Treviso: Raccoglievano cibo per i poveri e poi lo rivendevano ai ristoranti

se alle persone fosse riconosciuto il reddito di cittadinanza non ci sarebbe bisogno di istituzioni che ci lucrano sopra.

24 gennaio 2015

Presidente e vicepresidente di una Onlus di Ponzano che si occupa della raccolta di generi alimentari per le famiglie bisognose, sono stati denunciati dai carabinieri per truffa ai danni dello Stato e appropriazione indebita. Gli investigatori, dopo mesi di indagini, hanno scoperto che una parte delle derrate -in particolare quelle di marca- raccolte dai volontari e custodite in un magazzino a Ponzano, venivano vendute a ristoranti con fatture intestate a una società che sarebbe stata appositamente costituita dai fratelli.(…)

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Udine: CoopCa chiude a Faedis. I dipendenti, “Siamo stati abbandonati”

un dipendente che risulta socio coop che tutele ha? In questo caso i sindacati sdrammatizzano, mica sono loro a rimanere senza reddito

19 gennaio 2015

Altre nubi minacciose si accavallano sul futuro della CoopCa. È dell’altro giorno la notizia della possibile chiusura del supermercato di Faedis. Il tutto è contenuto in una mail fatta pervenire ai rappresentanti sindacali e non ai diretti interessati, vale dire i sette dipendenti.

 Nella mail si ricorda che «il contratto di affitto di azienda che regola i rapporti della CoopCa con la cooperativa di Faedis è scaduto, senza rinnovo, il 31 dicembre scorso. Al momento – si legge ancora – sussiste un contratto di comodato tra la Cooperativa di Faedis e la CoopCa, con durata fino al 31 gennaio, funzionale alla restituzione del ramo d’azienda. Tale contratto prevede la cessazione del rapporto di lavoro con i dipendenti, in quanto il ramo d’azienda assunto in affitto nel 1988 era privo di personale». L’ennesima tegola, si diceva. Tuttavia, i sindacati cercano di sdrammatizzare. «Non dobbiamo essere precipitosi – afferma Paolo Duriavig della Cisl – perché tutto è ancora legato alla possibilità della concessione di una proroga di 60 giorni al concordato. Ritengo che si farà di tutto per salvaguardare i posti di lavoro di queste persone e più in generale per il salvataggio della coop, ma adesso è ancora presto per fare una previsione». I sindacati non vogliono assolutamente sentire parlare di una loro reazione per così dire tiepida agli accadimenti in corso.

 Eppure tra soci e dipendenti sono in molti a sentirsi un po’ abbandonati anche dai rappresentanti sindacali. Il malumore, tra l’altro, era stato manifestato anche dal Comitato per la difesa dei soci. Giovedì, intanto, una delegazione sindacale dovrebbe avere un incontro con gli amministratori di Tolmezzo. Ma la vera partita si gioca su altri due fronti: la decisone del giudice e la possiblità che spunti una cordata decisa a rilevare CoopCa. Sta di fatto, però, che fioccano le chiusure: prima il Jumbo market di Buja, ora il supermercato di Faedis.

Fonte messaggeroveneto

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Udine: Latterie Friulane, Parmalat chiede mobilità per novantacinque addetti

24 gennaio 2015

Parmalat ha aperto la procedura di mobilità per 95 dipendenti di Latterie Friulane degli stabilimenti di Campoformido e Monfalcone e dell’ex impianto di Spilimbergo; la notizia arriva come una bomba per le maestranze, già fortemente preoccupate per il loro futuro occupazionale. I vertici del colosso francese lo hanno comunicato in questi giorni chiedendo contestualmente un incontro tra le parti che è stato fissato per martedì prossimo, 27 gennaio, nella sede udinese di Confindustria. Gli accordi iniziali prevedevano un esubero di 89 dipendenti e al termine, comunque, di un percorso di cassa integrazione straordinaria della durata di due anni. Il primo anno di cigs si sta per chiudere (scade il 15 marzo), mentre il secondo sembra ora fortemente a rischio. Oggi restano alle dipendente di Latterie Friulane-Parmalat 154 persone, di cui un terzo rappresentato da amministrativi. Con un taglio di 95 unità si arriverà a 59 addetti. A oggi non è stato ancora presentato un piano industriale.

