TAV E INQUINAMENTO ALLA MADDALENA, DOMANI INCONTRO TRA FREDIANI E ARPA: “MANCA LA TRASPARENZA SUI MONITORAGGI”

BY  – PUBLISHED: 01/08/2015- 

Domani il Consigliere regionale Francesca Frediani (M5S), insieme ad alcuni esperti ambientali, incontrerà i vertici ed i tecnici di Arpa Piemonte presso la sede dell’Agenzia a Torino. Sarà l’occasione utile per discutere dei monitoraggi effettuati dall’Arpa nel cantiere di Chiomonte (TO) del Tav Torino – Lione.

“Faremo presente la mancanza di trasparenza sui documenti relativi a tutti i piani di monitoraggio e prioritariamente i temi riguardanti amianto, atmosfera, Pm10 e Pm 2.5. I cui valori sono fondamentali per la salute di coloro che vivono in Valle – spiega la Frediani – inoltre manifesteremo i nostri dubbi circa il rispetto della normativa CIPE e sulla completezza dei dati relativi ai monitoraggi. Auspichiamo un incontro sereno e costruttivo basato esclusivamente su dati certi”.

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Straccetti di benzina, stracci politici e delazione

Riceviamo e diffondiamo.

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Non essendo particolarmente internettari, abbiamo letto diversi giorni dopo la loro pubblicazione l’articolo redazionale I burabacio uscito sul sito notav.info e il comunicato, pubblicato sullo stesso sito, del magistrato Imposimato a proposito dei recenti sabotaggi avvenuti contro l’Alta Velocità in Italia. Mentre stavamo ragionando di scrivere una critica ai contenuti del primo articolo e al fatto stesso di pubblicare una presa di posizione su cosa fanno o non fanno i no tav da parte di un magistrato (e nemmemo uno qualsiasi, bensì un PM responsabile di aver seppellito sotto anni di galere decine di rivoluzionari), abbiamo saputo che la prima versione de I burabacio (prontamente sostituita, senza dirlo, cercando in tal modo di cancellare le tracce) era ben peggiore. Ci sarebbe piaciuto che le nostre critiche circolassero anche in Valsusa in modo diretto (a voce e su carta), poco interessati come siamo ai “dibattiti” virtuali tra militanti e componenti politiche. Ma la faccenda è così grave da spingerci alla forma-tempo del comunicato in internet, con tutti i suoi limiti.
Nella prima versione de I burabacio, la redazione di notav.info indica i redattori del sito finimondo.org come coloro che “fino a qualche annetto fa usavano i loro petardoni postali che qualche rintocco facevano, ora usano qualche straccetto di benzina inneggiando alla rabbia generale…” (la seconda versione diventa “andavano in estasi per i petardoni postali … e ora per qualche straccetto di benzina …”).
Indicare pubblicamente degli individui quali autori di determinati reati è, a casa nostra, delazione, pratica indegna per chiunque si consideri rivoluzionario o anche solo genericamente “compagno”. Quando si criticano (o si dileggiano) delle pratiche di azione diretta, c’è la polemica, anche dura, anche aspra. Quando si afferma che Tizio o Caio hanno compiuto questo o quel sabotaggio, si fa qualcosa che è semplicemente inaccettabile. “Delazione” non è parola che usiamo alla leggera, ma con quel peso e con quella precisione che scavano fossati tra chi accetta e chi rifiuta un tale modo di fare.
E siccome in queste faccende la precisione è fondamentale, va detto che di quell’articolo sono responsabili i redattori di notav.info (cioè alcuni militanti del centro sociale Askatasuna e del comitato di lotta popolare di Bussoleno), certo non un generico e inesistente “Signor Movimento No Tav”. Ci sono decine e decine di compagni (e non) che nella lotta valsusina contro il TAV hanno messo idee, impegno e cuore, che non si sono mai dissociati da alcuna pratica di attacco al potere e che non hanno mai indicato nessuno – né direttamente né indirettamente – alla polizia.
Detto ciò, e con la consapevolezza che una simile questione non si affronta attraverso un semplice, ancorché doveroso, comunicato, vogliamo aggiungere qualcosa sulle saccenti e sprezzanti parole con cui i redattori di no tav.info parlano dei “fan di due cavi bruciati” o “qualche straccetto imbevuto di benzina”, loro che sanno, dall’alto della loro scienza, che “il sabotaggio è una pratica seria”.
I sabotaggi di dicembre (come vari altri che li hanno preceduti) hanno dimostrato che l’Alta Velocità è un gigante dai piedi di argilla, che può essere bloccato, danneggiato, sabotato anche con mezzi alla portata di chiunque. Proprio come molte delle azioni che sono avvenute in Valsusa. Questo difendere o condannare la benzina (cos’hanno usato i compagni che si sono rivendicati l’attacco al cantiere di Chiomonte? Le bottiglie hanno più “dignità politica” degli stracci, oppure è la “narrazione tossica” dei media che decide quale sabotaggio sia legittimo e quale no?) a seconda dell’opportunismo del momento (che si spinge fino a far da cassa di risonanza a “uno che di terrorismo se ne intende”… come Imposimato) nasconde ben altro timore: quello di non poter centralizzare, e quindi controllare, la lotta contro il TAV. Per quanto ci riguarda, invece, difendiamo i blocchi di massa come le azioni in pochi, le bottiglie contro i macchinari di un cantiere come gli stracci contro i cavi dei Frecciarossa, le manifestazioni tranquille come i sassi contro la sbirraglia, i sabotaggi in Valsusa come sull’Appennino (e cogliamo anche l’occasione per esprimere tutta la nostra solidarietà ai compagni anarchici perquisiti a Bologna).
Questo, e altro ancora, avremmo voluto dire.
Ma l’attacco contro i redattori di finimondo si è spinto ben oltre.
Saremmo antiquati, ma chiamiamo gatto un gatto. E delazione la delazione.
Che nessuno provi a liquidare tutto ciò come “polemica tra componenti politiche”. Ci sono princìpi che vanno difesi come le barricate.

