Genova: 19enne rapinata e stuprata da un ecuadoriano nel City Park

È una vittima non politically correct. Non se ne deve parlare perché sarebbe razzismo

 venerdì, 30, gennaio, 2015

Una 19enne di origini romene è stata aggredita e violentata nel City Park di via D’Annunzio, nel pieno centro di Genova.

L’aggressione sarebbe avvenuta intorno alle 5 all’uscita di una nota discoteca in via D’Annunzio: un 24enne di origini ecuadoriane avrebbe avvicinato la giovane, per poi trascinarla dentro il parcheggio e abusare di lei. Nonostante il trauma a le ferite, la ragazza è riuscita a dare l’allarme facendo accorrere il custode, cui ha raccontato di essere violentata da un ragazzo conosciuto poco prima nel locale.

Una volta arrivati i soccorsi, la 19enne è stata accompagnata in ospedale per accertamenti, mentre l’aggressore è stato arrestato dalla polizia, che nel frattempo è riuscita a risalire alla sua identità.

Le accuse sono di violenza sessuale e rapina aggravata: in possesso del ragazzo sono stati trovati un telefono cellulare e 70 euro in contanti di proprietà della vittima.

genovatoday.it

Tagli ai disabili, Rainieri: “I soldi ci sono ma Pizzarotti li spende altrove”

I più eguali di altri van tutelati

“Basta. Non è possibile andare avanti a raccontare bugie e a far pagare ai disabili le scelte sbagliate dell’amministrazione Comunale”. Così Fabio Rainieri, segretario nazionale della Lega Nord Emilia e vice presidente del Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna replica al sindaco di Parma che ha confermato la linea dei tagli.

“Tagliare sui più deboli è vergognoso – attacca Rainieri -. Ancora una volta per giustificare la scure che colpirà il servizio d’integrazione scolastica dei disabili il Sindaco dice che non ci sono soldi. Ora, al di là degli ingiusti e ingiustificati tagli del governo Renzi nei confronti degli Enti Locali, il tutto non può risolversi così. Un Comune che non ha soldi – attacca Rainieri – non spende più di 10 mila euro per inviare una delegazione a Tokyo per partecipare alla festa dello spaghetto giapponese“.

“E un’amministrazione che ha a cuore il futuro della propria gente – tuona l’esponente leghista – non spende soldi per gli extracomunitari, i clandestini e i campi nomadi, ma li destina a giovani, anziani e disabili. Qui – caro Pizzarotti -, la verità è una sola: i soldi per quello che ti interessa si trovano. Per il resto no. Lo dimostrano i 14.393,11 euro stanziati per far tradurre in inglese, francese, spagnolo, arabo e cinese lo Statuto del Comune di Parma. Ne saranno felici i cinesi che faranno la fila per leggerlo…. Ma non era meglio lasciare che i cinesi studiassero l’italiano e destinare quei soldi ad altro? Ovviamente sì, ma Pizzarotti e l’assessore Rossi la pensano diversamente. Purtroppo”

parmatoday.it

http://www.imolaoggi.it/2015/01/29/parma-pizzarotti-m5s-taglia-ai-disabili-e-spende-10mila-euro-per-la-festa-dello-spaghetto-giapponese/

IL PRESIDENTE DI RENZI? E’ COSI’ VICINO AGLI ITALIANI, DA AVERLI PUGNALATI ALLE SPALLE NON PIU’ TRADI DI POCHI GIORNI FA. SAI DOVE SEDEVANO (LAUTAMENTE) LE SUE CHIAPPE?

Pochi stanno ricordando che, tra i mille mila incarichi da parassita, il signor Sergio Mattarella, probabile futuro Presidente della Repubblica delle banane, è attualmente membro della Corte Costituzionale. proprio quell’organo che pochi giorni fa ha bocciato il Referendum per l’abolizione della Legge Fornero. Giusto per ricordare quanto sia vicino ai desiderata della Troika e lontano da quel Popolo Italiano che dovrebbe rappresentare.

Schermata-2015-01-29-alle-18

http://www.grandecocomero.com/mattarella-consulta-bocciato-referendum-fornero/

Finito l’Effetto QE per l’Italia Spread Sopra l’annuncio di Draghi

Di FunnyKing , il 30 gennaio 2015

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L’effetto QE è partito in realtà il 20 Gennaio quando si capì, anche grazie alla corte europea che Mario Draghi avrebbe fatto il QE Europeo.

