Calci e pugni a una cameriera per violentarla, arrestato pregiudicato senegalese

Un’altra vittima di serie B.Purtroppo per lei, la giusta attenzione e solidarietà si ha solo se il tuo aggressore è un autoctone. Le vittime non sono tutte eguali, lo insegna la società civile. Arrestato l’aggressore, chissà quanto ci rimarrà in galera, poi dicono che arrestiamo gli stranieri perché siamo razzisti

 giovedì, 19, febbraio, 2015

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Prima l’ha aggredita picchiandola con calci, pugni, poi con il bastone di una scopa. Infine ha cercato di violentarla. Vittima una donna che lavora come addetta delle pulizie in un albergo nel centro storico di Genova. Il suo aggressore, arrestato dalla polizia, è un pluripregiudicato senegalese di 32 anni. Lo riporta repubblica

L’uomo che alloggiava nell’albergo di via Prè, nei giorni scorsi aveva tentato un primo approccio andato a vuoto. Il giorno dopo è tornato alla carica: con la scusa che la sua camera non era stata pulita bene, ha cercato di trascinare la ragazza dentro la stanza. La vittima è riuscita a divincolarsi scappando in corridoio. Il senegalese l’ha rincorsa e una volta raggiunta l’ha bloccata a terra iniziando a picchiarla violentemente, prima sferrandole un forte pugno al volto, poi ha cercato di violentarla.

La donna ha lottato con tutte le sue forze e si è difesa fino allo stremo. Ma la sua reazione ha fatto arrabbiare ancora di più il senegalese che iniziato a picchiarla con il bastone di una scopa colpendola più volte fino a romperlo.

In aiuto della vittima è arrivato il titolare dell’albergo sentendo le urla della ragazza. Quando ha visto cosa stava accadendo ha chiamato subito la polizia.
Arrestato e portato in questura, l’uomo ha dato in escandescanza, aggredendo un agente. Per questo è accusato, oltre che di lesioni personali anche di aggressione a pubblico ufficiale.

La donna, che nel tentativo di violenza ha riportato molte contusioni e lividi, è stata accompagnata in ospedale: ne avrà per quindici giorni.

http://www.imolaoggi.it/2015/02/19/calci-e-pugni-a-una-cameriera-per-violentarla-arrestato-pregiudicato-senegalese/

Firme false per Chiamparino (Pd), il Tar ammette il ricorso della Lega

I moralmente superiori SONO ligi ed onesti. Nessuno urla allo scandalo ed i giornali non ne parlano. Mica sono i rimborsi del taxi del trota

sabato, 21, febbraio, 2015

 Ammesso il ricorso contro il governatore Sergio Chiamparino, nel mirino per la nuova inchiesta sulle firme false alle elezioni del maggio 2014. Ieri, il Tribunale amministrativo ha, infatti, rinviato il tutto all’udienza pubblica del 9 prossimo 9 luglio, in attesa che l’inchiesta penale arrivi alle prime conclusioni.

 Ad essere stato accolto è il ricorso della leghista Patrizia Borgarello, considerato ammissibile nelle parti in cui contesta anomalie, irregolarità e palesi contraffazioni negli elenchi di firme a sostegno delle liste per Chiamparino.

 La decisione del Tar ha, ovviamente, smosso gli esponenti della giunta del centrosinistra ora in consiglio regionale e, manco a dirlo, dell’opposizione che marcia dritto sulla questione chiedendo le dimissioni di Chiamparino.

