciano
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