Lo spread viaggiava a circa 130bps.

Poi Mario Draghi stupi il mercato per quantità di QE ma mise la famosa clausola 80-20 (ovvero 80% del rischio in mano agli Stati Nazionali)

Infine è arrivato Tsipras che ha messo in chiaro che il suo debito la Grecia NON lo pagherà nei termini e nei modi concordati.

Risultato: il “mercato” sta cominciando ad avere il sospetto che non sia proprio intelligente puntare miliardi in bond italiani allo 0,qualcosa o all’ 1,qualcosa.

Perchè alla fine un “incidente” politico può sempre capitare, e poi perchè il clima parrebbe cambiato, nel senso che si fa strada questa idea che gli Stati possono anche non pagare. E di Stati che potrebbero anche accordarsi per farlo ce ne sono parecchi a SUD.

Quindi fine effetto QE.

In caso di rottura di quota 150 invece… beh avremmo un problema.

p.s. scommetto che non ve ne eravate accorti.

http://www.rischiocalcolato.it/2015/01/finito-leffetto-qe-per-litalia-spread-sopra-lannuncio-di-draghi.html?utm_source=pulsenews&utm_medium=referral&utm_campaign=Feed%3A+blogspot%2FHAzvd+%28Rischio+Calcolato%29

“MATTARELLA? IMPOSTO DA DRAGHI”: L’INTERVISTA AL GRAN MAETRO DELLA MASSONERIA CHIARISCE MOLTO SU QUANTO STA ACCADENDO NELLE STANZE SEGRETE

Gioele Magaldi, Gran Maestro dell’Oriente Democratico una delle logge della massoneria italiana, è stato intervistato al telefono da Fanpage.

Il giornalista ha chiesto una valutazione sulla possibile elezione di Giorgio Mattarella a Presidente della Repubblica. “E’ una operazione suggerita a Matteo Renzi da Mario Draghi, il venerabilissimo Mario Draghi è uno dei personaggi più influenti d’Europa“.

L’elezione di Mattarella secondo l’esponente della massoneria italiana sarebbe parte di un operazione più grande, “Matteo Renzi in difficoltà sul piano del consenso interno con questa operazione si accredita presso il salotto buono delle massonerie aristocratiche europee ed atlantiche“.

Magaldi: “Draghi ha deciso la candidatura di…

La fine del patto del Nazareno sarebbe – secondo il Gran Maestro – la chiusura del rapporto tra Renzi ed una parte della massoneria italiana di livello medio basso per permettere al presidente del consiglio un salto di qualità verso una prestigiosissima loggia europea.

I grandi sconfitti sarebbero Berlusconi ed i suoi uomini più vicini come Gianni Letta e Denis Verdini. “Berlusconi ne esce sconfitto in maniera più simbolica che sostanziale Denis Verdini invece era il garante del patto del Nazareno con una parte della massoneria di livello medio basso, ed è uno degli sconfitti di questa virata di Renzi“.

http://www.grandecocomero.com/magaldi-draghi-renzi-imposto-mattarella-massoneria/?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews

Cofferati, Landini. Rodotà, fate il vostro mestiere!-

Manco il proprio lavoro han saputo fare per bene, a meno che si intenda fingere di opporsi alle politiche “di destra”

 di Paolo De Gregorio, 30 gennaio 2015

 Negli ultimi due giorni “il Fatto Quotidiano” ha pubblicato le proposte di Landini e Rodotà che rispettivamente chiedono: “basta con i partitini, sinistra sociale per battere Renzi”, e “serve una opposizione sociale”.

Tutto ciò dovrebbe significare che esiste una volontà accertata nell’arcipelago dei “partitini di sinistra” di sciogliersi, azzerare segreterie e organizzazioni, in nome di un progetto comune. Progetto che paradossalmente non è stato ancora formulato e così si continua, come da tradizione, a mettere il carro avanti ai buoi e a farsi ridere dietro da mezza Italia, come nel caso del governo Prodi costituito da 10 partitini capaci solo di paralizzarsi a vicenda.

 Da personaggi come Landini e Cofferati mi contenterei che si cimentassero nel costruire il sindacato unico dei lavoratori, indipendente dai partiti politici. I sindacati oggi spudoratamente con le loro sigle controllano la politica sindacale e dividono profondamente i lavoratori, impedendo qualsiasi iniziativa di difesa dei loro interessi, come si è visto nel cedimento sull’art, 18 con uno sciopero generale di circostanza, rituale e senza alcun effetto.