 “La pronuncia del Tar avvenuta oggi, credo renda evidente che il ricorso sulle firme false, raccolte dal centrosinistra, era fondato e non una questione puramente mediatica – afferma il capogruppo di Forza Italia Gilberto Pichetto -. Questo primo passaggio chiarisce definitivamente che la campagna elettorale condotta dal centrosinistra alle ultime regionali all’insegna della trasparenza e legalità in realtà è stata un mero atto di arrogante opportunismo”.

 torinotoday.it

La sanità cade a pezzi, ma si inventano 17 nuove figure infermieristiche

I soldi non ci sono per tutti, le priorità sono altre. I malati? Come i pensionandi crepino in attesa

 venerdì, 20, febbraio, 2015

 Consulente, coordinatore, facilitatore, assistente. Queste sono solo alcune delle 17 figure infermieristiche emergenti, 9 a livello ospedaliero e 8 sul territorio, individuate in uno studio condotto da Ce.Ri.S.Ma.S (Centro di ricerche e studi in management sanitario) dell’Universita’ Cattolica del Sacro Cuore, con il sostegno incondizionato di Fondazione Pfizer. I risultati sono stati presentati oggi a Roma.

 Se a livello territoriale i ruoli si differenziano tra i “facilitatori di percorsi” (coloro che prendono fattivamente in carico il paziente, dei veri e propri “angeli custodi”), i “coordinatori” (dedicati in primis alla gestione del personale) e i “professionali” (specialisti nel campo infermieristico, assistenziale e/o riabilitazione); a livello ospedaliero se sussiste la figura dell’angelo custode (il “care manager”), che guida il paziente nel percorso di cura, il “case manager” e’ incaricato di gestire il flusso dei pazienti ricoverati verso le strutture territoriali, mentre e’ il “bed manager” colui che gestisce i trasferimenti dall’emergenza all’interno dei reparti.

 “La ricerca conferma la emergere di nuovi ruoli organizzativi che interessano migliaia di infermieri in Italia e che ridisegnano le relazioni tra medico e infermiere, sia in ospedale che sul territorio”, hanno dteto i ricercatori di Ce.Ri.S.Ma.S, coordinati dai professori della Cattolica Stefano Baraldi e Americo Cicchetti. “In particolare, lo sviluppo delle funzioni di coordinamento in ambito infermieristico si riverberano anche sul lavoro del medico che, come conseguenza, sembra poter recuperare in modo piu’ pieno la dimensione professionale del proprio lavoro”, hanno concluso. (AGI)

La Serracchiani stanzia 200mila euro per l’inserimento sociale dei profughi

Certo che per gli italiani non viene stanziano nessun corso per conoscere i loro diritti: NON NE HANNO. Niente casa, vedi famiglie e persone singole costrette a vivere in macchina, NIENTE reddito di cittadinanza, NIENTE diritto al lavoro come Costituzione prevedrebbe….

 La giunta del Friuli-Venezia Giulia prevede l’istituzione dei “facilitatori di convivenza”. Forza Italia protesta

Fabio FranchiniVen, 20/02/2015 – 12:24

Duecentomila euro per far socializzare i profughi. È quanto prevede il progetto del Friuli-Venezia Giulia “Programma stralcio dell’immigrazione 2015” promosso dalla giunta di Debora Serracchiani.

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L’iniziativa va a sostegno dei rifugiati e richiedenti asilo politico, per i quali è stata anche ideata la figura del “facilitatore della convivenza”.

Nei giorni scorsi l’esecutivo regionale, su proposta dell’assessore alla Solidarietà Gianni Torrenti, ha approvato in via preliminare il piano, ora trasmesso anche al Consiglio delle autonomie locali, per il parere previsto dalla legge. Le misure proposte prevedono due tipi di interventi mirati. Il primo consiste in percorsi di alfabetizzazione degli adulti, che saranno organizzati a cura dei Centri provinciali per l’istruzione. Per questa iniziativa la Regione ha messo a disposizione un budget di 50mila euro. Il secondo, invece, prevede un finanziamento di 150mila euro destinato a sostenere l’erogazione di contributi a quegli enti locali che lavorano per favorire l’integrazione attraverso l’inserimento, la conoscenza e l’accettazione reciproca tra persone accolte e comunità ospitante.

