Verso una nuova strategia militare della Russia in America Latina?

febbraio 19, 2015

 Eugene Bai, RBTH 18 febbraio 2015

 La visita di Shojgu a Cuba, Venezuela e Nicaragua si è concentrata non solo sui contratti militari. Ha una dimensione geopolitica, in particolare il ruolo della Russia nella costruzione del canale del Nicaragua, un progetto guidato dalla Cina che mira a competere con il canale di Panama.

 Lo stesso giorno in cui il Quartetto di Normandia s’incontrava per concordare un piano di pace in Ucraina orientale, il Ministro della Difesa russo Sergej Shojgu iniziava una visita ufficiale in tre Paesi dell’America Latina: Venezuela, Nicaragua e Cuba. Come previsto, gli esperti russi hanno spiegato rapidamente la visita come “risposta alle azioni degli Stati Uniti“, che avvicinano le loro basi al confine con la Russia. “In effetti, rappresenta l’attuazione del contenimento nucleare, descritto nella dottrina militare della Russia“, ha detto Leonid Ivashov, esperto militare e presidente del Centro per gli argomenti di analisi geopolitiche. “Ciò che vi viene schierato (nei Paesi visitati da Shoigu), navi, aerei e attrezzature radar, dipende da accordi specifici“. Aleksej Fenenko, dell’Istituto di Sicurezza Internazionale, condivide la visione di Ivashov e crede che la visita di Shojgu in America Latina abbia lo scopo di “cercare d’innervosire gli Stati Uniti”. “Va notato che non appena gli Stati Uniti si sono attivati nella Comunità degli Stati Indipendenti (le repubbliche ex-sovietiche), ci siamo diretti in America Latina”, dice. “Dopo la guerra dei cinque giorni con la Georgia nel 2008, nel dicembre dello stesso anno Nicaragua e Russia negoziavano sulla cooperazione spaziale e la vendita di missili terra-aria nella regione aumentava“. Le trattative di Shojgu in Venezuela, Nicaragua e Cuba si sono svolte a porte chiuse. Secondo le dichiarazioni ufficiali riguardavano cooperazione militare e tecnico-militare, ma non sono stati resi noti i dettagli. La domanda è perché il Ministro della Difesa russo doveva compiere questa visita quando le autorità militari e politiche del Paese sono pienamente coinvolte nel conflitto nel sud-est dell’Ucraina.

 Gli obiettivi di Shojgu in Venezuela

I tre Paesi visitati dal Ministro hanno importanti e forti legami storici con la Russia. Negli ultimi cinque anni, solo il Venezuela ha ricevuto da Mosca 24 Su-30, 100000 fucili Kalashnikov, 92 carri armati T-72, elicotteri e armi antiaeree. Questo arsenale richiede una manutenzione costante, che viene effettuata da esperti russi stabilitisi o in visita nel Paese latinoamericano. Tuttavia vi sono due controparti: gli accordi per la vendita di tante armi furono firmati dal Presidente Hugo Chavez quando i prezzi del petrolio erano alti, e in secondo luogo, la maggior parte è acquistata a credito e deve ancora essere pagata. Ora che i prezzi del petrolio sono così bassi, l’inflazione ufficiale in Venezuela ha raggiunto il 68% e le riserve di valuta estera sono sufficienti solo a pagare il debito per due anni, non vi possono essere negoziati per nuovi accordi militari con la Russia. Forse uno degli obiettivi di Shoigu era se Caracas intende pagare le armi già consegnate e, se non è possibile, cosa potrebbe offrire in cambio.

 Di cosa ha bisogno la Russia a Cuba?

