Gli aerei della denominata “coalizione internazionale”, capeggiata dagli Stati Uniti, invece di eliminare gli integranti del gruppo takfiri dell’ISIS (Daesh, in arabo), hanno bombardato questo Lunedì l’oleodotto petrolifero nella provincia Deir al-Zur, nell’Est della Siria.
La chiamata coalizione anti ISIS ha lanciato 14 attacchi contro varie posizioni dello Stato Islamico, sei di questi hanno colpito le raffinerie di petrolio, presumibilmente controllate dai terroristi, hanno informato forze statunitensi attraverso un comunicato.
La cosa strana è che le forze della coalizione si dedicano molto più a distruggere le infrastrutture dello Stato siriano che non a colpire i terroristi.
Gli attacchi degli Stati Uniti ed i loro alleati in Siria sono stati criticati da un gran numero di paesi che li condannano per non aver avuto l’autorizzazione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (CSNU) e neppure di essere stati coordinati dal Governo di Damasco.
Inoltre gli analisti dubitano del fatto che Washington cerchi veramente di combattere il terrorismo con questi attacchi, già che secondo diverse informative, gli stessi Stati Uniti sarebbero coinvolti nella creazione dell’ l’ISIS.
Nel frattempo le Forze Curde recuperano l’80% della città siriana di Kobani
I combattenti curdi hanno recuperato la sede del governo della città siriana di Kobani, alla frontiera con la Turchia, e già hanno sotto il loro controllo l’80% della località dopo i duri scontri con i terroristi dell’ISIS, secondo l’informativa.
Le unità della Protezione del Popolo (le forze curde), dopo aver combattuto per circa 4 mesi con i membri dell’ISIS hanno ottenuto il controllo totale del distretto della sicurezza, che comprenda la sede del governo locale, ha indicato questo Lunedì l’autodenominato Osservatorio Siriano dei Diritti Umani (OSDH)-
In accordo con gli oppositori del OSDH, con sede a Londra, l’avanzata si è prodotta dopo che i curdi avevano iniziato una grande offensiva antiterroristica dalla notte della Domenica.
Lo scorso mese di Novembre, l’OSDH, ha informato che al meno 1013 persone hanno perso la vita nella lotta antiterrorista di Kobani, chiamata Ain al-Arab in arabo, dall’inizio dell’offensiva dell’ISIS contro questa città.
Nello scorso mese di Settembre, i terroristi dello Stato Islamico avevano assediato Kobani e da allora hanno continuato i loro attacchi con l’obiettivo di prendere la città strategica ma le forze curde siriane hanno resistito, nonostante l’indifferenza della Turchia, che ha impedito il passaggio dei volontari curdi che cercavano di aiutare nella lotta antiterrorista.
Da allora, secondo le informative, più di 200.000 persone sono state obbligate a cercare rifugio nella vicina Turchia.
Dalla Turchia sono fino ad oggi transitati una buona parte delle migliaia di mercenari jihadisti inviati a combattere in Siria per rovesciare il regime di Bashar al-Assad, con armamenti ed appoggi forniti dalle potenze occidentali (USA, Francia e GB) e dalle Monarchie del Golfo.
Fino ad oggi la forte resistenza opposta dall’Esercito Arabo Siriano ha frustrato i tentativi dei terroristi, se pur al presso di molte vittime civili e di alcuni milioni di profughi. Vedi: Youtube.com/watch
Fonte: El Espia Digital
Traduzione: Luciano Lago