Liberté, ma solo pour parler

Dieudonné ha commesso il reato di fare satira contro l’unica religione intoccabile. Per questo ne risponde in tribunale. Dileggiare le altre religioni è libertà di espressione, per l’unica intoccabile c’è il reato di antisemitismo. Eguaglianza moderna

Marco Cedolin

La strage avvenuta a Parigi, dove una presunta cellula terroristica di Al Quaeda ha ucciso 12 persone all’interno della redazione del giornale satirico Charlie Hebdo, e tutta la grancassa mediatica che ha fatto da corollario al massacro, alla caccia all’uomo in stile hollywoodiano, alle sparatorie, agli ostaggi, all’indignazione popolare, sembrano ricalcare la trama di un b – movie raffazzonato e scarsamente credibile. Senza dubbio si potrebbero scrivere pagine e pagine analizzando le incongruenze che trapelano dalla ricostruzione ufficiale della vicenda, tentando di comprendere la reale natura dei mandanti dell’attentato, sforzandosi di cogliere il cui prodest che alligna alla base dell’intera vicenda…..

 Molti hanno tentato di farlo, alcuni arrivando a conclusioni interessanti, altri meno, ma personalmente preferisco risparmiarvi riflessioni in questo senso.

Il punto sul quale invece mi preme riflettere è l’ologramma di questa Europa, rappresentata in maniera immaginifica dai 2 milioni di persone che hanno sfilato a Parigi dichiarandosi Charlie Hedbo, che si erge a paladino della libertà di espressione, disposta anche ad immolarsi, purchè a ciascuno sia garantito il diritto di esprimere ciò che pensa.

Un’Europa o un occidente che si schierano a baluardo della libertà, a fare da contraltare al resto del mondo, imbestialito dalla barbarie, intransigente, ottuso, che necessita di venire civilizzato.

Nulla, ma proprio nulla, è più lontano dalla realtà di questo fotomontaggio patinato che racconta un’Europa culla della civiltà. L’Europa la libertà non sa neppure dove stia di casa, sempre che non si tratti di reclamarla per i propri amici. 

Senza neppure doversi muovere dalla Francia, basterebbe chiedere all’umorista Dieudonné, accusato di “apologia del terrorismo” per avere fatto una battuta su facebook, di quanta libertà il suo paese gli abbia fatto dono, sicuramente riscontrabile in tutte le inchieste penali di cui è stato fatto oggetto ogni qualvolta ha osato esprimere il proprio pensiero.

Oppure si potrebbe domandarlo ai gestori di siti web che nei prossimi mesi potranno venire chiusi arbitrariamente senza neppure la necessità del mandato di un giudice. O ancora alle persone che sistematicamente vengono bastonate a sangue dalla polizia ogni qualvolta tentano di far valere i propri diritti, in Francia, come in Val di Susa, in Germania o a Bruxelles. O per finire alle decine di professori e studiosi messi ai ferri dall’Europa della libertà per avere osato fare del revisionismo storico.

Purtroppo, come dovrebbe esserci fin troppo chiaro, non siamo tutti Charlie Hedbo neppure se volessimo esserlo, la libertà è un qualcosa di molto sfuggente e in Europa capita davvero molto raramente di vederla, soprattutto se non sei schierato dove è politicamente corretto che tu sia.

http://ilcorrosivo.blogspot.it/2015/01/liberte-ma-solo-pour-parler.html

Si palesano i veri obiettivi del “siamo tutti Charlie”

c’è paradossalmente chi ne approfitta per rilanciare l’aggressione alla Siria non certo contro i jahidisti che sono stati armati finanziati ed addestrati dall’Occidente contro Assad che li sta combattendo, ma suggerisce di intervenire contro Asssad quindi a fianco di questi estremisti i quali sono anime pie perché, secondo il racconto dei velinari di Washington il vero e solo e unico massacratore è Assad. La solita vecchia litania usata contro Ceausescu, Milosevic, Ghedaffi, Saddam senza considerare cosa sia successo ai loro pasi e popoli dopo la “liberazione” ed ancora si prende per buona sta storiella Va da sé che  l’Occidente, inclusa la Francia che è impegnata in numerosi teatri di guerra, non compie massacri.anzi li ferma.

di Luciano Lago

Si è finalmente conclusa in un diluvio di retorica e di proclami (che prosegue anche oggi) la grottesca marcia per le vie di Parigi che ha visto sfilare assieme tutti i rappresentanti del grande capitale e della NATO, con in testa il primo ministro israeliano Netanyahu il quale, come leader dell’entità sionista, anche simbolicamente, era il capo in testa di tutta la manifestazione assieme con Francois Hollande, il presidente francese che faceva gli onori di casa agli importanti ospiti: dal leader britannico David Cameron, alla tedesca Angela Merkel, allo spagnolo Marano Rajoy, all’ex presidente Nicolas Sarcozy, a Matteo Renzi, al Re di Giordania, ed a tutti gli altri responsabili politici dei paesi europei e non, incluso Poroshenko, il presidente golpista ucraino, nota marionetta degli USA. Tutti hanno sfilato in segno di solidarietà con la Francia e con le vittime del giornale satirico Charlie Hebdo e del supermercato di alimenti ebraici.