Ed è qui che entrano in scena i “facilitatori della convivenza”, salate armi anti intolleranza definite “una singolare bizzarria” da Riccardo Riccardi, capogruppo di Forza Italia, e dal collega Roberto Novelli. Il Messaggero Veneto racconta la loro protesta in consiglio regionale: “Potrebbe sembrare uno scherzo, ma, purtroppo, rappresenta una triste realtà. Perché nell’insieme delle figure create ad uso e consumo di un certo mondo collaterale alla sinistra, questa del “signor facilitatore” appare costruita ad hoc più per dare uno stipendio in più a qualcuno. Inoltre, non paga di aver riempito il Fvg di facilitatori della convivenza messi a carico del contribuente, l’amministrazione regionale si premura pure di finanziare gli enti di formazione, o qualche associazione caritatevole a caso, per insegnare a questi profughi come tenere una scopa in mano. E sull’argomento non dobbiamo essere noi a ricordare quali opacità siano emerse nel sottobosco di un’economia che fa profitti sull’immigrazione e sulla quale tutti farebbero bene a tenere alta l’attenzione”.

Forza Italia non ci sta, contestando alla giunta la discriminazione al contrario verso i cittadini italiani: “Questa giunta ci spiegherà che nella posta a bilancio prevista per i richiedenti asilo, fra gli altri interventi, ci sarà anche quello di insegnare loro l’accesso ai servizi del territorio: vale a dire quelli di pubblica utilità, dalla richiesta di una casa popolare ai contributi sociali. Il tutto mentre molti nostri concittadini sono stati messi in ginocchio dalla crisi e sono lasciati soli davanti alla burocrazia, nonché molto spesso impreparati a cogliere le opportunità di sostegno. E agli italiani nessuno paga dei corsi di orientamento sui loro diritti”.

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/serracchiani-stanzia-200mila-euro-l-inserimento-sociale-dei-1096703.html

Latina: violenza sessuale su una 14enne, rumeno pregiudicato ai domiciliari

Ma si dai, lasciamo liberi i poveri stupratori seriali, non si possono sempre incarcerare a vita, poverini. Se poi stranieri, ci accusano di essere razzisti, lasciamo che  le nostre figlie siano alla loro mercé

 sabato, 21, febbraio, 2015

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Arresti domiciliari per il rumeno di 29 anni, pregiudicato, arrestato per aver malmenato e violentato una 14enne nel quartiere Nicolosi a Latina. La decisione è stata presa dal giudice del tribunale di Latina oggi nell’interrogatorio di convalida.La notizia è riportata dal corrieredilatina

L’uomo era stato arrestato lunedì dai Carabinieri dopo la denuncia della ragazza rientrata in casa in stato di choc e con segni di percosse.

L’AMICO E L’ORCO. Tutto inizia qualche tempo fa quando la ragazzina viene convinta da un conoscente, che la bersaglia di telefonate amichevoli, ad uscire con lui. Una trappola. In un luogo appartato la picchia e la violenta sessualmente. Sotto la minaccia di raccontare tutto a parenti e amici, l’orco la convince ad incontrarlo un’altra volta. Le estorcerà con le botte anche un secondo rapporto sessuale.

LA DENUNCIA E L’ARRESTO. La ragazza sconvolta torna a casa, come al solito alle 20. Le sue condizioni vengono subito notate dai genitori. Indossa vestiti sporchi, ha le lacrime agli occhi e i segni degli schiaffi sul volto. Sarà l’amore della madre a convincere la 14enne a confidarsi. La donna, dopo il racconto della figlia, ha deciso di rivolgersi subito ai carabinieri.

http://www.imolaoggi.it/2015/02/21/latina-violenza-sessuale-su-una-14enne-rumeno-pregiudicato-ai-domiciliari/

QUAND MME MERKEL S’OFFRE LA PRESIDENCE DU CONSEIL EUROPEEN / COMPLEMENT D’ENQUETE 009

Complément d’Enquête, une nouvelle série de documents videos pour mieux comprendre les émissions de géopolitique d’EODE-TV …

 EODE-TV avec CeBIT 2013/ 2015 02 20/

EODE-TV - COMPLEMENT qd merkel s'offre la présidence du conseil europ. (2015 02 20) FR (1)

 # COMPLEMENT D’ENQUETE 009/

DOCUMENTS pour comprendre l’émission

LE GRAND JEU. AU COEUR DE LA GEOPOLITIQUE MONDIALE.