 Fonte gazzettino

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Montesilvano: 48enne con problemi economici si suicida facendosi travolgere da un treno

ma chi ssà come mai la povertà e precarietà non sono mai causa della depressione nonostante queste persone uccise dallo stato si trovino tutte in stato di indigenza.
In Italia è in atto l’eugenetica in base al censo, per gli autocnoni s’intende. Tutte le altre persone con cittadinanza diversa devono essere tutelate e protette. Giusto, più che d’accordo, ma perché i cittadini italiani no?

17 gennaio 2015

 La vittima è un 48enne di Montesilvano. L’incidente è avvenuto poco prima delle 19 nei pressi della stazione ferroviaria. Secondo una prima ricostruzione della Polfer, l’uomo si sarebbe sdraiato sui binari prima dell’arrivo del treno. Una volta accortosi di quanto stava accadendo, il macchinista ha frenato, ma il treno, considerata la velocità, si è fermato a un chilometro di distanza. Secondo quanto riferito dal fratello del 48enne agli agenti, l’uomo soffriva di depressione per problemi di tipo economico e sentimentale. Contenuti i ritardi per i treni in transito lungo l’Adriatica: è stato infatti istituito il senso unico alternato, in attesa del nullaosta del magistrato.

 Fonte Ansa

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Castel di Sangro: Precario 52enne si suicida lanciandosi dal viadotto nei pressi dello stadio

ma chi ssà come mai la povertà e precarietà non sono mai causa della depressione nonostante queste persone uccise dallo stato si trovino tutte in stato di indigenza.
In Italia è in atto l’eugenetica in base al censo, per gli autocnoni s’intende. Tutte le altre persone con cittadinanza diversa devono essere tutelate e protette. Giusto, più che d’accordo, ma perché i cittadini italiani no?
 

20 gennaio 2015

Nella mattinata di ieri, verso le 8, alcuni passanti hanno ritrovato il cadavere di un uomo che si è tolto la vita gettandosi dal viadotto nei pressi dello stadio “Teofilo Patini”, a Castel di Sangro.

 Sul posto sono immediatamente intervenuti i Carabinieri della locale Compagnia, coordinati dal Capitano Pasquale De Corato, che stanno indagando sulla triste vicenda e per questo motivo la Procura della Repubblica di Sulmona ha disposto l’autopsia sul corpo finito nelle vicinanze delle acque del fiume Sangro. Ad ogni modo, sulla salma del 52enne non sono stati riscontrati segni che possano far pensare all’investimento da parte di un mezzo in corsa sulla Strada Statale numero 17, per questo l’ipotesi del suicidio sembra non lasciare molti dubbi.

 Infatti, la vittima non era sposata, da qualche era rimasto a vivere da solo, dopo che aveva perso l’anziana madre, e inoltre si guadagnava da vivere facendo saltuariamente l’operaio, perciò la depressione avrebbe potuto farla da padrona sulla sua psiche spingendolo a compiere questo estremo gesto. Tutta la cittadina di Castel Di Sangro è rimasta colpita dall’improvvisa morte dell’uomo, il cui corpo è stato trasferito all’obitorio dell’ospedale di Sulmona in attesa dell’esame autoptico disposto dal magistrato che verrà effettuato nei prossimi giorni.