Trento, 6 gennaio 2015
anarchiche e anarchici di Trento e Rovereto
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Sull’islam aveva ragione quella “pazza” di Oriana Fallaci

martedì, 26, agosto, 2014
 
Leggete queste righe come fossero un saggio scritto ieri, e avrete una valida analisi dei fatti di attualità degli ultimi giorni. Ma, com’è ovvio, le righe che seguono sono state scritte da Oriana Fallaci non in queste ore, ma all’indomani dell’11 settembre del 2001, dopo l’attacco alle Torri Gemelle. Parole scritte con rabbia e con l’intensità di cui lei era capace, ma anche con coraggio. Un coraggio che dette fastidio a chi preferiva non intendere le sue ragioni. Abbiamo deciso di ripubblicare un estratto dei suoi scritti sul rapporto tra l’Islam e l’Occidente, che si possono leggere in versione integrale nei libri editi da Rizzoli.

Un atto di giustizia rileggerli oggi che il quadro è ancora più chiaro e molti, che le davano della pazza, sono costretti ad ammettere che invece ci aveva visto giusto. (commento de il giornale)

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Sono anni che come una Cassandra mi sgolo a gridare «Troia brucia, Troia brucia». Anni che ripeto al vento la verità sul Mostro e sui complici del Mostro cioè sui collaborazionisti che in buona o cattiva fede gli spalancano le porte. Che come nell’Apocalisse dell’evangelista Giovanni si gettano ai suoi piedi e si lasciano imprimere il marchio della vergogna. Incominciai con La Rabbia e l’Orgoglio . Continuai con La Forza della Ragione . Proseguii con Oriana Fallaci intervista sé stessa e con L’Apocalisse . I libri, le idee, per cui in Francia mi processarono nel 2002 con l’accusa di razzismo-religioso e xenofobia. Per cui in Svizzera chiesero al nostro ministro della Giustizia la mia estradizione in manette. Per cui in Italia verrò processata con l’accusa di vilipendio all’Islam cioè reato di opinione. Libri, idee, per cui la Sinistra al Caviale e la Destra al Fois Gras ed anche il Centro al Prosciutto mi hanno denigrata vilipesa messa alla gogna insieme a coloro che la pensano come me. Cioè insieme al popolo savio e indifeso che nei loro salotti viene definito dai radical-chic «plebaglia-di-destra». E sui giornali che nel migliore dei casi mi opponevano farisaicamente la congiura del silenzio ora appaiono titoli composti coi miei concetti e le mie parole. Guerra-all’Occidente, Culto-della-Morte, Suicidio-dell’Europa, Sveglia-Italia-Sveglia.

Il nemico è in casa

Continua la fandonia dell’Islam «moderato», la commedia della tolleranza, la bugia dell’integrazione, la farsa del pluriculturalismo. E con questa, il tentativo di farci credere che il nemico è costituito da un’esigua minoranza e che quella esigua minoranza vive in Paesi lontani. Be’, il nemico non è affatto un’esigua minoranza. E ce l’abbiamo in casa. Ed è un nemico che a colpo d’occhio non sembra un nemico. Senza la barba, vestito all’occidentale, e secondo i suoi complici in buona o in malafede perfettamente-inserito-nel-nostro-sistema-sociale. Cioè col permesso di soggiorno. Con l’automobile. Con la famiglia. E pazienza se la famiglia è spesso composta da due o tre mogli, pazienza se la moglie o le mogli le fracassa di botte, pazienza se non di rado uccide la figlia in blue jeans, pazienza se ogni tanto suo figlio stupra la quindicenne bolognese che col fidanzato passeggia nel parco. È un nemico che trattiamo da amico. Che tuttavia ci odia e ci disprezza con intensità. Un nemico che in nome dell’umanitarismo e dell’asilo politico accogliamo a migliaia per volta anche se i Centri di accoglienza straripano, scoppiano, e non si sa più dove metterlo. Un nemico che in nome della «necessità» (ma quale necessità, la necessità di riempire le strade coi venditori ambulanti e gli spacciatori di droga?) invitiamo anche attraverso l’Olimpo Costituzionale. «Venite, cari, venite. Abbiamo tanto bisogno di voi». Un nemico che le moschee le trasforma in caserme, in campi di addestramento, in centri di reclutamento per i terroristi, e che obbedisce ciecamente all’imam. Un nemico che in virtù della libera circolazione voluta dal trattato di Schengen scorrazza a suo piacimento per l’Eurabia sicché per andare da Londra a Marsiglia, da Colonia a Milano o viceversa, non deve esibire alcun documento. Può essere un terrorista che si sposta per organizzare o materializzare un massacro, può avere addosso tutto l’esplosivo che vuole: nessuno lo ferma, nessuno lo tocca.

