Roma chiama, Venezia risponde. Come in una staffetta senza soluzione di continuità, le inchieste sulla corruzione italica si passano il testimone. Tocca di nuovo al bubbone tangentaro del Mose…

di Martino Villosio

Roma chiama, Venezia risponde. Come in una staffetta senza soluzione di continuità, le inchieste sulla corruzione italica si passano il testimone. Tocca di nuovo al bubbone tangentaro del Mose vomitare l’ennesima notizia su politici indagati. Si tratta dei due parlamentari del Pd Davide Zoggia e Michele Mognato. Entrambi deputati veneti, entrambi raggiunti da avvisi di garanzia per concorso in finanziamento illecito.

La procura di Venezia li ha iscritti nel registro degli indagati e valuta la loro posizione in relazione alla “famigerata” somma di 560 mila euro che sarebbe stata data dal patron del Consorzio Venezia Nuova Giovanni Mazzacurati all’allora sindaco della città lagunare Giorgio Orsoni per finanziarne la campagna elettorale. La notizia è stata anticipata ieri dal telegiornale delle 20 di La7. Sarebbe stato proprio Orsoni, dimissionario a giugno dopo essere stato messo agli arresti domiciliari, a riversare la responsabilità del finanziamento ricevuto dal presidente del Consorzio (incaricato di costruire la maxidiga del Mose) su Zoggia e Mognato.

Questi ultimi, a quanto si apprende, sono stati interrogati lo scorso martedì in Procura, nell’ambito della conclusione delle indagini che dovrebbero portare a processo l’ex sindaco, e avrebbero invece, a loro volta, scaricato ogni responsabilità sul loro accusatore Orsoni. “Non siamo mai intervenuti a sollecitare finanziamenti illeciti per la sua campagna elettorale”, hanno spiegato ai pm, negando di essere stati i destinatari finali del finanziamento in nero di 450 mila euro messo a disposizione da Mazzacurati sui 550 mila totali ricostruiti dai magistrati. Dei due indagati, il nome più pesante è senz’altro quello dell’ex responsabile organizzativo del Partito Democratico all’epoca della segreteria di Pierluigi Bersani (nonché ex candidato alla provincia di Venezia prima di diventare deputato) Davide Zoggia. Già nel giungo scorso, all’epoca del terremoto giudiziario sul Mose (per il quale l’ex governatore del Veneto Galan ha patteggiato due anni e 10 mesi di reclusione) Zoggia era stato chiamato in causa nell’inchiesta. Zoggia allora si dimise dalle cariche di segretario e componente della Giunta per le Autorizzazioni della Camera dopo l’uscita delle indiscrezioni che lo volevano coinvolto nell’inchiesta, in vista della pronuncia della stessa Giunta sulla richiesta di arresto sollevata nei confronti di Galan. Ma si era anche difeso con veemenza annunciando querele: «Qualsiasi tentativo di accostare il mio nome all’indagine della Procura rappresenta una mera illazione«.

Anche il nome di Michele Mognato era già uscito alla ribalta in relazione all’inchiesta sul Mose: all’epoca era segretario provinciale del partito. Stando a quanto spiegato da Orsoni ai pm (la notizia uscì già nel giugno scorso) i due, assieme al consigliere regionale del Pd Giampietro Marchese, lo avrebbero spinto a chiedere nuovi finanziamenti a Mazzacurati dicendogli «Guarda che il tuo concorrente Brunetta è in vantaggio e dispone di un budget, si dice, di un milione di euro. Fai la figura del pezzente, datti da fare». Orsoni sarà interrogato dai pm la prossima settimana e a questo punto potrebbe rischiare l’accusa di calunnia se le sue affermazioni non trovassero adeguato riscontro.

Fonte: Il Tempo

Roma chiama, Venezia risponde. Come in una staffetta senza soluzione di continuità, le inchieste sulla corruzione italica si passano il testimone. Tocca di nuovo al bubbone tangentaro del Mose…ultima modifica: 2014-12-15T14:15:44+01:00da davi-luciano
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