 A Rodotà, in quanto esperto Costituzione, vorrei chiedere il punto di vista sulle modifiche necessarie, soprattutto in materia di legge elettorale che è stata considerata illegale dalla Consulta, in materia di referendum propositivo, in materia di reddito di cittadinanza per dare a tutti i disoccupati un salario minimo in cambio di lavoro socialmente utile, rendendo così concreto il principio che la nostra è una Repubblica fondata sul lavoro e non abbandona i suoi cittadini nella disperazione.

 Veder sparire sigle e siglette sindacali e partitiche e unire i lavoratori su singoli obiettivi decisi solo da loro stessi sarebbe una immensa rivoluzione.

 Partiti e sindacati hanno portato gli schiavi salariati alla precarietà, hanno assistito passivamente alla delocalizzazione all’estero di decine di migliaia di realtà produttive italiane e per il futuro nessun progetto, se non l’attesa di ulteriori colpi provenienti dalla globalizzazione che non ha ancora dispiegato tutti i suoi malefici effetti, spostando verso il basso salari, sicurezza, diritti, e portando verso l’alto inquinamento, incidenti, malattie oncologiche e disagi mentali.

 Chi ci ha portato a questo non può guidare alcun cambiamento e per cambiare non bastano piccoli aggiustamenti, ma bisogna capovolgere il punto di vista: dalle logiche del capitale a quelle del rispetto della vita umana e dell’ambiente.

 Paolo De Gregorio

QUIRINALE: LOTTERIA ITALIA A STELLE E STRISCE

di Gianni Lannes

I giochi sono già preconfezionati da tempo e mandano in onda la solita farsa per gli allocchi, condita dallo stantio odore della massoneria. Chi sarà il dodicesimo governatore dell’ex Belpaese per conto di Washington, Londra e Tel Aviv?

«Sergio Matterella è un personaggio positivo. E’ un simbolo della lotta alla mafia. Punto su Mattarella, oggi lui è il candidato del Pd» parola del democristiano Matteo Renzi. Orbene, il predetto Mattarella, per la cronaca della memoria corta, è stato ministro della difesa sotto il secondo governo D’Alema, che autorizzò i bombardamenti italiani in Jugoslavia nel 1999 (“Allied Force” in Kosovo). Mattarella è sempre quello che ha negato la presenza di migliaia di bombe all’uranio impoverito sganciate dalla NATO nell’Adriatico e mai recuperate, ovvero bonificate, in modo tale da consentire a questi ordigni di inquinare – fino ai giorni nostri e per sempre – ecosistemi naturali ed umani.

Eleggere un inquilino del Quirinale significa occupare per conto straniero, una poltrona ben pagata dagli italidioti, ed occupare una casella cruciale nello scacchiere del potere telecomandato dall’estero dello Stivale, trasformato in una portaerei nordamericana per fare la guerra a mezzo mondo. Di tutte le rose spuntate dal retrobottega dell’Italietta delle banane, non ce n’è una veramente presentabile. Addirittura sul blog del Grillo compaiono Prodi e Bersani: il primo è un noto spiritista, occultista ed esoterista (vedi prigione di Aldo Moro), mentre l’altro onorevole è stato pagato con 98 mila euro dal clan Riva (gli inquinatori di Taranto) per la campagna elettorale del 2006.

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2015/01/quirinale-lotteria-italia-stelle-e.html

Sceneggiate della politica mentre il paese reale affonda

di Luciano Lago

 Rinchiusi nei palazzi della politica, gli esponenti della  politica  italiana  conducono anche stavolta la loro sceneggiata della elezione presidenziale, vivendo immersi in una dimensione del tutto estranea dalla realtà del paese reale. Se non fosse che questa rappresentazione surreale viene proiettata massicciamente all’esterno dalle telecamere delle reti TV, nessuno si accorgerebbe neanche di quanto accade nelle stanze dei palazzi romani ed il tutto sarebbe circondato da una totale indifferenza e dal tanfo insopportabile dei riti della vecchia politica.

Lo spettacolo che forzatamente entra nelle case degli italiani attraverso le TV non riesce tuttavia a suscitare interesse più di quanto ne suscitano altre sceneggiate televisive o spot pubblicitari, quanto piuttosto desta una notevole apatia nella gente ed in molti anche disgusto.

