2 NO TAV condannati a 8 mesi per sgombero Vernetto, dopo occupazione in seguito alla caduta di Luca

++ TAV: SASSI CONTRO AGENTI, RISPONDONO CON LACRIMOGENI ++

Oggi, 18 febbraio, ultima udienza del “processo del Vernetto”, relativa ai fatti del 27, 28 e 29 febbraio 2012, che vede imputati Mura e Patanè per i reati di resistenza e lesioni, ennesimo episodio della guerra giudiziaria scatenata contro il movimento NOTAV.
Il Tribunale collegiale è presieduto dal Giudice Alessandra Salvadori, il PM è Arnaldi, l’avvocato difensore Claudio Novaro sostituito dall’avv. Lea Fattizzio.

La REQUISITORIA del PM

Inizia la requisitoria del PM, con una sintesi dei fatti complessi di quei giorni, che necessita di un antefatto: il 27 febbraio 2012 inizia l’occupazione e il blocco dell’Autostrada A32 Torino Bardonecchia, nonché delle statali 24 e 25 che attraversano la Valle di Susa. Il 28 febbraio le forze dell’ordine sgomberano le arterie ma alle ore 14 un foltissimo gruppo di manifestanti rioccupa i medesimi siti, costruendo barriere sia in direzione Bardonecchia che in direzione Torino. Il giorno 29 le forze dell’ordine avanzano per rimuovere le barriere e sgomberare l’autostrada, quando una cinquantina di manifestanti (tra loro c’è anche il Patanè) si sdraiano per terra facendo resistenza passiva. Intanto numerosi altri manifestanti si affollano sulle rampe di accesso, per cui le forze dell’ordine si schierano lungo il manto autostradale verso le rampe, per impedire un nuovo blocco.
Tra le 18,30 e le 21 c’è una situazione di stallo, con le forze dell’ordine che cercano di convincere, inutilmente, i manifestanti a recedere dal loro atteggiamento, quindi vengono intimati per tre volte gli ordini di sgombero con la fascia tricolore con successivo avanzamento degli operanti: si assiste ad una reazione violentissima da parte dei manifestanti, con lancio di pietre e bottiglie, fino alle 21,45; gli scontri sono estremamente duri, con feriti da entrambe le parti, ma le FFOO non desistono dal loro intento di sgomberare la sede stradale. Le lesioni riportate dagli operanti non erano state a suo tempo contestate dagli agenti, ma in seguito alle testimonianze sfilate davanti al Giudice, in cui i testi a carico denunciavano ferite e lesioni riportate durante i fatti,  il PM ha prodotto i relativi certificati medici. La violenza della resistenza e la pericolosità dei manifestanti appaiono con evidenza particolare in due occasioni: una sulla rampa di accelerazione, impegnata dalle FFOO, dove si crea un fronte di resistenza visibile dai video prodotti dalla Polizia, in cui si riconosce chiaramente l’imputato Paolo Patanè che prepara una bottiglia e rivolge parole provocatorie alle forze dell’ordine con minacce di morte; sono le 21,24. L’altra circostanza si svolge sulla rampa di decelerazione, dove era