Turismo al cantiere Tav: le polveri sono in omaggio!

Turismo al cantiere Tav: le polveri sono in omaggio!

Turismo al cantiere Tav: le polveri sono in omaggio!

Continua la “campagna simpatia” di LTF, bisognosa di ridare smalto alla sua immagine aziendale. La Stampa di oggi dà ampio risalto alla nuova iniziativa: un tour turistico nel cantiere di Chiomonte. Per aumentare la trasparenza, dicono. Avremmo preferito che quel condivisibile obiettivo si sostanziasse nella pubblicazione completa dei dati ambientali, dei costi e degli appalti, ma tant’è.

Nell’attesa, offriamo volenterosi un contributo per la buona riuscita della pittoresca proposta. E’ importante che i visitatori siano bene informati di ciò che andranno a respirare, altrimenti – trovandosi nel bel mezzo di una valle alpina – potrebbero essere tentati di inalare aria a pieni polmoni. La Maddalena è pur sempre uno stabilimento operoso, che sposta enormi quantità di terre e rocce da scavo, utilizza materiali pericolosi, produce inevitabilmente polveri e inquinanti.

La prima pagina della cronaca di Torino de La Stampa

Il piano di monitoraggio ambientale prevede di controllare in modo puntuale la qualità dell’aria mediante un contaparticelle, uno strumento sofisticato che ogni ora registra la concentrazione delle polveri sottili. Siamo in grado, avendone studiato i risultati, di consigliare i momenti della giornata in cui è meglio non respirare l’aria della zona. Prendiamo il grafico delle medie orarie del PM10 rilevate nell’ultimo mese, dal 21 novembre al 21 dicembre 2014. La linea rossa indica il limite di legge per la concentrazione annuale del PM10 (il metodo normato per determinare questa media è quello gravimetrico).

Pm10

Il nostro consiglio per le visite turistiche in cantiere è semplice: se possibile evitare le gite al pomeriggio, quando le concentrazioni di polveri sono più elevate. Nel periodo considerato la media oraria dei valori del PM10 alle 14 è stata 53µg/m3, con un picco di 228µg/mil 15 dicembre. Alle 15 la media è stata addirittura di 69µg/m3, con un picco di 357µg/mlo stesso giorno (cosa avranno mai combinato quel lunedì?). Alle 16 invece la media è di 45µg/m3, con un picco di 118µg/m3 il 21 novembre. Allora è meglio entrare di mattina?

Purtroppo non è una garanzia sufficiente, e anche la notte può riservare sorprese. Per esempio il 26 novembre il contaparticelle ha rilevato 122µg/malle 7 e 141µg/malle 8. Due giorni dopo all’1 di notte c’erano 137µg/msaliti poi a 170µg/m3 un’ora dopo. Insomma, non si può mai stare tranquilli!

Questi sono valori tipici di una inquinata metropoli, non di una ventilata valle alpina. Se proprio il turista desidera una passeggiata rigenerante, può trovare luoghi sicuramente più salubri e decisamente più ameni. La Val Susa è piena di tesori, di arte, di storia e di ambienti incantevoli. E i giornalisti le renderebbero un miglior servizio se ne raccontassero le bellezze anziché riportare i bollettini dell’ufficio stampa di LTF.

Come dimostrato, i dati sono tutti reali, purtroppo. Forse è meglio prenderla con ironia, non potendo reputare serio chi prova a rendere un cantiere un’attrazione folkloristica. Certo, è comprensibile che LTF cerchi di rimediare alla penalizzazione che da oltre tre anni infligge agli automobilisti, turisti in primis, con il suo svincolo privato che impegna pericolosamente una corsia autostradale (su due, e in galleria!). LTF – anziché farsi venire idee geniali – dovrebbe cominciare a rendere pubblici integralmente i dati ambientali, interni ed esterni alla zona occupata. E dovrebbe divulgare senza reticenze i costi e gli appalti, perché tutto quel che fa, non dimentichiamo, è pagato con soldi pubblici. Anche le gite turistiche.

