Il Tav non lo vuole nessuno, lo vuole solo chi specula, è quello che è uscito dall’assemblea dell’8 gennaio 2015 in basso bresciano
Oramai il costo dell’opera bresciana, tratta da Brescia a verona, è lievitato a 4 miliardi (55 milioni a chilometro) e cancellerebbe 2200ettari di campi dei viticoltori del Monte Netto, più di venti aziende. Si sono alleati al no dei colleghi del Lugana, per salvare campi a mais e grappoli d’uva. La sera dell’ 8 gennaio a Capriano del Colle, in una partecipata riunione pubblica il fatidico no. E intanto, nel pomeriggio sono andati a ruba il “Calendario No Tav 2015”, i foulard e le bandiere del movimento, venduti per autofinanziare l’organizzazione e realizzazione delle prossime iniziative. La volontà è chiara: “assurdo sacrificare altro territorio agricolo quando si potrebbe potenziare la linea storica.”
All’assemblea vi era anche il sindaco Claudio Lamberti, di Capriano del Colle, come riportato daCorriere della sera: “Non c’è solo l’esigenza di tutelare il suolo agricolo ma il progetto fa acqua anche nell’analisi costi-benefici: sulla Brescia-Verona transiterebbero 18 coppie di treni per passeggeri, visto che i merci su tav non viaggiano. Che senso ha quindi prevedere la stazione a Montichiari? Davvero siamo convinti che serva il treno per rilanciare un aeroporto che non è mai partito? E i bresciani per prendere l’alta velocità andrebbero a Montichiari consumando così i 9 minuti risparmiati dal viaggio per Verona? Abbiamo inviato queste osservazioni al ministero, motivando la nostra contrarietà. Credo che questo sia un progetto per pochi”.
Presenti anche le associazioni ambientaliste da Legambiente a Coldiretti, ecco nato un’altro fronte che non vuole lo sperpero del territorio ma la conservazione delle eccellenze già coltivate dai propri predecessori, infatti in un momento di crisi come questo ripartire con nuove aziende equivalrebbe a fallimento sicuro.
Sito Brescia No Tav qui.
V.R. 10.01.15