Gli obiettivi del Ministro della Difesa a Cuba erano più modesti. Le notizie filtravano sulla visita a una divisione corazzata di stanza presso L’Avana. “Gran parte del nostro armamento è unico“, ha detto il ministro cubano Lepoldo Cintra Frias. In realtà, queste divisioni hanno versioni ibride dei carri armati russi T-54 e T-55. Dopo la caduta dell’Unione Sovietica, quando Mosca sospese l’invio di grandi quantità di armi, i cubani sono solo riusciti a rinnovare parte dei materiali rimasti. Così hanno dovuto avere inventiva e combinare due tipi di carri armati. In qualche modo ricorda i veicoli sulle strade de L’Avana, i molti modelli ibridi di Cadillac e Chevrolet degli anni ’50. Cuba spera molto di contare su materiale ricevuto dalla Russia. Ma tali contratti non possono continuare a lungo termine. L’Avana è ora concentrata sulla normalizzazione delle relazioni con gli Stati Uniti, e mentre Barack Obama resta alla Casa Bianca, Cuba cercherà la revoca dell’embargo e libero accesso all’isola dei cittadini degli Stati Uniti. In questo senso, la visita di Shojgu all’Avana può essere considerata di routine, senza contenuto strategico specifico.

 Più interessante, il Nicaragua

I negoziati con il governo del Nicaragua sono più interessanti. Come è noto, il Nicaragua è uno dei quattro Paesi che ha riconosciuto Abkhazia e Ossezia del Sud dopo il conflitto tra Russia e Georgia nel 2008. Forse la “buona volontà” di Managua può essere utile se l’indipendenza è riconosciuta anche a Donetsk e Lugansk. Inoltre, come riportato, Shojgu ha accettato di facilitare l’ingresso delle navi russe nei porti di Pacifico e Atlantico nel Paese centroamericano. Ma non è tutto. Durante il viaggio un nuovo centro topografico, organizzato e attrezzato dalla Russia, è stato aperto. Un rappresentante del Nicaragua ha mostrato al ministro un atlante topografico del terreno su cui viene costruito il canale del Nicaragua. Questo canale punta a doppiare quello di Panama collegando Atlantico e Pacifico. Il lavoro preliminare è iniziato a dicembre. Si prevede sia operativo nel 2019 e la costruzione terminata nel 2029. Il gruppo cinese HKND è il primo contraente e gestirà questa rotta per 50 anni con l’opzione di rinnovo per ulteriori 50 anni. Per l’uso al Nicaragua pagherà 10 milioni di dollari l’anno. Qual è il ruolo della Russia in questo progetto? Secondo l’accordo con il Nicaragua, il Paese slavo è responsabile della protezione della nuova arteria dei trasporti, comprese navi e aerei da guerra. In altre parole, è tenuta a mantenere un ombrello militare e politico sulla nuova rotta che collegherà i due più grandi oceani del mondo.

Finora Washington ha appena reagito agli accordi militari russi in America Latina. Il presidente Obama ha dichiarato una volta che l’invio di armi al Venezuela “non gli dà fastidio”. Ma ora la situazione è un po’ diversa. Il Canale Nicaragua è un concorrente diretto di quello di Panama, controllato dagli Stati Uniti, e potrebbe cambiare non solo l’equilibrio di potere in America centrale ma anche mondiale, causando una revisione della mappa geopolitica. L’ambasciata degli Stati Uniti in Nicaragua ha già espresso tale preoccupazione. La preoccupazione degli Stati Uniti è triplice: rafforzarsi della presenza militare russa nelle acque del Nicaragua, aumento della rivalità tra Stati Uniti e Cina nella regione e creazione di una nuova rotta per petrolio e altre materie prime controllata dai concorrenti degli USA. D’altra parte, ci sono gruppi ambientalisti che hanno espresso preoccupazione perché credono che il nuovo canale potrebbe causare un disastro ecologico, come la minaccia di contaminare il lago Nicaragua, il più grande lago tropicale in America Latina. Per bloccare la costruzione, definita il progetto preferito dal Presidente Daniel Ortega, funzionari degli Stati Uniti sperano in un cambio politico in Nicaragua, o che l’impresa di Hong Kong (coinvolta in numerosi scandali nel suo Paese) non possa adempiere al contratto, o anche che la Russia perda interesse per la cattiva situazione economica che vive. Allo stesso tempo, il canale di Nicaragua sembra uno dei punti salienti della visita di Sergej Shojgu, riecheggiando il confronto tra Russia e occidente sull’Ucraina in altre parti del mondo.