Il crocifisso sparirà

Un nemico che appena installato nelle nostre città o nelle nostre campagne si abbandona alle prepotenze ed esige l’alloggio gratuito o semi-gratuito nonché il voto e la cittadinanza. Tutte cose che ottiene senza difficoltà. Un nemico che ci impone le proprie regole e i propri costumi. Che bandisce il maiale dalle mense delle scuole, delle fabbriche, delle prigioni. Che aggredisce la maestra o la preside perché una scolara bene educata ha gentilmente offerto al compagno di classe musulmano la frittella di riso al marsala cioè «col liquore». E-attenta-a-non-ripeter-l’oltraggio. Un nemico che negli asili vuole abolire anzi abolisce il Presepe e Babbo Natale. Che il crocifisso lo toglie dalle aule scolastiche, lo getta giù dalle finestre degli ospedali, lo definisce «un cadaverino ignudo e messo lì per spaventare i bambini musulmani». Un nemico che in Inghilterra s’imbottisce le scarpe di esplosivo onde far saltare in aria il jumbo del volo Parigi-Miami. Un nemico che ad Amsterdam uccide Theo van Gogh colpevole di girare documentari sulla schiavitù delle musulmane e che dopo averlo ucciso gli apre il ventre, ci ficca dentro una lettera con la condanna a morte della sua migliore amica. Il nemico, infine, per il quale trovi sempre un magistrato clemente cioè pronto a scarcerarlo. E che i governi eurobei (ndr: non si tratta d’un errore tipografico, voglio proprio dire eurobei non europei) non espellono neanche se è clandestino.

Dialogo tra civiltà

Apriti cielo se chiedi qual è l’altra civiltà, cosa c’è di civile in una civiltà che non conosce neanche il significato della parola libertà. Che per libertà, hurryya, intende «emancipazione dalla schiavitù». Che la parola hurryya la coniò soltanto alla fine dell’Ottocento per poter firmare un trattato commerciale. Che nella democrazia vede Satana e la combatte con gli esplosivi, le teste tagliate. Che dei Diritti dell’Uomo da noi tanto strombazzati e verso i musulmani scrupolosamente applicati non vuole neanche sentirne parlare. Infatti rifiuta di sottoscrivere la Carta dei Diritti Umani compilata dall’Onu e la sostituisce con la Carta dei Diritti Umani compilata dalla Conferenza Araba. Apriti cielo anche se chiedi che cosa c’è di civile in una civiltà che tratta le donne come le tratta. L’Islam è il Corano, cari miei. Comunque e dovunque. E il Corano è incompatibile con la Libertà, è incompatibile con la Democrazia, è incompatibile con i Diritti Umani. È incompatibile col concetto di civiltà.

Una strage in Italia?

La strage toccherà davvero anche a noi, la prossima volta toccherà davvero a noi? Oh, sì. Non ne ho il minimo dubbio. Non l’ho mai avuto. E aggiungo: non ci hanno ancora attaccato in quanto avevano bisogno della landing-zone, della testa di ponte, del comodo avamposto che si chiama Italia. Comodo geograficamente perché è il più vicino al Medio Oriente e all’Africa cioè ai Paesi che forniscono il grosso della truppa. Comodo strategicamente perché a quella truppa offriamo buonismo e collaborazionismo, coglioneria e viltà. Ma presto si scateneranno. Molti italiani non ci credono ancora. Si comportano come i bambini per cui la parola Morte non ha alcun significato. O come gli scriteriati cui la morte sembra una disgrazia che riguarda gli altri e basta. Nel caso peggiore, una disgrazia che li colpirà per ultimi. Peggio: credono che per scansarla basti fare i furbi cioè leccarle i piedi.

Multiculturalismo, che panzana

L’Eurabia ha costruito la panzana del pacifismo multiculturalista, ha sostituito il termine «migliore» col termine «diverso-differente», s’è messa a blaterare che non esistono civiltà migliori. Non esistono principii e valori migliori, esistono soltanto diversità e differenze di comportamento. Questo ha criminalizzato anzi criminalizza chi esprime giudizi, chi indica meriti e demeriti, chi distingue il Bene dal Male e chiama il Male col proprio nome. Che l’Europa vive nella paura e che il terrorismo islamico ha un obbiettivo molto preciso: distruggere l’Occidente ossia cancellare i nostri principii, i nostri valori, le nostre tradizioni, la nostra civiltà. Ma il mio discorso è caduto nel vuoto. Perché? Perché nessuno o quasi nessuno l’ha raccolto. Perché anche per lui i vassalli della Destra stupida e della Sinistra bugiarda, gli intellettuali e i giornali e le tv insomma i tiranni del politically correct , hanno messo in atto la Congiura del Silenzio. Hanno fatto di quel tema un tabù.

Conquista demografica

Nell’Europa soggiogata il tema della fertilità islamica è un tabù che nessuno osa sfidare. Se ci provi, finisci dritto in tribunale per razzismo-xenofobia-blasfemia. Ma nessun processo liberticida potrà mai negare ciò di cui essi stessi si vantano. Ossia il fatto che nell’ultimo mezzo secolo i musulmani siano cresciuti del 235 per cento (i cristiani solo del 47 per cento). Che nel 1996 fossero un miliardo e 483 milioni. Nel 2001, un miliardo e 624 milioni. Nel 2002, un miliardo e 657 milioni. Nessun giudice liberticida potrà mai ignorare i dati, forniti dall’Onu, che ai musulmani attribuiscono un tasso di crescita oscillante tra il 4,60 e il 6,40 per cento all’anno (i cristiani, solo 1’1 e 40 per cento). Nessuna legge liberticida potrà mai smentire che proprio grazie a quella travolgente fertilità negli anni Settanta e Ottanta gli sciiti abbiano potuto impossessarsi di Beirut, spodestare la maggioranza cristiano-maronita. Tantomeno potrà negare che nell’Unione Europea i neonati musulmani siano ogni anno il dieci per cento, che a Bruxelles raggiungano il trenta per cento, a Marsiglia il sessanta per cento, e che in varie città italiane la percentuale stia salendo drammaticamente sicché nel 2015 gli attuali cinquecentomila nipotini di Allah da noi saranno almeno un milione.