Faut-il avoir peur du retour de la Grande-Allemagne ? (*)

Un TUSK au service de Mme MERKEL, ici au Salon CeBIT 2013 en Allemagne …

 Video sur : https://vimeo.com/120211186

 

EODE-TV - COMPLEMENT qd merkel s'offre la présidence du conseil europ. (2015 02 20) FR (2)

Autre vassal de Mme MERKEL, le germano-polonais Donald TUSK – dont les parents ont été mobilisés dans la Wehrmacht pendant la seconde guerre mondial -, après avoir été premier ministre de Pologne, est devenu le Président du Conseil « européen ».

 Ultra-libéral, partisan radical des privatisations, TUSK est aussi un Atlantiste forcené ; au service des politiques de Washington et Berlin en Europe orientale et à Bruxelles. Aujourd’hui il est à la tête du parti anti-russe dans l’UE, un des principaux artisans des sanctions anti-russes, et à la tête du « parti de la guerre » contre Moscou.

 # COMPLEMENT D’ENQUETE 010/

DOCUMENTS pour comprendre l’émission

LE GRAND JEU. AU COEUR DE LA GEOPOLITIQUE MONDIALE.

Faut-il avoir peur du retour de la Grande-Allemagne ? (*)

 Emission TO BYL DZIEN de la télévision publique plonaise :

La soumission de Donald TUSK à Mme MERKEL fait débat en Pologne.

Voir les premières images de la video qui ont choqué beaucoup de polonais …

 Video sur : https://vimeo.com/120211185

 EODE-TV / EODE Press Office /

 (*) Emission de référence :

LE GRAND JEU. AU CŒUR DE LA GEOPOLITIQUE MONDIALE: LA GRANDE-ALLEMAGNE DE RETOUR/

PARTIE 1. UNE MENACE POUR L’EUROPE

Sur https://vimeo.com/119400138

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http://www.eode.org/

EODE-TV sur Vimeo: https://vimeo.com/eodetv

Casa, piano piano torna il Piano

Eh sì. Che fissa quella della casa. Anche la Fornero lo diceva. Basta con quest’abitudine obsoleta, tutti in roulotte o sotto ad un ponte. Vuoi mettere quanto si risparmia?

Poiché noi italiani siamo fissati con la casa, anzi La Casa, capirete perché compulso con frequenza regolare le statistiche sull’andamento dei corsi immobiliari e delle compravendite uscendone, ogni volta, depresso.

Per farvela breve: il mattone italiano si sta sgretolando poco alla volta, suscitando ansie e preoccupazioni ovunque: nel settore delle costruzioni, franato inesorabilmente, provocando buona parte della crescita della disoccupazione di questi anni, nel settore finanziario, banche in testa, e nelle famiglie, che vedono deprimersi ogni anno la loro ricchezza.

Pensate al sollievo nazionale quando, qualche giorno fa, il viceministro delle infrastrutture, intervenuto a uno dei soliti convegni sull’immobiliare italiano, se ne è uscito con l’annuncio che il governo ha un piano. Anzi, per la precisione ha detto che si tratta del più importante Piano Casa degli ultimi vent’anni, che smobilizzerà 400 milioni di euro per stimolare l’housing sociale. Le case a basso costo per i meno abbienti.

Sul come e sul quando, il ministro ha spiegato che verrà prodotto un provvedimento che verrà presentato per metà marzo.

Ma prima di approfondire, vale la pena sbirciare agli ultimi dati Istat sulle quotazioni immobiliari, che ci dicono una cosa molto semplice: la discesa del mattone italiano non si ferma.

