Qualche giorno fa una troupe giornalistica di “Terra!”, il settimanale di Toni Capuozzo in onda lunedì verso le 23:45 su Retequattro, un canale Tv mediaset, mi ha contattato per intervistarmi sull’uranio impoverito. Già.
Proprio quel “metallo del disonore” radioattivo, usato nelle armi dagli USA e del quale nessun più aveva parlato.
Chi vuole potrà vedere la mia intervista in onda lunedì sera per “Terra!”: ringrazio Sabina Fedeli per la paziente attenzione con la quale ha raccolto le mie esternazioni.
Si suppone infatti che io sia un esperto di quest’uranio impoverito, fin da quando venne usato in Iraq nel 1991, fin dagli anni della Sindrome del Golfo fra i soldati alleati, fin dal suo uso nei Balcani nel 95 e 99, fin dalla Sindrome dei Balcani che colpì i nostri soldati dal 2000 in avanti, fin dalle quattro commissioni parlamentari che indagarono sul fenomeno, fin dai fatti e misfatti della Commissione Mandelli, fin dalle decine di procedimenti giudiziari conclusi e in corso intentati da soldati malati e famiglie dei tanti morti per avere giustizia.
Come mai ora si rispolverano le polveri di uranio e l’intera vicenda, dopo che il sottoscritto, nella sua povera veste di Professore Ordinario di Protezione dalle Radiazioni nella miglior università italiana, aveva osato — pubblicandoci sopra tre libri e decine di articoli — dire in sostanza quanto dice ai propri allievi il primo giorno alla prima lezione del suo corso di Radioprotezione:
“L’inalazione e/o ingestione di una sostanza radioattiva aumenta la probabilità di contrarre tumori”?
Dobbiamo questo ritorno di fiamma all’elezione di Sergio Mattarella.
Riassumo la vicenda in poche parole:
1. Mattarella, da Ministro della Difesa, nella seduta del 21 dicembre 2000 presso la Camera dei Deputati, ammise l’uso dell’uranio impoverito in Kossovo da parte della NATO. D’altra parte la NATO stessa aveva già fornito la mappa completa di dove i 10800 proiettili all’Uranio erano stati sparati.
2. Mattarella intervenne anche in Senato il 10 gennaio 2011 per comunicare di aver istituito la Commissione tecnico-scientifica presieduta dal prof. Mandelli per accertare la rilevanza e le cause della Sindrome dei Balcani.
Allora perché si dice che Mattarella mentì sulla vicenda uranio? Chi in quegli anni c’era e ci lavorava — come purtroppo lo scrivente — lo sa, ma un quindicennio è passato ed è quindi bene ricordare i fatti nella loro completezza.
3. Mattarella, in risposta alla interrogazione Ballaman n. 3–06303, Question Time alla Camera, riprese RAI in diretta, 27 settembre 2000, dichiarò: ‘Va escluso anche che siano collegabili all’uranio impoverito i due casi letali di leucemia acuta che si sono verificati nelle Forze armate: il primo sei anni fa, il secondo l’anno passato. Nel primo caso il giovane vittima della malattia non era mai stato impiegato all’estero; nel secondo caso, il giovane militare era stato impiegato in Bosnia, precisamente a Sarajevo, dove non vi è mai stato uso di uranio impoverito’. (N.D.R. il primo caso riguardava il militare Giuseppe Pintus, ammalatosi che ha prestato servizio nel poligono di Teulada; il secondo caso riguardava il militare Salvatore Vacca, che ha prestato servizio in Bosnia).