Addio Europa, c’è l’Eurabia

L’Europa non c’è più. C’è l’Eurabia. Che cosa intende per Europa? Una cosiddetta Unione Europea che nella sua ridicola e truffaldina Costituzione accantona quindi nega le nostre radici cristiane, la nostra essenza? L’Unione Europea è solo il club finanziario che dico io. Un club voluto dagli eterni padroni di questo continente cioè dalla Francia e dalla Germania. È una bugia per tenere in piedi il fottutissimo euro e sostenere l’antiamericanismo, l’odio per l’Occidente. È una scusa per pagare stipendi sfacciati ed esenti da tasse agli europarlamentari che come i funzionari della Commissione Europea se la spassano a Bruxelles. È un trucco per ficcare il naso nelle nostre tasche e introdurre cibi geneticamente modificati nel nostro organismo. Sicché oltre a crescere ignorando il sapore della Verità le nuove generazioni crescono senza conoscere il sapore del buon nutrimento. E insieme al cancro dell’anima si beccano il cancro del corpo.

Integrazione impossibile

La storia delle frittelle al marsala offre uno squarcio significativo sulla presunta integrazione con cui si cerca di far credere che esiste un Islam ben distinto dall’Islam del terrorismo. Un Islam mite, progredito, moderato, quindi pronto a capire la nostra cultura e a rispettare la nostra libertà. Virgilio infatti ha una sorellina che va alle elementari e una nonna che fa le frittelle di riso come si usa in Toscana. Cioè con un cucchiaio di marsala dentro l’impasto. Tempo addietro la sorellina se le portò a scuola, le offrì ai compagni di classe, e tra i compagni di classe c’è un bambino musulmano. Al bambino musulmano piacquero in modo particolare, così quel giorno tornò a casa strillando tutto contento: «Mamma, me le fai anche te le frittelle di riso al marsala? Le ho mangiate stamani a scuola e…». Apriti cielo. L’indomani il padre di detto bambino si presentò alla preside col Corano in pugno. Le disse che aver offerto le frittelle col liquore a suo figlio era stato un oltraggio ad Allah, e dopo aver preteso le scuse la diffidò dal lasciar portare quell’immondo cibo a scuola. Cosa per cui Virgilio mi rammenta che negli asili non si erige più il Presepe, che nelle aule si toglie dal muro il crocifisso, che nelle mense studentesche s’è abolito il maiale. Poi si pone il fatale interrogativo: «Ma chi deve integrarsi, noi o loro?».

L’islam moderato non esiste

Il declino dell’intelligenza è il declino della Ragione. E tutto ciò che oggi accade in Europa, in Eurabia, ma soprattutto in Italia è declino della Ragione. Prima d’essere eticamente sbagliato è intellettualmente sbagliato. Contro Ragione. Illudersi che esista un Islam buono e un Islam cattivo ossia non capire che esiste un Islam e basta, che tutto l’Islam è uno stagno e che di questo passo finiamo con l’affogar dentro lo stagno, è contro Ragione. Non difendere il proprio territorio, la propria casa, i propri figli, la propria dignità, la propria essenza, è contro Ragione. Accettare passivamente le sciocche o ciniche menzogne che ci vengono somministrate come l’arsenico nella minestra è contro Ragione. Assuefarsi, rassegnarsi, arrendersi per viltà o per pigrizia è contro Ragione. Morire di sete e di solitudine in un deserto sul quale il Sole di Allah brilla al posto del Sol dell’Avvenir è contro Ragione.

Ecco cos’è il Corano

Perché non si può purgare l’impurgabile, censurare l’incensurabile, correggere l’incorreggibile. Ed anche dopo aver cercato il pelo nell’uovo, paragonato l’edizione della Rizzoli con quella dell’Ucoii, qualsiasi islamista con un po’ di cervello ti dirà che qualsiasi testo tu scelga la sostanza non cambia. Le Sure sulla jihad intesa come Guerra Santa rimangono. E così le punizioni corporali. Così la poligamia, la sottomissione anzi la schiavizzazione della donna. Così l’odio per l’Occidente, le maledizioni ai cristiani e agli ebrei cioè ai cani infedeli.

Strage Hebdo – La Francia e l’Europa scoprono il vero volto dell’Islam

giovedì, 8, gennaio, 2015orienteoccidente

di Gian Giacomo William Faillace

Parigi, mattina di un normale giorno lavorativo, la redazione del giornale Charlie Hebdo si riunisce, normale amministrazione. Nel frattempo, due islamici, terroristi, ritratto perfetto degli immigrati musulmani perfettamente integrati, dopo aver freddato due agenti di polizia all’esterno, irrompono negli uffici della redazione armati di mitra, al consueto urlo “allah akbar” (lo scrivo volutamente in minuscolo) sparano, uccidono versano il sangue degli infedeli. Bilancio: dodici morti, otto feriti, di cui cinque gravissimi.

Quale era la colpa del giornale satirico francese per meritare questa atroce barbarie che solo la teocrazia islamica poteva compiere? Semplice: aver pubblicato vignette satiriche su maometto (anche ora il minuscolo è fortemente voluto).

charlie hebdoEd è proprio urlando “vendicheremo il profeta” che i due sanguinari terroristi islamici, molto lrobabilmente di cittadinanza francese, ieri mattina hanno spezzato dodici innocentima Libere Vite.