I più ottimisti potranno consolarsi rilevando che il calo delle quotazioni colpisce le abitazioni esistenti, mentre quelle nuove, nel terzo trimestre 2014 al quale i dati si riferiscono, sono leggermente in aumento (+0,7%). Oppure potranno apprezzare l’aumento delle compravendite e dei mutui immobiliari dell’ultimo trimestre censito dall’istituto.

Ma le buone notizie non possono oscurare la circostanza che i prezzi sono bloccati, quando non sono in calo. Anche fra le abitazioni nuove i prezzi sono poco sopra il livello del 2010. L’indice, infatti, fatto 100 il livello di fine 2010, quota un miserevole 100,8. Ciò vuol dire che in quasi quattro anni i prezzi sono rimasti stagnanti, e anzi sono scesi parecchio: basta ricordare che nel terzo trimestre del 2012 l’indice quotava 104,7.

Per apprezzare compiutamente il dato, inoltre, va ricordato il peso relativo delle abitazioni nuove sul totale. E all’uopo può essere utile osservare l’indice totale, che al terzo trimestre 2014 vale 88,3 e che risulta in calo da 11 trimestri. In pratica il prezzo delle abitazioni italiane, in media, è diminuito dell’11,7% dalla fine del 2011 ad oggi. Se consideriamo solo le abitazioni esistenti il calo arriva al 16,7% (indice 83,3).

Purtroppo i dati Istat fotografano solo parzialmente il problema.

Ricordo che la crisi dell’immobiliare è partita nel 2008.

Possiamo avere un’idea più chiara di cosa sia successo rileggendo il bollettino di ottobre della Banca d’Italia, l’ultimo disponibile, che sommarizza in un grafico l’andamento trimestrale dei prezzi, reali e nominali, e delle compravendite dal 2000 a metà 2014.

Fatto 100 il livello di questi indicatori nel 2005, possiamo osservare le due fasi del ciclo. Prima quella espansiva, nei primi anni del 2000, quando i prezzi nominali erano poco sotto 70 e quelli reali a 80, con le compravendite vicine a 85.

L’espansione ha raggiunto il suo picco fra il 2007 e il 2008, quando l’indice dei prezzi nominali superò 115, quindi 45 punti in più rispetto al dato del 2000 (+64%), mentre i prezzi reali viaggiavano poco sotto 110 (+37%) e le compravendite quotavano 110 (+30%).

La fase di contrazione dura fino a oggi. L’indice dei prezzi nominali , ricordando sempre che Bankitalia non distingue fra abitazioni nuove o esistenti, è tornato a livello 100, quindi al livello del 2005. Quello dei prezzi reali sta intorno a 85, all’incirca al livello del 2002, mentre le compravendite sono crollate poco sopra 50, ossia il 38% in meno del livello del 2000.

Stando così le cose, il leggero aumento delle compravendite (+4,1%), peraltro associato a una costante contrazione dei prezzi, registrato da Istat nel terzo trimestre 2014 non sembra sufficiente a invertire un trend che si conferma ancora contrazionario.

Giova ricordare che tale distruzione di ricchezza ha notevolmente colpito le famiglie italiane, e fa scricchiolare anche i bilanci delle banche, che di mattone, sia diretto che indiretto (esposizione verso mutui immobiliari) sono imbottite, come la stessa Bankitalia ha ricordato nel suo ultimo rapporto sulla stabilità finanziaria.

La domanda che tutti si fanno è quale sarà l’andamento del mercato quest’anno. Gli analisti temono un altro 2015 a prezzi calanti, anche a causa delle politiche fiscali sul mattone, si pensi all’imminente riforma del Catasto, alla scarsa propensione delle banche a erogare credito, e, soprattutto, all’andamento declinante dei redditi, che tale credito dovrebbero garantire.

Se a tali variabili aggiungiamo quelle demografiche che impattano sulla domanda – gli anziani sono sempre meno propensi a cambiare casa e i giovani sono sempre di meno – si delinea con chiarezza un quadro deflazionario, con tutti gli effetti che ciò può determinare sulla ricchezza nazionale.

