Guerra al terrorismo o guerra per il terrorismo: I numeri reali

gennaio 14 2015

DI JOHN REES

informationclearinghouse.info

La ‘Settimana di sensibilizzazione antiterrorismo‘ del governo si è appena conclusa. Sono state annunciate una serie di nuove leggi, secondo quello che ci dicono, per proteggerci dagli attacchi terroristici e si è cercato di incoraggiare istituzioni e gente comune a segnalare alla polizia qualsiasi persona che sembra possa essere coinvolta nel terrorismo.
Questo è solo l’ultimo round di misure di questo genere, e sono solo una parte del tentativo che vuol costringere  la popolazione a guardare almondo con l’occhio con cui lo vede il governo.

Però c’è un problemino : La storiella del governo non combacia con i fatti. Ecco perché:

Fatto 1: Cosa provoca il terrorismo? E’ la politica estera, stupido!

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Figura 1: Morti causate dai Terroristi di tutto il mondo

Quello che mostra questo grafico (Fig. 1) è l’escalation del terrore nel mondo a seguito l’invasione dell’Afghanistan nel 2002 e dell’ Iraq nel 2003.Conferma le previsioni che fece la Dame Eliza Manningham Buller, ex capo di MI5, durante  l’inchiesta sull’Iraq, in cui i servizi di sicurezza avvertirono Tony Blair  che lanciare una guerra al terrorismo avrebbe fatto aumentare la minaccia del terrorismo. Come è effettivamente stato.

La minaccia del terrorismo non potrà essere eliminata fino a quando non verranno rimosse le sue cause fondamentali. Non ci può essere nessunarepressione legale capace di rimuovere i motivi storici del terrorismo sulla scala della crisi in Medio Oriente. Potrà farlo solo un cambiamento della politica.

Fatto 2: ( La maggior parte de ) Gli atti di terrorismo non avvengono in Occidente

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Figura 2: Mappa Mondiale dei rischi

Le persone che rischiano di più dal terrorismo non vivono in Occidente, ma spesso nelle zone in cui l’Occidente combatte le sue guerre e dove si combattono le guerre per procura. Il Nord America e quasi tutta l’Europa sono a basso rischio (Fig. 2). Solo la Francia, un paese con un lungopassato coloniale (e uno dei più attivi e con voce in capitolo sui conflitti in corso) è a medio rischio. Sono SEI i paesi a maggior rischio -Somalia, Pakistan, Iraq, Afghanistan, Sudan, Yemen – e sono i luoghi in cui si combattono le guerre occidentali, le guerre con i droni o le guerre per procura.

Fatto 3: La ‘Guerra al terrore’ ammazza molto più del terrorismo

La cura è più mortale della malattia stessa. Basta un momento di riflessione per farci capire il perché. Lo spiegamento della potenza di fuoco degli eserciti occidentali, la tecnologia più sofisticata e distruttiva del mondo, non può che finire immancabilemte per uccidere sempre più civili di quanti ne possano morire per mezzo di attacchi-di-suicidi-imbottiti-di-bombe – e perfino dei morti che hanno provocato i bombardamenti e i dirottamenti come l’11 settembre.

Come mostra la torta  (Fig 3), le morti civili in Afghanistan da sole sono molte più di quelle causate dall’attacco del 11 settembre. E se poi aggiungiamo anche le morti civili causate dalla guerra in Iraq e il terrorismo che si è generato durante l’occupazione, allora questa impresaassume il rango di una delle più controproducenti nella storia militare.

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Figura 3: Morti “incidentali” provocate dalla guerra al terrorismo verso l’invasione dell’Iraq

Fatto 4: La reale portata della minaccia terroristica

Gli attacchi terroristici spesso sono inefficaci, soprattutto se eseguiti da estremisti che agiscono come “lupi-solitari” piuttosto che quelli condotti da organizzazioni militari, come l’IRA. Oltre la metà degli attacchi terroristici non causano incidenti mortali. Anche se osserviamo il periodo in cuil’IRA fu coinvolta in azioni di bombardamento, dal quadro globale (Fig. 4) possiamo vedere che la maggior parte degli attacchi terroristici non  uccise nessuno. Attenzione, con questo non si vuole minimizzare il valore della perdita delle vite umane che comunque ci sono state. Ma è solo per valutare il tutto da una prospettiva unica.

