Littizzetto = Italiota Perfetto…22 Immobili…Tutti in ItaGlia e per di più in maggioranza a Torino&dintorni

scommetto che ci accoglie e sfama tanti profughi.
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Beh… una cosa è certa…pur essendo di Torino come me…
Luciana Littizzetto non legge sicuramente il mio Blog e non segue i miei saggi consigli economico-finanziari che martellano sulla necessità di differenziare/globalizzare i propri investimenti.
Al contrario il “mood” d’investimento della Lucianina è rimasto congelato ai tempi di mio nonno…anzi…mio nonno era persino più moderno…;-)
 
 
Una mega concentrazione sull’immobiliare, tutto in ItaGlia ed addirittura quasi tutto nella stessa città.
Non conosco il quadro completo dell’asset allocation di Luciana…
ma manca solo una bella fetta di risparmi su Bot&BTP, qualche bella obbligazione di qualche banchetta italiota (da torinese d.o.c. = conto alla San Paolo ed obbligazioni San Paolo… anche se l’hanno fusa con Intesa…) ed una bella manciata di Enel, Telecom e Fiat…. 😉
e poi l’asset allocation in stile mio nonno è completa…
Tutto solo in ItaGlia e Tutto denominato in euro naturalmente… 😉
 
Che poi l’immobiliare in Italia si stia trasformando da bene rifugio a bene d’uso,
che continui a svalutarsi…………………
.
 
ad essere ramazzato di tasse per fare cassa di breve e per tenere in piedi FallitaGlia,
che sia a rendimento spesso negativo,
che Torino sia sempre più una “città morta” etc etc
queste cose a “Nonna Littizzetto” non interessano….
Lei non legge l’informazione economico-finanziaria indipendente e si vede….
si vede eccome!… 😉
(una volta di più…capite perché l’informazione indipendente è un Bene Prezioso che va sostenuto attivamente soprattutto nel vs. interesse?)
 
PER UN BLOG E’ MOLTO IMPORTANTE CHE FACCIATE ALMENO LO SFORZO MINIMO DI CLICCARE SUI TASTI SOCIAL “MI PIACE”, “TWEET” ETC CHE TROVATE QUI SOTTO…GRAZIE.
(sul sostegno attivo – donazioni/pubblicità – già conoscete alla nausea il mio punto di vista…)
La certezza assoluta che la Littizzetto non legga il mio blog
è data poi dal fatto che, con una asset allocation del genere,
le arriverà una mega-RAMAZZATA con l’imminente Riforma del Catasto
che le manderà in mega-leva l’IMU (soprattutto considerando la tipologia di immobili che ha scelto)
 
 
Ma tanto pagare le tasse è bellissimo… a prescindere…come direbbero i katto-komunisti, no?….
Anche se le tasse sono ad un insostenibile 70% (reale), anche se poi chi le gestisce spreca e ruba a man bassa ed anche se i servizi stanno svanendo.
 
Aggiungo: visto che “i soldi” che ha fatto la Lucianina sostanzialmente glieli stiamo dando noi (via RAI…)
beh ….almeno potrebbe sforzarsi d’investirli in modo un po’ più sensato e moderno, invece che in stile “mio nonno” con un’allocazione ben poco saggia, ben poco efficiente ed ormai ben poco sicura….
Perché sarebbe una bella beffa che, oltre a tutto quello che le paghiamo di stipendio, si trovasse poi ad avere anche delle belle minusvalenze nei suoi investimenti… 😉
Lucianina, fammi una telefonata che ne parliamo …. e ti aprirò nuovi orizzonti e nuove prospettive d’investimento, che ormai in questo Mondo Iper-globalizzato, sono semplicemente l’ABC minimale dell’investitore accorto ed un minimo evoluto…che non sia rimasto inkiodato allo stile paleolitico di mio nonno.
I tempi cambiano e bisogna adattarsi.
E poi cara Lucianina ci facciamo anche due belle chiacchiere sulle ottime occasioni immobiliari che abbiamo trovato ancora a Berlino…;-)
Vedi il mio post: I Cortili di Berlino
 
NOTA BENE: Io non sto rinfacciando in nessun modo il fatto che Lucianina abbia fatto i soldi…anzi!
E’ stata brava e sono contento per lei!
Di immobili potrebbe anche averne 50 + 2 Ferrari + 3 Yachts e le farei solo i complimenti con ancora maggior forza….
In questo Blog non si fa (pseudo)moralismo italiota ipocrita, pauperista e katto-komunista…
né si fanno le pulci alla cazzo come fa “il Giornale” che spara queste indagini per mostrare come gli avversari politici od i VIPS “di altre fedi” siano pieni di soldi e dunque perderebbero il diritto di fare i moralisti in stile katto-komu et similia…
(Casta e mass-media-a-libro-paga ufficialmente fanno finta di “contrapporsi”…ma poi, per mangiare e rubarci i soldi, alla fin fine sono tutti UGUALI/alleati)
 