P.S. Il nostro pensiero compassionevole va a tutti coloro che – per servizio e senza protezione alcuna – quell’aria la respirano tutti i giorni a tutte le ore. Sappiamo che sono “usi a obbedir tacendo” ma speriamo, per il loro bene, che almeno leggano.

Nascosto ma poi scoperto incidente nucleare in Ucraina

La bufala dell’incendio doloso compiuto dai No Tav

http://theblackisland.wordpress.com/2014/12/24/la-bufala-dellincendio-doloso-compiuto-dai-no-tav/

blackisland

Pubblicato: dicembre 24, 2014

“Se non state attenti, i media vi faranno odiare le persone

che vengono oppresse e amare quelle che opprimono.”

Malcolm X

Uno degli sviluppi della vicenda NoTav che in questi giorni ci ha riempito di gioia è stata la notizia dei domiciliari sentenziati ai quattro ragazzi Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò,accusati di aver compiuto atti “terroristici” (poi caduta tale accusa) nei confronti di un cantiere Tav. Inutile negare che, pur non credendo io in alcun modo nella legge borghese, una situazione del genere non può che migliorare le condizioni di questi militanti e quindi dare piu’ punti a noi nella lotta contro il mostro chiamato Stato; anche se questi compagni si fossero rivelati realmente colpevoli, io, e credo tutti quanti i rivoluzionari, li avrebbero sostenuti a priori, anzi incitando e infuocando ancora di piu’ le varie organizzazioni a compiere atti del genere poichè necessari al fine di impedire materialmente la devastazione ambientale che la Torino-Lione sta portando seco. Inutile quindi dover giustificare qualsiasi atto rivoluzionario finalizzato al bene comune.

Ciò che però mi ha lasciato alquanto perplesso è stata la notizia “sensazionale” con cui tutti quanti noi ci siamo svegliati ieri mattina. Tutti i telegiornali parlavano di presunti anarco-insurrezionalisti appartenenti all’area piu’ radicale dei No-Tav che avrebbero appiccato quattro incendi dolosi ad altrettanti pozzetti sulla linea dell’Alta velocità a Bologna; il risultato di tale atto definito “terroristico” sarebbe stato il danneggiamento di alcuni cavi del sistema di gestione e controllo del traffico con la conseguente paralizzazione del traffico ferroviario per gran parte della giornata del 23 Dicembre scorso.

Quello che, invece, lascia noi alquanto reticenti è la motivazione principale per cui si sia attribuito un‘azione del genere al movimento contro la linea ad alta velocità Torino-Lione e ai pericolosi, ed invisibili aggiungerei, anarco-insurrezionalisti. La colpa è, affermano gli inquirenti, di alcuni graffiti recanti le parole “No Tav” rinvenuti sul posto, che avrebbero la funzione di una sorta di firma dell’attentato. Le scritte recriminate in questione, sono queste:

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Come si osserva chiaramente dalle foto stesse il contenuto dei graffiti, i quali, ci tengo a far notare, sono in stile hip-hop, poco conforme insomma ad una rivendicazione, non è la scritta “NoTav” bensì “Tau” con una “o” sopra la lettera “u” che altro non è se non una abbreviazione del nome “Taurr”, presumibilmente il nome d’arte dell’autore. Non ci si spiega come, di fronte ad una evidenza del genere, si possa ancora continuare ad individuare nel movimento No Tav i colpevoli di questa azione. E tale situazione diventa meno credibile nel momento in cui nessuna rivendicazione è stata pubblicata o fatta pervenire; in questo modo non si comprende il senso, anche dimostrativo, del compiere una azione di danneggiamento senza dare spiegazione dei motivi.