Vite libere di Pensare, libere di Scrivere, libere di Vivere e di Combattere quella religione retrograda, teocratica, incapace di far progredire i suoi sudditi-fedeli, nemica di ogni libertà, nemica della democrazia e, soprattutto nemica della Superiore Cultura occidentale. Mi tacceranno di razzismo per tale affermazione? Francamente non mi importa di essere considerato tale dagli invertebrati pusillanimi complici di quegli spietati assassini e non mi interessa nemmeno se sarò considerato razzista da esseri che non son nemmeno degni d’essere paragonati a quegli animali che essi considerano impuri. Sorge il dubbio, lecitamente: ma che siano loro gli animli impuri? Avete voi mai visto un maiale od un cane uccidere con tanta freddezza un suo simile, come invece ha fatto quel terrorista islamico con quel poliziotto ormai a terra e già colpito da due proiettili?

Impuri sono anche i loro complici che cercano di cancellare le radici storiche, religiose, culturali dell’Italia e dell’Europa.

Quei complici venduti e traditori della Patria e del popolo che dovrebbero aver l’onore di rappresentare che si prdgiano di appellativi quali: presidente, “presidentessa”, governatore, ministro o deputato.

Napolitano, Renzi, Boldrini, Kyenge, Chaouki, Alfano, Vendola, Pisapia.

Ecco alcuni dei nomi dei traditori dell’Italia, dei nostri valori, mandanti, fiancheggiatori dei terroristi islamici, tra cui quelli francesi.

Gente venduta a quella sotto cultura teocratica al solo scopo di mantenere quel potere che ogni giorno che passa vedono sempre più vacillare.

Gente venduta a quella sotto cultura teocratica incompatibile col nostro senso civico, con la nostra tolleranza, col nostro modo di vivere e di concepire la famiglia, la libertà sia essa di espressione, di stampa e di critica.

charlie hebdo2Non esiste e mai esisterà un islam moderato, ed il premier turco Erdogan si è chiaramente espresso in materia. Erdogan: il maggior finanziatore, dopo il Qatar, del movimento terrorista della fratellanza musulmana e dell’isis.

Non è reale, e mai lo diventerà, la fiaba propinata dai pusillanimi ed evirati mentali politicamente corretti, dell’integrazione.

Loro non vogliono integrarsi, loro vogliono, in nome di una divinità e del suo profeta, un brigante che assaltava carovane di mercanti, un sanguinario che non esitò, dopo aver conquistato Medina, a sgozzare circa 8/900 uomini e a vendere come schiavi donne e bambini, un galantuomo che all’età di 45 anni non esitò ad avsre rapportsessualiai con una ragazzina di 9 anni, schiavizzare, sottomettere, distruggere la nostra Grands Civiltà.

Sgozzare, ridurre in schiavitù, matrimoni con bambine: era il VII secolo d.c. cosa è cambiato in circa 1400 anni nel mondo islamico? Nulla! Si sgozzano gli infedeli, le donne ed i bambini curdi e cristiani iracheni catturati dai fanatici dell’isis sono stati venduti ala modica cifra di circa 12 USD cadauno come schiavi, anche del sesso e, sempre in Iraq, alcuni mesi fa ilmparlamento ha legalizzato, a larghissima maggioranaza, i matrimoni con bambine minorenni, dai sei anni in su.

Eccola la religione di pace e fratellanza!

Oggi, come citava l’amica e blogger Charlotte Matteini “Con l’attentato al Charlie Hebdo è stata assassinata la libertà”.

Strage Hebdo, ecco l’assassino: era stato perdonato dalla giustizia francese

giovedì, 8, gennaio, 2015
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Cherif Kouachi, uno dei due fratelli che hanno copiuto l’attentato a Charlie Hebdo il 7 gennaio a Parigi, era già apparso in un reportage del 2005 della tv francese, che aveva raccontato il suo arresto e la sua condanna a 3 anni di carcere. Allora fu definito un “adorabile ragazzo”, sviato da un reclutatore, Farid, che gli aveva riempito la testa.

Cherif spiegò di essersi addestrato e di avere imparato a usare il kalashnikov. Ma l’assistente sociale che lo seguì durante la carcerazione preventiva sostenne che era un bravo ragazzo, aveva capito gli errori e si era pentito. Fu così liberato e non scontò nulla della pena che gli era stata comminata. Apparve anche in una tv locale come rapper. Franco Bechis

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La vivisettrice senatrice grillina

Con tutte le espulsioni (spesso a ragione) effettuate dal M5S come mai si tiene questa? Ma formalmente non era contro la vivisezione il 5S o era solo una tattica per carpire i voti animalisti?
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Enrico Rizzi

LA SENATRICE GRILLINA ELENA FATTORI SCRIVE SULLA PAGINA UFFICIALE DI ENRICO RIZZI, COMUNICANDO DI AVER FATTO DENUNCIA CONTRO LO STESSO.

Ieri ho risposto ad un utente sulla mia pagina ufficiale che sosteneva l’impegno animalista del M5S. Ho sottolineato la non veridicità di quanto sostenuto ed ho preso come esempio la Senatrice Elena Fattori del M5S, biologa, da sempre favorevole alla sperimentazione animale. La stessa di recente, proprio in aula parlamentare, ha fatto approvare un documento pro vivisezione e quindi schierato palesemente contro gli animali.

La senatrice è intervenuta personalmente nella mia pagina, dicendo che ha sporto denuncia contro me/contro il PAE.

Ben venga la denuncia, adesso sarà la Magistratura a far emergere la verità.

AMATO CONFESSA: Ecco come vi abbiamo portati nell’euro. Siamo alla follia.

Ma come, per vent’anni e tutt’ora co dobbiamo subire la propaganda su quanto le nostre vite sarebbero state devastate senza l’euro e la Ue, su come presto avremmo dovuto affrontare una nuova guerra se non avessimo distrutto le nazioni come potere politico e consegnato ogni sovranità a qualcosa di superiore, ad una entità composta da uomini retti e giusti. Cioè uomini delle banche. Lo sapevano benissimo allora a chi sarebbero stati consegnati i destini di milioni di persone. Per i popoli, solo menzogne stile manifesto di ventotene, domumento propedeutico all’ascesa del vero potere, vedi troika.

