Legnago: 41enne tenta suicidio, «Le banche mi hanno rovinato». Ricoverato in Psichiatria

Dobbiamo considerarlo fortunato??? E’ così che lo stato “garantisce” un tetto e vitto ad un disperato italiano?

 30 gennaio 2015

«Sono senza lavoro, le banche mi hanno rovinato, ho una moglie e due bimbi piccoli da mantenere, non ce la faccio proprio più a vivere in queste condizioni». Era un grido di disperazione, inframezzato dall’intenzione di farla finita per sempre gettandosi nelle acque gelide del Bussé, quello rivolto, l’altro pomeriggio, alle pattuglie della polizia locale intervenute a soccorrerlo, da un 41enne legnaghese che ha tentato il suicidio a Vangadizza. E che, dopo una «trattativa» durata un’ora e mezza, in cui l’agente Domenico Mora e l’assistente Luca Zamperlin si sono improvvisati psicologi ed assistenti sociali, è stato convinto a desistere dal compiere un gesto estremo frutto di una drammatica situazione economica culminata nella depressione e in un’inevitabile fragilità psicologica.

Ancora pochi minuti e per l’ex autotrasportatore – che la scorsa primavera aveva patteggiato in tribunale a Verona una pena di otto mesi per stalking nei confronti del direttore dell’istituto di credito di cui è cliente, colpevole di non volergli concedere ulteriori finanziamenti per la sua attività – non ci sarebbe stato più nulla da fare. Fortuna ha voluto che una ragazza abbia avvisato la centrale dei vigili urbani dopo aver letto sul profilo Facebook dell’ex imprenditore un terribile annuncio: quello di togliersi la vita dopo l’ennesimo attacco contro le banche, diventate la sua ossessione. Così una pattuglia del distretto «Basso Adige» non ha perso tempo e, verso le 14, si è precipitata in via Mazzanta, all’altezza del sovrappasso della 434, trovando il 41enne, molto agitato, tremante ed in lacrime, sulla sponda del canale, aggrappato alla rete che lo separa dalla pista ciclabile, in procinto di buttarsi in acqua dopo aver abbandonato nelle vicinanze la bicicletta con cui era arrivato poco prima da casa. «State lontani, non avvicinatevi, lasciatemi morire», ha iniziato a ripetere come un disco rotto l’uomo senza smettere di lanciare bordate contro l’istituto di credito che, a suo dire, l’avrebbe ridotto sul lastrico per non averlo aiutato in un momento di crisi lavorativa». E mentre gli agenti, usando tutta la delicatezza e la cautela richieste in casi del genere, si avvicinavano progressivamente per impedirgli di lanciarsi in acqua, l’ex autotrasportatore ha chiesto di poter parlare con il direttore di un’altra filiale – collega di quello che l’aveva denunciato – che in passato gli aveva acceso il mutuo per costruirsi la casa in campagna e l’aveva seguito nella sua professione.

Di lì a poco anche il dirigente è piombato a Vangadizza e gli ha parlato con il cuore in mano, come un padre ad un figlio in difficoltà, assicurandogli che l’istituto di credito di cui è cliente non lo priverà dell’abitazione e gli garantirà il sostegno necessario. Parole rassicuranti che hanno calmato l’ex imprenditore raggiunto nel frattempo da altri cinque agenti e dal medico del Centro di salute mentale che lo segue proprio a causa del tunnel in cui è finito dopo aver dovuto rinunciare al suo camion. E quindi ad un reddito che fino a qualche anno fa gli permetteva di vivere serenamente. Il 41enne è stato quindi trasferito nel reparto di Psichiatria dell’ospedale cittadino.(…)

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Legnago: 41enne tenta suicidio, «Le banche mi hanno rovinato». Ricoverato in Psichiatriaultima modifica: 2015-01-31T22:06:57+01:00da davi-luciano
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