Archivi giornalieri: 8 dicembre 2014
Oltre 200 persone arrestate durante le proteste a New York
il fratello Obama è tanto umano e democratico
6 dicembre 2014, 01:21
La polizia di New York ha arrestato più di 200 persone durante il secondo giorno di proteste a seguito della morte dell’afroamericano Eric Garner sotto custodia della polizia.
Le forze dell’ordine hanno riferito che gli arrestati hanno violato l’ordine pubblico e si sono rifiutati di ripulire le strade. A Times Square i manifestanti si sono scontrati con gli agenti, ma i poliziotti sono riusciti a riportare la situazione sotto controllo.
Lo scorso luglio un ufficiale di polizia di New York aveva strangolato Garner in stato di fermo con l’accusa di contrabbando di sigarette. In seguito la giuria della Corte distrettuale di New York aveva deciso di non processare il poliziotto.
Per saperne di più: http://italian.ruvr.ru/news/2014_12_06/Oltre-200-persone-arrestate-durante-le-proteste-a-New-York-4143/?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews
Perché sono eccessive le aspettative sulle prossime mosse amerikane della Bce
06 – 12 – 2014
Guido Salerno Aletta
Dobbiamo decidere se rimettere al centro l’economia reale, stretta tra la pressione fiscale e restrizioni creditizie, oppure se proseguire con la finanziarizzazione del sistema. Se è meglio incrementare gli investimenti, i redditi e l’occupazione, oppure dare vita ad una bella fiammata dei prezzi sulle Borse. Di un Quantitative Easing nell’Eurozona (QeE), con l’acquisto di titoli di Stato da parte della Bce, si fa un gran parlare. Si dovrebbero adottare le soluzioni individuate da tempo dalla Fed americana, dalla Banca di inghilterra e da quella del Giappone per sostenere la ripresa.
LE PROSSIME MOSSE DELLA BCE
Sarebbe l’ultimo toccasana della politica monetaria europea, dopo le Ltro triennali varate a cavallo tra il 2011 ed il 2012, l’azzeramento ormai pressoché completo dei tassi di riferimento, la introduzione di remunerazioni addirittura negative sui depositi eccedenti la riserva obbligatoria, il recente varo delle T-Ltro destinate al finanziamento dell’economia reale ad eccezione dei mutui immobiliari ed il programma appena avviato di acquisto di Asset backed securities (Abs) e Corporate bond (Cb), per importi invero assai esigui.
CHE COSA HA FATTO FRANCOFORTE
La Bce, diversamente dalle altre grandi banche centrali, ha dapprima aumentato il volume del proprio bilancio in rapporto al pil dell’Eurozona, portandolo dal 15% di metà 2008 al picco del 32,8% di metà del 2012, per poi ridurlo fino al 20,5% degli inizi del 2014. In pratica, ha drenato liquidità per oltre 12 punti del pil dell’Eurozona in meno di due anni. Va rilevato però che il profilo della liquidità immessa dalla Bce corrisponde a quello dello sbilancio registrato all’interno del sistema Target 2, che regola i pagamenti interbancari all’interno dell’area. Il picco di liquidità immessa dalla Bce nel 2012 coincide infatti con il livello di massimo accreditamento della Bundesbank e delle Banche centrali del gruppo dei Paesi denominati DNLF (Germania, Olanda, Lussemburgo e Finlandia) nei confronti delle Banche centrali dei Paesi GIIPS (Grecia, Italia, Irlanda, Portogallo e Spagna). In pratica, a fronte dei trasferimenti interbancari all’interno dell’area, per il pericolo di default, la Bce ha finanziato con liquidità compensativa le banche centrali dei Paesi da cui defluiva la valuta, che ha poi drenato a mano a mano che gli squilibri all’interno del Target 2 si sono andati riassorbendo.
AUMENTO O CORREZIONE?
