OCHE DEL CAMPIDOGLIO – Scandalo terre di mezzo

se si opera in favore degli ultimi, ben venga la corruzione e la mafia

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<Tutti i professori / medici e dottori / notabili e avvocati / e tutti i capi dei sindacati, tutti! Tutti quanti in prigione!…>
(Edoardo Bennato “In prigione in prigione”).
 
Riceviamo e pubblichiamo di Angelo Spaziano
 
Diceva un cronachista rinascimentale che <A Roma Iddio nun è trino, ma quattrino>, e almeno in questo la capitale della cristianità non è cambiata poi molto nei secoli. Da “panem et circenses” a “feste, farina e forca”, l’Urbe ha fatto registrare una continuità, in fatto di cattivi costumi, davvero a prova di bomba. E se è vero che il pesce puzza a cominciare dalla testa l’esempio della città eterna è emblematico.
 
<Capitale corrotta, nazione infetta>, era lo “slogan” lanciato da Manlio Cancogni in un duro articolo dell’“Espresso” del dicembre 1955 nel quale stigmatizzava la deplorevole propensione della nomenclatura capitolina a sganciare – o a incassare, dipende dai punti di vista – mazzette. In quel caso si denunciava la corruzione nel settore immobiliare.
 
Tanti anni sono trascorsi da allora, molta acqua è passata sotto i ponti della città dei Cesari, e interminabili pile di bustarelle sono state distribuite a piene mani, ma siamo sempre lì, all’<A Fra’ che te serve?>, celebre allocuzione proferita al telefono dall’imprenditore Caltagirone (il “Messaggero”) al mai dimenticato Franco Evangelisti, noto politico andreottiano. Si, quello dell’Italcasse, tanto per capirci. Solo che, invece che col cemento, i quattrini a Roma oggi si fanno – o si “distribuiscono”, dipende sempre dai punti di vista – con gli zingari, gli immigrati, gli extracomunitari e l’emergenza abitativa. Almeno questo è ciò che si evince dalle intercettazioni disposte dai magistrati ai danni di tal Salvatore Buzzi. Ma chi è costui?
 
Buzzi era un oscuro ex impiegato che negli anni ‘70 “arrotondava” il suo stipendiuccio sottraendo assegni alla banca ove operava. Assegni che un suo complice, tal Giovanni Gargano, s’incaricava di trasformare in cash sonante. Un bel giorno, però a Gargano venne la bella idea di arrotondarsi a sua volta l’onorario e come prima cosa pensò bene di mettersi a ricattare Buzzi, che il 26 giugno 1980, persa la brocca, lo fece fuori con 34 coltellate. Condannato a 20 anni per omicidio, dopo appena 6 anni di carcere, nel 1994, il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro (quello dei fondi neri del Sisde) ebbe la luminosa idea di concedergli la grazia.
 
Fatto sta che l’ex assassino ora divenuto nel frattempo un “pezzo da novanta” del Pd gestore delle Cooperative 29 Giugno ed Eriches 29, intercettato dai faticoni della procura, è stato sorpreso col sorcio in bocca, pardon, col cellulare in mano, mentre rivelava urbi et orbi la sua vocazione a “chiagnere” (generosa e “disinteressata” accoglienza ai diseredati di mezzo mondo) e nello stesso tempo a “fottere” (ungere le ruote giuste del potere, o meglio, alcuni giusti referenti delle giunte Alemanno e Zingaretti, per aggiudicarsi gli affidamenti d’oro per la gestione delle emergenze sociali).

KRUGMAN AMMETTE DI NON AVERNE AZZECCATA UNA

ammazza, per un sedicente economista non ha sbagliato proprio quisquiglie

di GERARDO COCO
 
Paul Krugman, premio Nobel e professore a Princeton, come è noto, ha grande influenza sugli economisti e politici, compresi quelli di casa nostra. Peccato che abbia avuto scarsa diffusione la sua intervista concessa il 19 novembre a Henry Blodget di Business Insider: Ecco le 5 cose importanti su cui Krugman dice di aver sbagliato in questi anni. (Here Are 5 Big Things Paul Krugman Says He Got Wrong Over The Years, QUI IL VIDEO). Da vedere, per l’umiltà del contegno e ascoltare, per il candore un po’ infantile della confessione.
 
Eccone i passaggi chiave.
 
Blodget: «Che errori pensa di aver fatto»?
 
Krugman: «Sì, ne ho una lista. Ho enormemente sottostimato l’impatto della bolla tecnologica degli anni ‘90…; «Mi sono completamente sbagliato sulla crisi fiscale americana. Avrei dovuto coglierne le avvisaglie…non sono riuscito ad elaborare un modello analitico e invece ho seguito il mio istinto»; «Ho previsto la bolla dei mutui, ma non la devastazione che ne sarebbe seguita… »; «Non ho prestato attenzione al debito e non avevo la minima idea di quanto il settore finanziario fosse fragile…»; «Pensavo che l’euro andasse in frantumi ma non perché il suo modello economico fosse sbagliato, bensì per aver sottovalutato la determinazione dell’élite europea nel tenere insieme il tutto.. non avrei mai creduto che paesi come Grecia e Portogallo avrebbero sofferto tanto…e ho sottovalutato Draghi…non è stato capace di tenere tutto in piedi, ma lo ha tentato….»
 