Il mattone, da grande riserva di valore degli italiani, rischia di diventare il loro fardello.

Tale triste conclusione non tiene però conto dell’impeto pianificatorio del governo, come dicevo prima. La seduzione dei Piani Governativi, per un paese con alle spalle una tradizione come la nostra, è irresistibile. I governi italiani hanno sempre pianificato qualcosa, con risultato che abbiamo il terzo debiti pubblico del mondo.

Ebbene, per presentare il Piano, il ministro delle infrastrutture ha scelto il convegno dal titolo “Social housing: una soluzione al disagio abitativo”.

Il piano, per competenza, è stato disegnato con la collaborazione di Ance, Cassa depositi e prestiti e Abi: quindi comuni, il forziere pubblico per eccellenza, e le banche. Lo scopo, così come le cronache lo hanno raccontato, è quello di mettere in piedi uno di quei modelli dove un fondo compra coi soldi delle banche e vende a un altro fondo. In sostanza la sarabanda che nei primi anni duemila ha condotto a grandi arricchimenti privati a spese dello stato.

Poiché non ho avuto accesso agli atti del convegno, devo accontentarmi delle cronache che ne sono state fatte e che vi riporto per completezza di informazione.

Lo scopo del Piano è recuperare gli immobili invenduti, si parla di 20 mila, che poi sono quelli che hanno patito i minori ribassi di prezzo, come abbiamo visto, e che sono rimasti nelle pance di chi li ha costruiti. Questo mattone invenduto dovrebbe finire in mano a dei fondi immobiliari, costituiti dagli stessi imprenditori, le banche e CdP, che ne propongono una valorizzazione sulla base della quale, con i soldi della CdP, si formulerà un’offerta ai fondi stessi per prendere in gestione questi immobili e metterli a reddito, potendo contare all’occorrenza sui 400 milioni che il viceministro alle infrastrutture ha annunciato saranno resi disponibili per il Piano: 150 milioni per il sostegno degli affitti e 250 per il sostegno fiscale per interventi sull’invenduto”.

Quindi un imprenditore che ha un palazzo incompleto e invenduto, potrà conferirlo a un fondo, che lo completerà con i soli dello stato e magari potrà affittarlo a canone calmierato, sempre coi soldi dello stato. Il tutto, ovviamente, per alleviare il disagio delle categorie deboli.

Per la cronaca, ricordo che l’ultimo Piano Casa, che prevedeva 20 alloggi disponibili per i più deboli entro il 2010, si sono perse praticamente le tracce. Ma state pur certi: il Piano torna sempre. E con tali premesse/promesse il Piano Casa arriverà al traguardo.

Piano, piano, però.

 http://thewalkingdebt.org/2015/02/20/casa-piano-piano-torna-il-piano/?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews

Il Tesoro: “Pochi soldi per i disoccupati” Servirà la manovra (Marco Palombi).

Peccato che non si citi mai il dato che solo il 31% dei disoccupati accede ad una qualche forma di sussidio, fonte Disoccupati over 40 – Stefano Giusti– Che il 70% dei disoccupati sia senza tutela DA SEMPRE e continui ad esserlo anche con il Job Act non preoccupa nessuno. Se da sempre è così, si ringrazia la società civile che si è tanto impegnata per i deboli….

 20/02/2015 di triskel182

precari

 JOBS ACT COI FICHI SECCHI.

PER GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI AI PRECARI MANCANO I FONDI. IL GOVERNO: “FORSE DOVREMO TROVARNE ALTRI”.