Il disgusto nasce dal fatto che l’italiano medio, alle prese con gravi problemi economici, di mancanza di lavoro, precarietà, aumento abnorme del costo della vita, imposte da pagare, molte delle quali concentrate a Gennaio, si rende conto ed acquista consapevolezza dell’estraneità di quel mondo che le Tv proiettano, un mondo di personaggi vuoti, estranei ai problemi condivisi dalla gente comune, concentrati nei loro giochi di elezione, sbarramenti, rose di nomi e quant’altro che dimostrano di essere attenti ai loro interessi e totalmente avulsi da qualsiasi sforzo di risolvere i gravi problemi sociali ed economici che attraversa il paese.

Persino quelli che avevano guadagnato una certa qual fiducia e consenso, visto che si presupponevano nuovi alla politica (i 5 Stelle) si sono rivelati una grande delusione dovuta al fatto che, una volta dentro il Palazzo, nello spazio di un lasso di tempo, in molti hanno disertato aggregandosi agli altri, mentre  quelli che sono rimasti non hanno trovato di meglio, loro che volevano apparire “rivoluzionari”, che proporre nominativi screditati per la presidenza, come Romano Prodi, proprio quel personaggio che ha portato l’Italia nel disastro dell’euro.

Si capisce quindi che una sorta di finzione si è impadronita di tutta la classe politica, dal chi si finge “rivoluzionario” e fa il doppio gioco, fino a chi rema per gli interessi delle grandi banche, delle multinazionali e delle varie lobby, mentre tutti sembra che recitino secondo un copione già scritto.

Tuttavia in molti, fra i più ingenui, è stata insinuata la sottile speranza e l’illusione che ci sarà un qualcuno dall’esterno che arriverà a salvare i conti e l’economia dell’Italia, magari sarà Mario Draghi, il taumaturgo personaggio della BCE il quale, con la sua manovra di “quantitative easing” ,  risolleverà le sorti del paese.

Quello che è più grave è che anche alcuni esponenti della politica sono convinti di questo in una totale inconsapevolezza della reale situazione dell’economia del paese e di quella “globale”, mentre, in una sorta di isteria collettiva sui dati della finanza pubblica, in Europa e in Italia soprattutto, va in scena l’allegra incoscienza di chi crede ottusamente nelle ricette neoliberiste propinate da Bruxelles, nella vacua speranza che le politiche monetarie, convenzionali e non, siano la condizione necessaria e sufficiente per rilanciare l’economia e attuare le riforme supply side, ritenendo che sia il potere salvifico dei mercati quello che possa risolvere la crisi finanziaria ed il vicolo cieco del ristagno deflattivo: questa costituisce l’unica regola economica e pretesamente scientifica che governa l’Europa delle banche (colme  di buchi di bilancio da ripianare drenando capitali dalle tasche dei debitori insolventi!), succube agli interessi del grande capitale finanziario.

Questa la difficile condizione economica in cui si trova l’Italia, un paese disintegrato nella sua composizione sociale, per effetto delle politiche di austerità imposte dai governi succubi della oligarchia europea, una situazione aggravata dal suo tragico stato di mancanza di risorse culturali, immersa nel conformismo e nell’ apatia propria di una popolazione asservita a un paradigma eurocrate che non accenna a diminuire la presa del suo “tallone di ferro“.

Superfluo aggiungere che l’opera di manipolazione dell’apparato mediatico, con le opportune “distrazioni” procurate dagli essenziali problemi del paese, ha creato un senso di confusione, di smarrimento e di rassegnazione in molti settori dell’opinione pubblica che vive all’insegna del motto del” tutto cambia perchè niente cambi”.

In un contesto di annientamento della struttura produttiva del paese che ha perso il 25 % della sua industria manifatturiera e che ha visto un arretramento del 10% del Prodotto interno lordo e che riporta il paese indietro di circa 30 anni anche per il potere d’acquisto delle famiglie, con una disoccupazione giovanile che sfiora il 44%, miseria ed impoverimento di vasti ceti sociali, di tutto ci sarebbe bisogno tranne che delle “sceneggiate” della politica distante anni luce dal paese reale.

Le manovre concepite dal governo Renzi appaiono ridicole ed illusorie così come le promesse di una “ripresa dietro l’angolo”, molto simile alla “luce in fondo al tunnel”, di montiana memoria, mentre la tempesta si sta preparando in uno scenario europeo di probabile crollo dell’euro sistema..

