Sbarchi, Gentiloni: Non possiamo voltarci dall’altra parte, lasciando i migranti al loro destino

Perché? Con gli italiani gli riesce molto bene. 44% della popolazione senza occupazione (compresi gli inattivi) senza alcun reddito, 8 suicidi al giorno e se ne sbattono

  mercoledì, 18, febbraio, 2015

L’aggravarsi dell’emergenza terrorismo in Libia ha portato a un notevole incremento dei flussi migratori verso l’Italia, in aumento del 59% in questo primo mese e mezzo del 2015 rispetto allo stesso periodo del 2014, che non erano dunque provocati da “Mare Nostrum”. Lo ha sottolineato il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, che ha rinnovato la richiesta all’Ue di investire a riguardo maggiori risorse ma ha ribadito che l’Italia “non puo’ voltarsi dall’altra parte” sul dramma degli sbarchi.

 “Il deterioramento della situazione sul terreno e la crescente minaccia terroristica porta anche all’aggravarsi del dramma delle migliaia di persone che fuggono via mare sui barconi verso le nostre coste”, ha ricordato il capo della diplomazia alla Camera durante l’informativa urgente del governo sui recenti sviluppi della situazione in Libia, “In proposito i dati a disposizione sono molto chiari e diocono che il numero degli sbarchi e’ molto aumentato rispetto allo scorso anno: dal 1 gennaio a meta’ febbraio sono infatti arrivate nel nostro Paese 5.302 persone, mentre nello stesso periodo dello scorso anno gli sbarchi erano stati 3.338.

 Non era dunque Mare Nostrum ad attirare i migranti, bensi’ il dramma delle aree di crisi su cui speculano, nel vuoto istituzionale libico, bande criminali assai agguerrite”. Di fronte “alla crescita dell’onda migratoria, una cosa e’ certa”, ha chiarito il titolare della Farnesina, “Non possiamo voltarci dall’altra parte, lasciando i migranti al loro destino. Non possiamo farlo, non sarebbe degno dell’umanita’ e della civilta’ che hanno fatto grande l’Italia. Dobbiamo piuttosto batterci per contrastare le cause delle migrazioni nei Paesi di origine e di transito e dobbiamo rafforzare sensibilmente Triton per adeguarla alla realta’ di un fenomeno di scala enorme” asca

  Pozzallo: l’80-90% dei migranti sbarcati erano carcerati in Libia, casi di scabbia

 “Negli ultimi giorni sono arrivati a Pozzallo 3 sbarchi. Domenica sono arrivate 280 persone e lunedi’ 2 sbarchi da 100 e 150 persone. Quindi in poco tempo abbiamo visto piu’ di 500 persone che ci hanno raccontato di situazione in peggioramento in Libia”. A dirlo e’ stata Chiara Montaldo, coordinatrice di Medici Senza Frontiere in Sicilia, sull’isola da piu’ di un anno e dall’inizio di febbraio in servizio all’interno del centro d’accoglienza di Pozzallo, in provincia di Ragusa.

 “Sono tutti adulti, in maggioranza uomini, alcune donne e un solo bambino con la mamma – ha riferito Montaldo -. Abbiamo riscontrato che sono tutti subsahariani e che le condizioni generali di salute erano discrete. Pero’ il dato che emergeva da tutti e’ quello di violenze subite, tantissime in carcere libico. L’80-90% ci ha riferito di essere stato in carcere per diversi mesi e hanno dolori, lesioni traumatiche, e malattie tipo scabbia che e’ sintomo di condizioni igieniche molto precarie”.

 http://www.imolaoggi.it/2015/02/18/sbarchi-gentiloni-non-possiamo-voltarci-dallaltra-parte-lasciando-i-migranti-al-loro-destino/

Lancio di sassi dal campo nomadi, colpita una donna in via Germagnano

Scambio culturale

 I mezzi degli operatori si sono fermati due ore per protesta e in attesa dell’arrivo delle forze dell’ordine. La vittima ha denunciato il caso

 Philippe Versienti  · 16 febbraio 2015

 Un ferito, la rivolta dei mezzi e l’intervento delle forze dell’ordine. E’ questo il risultato dell’ennesimo lancio di sassi dal campo nomadi di via Germagnano. Lo scorso fine settimana una donna è stata colpita da una pietra scagliata da uno dei tanti ragazzini che risiedono nell’accampamento abusivo alle spalle di Amiat. Il gesto ha mandato su tutte le furie gli altri operatori che hanno incrociato le braccia in segno di protesta.

 I camioncini in fila verso il peso si sono fermati e sul posto sono intervenuti la polizia e il nucleo nomadi della municipale. Le operazioni si sono così fermate per un paio d’ore. Il tempo necessario per permettere al 118 di soccorrere la giovane.

 “Non è la prima volta che veniamo colpiti – spiega la donna -. A lanciare i massi sono i ragazzi. Si annoiano e si divertono a colpire noi o i mezzi”. Le forze dell’ordine hanno poi perlustrato l’area e ci è voluto del tempo per calmare gli operatori. Nella zona dove avviene il peso dei mezzi, del resto, le minacce sono una costante.

 E solo poche settimane fa, per protesta, alcuni operatori avevano deciso di entrare a lavoro con quindici minuti di ritardo. “Le condizioni in cui operiamo sono pessime – spiega un lavoratore -. Qualcuno è già finito al pronto soccorso per le esalazioni dei fumi, altri perché colpiti da una pietra”.

 http://www.torinotoday.it/cronaca/lancio-sassi-rivolta-amiat-via-germagnano.html