Ciò che dunque salta subito all’occhio è che una scenata del genere funge in maniera spaventosamente ovvia da casus belli; non è un caso che il procuratore di Bologna, Roberto Alfono, e Valter Giovannini stiano seguendo personalmente l’indagine, valutando la possibilità di un reato formulare. Chiaro che in questo modo sarà possibile dare il via a delle perquisizioni in un territorio tipicamente “rosso” come l’Emilia Romagna, al fine di sradicare la presenza sovversiva che da anni milita su quel territorio. Non bisogna poi ignorare il fatto che una vicenda come questa segue di pochi giorni un’altra importante situazione, accaduta in Spagna, con l’arresto di piu’ di una decina di compagni accusati di vari reati, tra cui terrorismo ed eversione.

E’ innegabile che questo fenomeno sarà solo il preludio, l’overture, di una serie di tentativi, iniziati piu’ di un mese fa con lo sgombero del “Corvaccio”, da parte delle forze del disordine nostrane ed internazionali, finalizzato allo sradicamento violento e repentino della presenza rivoluzionaria ed antiautoritaria sul territorio, una delle poche forze di conflitto che si sta opponendo radicalmente alla rotta che gli Stati europei hanno preso negli ultimi anni. E, per sviare tale pericolo, bisogna servirsi anche di questo tipo di espedienti.

A questa mistificazione della realtà non si sono sottratti, come sempre d’altronde, neanche i media, i quali sono riusciti in uno spazio di tempo limitato a far riaffiorare nell’inconscio collettivo parole come “terrorismo”, “anni di piombo”, “eversione”, “brigate rosse”, “cazzi e mazzi”. Innegabile dunque che il telespettatore medio ignaro non si ponga minimamente domande sui fatti e prenda per vero ciò che la stampa di regime gli propina. E’ palese in questo caso la necessità del nostro movimento di fare controinformazione su tutti i livelli possibili, al fine di impedire il cosiddetto “disastro ideologico” che da troppo tempo sta facendo affondare la rivoluzione in Italia, deviando gran parte delle forze attuali verso gli organi reazionari. Con Orwell gridiamo: “Nel tempo dell’inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario“.

QUAND LE MAGAZINE FRANÇAIS ‘ELLE’ FAIT L’APOLOGIE D’UNE CRIMINELLE NÉONAZIE UKRAINIENNE !

# NOVOROSSIYA INFO/   

Avec PCN-SPO & EUROPÄISCHER WIDERSTAND/ 2014 12 27/

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https://www.facebook.com/europaischer.widerstand NOVO - ELLE fait l'apologie du nazisme (2014 12 27) FR + RU

Le magazine Français ELLE publie les photos d’une militante néonazie, membre du Bataillon punitif Aidar. Appelant publiquement au génocide du Donbass. Une complice directe donc de la torture et du meurtre de prisonniers de guerre et de civils.

La rédaction du magazine ELLE ne pouvait pas ne pas savoir que cette créature est une nostalgique du national-socialisme et appelle au meurtre de masse. Par conséquent, le magazine ELLE favorise le nazisme.

La société occidentale (principalement Française) accepte-t-elle ces tentatives de réhabiliter le nazisme en Europe ?

 Французский журнал ELLE публикует фотографии нацистов. Вита Завирюха – уркаинская нацистка, участница карательного батальона “Айдар”. Публично призывала к геноциду жителей Донбасса. Является соучастником пыток и убийств пленных и мирных жителей.

Редакция журнала ELLE не могла не знать, о том, что это существо исповедует национал-социализм и призывает к массовым убийствам. Следовательно, журнал ELLE занимается пропагандой нацизма.

Готово ли западное общество (в первую очередь французы) мириться с попытками реабилитировать нацизм в Европе?

 Novorossiya Info

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E se il futuro capo della Banca Nazionale di Ucraina fosse George Soros in persona?

http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=82&pg=9922

E se il futuro capo della Banca Nazionale di Ucraina fosse George Soros in persona?

Cosa altro deve accadere a Kiev prima che Renzi e Gentiloni prendano posizione?