Sulla base di questa considerazione sembra quindi che in realtà la Bce non abbia dato seguito ad una politica di aumento complessivo della liquidità, ma che si sia limitata a correggere con propri mezzi compensativi gli squilibri all’interno dell’Eurozona con interventi a favore delle aree deficitarie. La questione è rilevante, poiché ne deriva un severo ridimensionamento del contributo netto recato finora dalla Bce in termini di liquidità aggiuntiva.
I BENEFICIARI
Di questi squilibri di liquidità all’interno dell’area occorre tener conto in vista di un possibile QeE. Infatti, se non è affatto scontata la correlazione tra acquisto di titoli di Stato (sul mercato secondario) ed immissione di liquidità nell’economia reale, occorre cercare di capire se i benefici dell’operazione si allocheranno nel Paese di emissione dei titoli acquistati dalla Bce e chi potrà concretamente disporre della nuova liquidità.
TROPPE ASPETTATIVE?
In pratica, si sta alimentando l’aspettativa di un diluvio di liquidità, che liberi gli attivi di banche, assicurazioni, fondi previdenziali e di investimento dagli immobilizzi in titoli di Stato: per molti, la unica prospettiva è di fare trading, sano o speculativo non importa. L’idea che si sta trasmettendo al mercato è che si tratti di una versione aggiornata della “Greenspan put”: tutti si attendono un rally sulle Borse, scommettendo non più al ribasso visto lo stato dell’economia, ma al rialzo. Questa ipotesi sarebbe contraddittoria rispetto agli obiettivi della Bce, dopo che ha deciso di effettuare le T-Ltro vincolando il rifinanziamento del sistema bancario alla erogazione di credito all’economia reale, ed escludendo addirittura i mutui immobiliari per evitarne fiammate di valore. Non avrebbe niente a che vedere nemmeno con l’obiettivo fin qui dichiarato dalla Bce di volere intervenire anche con mezzi non convenzionali per evitare la tendenza alla deflazione dei prezzi al consumo.
NON BASTA IL QE
L’ipotesi di utilizzare il QeE per fornire agli operatori finanziari liquidità esuberante, da impiegare nel carry trade, coglierebbe solo parzialmente la prospettiva di contrastare la deflazione: la si otterrebbe svalutando, attraverso l’aumento dei prezzi all’importazione che deriva dall’indebolimento dell’euro rispetto alle altre valute. L’euro si aggiungerebbe buon ultimo allo yen, al real brasiliano ed al rublo, che per motivi diversi hanno già svalutato: se in teoria ne beneficerebbero direttamente le aziende esportatrici europee, in primo luogo quelle della Germania che ormai matura l’intero avanzo della bilancia dei pagamenti correnti attraverso le relazioni extra-Ue, basta vedere che cosa è successo di recente con la riduzione del prezzo del petrolio sui mercati internazionali. E’ solo per questo motivo che il saldo estero italiano è migliorato, anche se i prezzi alla pompa sono rimasti pressochè invariati: per i consumatori, quindi, non c’è stato alcun vantaggio. Al contrario, un aumento dei prezzi delle importazioni impoverirebbe ancora le fasce più deboli della popolazione europea. Si è già visto qual’è l’effetto dell’aumento dell’Iva sui consumi, in Italia come in Giappone: cadono.
L’OBIETTIVO DELLA BCE
L’obiettivo della Bce è di combattere la tendenza dei prezzi alla deflazione, ma non ricorrendo ad artifici controproducenti: il Qe deve essere congegnato in modo da fornire liquidità che si indirizzi all’economia reale, alimentando la domanda interna.