Sono ormai quasi dieci anni da quel 7/7 quando buttarono le bombe sul bus a Londra. In questo decennio c’è stato un altro omicidio nel Regno Unito provocato dal terrorismo ‘islamico’, quello del batterista Lee Rigby. Questo porta il bilancio delle vittime in 10 anni a un totale di 57 persone. Ma bisogna confrontare le cifre almeno con il numero di persone uccise in omicidi “normali” nel Regno Unito durante lo scorso anno: si sono contati 500 omicidi. E questa cifra è una delle più basse da decenni.

Naturalmente, non ci può essere nessun paragone tra il livello della campagna dell’IRA e l’ “estremismo islamico” di oggi. L’IRA, dopo tutto, fece saltare in aria un anziano Tory all’interno della Camera del Parlamento, uccise un membro della famiglia reale nel suo yacht al largo della costairlandese, fece saltare in aria l’hotel in cui era riunito il Gabinetto per la conferenza del partito dei Tory e lanciò un attacco con un mortaio nel giardino posteriore di 10 Downing Street. E questo è per parlare solo di qualcuno degli attacchi più spettacolari.

Anche nel periodo dopo il 2000 ci sono stati più attacchi (contraramente a quanto sembra) organizzati dall’IRA e dalla studente islamofoboucraino Pavlo Lapshyn, che ha commesso un omicidio e ha condotto una serie di attacchi contro le  moschee del West Midlands, di quelli che sono stati gli attacchi fatti da estremisti “islamici”.

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Figura 4: Totale delle uccisioni dovute a attacchi dei terroristi

Ma non basatevi solo su quello che vi dico: Leggete quello che ha da dire  il  Foreign Policy, l’organo ufficiale della élite diplomatica USA, in un articolo del 2010 , intitolato ” E’  l’Occupazione, stupido !

“Ogni mese, in Afghanistan, Iraq, e altri paesi musulmani, ci sono più terroristi-suicidi che cercano di uccidere gli americani e i loro alleati che quanti siano stati tutti gli atti terroristici avvenuti negli anni prima del 2001, messi  tutti  insieme. Dal 1980 al 2003 ci sono stati 343 attacchi suicidi in tutto il mondo, e non più del 10% erano attacchi anti-americani. Dal 2004, ci sono stati più di 2.000 attacchi, dei quali oltre il 91%contro gli Stati Uniti e le forze alleate in Afghanistan, Iraq, e in altri paesi”.

E uno studio  della Rand Corporation conclude:

“Questo studio ha analizzato una serie di dati rilevati su 648 gruppi terroristi che sono esistiti tra il  1968 e il 2006, raccogliendo dati sul terrorismo da un data-base elaborato dal RAND e dal Memorial Institute for the Prevention of Terrorism. Il modo più comune in cui sono finiti i gruppi terroristi – il 43 % – è stato per mezzo di una transizione scaturita da un processo politico…  Le forze militari sono servite solo nel 7% dei casi esaminati”.

La lezione di tutto questo è chiara: LA GUERRA AL TERRORE PRODUCE TERRORE. E il governo esagera la portata della minaccia del terrorismo per riuscire a far accettare una politica impopolare. Per ottenere questi risultati demonizza intere comunità e fa in modo che una minoranza, al loro interno, trovi ancora più ragioni per commettere altri attacchi terroristici.

Questa è la definizione più chiara di cosa sia una politica contro-produttiva.

John Rees è uno scrittore, televisivo e attivista, ed è uno degli organizzatori del  People’s Assembly. Tra i suoi libri ‘The Algebra of Revolution’, ‘Imperialism and Resistance’,Timelines, A Political History of the Modern World’, ‘The People Demand, A Short History of the Arab Revolutions(con Joseph Daher) e A People’s History of London(con Lindsey German). E’ anche co-fondatore di  Stop the War Coalition.

Fonte: http://www.informationclearinghouse.info

Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque Primario.

Guerra al terrorismo o guerra per il terrorismo: I numeri realiultima modifica: 2015-01-14T15:54:40+01:00da davi-luciano
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