Citando diretti collaboratori del presidente Petro Poroshenko e ambienti parlamentari della Rada ucraina, l’agenzia d’informazione APA di Baku (Azerbajgian) e il canale televisivo ucraino “Canale 112” sostengono comeil futuro capo della Banca Nazionale di Ucraina potrebbe essere George Soros. Tra le possibili altre alternative (i candidati sarebbero cinque), anche l’ex capo del Fondo Monetario Internazionale, Dominique Strauss-Kahn, e tre nomi orbitanti nel sistema della Federal Reserve americana. Lo riporta Voce dalla Russia.
Secondo il KyivPost, l’uomo d’affari americano George Soros, 84 anni, origini ungheresi, emigrato a New York nel 1956, ha finanziato con 82,200 dollari la nascita del nuovo esecutivo ucraino mediante un processo di head hunting. Sono così stati individuati, per la ricerca di ministri e funzionari altamente qualificati, 185 potenziali candidati tra gli stranieri presenti a Kiev e tra i membri della comunità ucraina che lavorano in Canada, Stati Uniti e Regno Unito.Dopo i cittadini stranieri che entrano direttamente nel governo di Kiev, tanto che ormai l’Ucraina è stato correttamente ribattezzato il 53° stato americano, dopo il furto dell’oro nella Banca centrale del paese, dopo la creazione di un “Ministero della Verità”, la scelta del prossimo Governatore a Kiev creerà un pò di inquietudine in Gentiloni o Renzi? Del resto noi come paese abbiamo scelto di morire economicamente con le sanzioni alla Russia e la fine del progetto South Stream per seguire questo sogno “di democrazia e libertà” portato avanti dagli Stati Uniti in Ucraina…

Notizia del: 23/12/2014

CONFERENCE DE DAMAS / LUC MICHEL: THE BELGIAN EXAMPLE. HOW THE BELGIAN INSTITUTIONS AND MEDIA LIE ON THE JIHADISTS!

EODE Press Office/ 2014 12 02/

www.eode.org

https://vimeo.com/eodetv/

EODE PO - LM papers belgique et djihadisme CONF. DAMAS (2014 12 02) ENGL

SYRIAN ARAB REPUBLIC, MINISTRY OF JUSTICE: INTERNATIONAL CONFERENCE ON TERRORISM AND RELIGIOUS EXTREMISM (1) (DAMASCUS, NOV. 30-DEC. 1st 2014)

 LUC MICHEL’S PAPER

(ADMINISTRATOR-GENERAL OF EODE) :

THE BELGIAN EXAMPLE. HOW THE BELGIAN INSTITUTIONS AND MEDIA LIE ON THE JIHADISTS!

 The burning issue of the jihadists “coming from the EU” to participate in the terrorist attack in Syria (and also in Somalia) is an opportunity for more than a year of intense manipulation of the governments of the EU, members of the Atlantic Alliance and NATO media. Belgian government at the front, one of the most concerned, if not the most.

Belgian media talk of “dozens” of young Belgian-Flemish and “hundreds of Europeans”. Heavy underestimated!

 Syrian security sources had given me during a mission in Syria in mid-June 2013 (with parliamentarians of the Flemish Parliament of Belgium) (2) all other figures: 7000-9000 ‘European’ jihadists, including 600 to 700 Belgians – the largest contingent with the Dutch -, including many converts of European origin. Added to this are girls – subject of shame for families and radical Islamists – gone to do “jihad by marriage” (a kind of activist prostitution actually).

The facts – losses on fronts, arrests, returns, various scandals – continually demonstrate that the Syrian figures are good and not the rigged statistics of the EU and the Belgians.

 Added to this is the hidden part of the issue by NATO media:

– Officers of NATO Special Forces training the jihadists.

– Jihadist networks under control of the Turkish special services (NATO member).