CHE COSA MANCA IN EUROPA
Il punto dolente è che mancano in Europa i congegni istituzionali che negli Usa garantiscono il finanziamento del Tesoro e quindi dell’economia reale con la nuova liquidità immessa dalla Fed. Essendo vietato anche a quest’ultima di finanziare direttamente il Tesoro, le emissioni di titoli vengono inizialmente sottoscritte dai Primary Dealer (PD’s). Questi li girano alla Fed, a fronte del versamento della liquidità corrispondente sui conti intrattenuti con questi operatori, ed infine il Tesoro effettua operazioni di cash managment, emettendo titoli di tesoreria sottoscritti dai PD’s in contropartita della liquidità così ritirata. Siamo così di fronte ad un artificio, che aggira legalmente il divieto. Solo la differenza tra la liquidità acceditata dalla Fed sui conti dei PD’s e quella non ritirata dal Tesoro rimane a disposizione per effettuare operazioni sui mercati finanziari. E’ un meccanismo molto simile a quello che veniva utilizzato in Italia, prima del cosiddetto divorzio tra Tesoro e Bd’I, salvo il fatto che la Banca d’Italia sottoscriveva direttamente l’inoptato dal mercato e pagava essa stessa con nuova liquidità i mandati di pagamento delle spese statali nell’ambito del servizio di Tesoreria provinciale.
EFFETTO FED
C’è poi la questione della retrocessione degli interessi sui titoli acquistati dalla banca centrale: nel 2013, la Fed è stato il principale contribuente del fisco, avendo versato ben 77,7 miliardi di dollari, al netto delle spese e delle commissioni, derivanti dalla detenzione di titoli pubblici e dalla loro negoziazione sul mercato aperto. Avveniva lo stesso da noi, nei rapporti tra BdI e Tesoro. Ma oggi, è un meccanismo tutto da costruire.
LE SOLUZIONI ALTERNATIVE
In Italia esistono già gli operatori specializzati in operazioni sul debito pubblico, appositamente accreditati presso il Ministero dell’economia, e la Banca d’Italia espleta tuttora il servizio di Tesoreria provinciale, intrattenendo appositi conti con il Ministero dell’economia su cui si accreditano anche i proventi delle aste del debito pubblico. Sovente, poi, per approfittare di buone condizioni sul mercato, si effettuano emissioni ulteriori rispetto al fabbisogno, mettendo fieno in cascina. Le Poste italiane effettuano pagamenti per pensioni ed altri assegni per conto dello Stato, spesso anticipando le disponibilità del bilancio statale e dell’Inps. Inoltre, essendo ancora di intera proprietà pubblica e detenendo una quantità molto rilevante di titoli di Stato a fronte della raccolta del risparmio postale, potrebbero cedere alla Bce una quota consistente di questi immobilizzi, al fine di finanziare i progetti di sviluppo della sua Banca per il Mezzogiorno e nuove emissioni da parte della Cassa DD.PP.
NON SOLO ACQUISTI
Se vogliamo attivare anche in Italia il QeE, attraverso l’acquisto di titoli di Stato da parte della Bce, occorre definire tutti i meccanismi ed i canali necessari per consentire alla liquidità aggiuntiva di affluire davvero all’economia reale. Se la Bce si limita a comprare i titoli di Stato italiani sul mercato, magari facendoseli vendere da un grande fondo di investimenti straniero, i gestori userebbero la liquidità ottenuta per comprare altri titoli, chissà dove: l’impatto sull’economia reale e sulla Borsa italiana sarebbe pari a zero.
IL BIVIO
Serve un sistema trasparente per ricapitalizzare e finanziare le imprese a lungo termine. Dobbiamo decidere se rimettere al centro l’economia reale, stretta tra la pressione fiscale e restrizioni creditizie, oppure se proseguire con la finanziarizzazione del sistema. Se è meglio incrementare gli investimenti, i redditi e l’occupazione, oppure dare vita ad una bella fiammata dei prezzi sulle Borse.Se ne parla ogni giorno, tutti lo vogliono, ma per ora il QeE è solo un mistero.
http://www.formiche.net/2014/12/06/quantitative-easing-bce-fed-confronti/?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews
IL CONGRESSO USA HA DICHIARATO GUERRA ALLA RUSSIA
178 miliardi di dollari in “tangenti” ai governi: ecco a voi la principale associazione criminale della storia
Pasolini, Longanesi e la sinistra degli arricchiti
purtroppo per le sinistre gli ultimi non sono i disoccupati senza reddito di cittadinanza, non sono i cassintegrati o coloro in liste di mobilità, non sono gli sfrattati e le famiglie che vivono in macchina, non sono quel 70% di pensionati con un’entrata sotto i mille euro. Gli utlimi per la sinistra non sono gli operai che si vedono chiudere l’azienda o licenziare. Basti pensare all’opposizione alla precarizzazione che va avanti imperterrita senza alcun ostacolo. Il sistema concede di fare qualche sfilata ogni tanto per consentire loro di salvarsi la faccia e gestire il malcontento. Non esistono, sono invisibili perché la povertà indigena non esiste, gli italiani sono solo evasori.
