Un saluto, Caro vecchio Presidente

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Caro Pre­si­dente, caro vec­chio Presidente!

voglio scri­verti, adesso, per rin­gra­ziarti e ricor­darti. Sei stato dav­vero il Pre­si­dente della Repub­blica di tutti gli Ita­liani, amato, umano, pas­sio­nale, fuori dagli schemi, sin­cero e grande.

Non sei mai stato poli­ti­cante, ma sem­pre poli­tico, e con­tro le aber­ra­zioni della poli­tica ti sei sem­pre battuto.

Sei stato di parte, dice qual­cuno? Ebbene sì: dalla nostra parte.

Io ho bene impressa la tua voce negli schietti tuoi mes­saggi di fine anno, che ho sem­pre seguito.

La stessa cara voce che il 25 aprile 1945, alla radio, annun­ciò l’insurrezione partigiana:

Cit­ta­dini, lavo­ra­tori! Scio­pero gene­rale con­tro l’occupazione tede­sca, con­tro la guerra fasci­sta, per la sal­vezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre offi­cine. Come a Genova e a Torino, ponete i tede­schi di fronte al dilemma: arren­dersi o perire.”

Da Pre­si­dente della Camera, e da anti­fa­sci­sta, non strin­ge­sti la mano al pre­fetto di Milano, dopo l’uccisione di Pinelli nel 1969, dato che era stato diret­tore del car­cere fasci­sta di Ventotene.

Io ti rin­gra­zio per essere stato un mili­tante e un com­bat­tente anti­fa­sci­sta, per aver rischiato la vita e cono­sciuto il car­cere duro.  Ti rin­gra­zio anche per aver avuto l’onestà di rico­no­scere gli errori di quelli della tua parte, e di averli con­dan­nati pub­bli­ca­mente. Coe­rente, di carat­tere, anche bru­sco, ma con una grande carica di umanità.

Io ti rin­gra­zio Pre­si­dente. Per­ché sei stato anche il mio Pre­si­dente. Come lo sei stato di tutti, e spe­cial­mente di noi giovani.

Gra­zie. Gra­zie Pre­si­dente San­dro Per­tini. SANDRO PERTINI.

San­dro Per­tini. Non altri. Di qual­cun altro, di cui non ricordo bene il nome, rimem­bro vaga­mente la mili­tanza fasci­sta nei GUF, l’imboscamento in una villa a Capri durante tutta la Resi­stenza, l’improvviso comu­ni­smo spinto fino allo sta­li­ni­smo, il suc­ces­sivo ame­ri­ca­ni­smo, la pole­mica con­tro Ber­lin­guer quando egli pose la que­stione morale.

Gli dedi­chiamo — a quell’altro di cui non ricordo il nome — una para­frasi di una poe­sia di Saffo.

Tu, morto, fini­rai lì.

Né mai di te si avrà memo­ria.

E di te nel tempo

mai ad alcuno nascerà amore.

E sco­no­sciuto anche nelle case dell’Ade

andrai qua e là, fra oscuri morti,

svo­laz­zando.

Gra­zie Ancora, Pre­si­dente. Pre­si­dente San­dro Per­tini. L’ultimo Pre­si­dente della Repub­blica Ita­liana, nata dalla Resi­stenza. Di quello che c’è ANCORA adesso, non mi ricordo già più il nome


pertinapo


SandroPertiniLetteraDalCarcere


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Un saluto, Caro vecchio Presidenteultima modifica: 2015-01-14T16:41:28+01:00da davi-luciano
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