Iniziato processo contro Agenzie di Rating, ma l’Italia si tira fuori

Sarà stata la Germania a minacciarci di tirarci fuori, è noto infatti che i tedeschi governino le tre agenzie di rating americane

 6 febbraio, 2015 

È iniziato il processo contro le agenzie di Rating Standard & Poors e Fitch ma lo Stato italiano non ci costituirà parte civile ma parteciperà solo come “parte offesa”. In caso di condanna delle agenzie non avremo diritto a nessun rimborso, ma solo alla beffa ed al danno.

Le più note agenzie di rating Standard & Poors e Fitch saranno processate dato che sono accusate di aver manipolato il mercato in simbiosi con analisti e manager. In caso di condanna, lo Stato italiano non avrà diritto a nessun tipo di risarcimento dato che il Ministero dell’economia, nella persona di Padoan, ha deciso di non partecipare attivamente e dunque di non costituirsi parte civile. Ma il ministro è in buona compagnia dato che Consob e Bankitalia, pur potendo chiedere i danni hanno deciso di non farlo e parteciperanno solo come semplici spettatori. Una decisione che definire allucinante è riduttivo. Il Pm Michele Ruggiero  ha detto: “Ho preso atto che è intervenuta la Consob che a mio avviso aveva il dovere di intervenire, sono invece sorpreso per la mancata costituzione del ministero dell’Economia che abbiamo indicato come persona offesa. Prendo atto che, nonostante ci sia stato un vaglio del gup sulla fondatezza dell’accusa di manipolazione in danno dello Stato italiano, il ministero abbia adottato questa scelta. Una scelta che rispetto, ma che francamente mi sorprende”.

Il Governo italiano per il momento si chiude a riccio non rilasciando dichiarazioni ufficiali ma ad aggravare la questione ci si aggiunge il fatto che nel processo saranno chiamati a deporre non solo il Governatore della Bce Mario Draghi, ma anche i due ex Premier italiani Romano Prodi e Mario Monti, nonché l’ex ministro dell’economia Giulio Tremonti ed anche, guarda caso, l’attuale ministro Padoan. Tutti chiamati dalla pubblica accusa.

 

Il mistero del non essersi dichiarati parte civile si infittisce ancora di più se pensiamo che uno dei punti centrali del processo riguarda proprio la declassazione di due gradini del rating dell’Italia che secondo l’accusa avrebbe causato “una destabilizzazione dell’immagine, del prestigio e degli affidamenti creditizi dell’Italia sui mercati finanziari nazionali ed internazionali”.

Per S&P sono 5 gli imputati: Deven Sharma, ex presidente mondiale di S&P Financial Service; Yann Le Pallec, responsabile per l’Europa; e gli analisti del debito sovrano Eileen Zhang, Franklin Crawford Gill e Moritz Kraemer. I manager e gli analisti coinvolti sono accusati di aver fornito volontariamente tra il 2011 ed il 2012 quattro relazioni contenenti informazioni errate sull’affidabilità italiana e sulle iniziative di rilancio economico adottate dal Governo stesso al fine di “disincentivare l’acquisto di titoli del debito pubblico italiano e deprezzarne così il valore”.

A questo punto è lecito chiedersi come mai il Governo Renzi abbia deciso di non costituirsi parte civile in un processo che vede come l’Italia come una delle nazioni più danneggiate. In questo modo lo Stato italiano ha deciso di schierarsi dalla parte delle agenzie di rating, una decisione che fa sospettare che qualcuno abbia tratto dei vantaggi da tutta questa storia.

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Iniziato processo contro Agenzie di Rating, ma l’Italia si tira fuoriultima modifica: 2015-02-07T21:50:33+01:00da davi-luciano
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