Alla sfilata non sono mancate neppure le rappresentanti del gruppo “Le Femen”, quello finanziato da George Soros, nonchè di altre ONLUS notoriamente impegnate nella diffusione del Pensiero Unico laicista, radicale e relativista, in solidarietà con i vignettisti rimasti vittime degli jihadisti islamici.

Tutti “assieme appassionatamente” abbracciandosi e stringedosi le mani, molte delle quali sporche di sangue, come nel caso dell’Ucraino Poroshenko il quale è notoriamente il diretto responsabile dei recenti massacri di civili avvenuti nel Donbass (est dell’Ucraina) con oltre 5.000 vittime, fra cui molte donne, bambini e vecchi, bombardati e fucilati dall’esercito e dai reparti neo nazisti ucraini agli ordini di Kiev ed armati dagli Stati Uniti (crimini oscurati dai media atlantisti). Non mancava nel gruppo delle importanti personalità il primo ministro turco, Ahmet Davutoglu, cioè proprio il rappresentante di un paese, la Turchia, che è accusato, con prove inoppugnabili, di aver appoggiato e sostenuto i terroristi jihadisti dell’ISIS e degli altri gruppi che combattono in Siria ed in Iraq, per le proprie finalità geopolitiche. Anche il turco si è dedicato a marciare per le strade di Parigi per condannare l’attentato di quei terroristi che il suo governo sostiene.

Vedi: Qamishli, i curdi accusano la Turchia: aiuta l’”ISIS

D’altra parte non hanno provato certo imbarazzo a stringere la mano al premier turco gli Hollande ed i Cameron i quali a loro volta, assieme ai padroni statunitensi, da circa tre anni inviano massicci aiuti in armi, equipaggiamenti ed addestramento militare ai miliziani jihadisti della Siria, quelli stessi che, rientrando in Francia hanno iniziato a colpire obiettivi francesi, come il giornale satirico Charlie, reo di aver diffamato il profeta.

Tuttavia gli Hollande ed i Cameron sanno bene quali siano le responsabilità della Turchia, visto che sono alleati nella NATO ed assieme alla Turchia (ed all’Arabia Saudita ed al Qatar) hanno cooperato nel sostegno alle milizie dei combattenti islamici. Inoltre i due leader, con l’appoggio di tutti i media del sistema occidentale, hanno giustificato il loro appoggio qualificando i miliziani jihadisti quali “ribelli democratici” mentre questi operano in Siria per rovesciare il governo di Bashar al-Assad, da loro detestato, al contrario definiscono i miliziani come “terroristi”, quando gli stessi rientrano in Europa, almeno quelli che non ci lasciano la pelle in Siria e rientrano ai loro paesi in Europa per proseguire la Jhad in Occidente.

Vedi: Il presidente Hollande riconosce che la Francia ha armato le milizie antisiriane…

Un incredibile doppio gioco che ormai non regge e viene denunciato dagli analisti indipendenti quelli che non sono stipendiati dalle centrali di propaganda dei media della NATO e di Israele, altro stato pienamente coinvolto nell’appoggio ai miliziani Jihadisti.

Tutto questo lascia molti dubbi circa la “spontaneità” dell’attacco jihadista a Parigi e, prescindendo dalle ambigue modalità di svolgimento e dall’inusuale comportamento di polizia e servizi di intelligence, rimane aperta la questione di considerare a chi torni utile tutta la drammatica vicenda.

Bisogna avere chiaro che gli attentati islamici e l’imponente sfilata di Domenica a Parigi, con la valanga di retorica conseguente (che ci sommergerà per settimane) indipendentemente dal fatto che siano “spontanei” o pilotati (false flags), hanno avuto delle finalità precise:

1) compattare nell’opinione pubblica un fronte “democratico” filo atlantista e filo Israele (destra e sinistra) in appoggio ai governi, complici delle guerre della NATO, per nuove prossime iniziative militari contro i paesi arabi ed africani che non vogliano adeguarsi alle direttive di Washington, 2) emarginare i partiti o gruppi estremisti che non siano conformi a tali politiche (questo spiega l’esclusione del Front National della Marine Le Pen). 3) Impedire ai governi europei, mediante l’intimidazione del terrorismo islamico, di riconoscere lo Stato Palestinese (quello che la Francia ed altri governi europei si apprestavano a fare), 4) evitare che i governi europei rivedano le sanzioni alla Russia (cosa che anche la Francia, in crisi economica, cercava di ottenere ).

Possiamo aspettarci nelle prossime settimane nuovi episodi simili in altre città europee (Roma e Milano incluse) e nuove iniziative belliche da parte del comando NATO. In particolare nella lista dei paesi sotto minaccia di intervento sono inclusi la Siria, l’Iraq, il Libano, lo Yemen, il Sudan e la Somalia. A tale scopo i comandi NATO si stanno predisponendo (secondo informazioni da fonti attendibili) ad interventi non soltanto dal cielo ma anche da terra e dal mare con obiettivo di rovesciare governi non conformi e mettere sotto controllo paesi che dispongono di importanti risorse naturali.