 VENEZUELA-Y-RUSIA-2Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

https://aurorasito.wordpress.com/2015/02/19/verso-una-nuova-strategia-militare-della-russia-in-america-latina/

HUMOUR & POLITIQUE FRANCAISE/ LA POLITIQUE POUR TOUS: MEME FRANÇOIS HOLLANDE

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EODE-BOOKS - La politique pour tous (2015 02 24) (1)

# LA POLITIQUE POUR TOUS: MEME FRANÇOIS HOLLANDE

 Auteurs: Josselin Bordat Et Tristan Berteloot

Editeur: J’ai Lu

 Humour et politique française.

Un ouvrage décapant et irrespectueux qui n’épargne personne au sein du Système des partis français, de l’extrême-droite à l’extrême-gauche …

 EODE-BOOKS - La politique pour tous (2015 02 24) (2)

L’un est l’auteur de la page président de Brain Magazine, l’autre est membre de l’équipe derrière le compte Twitter “humour de droite”. Les deux journalistes Josselin Bordat et Tristan Berteloot publient le 5 novembre ‘La politique pour tous’. Un petit manuel de survie “Lol Politique” pour citoyen, illustré par Olivier Laude.

 Fidèles à l’humour cinglant qui leur sert de marque de fabrique,  Josselin Bordat et Tristan Berteloot offrent ici un fourre tout truculent et incongru. “Chaque petit sketch qui est dans le livre aurait pu être plus long, il y a plein de choses qui n’ont pas été mises. On voulait une certaine cohérence, c’est quand même un livre qui répond à des faits d’actualités, malgré cet impression de fouillis, la plupart des pages se répondent.” explique Tristan Berteloot.

 Sont inclus, entre autres, le journal intime de Marion Maréchal Le Pen, des infographies digne de ‘la politique pour les nuls’ et des portraits sans complaisance des élus et de leurs électeurs. Les premiers trouveront entre autres des modèles de lettres à trous pour mieux s’adresser à leurs administrés insatisfaits. Les seconds sauront désormais comment mesurer la gravité d’un ‘raz-de-Marine’ grâce à une échelle sismique conçue à cet usage.

 Un ouvrage court, incisif, que ses auteurs souhaitaient loin des blagues déjà entendues à la télé. On y découvre par exemple une chronique littéraire de Frédéric Lefebvre, connu pour son goût immodéré pour l’œuvre de “Zadig & Voltaire”, ou l’arbre généalogique de Christine Boutin. Tout est là, casé entre une préface amnésique de Jacques Chirac et une postface revancharde de Valérie Trierweiler. Des traits d’humour parfois potaches qui nous rappellent les incohérences et les mélodrames de nos politiques tout en déconstruisant des clichés sur les autres et sur nous-mêmes.

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LES DESSINS D’OLIVIER LAUDE …

 Des séquences illustrées par Olivier Laude, dont les dessins donnent une toute autre dimension à l’ouvrage. Ça fait plusieurs années déjà que Josselin Bordat travaile avec le dessinateur au sein de Brain Magazine : “Olivier a une grande importance dans le projet. On avait une exigence artistique. Je pense que c’est un truc un peu générationel, nos goûts graphiques ne sont pas les mêmes que la génération Charlie Hebdo. Dans la “politique pour tous”, vous ne verrez pas sarko avec de grandes oreilles et Carla qui soulève sa jupe. Les illustrations sont belles et drôles à la fois, un mix qui n’est pas toujours tenté dans ce type de bouquin.“

 UNE CRITIQUE AU VITRIOL QUI N’EPARGNE PERSONNE, NI LES MEDIA NI LES POLITICIENS DE TOUS BORDS

 Au détour des 160 pages, vous pourrez tester votre niveau de racisme grâce aux sondages du Point et du Figaro, apprendre à parler à un électeur du troisième âge ou encore aider Frigide Barjot à regagner son logement HLM sans tomber dans les embuscades du lobby gay. Sans oublier bien sûr La malédiction des Hauts-de-Seine, ce roman dont vous êtes le héros et qui vous permettra de vivre de l’intérieur une campagne électorale de banlieue chic.