Han detto chi rappresentano a gran voce, come dimostra lo scandalo degli appalti di Roma capitale.
La sinistra italiana, o presunta tale, ha sacrificato il contadino per il docente universitario e le sue lezioni. Ha venduto l’osteria per la platea alla Leopolda. Ha snobbato il mercato rionale per abbracciare BlackRock. Questa non è una sinistra, non è la sinistra di un Pasolini.
LA REDAZIONE – 22 NOVEMBRE 2014
Di Alessandro Catto
Proprio pochi giorni fa, Vittorio Sgarbi, ospite di una trasmissione mattutina di La7, è intervenuto in maniera efficace sul nuovo corso della Lega Nord. Nei pochi minuti della durata del suo intervento è stato capace di spiegare le motivazioni della forte crescita nei consensi del Carroccio in questi giorni, e di gettare contemporaneamente un’ombra di discredito piuttosto pesante sui partiti di sinistra di oggi. L’aspetto emblematico e altresì paradossale è che un apprezzamento delle tematiche salviniane è possibile, e Sgarbi ce lo dimostra, facendosi carico del lascito ideologico non di intellettuali di Destra, bensì di alcuni dei personaggi che più di tutti hanno caratterizzato la storia della Sinistra in Italia, primo tra tutti Pasolini.
L’intervento di Sgarbi metteva in luce, infatti, la capacità della Lega Nord e dei suoi esponenti di farsi portatori oggi più che mai di istanze popolari, di dare voce al popolo. Il miglior alleato della Lega in Romagna, oggi, pare essere quel Casadei che attraverso la sua musica ha dato fiato all’amore per la propria terra, per le proprie tradizioni e la propria cultura. Quel Casadei simbolo rusticano di un patriottismo sano, col sorriso, di quel senso di appartenenza e identità che oggi a sinistra pare non trovare più posto. Pare trovare invece posto in questa Lega Nord, una Lega pasoliniana come la definisce Sgarbi, capace di difendere tipicità, tradizioni, eccellenze. Capace di farsi portatrice di senso di appartenenza, di cui le persone hanno bisogno oggi più che mai. Capace di ribadire la propria provenienza popolare, di sapersi aggrappare ad un mondo che si vorrebbe in tutta fretta far scivolar via. Il Carroccio oggi è una sorta di confidente di ciò che il paese vorrebbe tornare ad essere e anche di ciò che più teme, un confidente al quale si può raccontare tutto, anche se politicamente scorretto. Dalla festa di quartiere alla cucina tipica, dai dialetti al sorriso in osteria fino alla battuta tra paesani, la Lega sa esserci, e questa è una delle sue grandi forze, quella che le ha permesso di superare malversazioni, mal gestioni e scandali, e di presentarsi oggi ancora più radicata in un tessuto sociale italiano sempre più in crisi, non solo economica ma anche ideologica.
Crisi ideologica che coinvolge in primo piano moltissimi partiti, che coinvolge in primo piano la sinistra. Torniamo, per esempio, a Pasolini. Cosa direbbe oggi Pasolini di partiti come il PD, o Sel? A dispetto di ciò che credono i militanti e i simpatizzanti di queste forze, ne sarebbe, probabilmente, schifato. Non solo per gli scandali, per i malaffari, per la posizione prona nei confronti della politica estera a stelle strisce. Non solo per questi, che sono effetti, ma ne sarebbe schifato in primis per le cause. Sarebbe schifato dal depauperamento ideologico che ne sta alla base, dalla totale incapacità di parlare al popolo e alla sua miseria.