Il terrorismo salafita/wahabita, alimentato dagli alleati sauditi, turchi e qatariani, serve precisamente a questo, a fornire la giustificazione degli interventi come lo è stata la “Global War Against Terrorism” inaugurata da Bush, Dick Cheney e Tony Blair dopo l’11 Settembre del 2001, data che ha segnato lo spartiacque per l’inizio degli interventi militari diretti  (Afghanistan, Iraq, Somalia, Libia, ecc.) e della successiva strategia del caos di Obama che ancora oggi perdura.

Gli aerei da guerra ed i droni senza pilota stanno già rullando sulle piste con il loro carico di bombe e missili, attendono soltanto di sapere quali saranno i prossimi obiettivi.

Nel frattempo a Parigi si sventolano bandiere e cartelli, si proclama “siamo tutti Charlie” e si marcia fianco a fianco con i massacratori di popoli.

http://www.controinformazione.info/si-palesano-i-veri-obiettivi-del-siamo-tutti-charlie/#more-8640

L’ANNUNZIATA HA FATTO BOOM di Emmezeta

11 gennaio

Mentre il macellaio Netanyahu sarà oggi alla testa della manifestazione di Parigi la Annunziata fa la chiamata alle armi… contro l’Islam.

«Prendere atto della Terza Guerra Mondiale»: l’Annunziata c’è andata piano. Certo, i titoloni sparati sono uno dei due punti di forza dell’Huffington Post (HP). L’altro sono i finanziamenti dell’Eni.

 La sua tesi è tutta in quella «presa d’atto». Chi ne volesse ricercare le argomentazioni a supporto clicchi QUI: troverà il vuoto assoluto.

 Insomma, la «grande» giornalista ha fatto boom. Può capitare, ma il tema non è di quelli su cui si possa sparacchiare a casaccio per raggranellare qualche pugno di clic.

 Dire Terza Guerra Mondiale (d’ora in poi TGM) è cosa impegnativa. Dire che è già iniziata pure. Che il mondo sia sull’orlo del baratro siamo i primi a dirlo, ma non lo si può fare in maniera così generica. Passi per una discussione al bar, ma da una giornalista di lungo corso come Lucia Annunziata ci si aspetterebbe qualcosa di più.

 E sì che i temi reali non mancherebbero. Tra i fattori in grado di spingere realmente verso una grande guerra se ne potrebbero indicare almeno tre: 1) la crisi sistemica che il capitalismo non riesce a risolvere con altri mezzi; 2) l’aggressività della NATO nei confronti di una grande potenza nucleare come la Russia; 3) l’interventismo armato dell’Occidente in tanti paesi del Medio oriente e dell’Africa.

 Bene, nessuno di questi temi è evidentemente degno della preziosissima penna dell’Annunziata. Che infatti non gli dedica neppure una parola di sfuggita. Per lei il segno che laTGM è arrivata tra noi viene dai fatti francesi, capitolo europeo di un conflitto globale iniziato l’11 settembre.

 Dunque, tre persone, che per tre giorni hanno messo in scacco la Francia, per  un bilancio globale di 20 morti sarebbero il segno inequivocabile della TGM. Nella sola Siria, secondo fonti ONU, le vittime sono state oltre 76mila soltanto nel 2014… Dove sia andato a finire il senso delle proporzioni proprio non si sa…

 Vi dice niente la parola “eurocentrismo”?

 E sempre a proposito di proporzioni (e di “titoloni”) altri hanno parlato di un “11 settembre europeo“. Parole già sentite dopo gli attentati ai treni di Madrid (marzo 2004) ed alla metropolitana di Londra (luglio 2005). Nel primo caso vi furono 191 morti e 2.057 feriti, nel secondo 55 morti e circa 700 feriti.

 Dunque, se davvero volessimo seguire gli sragionamenti di certi giornalisti, saremmo ora arrivati (11×3) al “33 settembre europeo“. Un di più propagandistico che forse dovrebbe far riflettere.

 Ma non pretendiamo troppo, e poniamoci invece una domanda. Quante vittime ha avuto l’Occidente, sul proprio territorio, da quell’11 settembre che per l’Annunziata rappresenta la fatale dichiarazione di guerra della TGM? Il numero esatto non lo conosciamo, ma esso è comunque nell’ordine delle poche centinaia. Solo in Iraq, invece, l’occupazione americana ha prodotto centinaia di migliaia di vittime. E questo è l’ordine di grandezza dell’Afghanistan. Vogliamo poi parlare della Libia? O magari dei tanti paesi africani dove i militari occidentali (francesi in primo luogo) bombardano ed uccidono ogni giorno? E perché non parlare del sistematico killeraggio tecnologico operato con i droni, ad esempio in Pakistan, nello Yemen, in Somalia? E perché non ricordare, almeno per una volta, la strage di Gaza, dove ora, a causa dell’assedio che continua, i bambini muoiono addirittura di freddo?