Pubblicato 7 gennaio 2015 – 4.40 – Da Claudio Messora

Guarda le dichiarazioni allucinanti di Amato: clicca qui.

Allucinante confessione di Giuliano Amato, deposta come se si trattasse di una marachella qualunque e non della vita di milioni di persone: sapevano, li avevano avvisati, avevano previsto tutto ma andarono avanti lo stesso! Portarono questo paese nell’euro pur consapevoli che difficilmente avrebbe funzionato. Ma non è una lezione di storia, non è il racconto della decadenza del Sacro Romano Impero. E’ qualcosa che sta succedendo adesso, qui. Andrebbe raccontato con ben altro sentimento di contrizione, non con questa nonchalance. Hanno giocato. Hanno perso, ma il debito di morte dobbiamo pagarlo noi. Siamo alla follia! Ecco le sue allucinanti parole.

“Noi abbiamo fatto una moneta senza stato. Noi abbiamo avuto la faustiana pretesa di riuscire a gestire una moneta senza metterla sotto l’ombrello di un potere caratterizzato da quei mezzi e da quei modi che sono propri dello Stato e che avevano sempre fatto ritenere che fossero le ragioni della forza, e poi della credibilità che ciascuna moneta ha.

Eravamo pazzi? Qualche esperimento nella storia c’era stato di monete senza Stato, di monete comuni, di unioni monetarie, ma per la verità non erano stati molto fortunati. Perché noi, quando ci siamo dotati di una moneta unica, abbiamo pensato che potevamo riuscirci in termini di Unione, e non facendo lo Stato europeo? Avevamo già costruito un mercato economico comune fortemente integrato. Più o meno avevamo un assetto istituzionale che non era quello di uno Stato ma certo era qualcosa di molto più robusto di quello che usualmente c’è a questo mondo: la comunità europea, l’Unione Europea, col suo Parlamento, la sua Commissione, i suoi Consigli. Abbiamo anche previsto di avere una banca centrale.

Però, sapete com’è, abbiamo deciso che trasferire a livello europeo quei poteri di sovranità economica che sono legati alla moneta era troppo più di quanto ciascuno degli stati membri fosse disposto a fare. E allora ci siamo convinti, e abbiamo cercato di convincere il mondo, che sarebbe bastato coordinare le nostre politiche nazionali per avere quella zona, quella convergenza economica, quegli equilibri economici-fiscali interni all’Unione Europea che servono a dare forza reale alla moneta.

Non tutti ci hanno creduto. Molti economisti, specie americani, ci hanno detto allora:

Guardate che non ci riuscirete! Non vi funzionerà! Se vi succede qualche problema che magari investe uno solo dei vostri paesi, non avrete gli strumenti centrali che per esempio noi negli Stati Uniti abbiamo, che può intervenire il governo centrale, riequilibrare con la finanza nazionale le difficoltà delle finanze locali. La vostra banca centrale, se non è la banca centrale di uno Stato, non può assolvere alla stessa funzione cui assolve la banca centrale di uno Stato, che quando lo Stato lo decide diventa il pagatore senza limiti di ultima istanza.

In realtà noi non abbiamo voluto credere a questi argomenti. Abbiamo avuto fiducia nella nostra capacità di autocoordinarci e abbiamo addirittura stabilito dei vincoli nei nostri trattati che impedissero di aiutare chi era in difficoltà. E abbiamo previsto che l’Unione Europea non assuma la responsabilità degli impegni degli Stati; che la Banca Centrale non possa comprare direttamente i titoli pubblici dei singoli Stati; che non ci possano essere facilitazioni creditizie o finanziarie per i singoli Stati. Insomma: moneta unica dell’Eurozona, ma ciascuno deve essere in grado di provvedere a se stesso.

Era davvero difficile che funzionasse, e ne abbiamo visto tutti i problemi.”

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http://www.byoblu.com/post/2015/01/07/amato-confessa-ecco-come-vi-abbiamo-portati-nelleuro.aspx

GEOSTRATEGIE. BOMBARDER BOKO HARAM OU DA’ECH : LA SOLUTION ? / LUC MICHEL SUR ‘AFRIQUE MEDIA TV’

Le duplex de Bruxelles avec ‘Afrique Media TV’ de ce 4 janvier 2015

Filmé en direct par PCN-TV à Bruxelles

(images brutes, non montées)

PCN-TV - AMTV LM bombarder les djihadistes (2015 01 04) FR

Luc MICHEL répond aux questions suivantes :

Bombarder Boko Haram ou Da’ech, la solution pour vaincre les djihadistes ?

Peut-on gagner une guerre avec des bombardements ?

Qu’en dit l’histoire militaire des 75 dernières années ?

Que faut-il donc faire pour vaincre le terrorisme djihadiste ?

 Video intégrale sur : https://vimeo.com/116208378

 Luc MICHEL sur AFRIQUE MEDIA TV

dimanche 4 janvier 2015 dans le ‘Débat panafricain’

avec Bachir Mohamed Ladan.

 PCN-SPO

______________________

https://vimeo.com/pcntv

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APRES DAMAS, ALEP OU HOMS : ATTENTAT CONTRE ‘CHARLIE HEBDO’ A PARIS …

Luc MICHEL/ En Bref / Avec PCN-SPO/ 2015 01 07/ LM.NET - attentat ctre Charlie Hebdo (2015 01 07) FR

Vous êtes nombreux à me demander mon analyse sur l’attentat contre la Rédaction de CHARLIE HEBDO à Paris.