Di contro, all’oscuro di quanto accade nell’ambito internazionale, la politica italiana si trova in uno stato confusionale, vivendo in una sorta di limbo, ove si ritiene che la situazione economica mondiale sia sotto controllo e che solo l’Italia abbia qualche cosa da correggere con le funambolesche riforme da realizzare quanto prima, nella aspettativa di trovare un personaggio da eleggere alla Presidenza che sia conforme a queste aspettative, che risulti ben accetto ai poteri sovranazionali che controllano il paese, oltre che, naturalmente, capace di destreggiarsi nella galassia dei gruppi e partiti politici che si sono arrogati di fatto il preteso consenso dei cittadini, senza essere passati da un qualsivoglia simulacro di elezioni democratiche.

Se potevano esserci dei dubbi sull’inadeguatezza del ceto politico, questa ultima rappresentazione ne fornisce la conferma e la prova definitiva.

L’attenzione complice dei media viene tutta focalizzata sulla sceneggiata della elezione presidenziale, coinvolgendo i vertici degli apparati clientelari, le massime autorità del paese, i vertici delle associazioni imprenditoriali e gli opinionisti maggiormente gettonati, in un turbine di chiacchiere e divagazioni, rievocazioni storiche e discussioni avulse da ogni problematica reale.

La gente assiste a tutto questo inebetita e confusa, rimanendo in attesa con la curiosità di vedere, alla fine della fiera, chi sarà il prescelto e cosa di nuovo potrà dire e di quale retorica si possa ancora mascherare la dura realtà che ci aspetta.

http://www.controinformazione.info/sceneggiate-della-politica-mentre-il-paese-reale-affonda/#more-8993

Sergio Mattarella, il moralista con uno scheletro nell’armadio

Per il fq Mattarella, è un santo http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01/29/sergio-mattarella-candidato-colle-ex-dc-carta-dellex-rottamatore/1379706/

Per Civati è una scelta apprezzata, voleva un nome eversivo e dice di essere soddisfatto, Sel lo ama incondizionatamente, che bello, tutto il centrosinistra ora vive una luna di miele. Il FQ si lancia in lodi sperticate,nonstante  abbia in viso tutto ciò che è DC, ma il Mattarella quasi come un antagonista,viene lodato per aver bocciato il Porcellum.

Non conta per il FQ che abbia anche cancellato il PROPORZIONALE.

Passa pure per un antimafia,ovvio che il partito degli onesti doveva candidarlo e che il partito dei disonesti pare contrario. Ha solo attaccato la serbia in qualità di ministro della difesa, come può non piacere alla sinistra?

 Sergio Mattarella, il moralista con uno scheletro nell’armadio. Se andrà al Quirinale sarà probabilmente un nuovo Scalfaro. Sponsorizzato da Rosy Bindi, finì nei guai per dei buoni benzina presi da un imprenditore