 
Dico solo che una asset allocation del genere è da Littizzetto-Italiota-Perfetto…
UN CASO tipo ancora molto diffuso in ItaGlia (purtroppo…)
in stile puramente tafazziano e da “facciamoci di male”….
Ed in tantissimi purtroppo fanno ancora gli stessi errori di Lucianina… non riuscendo a superare l’inerzia e l’abitudine delle loro arcaiche strategie d’investimento.
Non va più bene….non è più al passo con i tempi
e si rischiano delle belle mazzate.
 
3 dicembre 2014 14:32
TORINO – Luciana Littizzetto può vantare un impero immobiliare di tutto rispetto. Secondo quanto scrive Il Giornale sono ben 22 gli immobili, suddivisi tra case e garage, per la maggior parte dell’area di Torino, che le hanno permesso di entrare nella classifica dei primi 500 contribuenti d’Italia.
Proprio nel capoluogo piemontese Luciana Littizzetto annovera 10 appartamenti, 3 garage e altri locali adibiti a magazzino.
Quasi tutte le case, spiega Stefano Filippi sul Giornale, sono nella fascia precollinare sulla destra Po, zona residenziale, esclusiva, prestigiosa, non lontano dalla cupola neoclassica della Gran Madre di Dio…..
Il resto degli immobili sono a Bosconero, il luogo degli affetti familiari: qui Lucianina possiede due garage e quattro appartamenti……
 
Poi c’è la casa a Milano. Si tratta del primo mattone dell’impero: l’appartamento di 90 metri quadri……
Il Giornale ha conteggiato che in totale sono 72,5 vani di abitazioni, 124 metri quadrati di garage, una rendita catastale che l’Agenzia delle entrate fissa in 13.121,26 euro.
Che, rivalutata del 5 per cento e moltiplicata per il coefficiente di 120, dà un valore di circa 1.650.000 euro che rappresenterebbe la base imponibile da usare nelle compravendite.
Naturalmente il valore di mercato è enormemente più elevato.
 
(Okkio Lucianina…okkio alla riforma del catasto ormai al via…)

Oltre 200 persone arrestate durante le proteste a New York

il fratello Obama è tanto umano e democratico

6 dicembre 2014, 01:21

La polizia di New York ha arrestato più di 200 persone durante il secondo giorno di proteste a seguito della morte dell’afroamericano Eric Garner sotto custodia della polizia.
Le forze dell’ordine hanno riferito che gli arrestati hanno violato l’ordine pubblico e si sono rifiutati di ripulire le strade. A Times Square i manifestanti si sono scontrati con gli agenti, ma i poliziotti sono riusciti a riportare la situazione sotto controllo.
Lo scorso luglio un ufficiale di polizia di New York aveva strangolato Garner in stato di fermo con l’accusa di contrabbando di sigarette. In seguito la giuria della Corte distrettuale di New York aveva deciso di non processare il poliziotto.
Per saperne di più: http://italian.ruvr.ru/news/2014_12_06/Oltre-200-persone-arrestate-durante-le-proteste-a-New-York-4143/?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews

Perché sono eccessive le aspettative sulle prossime mosse amerikane della Bce

06 – 12 – 2014

Guido Salerno Aletta

Dobbiamo decidere se rimettere al centro l’economia reale, stretta tra la pressione fiscale e restrizioni creditizie, oppure se proseguire con la finanziarizzazione del sistema. Se è meglio incrementare gli investimenti, i redditi e l’occupazione, oppure dare vita ad una bella fiammata dei prezzi sulle Borse. Di un Quantitative Easing nell’Eurozona (QeE), con l’acquisto di titoli di Stato da parte della Bce, si fa un gran parlare. Si dovrebbero adottare le soluzioni individuate da tempo dalla Fed americana, dalla Banca di inghilterra e da quella del Giappone per sostenere la ripresa. 

LE PROSSIME MOSSE DELLA BCE

Sarebbe l’ultimo toccasana della politica monetaria europea, dopo le Ltro triennali varate a cavallo tra il 2011 ed il 2012, l’azzeramento ormai pressoché completo dei tassi di riferimento, la introduzione di remunerazioni addirittura negative sui depositi eccedenti la riserva obbligatoria, il recente varo delle T-Ltro destinate al finanziamento dell’economia reale ad eccezione dei mutui immobiliari ed il programma appena avviato di acquisto di Asset backed securities (Abs) e Corporate bond (Cb), per importi invero assai esigui.