 L’Annunziata elenca queste guerre, ma solo per dimostrare che la TGM è in atto e va semplicemente combattuta. Stranamente, però, tutti questi conflitti si combattono quasi esclusivamente sul suolo nemico. Quel nemico che è invece presentato come aggressore. Che ci sia qualcosa che non torna nel discorso della direttrice dell’HP?

 Se proprio vogliamo chiamare TGM quella in atto dal 2001, allora dobbiamo concludere che essa consiste di fatto nella somma delle varie aggressioni perpetrate dall’occidente in questo periodo. Ma sappiamo benissimo che non è certo questa l’intenzione della giornalista, il cui punto di vista è totalmente eurocentrico, o se si preferisce occidentalo-centrico.

 Se le parole hanno ancora un senso, per dire TGM bisognerebbe saper indicare quali forze (stati, alleanze militari, eccetera) la stanno combattendo e per quali obiettivi. Di tutto ciò non c’è traccia nell’articolo di Lucia Annunziata. Ma questo non deve stupire, perché il suo non è un articolo, è una dichiarazione di guerra in pieno stile fallaciano.

 Ora si dirà che, al di là di tutto ciò, qui sono in gioco dei valori irrinunciabili, in primo luogo la libertà d’espressione del pensiero. A dire il vero i primi ad aver rinunciato a questo diritto sono stati spesso proprio i giornalisti occidentali, troppe volte ben felici di essersi ridotti a scribacchiniembedded del pensiero unico imperiale. E quando qualche collega non embedded ha perso la vita sul campo, magari per documentare la barbarie delle guerre occidentali e sioniste (pensiamo, ad esempio, ai reporter uccisi a Gaza nell’estate 2014) le lacrime sono state solo di circostanza. Mica come per i disegnatori di Charlie Hebdo, e ben lo si capisce, dato che le loro penose vignette avevano solo un bersaglio: i musulmani.

 Libertà di espressione si dice. D’accordo nel difenderla sempre e comunque, ci mancherebbe. Ma siamo davvero sicuri che l’Occidente sia su questa strada? Provate allora ad immaginarvi come avrebbe reagito la laicissima Francia se Charlie Hebdo avesse cambiato obiettivo, deridendo gli ebrei anziché i musulmani. Antisemitismo! Antisemitismo! Antisemitismo! E perché mai, chiediamo ai difensori senza macchia e senza peccato della libertà di bestemmia elevata a massimo valore occidentale, questo doppiopesismo così scandaloso?

 In realtà il motivo è semplice, ed esso risiede in una visione apertamente razzista. Che è poi quella della signora Annunziata. La quale non lo potrà mai ammettere, ma la sua TGM altro non è che la Guerra di civiltà di Oriana Fallaci. Una guerra da combattere dunque non semplicemente contro uno stato (che infatti non viene indicato) od una politica, bensì da scatenare contro un’intera religione. D’altronde, l’idea di definire Terza Guerra Mondiale quella contro l’Isis od al Qaeda sarebbe semplicemente ridicola. Il nemico di Lucia Annunziata è dunque l’Islam in quanto tale.

 Naturalmente, nella realtà delle cose, l’imperialismo è assai più duttile di un pensiero così rozzo. Esso non può dichiarare guerra all’intero Islam. Piuttosto, cerca di curare i propri interessi incuneandosi nelle fratture interne allo stesso mondo islamico. E’ quel che fece l’occidente alimentando la guerra Iran-Iraq negli anni ’80 del secolo scorso. E’ quanto cerca di fare oggi inserendosi, con un sistema di alleanze a geometria variabile, nello scontro tra sciiti e sunniti che insanguina da anni il Medio Oriente. E siccome queste fratture attraversano dall’interno anche il campo sunnita (basti pensare allo scontro tra la Fratellanza Musulmana e l’Arabia Saudita wahhabita), le potenze imperialiste – USA in primis – non disdegnano affatto di partecipare a quel gioco.

 Nella realtà delle cose il fanatismo fallaciano serve “solo” alla propaganda. Laddove il “solo” è abbondantemente virgolettato, perché la propaganda è ovviamente una parte, a volte addirittura decisiva, della guerra stessa. La volgarizzazione fallaciana ha dunque una funzione ben precisa: quella di preparare i popoli alla guerra, quella vera, facendogli vedere un nemico terribile quanto sfuggente: l’islamico.

 Questo nemico non ha da essere uno tra i tanti, ha da essere invece l’unico nemico. Una semplificazione assai utile per i gruppi dirigenti occidentali, per la cricca oligarchica che muove il mondo della finanza, per non parlare dei veri pianificatori della guerra. Quelli che risiedono alla Casa Bianca ed al Pentagono, quelli che stanno ai vertici della NATO, non certo nellebanlieue delle città francesi.

 Lucia Annunziata non è l’ultima arrivata. E’ invece persona “informata dei fatti”. La sua sfrontatezza va dunque denunciata. La sua non è una “presa d’atto”, è piuttosto una dichiarazione di guerra che la mette nella scia di Oriana Fallaci, la primatista indiscussa dell’incitamento all’odio razziale e religioso.