 All this explains the reluctance of EU governments …

The Belgian anti-terrorism federal prosecutor – whose spokesman says also to “understand” the motives of the jihadists (sic) – investigates on facts that the Belgian special services covered and organized, at a time when radical Islamists were NATO allies in Libya and Syria. What to expect when the spokesman of the Belgian Federal Prosecutor with competence in matters of terrorism, dares to state the following (16 April 2013): “the federal prosecutor stressed the importance of tackling the structures and groups that allow young Belgians to travel to Syria. However, he states that we must not chuck away all youth gone to Syria similarly, emphasizing that some seek to protect the civilian population (sic) and overthrow the regime and replace it with a democratic state (resic) .You said “duplicity”? Or rather “schizophrenia” ???

 As for the jihadists who came back to Belgium, jumping on the anti-Assad propaganda of the Belgian authorities, all say today “not being jihadists,” “not have been fighting,” but “participating in humanitarian operations” (sic). In Damascus last June, I visited centers of anti-terrorist detention and met some of these jihadists from France, Spain and the Russian Caucasus. All told me the same humanitarian story. All had yet been arrested with arms in hand …

 Yet the real face of the dirty war waged by the cronies and allies of the US and NATO in Syria, the pseudo FSA and the katibas and jihadist gangs who have integrated its ranks, among them the Al-Nusra Front (al-Qaida in Syria) is different. These are the crimes of terrorism and massacres of jihadism!

The West talks about “freedom fighters” gone “to help the civilians” (sic) and “build democracy” (sic). These are the media lies of journalists assigned to sell to the US and European public opinion the dirty war of NATO in Syria. The reality is quite different. Radically opposite!

 The thesis of the Belgian authorities, notably the Ministry of the Interior, is to minimize the danger of young Belgians gone to participate in jihadist terrorism in Syria. They deliberately underestimate the number: “a hundred” they say, while they are 600 to 900 (the largest EU quota). On the other hand, they reduce the scope of their actions, citing as the Belgian anti-terrorist prosecutor “humanitarian grounds”, or logistic support acts. Families, none apologized for Syrian victims of their terrorist offshoots, go in this direction.

 How explain this understanding of the Belgian authorities. The Turks have stopped the investigations, left pass minor Belgian jihadists despite immediate alerts of the parents, worse, arrested Belgian mothers at their arrival in Istanbul. Collaboration where the “dialogue” between Ankara and Brussels is a sinister comedy. And because it is the Turkish secret services who organize the jihadist networks up to Syria. Including logistics infrastructure – weapons, hospitals, money, food – at the Syrian-Turkish borders. And the Islamists of Erdogan did it in agreement with some NATO services, including the French.

 But the Belgian understanding is to be seeked elsewhere. EU-Christian Democracy, of which the Belgian Minister of the Interior in office until September 2014 is a member, is bound by a political alliance with the Conservatives of Erdogan. The Turkish leader is at home in Brussels or Berlin (Merkel’s CDU-CSU), holding there even meetings and training there the Turkish immigrant communities.

Who knows that Erdogan’s AKP is an associate member of the ‘European People’s Party’, the EPP which includes EU-Christian Democracy?

 The Belgian-Flemish jihadists issue tragically illustrates the inconsistent policy of NATO towards radical Islamists … Denounced in Brussels or Paris. Fought in Afghanistan. But funded and armed as allies and NATO colonial infantry in Libya, Syria, Mali, or in the Caucasus against Russia. All this is already paid for in Afghanistan and Mali with the blood of young Europeans, delivered to the Yankee Moloch to lead a neo-colonial war, which is primarily a war against Greater Europe!

 The trigger for the terrorist jihadist activism in the Sahel and Maghreb as in sub-Saharan Africa or Europe is indeed the answer to a strong signal, and extremely irresponsible, given over three years by the US and NATO : the collaboration of NATO special services, and particularly the CIA, the French and the British, with the leaders of al-Qaeda and AQIM, its north African branch, in Libya, Syria and Algeria.