Blodget: «Quindi ha cambiato il suo modo di vedere…»
 
Krugman  «Sì, ci provo e quando sostengo una tesi irrazionale spero che le persone me lo facciano notare…»
 
Incredibile. Il premio Nobel ammette di non averne azzeccata una. Non ha previsto i fenomeni che hanno portato l’economia mondiale al caos. Quello di cui Krugman non si è ricordato è il disastro del Giappone. Dal 1998 non ha fatto altro che esortare gli economisti di questo paese all’inflazione monetaria come antidoto alla deflazione. Purtroppo seguendo la sua prescrizione, oltre alla recessione, ora il Giappone dovrà fronteggiare anche il collasso valutario. In verità, Krugman non poteva prevedere nulla perché sono le sue stesse ricette a essere fatali.
 
Dire, ora mi sono sbagliato, è un po’ poco. Certo non si possono scaricare tutte le colpe su un economista se trova degli stolti disposti a seguirlo. Ma un Nobel, che non è l’uomo della strada, dovrebbe sentire la responsabilità di precisare anche le controindicazioni delle cure che sollecita. Purtroppo, chi le ha seguite ciecamente potrà sempre sostenere di aver adottato quelle premiate con la più alta onorificenza mondiale. Se poi fanno strage di posti di lavoro, beh, si è trattato di un effetto collaterale.
 
Ciò che ci porta a riflettere sul significato di teoria. Una teoria economica deve metterci in grado di spiegare e predire i fenomeni, altrimenti non serve a nulla. Le teorie nascono dalle domande: perché succede questo? e cosa succederà? E danno una risposta. Certo l’economia non è l’astronomia e gli economisti possono fare previsioni solo con buona approssimazione, ad esempio, stimare il comportamento delle famiglie all’aumentare del reddito o delle tasse. Alcune si comporteranno in modo imprevisto ma la reazione complessiva, salvo un margine ristretto di errore, sarà prevedibile. La realtà economico e sociale presenta delle uniformità di comportamento di cui la teoria coglie cause e conseguenze. Chi, poi, non ha fiducia nelle teorie può sempre consultare la storia: i fatti sono la migliore teoria. Se abusi monetari dovuti ai deficit statali hanno sempre, comunque e dovunque portato alla depressione, sarà poco plausibile sostenere che questa volta è diverso.
 
Nell’estate del 1929 l’economista austriaco Ludwig von Mises, impiegato della grande banca viennese Kreditanstalt, scriveva alla fidanzata: «Cara Margy, dò le dimissioni perché prevedo una grande crisi, la banca chiuderà e non voglio che il mio nome sia coinvolto» (Margit von Mises, My Years with Ludwig von Mises, Arlington House, 1976, p. 31). Due anni dopo l’istituto crollò sotto il peso dei debiti anticipando la crisi in tutta Europa.  Mises in precedenza, nel 1923, aveva previsto la fine del Reichsmark. Frederick von Hayek, suo discepolo, ammonì contro le politiche monetarie espansive che definì «pane per oggi e fame per domani» e anticipò la Grande Depressione. Mises e Hayek non erano indovini: avevano una teoria. E la teoria era quella del ciclo economico, abbozzata per la prima volta nel XIX secolo da David Ricardo e che i due economisti austriaci svilupparono in profondità. Mises, rigoroso antistatalista, fu isolato intellettualmente. Hayek predisse in base ai fondamenti del maestro, il fenomeno degli anni ’70, la «stagflazione», caratterizzata da contemporanea inflazione e disoccupazione di cui i keynesiani avevano negato la possibilità teorica. Pertanto il comitato accademico della «giuria socialista» di Stoccolma, come la definì Milton Friedman, non poté fare a meno di insignirlo del Nobel nel 1974 ma, al tempo stesso, quasi a voler svalutare la sua teoria, premiò in contemporanea Gunnar Myrdal che ne sosteneva una opposta.
 
Solo chi ha studiato la teoria austriaca del ciclo economico è stato in grado di prevedere con anni di anticipo la crisi presente. Ma poiché il clima ideologico e politico, ora come allora, è dominato dalle idee interventiste e monetariste, che sono idee collettiviste, le élite politiche non potranno mai avallare idee che comportano una riduzione del loro potere, anche a costo di mantenere lo status quo. Tutto ciò che oggi va sotto il nome di teoria, non è altro che un complesso di ricette per manipolare l’economia nella direzione voluta dai governi, dalle banche centrali e dalla costellazione dei loro alleati con in testa Goldman Sachs, J.P. Morgan che, con bilanci da pil, sono in grado di condizionare i mercati. E a cosa mirano, alla fine? Mirano a fare sì che, nell’economia, la perdita di molti sia sempre il guadagno di pochi.
 