continuato l’avanzamento delle forze dell’ordine, e si riscontrava la presenza di Alberto Perino che aveva cercato nelle tre ore precedenti di esercitare un’opera di mediazione, senza successo. Si rendeva pertanto necessario usare la forza d’urto dei lacrimogeni, degli idranti e di tutto quel che serviva per sgomberare la posizione, visto l’insuccesso della trattativa. Arrivati alla rotonda, le frange più violente del movimento si impegnano in una ulteriore resistenza basata sul lancio di sassi: alle 21,47 il video mostra l’imputato Maurizio Mura nell’atto di lanciare pietre contro le forze dell’ordine.
Per concludere, le forze dell’ordine hanno dovuto intervenire per consentire lo sgombero della A32 e delle Statali 24 e 25 dopo un ingente numero di ore e di tentativi pacifici: va rilevato che negli ultimi tempi la gestione dell’ordine pubblico aveva un po’ “lasciato fare”, per dare loro maggiore visibilità, quando i movimenti pacifici occupavano arterie di comunicazione per un po’ di tempo, tipo mezz’ora o un’ora, ma qui si trattava di oltre 48 ore di resistenza e lo Stato non poteva fare a meno di intervenire, anche perché venivano consumati atti particolarmente gravi e dannosi per la collettività come barriere sull’autostrada, pilastri sbullonati ed altri fatti inaccettabili, insomma una vicenda “brutta”. Alla fine l’A32 viene liberata, ma laresistenza si ripresenta alla rotonda del Vernetto: in questo scenario appare più che giustificata la forza e la pesantezza dell’intervento da parte delle forze dell’ordine, visto che le trattative non erano approdate a nulla. Quando alle 21 si decide di procedere, vista la gran massa dei manifestanti si rende necessario l’uso di lacrimogeni e di idranti, che scatena una reazione violentissima: dalle immagini video si vedono i lanciatori di pietre in azione con estrema violenza; dunque, si può affermare che le FFOO abbiano ecceduto nell’uso della forza? Certamente no, visto che da più di 48 ore perdurava una situazione di illegalità e il livello della tensione era stato innalzato con lancio di pietre e bottiglie.
In conclusione, la situazione dei due soggetti imputati è cristallizzata dalle immagini dei video che riprendono entrambi nell’attuazione di comportamenti violenti; sulla scorta della giurisprudenza di Cassazione che integra il reato di resistenza di fronte alle condotte non solo dei lanciatori di pietre, ma anche degli astanti che pur non agendo danno loro supporto, appare sufficientemente suffragato il reato di cui sono imputati. Chiede che il Tribunale valuti la sussistenza dell’art. 337 c.p. ed eventualmente anche del 554 c.p., che vengano concesse ad entrambi le attenuanti generiche prevalenti sulle aggravanti e che pertanto venga applicata la pena di anni uno più il pagamento delle spese processuali e di quanto altro dovuto.