4. In visita ai nostri militari a Pec e Pristina nei Balcani, ancora in data 23 novembre 2000, Mattarella negò il “Pericolo Uranio”, appoggiandosi a dichiarazioni rassicuranti del CISAM (il Centro di Ricerche Nucleari Militare di Pisa). Riportiamo due “agenzie” del tempo:
• “(AGI) – Pec, 23 nov. – Non c’è contaminazione da uranio impoverito in Kosovo. Nessun pericolo, quindi, per i 5.000 militari impegnati nella Kfor, né per la popolazione civile, né per l’agricoltura. E’ questo il risultato di un’indagine condotta dal Cisam, Centro interforze studi e applicazioni militari di Pisa, illustrata oggi al Ministro della difesa Sergio Mattarella in visita a Pec e Pristina al Contingente italiano impegnato in Kosovo. (AGI)”
• “(AGI) – Pec, 23 nov. – IL responsabile della Sezione nucleare del Cisam, il fisico Vittorio Sabbatini, ha spiegato che ci sono state quattro campagne condotte dall’Istituto per valutare le contaminazioni ambientali e corporee. L’ultima condotta dall’Onu, comunicherà i propri risultati nei primi mesi del 2001. In ogni caso, quelle condotte dal Cisam hanno dato risultati negativi su tutti i fronti. Le contaminazioni non hanno mai superato i livelli consentiti dalla legge e anche tra il personale nessuno ha superato i valori accettabili. In pratica, raccogliere uno dei dardi sparati dagli aerei contro i carri armati serbi, e se lo dovesse mettere in tasca, dopo una settimana, avrebbe lo stesso effetto che si ha dopo una radiografia. (AGI)”.
Sui punti 1 e 2 c’è ampia documentazione: gli atti parlamentari sono in rete.
Il punto 4 mi pare che non necessiti di ulteriori prove, ci sono queste due agenzie e molte altre fonti che ognuno può tranquillamente reperire.
Sul punto 3 invece, essendo una risposta ORALE durante un question time, c’è molta più difficoltà a reperirla. E sull’interpretazione si sono poi scatenate “bufale” e “contro bufale” che affermano che Mattarella NEGO’ SEMPRE sulla questione uranio, ed altre che ribattono che non negò mai, citando soltanto i punti 1 e 2.
Traccia degli atti parlamenti si ha nelle registrazioni di Radio Radicale. Quella che ci serve è questa: http://www.radioradicale.it/argomenti-av/question-time?page=53 Seduta 778ª (XIII Leg.) -) Seguito della discussione… Durante quella noiosa ora e mezza, da qualche parte, Mattarella dice quella frase sopra riportata.
Una ripresa autorevole delle sue dichiarazioni si ebbe poi in Senato tre anni dopo, con un’interrogazione del senatore Luigi Malabarba: http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=14&id=91724 Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4–05858 Atto n. 4–05858 Pubblicato il 29 dicembre 2003 Seduta n. 515 MALABARBA. — Al Ministro della difesa. — Premesso che: nel rispondere, con un documento scritto, alle domande dei giornalisti nel corso della conferenza stampa di fine anno 2003, il Ministro della difesa Martino ha affermato che ” il Centro Interforze Studi per le Applicazioni Militari (CISAM) sin dalla fine del 1999 ha effettuato e continua ad effettuare numerose campagne per il controllo delle condizioni radiologiche ambientali in Kosovo e Bosnia”. Il Ministro ha precisato inoltre che “In ogni caso sin dalla fine del 1999 vengono adottate misure protettive e precauzionali in teatro operativo”; il SHAPE (Supreme Headquarters Allied Powers Europa) comunicò, il 1° luglio 1999, l’avvenuto utilizzo di dardi all’uranio impoverito; il Ministro della difesa pro tempore durante un question time alla Camera il 27 settembre 2000 ha risposto che “in Bosnia e precisamente a Sarajevo… non vi è mai stato uso di uranio impoverito”, si chiede di sapere: se, nonostante si sapesse dal 1° luglio 1999 dell’impiego dell’uranio impoverito in Bosnia, questo impiego sia stato negato. Quanto sopra anche tenendo presente che gli aerei che hanno effettuato i bombardamenti in Bosnia sono partiti per lo più dalla base di Aviano (base al comando di un ufficiale italiano) ed hanno riferito, nei loro rapporti, di operazioni sull’uso delle armi impiegate; perché per oltre quattro mesi, dalla data della comunicazione di SHAPE del 1° luglio e precisamente fino al 22 novembre 1999, non siano state emanate disposizioni di sicurezza lasciando consapevolmente che i nostri reparti operassero a rischio senza protezione.