 SOMMAIRE :

 La politique pour tous :

Le DSKâma-sûtra . Le journal intime de Marion Maréchal Le Pen . Le poil en politique . Le classement des civilisations . La profession de foi de Manuel Valls 2017 . Sondage : êtes-vous raciste ? . La campagne dont vous êtes le héros . L’historique Google des politiques.

 LES AUTEURS :

 Josselin Bordat est co-fondateur de Brain Magazine.

 Tristan Berteloot est journaliste et membre du collectif ‘humourdedroite‘.

Barbe de trois jours, hoodie-jean-baskets et livre bleu-blanc-rouge à la main : derrière la parfaite panoplie du trentenaire parisien se cache un fin connaisseur de la scène politique française. En plus de participer à l’animation des différents comptes d’humour de droite, Tristan est journaliste à Libé, après s’être fait virer de BFM.

 Nombre de pages: 158

ISBN / EAN: 978-2-290-07928-7 – 9782290079287

Format: 19 X 13

 EODE / 2015 02 24 /

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LA BUNDESWEHR AU MALI / BERLIN ET L’AFRIQUE. COMPLEMENT D’ENQUETE 013

Complément d’Enquête, une nouvelle série de documents videos pour mieux comprendre les émissions de géopolitique d’EODE-TV …

 LM pour EODE-TV/ 2015 02 23/

EODE-TV - COMPLEMENT la Bundeswehr au Mali (2015 02 24) FR 1

# COMPLEMENT D’ENQUETE 013/

DOCUMENTS pour comprendre l’émission

LE GRAND JEU. AU COEUR DE LA GEOPOLITIQUE MONDIALE

(seconde partie).

L’Afrique doit-elle avoir peur du retour de la Grande-Allemagne sur le continent noir ? (*)

 « Gefährliche Mission –  Bundeswehreinsatz  in Mali »,

Emission de « Politik Direkt » de la TV allemande DW sur la Mission de la Bundeswehr au Mali, la première de l’Armée allemande en Afrique depuis 2013, avec l’EUFOR et la MINUSMA …

EODE-TV - COMPLEMENT la Bundeswehr au Mali (2015 02 24) FR 2

La propagandastaffel de la Bundeswehr tente de vendre les expéditions de l’Armée allemande en Afrique au public allemand. Les grands médias allemands l’aident sans vergogne. « Il faut plus d’Allemagne en Afrique » titre DIE ZEIT (Berlin) …

 Video sur : https://vimeo.com/120435538

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 (*) Emission de référence :

LE GRAND JEU. AU CŒUR DE LA GEOPOLITIQUE MONDIALE: LA GRANDE-ALLEMAGNE DE RETOUR/

PARTIE 2. UNE MENACE SUR L’AFRIQUE

Sur https://vimeo.com/120234429

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STEINMEIER LE PLANIFICATEUR DU RETOUR DE L’ALLEMAGNE EN AFRIQUE / BERLIN ET L’AFRIQUE. COMPLEMENT D’ENQUETE 014

Complément d’Enquête, une nouvelle série de documents videos pour mieux comprendre les émissions de géopolitique d’EODE-TV …

 LM pour EODE-TV/ 2015 02 23/

EODE-TV - COMPLEMENT steinmeier et l'Afrique (2015 02 24) FR

# COMPLEMENT D’ENQUETE 014/

DOCUMENTS pour comprendre l’émission

LE GRAND JEU. AU COEUR DE LA GEOPOLITIQUE MONDIALE

(seconde partie).

L’Afrique doit-elle avoir peur du retour de la Grande-Allemagne sur le continent noir ? (*)

 Une courte video de l’Agence marocaine MAP sur le ministre des affaires étrangères allemand Steinmeier, artisan du retour de Berlin en Afrique, ici au Maroc …

 Video sur : https://vimeo.com/120435539

 # ALLER PLUS LOIN /

LUC MICHEL : LES ORIENTATIONS DE STEINMEIER POUR LE RETOUR DE L’ALLEMAGNE EN AFRIQUE

 Les plans actuels de Berlin pour l’Afrique ont été clairement et publiquement exposés par le ministre des affaires étrangères allemand Steinmeier, artisan du retour de Berlin en Afrique, en 2014.