 Questi campioni dell’Occidente dovrebbero qualche volta fermarsi davanti allo specchio, e magari capirebbero il perché della crisi del modello che vogliono imporre a tutti i popoli, non solo come il “migliore”, ma come l’unico accettabile. Non lo faranno mai: glielo impedisce certo il loro fanatismo, glielo impediscono i loro interessi materiali. E a volte viene da pensare che glielo impedisca anche lo specchio.

 PS – Apprendiamo che il signor Netanyahu, più noto come il macellaio di Gaza, sarà oggi alla testa della manifestazione di Parigi. Una vergogna, che tuttavia non deve sorprendere. Essa è il frutto della logica dei due pesi e delle due misure. Della pretesa “superiorità” dell’occidente, che Israele rappresenta degnamente a suon di bombe in Palestina. 

http://sollevazione.blogspot.it/2015/01/lannunziata-ha-fatto-boom-di-emmezeta.html

Je suis Charlie Netanyahu

manifesto
Je suis Charlie Netanyahu

Je suis Char­lie Netanyahu

Ho già scritto della buf­fo­ne­sca figura dei Grandi Potenti della Terra, tutti uniti insieme a sfi­lare a Parigi DA SOLI, con il vuoto die­tro di loro, nel nulla cau­sato dalla loro distanza dalla gente che dovreb­bero rap­pre­sen­tare, che invece mani­fe­stava — e pare fos­sero un milione o più — lon­tano da loro.

Fra i mani­fe­stanti, quelli veri, nel milione o più, gente di tutte le “razze” e di tutte le “reli­gioni”. Mol­tis­simi uomini e donne di reli­gione isla­mica. Credo feli­cis­simi se aves­sero saputo che, ai fini media­tici, il  cor­teo era gui­dato da colui il quale ha più gua­da­gnato poli­ti­ca­mente da que­sta parata, il capo del governo israe­liano Ben­ja­min Neta­nyahu, Char­lie Neta­nyahu per un giorno.

Nel vuoto die­tro i poli­ti­canti, gui­dati come vedremo un po’ a forza da Benj-Charlie, pro­ba­bil­mente sta­vano le migliaia di uomini, donne, bam­bini pale­sti­nesi tru­ci­dati dall’esercito di Benj e dei suoi pre­de­ces­sori in Pale­stina e a Gaza. Solo nell’ultima aggres­sione del 2014, “Mar­gine Pro­tet­tivo”, i dati del Mini­stero della Salute pale­sti­nese, ricor­dia­molo ai più corti di memo­ria, par­lano di 2016 morti, tra cui 541 bam­bini, 250 donne e 95 anziani. Altre 10196 per­sone sono rima­ste ferite. Incal­co­la­bili i danni mate­riali. Amne­sty Inter­na­tio­nal in una sua denun­cia fatta a dicem­bre 2014 porta le prove che Israele ha com­piuto attac­chi deli­be­rati e diretti, equi­va­lenti a cri­mini di guerra, con­tro impor­tanti edi­fici civili di Gaza nel corso dell’operazione “Mar­gine pro­tet­tivo”: un’aperta vio­la­zione del diritto inter­na­zio­nale uma­ni­ta­rio. Tutte le prove mostrano che que­sta distru­zione su vasta scala è stata por­tata a ter­mine in modo deli­be­rato e senza giu­sti­fi­ca­zioni mili­tari. Sia la realtà sul campo che le dichia­ra­zioni fatte all’epoca dai por­ta­voce dell’esercito israe­liano indi­cano che gli attac­chi sono stati puni­zioni col­let­tive con­tro la popo­la­zione di Gaza, con l’obiettivo di distrug­gere i già scarsi mezzi di sosten­ta­mento (citiamo let­te­rale Amnesty). 

Ebbene, quale migliore occa­sione che sfrut­tare l’ondata di indi­gna­zione popo­lare per i 12 morti di Char­lie Hebdo per rifarsi un po’ di ver­gi­nità? Infatti, dome­nica, il primo mini­stro israe­liano è stato visto sgo­mi­tare per arri­vare alla testa della insulsa parata dei lea­der mon­diali, in que­sto aiu­tato da un team di sicu­rezza di agenti di Israele. Benj-Charlie ce l’ha poi fatta, stando un passo avanti ai pur navi­gati pre­sen­zia­li­sti al suo fianco in prima fila. Hol­lande dispe­rato e un po’ pic­cato per vedersi sot­tratto il ruolo di pri­ma­donna (molto utile anche per lui, data la tra­vol­gente debà­cle della sua popo­la­rità) ha cer­cato in ogni modo di con­te­nerlo e di farlo stare in filetta con gli altri: invano.

Stai in fila con gli altri e non rubarmi la scena, Benj!

Stai in fila con gli altri e non rubarmi la scena, Benj!

E’ stato un vero trionfo per il nostro Benj-Charlie. Ha salu­tato la folla come una vera star, con­trav­ve­nendo per­sino al finto stato di com­po­stezza e con­tri­zione degli altri suoi col­le­ghi poli­ti­canti, con un com­por­ta­mento defi­nito “imba­raz­zante”, che ha fatto addi­rit­tura stor­cere il naso ad alcuni com­men­ta­tori israe­liani: insomma, se n’è fatto un po’ troppo accorgere.