Se Krugman, questa volta, onestamente, ha ammesso i suoi errori risparmiandoci, per fortuna, i suoi sofismi per dimostrare che è la realtà a essersi sbagliata, non ce ne ha spiegato, però, il vero motivo. E il motivo è che non poteva prevedere nulla, proprio perché non ha una teoria e pertanto come non ha predetto la crisi attuale, non si è accorto di quella che sta per arrivare e che sarà peggiore della precedente. Ai Nobel come lui non resta altro che modificare il mix della ricetta, magari un po’ più di politica fiscale, un po’ meno di quella monetaria, ma sempre nelle dosi che assicurino il bottino alle élite finanziarie e politiche. A proposito chi finanzia il premio Nobel per il benessere dell’umanità? La banca centrale svedese, ovviamente.

IL GOVERNO RENZI HA AUMENTATO DEL 236% – AVETE LETTO BENE: +236% – LE TASSE SU PRIME E SECONDE CASE IN ITALIA (LADRI)

possiedi una casa? Sappi che in Italia è una grave colpa. Manco te la regalasse lo Stato. Sulle seconde mi importa poco, ma la prima, sulla quale già per molti grava il mutuo che oggi in molti non riescono a pagare. Si certo perché sono evasori, gli italiani non sono ultimi da difendere

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dicembre 15  2014
 
E’ un vero e proprio boom di tasse sugli immobili e sulle seconde case si registra un aumento della pressione fiscale fino al 236%, mentre sugli immobili ad uso produttivo le tasse sono raddoppiate. A rilevarlo è la Cgia di Mestre. A seguito dell’introduzione dell’Imu e successivamente della Tasi, tra il 2011 e il 2014 la tassazione sugli immobili diversi dall’abitazione principale ha registrato dei “veri e propri aumenti boom:+ 236% sulle seconde case locate a canone concordato; +150% sulle seconde case locate a canone libero; +144% sugli uffici e gli studi privati; +140% su negozi e botteghe”. E non solo.
 
Gli aumenti, rileva ancora la Cgia, sono pari a +140% su negozi e botteghe; +115 % sulle seconde case sfitte; +108% sui laboratori artigianali; +96% su alberghi, pensioni e capannoni commerciali; +95% su Opifici, capannoni artigianali-industriali e fabbriche.
 
I calcoli, spiega l’Ufficio studi della Cgia che ha eseguito l’analisi, “hanno preso come riferimento iniziale il 2011, ultimo anno in cui abbiamo pagato l’Ici. Per gli immobili ad uso produttivo, i risultati non tengono conto del risparmio fiscale concesso dalla legge”. “Nel 2014, ad esempio, -sottolinea- la Tasi è per le aziende completamente deducibile dal reddito di impresa, mentre l’Imu lo è solo per una quota pari al 20 per cento”.
 
“Tendenzialmente -segnala il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi- i Sindaci hanno mantenuto relativamente basso il livello di tassazione sulle prime case, innalzando, invece, quello sugli immobili ad uso produttivo e sulle abitazioni diverse dalla principale”. “Ricordo -prosegue Bortolussi- che in queste ultime non rientrano solo quelle di proprietà di famiglie benestanti che hanno acquistato la seconda casa al mare o in montagna, ma troviamo anche quelle di persone che hanno ereditato l’immobile dopo la scomparsa dei genitori o sono diventate seconde case perché nel frattempo i proprietari hanno cambiato residenza a causa del trasferimento in un’altra città per motivi di lavoro”.
 
In termini assoluti, fa notare lo studio della Cgia, “il peso dell’Imu più Tasi si fa sentire soprattutto sugli immobili ad uso produttivo. Quest’anno il titolare di un albergo-pensione è chiamato a pagare mediamente 11.855 euro, la proprietà che gestisce un supermercato 7.931 euro, l’azienda proprietaria di una grande fabbrica 6.385 euro, mentre il titolare di un capannone artigianal-industriale deve versare attorno ai 4.000 euro”.
 
Sulle seconde case sfitte – prevalentemente abitazioni di villeggiatura ubicate in zone di mare o di montagna – il carico fiscale Imu più Tasi, rileva la Cgia, costa mediamente 932 euro, quello delle abitazioni locate a canone libero 911 euro, mentre per le abitazioni locate a canone concordato 773 euro. Da un punto di vista metodologico, segnala la Cgia, “per ciascuna tipologia di imposta è stata utilizzata l’aliquota media risultante dall’ analisi delle delibere dei Comuni capoluogo di provincia”. “Per ogni tipologia immobiliare, invece, la rendita catastale media è stata ricavata dalla banca dati dell’Agenzia delle Entrate. In riferimento alle abitazioni, si è stimata -aggiunge ancora la Cgia- una rendita corrispondente alla media ponderata delle rendite medie delle unità abitative di categoria A2 e A3″.
 