 Fonte ilcorrieredabruzzo

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Palermo: Ial Sicilia, niente “cassa” in deroga, via al licenziamento di altri 566 addetti

per loro mica ci sono 35 euro al giorno + alloggio garantiti

24 gennaio 2015

Per 566 dipendenti dello Ial Sicilia, lo storico ente di formazione professionale di area Cisl, sono state avviate le procedure di licenziamento. La richiesta di cassa integrazione in deroga, che il consiglio direttivo dell’ente aveva inoltrato all’ufficio del Lavoro per il periodo gennaio-maggio 2015, è infatti stata archiviata. Per l’intera struttura formativa dell’ente è arrivato adesso il giorno cruciale e le speranze di salvezza del posto di lavoro sono ormai appese a un filo.

 Il licenziamento era già arrivato nei mesi scorsi per 224 addetti agli sportelli multifunzionali. Con quelli di oggi, gli operatori rimasti senza lavoro sono quindi poco meno di 800. La notizia è stata data stamane dal presidente dell’ente, Vincenzo Conticello, durante una conferenza stampa convocata nella sede palermitana dell’Istituto.

 L’archiviazione della domanda da parte dell’Ufficio del Lavoro è arrivata il 15 gennaio, in risposta all’istanza dello Ial inviata tre giorni prima. La motivazione: secondo un recente decreto, lo Ial non rientra tra le imprese, ma – secondo l’interpretazione degli uffici del lavoro – è semplicemente un’associazione senza scopo di lucro. In quanto tale, non ha diritto a ricorrere alla cassa integrazione in deroga. Ultima spiaggia, è adesso la pronuncia del Tar sul ricorso presentato dallo Ial contro la revoca dell’accreditamento dell’ente alla Regione. In questo caso la partita si riaprirebbe. “E infatti, almeno fino alla pronuncia del Tribunale amministrativo – ha detto il presidente Conticello – lo Ial continuerà ad esistere anche senza dipendenti”. Il presidente del consiglio direttivo è poi tornato sulle motivazioni delle due revoche dell’accreditamento presso la Regione: “Si è parlato di 20 milioni erogati dalla Regione a partire dal 2011 dei quali non si saprebbe più nulla. Voglio specificare che noi abbiamo sempre rendicontato tutte le spese e che ci sono documenti che lo attestano”. La prima revoca era arrivata in seguito alla mancata ricezione di una “pec” con la quale la Regione aveva chiesto chiarimenti allo Ial sulle spese sostenute.(…)

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Vicenza: Campagnolo delocalizza in Romania, licenziamento per 68 lavoratori

è bella la globalizzazione, perché, ci raccontavano i paladini dei deboli, i ns diritti e lavoro si sarebbe esteso nel mondo elevando la condizione degli altri operai.
 

24 gennaio 2015

La Campagnolo, uno dei marchi più prestigiosi al mondo nel campo dei componenti per biciclette da corsa e non, delocalizza in Romania e annuncia il licenziamento di 68 lavoratori a Vicenza. Ne danno notizia Fim Cisl – Fiom Cgil. «Nell’incontro che si è svolto mercoledì 21 la direzione aziendale – spiegano i segretari delle due organizzazioni sindacali Maurizio Montini e Maurizio Ferron – ha annunciato ai rappresentanti dei lavoratori e a Fim e Fiom l’intenzione di procedere con una pesante ristrutturazione che colpisce la casa madre di Vicenza, cioè lo stabilimento principale del gruppo. Una ristrutturazione che prevede la delocalizzazione negli stabilimenti della Romania di una parte delle attività produttive ed il conseguente esubero di 68 lavoratori vicentini, in larga parte operai». La delegazione sindacale ha contestato fin da subito il piano presentato, non soltanto «per l’evidente danno occupazionale e svilimento della sede storica della Campagnolo, ma anche perché non prevede gli investimenti, da tempo richiesti e discussi, per rendere lo stabilimento vicentino efficiente e competitivo all’altezza delle nuove sfide del mercato globale. Decidere, come è stato fatto, di non investire e di tagliare l’occupazione trasferendo all’estero le produzioni, significa scegliere una scorciatoia che non porta da nessuna parte». «Per altro stiamo parlando – proseguono Montini e Ferron – di un’azienda con bilanci in positivo e di un prestigiosissimo marchio del “made in Italy” che fa della sua qualità il suo segno distintivo nel mercato sia dello sport agonistico che amatoriale. Non vorremmo che diventasse nel più o meno breve tempo, sostanzialmente “made in Romania” ».