Au-delà de l’émotion et du respect du aux victimes (le décès du grand Cabu, découvert à l’aube de mon parcours politique, me touche beaucoup), il est trop tôt pour analyser correctement en profondeur. Trop de pans d’ombre, trop d’inconnues occultent cette affaire. Et les théories du complot, immédiatement développées par leurs propagateurs habituels ne font que rendre l’affaire encore plus opaque.

 Mais une chose est certaine : l’attentat de Paris, comme les précédents, est un dommage collatéral (pour parler comme les porte-paroles du Pentagone). Celui de la sale guerre que les occidentaux, Washington, Bruxelles et Paris, mènent depuis des Années en Libye en 2011, puis en Syrie depuis 2011.

 J’était à Damas il y a quelques semaines, pour la Conférence internationale « Terrorisme et extrémisme religieux). J’y ai longuement exposé les responsabilités de la Belgique, mais aussi de la France et des autres pays de l’OTAN, dans le développement du cancer terroriste au Moyen-Orient. Mais aussi dans la menace terroriste en Europe occidentale (1).

 Paris reçoit aujourd’hui comme un boomerang les fruits vénéneux de sa politique irresponsable au Proche-Orient.

 Le dossier des djihadistes français, comme celui de tous ceux venus de l’UE, illustre tragiquement la politique incohérente de l’OTAN envers les islamistes radicaux … Dénoncés à Bruxelles ou Paris. Combattus en Afghanistan. Mais financés et armés comme alliés et infanterie coloniale de l’OTAN en Libye, en Syrie, au Mali, ou encore dans le Caucase contre la Russie.

 Tout cela se paye déjà en Afghanistan et au Mali avec le sang de jeunes européens, livrés au Moloch yankee pour mener une guerre néocoloniale, qui est avant tout « une guerre contre la Grande-Europe » (dixit le géopoliticien autrichien Von Lohausen) !

 Le déclencheur de l’activisme terroriste des djihadistes au Sahel et au Maghreb comme en Afrique sub-saharienne ou en Europe est en effet la réponse à un signal fort, et extrêmement irresponsable, donné depuis plus de trois ans par les USA et l’OTAN : la collaboration des services spéciaux de l’OTAN, et singulièrement de la CIA, des français et des britanniques, avec des leaders d’Al-Qaida et d’AQMI, sa branche nord-africaine, en Libye, en Syrie et en Algérie.

 Dans cette affaire, Paris, avec Sarkozy en Libye, avec Sarkozy et Hollande en Syrie, porte une responsabilité très lourde. Qui rend honteuse et odieuse l’exploitation indécente par le régime Hollande de l’attentat contre ‘CHARLIE HEBDO’. On ne le répétera jamais trop, la vision, exemple tristement emblématique, d’un ancien de Guantanamo, dirigeant de al-Qaida en Libye, Abdelhakim Belhadj, adoubé par les généraux français de l’OTAN, comme « gouverneur militaire de Tripoli » en Août 2011 est un mauvais signal donné à tous les djihadistes. Le même Abdelhakim Belhadj fut ensuite chargé de mission contre Damas en novembre 2011, à la tête de réseaux djihadistes en Syrie (qui ont formé la base de la pseudo ASL), basés en Turquie, et dont les camps d’entraînement et les filières d’armement (2) étaient précisément organisés en Libye avec la bénédiction du CNT et de ses protecteurs de l’OTAN.

 A cela s’ajoute dans le cas français, les manipulations des Services secrets. Déjà patentes dans le cas dans l’affaire Merad, agent des services français. Après l’attentat contre CHARLIE HEBDO, les exécutants ont quasi immédiatement été identifiés. Ce qui veut dire qu’ils étaient suivi étroitement par les services français …

 Luc MICHEL

 (1) Lire : EODE PRESS OFFICE / CONFERENCE DE DAMAS / LUC MICHEL: L’EXEMPLE BELGE. COMMENT LES INSTITUTIONS BELGES ET LES MEDIAS MENTENT SUR LES DJIHADISTES !

http://www.lucmichel.net/2014/12/01/eode-press-office-conference-de-damas-luc-michel-lexemple-belge-comment-les-institutions-belges-et-les-medias-mentent-sur-les-djihadistes/

 (2) Lire : ELAC & ALAC Committees / LA FILIERE LIBYENNE DU TRAFFIC D’ARMES VERS LA SYRIE

http://www.elac-committees.org/2013/07/31/elac-alac-committees-la-filiere-libyenne-du-traffic-d%e2%80%99armes-vers-la-syrie/

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Era da tempo che Charlie Hebdo non faceva più ridere, oggi fa piangere

Mercoledì 07 Gennaio 2015 23:30

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È mezzanotte meno un quarto nel secolo. Siamo ad un punto di ribaltamento storico nell’islamofobia e nello scatenarsi del razzismo in Francia e più largamente in Europa. La lettura semplificata all’estremo dai media di questa giornata del 7 gennaio 2015 andrà a riassumersi e imprimersi in numerose menti come “l’attacco assassino contro un giornale “di sinistra” da parte di Musulmani”. Questo destabilizzerà e rovescerà dei posizionanti politici. La Paura, la collera, lo sbigottimento, l’incomprensione, il panico morale lasceranno in alcuni ampiamente spazio all’Odio.

