Scandalo Lussemburgo: altre ombre su Juncker, “sconti fiscali pure a Skype e Disney”

ma la Ue non era stata costituita per l’eguaglianza tra nazioni?

giovedì, 11, dicembre, 2014

L’ombra dello scandalo LuxLeaks torna ad allungarsi sul presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, con novita’ nell’inchiesta sugli accordi fiscali tra 340 grandi multinazionali e il Lussemburgo, quando Juncker ne era il premier.
Ora spuntano i nomi di 35 nuove aziende tra cui alcune del calibro di Skype, Walt Disney, Telecom Italia e Koch Industries che avrebbe sottoscritto accordi con il Granducato tra il 2003 e il 2011. La lista, di cui e’ entrato in possesso il Consorzio internazionale dei giornalisti di inchiesta, si agiunge a una serie di nomi illustri come Apple, Amazon, Ikea, Pepsi, Heinz, Verizon e AIG.
Tutti questi gruppi avrebbero partecipato al sistema di accordi “tax ruling” che permette a una societa’ di chiedere a un Paese che tipo di trattamento fiscale riceverebbe se decidesse di stabilire li’ la propria residenza fiscale o di eseguirvi una determinata operazione. A inizio novembre lo scandalo Luxleaks all’inizio di novembre aveva gia’ rovinato l’insediamento di non avere nulla da rimproverarsi anche se ha ammesso che lo scandalo lo ha danneggiato: “Mi sento indebolito, perche’ Luxleaks lascia credere che io abbia partecipato a delle manovre che non rispondono alle regole elementari dell’etica e della morale. Io non sono l’architetto del sistema, ma ne sono politicamente responsabile“. agi

Scandalo Lussemburgo: altre ombre su Juncker, “sconti fiscali pure a Skype e Disney”ultima modifica: 2014-12-12T13:41:46+01:00da davi-luciano
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