 We will never repeat it too much, the vision, emblematic example, of a former Guantanamo prisoner, Abdelhakim Belhadj, dubbed by the NATO generals, French at the front, as “military governor of Tripoli” in August 2011 is a bad signal given to all jihadists. The same Abdelhakim Belhadj was then assigned for a mission against Damascus in November 2011, at the head of a brigade in Syria, based in Turkey, whose training camps were organized specifically in Libya with the blessing of the NTC and its protectors of NATO.

 Then without forgetting the Central African Republic, Mali, Niger and Cameroon, where Westerners, apparently not stung by the Libyan and Malian disasters have replayed the cursed scenario, the devil’s scenario. Behind this devil’s scenario, there is the American geopolitical project, that of the Bush neocons reactivated by Obama, said the “Greater Middle East”. Within the meaning of increasingly larger and where Africa has become the backyard of this reshaped “Greater Middle East”  and its strategic target, the control of Eurasia, key to an “American twenty-first century.” In this project the tactic is simple, always the same: to combine in a weak or fragmented state a military power and Islamist forces, both into liberal economics (the first characteristic of the Muslim Brotherhood, for example, is their absolute hostility to Socialism). To achieve this, it is obviously necessary to be allied, temporarily or permanently, with the jihadist devil!

 Luc MICHEL

 (1) International Conference on Terrorism and Religious Extremism under the auspices of the Syrian Minister of Justice Dr . Najim Hamad Al- Ahmed as from 29th Nov. to 2nd Dec 2014, at the DamaRose Hotel, Damascus.

Luc MICHEL, Administrator-General of EODE, attended this conference, with a team of EODE-TV.

For the media part covered by EODE-TV, a duplex from Damascus will be provided for “Le Débat panafricain” (The Panafrican Debate), the Sunday flagship program of AFRIQUE MEDIA TV on 30 November. In addition, two programs “GRAND REPORTER” will be co-produced by EODE-TV, Africa Media and Luc MICHEL.

 (2) Cfr. SYRIA COMMITTEES / LUC MICHEL IN DAMASCUS

June 2013, on  http://www.lucmichel.net/2013/06/17/syria-committees-luc-michel-in-damascus/

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AFRIQUE MEDIA : FACE A L’ACTUALITE DU 9 DEC. 2014

EODE-TV Diffusion/ 2014 12 20/

 Emission FACE A L’ACTUALITE

SUR AFRIQUE MEDIA TV/

du mardi 9 décembre 2014

EODE-TV DIFF - AMTV face à l'actualité 9.12.14 (2014 12 20) FR

Présentée par Juliana Tadda

Avec Luc MICHEL et tous les panelistes

Video intégrale sur : https://vimeo.com/114850343

 Thèmes de l’émission :

 I- Pétrole, Gaz, Uranium…Facteurs de déstabilisation :

Comment faire pour prévenir les déstabilisations en Afrique ?

 II- Complot et menace contre Afrique Média :

Quelle lecture?

 AVEC le clash entre Luc MICHEL et le Professeur Pascal Charlemagne Messanga, déjà secoué par SIMO, sur les attaques contre Afrique Media (entre 2h11 et  2h60 – LM à 2h36) …

 EODE Press Office / EODE-TV

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Val di Susa: il cantiere Tav diventa attrazione turistica. Restano chiusi area archeologica e i veri musei

Val di Susa: il cantiere Tav diventa attrazione turistica. Restano chiusi area archeologica e i veri musei
dicembre 27 2014
 Venghino signore e signori: il cantiere Tav di Chiomonte apre i suoi cancelli ai turisti. Una nuova iniziativa della Lyon Turin Ferroviarie, probabilmente per pubblicizzare i lavori della linea ad alta velocità, sarà quella di organizzare visite al cantiere-fortino dove si sta scavando il tunnel geognostico. Far diventare dunque questo luogo un’attrazione turistica, dopo che nel 2014 si sono registrate mille visite. Nel conto logicamente non rientrano quelle notturne e diurne del movimento No Tav, che nelle passeggiate alle reti hanno creato non poche preoccupazioni a chi oggi apre i cancelli, affollando la zona. Meno colorate le delegazioni che nell’anno che sta passando hanno messo piede al cantiere: ministri (soprattutto quello dei trasporti e infrastrutture Maurizio Lupi), politici di centro, di destra, ma anche parlamentari che si oppongono all’opera. A quanto pare anche studenti in gita scolastica. Solo il premier Matteo Renzi fino ad oggi non si è visto a Chiomonte, nonostante svariate volte l’avesse promesso.