L’arringa della DIFESA

Prende la parola la difesa, in persona dell’Avv. Lea Fattizzio. Secondo la sua complessa ricostruzione, è necessario incrociare i dati presenti in archivio con le testimonianze rese in istruttoria dai molti testi a difesa, che erano presenti ed hanno vissuto dei giorni molto particolari sul piano emotivo ed esperienziale. I video restituiscono sul piano temporale e iconico i fatti svoltisi dal pomeriggio del 29 febbraio fino alle 21,45, quando lo sgombero è terminato. Ma l’antefatto è estremamente importante e si riferisce alla caduta di Luca dal traliccio avvenuta il giorno 27 febbraio: in quel momento egli è ancora in coma al CTO e non si sa se e come sopravviverà. Questo è un fatto sconvolgente per la Valle, in quanto Luca è da moltissimi anni un attivista molto conosciuto e amato da tutti, facile immaginare lo stato d’animo della gente che si reca subito, a mezzogiorno del 27, sull’autostrada e sulle statali. Per valutare la personale responsabilità degli imputati è necessario tener conto di questo contesto. I testi a difesa dovevano proprio far capire quale fosse il clima e lo stato d’animo dei presenti: non una spinta bellica da parte degli “antagonisti” ma la risposta corale di tutto un popolo, fatto anche di anziani e bambini, che reagisce ad una violenza subita con le modalità sue proprie, occupando il territorio anche con sedie e cibo, per protestare e rivendicare il rispetto dei propri diritti e della propria dignità. Il teste Sorrentino delle forze dell’ordine ci racconta di una prima carica “di alleggerimento” alle ore 21 del 29 febbraio successiva ad un ordine di disperdersi intimato per tre volte con fascia tricolore, anche se pure lui ammette che nella situazione di estremo caos non si sentiva nulla. Perino, sempre in prima fila per mediare, racconta di un palese “nervosismo” da parte delle forze dell’ordine, tanto è vero che tra le 18 e le 19 nella concitazione si prende una forte manganellata sul braccio, che va a denunciare al comandante della piazza Dr. Sertorio il quale non riesce ad individuare il responsabile; le testimonianze concordano che si stava parlamentando per ottenere una certa distanza tra le file dei dimostranti e quelle delle forze dell’ordine quando all’improvviso è partita una forte carica che ha prodotto parecchi feriti; in base al video, alle 21,23 e 40” vediamo Paolo Patanè nel gruppo di persone nei pressi della rotonda, alle 21,24 e 03” si vede il lancio di una bottiglia, ma tornando indietro con i fotogrammi si vede che le forze dell’ordine si muovono alle 21,21 e 11”, 3 o 4 poliziotti si spostano a sinistra quindi si vede un’apertura di campo, la videocamera indietreggia e si vede uno spazio vuoto senza forze dell’ordine quindi, pochi secondi dopo, lui lancia una bottiglia (non si capisce se di vetro o di plastica)… nel vuoto. Poi la frase “…Volete il morto??? Basta, andatevene!!!” non integra il reato 337 contestato dal PM perché non contiene la minaccia di danno ingiusto, è la reazione allo stato d’animo generale prevalente in quel momento. Pertanto chiede l’assoluzione perché il fatto non sussiste.
Nel panorama sempre più teso e violento, con fitti lanci di lacrimogeni e uso di idranti (essendo a fine febbraio, erano particolarmente pericolosi), arriva il Mura, che nel pomeriggio non c’era, vede i  risultati della carica con numerosi feriti e contusi tra i manifestanti e reagisce. Va detto che entrambi gli imputati hanno lealmente ammesso i fatti di cui a giudizio, tra cui il lancio di pietre che però aveva uno scopo essenzialmente difensivo. Maurizio Mura aveva in mano due pietre e le ha tirate, peraltro con un lancio molto malriuscito visto che sono cadute poco più in là, per ammissione dello stesso Sorrentino. Solleva il dubbio se si possa invocare l’art. 393 c.p. non perché le forze dell’ordine non dovessero sgomberare, ma per le modalità con cui lo sgombero è stato effettuato, per le lesioni e ferite patite dai dimostranti (oltre che dalle forze dell’ordine), di cui non tutti avevano posto in essere condotte aggressive, anzi, eppure sono statibrutalmente feriti. Quindi neppure il 393bis che prospetta un’azione difensiva, ma una ricostruzione che si articola su numerose sentenze di Cassazione in merito a forme di contestazione delle attività svolte dalle forze dell’ordine; pertanto chiede per entrambi gli imputati, sia in virtù degli artt. citati, sia per la giurisprudenza richiamata, l’assoluzione in prima istanza e, in subordine una condanna entro minimi assoluti di legge. Si ricorda che Paolo Patanè è incensurato e Maurizio Mura ha precedenti sanzioni pecuniarie risalenti al 2002, pertanto si chiede l’applicazione delle circostanze attenuanti generiche nella loro massima estensione.
La Corte si ritira per decidere e si aggiorna alle ore 14.
Alle 14 rientra la corte: Condannati entrambi a 8 mesi.

Daniela Pantaloni per TGMaddalena.it

Qui il video del TGMaddalena:
chia1

Qui la testimonianza di Titti, che ricorda come è stata picchiata con violenza il 29 febbraio 2012, durante lo sgombero dell’autostrada dopo i blocchi improvvisati a seguito della caduta di Luca Abbà dal traliccio, quando ancora non si sapeva se e come sarebbe sopravvissuto a quello che ancora oggi osano definire “incidente”.
chia2

Qui l’irruzione violenta della polizia in un ristorante, dopo le cariche
chia3

2 NO TAV condannati a 8 mesi per sgombero Vernetto, dopo occupazione in seguito alla caduta di Lucaultima modifica: 2015-02-19T10:21:36+01:00da davi-luciano
Reposta per primo quest’articolo