L’azienda ha ufficializzato oggi l’apertura della procedura di mobilità e i lavoratori hanno da subito avviato iniziative di lotta con scioperi articolati e presidio che proseguiranno nei prossimi giorni.

«Fim e Fiom – concludono i due segretari – invitano la direzione aziendale ad aprire fin da subito un confronto vero e costruttivo che abbia come priorità gli investimenti, la competitività e l’occupazione dello stabilimento di Vicenza».

 Fonte gazzettino

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Bari: Ansaldo chiude fabbrica in Puglia, licenziamento collettivo per 197 lavoratori

per un po’, loro , beneficeranno della Cassa integrazione, cosa che, il mondo dell’eguagliza tra lavoratori ha pensato bene di negare a chi era assunto in un’azienda sotto i 15 dipendenti. Ma ora siamo più eguali, nella povertà. Tanto non siamo mica un business redditizio come quello di Roma Mafia Capitale

Quando finiranno la cassa, e non sapranno come andare avanti dato che on esiste reddito di cittadinanza, e certo non vengono dati 35 euro al giorno oltre l’alloggio, ci si può solo  suicidare

23 gennaio 2015

Centonovantasette lavoratori dello stabilimento Ansaldo caldaie di Gioia del Colle (Bari) saranno collocati in mobilità. Lo annuncia l’azienda con una lettera inviata ai dipendenti. Il 10 aprile 2015 l’unità produttiva di Goia del Colle, che si occupa esclusivamente della fabbricazione di boiler, terminerà la propria attività produttiva. L’azienda avvia quindi formalmente la procedura per il licenziamento collettivo dei 197 dipendenti che dovrà avvenire entro il 10 aprile 2015, terminando per tale data le attività attualmente in corso. La decisione è stata presa da parte dell’azienda – si legge nella lettera inviata a dipendenti, organizzazioni sindacali, Rsu, alla città metropolitana di Bari, a Federmanager Puglia e Confindustria – a causa della riduzione degli ordini di acquisti, una «forte contrazione dovuta alla crisi mondiale e alla competizione con aziende a livello globale che producono in paesi ‘Low Cost’». E l’analisi effettuata anche con consulenti esterni ha evidenziato come il costo di produzione dello stabilimento di Goia del Colle «è la causa determinante della perdita di competitività del Boiler Ansaldo». Non è stato possibile – secondo l’azienda trovare soluzioni alternative alla cessazione dell’unità produttiva. Attualmente la società occupa complessivamente 357 dipendenti distribuiti negli stabilimenti di Gallarate (dove si svolge attività di progettazione, vendita, acquisto componenti e project management di caldaie di grande taglia per impianti di produzione di energia elettrcia) e Gioia del Colle (fabbricazione boiler). Nell’unità produttiva di Gioia del Colle sono occupati un dirigente con funzioni di responsabile dello stabilimento, 46 impiegati e 150 operai addetti alla produzione. Il mercato Ansaldo Caldaie è oggi quasi esclusivamente centrato su Paesi extra europei. Dal 2008 al 2013 il fatturato di Ansaldo Caldaie di è progressivamente ridotto da 250 milioni di euro a 88 milioni di euro nel 2013. Gli ordini acquisti si sono ridotti da 340 milioni di euro nel 2008 a 58 milioni di euro nel 2013 e «questa situazione ha costretto la società alla fruizione di contratti di solidarietà per la sede di Gallarate e cassa integrazione ordinaria per l’unità produttiva di Gioia del Colle». Di fronte a questa situazione nel 2014 la Società si è vista costretta a rivedere la propria politica di offerta «che è stata allineata ai prezzi di mercato generando una conseguente drastica riduzione dei margini tale da rendere insostenibile – si sottolinea – la situazione attuale ove non si considerassero drastici interventi».

