Tav, via libera dal Cipe – Altolà dai sindaci valsusini

 
Pubblicato Venerdì 20 Febbraio 2015, ore 18,29
 

Alla vigilia della manifestazione che vedrà sfilare nel capoluogo piemontese i primi cittadini alla testa del corteo, vine approvato il progetto definitivo della tratta italiana della sezione transfrontaliera della Torino-Lione. Plano: “Siamo ancora in tempo a stopparla”

Il Cipe ha approvato il progetto definitivo della tratta italiana della Sezione Transfrontaliera della Torino-Lione.  Il via libera arriva proprio alla vigilia della manifestazione indetta dal movimento No Tav che vedrà sfilare domani, sabato 21 febbraio, nel capoluogo piemontese i sindaci della Valsusa alla testa del corteo. “È un grande risultato – afferma il ministero delle Infrastrutture – che corona il processo valutativo portato avanti in questi anni dai Ministeri delle Infrastrutture e dei Trasporti, dell’Ambiente, dei Beni Culturali e dell’Economia”. Il progetto approvato raccoglie il risultato delle Conferenze dei Servizi regionale e nazionale e capitalizza il grande lavoro di analisi e proposte sviluppato dall’Osservatorio sulla Torino-Lione in 235 riunioni e confronti con gli enti locali coinvolti.

 Oltre alla piena condivisione di Italia e Francia, l’opera – spiega il ministero in una nota – ha beneficiato e continua a essere sostenuta dalla Commissione Europea attraverso il ruolo del Coordinatore del Corridoio Mediterraneo Laurens Jan Brinkhorst. È ormai giudizio consolidato a livello europeo che la Torino-Lione, come ha ribadito nei giorni scorsi anche la Commissaria europea ai Trasporti Violeta Bulc, non sia più solo un’opera franco-italiana ma soprattutto un progetto europeo per l’integrazione degli scambi delle persone e delle merci e per la salvaguardia ambientale di beni comuni intangibili come le Alpi. Nel Summit intergovernativo di martedì 24 febbraio a Parigi verrà firmato il protocollo addizionale all’accordo Italia-Francia del 2012. La tratta nazionale, lunga 17 km, va da Bussoleno al confine di stato, all’interno della futura maxi-galleria di 57 chilometri. Costi stimati in 8,6 miliardi di euro poco più degli 8,5 dichiarati sul preliminare, da ripartire tra Francia, Italia e Ue ai sensi dell’Accordo del 30 gennaio 2012. Il costo della tratta in territorio italiano è di circa 2,6 miliardi di euro a valori 2012, di cui sono a carico dell’Italia circa 1,6 miliardi di euro in assenza di contributo europeo, che potrebbero scendere fino a 958 milioni di euro nel caso l’UE fornisse il contributo massimo per tali opere, pari al 40 per cento. Il summit bilaterale Italia-Francia del 24 febbraio è propedeutico alla richiesta del contributo europeo. La quota italiana a valori correnti (1,5 per cento fino al 2019) della tratta in territorio italiano è pari a 1.823 milioni di euro. IL Cipe ha anche dato l’ok alla variante che potrebbe costare circa 200 milioni in più: la modifica permetterà ai costruttori di sfruttare il cantiere di Chiomonte (dove al momento stanno scavando solo un tunnel esplorativo) procedendo verso Susa, così da mettere l’opera al riparo dalle contestazioni.

C’è chi spera che dopo  la manifestazione di domani a Torino “qualche politico venga fulminato sulla via di Damasco”. Dice proprio così il sindaco di Susa Sandro Plano a poche ora dall’adunata del popolo No Tav in programma per domani, con partenza alle 14 da piazza Statuto. L’altro auspicio di Plano è quello di “vedere una manifestazione pacifica”. Il rischio è che entrambi restino solo speranze. “Purtroppo ci può essere sempre qualcuno che si infila e ha atteggiamenti diversi da quelli che vogliamo tenere” aggiunge il sindaco, giustificando di fatto lo stato di allerta con cui le forse dell’ordine e i dispositivi di sicurezza  si preparano all’appuntamento di domani. “Ogni euro speso per il Tav è un euro rubato a qualcosa di utile per tutti  – questo lo slogan che riecheggia sui siti contrari alla Torino-Lione -. Da oltre venticinque anni ci battiamo contro un’opera inutile e dannosa, non solo per il territorio e per la vita della Valsusa, ma per i bisogni e il futuro di tutti i cittadini, un progetto di cui nessuno, presidenti del consiglio, ministri della Repubblica, commissari di governo, tecnici e docenti, è mai riuscito a dimostrare realmente la effettiva necessità per il nostro Paese”.

La scelta di Torino, anziché la Valsusa, “è strategica e motivata – spiega Plano –. Avere maggiore visibilità, ma soprattutto perché poniamo sul tavolo dei problemi che non riguardano solo la valle. Veniamo in una città dove ci sono scuole insicure, con soffitti che crollano e senza dotazioni antisismiche che con una minima parte dei soldi che si buttano via nella Tav potrebbero essere rese sicure”. E poi “mentre si tagliano i servizi sanitari, si gettano via soldi in questa opera inutile. Ecco perché veniamo a Torino”. Ma la scelta del capoluogo entra certamente anche in quella reazione alle recenti vicende processuali, alle condanne, all’approdo nelle aule di giustizia da parte di chi è considerato alla stregua di un eroe dal fonte antagonista alla grande opera. Che la definisce nulla di diverso da un “attentato alle finanze pubbliche che sottrae risorse alle vere esigenze della società”.

 I riferimenti alle vicende giudiziarie che certamente saranno uno dei punti caldi della manifestazione sono esplicitate dai No Tav con affermazioni nette: “Non potendoci sconfiggere con altri mezzi, da oltre due anni è la magistratura a portare avanti con più determinazione gli interessi del “sistema Tav”, ingaggiando una campagna senza precedenti contro i NoTav, che ha visto solo negli ultimi due anni oltre mille indagati, decine di arresti, capi d’imputazione fantasiosi, risarcimenti esorbitanti, accuse di terrorismo, e solo poche settimane fa a 46 No Tav sono toccati 140 anni di prigione, ben 130 anni in più degli autori della strage del Vajont. Tre ragazzi sono ancora in carcere, 4 ai domiciliari e in decine non possono frequentare la Valle di Susa a causa dei fogli di via”. Su questo aspetto il sindaco di Susa si mostra più cauto: “Aspettiamo le sentenze definitive  – dice –. Certo si tratta di condanne che fanno riflettere”. Decisamente più duro contro quei politici, in primis quelli del suo stesso partito, il Pd, che “sostengono e difendono un’opera inutile e costosa”. E quando ripete l’auspicio dice “speriamo in qualche fulmine” omettendo di ripetere la rievocazione biblica della conversione di san Paolo. Qualche fulmine e basta. Un caso o l’ennesimo auspicio?

Tav, via libera dal Cipe – Altolà dai sindaci valsusiniultima modifica: 2015-02-22T17:25:04+01:00da davi-luciano
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