L’eventuale ascesa di Sergio Mattarella al Quirinale ci ridarà un quaresimalista dello stampo di Oscar Luigi Scalfaro. Mattarella è pio, schivo, incapace di sorriso. Sul Colle lo vogliono i democristiani del Pd. In prima linea, Rosy Bindi che con lui, negli anni di Tangentopoli, liquidò in un amen la Dc, forzando la mano al mogio segretario, Mino Martinazzoli. Ne derivò il Ppi, che nacque esangue, morì in fasce e fu sepolto senza lasciare traccia.
Questa fragranza di crisantemi inquadra perfettamente il giro di Mattarella. È quello dei «basisti», variante della Dc di sinistra (l’altra era morotea), il più noto dei quali è l’irpino, Ciriaco De Mita. L’anima della stirpe fu però lombarda. Capostipite era il senatore bresciano Franco Salvi, ormai defunto. Costui indossava il cilicio, era cupo ed ebbe il soprannome di «2 novembre». Salvi clonò un gruppo di identici a lui: l’on. Pietro Padula, detto «bonjour tristesse», il sen. Martinazzoli noto come «cipresso», l’on Tarcisio Gitti, soprannominato «cripta». Di tutti si è persa la memoria. Questi sono gli antenati spirituali del settantatreenne Mattarella, reperto di un mondo scomparso.
Va detto a onore di Sergio – chiamato Sergiuzzo nella sua infanzia palermitana – di avere capito quasi per tempo che la politica del Duemila non era più per lui. Nel 2008 se ne andò dal Parlamento per usura, essendoci entrato nel 1983. Durante le sette legislature fu prima dc, poi Margherita, infine pd. È stato più volte ministro – nei governi Goria, De Mita e Andreotti alla fine degli anni ’80 – e addirittura vicepresidente del Consiglio con il D’Alema I (1998-1999). Il suo maggiore exploit fu l’invenzione del Mattarellum, dal suo nome latinizzato per burla dall’indignato politologo Giovanni Sartori. È il sistema elettorale – parte maggioritario (70 per cento), parte proporzionale (30), con sbarramento al 4 per cento – che incarna il tipico modo dc di conciliare gli opposti con un colpo al cerchio e uno alla botte. Il meccanismo fu paragonato all’ornitorinco, mammifero australiano col becco d’anatra, mani di scimmia, coda di foca. Col Mattarellum si votò tre volte, nel 1994, 1996 e 2001, con vittorie ripartite tra destra (due) e sinistra. Messo alla prova, il sistema se la cavò. Tanto che oggi, paragonato al Porcellum di Roberto Calderoli che lo sostituì, è perfino rimpianto.
Lasciato il Parlamento, Sergiuzzo dimostrò di non essere il tipo che resta appiedato senza una poltrona. Entrò subito nel Cpga, il Csm dei giudici amministrativi, incarico di nicchia, come si usa dire, ma discretamente remunerato. Poi, puntò direttamente alla Corte Costituzionale che è la più bella poltrona che ci sia. Dura nove anni, più di ogni alta carica; sei rispettato come un dio, pagato come un principe, intoccabile come un re, in un vorticare di auto blu, autisti, segretari e privilegi vari.
La nomina è stata però laboriosa. Candidato dal Pd, fu eletto il 6 ottobre 2011 dal Parlamento in seduta comune. Avrebbe dovuta farcela alla prima votazione perché c’era l’accordo col Berlusca. Ma si misero di traverso, radicali, Idv e un pezzo del Pd che voleva Luciano Violante, cioè un comunista vero invece di un ex dc. Bisognò così attendere la quarta votazione, in cui basta la maggioranza semplice. Essendo però incerti i numeri, il Pd, per sicurezza, precettò perfino una puerpera di appena due giorni, ordinandole la tassativa presenza in Aula. La ragazza, allora ancora ignota ai più, era Marianna Madia. La scheda della fatina fu quella decisiva per l’elezione. Mattarella ebbe giusto 572 voti, uno più del quorum.
Il volo di Sergiuzzo cominciò il giorno in cui Piersanti, suo fratello maggiore e presidente della Regione Sicilia, fu assassinato dalla mafia. Era il sei gennaio del 1980 e l’attentato avvenne di fronte allo studio dei Mattarella in via Libertà a Palermo. Sergio, che aveva assistito impietrito all’omicidio, soccorse il fratello che morì tra le sue braccia in ospedale. In quell’istante decise di raccogliere il testimone e continuare la tradizione politica cominciata col padre Bernardo, moroteo, più volte ministro nel dopoguerra, gran notabile che convisse senza urti con la mafia. Contrariamente a Piersanti che, infatti, ne fu ucciso e di Sergiuzzo che dell’antimafiosità ha fatto il suo vessillo corredandola di altre virtù: moralità politica, trasparenza, severità dei costumi.
Il segretario dc, De Mita, lo prese sotto la propria ala e gli spianò una carriera coi fiocchi che, da allora, antepose all’insegnamento del Diritto Parlamentare nell’Università di Palermo. Nel 1983, come sappiamo, divenne deputato e l’anno dopo fu per tre anni il plenipotenziario demitiano in Sicilia. In questa veste, inventò la figura di Leoluca Orlando facendolo sindaco di Palermo. Ce l’avrà per sempre sulla coscienza. Leoluca era ancora un placido dc ma la promozione gli dette al cervello. Divenne un compulsivo antimafioso e il prototipo di chi su questo imbastisce la carriera, finendo per accusare di connivenza perfino Giovanni Falcone.
Con gli anni ’90, comincia per Sergiuzzo la lunga marcia contro il Cav. Fu, anzi, un antemarcia poiché lo combatté prima ancora che entrasse in politica. Ministro dell’Istruzione di Andreotti, si dimise nell’istante stesso in cui il Parlamento approvò (luglio ’90) la Legge Mammì che manteneva le tre reti delle tv Fininvest, anziché ridurle a una come desiderava De Mita. Con lui, abbandonarono il governo Fracanzani, Misasi, Mannino e Martinazzoli, seguaci dell’irpino.
Quando poi, nel ’94, il Cav scese in campo, Sergiuzzo s’incattivì in quel modo cattolico, come la Bindi e Scalfaro, che non lascia scampo: con la totale consacrazione della propria vita alla distruzione del nemico. Nel ’95 ruppe con Rocco Buttiglione che, da segretario, voleva portare il Ppi nell’orbita del centrodestra e lo irrise come «el general golpista Roquito Buttillone». Negli anni in cui il Berlusca governò, definì «indecenti» le sue leggi affermando che i «ministri vanno in Parlamento solo quando c’è da votare leggi a favore del premier». Ebbe poi un travaso di bile il giorno in cui Fi entrò nel Ppe, sembrandogli sacrilego che lui della Margherita dovesse stare sotto lo stesso tetto. «È un incubo irrazionale», affermò, come se ci fossero incubi razionali. Brigò al punto che la sinistra dc uscì dal Ppe per non infettarsi. Inutile dire che tanto livore non è il migliore lasciapassare per il Quirinale.
Per concludere, Mattarella è un moralista. Come spesso accade con costoro, anche lui è inciampato. Negli anni ’90, fu rinviato a giudizio per finanziamento illecito, accusato dall’imprenditore siciliano Filippo Salamone di avere intascato cinquanta milioni di lire, più buoni benzina. Sergiuzzo giurò: «Il contributo non è mai esistito». Era falso. Messo alle strette, ammise la benzina, non i soldi. Se la cavò per il rotto della cuffia: l’imprenditore non fu creduto e i buoni, per un valore di tre milioni, furono giudicati veniali. Assolto. Ma la bugia resta e per il Colle pesa.