 Fonte Ansa

L’Aquila: Suicidio, 53enne si getta dal viadotto della A24. Secondo caso in pochi giorni

per i giornali la cosa grave è che autostrada o transito ferroviario che sia venga interrotto “causa suicidio”. Della persona non importa nulla per i diritto umanisti i suicidati non solo non esistono, ma l’indigente indigeno se povero non ha più niente da dare è bene che si tolga di mezzo. Il business sta altrove come dimostra mafia capitale
 

22 gennaio 2015

Un gesto disperato, un salto nel vuoto per porre fine a tutte le sofferenze. Ennesima tragedia nelle ultime ore in Abruzzo dove in meno di 4 giorni due uomini, quasi coetanei, hanno scelto di togliersi la vita. Ha parcheggiato l’auto sulla corsia di emergenza e poi si e’ lasciato cadere nel vuoto da un viadotto della A24 che si trova tra i caselli dell’Aquila Est e dell’Aquila Ovest.

 A togliersi la vita, un uomo di 53 anni. L’episodio sarebbe avvenuto tra la tarda notte e le primi luci dell’alba. Ad accorgersi dell’accaduto e’ stata una pattuglia della sottosezione della polstrada dell’Aquila Ovest che, transitando in quel tratto, ha visto un’auto ferma senza nessuno all’interno. Sul posto e’ intervenuto anche il personale del 118 che non ha potuto fare altro che recuperare la salma trasferita all’obitorio dell’ospedale dell’Aquila. Ad occuparsi dei rilievi gli stessi agenti della Stradale Solo 4 giorni fa era stato un uomo di Montesilvano a togliersi la vita sdraiandosi sui binari e facendosi travolgere dal treno in corsa. La vittima di 48 anni è deceduta dopo essere finito sotto il treno Freccia bianca FB9815 che da Milano andava Lecce.

 Secondo la ricostruzione dei fatti della Polfer l’uomo si sarebbe steso sui binari, a poca distanza dalla stazione ferroviaria di Montesilvano, il macchinista alla guida del treno lo avrebbe visto ma pur avendo frenato non è riuscito a fermare il convoglio evitando di investirlo.

 Tutto è avvenuto pochi minuti prima delle 19 di sabato scorso, la circolazione ferroviaria è rimasta poi bloccata per una buona mezz’ora e ripristinata su un unico binario in direzione Ancona in senso unico alternato verso le 19:30. L’uomo che si è suicidato abitava nei pressi della stazione.

Fonte primadanoi

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Imperia: Disoccupato 48enne devasta la stazione, “Sono senza lavoro per colpa di questo Stato che fa schifo”

all’italiano non è concesso di essere disperato né bisognoso di sostegno.
Vengono espulsi dal comune, un modo sottile per dire sucidati
 

3 gennaio 2015

“Non ho fatto nulla. Respingo ogni accusa. Sono senza lavoro per colpa di questo Stato che fa schifo”. Con queste parole si è difeso in Tribunale a Imperia, nel corso della direttissima tenutasi ieri, venerdì 2 gennaio, il 48enne campano senza fissa dimora arrestato dai Carabinieri dell’aliquota Radimobile per aver devastato a colpi di pietre la stazione di Porto Maurizio dopo che essere stato invitato a scendere dal treno in quanto senza biglietto. Il giudice Luppi ha convalidato l’arresto, ma non ha disposto nessuna misura cautelare. L’uomo, difeso dall’avvocato Raffaella Agnese (in realtà aveva inizialmente rifiutato l’assegnazione di un legale perché intenzionato a difendersi da solo) è stato espulso dal comune di Imperia, con il divieto di farvi ritorno in attesa del processo che si terrà il prossimo 26 gennaio.

 Fonte imperiapost

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