Sacrosanta interrogazione.
Questo è quanto. Mattarella — quando divenne ministro della difesa — probabilmente era stato male informato e rassicurato da tutti quegli esperti che asserivano come l’uranio non fosse stato usato, non si trovasse a cercarlo, e che comunque si trattava di un innocuo materiale.
Certo, un ministro della difesa aveva il dovere di informarsi, magari ascoltando anche il parere di scienziati indipendenti e non solo degli embedded.
D’altra parte il ministro non era un esperto in materia, ed ha fatto affidamento appunto su questi facili ed apparentemente autorevoli pareri rassicuranti.
Fatto sta che l’utilizzo di uranio anche in Bosnia nel 95 era notorio a seguito di ammissioni degli stessi portavoce NATO in Conferenze Stampa e che gli USA avevano già informato il nostro Ministero della Difesa sull’uso di Uranio in Kossovo mesi e mesi prima, con il Rapporto SHAPE del luglio 1999.
Nell’estate 2000 la questione uranio arrivò all’attenzione dei media, dato che i primi soldati (ricordo il povero Salvatore Vacca) iniziavano a morire: da settembre fino a novembre Mattarella negò.
Poi venne fuori quanto — ad esempio — il Comitato Scienziate e Scienziati contro la guerra (cui modestamente appartenevo) e molti altri dicevano in ogni modo da oltre un anno: l’Uranio era stato usato, ed essendo un materiale radioattivo c’era il rischio che i nostri soldati si ammalassero. Mattarella, informato più correttamente, allora cambiò versione.
Se questo è indubbiamente peccato, cosa dire allora degli scienziati embedded e di regime, che gli mentirono rassicurando non solo il ministro ma anche i soldati, e che ancora oggi nicchiano cercando ogni appiglio per negare la relazione causa-effetto fra esposizione all’Uranio e malattie, oggi con lo scopo principale di negare alle famiglie dei soldati morti almeno un giusto riconoscimento dei danni subiti? O per semplice resilienza da scienziati “mainstream” per cui chiunque esca anche di un millimetro dal seminato dell’opinione condivisa è un sacrilego o un ciarlatano?
Capisco che Sergio Mattarella era allora Ministro ed oggi Presidente della Repubblica. Ma personalmente, forse a causa del mio ruolo, vedo meno gravi le omissioni di un politico (che comunque poi mutò atteggiamento) rispetto alla negazione della verità da parte di uno scienziato. La scienza di regime ci racconta da oltre 20 anni che con l’uranio impoverito ci si possono fare i sali da bagno: questo è immorale. Se un politico è quasi fatale non abbia moralità, uno scienziato deve averla. E gli scienziati nucleari dovrebbero essere in prima fila.
Sergio Mattarella è un politico morale? Lo dimostri sconfessando le menzogne che per oltre 20 anni hanno negato fosse fatta giustizia. Giustizia basata sul semplice fatto che i nostri soldati sono morti per cause di servizio: che sia stato l’Uranio, oppure le polveri, i metalli pesanti, le nanoparticelle, gli inquinanti chimici ha — per un politico — importanza relativa. Chieda con voce autorevole — come avrebbe fatto Sandro Pertini — che alle vittime sia riconosciuta giustizia e che si chiuda la vicenda. Tutti questi procedimenti giudiziari, poi, non fanno bene a nessuno: neppure all’immagine dello Stato.
Se Mattarella farà questo, si sarà dimostrato un politico morale, ed anche sagace. Saremo i primi a battergli le mani, dimenticando quella sua reticenza, forse prolungata un po’ troppo oltre l’evidenza dei fatti.