Ora come detto Ltf pubblicizzerà le visite, che saranno gratuite: basterà prenotarsi. L’unica cosa che non potrà essere visitato è il tunnel dove si sta scavando. Mentre non si potrà visitare l’area archeologica, danneggiata dai mezzi pesanti e occupata dal cantiere. La zona è stata ricoperta da teloni e viene utillizzata, nonostante la sua importanza storica, visto che erano presenti elementi neolitici (si tratta di una necropoli, con undici tombe), per il transito dei mezzi delle forze dell’ordine e del cantiere. Mentre il museo archeologico, aperto nel 2004 è chiuso dal 2011. I reperti presenti sarebbero stati trasportati a Torino nel 2012, sotto la tutela della soprintendenza per i beni archeologici. Il sito del museo, dove erano esposti seimila anni di storia del territorio, avverte: “Il museo e il sito archeologico sono momentaneamente chiusi! Ci scusiamo per il disagio”.

@AndreaDoi

Crisi: è in arrivo la terza ondata

http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=113873&typeb=0&Crisi-e-in-arrivo-la-terza-ondata

«La cosa si è mantenuta in equilibrio (almeno dal punto di vista finanziario) per un po’, ma adesso le palle che i giocolieri hanno tenuto in aria cominciano a cadere e ci risiamo con la crisi finanziaria.» [Aldo Giannuli]

Redazione
 
lunedì 22 dicembre 2014 23:59

di Aldo Giannuli 

Il periodo di relativa tregua della crisi finanziaria volge al termine dopo circa tre anni. E’ stato poco più lungo del precedente (durato dal tardo 2009 a metà 2011) e questo ha suggerito l’illusoria convinzione che si fosse avviata una uscita dalla crisi, pur se lenta e graduale.

La speranza era che l’inondazione di liquidità delle banche centrali facesse da volano agli investimenti nell’economia reale, con conseguente aumento dell’occupazione e, quindi, dei consumi. Così non è stato: i soggetti finanziari hanno continuato ad usare il denaro per nuovi impieghi finanziari, lesinando i prestiti ad imprese e famiglie. Per cui, nessuna impresa dell’economia reale, ma semplice gonfiatura dell’ennesima bolla finanziaria.

La cosa si è mantenuta in equilibrio (almeno dal punto di vista finanziario) per un po’, ma adesso le palle che i giocolieri hanno tenuto in aria cominciano a cadere e ci risiamo con la crisi finanziaria.

In primo luogo c’è la crisi dei debiti sovrani di Usa, Giappone e, soprattutto Europa, che appaiono sempre più gonfi ed inesigibili, con interessi pronti ad impennarsi di nuovo al primo spirare di nuovi venti di crisi.

In Europa sembra molto vicina al crollo la situazione greca, ma anche Portogallo ed Italia potrebbero rapidamente inabissarsi.

Poi ci sono i debiti sovrani di paesi emergenti come Venezuela, in certa misura il Messico, ma soprattutto Brasile che minaccia di essere il primo a piegare le ginocchia nel giro di qualche mese. D’altra parte, è normale che quando cada la domanda aggregata mondiale, i primi a flettere siano i paesi fornitori di materie prime.