La miseria di cui parlava pure un Longanesi, la miseria che conserva, dignitosa, saperi e arti, bellezze, tipicità. La sinistra di oggi queste tipicità le calpesta in nome del Verbo della globalizzazione economica e non, dell’indistinto e dell’appiattimento morale, etico e personale. La transessualità dei valori in una sinistra colma di ipocrisie, figlia di rinnegazioni e cambi di nome, di posizione, di programma. Svenduta a sé stessa, divisa e incapace di rendersi popolare, ferma a combattere battaglie a scapito della popolazione, forte soltanto della propria, autoreferenziale, dittatura culturale. In una spirale di esterofilia, europeismo a tutti i costi, buonismo spicciolo ed inglesismi questa sinistra non è più capace di parlare il dialetto, di interloquire con la miseria, di parlare ai ceti più indifesi, ai piccoli artigiani, ai disoccupati. Una incapacità che si estende pure ai lidi estremi di tutto il panorama della sinistra, e che tocca anche partiti come Rifondazione Comunista o l’esperimento L’Altra Europa. L’incapacità, pur in un periodo di crisi, di una sinistra che per tornare veramente tale dovrebbe ripensare alla base il proprio rapporto con il paese. Paese inteso come insieme di abitanti, ma anche di tradizioni, culture, ricchezze. Pasolini con i ragazzi di vita delle borgate e dei rioni parlava, interloquiva, li ascoltava e sapeva capire. Non li bollava come razzisti, non li etichettava come invece si fa a gara a fare oggi.
Il linguaggio del ragazzo di borgata ma anche del contadino o dell’operaio non è quello di una Barbara Spinelli, quello di un Oggionni, di un Vendola, di una Annunziata, di un Migliore. E’ un linguaggio semplice, schietto, diretto, campestre, orgoglioso di essere politicamente scorretto. La sinistra italiana, o presunta tale, ha sacrificato il contadino per il docente universitario e le sue lezioni. Ha venduto l’osteria per la platea alla Leopolda. Ha snobbato il mercato rionale per abbracciare BlackRock. E se permettete questa non è una sinistra, non è la sinistra di un Pasolini. E’ un contenitore amorfo, dal quale è giusto staccarsi se, coscientemente, si continua a voler difendere il più debole, e se si continua a preferire il contadino al professorone. Una sinistra arricchita male, ipertrofizzata col nulla e cresciuta peggio, oggi antipopolare come mai lo è stata in passato. E’ una sinistra da cui in primis si sarebbe staccato un Pasolini.
http://www.lintellettualedissidente.it/italia-2/pasolini-longanesi-e-la-sinistra-degli-arricchiti/
AMERIKRAJNA
Che ci fa il miliardario Soros a braccetto con le Coop rosse?
i politically correct possono compiere le stesse nefandezze dei “fascisti”. Solo che sono autorizzati perché sono i giusti e agli altri del malaffare basta accusarli di essere reazionari che si tolgono di mezzo. Come le lotte tra cosche
Pubblicato su 7 Dicembre 2014
Forse non sarà necessario riscrivere l’articolo 45 della Costituzione (“La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata”); però questo ingresso del finanziere statunitense George Soros nella Igd, fondo di gestione immobiliare controllato dalla Lega delle Cooperative, in altri tempi lo avremmo definito un matrimonio contronatura.
Ma come? Il re della speculazione internazionale diventa terzo azionista di un fondo delle Coop “rosse”? Va bene che Soros nel tempo libero si trasforma in filantropo liberal, ma qui ci sono di mezzo gli affari; nonché l’assetto futuro del nostro depresso sistema economico. Che frutti potrà mai generare un simile innesto?