La cosa era ovvia fin dall’inizio, cioè dal momento in cui è stata presentata la legge di Stabilità, ed era diventata ufficiale già una decina di giorni fa, quando gli uffici studi di Camera e Senato l’hanno formalizzata nei loro dossier: il decreto attuativo del Jobs Act – che estende il trattamento di disoccupazione anche ad alcuni lavoratori precari e dovrebbe essere approvato in Consiglio dei ministri oggi a mezzogiorno – non è coperto. Tradotto: il governo non ha messo abbastanza soldi a bilancio per tutelare una platea più ampia di lavoratori.   ALL’INIZIO la risposta del Tesoro – per mezzo di un parere dalla Ragioneria generale – era stata tanto semplice quanto assurda: diamo il sussidio di disoccupazione fin che non finiscono i soldi, poi si vede. A quel punto i tecnici del Parlamento hanno fatto notare quanto segue: il decreto attuativo istituisce nell’ordinamento italiano un diritto soggettivo   – cioè pretendibile da chiunque sia nelle condizioni di chiederlo – e dunque non è possibile dire semplicemente “mi dispiace, sono finiti i soldi”. In soldoni “serve una clausola di salvaguardia”, cioè la chiara indicazione di dove si prendono i soldi in caso di sforamento del budget.  

Da allora ministero dell’Economia e Palazzo Chigi si arrovellano attorno al tradizionale quesito leniniano: che fare? La risposta è arrivata solo ieri mattina bloccando di fatto il lavoro del Parlamento: se il Senato ha preferito approvare il decreto invitando il governo a inserire la clausola di salvaguardia senza alcun controllo, la Camera ha invece atteso le mosse del Tesoro e il parere della Rgs. Ora i tempi stringono: ieri sera tardi – dopo la fiducia sul Milleproroghe – era prevista la riunione delle commissioni Bilancio e Lavoro per votare il parere.   La cosa più bella della settimana, però, era lo stratagemma messo nero su bianco dalla Ragioneria generale per ovviare al fatto che i soldi non sono sufficienti a garantire quel che ci si prefigge di fare: “Ridurre le prestazioni”. Tradotto: se uno doveva prendere 500 euro al mese, ad esempio, ne avrebbe avuti diciamo 400 in modo da poter pagare a tutti il sussidio . Sarebbe stato davvero un pezzo di “socialismo reale” nel Belpaese, giusta quella battuta che girava in Unione Sovietica: “Il comunismo è l’equa distribuzione della miseria”. Alla fine, di fronte alle facce più sbigottite che irritate di deputati e tecnici, il governo ci ha ripensato e ha di fatto rinunciato a indicare una copertura: Renzi e soci s’impegnano, nel caso non bastino i soldi, a tornare in Parlamento e indicare dove prenderanno quelli che mancano. In sostanza, è l’impegno scritto a fare una mini-manovra correttiva che potrebbe arrivare, secondo alcuni calcoli, ai due miliardi di euro.   PER CAPIRE bene qual è il problema servono un po’ di numeri. I nuovi assegni di disoccupazione “universali” – così li chiama ottimisticamente Renzi – allargano la platea di chi ha diritto a un assegno per la perdita del lavoro anche ad alcuni precari, cancellando contestualmente la Cassa integrazione in deroga, che valeva per i soli dipendenti. A partire da maggio 2015, insomma, più persone potranno chiedere il sussidio di disoccupazione. Le forme previste sono tre: c’è la Nuova Aspi (l’assicurazione introdotta dalla Fornero) che durerà più a lungo, ma con un importo ridotto; c’è l’Asdi, l’assegno di disoccupazione sperimentale per il 2015 che vale all’ingrosso 300 euro al mese; infine il Dis-coll, l’indennità di disoccupazione mensile per i coco.co. e i co.co.pro. (ma non altre forme di contratti precari) anch’essa al momento valida per il solo 2015. Qual è il problema? Semplice: nonostante gli avvertimenti di minoranza Pd e opposizioni, il governo non ha messo abbastanza soldi nella legge di Stabilità. Al contrario, lo stanziamento totale non arriva a 2 miliardi, vale a dire meno dei soldi spesi nel 2014 per i soli lavoratori dipendenti “normali”. Quanto manca? Come detto, secondo numeri presentati anche in commissione forse altri 2 miliardi.   Al momento, insomma, il Jobs Act è solo la cancellazione di alcuni diritti dei lavoratori, a partire da quello al reintegro. All’Ocse per dire – che ieri ha presentato a Roma il suo rapporto sull’Italia – la cosa piace: “Il Jobs Act può essere il vero motore di cambiamento, la chiave per far ripartire il Paese e promuovere l’inclusione sociale”, ha detto il segretario Angel Gurrìa. Per l’organizzazione parigina, infatti, la riforma del lavoro vale il 6% di Pil potenziale in dieci anni: se però si tiene presente che Ocse ha sbagliato tutte le previsioni a sei mesi negli ultimi anni, quelle a dieci anni possono essere considerate una sorta di oroscopo. Pier Carlo Padoan era comunque estasiato: “Ne avremo un beneficio gigantesco: più occupazione, ricchezza, e quindi più fiducia dei cittadini”. Se lo dice lui…

