Le scomode verità sull’aiuto fornito dagli USA ai terroristi in Siria rivelate dal The Wall Street Journal

ma no, sono ribelli per la democrazia, quelli della primavera araba—–Quanto sono buoni gli yankees, aiutarono noi contro i cattivi, aiutano gli ucraini a ribellarsi dal cattivo Putin, aiutano i siriani e nemmeno vogliono prendersi il merito (in Ucraina han fatto tutto i neonazi da soli, in Siria i tagliagole, pardon i ribelli oppressi…non vogliono mai niente in cambio….dei veri angeli il minimo che possiamo fare è spianare loro la strada con un pò di propaganda pro democrazia

Nuove rivelazioni: come è miseramente fallito il programma della CIA  per aiutare i “ribelli” in Siria : un esercito di mercenari allo sbando.

La scorsa settimana l’autorevole quotidiano economico The Wall Street Journal ha svelato i dettagli sul programma della CIA  per armare i gruppi dei “ribelli” in Siria ed il fallimento di tale programma. Il giornale ha indicato che il programma non ha ottenuto alcun successo per quelli che l’amministrazione USA ha denominato “i ribelli moderati”. Molti di loro hanno abbandonato il campo di battaglia e si sono uniti all’ISIS (lo Stato Islamico) ed ad altri gruppi estremisti.

A metà del 2013, la CIA aveva intervistato alcuni dei capi dei ribelli, in alcuni casi nel corso di giorni, ed aveva analizzato le loro e-mail e le comunicazioni telefoniche per assicurarsi che si trovavano realmente al comando degli uomini che loro affermavano di comandare. Coloro che avevano passato la prova, avevano firmato degli accordi scritti, avevano presentato informazioni sui loro uomini per ricevere i pagamenti e avevano dettagliato la loro strategia sul campo di battaglia. Soltanto allora ottennero l’aiuto economico che fu, tuttavia, molto minore di quello che loro si aspettavano. Alla fine di ogni mese i “ribelli” che partecipavano al programma della CIA ricevevano il loro salario, dai 200 ai 400 dollari al mese.

Nel nord della Siria, gli USA ed i loro alleati, crearono una centrale unitaria di comando delle operazioni per supervisionare il programma. Il pannello della centrale includeva sia elementi della CIA sia di altri servizi segreti, come quello dell’Arabia Saudita, del Qatar e della Turchia. I capi dei ribelli ebbero colloqui anche con ufficiali dell’agenzia statunitense negli Hotels del sud della Turchia.

 Le informazioni di tutte le fonti riferiscono adesso che l’aiuto della CIA ai “terroristi moderati” della Siria finì in un fallimento totale. Attualmente i denominati “terroristi moderati” finanziati dalla CIA esistono solo in piccole ridotte nel sud del paese e nei dintorni di Aleppo. Il resto del territorio (occupato dai gruppi jihadisti) si trova sotto il controllo dei gruppi estremisti come l’ISIS ed il Fronte al Nusra.

Un altro problema è stato che centinaia dei “ribelli” (mercenari) che avevano partecipato al programma della CIA, sono passati armi e bagagli all’ISIS ed al Fronte di al Nusra. Altri hanno abbandonato la lotta ed hanno cercato l’amnistia dalle autorità siriane o semplicemente sono scomparsi.
La CIA ha smesso di offrire aiuto adesso ai miliziani siriani, ad eccezione di un gruppo di comandanti di sua fiducia. L’impostazione dell’agenzia statunitense è cambiata adesso verso il sud della Siria nella convinzione che i ribelli sembravano più uniti da quelle parti, ma la crescita del fronte al Nusra, i nuovi scontri interni tra le milizie e l’offensiva dell’Esercito siriano nella regione hanno dimostrato di nuovo l’impotenza di questi gruppi anche su questo fronte.