Desiderosi come siamo di attrarre investimenti stranieri nel belpaese, non ci permetteremo certo di fare gli schizzinosi. Né indugeremo nella dietrologia sulla firma del contratto con Soros, giunta proprio sei giorni dopo che il presidente della Lega Coop, Giuliano Poletti, è entrato a far parte del governo Renzi in qualità di ministro del Lavoro. La nomina di Poletti appariva come segno culturale adeguato alla durezza dei tempi: far ricorso all’esperienza solidaristica su cui è fondato il movimento cooperativo per favorire la nascita di nuove imprese e di nuovi strumenti di assistenza sociale.
Avevamo equivocato? Le Coop sono divenute semplicemente un nuovo “potere forte” che si cimenta in campo finanziario al
pari degli altri? La domanda non è oziosa, e l’arrivo di Soros ce lo conferma. […
Gad Lerner repubblica
Giuliano Poletti, Coop
la stampa – 4 marzo 2014 – Con un tempismo perfetto – a pochi giorni dalla nomina di Giuliano Poletti, già presidente di Legacoop a ministro del Lavoro, il finanziere di origini ungheresi, George Soros, ha comprato il 5% di Immobiliare grande distribuzione, diventando il terzo azionista della società, nata dal conferimento di una fetta del patrimonio di Unicoop Tirreno e Coop Adriatica.
E così il fondo Quantum Strategic Partners, gestito dal Soros Fund Management, ha rilevato tutte le azioni proprie in portafoglio, il 3,15% di Igd. La notizia è stata diffusa ieri ma l’investimento è stato fatto il 28 febbraio, sei giorni dopo che Poletti era diventato ministro. Sempre il 28 Unicoop Tirreno ha venduto al fondo del finanziere l’1,8% del capitale, scendendo dal 14,9% al 13,1%. Primo azionista di Igd resta Coop Adriatica con il 43,5%.
Tratto da: http://www.imolaoggi.it
L’Ungheria accusa l’UE di deliberato sabotaggio del “South Stream”
l’Ungheria del cattivo Orban, il dittatore sanguinario che sta con l’altro dittatore sanguinario detto Putin, secondo il mainstream politically correct.
6 dicembre 2014, 13:10
L’UE ha sabotato intenzionalmente la costruzione del gasdotto “South Stream”, ha dichiarato il Primo ministro ungherese Viktor Orban.
“L’UE ha lavorato instancabilmente per minare questo programma”, ha detto il Premier ungherese.
In precedenza Orban è stato criticato duramente da parte dei governi di diversi Paesi europei per la stabilizzazione dei rapporti di partnership con “Gazprom”.
Vladimir Putin il primo dicembre ha annunciato la rinuncia di Mosca al progetto.
http://italian.ruvr.ru/news/2014_12_06/LUngheria-accusa-l-UE-di-deliberato-sabotaggio-del-South-Stream-5396/?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews
POURQUOI NOUS COMBATTONS L’ESCROQUERIE DU FN !
LM pour Europäischer Widerstand – Résistance Européenne/
2014 12 06/
Pourquoi avons-nous toujours combattu (depuis 20 ans) l’escroquerie politique du FN ?
Le clan des millionnaires Le Pen, qui ont fait fortune par la politique, ce sont des proxénètes politiques chargés d’endiguer le mécontentement à droite.
Et les positions politiques du FN sont au-delà de la ligne rouge inacceptable pour nous :
Les anciennes positions, notamment l’antisémistisme et le négationnisme,
Les nouvelles positions pro-sionistes.
La xénophobie imbécile de toujours.
On notera que l’escroquerie c’est aussi de faire cohabiter pour ratisser large au FN les antisémites honteux et les opposants au mariage gay – que symbolise Jean-Marie Le Pen, mais aussi la petite-fille Marion, proche des groupuscules extrémistes – avec la direction devenue pro-sioniste et pro-israélienne (y compris et surtout dans la nouvelle génération du FNJ), et très gay-friendly, qui entoure Marine …
Et les positions correctes, mais terriblement opportunistes, sur la Russie et la Crimée amenées au FN par le géopoliticien Chauprade n’y changent rien
ELECTEURS DU FN OUVREZ LES YEUX !
L’alternative est en dehors du Système et pas à son extrême-droite …
LM
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