Fonte: Il Nord

Indovinate CHI l’ha detto? Ceaușescu? Mussolini? Maduro? Oppure? …

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Ceaușescu? Mussolini? Maduro?
Oppure? …;-)
 
“Xxxxx ipotizza l’uscita dall’euro con una legge. In un’intervista ha descritto il suo scenario: “Si potrebbe farla a fine anno, chiudere le banche per evitare che i correntisti vadano a ritirare i loro risparmi, riaprire le banche con l’anno nuovo e la lira……”
 
Per la serie…ma il problema dell’euro non era che non ci avevano chiesto la ns. opinione (sovrana)? Niente referendum etc?
Dunque mi sembra solo logico che si possa concepire persino di peggio per uscirne…
Ovvero per decreto legge e per di più obbligando&condannando i risparmiatori italiani ad una “potenziale” svalutazione da -50% dei loro risparmi senza lasciare loro possibilità di scelta e via d’uscita…come in una tonnara…
È cosa buona e giusta impedire ai correntisti di ritirare i loro risparmi in nome del “Bene Supremo&Comune” (che naturalmente qualcuno sa sempre riconoscere al posto nostro e meglio di noi…).
Del resto cosa credevi???
I TUOI Risparmi mica sono i TUOI: sono delle banche, dello Stato, della politica, del Paese etc etc … insomma di tutti meno che i TUOI…
 
In questo caso il “cattivo cattivo” Mercato risulta persino più democratico: che so io…se tu hai i tuoi risparmi allocati su dei titoli agricoli e le previsioni del tempo prospettano il rischio di grandinate…tu che fai? Alleggerisci liberamente e con un click le tue posizioni sui titoli in oggetto come risposta al rischio potenziale…i risparmi sono i tuoi e mica vuoi rischiare di perderci a suon di grandinate…
Invece secondo questi “Paladini Maduriani del no-euro” …
di fronte al più colossale Evento di Rischio Valutario della Storia fin dai tempi della dissoluzione dell’impero romano e del sesterzio…
i cittadini (pensionati inclusi) devono essere impossibilitati dal prelevare i loro risparmi (magari mettendoli in dollari sotto al materasso) e/o dal fare BB verso qualche safe haven
e devono fidarsi ciecamente dei modellini teorici dei Guru Economisti che ti dicono che tutto andrà bene.
Nessuna strategia di risk protection deve essere permessa ai fessacchiotti ……………..
.
 
che non sono stati sufficientemente accorti da metterla in pratica PRIMA e per tempo (altrimenti il “giochino” potrebbe non funzionare).
La trappola si chiude…chi è fuori è fuori…e chi è dentro è dentro (e preghi che non si sbaglino perché le variabili imprevedibili in eventi del genere sono proprio tante…e potrebbe finire molto ma molto male…con i mercati in leva ad usarci come bersaglio).
 
Insomma…
una volta tanto anche io ne faccio una questione di principio e non una questione pratica (che in questo caso è liquidabile con un semplice “caxxi di chi è stato così fesso da non premunirsi e da non ascoltare i blog come il mio”…).
Ma voi cosa rispondereste se vi dicessero che per risolvere la crisi in Italia basterebbe far fuori 10 milioni di vecchietti attraverso un decreto legge fatto prima di Natale? E per l’anno nuovo tutto fatto…il peso pensionistico sarà stato alleggerito alla grande e l’Italia potrà ripartire…
Rispondereste che non si può…che bisogna trovare un altro metodo.
Invece decidere per legge il passaggio alla Lira e bloccarti i TUOI risparmi sul c/c infrangendo i più basilari diritti di libertà dell’individuo va bene?
Insomma…quando accadeva a Cipro per colpa della Troika e dei Crucchi era una schifezza somma…era una Dittatura imposta dall’esterno…etc etc
Mentre se accadesse qui in Italia con la benedizione di Salvini, Di Battista, della Meloni e di Razzi…allora tutto bene?? L’importante è avere di nuovo qualche pezzo di sovranità in più da usare in stile “Maduriano”, vero? Per il Bene Supremo naturalmente…
Ah già…”ma tanto non colpirebbe me…ma solo quelli che”…così ragiona l’italiota. Capite perché no hope for this italy?
 
Non sarebbe il caso piuttosto di chiedercelo prima come sta facendo M5S con il Referendum no-euro e soprattutto spiegando per bene agli italiani quali enormi rischi e quali misure straordinarie comporti VERAMENTE tutto questo? (rischi che M5S non sta spiegando manco per la ceppa, mentre al contrario sta facendo apparire l’Eurexit come fosse una gita a mare…)
Ahhh no…non si può…perché con il referendum poi non funzionerebbe…i Mercati ci massacrerebbero (cosa tra l’altro VERISSIMA)…E poi non è costituzionale.
Dunque è NECESSARIO un metodo da Putsch, non democratico ed illiberale.
Cogliete le profonde contraddizioni di tutto questo?
E capite che, se si ritiene cosa buona&giusta una mossa del genere, allora attraverso il “varco” potrà passare ben altro? (anche se mi rendo conto che in Italia è assolutamente maggioritaria una mentalità illiberale-katto-komunista e dunque molti non saranno in grado di “cogliere”…)
E vabbè vi lascio riflettere sulla questione filosofica e di principio (che però poi tocca pesantemente le TASCHE degli italiani)
lasciandovi con un paio di flash…
 