D’altra parte sono sorte delle discrepanze tra la CIA ed i vari gruppi ribelli per quello che si riferisce agli obiettivi della lotta. In principio l’obiettivo di entrambi era di cercare il rovesciamento del governo di Bashar al-Assad. Tuttavia la CIA non aveva previsto la crescita del gruppo dello Stato islamico in Siria ed in Iraq e questo si è trasformato adesso nella priorità per la politica statunitense. Tale situazione ha determinato la paura negli americani che le armi che inviano ai gruppi ribelli (mercenari)possano  cadere  nelle mani dell’ISIS, come è già successo in numerose occasioni, o per aver preso le stesse con la forza o perchè i “ribelli moderati” se le sono rivendute all’ISIS ed a altri gruppi radicali.

L’offensiva aerea nordamericana contro l’ISIS non è stata  ben ricevuta dai “ribelli moderati”, i quali non erano stati consultati per la stessa e sono stati associati a questa campagna senza un loro consenso. In ogni caso, nessuno dei gruppi armati “moderati” ha mostrato entusiasmo nel partecipare ad una lotta contro l’ISIS.

Dopo l’inizio della campagna, il Fronte Al Nusra ha iniziato la sua offensiva contro i gruppi appoggiati dagli USA. In due offensive nell’Ottobre del 2014 e sulla fine di gennaio del 2015, il gruppo aveva preso dei territori che erano sotto il controllo del Fronte dei Rivoluzionari della Siria e il Movimento al Hazm e aveva confiscato tutte le loro armi. I leaders del primo sono fuggiti verso la Turchia, Il peggio dal punto di vista nordamericano è stato che tali gruppi si sono arresi praticamente senza alcuna resistenza. Così è successo nel caso degli attacchi contro il quartiere generale del Movimento Hazm a jan Assubul, nella provincia di Idleb, dove molti combattenti dello stesso sono passati anche direttamente nelle file del Fornte al Nusra.

Un altro gruppo, finanziato dagli americani, l’esercito dei muyahidines, che si era unito al programma della CIA la scorsa estate, ha inviato 50 combattenti al Qatar per ricevere addestramento dalla agenzia di quel paese, si è ritirato dallo stesso e si è alleato con il Fronte Islamico, appoggiato dall’Arabia Saudita.

In ogni caso, i nordamericani hanno potuto constatare che i gruppi armati che loro patrocinano, operano in uno stato confusionale e spesso si scontrano fra di loro, vendono gli aiuti statunitensi ricevuti a terzi ed incluso finiscono con l’unirsi ai gruppi radicali, specialmente in cambio di altro denaro o di altri benefici.
In definitiva, secondo le stesse fonti della CIA, i comandanti ,che si presupponeva che fossero di fiducia, sono finiti per non esserlo. “Tutti stavano lì per difendere il proprio interesse”, ha detto un alto responsabile statunitense al Wall Street Journal. In tutti i casi, l’addestramento e il finanziamento nordamericano non sono serviti per frenare le continue sconfitte di questi gruppi sul campo di battaglia, tanto per mano dell’Esercito siriano come dai gruppi più radicali.

L’esercito dei mercenari armato e finanziato da Washington ha clamorosamente fallito i suoi compiti di fronte al forte contrattacco dell’Esercito Nazionale Siriano, un esercito costituito da coscritti che lottano per difendere il proprio paese, le proprie famiglie e la propria sopravvivenza. Questo Obama ed i suoi strateghi non lo avevano calcolato.

Fonti: Al Manar           Wall Street Journal

Traduzione: Luciano Lago

http://www.controinformazione.info/le-scomode-verita-sullaiuto-fornito-dagli-usa-ai-terroristi-in-siria-rivelate-dal-the-wall-street-journal/#more-9181

Le scomode verità sull’aiuto fornito dagli USA ai terroristi in Siria rivelate dal The Wall Street Journalultima modifica: 2015-02-14T20:20:28+01:00da davi-luciano
Reposta per primo quest’articolo