Prima io! Trattenetelo!!!!

Prima io! Trattenetelo!!!!

Il suo sodale e mae­stro locale di ceri­mo­nie Hol­lande l’ha fatto addi­rit­tura trat­te­nere da alcuni guar­da­spalle, se no pro­ba­bil­mente avrebbe aperto lui la finta sfi­lata con in mano una ban­diera. E’ pur vero che Hol­lande gli aveva addi­rit­tura chie­sto di star­sene a casa e di non venire a rovi­nare con la sua pre­senza imba­raz­zante la festic­ciola buo­ni­sta dei potenti in parata, “oscu­rando” il loro trionfo media­tico con fasti­diosi rife­ri­menti visivi alla strage dei pale­sti­nesi recen­te­mente per­pe­trata, ed ormai asso­ciata alla sua fac­cia invero un po’ truce.

Neta­nyahu aveva ini­zial­mente abboz­zato, ma poi la pre­senza al Gran Ballo di due rivali poli­tici — Avig­dor Lie­ber­man, mini­stro degli esteri israe­liano, e Naf­tali Ben­nett, mini­stro dell’industria — gli hanno fatto cam­biare idea. Hol­lande, dispe­rato, ha invi­tato all’ultimo momento Mah­moud Abbas, lea­der dell’Autorità Pale­sti­nese, come con­trap­peso, direi anzi come utile idiota da far imbrac­cet­tare al Benj per ren­derlo un po’ più paci­fico e met­tersi così al riparo da cri­ti­che: noti­zia rife­rita dal quo­ti­diano israe­liano Haaretz.

Neta­nyahu ha poi con­tri­buito assai ad un clima di disten­sione e paci­fi­ca­zione: ha invi­tato i mem­bri della comu­nità ebraica di Fran­cia — la più grande d’Europa — a tra­sfe­rirsi in Israele “per motivi di sicu­rezza”, dopo l’attacco di venerdì scorso in un super­mer­cato a Parigi, in cui quat­tro ebrei furono uccisi.

L’appello asso­lu­ta­mente disten­sivo e di ragio­ne­vo­lezza, un invito ad una nuova dia­spora, di Benj-Charlie ha get­tato nella coster­na­zione l’intera comu­nità ebraica euro­pea. Ma non hanno però capito, costoro, la reale astu­zia del primo mini­stro: di fronte ad una tra­vol­gente pro­li­fe­ra­zione di pale­sti­nesi in pale­stina, che si osti­nano ad aumen­tare di numero nono­stante tutto quanto per­pe­trato con­tro di loro, ser­vono forze fre­sche per rin­for­zare la razza: una nuova grande ondata di immi­gra­zione, e sta­volta di euro­pei “doc” e bian­chi, non que­sti rac­co­gli­ticci  orien­tali o afri­cani (che poi sono quasi negri) poco affi­da­bili, con i quali recen­te­mente Israele sta raschiando il fondo del barile e andando incon­tro ad aspre delu­sioni, spe­cie da coloro che si sono con­ver­titi un quarto d’ora prima di emi­grare in Israele.

Uno dei più furbi com­men­ta­tori israe­liani ha però poi obiet­tato: “Tutto il ter­ri­to­rio di Israele è ber­sa­glio di migliaia di razzi e mis­sili pre­cisi e pesanti che potreb­bero essere spa­rato sulle nostre teste nella pros­sima guerra con Hez­bol­lah”. Certo, la scon­fitta del 2006 bru­cia ed induce pru­denza: meglio riva­lersi sui più mal­lea­bili pale­sti­nesi di Gaza. E la rogna, grat­ta­te­vela da soli, noi al mas­simo vi armiamo e vi copriamo le spalle internazionalmente.

Benj Neta­nyahu — Char­lie Neta­nyahu per un giorno — è tor­nato a casa senza rin­forzi, ma con un grande risul­tato poli­tico: l’assurda ope­ra­zione #jesui­schar­lie gli ha fatto gua­da­gnare punti e san­tità, dopo che la sua imma­gine era stata un poco rovi­nata da tutte quelle stragi di innocenti.

Hoc erat in votis.

Cui pro­dest?

Berlino deve ad Atene 11 miliardi del ‘prestito’ nazista – Germania non riconosce debito

http://www.ansamed.info/ansamed/it/notizie/rubriche/politica/2015/01/12/berlino-deve-ad-atene-11-miliardi-del-prestito-nazista_d128cc7c-5310-46a4-8109-2a1988d94bbc.html