1. I Guru no-euro de noantri chiamano “criminali e terroristi” coloro che prospettano scenari catastrofici nella fase OPERATIVA dell’uscita dall’euro (ho detto operativa e non teorica, chiaro?)
Dichiarano con certezza matematica che non succederà niente di catastrofico, che non ci sarà fuga di capitali o bank run, che non ci sarà il fallimento a catena delle banche italiane, che la svalutazione sarà assolutamente sotto controllo insieme all’inflazione etc etc
E che dunque potete stare assolutamente tranquilli
Ma intanto gli stessi Guru si sono PARATI IL CULO per loro stessa dichiarazione…perché le loro Ipotesi sono “certezze scientifiche”…ma nel frattempo non si sa mai… 😉 (ED HANNO FATTO SOLO BENE! Proprio per questo la stessa possibilità dovrebbe essere CONCESSA A TUTTI…)
(N.B. In questa sede non commento la strategia di protezione ma dico solo che presenta qualche difettuccio non da poco, in primis l’illusione di proteggersi con asset in altre valute detenuti su banche italiane..)
Di nuovo…per la serie…
“Indovinate Chi l’ha detto? Ceaușescu? Mussolini? Maduro? Oppure? …”
 
…….La perdita da svalutazione quindi, da qui ai prossimi due anni, ci dovrà essere in ogni caso.
Anch’io, che di soldi ne ho pochi, li ho portati all’estero, in modo del tutto legale, investendoli in un fondo dove ho pesato opportunamente dollaro e mercati emergenti, evitando l’Europa (il che non significa escluderla, perché non si devono mai mettere tutte le uova in un solo paniere, ed è sempre bene comprare “basso” per vendere “alto”). Punto.
Chi ha senno fa così e lo ha già fatto (come credo abbiano fatto tutti quelli che mi leggono), perché non ha comunque senso investire in un continente che si sta suicidando e va da un rimbalzo del gatto morto al successivo.
Se ti vuoi proteggere da una svalutazione, devi investire nella valuta rispetto alla quale sei rivalutato (cioè il dollaro) e se vuoi rendimenti devi investire in economie che crescono (Usa e emergenti).
La morale della favola è che agli intervistatori che con aria sapiente (“Eh, ora ti metto io in difficoltà!”) mi chiedono: “Ma lei cosa farebbe?”, io rispondo: “Niente, perché ho già fatto quello che c’è da fare. Lei no? Mi dispiace.”………
 
T’è capì?… Che coerenza sublime da parte di persone percepite dai più come dei Guru nonché dei Don Chisciotte “dell’italianità”…
Il Guru no-euro si protegge (ed anche i Pasdaran al seguito…)
mentre il Pensionato con un po’ di liquidità sul conto
o si sveglia e si fa un corso accelerato di “capital protection” (meglio se con un conto on-line ed usando qualche ETF, qualche CFD ed una strategia neutrale di copertura rischio cambi attraverso derivati…)
oppure CAXXI SUOI…e si deve FIDARE del suddetto Guru e basta…perché gli bloccheranno/limiteranno i prelievi sul c/c, i bancomat, la possibilità di fare dei BB etc etc
 
2. Valutate meglio il “sadismo” della “mossetta” in stile Ceauşescu-Mussolini-Maduro sopra descritta
 alla luce di uno SCENARIO REALISTICO di cosa accadrebbe realmente in caso di Eurexit e non alla luce di scenari di Cartapesta costruiti sui tavolini degli Economisti…
E da questo scenario POSSIBILE e PROBABILE a tantissimi italiani verrebbe IMPEDITO di potersi proteggere attraverso un bella VACANZA BANCARIA in stile Cipro… fico no?
Potete farlo attraverso il mio post ed i link in esso contenuti
 