Poi c’è la situazione particolarissima della Russia, dove le sanzioni economiche e la caduta dei prezzi gas-petroliferi, rischiano di provocare un crack anche maggiore di quello del 1998. Politicamente gli Usa avrebbero di che rallegrarsene, ma finanziariamente potrebbe essere un disastro: quanti investimenti americani andrebbero in fumo? Non abbiamo cifre precise, ma i titoli russi, tanto statali quanto delle principali imprese, a cominciare da Gazprom, sono stati ampiamente sottoscritti anche da hedge fund e banche d’affari americane. E gli Usa non hanno di che scialare in una situazione in cui il proprio debito pubblico tende di nuovo a salire.

Ricordiamo che il debito aggregato americano (stato, imprese, famiglie) è tutt’ora il maggiore del mondo e la situazione si regge in buona parte sul fatto che il dollaro è moneta internazionale. Questo semplice fatto, dà agli Usa tre o quattro punti secchi di Pil all’anno. Però non è cosa su cui si possa fare affidamento sempre e comunque.

E la ripresa americana (in verità la ripresina) sembra già essersi bloccata. Peraltro, anche il Giappone non sta messo benissimo: l’Abenomics non ha affatto funzionato (anche se poi Abe ha recentemente vinto le elezioni) e la batosta di Fukushima è tutt’altro che superata.

Poi c’è l’imprevista perturbazione petrolifera, con i prezzi al ribasso che aggravano la crisi russa e venezuelana, mandano gambe all’aria centinaia di hege fund ed anche diverse compagnie che hanno investito nello shale e mettono in fibrillazione le borse mondiali non meno che le turbolenze greche.

Infine, c’è il mistero dei misteri: la Cina. Certo: sulla carta il massimo creditore mondiale e con un’economia manifatturiera solidissima, ma, c’è sempre un ma: il debito pubblico statale è molto limitato e si aggira sul 20% del Pil (situazione invidiabilissima); però c’è il debito delle amministrazioni locali, che fa schizzare il debito pubblico totale a circa il 90%. Ed alcune amministrazioni sembrano decisamente nei pasticci e non in grado di onorare gli impegni, soprattutto perché i debiti sono stati fatti per investimenti nel settore immobiliare che hanno prodotto una bolla gigantesca che minaccia di esplodere da un momento all’altro.

Per di più, la Cina è entrata nel periodo in cui gli ultrasessantenni iniziano a diventare più di quanti sono in produzione. Vero è che in Cina un vero e proprio sistema pensionistico non esiste, però bisognerà pur far sopravvivere quanti stanno uscendo dalla vita lavorativa. In fondo, si può fare la politica del “figlio unico”, mentre è molto meno praticabile la politica del “nonno unico”. Non si possono abbattere gli esseri umani come fossero bestiame. E quindi occorrerà inevitabilmente concentrare risorse sul mercato interno, con effetti sulla bilancia commerciale che non sarà favorevole come nel passato.

Inoltre, come era prevedibile, la Cina è arrivata all'”atterraggio” della sua parabola di crescita e tutto lascia pensare che sarà più un hard landing che non un soft landing.

(18 dicembre 2014)

“La crisi ucraina è una minaccia con conseguenze difficili da prevedere”

“La crisi ucraina è una minaccia con conseguenze difficili da prevedere”

© Foto: RIA Novosti

La crisi in Ucraina è una minaccia in grado di provocare gravi conseguenze economiche difficili da prevedere, ha dichiarato il capo del Fondo Monetario Internazionale (FMI) Christine Lagarde in un’intervista al quotidiano tedesco Handelsblatt.

Ha rilevato che con lo scopo di mantenere l’Ucraina, la comunità internazionale dovrà sostenere spese importanti, per cui il Consiglio esecutivo del FMI ha approvato il programma biennale “stand by” a beneficio di Kiev, in base al quale verranno erogati 17 miliardi di dollari. Il 7 maggio la prima tranche del programma, per un ammontare di 3,2 miliardi di dollari, era arrivata alla Banca Nazionale d’Ucraina. I volumi della seconda e della terza tranche saranno determinati dai risultati delle ispezioni, che si svolgeranno ogni 2 mesi.