Da Il Fatto Quotidiano del 20/02/2015.

OMAR EL-BECHIR PRESIDENT DU SOUDAN : LA CIA ET LE MOSSAD RESPONSABLES DE LA MONTEE DE DAECH

PCN-TV avec Euronews/ 2015 02 20/

 Omar el-Béchir affirme que la CIA et le Mossad sont les seules organisations à avoir quelque chose à gagner dans la montée en puissance d’Etat islamique.

PCN-TV - Omar al Bechir sur Daech-Cia-Mossad (2015 02 20) FR

Video sur : https://vimeo.com/120163095

 A l’approche des élections présidentielle et législatives, convoquées du 13 au 15 avril au Soudan, Omar el-Béchir, l’homme qui dirige le pays depuis 1989 a accordé une interview exclusive au correspondant d’Euronews dans la région, Mohammed Shaikhibrahim.

L’occasion pour Omar el-Béchir de s’exprimer sur les poursuites de la Cour pénale internationale qui l’accuse « de crimes de guerre et de génocide au Darfour ».

Il partage aussi son sentiment sur la sécession du Sud-Soudan en 2011 et explique pourquoi il se représente à la présidence de la République soudanaise.

 BIO EXPRESS/ QUI EST OMAR EL-BÉCHIR ?

 •Omar el-Béchir est né en 1944 quand le Soudan était sous contrôle anglo-égyptien.

•Il a poursuivi une carrière militaire. Il s’est battu dans les rangs de l’armée égyptienne pendant la guerre israélo-arabe du Kippour en 1973. Il a aussi combattu les groupes armés dans le Sud du Soudan au tout début de la guerre civile, dans les années 1980.

•Il prend le contrôle du Soudan, alors le plus grand pays d’Afrique, à la faveur d’un coup d’Etat militaire en 1989 et s’autoproclame président.

•Il est devenu le premier chef d’Etat en exercice à faire l’objet d’un mandat d’arrêt de la Cour pénale internationale pour crimes de guerre et génocide au Darfour.

 SUR DAECH :

 •Il affirme que la CIA et le Mossad sont les seules organisations à avoir quelque chose à gagner dans la montée en puissance d’Etat islamique.

•Il avance que la politique anti-palestinienne d’Israël facilite le recrutement par Etat islamique.

•Il assure que le Soudan est parvenu à endiguer l’extrémisme islamiste sur son sol par une rééducation des aspirants djihadistes.

 EODE-TV

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LUC MICHEL SUR ‘CITOYEN TV’: AFRO ZAPPING DU 16 FEVRIER 2015

PCN-TV avec Citoyen TV/

2015 02 16/

PCN-TV - LM sur CITOYEN TV afro zapping du 16 févr. 2015 (2015 02 16) FR

Luc MICHEL sur CITOYEN TV

– la TV de la Diaspora africaine (Paris) –

dans l’AFRO ZAPPING du 16 février 2015 (à 2 min 50) …

 Video sur : https://vimeo.com/120162661

 PCN-SPO

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