 
Oppure attraverso l’ultima analisi di Zibordi che è no-euro/sovranista di provata fede…e persino MMT (dunque ritiene cosa buona e giusta che la futura Bankitalia sovrana stampi anche 200mld all’anno) Pertanto anche un no-euro-pasdaran d.o.c. dovrebbe fidarsi di lui e delle sue analisi perché Zibordi è persona di fede insospettabile…. 😉
Ma allo stesso tempo CI CAPISCE DI MERCATI e dunque è uno dei pochi in campo no-euro a disegnare degli scenari previsionali SENSATI E REALISTICI.
Insomma…il rischio di uno scenario CATASTROFICO in caso di Eurexit è tutt’altro che trascurabile.
Dunque trovare un MODO meno-catastrofico per uscire dall’Euro è il vero PUNTO FOCALE…e non è affatto detto che ci sia.
(N.B. il fatto che io non concordi con alcuni presupposti teorici di Zibordi non inficia la validità delle sue previsioni pratiche su cosa realmente accadrebbe in caso di Eurexit).
  • Raccogli le Firme per il Referendum Contro l’euro (anche se in Questo modo lo si Perderà)
  • 19:00 10/12/14
  • Parte domani la campagna per il referendum.
    Ecco qui sotto le domande e risposte sull’Euro della campagna del M5S che indica come verrà condotta dal M5S.
  • E’ un iniziativa importante, in questo modo si parlerà di euro, eurozona, debito e BCE e anche nel resto d’Europa catalizzerà l’attenzione………
    Il problema non è se il referendum sia controproducente come strategia politica.
    Il problema è la sostanza di quello che proponi, qui ormai con la tattica e la strategia politica non fai più un ‘azzo, qui è l’ora di chi capisce qualcosa di economia.
    Con questo tipo di discorso (imitato appunto da Bagnai e Borghi) per il ritorno alla lira perderai di sicuro, perché è Naïf, presta il fianco a critiche facili e non suona realistico a chi capisce qualcosa del mondo finanziario…
    Persino alla conferenza che ha organizzato Bagnai, con anche Borghi, in novembre c’erano un paio di economisti non pro-euro, ma semplicemente più scettici, che hanno mostrato facilmente che il ritorno alla lira è dieci volte più complicato di come lo descrivono
  • Vediamo di ri-spiegarlo, perché la disgregazione dell’Euro a partire dall’Italia è una questione epocale, gli interessi in gioco sono semplicemente colossali, non è una questione che riguarda l’Italia e basta…
    Il mercato attualmente finanzia il debito italiano a tassi tra l’1% e il 2% (il decennale del BTP quotava 1,95% ieri). Questo perché l’inflazione è crollata dal 3% e rotto del 2011 al -0,4% per merito dell’austerità che ha distrutto l’economia.
    Per cui comunque un BTP rende in termini reali un +2,4% che al momento nel mondo per un titolo pubblico è parecchio.
    Ma anche perché vale ancora la promessa della BCE di Draghi di comprare BTP SE NECESSARIO PER TENERE ASSIEME L’EURO.
    CIOE’ IL MERCATO CHIEDE SOLO IL 2% ALL’ITALIA PERCHE’ L’INFLAZIONE è SOTTOZERO E PERCHÉ SI FIDA CHE DRAGHI NE COMPRERA’ SE L’EURO ENTRA IN CRISI.
    Giusto ? Siamo d’accordo ?
    Quando ritornassi alla Lira questa si svaluterà del -20% circa contro dollaro (e metà delle valute del mondo che sono legate al dollaro) e del -60% contro marco (e altre valute del nord-europa) e ci sarà quindi più inflazione (da costi di importazione). OK ? Qui per ora stiamo sfondando porte aperte, ma è solo l’inizio, purtroppo l’economia globale moderna finanziaria è una catena di effetti e cause…
  • Se ci limitasse a tornare alla lira e basta, l’economia non si riprenderebbe però molto, se ritorni alla lira lo fai ANCHE per ridurre le tasse e di molto.
    Oppure per aumentare la spesa pubblica, insomma per aumentare il deficit pubblico altrimenti lo stimolo che viene dall’importare meno ed esportare di più non è sufficiente.
    (Occorre la prova ? il Giappone ha svalutato del -35% contro euro e quasi del -45% contro dollaro negli ultimi due anni. Il PIL è migliorato di 1 punto e mezzo percentuale, forse due punti… di crescita… e loro sono il Giappone…)
    Anche aumentare il deficit pubblico quindi produrrà più spesa e più inflazione (specie se aumenti la spesa pubblica).
    Bene, ma allora siamo anche d’accordo che ritornare alla lira significa avere due fattori di inflazione importanti, la svalutazione e i deficit pubblici aumentati.
    Quindi ci sarà un inflazione che sale da -0,4% a, per esempio, 5% e rotti (se va bene).
    Il mercato questo ragionamento che ho appena fatto lo fa e lo sa da anni e quindi giocherà d’anticipo e senza aspettare che l’inflazione si materializzi chiederà un rendimento del 2% reale (a cui è abituato da 30 anni) + inflazione, quindi del 2% + 5% = 7%, se tutto va bene. Di conseguenza i BTP che oggi pagano un 2% pagheranno un 7%, se tutto va bene. E quindi il costo del debito pubblico esploderà velocemente dagli attuali 85 mld di euro a (supponendo una parità iniziale 1 euro per 1 lira) a 100, poi 110, poi 120, poi 130 mld…
  • Occorre ricordare qui che prima dell’arrivo dell’euro, nel 1993-1996, l’Italia pagava l’equivalente di 180 mld di oggi di interessi e un 21% della spesa pubblica (e un 11% circa del PIL !!!).