Giancarlo Perna

Libero, martedì 27 gennaio 2015

HOLLANDE EN HITLER : LA COUVERTURE CHOC D’UN HEBDO MAROCAIN QUI DENONCE L’ISLAMOPHOBIE EN FRANCE !

PCN-SPO/ 2015 01 30/

Revue de Presse avec Al Watan Al Ane/

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PCN-SPO - Hollande en Hitler au Maroc (2015 01 30) FR

A la une du magazine, François Hollande apparaît vêtu d’une tenue nazie, attifé d’un brassard avec une croix gammée et affublé d’une petite moustache semblable à celle d’Hitler. L’hebdomadaire marocain AL WATAN AL ANE a choisi de diffuser ce photomontage douteux en première page de son édition datée du jeudi 29 janvier, accompagné de ce titre : “Les Français vont-ils faire renaître les camps de concentration d’Hitler pour exterminer les musulmans ?”

 UNE PROVOCATION QUI VISE A RÉVEILLER LES CONSCIENCES ET VISE DIRECTEMENT LE RÉGIME D’HOLLANDE : « C’EST UNE SONNETTE D’ALARME POUR LA CLASSE POLITIQUE, AU MAROC ET EN FRANCE » …

 Le directeur de la publication d’Al Watan Al Ane, Abderrahim Ariri, “assume” sans problème cette couverture et cette comparaison avec le régime nazi. “C’est une sonnette d’alarme pour la classe politique, au Maroc et en France, assure-t-il à francetv info. Depuis l’attentat contre Charlie Hebdo, nous avons beaucoup de témoignages qui nous indiquent que l’islamophobie a pris des proportions très inquiétantes en France.”

Deux jours après les commémorations de la libération du camp d’Auschwitz, le journaliste n’hésite pas à comparer le climat actuel à la Nuit de cristal de 1938, survenue après l’assassinat d’un responsable du Troisième Reich par un juif réfugié en France. Cette nuit de pogroms en Allemagne et en Autriche se solde par le meurtre de 91 juifs et la déportation de 35 000 d’entre eux. “Hitler a considéré cet assassinat comme un don du ciel et en a profité pour mobiliser les Allemands contre les juifs, assure Abderrahim Ariri. L’acte terroriste est un don du ciel pour Hollande, qui en a profité pour se redonner une virginité politique.”

‘Charlie’ çà sert aussi à faire flamber l’islamophobie …

 PCN-SPO

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