12 GENNAIO, 09:46

(ANSAmed) – ATENE, 12 GEN –
La Germania deve alla Grecia l’impressionante cifra di 11 miliardi di euro derivata esclusivamente dal finanziamento forzato imposto ad Atene dagli occupanti nazisti durante la seconda guerra mondiale e che sino ad oggi non è stata restituita. Lo ha riferito nella sua edizione domenicale il quotidiano To Vima citando quanto rivelato da un rapporto ufficiale consegnato in questi giorni al ministero delle Finanze. Nonostante il rapporto, però, Berlino insiste a non riconoscere il debito. Secondo il giornale, il rapporto (redatto in segreto) è stato finalmente consegnato alla Ragioneria Generale dello Stato ed al vice ministro delle Finanze Christos Staikouras al termine di tre mesi di ricerche approfondite svolte da una speciale commissione presieduta dall’ex direttore generale del Tesoro, Panagiotis Karakousis. Da quanto sostiene il rapporto, il debito della Germania nei confronti della Grecia è di almeno 11 miliardi di euro. Come sottolinea To Vima, la commissione inquirente ha preso in considerazione le stime più prudenti per quanto riguarda il debito tedesco, mentre da parte sua Karakousis ha dichiarato che tale cifra non ha nulla a che fare con le riparazioni di guerra per i danni subiti dalla Grecia durante l’occupazione tedesca dal 1941 al 1944 che potrebbero raggiungere le decine di miliardi di euro. Staikouras, dal canto suo, trasmetterà ora il rapporto al ministro degli Esteri Evangelos Venizelos il quale lo invierà all’Avvocatura di Stato. In base alla Costituzione ellenica, una speciale Commissione legale dovrà riunirsi per esaminare la questione e consigliare al governo il modo migliore per gestirla.
(ANSAmed).

AFFAIRE ‘CHARLIE’ : NOUS SOMMES LA TROISIEME FORCE !

https://www.facebook.com/Pcn.luc.Michel

7344185-11304130

85.000 vues depuis jeudi sur l’Affaire “Charlie” (rien que sur ma page officielle).

Nous ne sommes pas seuls.

Nous sommes une force, occultée, diffamée. Mais qui compte !

Les médias de l’OTAN veulent nous enfermer dans une logique binaire du type “choc des civilisations”: Les salopards djihadistes face aux braves “démocrates”. Et tous ceux qui ne sont pas ‘Charlie’ seraient des complices du terrorisme. Que moi je dénonce depuis 25 ans,  y compris ses parrains américains et atlantistes.
Souvenez vous de REAGAN recevant les Talibans à la Maison Blanche en 1985 et affirmant “ces gentlemen (sic) sont l’équivalent de nos pères fondateurs” …

7344188-11304137

LA VERITABLE CONFRONTATION est celle de trois forces :
* les salopards djihadistes,
* les salopards de l’OTAN et du SYSTEME MADE IN USA (complices des premiers qu’ils instrumentalisent depuis l’Afghanistan en 1979) (y compris la totalité des partis parlementaires du régime français),
* la RESISTANCE (similaire à celle de 1941-45 en Europe ou de 1933-45 en Allemagne), l’OPPOSITION VERITABLE, notre camps.

Camarades d’Europe et d’Eurasie !
Notre cause est juste, nous sommes la véritable liberté ! Et nous combattons pour la Cause des Peuples libres et la libération de notre patrie continentale.

Camarades africains !
En Afrique, où vous êtes chaque jour plus nombreux à me soutenir (notamment via AFRIQUE MEDIA TV, la grande télévision panafricaine), nous sommes aussi la grande voix du Panafricanisme, la seule libération intégrale du continent. L’affaire ‘Charlie’ a aussi des implications directes. Un groupe de chefs d’état africains, à la grande colère des masses africaines, a choisi de participer à la grande comédie de Paris. Qui a servi au régime de Hollande a aussi auto-célébrer les expéditions militaires franco-atlantistes en Afrique. Là aussi au prétexte de la « guerre contre le terrorisme ». Un terrorisme que Washington et Paris, l’AFRICOM et les généraux français de l’OTAN  (car ce n’est plus que cela l’Armée française), ont laissé s’installer dans toute l’Afrique saharienne et subsaharienne, notamment au Mali, en Centre Afrique et au Cameroun. Après avoir détruit brutalement la Jamahiriya de Kadhafi, état pivot central garant de la stabilité géopolitique dans toute la région. Ici aussi notre cause est juste et notre combat est pour la Cause des Peuples libres …

Merci de votre soutien !
Mobilisons nous, la répression s’annonce au nom de “la liberté d’expression” (le monde de l’OTAN  est celui du 1984  de Georges Orwell, avec sa “novlangue”) et vers un “Patriot Act” européen (c’est aussi en cela que ‘Charlie’ est un “11 septembre européen”),  ne baissons pas les bras …

NE JAMAIS SUBIR. NE JAMAIS ABDIQUER OU SE RENDRE. NOUS N’OUBLIONS RIEN. NOUS NE PARDONNONS RIEN.
HASTA LA VICTORIA SEMPRE !

Luc MICHEL

CHARLIE’ DECRYPTE (1): RECUPERATION ET MANIPULATIONS

LUC MICHEL SUR ‘AFRIQUE MEDIA TV’

Le duplex de Bruxelles avec ‘Afrique Media TV’ de ce 11 janvier 2015

Filmé en direct par PCN-TV à Bruxelles

(images brutes, non montées) PCN-TV - AMTV LM charlie decrypte 2 (2015 01 11) FR (1)

Luc MICHEL répond aux questions suivantes :

POURQUOI JE NE SUIS PAS CHARLIE ?