    A meno che….
    A meno che…la Banca d’Italia non si metta lei a fare “QE” a manetta, cioè Bankitalia compri dai 200 mld in su di titoli di stato (su 400 mld che vanno in scadenza ogni anno).
    Questo è possibile e fattibile e anche giusto, ma ovviamente se uno stato come l’Italia esce dall’Euro e svaluta quindi di colpo e poi in aggiunta si mette a stampare 200 mld di lire all’anno solo per comprare BTP succede poi quello che succede ora al Giappone, che fa una politica del genere, ma in modo più estremo.
  • Succederà allora che la svalutazione iniziale del -20% circa contro dollaro (e metà delle valute del mondo che sono legate al dollaro) e del -60% contro marco (e altre valute del nord-europa) diventerà forse del -30% contro dollaro e del -80% contro marco..
  • Attenzione però che non sto esagerando.
    Il cambio Lira/Marco era a 200 lire a inizio anni ’70 ed arrivò a 1,200 lire a metà anni ’90, quindi in 25 anni circa era aumentato di 6 volte (la quantità di lire necessarie per comprare 1 marco….).
    Se tanto mi da tanto, dopo 15 anni in cui è bloccato non ci sarebbe niente di strano che il cambio Lira/Marco da 1000 lire (supponendo ora per fare un confronto più facile di che si esca alla parità di 1,000 lire per 1 marco..) vada a 2,000 lire per 1 marco.
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    A quel punto però sia l’inflazione importata e gli effetti sull’import export che le perdite sui risparmi in lire si amplificano ancora rispetto all’ipotesi iniziale di una svalutazione diciamo seria, ma non drammatica.
    …….Ah ah… qui siamo arrivati al “buco nero” del discorso della lira, la fuga di capitali
  • Diciamo allora che l’italiano che aveva un milione di euro e li avesse lasciati in Italia se ne ritrova la metà rispetto all’italiano che aveva un milione di euro e li avesse spostati su qualcosa di germanico.
  • Nota a margine (ma nemmeno troppo…): CAPITO PERCHE’ DA ANNI FACCIAMO GRUPPI D’ACQUISTO IMMOBILIARI SU BERLINO ANCHE SE TANTI “IMPRUDENTI RITARDATARI” CONTINUANO A NON “DARSI UNA SVEGLIA”?…
    Ehi… il problema del ritorno secco alla lira, con la conversione forzosa di circa 4mila mld di saldi bancari oggi in euro per decreto una mattina di lunedì in lire è che nei mesi precedenti CI SARA’ LA MADRE DI TUTTE LE FUGHE DI CAPITALI
  • Qui si fa finta che non esista la madre di tutti i problemi del ritorno alla Lira
    e cioè che l’italiano che aveva un milione di euro e li lasci in Italia se ne ritroverà la metà rispetto all’italiano che aveva un milione di euro e li sposta su qualcosa di germanico.
    Un terzo della ricchezza finanziaria degli italiani attuale può prendere la strada dell’estero.
    Che significa che il sistema bancario italiano salterà e andrà salvato con centinaia di miliardi..
    ……ma non si affronta il punto debole del ritorno alla lira “secco”: la paura per i propri risparmi, il semplice fatto che chi riuscirà per tempo a liquidare bot, cct, btp, pronti contro termine, obbligazioni bancarie italiane e tutto quello che ha di italiano nel portafoglio guadagnerà dal 50% in su rispetto ai tapini che invece rimangano incastrati in Italia o con investimenti italiani.
  • Dato che la ricchezza finanziaria in Italia, come in tutti i paesi moderni, è concentrata, almeno il 50% è in mano ad un 5% della popolazione, quelli che hanno dal milione di euro in su pro-capite e non sono tutti sprovveduti, hanno consulenti in banca o altrove, hanno o nipoti o figli o amici che gli spiegano magari qualche cosa oppure anche loro leggono internet ecc…
  • Questa piccola fetta della popolazione che è benestante e ha qualche milione di euro a testa, appena sentirà che l’uscita dall’Euro non è una teoria, ma una possibilità reale, appena ne vedrà discutere seriamente in TV, appena vedrà che c’è il referendum sul serio ad esempio e i sondaggi non sono a favore dell’euro, che la lira può anche vincere… sai cosa succederà ?
  • Non tutti ovviamente, ma anche solo un terzo si spaventeranno e sposteranno i loro soldi…
    …..E quindi dei 3,500 mld di euro e rotti della ricchezza finanziaria degli italiani attuale può essere che almeno 800 mld prendano la strada dell’estero e che il sistema bancario italiano salti..
    (E questa è una stima che faccio conservativa, nel 2011 dalla Spagna sono usciti circa 300 miliardi ad esempio solo perché si temeva un default della Grecia e un possibile “contagio”…senza nemmeno che si temesse il ritorno della Spagna alla peseta)
    ……E cosa succede di brutto se vengono venduti titoli pubblici e bonds bancari, liquidati conti risparmio, p/c, prelevati contanti ecc.. per diciamo 800 mld dalle banche italiane…?
    Che è una corsa “agli sportelli” delle banche, che queste avranno bisogno di essere salvate e Bankitalia dovrà stampare altri 200 o 300 o 400 mld per sostenerle…e questo a sua volta farà svalutare ULTERIORMENTE la lira ecc..
    ………………………………..