 L’année dernière à la mi-mai, Steinmeir a adopté les « Orientations de la politique africaine du gouvernement », un document-manifeste qui prône l’exploitation des vastes richesses africaines par un impérialisme allemand renaissant. En présentant ses « Orientations », le ministre allemand des Affaires étrangères, Frank-Walter Steinmeier, a déclaré que l’Allemagne doit jeter son regard sur l’Afrique en « adaptant sa boîte à outils politique à la diversité de l’Afrique. »

 Pour commencer, sous le titre « Situation de départ : une importance croissante de l’Afrique pour l’Allemagne et l’Europe », le document déclare : « Le potentiel de l’Afrique découle de sa vitalité démographique et d’un gigantesque marché d’avenir en forte croissance, de sa richesse en ressources naturelles et de son grand potentiel pour une production agricole et une sécurité alimentaire autonome (…) Les marchés africains sont dynamiques et, au-delà des industries extractives, de plus en plus intéressants pour les entreprises allemandes. » La deuxième partie intitulée « Notre engagement en Afrique », insiste sur « le renforcement ciblé de l’engagement de l’Allemagne en Afrique dans les domaines de la politique, de la sécurité et du développement ». Berlin entend « agir préventivement et rapidement, d’une manière décisive et substantielle et fondée sur des valeurs et les droits de l’homme ». Berlin veut se servir de « toute la panoplie des dispositifs dans les domaines de la politique, de la sécurité, du développement, de la politique régionale, de l’économie, des sciences et de la culture » Y compris évidemment les interventions militaires de la Bundeswehr.

 LM / EODE-TV / EODE Press Office /

 (*) Emission de référence :

LE GRAND JEU. AU CŒUR DE LA GEOPOLITIQUE MONDIALE: LA GRANDE-ALLEMAGNE DE RETOUR/

PARTIE 2. UNE MENACE SUR L’AFRIQUE

Sur https://vimeo.com/120234429

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‘THE AFRICA REICH’. CES PLANS NAZIS DE 1940 QUI INSPIRENT TOUJOURS BERLIN / BERLIN ET L’AFRIQUE. COMPLEMENT D’ENQUETE 015

Complément d’Enquête, une nouvelle série de documents videos pour mieux comprendre les émissions de géopolitique d’EODE-TV …

 LM pour EODE-TV/ 2015 02 23/

EODE-TV - COMPLEMENT the africa reich (2015 02 24) FR (1)

# COMPLEMENT D’ENQUETE 015/

DOCUMENTS pour comprendre l’émission

LE GRAND JEU. AU COEUR DE LA GEOPOLITIQUE MONDIALE

(seconde partie).

L’Afrique doit-elle avoir peur du retour de la Grande-Allemagne sur le continent noir ? (*)

 La video choc du livre de Guy Saville : « THE AFRICA REICH ».

Basé sur une documentation historique rigoureuse, le livre dévoile les plans nazis pour l’Afrique après 1945 en cas de victoire du IIIe Reich. Y compris l’extermination des noirs !

 Video sur : https://vimeo.com/120435540

EODE-TV - COMPLEMENT the africa reich (2015 02 24) FR (2)

# ALLER PLUS LOIN :

LUC MICHEL : « THE AFRICA REICH ». OU COMMENT LES PLANS NAZIS DE COLONISATION ALLEMANDE DE L’AFRIQUE EN 1940 INSPIRENT AUJOURD’HUI LA POLITIQUE AFRICAINE DE BERLIN …

 Ce qui est particulièrement inquiétant c’est la source où Berlin puise son inspiration pour ses nouveaux projets en Afrique. Dans mon émission LE GRAND JEU. AU CŒUR DE LA GEOPOLITIQUE MONDIALE: LA GRANDE-ALLEMAGNE DE RETOUR/

PARTIE 2. UNE MENACE SUR L’AFRIQUE, j’évoque aussi le IIIe Reich nazi, qui développe de grand projets allemands pour l’Afrique, et j’explique que « ces plans nazis de 1934-44 inspirent aujourd’hui, dans une version adaptée au temps,  les projets de la nouvelle politique africaine de Berlin ».