Al di là dei parametri di opportunità militare che hanno potuto giustificare la scelta di questo giornale dal commando, l’attacco corrisponde a una logica e a una visione politica dei Tak-taks: precipitare lo scontro e la radicalizzazione di frazioni importanti della popolazione. Charlie Hebdo gode ancora di un capitale simbolico importante a sinistra: è ancora considerato da numerose persone come antirazzista e incarnante la libertà d’espressione. Non sono Minute o le Figaro che sono stati presi di mira. I tak-tak sanno che se la diga antirazzista di sinistra salta, allora è tutta l’Europa che si riversa nello scatenarsi d’una violenza razzista simbolica e fisica di cui i musulmani sono le prime vittime. In questo scenario, i guerrieri tak-tak che s’immaginano in difensori dell’Islam sperano che le popolazioni musulmane, allora violentemente oppresse, verranno a trovare protezione dietro di loro. Un po’ come i sionisti sempre pronti a strumentalizzare le ondate di antisemitismo per giustificare l’esistenza dello stato d’Israele come rifugio delle popolazioni ebraiche oppresse, i tak-tak hanno bisogno che l’Islam sia oppresso per conquistare i cuori dei credenti.

Evitiamo d’essere ipocriti, Charlie Hebdo non è un amico politico. Da anni, è finito nel campo del pensiero dominante e partecipa allo sviluppo di un’islamofobia di sinistra. Ma nessuno può nè deve rallegrarsi dell’esecuzione dei suoi giornalisti. Niente può giustificare quest’atto nel contesto attuale della Francia. Quest’attacco però non deve neanche far tacere le critiche su Charlie Hebdo e sulla stampa in generale circa la sua linea redazionale umoristica islamofoba.

Oggi portare la guerra nella sala stampa di Charlie Hebdo è come mettere una bomba alla stazione di Bologna. È un atto di terrore per disorientare. Su quest’atto, complottismo e islamofobia prospereranno. L’attacco contro Charlie Hebdo permette di prendere in ostaggio milioni di persone di confessione musulmana in Francia e in Europa.

I soli vincitori in quest’attacco sono i reazionari di ogni sponda, islamofobi in testa. Davanti a loro i tak-tak, che vogliono che una comunità musulmana eterogenea si chiuda su sé stessa, si fregano le mani. Quest’attacco, è un lucchetto messo lì per bloccarci tra il martello dei takfir e l’incudine del neo-liberalismo.

Le molteplici sensibilità presenti nei quartieri affronteranno l’ingiunzione tra lo scegliere l’arruolamento alla Causa nazionale o la marginalizzazione e criminalizzazione.

Temiamo che le condizioni che hanno permesso l’arrivo di una tale catastrofe fossero riunite. Il Partito Socialista ha liquidato per anni ogni opposizione di sinistra, soprattutto quelle che cercavano di costruirsi nei quartieri popolari. Questo ha contribuito a lasciare terreno libero a ciò che di peggio si può fare in materia di nichilismo. Perché al di là della linea reazionaria, ciò che caratterizza questo genere d’azioni è l’impasse economia e sociale nella quale si ritrova l’Europa ad ogni crisi economica. Il nichilismo di una parte dei nostri prospera nella miseria che seminano i governi capitalisti in Europa.

Ciò che è successo questo 7 gennaio è la possibilità offerta dai tak-tak a coloro che ci opprimono di recidere ogni legame di solidarietà e di distruggere una comunità di destino tra credenti e non credenti. È la possibilità di condannare in anticipo chiunque in funzione del suo credo o del suo aspetto.

Le analisi faziose che servono da propaganda ai peggiori reazionari, gli appelli all’ordine repubblicano, all’unità nazionale, alla laicità, alla libertà d’espressione, alla democrazia parlamentare come bastione davanti alla barbarie del nemico interno ci cascano addosso come un’onda frangente. In questo contesto il ritornello sul “buonismo” di cui “la sinistra colpevole” ha dato prova nei confronti dell’immigrazione e i musulmani rischia di far entrare molte persone ragionevoli nel campo dell’odio verso l’altro.

La popolazione che vive in Francia si trova incastrata, in questo contesto di crisi economia, tra l’incudine neo-liberale che non dà altra soluzione che quella individuale e il martello reazionario che pone le origini culturali o biologiche delle classi popolari in competizione tra loro. Presi tra l’incudine e il martello dobbiamo fermare il fabbro. In questo periodo scuro dobbiamo ispirarci con ciò che succede altrove nel mondo come in Kurdistan, bloccato tra l’imperialismo occidentale e i reazionari di Daesh. Qui come lì, abbiamo la possibilità di creare le condizioni della nostra liberazione.

 Traduzione da http://quartierslibres.wordpress.com/ a cura della redazione d’infoaut

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Fantastico. A poche ore dalla strage hanno già ritrovato la carta di identità di uno degli attentatori (come nell’11 settembre) e identificato tutti e tre gli uomini. 

Quindi abbiamo dei geni del crimine, che vestendo come uomini dei corpi speciali e armati riescono però a passare inosservati e ad entrare nella sede del giornale evitando la polizia che era fuori, uccidono diverse persone e poi scappano su un auto. Una sorta di rambo che però, guarda caso, dimenticano proprio la carta di identità. Eh va bè nessuno è perfetto. A chi non è capitato di perdere la carta di identità? Ricordo che pure l’Uomo Ragno una volta si dimenticò di caricare lo spararagnatele, quindi non ci trovo nulla di strano. 
E poi dicono che la polizia non indaga mai e non scopre mai un cazzo. Guarda qui. Caso risolto in poche ore.Finalmente il cittadino può sentirsi al sicuro con simili protezioni.
Inoltre è assolutamente normale che la carta di identità venga divulgata in tutte le salse da tutti i media. E’ normale no? Appena l’efficiente superpoliziotto trova la carta di identità la prima cosa che fa qual è? Darla a un giornalista, mica a un magistrato. Perchè anche la corretta informazione è importante. E che cazzo!
Per favore, non si dica più che la polizia è inefficiente, e che i giornali e le tv disinformano!!! Basta con questo complottismo da strapazzo.