On vous vois beaucoup sur les réseaux sociaux, avec un énorme taux de lectorat, dénoncer la récupération de l’attentat contre Charlie Hebdo ? Votre voix se veut celle de l’OPPOSITION véritable au Système occidental dans les métropoles ouest-européennes ?

Vous mettez aussi en cause les vraies responsabilités dans l’attentat ?

Vous dénoncez aussi la marche de ce dimanche à Paris comme une grande opération de propagande de l’OTAN ?

Votre critique de l’affaire ne s’arrête pas là. On retrouve aussi le panafricaniste. Vous dénoncez aussi le fait que 12 morts françaises pèsent plus que toutes les morts des pays agressés ou plongés dans le chaos par les USA et les occidentaux ?

Déjà des zones d’ombre et même de ténèbres entourent cette affaire. Mais à l’heure d’internet et des réseaux sociaux l’ombre ne reste pas longtemps opaque. Que pouvez vous nous en dire ? PCN-TV - AMTV LM charlie decrypte 1 (2015 01 11) FR (1)

Video intégrale sur : https://vimeo.com/116586418

 Luc MICHEL sur AFRIQUE MEDIA TV

dimanche 11 janvier 2015 dans le ‘Débat panafricain’

avec Bachir Mohamed Ladan.

PCN-SPO

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https://vimeo.com/pcntv

https://www.facebook.com/PCN.NCP.TV

CHARLIE’ DECRYPTE (2): PARIS ET DAMAS

LUC MICHEL SUR ‘AFRIQUE MEDIA TV’

Le duplex de Bruxelles avec ‘Afrique Media TV’ de ce 11 janvier 2015

Filmé en direct par PCN-TV à Bruxelles

(images brutes, non montées) PCN-TV - AMTV LM charlie decrypte 2 (2015 01 11) FR (1)

Luc MICHEL répond à la question suivante :

Vous dénoncez une hypocrisie occidentale de plus. Alors que Obama et le gouvernement turc soutiennent Paris sur l’attentat contre Charlie Hebdo, au même moment ils préparent un accord militaire pour relancer la guerre en Syrie ?

PCN-TV - AMTV LM charlie decrypte 2 (2015 01 11) FR (2)

 Video intégrale sur : https://vimeo.com/116597435

 Luc MICHEL sur AFRIQUE MEDIA TV

dimanche 11 janvier 2015 dans le ‘Débat panafricain’

avec Bachir Mohamed Ladan.

 PCN-SPO

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https://vimeo.com/pcntv

https://www.facebook.com/PCN.NCP.TV

PROFITANT DES ATTENTATS DE PARIS, KIEV ROMPT LA TREVE : LA GUERRE A REPRIS AU DONBASS !

NOVO - LM + FB trêve rompue par Kiev au Donbass (2015 01 13)  FR

LM pour Novorossiya Info/ 2015 01 13/

https://www.facebook.com/novorossiya.center

 Pendant que le criminel de guerre Porochenko défile sans vergogne à Paris avec ses maîtres et complices occidentaux, profitant sans vergogne du rideau de fumée des attentats français, l’Armée de la Junte de Kiev a rompu la trève.

 VOICI UN RESUME DES OPERATIONS MILITAIRES DE CES TROIS DERNIERS JOURS PAR NOTRE EXPERT FABRICE BEAUR (DEPUIS MOSCOU) :

 DNR/ Donetsk : depuis hier le président Zakarenko a donné l’ordre maintenant de répondre à tous les tirs. Ce qui n’était pas le cas jusqu’ici.

En gros, ils restent à leur stratégie (dictée par les accords de Minsk) de ligne défensive mais en mode « réponse automatique ».

Alors que les Forces de la Junte de Kiev sont en mode « offensives locales » ici et là. Et gagnent ici et là des petites parties de territoires.

 En LNR/ Lugansk : c’est l’artillerie lourde qui a été redéplacée sur l’avant afin d’être “totalement prête pour lancer la contre-offensive”(nous parlons ici du côté Donbass).

Partout, y compris au cœur des deux capitales indépendantistes, l’Armée de la Junte tue des civils innocents. « Charlie » çà sert aussi à faire la sale guerre au Donbass …

 OU EST CHARLIE ?

 Pas plus que lors du massacre d’Odessa en mai 2014 (entre 45 et 200 morts et une enquête étouffée par la Junte) (*), les occidentaux ne manifestent aucune empathie avec les civils ukrainiens tués par leur propre « gouvernement » et ses milices punitives néofascistes.

 LM

 (*) Réécouter mon analyse pour le « 9 mai antifasciste » sur LA VOIX DELA RUSSIE :

# LA VOIX DELA RUSSIE & PCN-TV/ POUR ‘LE 9 MAI’ LUC MICHEL PARLE DU MASSACRE NEONAZI D’ODESSA …

sur https://vimeo.com/94789215

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  # NOVOROSSIYA Coordination Center/

 Leadership : Luc MICHEL (président), Fabrice BEAUR (SG Eurasie), Gilbert NKAMTO (SG Afrique)

 Blog NOVOROSSIYA INFO : http://www.scoop.it/t/novorossiya

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