 J’analyse notamment ce qui suit : en 1919, au Congrès de Versailles, l’Allemagne avait perdu toutes ses colonies africaines. « L’élite allemande sous Hitler rêvait à nouveau d’un empire en Afrique ». Il devait être un « espace tropical complémentaire à une Europe dominée par l’Allemagne ». Dès l’arrivée de Hitler au pouvoir en 1933, les nazis devaient mettre en place une politique pour revenir en Afrique. La mise en place du ‘Kolonialpolitisches Amt’ en a été la concrétisation, le Bureau politique colonial, qui en 1934 a commencé à agir pour les territoires que l’Allemagne avait perdu avec le Traité de Versailles.

 Six ans plus tard, ces projets initiaux vagues ont pris forme avec la publication en Novembre 1940 du « Mémorandum Bielfield », qui proposait, après une victoire nazie dans le seconde guerre mondiale, la saisie des Congos belges et français, de l’Afrique équatoriale française et d’une grande partie de l’Afrique occidentale française, ainsi que le Nigeria, le Kenya et la Rhodésie du Nord. Bases navales seraient construites à Dakar, Conakry et les îles Canaries. Madagascar serait un dépotoir pour les Juifs. Cette vaste région devait être exploitée pour la richesse de ses ressources naturelles pour financer l’avenir empire européen de l’Allemagne.

 Un livre d’anticipation, une Uchronie, expose rigoureusement les plans nazis pour l’Afrique, il s’agit précisément de THE AFRICA REICH, de Guy Saville, que je cite. Le livre expose un projet démoniaque, qui construit un réseau d’indestructibles autoroutes sur le continent noir, tout en même temps organisant le nettoyage de la zone des Africains sur le modèle de l’extermination des juifs et des tsiganes.

 Ce qui est inquiètant, c’est que les « Orientations » de Steinmeier, mais aussi les pays choisis par l’Allemagne pour agir en Afrique aujourd’hui, recoupent les projets du « Mémorandum Bielfield ». Notamment l’accent mis aujourd’hui par Berlin comme en 1940 sur le Golfe de Guinée, le Ghana (la porte d’entrée de l’Allemagne en Afrique) et le Cameroun.

 Revenons sur celui-ci. Dans ce mémorandum daté de juillet 1940, le directeur à la fois de la Deutsche Bank et du ‘Bureau de la politique coloniale du parti nazi’, Kurt Weigelt, présente ainsi les objectifs de la guerre du Troisième Reich : « Les pays du Golfe de Guinée ont la plus grande valeur économique. A partir de nos anciennes possessions (Togo et Cameroun), la Côte de Guinée-Togo-Dahomey-Nigeria-Cameroun forme l’élément clé idéal des possessions africaines de l’Allemagne. Avec une population dépassant de loin les 30 millions d’habitants, cette région est non seulement un extension tropicale optimale, mais couvre aussi à quelques rares exceptions près (le cuivre) les besoins nationaux essentiels de la métropole (…) Avec l’inclusion du Congo français, on peut la compléter sur le plan des produits forestiers et l’étendre au Congo belge, ce qui couvrirait aussi les besoins en cuivre. Les gisements de minerai de fer de Conakry s’étendent sur le chemin vers cette région, tout comme le phosphate du Maroc français (accords particuliers) et les bases aériennes et navales à Bathhurst et à Dakar ».

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 (*) Emission de référence :

LE GRAND JEU. AU CŒUR DE LA GEOPOLITIQUE MONDIALE: LA GRANDE-ALLEMAGNE DE RETOUR/

PARTIE 2. UNE MENACE SUR L’AFRIQUE

Sur https://vimeo.com/120234429 

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