AU SECOURS ! REVOILA LES BUSH …

 

Luc MICHEL pour PCN-INFO / Avec AFP – Archives PCN/ 2014 12 17/

 JEB

« Etats-Unis: Jeb Bush se lance dans la course à la Maison Blanche », titre l’AFP.

Jeb Bush, petit-frère et fils de deux anciens présidents américains, a annoncé mardi la première étape de sa candidature à la présidentielle de 2016, premier républicain à se lancer officiellement dans la course à la Maison Blanche.

“J’ai décidé d’explorer activement la possibilité d’être candidat à la présidence des Etats-Unis”, a-t-il annoncé dans un message sur Facebook, ce qui correspond traditionnellement à la première étape d’une candidature aux primaires.

 Soutenu par les Neocons comme son frère Georges Walker Bush II, conseillé par Karl Rove le « spindoctor » des Bush et de nombreux républicains, John Ellis Bush, dit Jed, a surtout été de 1999 à 2007 le gouverneur républicain de Floride. Où il a permis une vaste fraude électorale aux « machines à voter » qui a permis l’élection de son frère Georges Walker Bush II à la présidence avec moins de voix que ses adversaires (en particulier le démocrate Al Gore en 2000). La Floride est un des états-clés de la présidentielle américaine, avec notamment le vote des réfugiés cubains de 1960, capté par les Bush. C ‘est déjà en Floride qu’une autre dynastie bourgeoise américaine, les Kennedy, avaient fait acheter les votes par leurs alliés mafieux et permis l’élection de John Kennedy au début des années 1960…

 # Sur la fraude électorale actuelle aux USA, lire sur le wensite d’EODE :

DEMOCRACY & ELECTIONS / BROKEN BALLOTS. WILL YOUR VOTE COUNT?

http://www.eode.org/eode-books-democracy-elections-broken-ballots-will-your-vote-count/

 Jeb Bush est particulièrement l’un des signataires du « Projet pour le nouveau siècle américain » (PNAC, un think tank néoconservateur), le manifeste-phare idéologique et programmatique des neocons.

 DYNASTIES BOURGEOISES DU PARLEMENTARISME OCCIDENTAL

 L’une des tares qui condamne le parlementarisme petit-bourgeois occidental, c’est l’accaparement des fonctions électives principales non seulement par une minorité de partis du Système, mais surtout par des dynasties bourgeoise à qui le statut de milliardaires ou de multi-millionaires garantit non seulement l’accès à l’élection mais l’élection elle-même. L’argent faussant l’élection, qui n’a plus rien de démocratique. Le parlementarisme occidental, caractérisé par le népotisme, a débouché sur une oligarchie politico-économique qui a confisqué la démocratie.

 Les Bush en sont l’illustration, les USA ayant ouvert la voie à cette confiscation dès les Années 1950. Jeb Bush est le frère cadet de l’ancien président George W. Bush I (2001-2009) et le fils de George H. W. Bush II (1989-1993). La Famille ayant fait fortune dans la collaboration financière avec le IIIe Reich nazi avec le fondateur Prescott Bush (prénom vénéré dans la famille, porté par BUSH I et l’un des fils de Jeb) ( 1), devenus pétroliers aux Texas …

 Luc MICHEL

 (1) George et Laura Bush se sont recueillis, le 31 mai 2003, à Auschwitz II-Birkenau. Le camp, construit en 1940, est devenu, en 1942, le principal centre d’extermination du IIIème Reich. Entre 1 100 000 et 1 500 000 personnes y furent assassinées. Des détenus furent aussi exploités comme main d’œuvre gratuite par les compagnies liées au régime nazi. C’est ainsi que prospéra à Oswiecim une usine appartenant à Prescott Bush, le grand-père de l’actuel président des Etats-Unis. Ce dernier a accepté sans états d’âme d’hériter du sinistre patrimoine. Prescott Bush, ami personnel de nombreux dirigeants du IIIème Reich, multiplia les joint-ventures avec les autorités nazies durant la période 1933-1941. Il continua à « faire des affaires » avec le régime nazi pendant la Seconde Guerre mondiale.

La famille Bush n’est aucunement responsable des crimes du grand-père, nous direz-vous ? Cependant, les profits réalisés par la Consolidated Silesian Steel Company furent gérés par le financier d’Hitler, Fritz Thyssen, jusqu’à sa mort, en Argentine, en 1951. Un million et demi de dollars furent alors récupérés par Prescott Bush, via l’Union Banking Corporation, et placés dans une société anonyme créée pour l’occasion, l’Overby Development Company. À la mort de Prescott, cet argent revint à George Bush père qui en confia la gestion à un homme de confiance, William Farish III (qui sera fait ambassadeur des Etats-Unis à Londres), lui-même petit-fils du financier états-unien de la société IG Farben qui fabriqua le gaz mortel utilisé dans les chambres d’Auschwitz. En 1980, George Bush père, ayant été élu à la vice-présidence des États-Unis, organisa sa propre succession de son vivant en donnant sa fortune à un trust appartenant à ses enfants. George W. Bush accepta alors l’argent du crime.

 Ces faits sont parfaitement connus et ont fait l’objet de nombreuses publications, notamment : Wall Street and the Rise of Hitler, par Antony C. Sutton, 1976 ; Trading with the Enemy, An Expose of the Nazi-American Money Plot 1939-1944, par Charles Higham, Delacorte Press éd., 1983 ; George Bush, The Unauthorized Biography, par Webster Griffin Tarpley et Anton Chaitkim ; The Secret War Against the Jews, par John Loftus et Mark Aarons, St Martin Press éd., 1997 ; « Heir to the Holocaust, How the Bush Family Wealth is Linked to the Jewish Holocaust », par Toby Rodgers, in Clamor Magazine, mai-juin 2002. Ils ont rarement été portés à la connaissance du public francophone, hormis dans La Guerre des Bush, les secrets inavouables d’un conflit, par Éric Laurent (Plon éd., 2003) et plusdieurs éditos de PCN-INFO en 2003-2011. Ils ont été corroborés par des documents rendus publics, en 2001, par les archives néerlandaises et expertisés par John Loftus, président du Florida Holocaust Museum.

Lire aussi : Toby ROGERS, « LA FORTUNE DES BUSH ENTACHEE DU SANG DES DEPORTES »,  http://perso.cs3i.fr/do/textes/PrescottBush.htm