CHE COSA HA FATTO FRANCOFORTE
La Bce, diversamente dalle altre grandi banche centrali, ha dapprima aumentato il volume del proprio bilancio in rapporto al pil dell’Eurozona, portandolo dal 15% di metà 2008 al picco del 32,8% di metà del 2012, per poi ridurlo fino al 20,5% degli inizi del 2014. In pratica, ha drenato liquidità per oltre 12 punti del pil dell’Eurozona in meno di due anni. Va rilevato però che il profilo della liquidità immessa dalla Bce corrisponde a quello dello sbilancio registrato all’interno del sistema Target 2, che regola i pagamenti interbancari all’interno dell’area. Il picco di liquidità immessa dalla Bce nel 2012 coincide infatti con il livello di massimo accreditamento della Bundesbank e delle Banche centrali del gruppo dei Paesi denominati DNLF (Germania, Olanda, Lussemburgo e Finlandia) nei confronti delle Banche centrali dei Paesi GIIPS (Grecia, Italia, Irlanda, Portogallo e Spagna). In pratica, a fronte dei trasferimenti interbancari all’interno dell’area, per il pericolo di default, la Bce ha finanziato con liquidità compensativa le banche centrali dei Paesi da cui defluiva la valuta, che ha poi drenato a mano a mano che gli squilibri all’interno del Target 2 si sono andati riassorbendo.

AUMENTO O CORREZIONE?
Sulla base di questa considerazione sembra quindi che in realtà la Bce non abbia dato seguito ad una politica di aumento complessivo della liquidità, ma che si sia limitata a correggere con propri mezzi compensativi gli squilibri all’interno dell’Eurozona con interventi a favore delle aree deficitarie. La questione è rilevante, poiché ne deriva un severo ridimensionamento del contributo netto recato finora dalla Bce in termini di liquidità aggiuntiva.

I BENEFICIARI
Di questi squilibri di liquidità all’interno dell’area occorre tener conto in vista di un possibile QeE. Infatti, se non è affatto scontata la correlazione tra acquisto di titoli di Stato (sul mercato secondario) ed immissione di liquidità nell’economia reale, occorre cercare di capire se i benefici dell’operazione si allocheranno nel Paese di emissione dei titoli acquistati dalla Bce e chi potrà concretamente disporre della nuova liquidità.

TROPPE ASPETTATIVE?
In pratica, si sta alimentando l’aspettativa di un diluvio di liquidità, che liberi gli attivi di banche, assicurazioni, fondi previdenziali e di investimento dagli immobilizzi in titoli di Stato: per molti, la unica prospettiva è di fare trading, sano o speculativo non importa. L’idea che si sta trasmettendo al mercato è che si tratti di una versione aggiornata della “Greenspan put”: tutti si attendono un rally sulle Borse, scommettendo non più al ribasso visto lo stato dell’economia, ma al rialzo. Questa ipotesi sarebbe contraddittoria rispetto agli obiettivi della Bce, dopo che ha deciso di effettuare le T-Ltro vincolando il rifinanziamento del sistema bancario alla erogazione di credito all’economia reale, ed escludendo addirittura i mutui immobiliari per evitarne fiammate di valore. Non avrebbe niente a che vedere nemmeno con l’obiettivo fin qui dichiarato dalla Bce di volere intervenire anche con mezzi non convenzionali per evitare la tendenza alla deflazione dei prezzi al consumo.

NON BASTA IL QE
L’ipotesi di utilizzare il QeE per fornire agli operatori finanziari liquidità esuberante, da impiegare nel carry trade, coglierebbe solo parzialmente la prospettiva di contrastare la deflazione: la si otterrebbe svalutando, attraverso l’aumento dei prezzi all’importazione che deriva dall’indebolimento dell’euro rispetto alle altre valute. L’euro si aggiungerebbe buon ultimo allo yen, al real brasiliano ed al rublo, che per motivi diversi hanno già svalutato: se in teoria ne beneficerebbero direttamente le aziende esportatrici europee, in primo luogo quelle della Germania che ormai matura l’intero avanzo della bilancia dei pagamenti correnti attraverso le relazioni extra-Ue, basta vedere che cosa è successo di recente con la riduzione del prezzo del petrolio sui mercati internazionali. E’ solo per questo motivo che il saldo estero italiano è migliorato, anche se i prezzi alla pompa sono rimasti pressochè invariati: per i consumatori, quindi, non c’è stato alcun vantaggio. Al contrario, un aumento dei prezzi delle importazioni impoverirebbe ancora le fasce più deboli della popolazione europea. Si è già visto qual’è l’effetto dell’aumento dell’Iva sui consumi, in Italia come in Giappone: cadono.

L’OBIETTIVO DELLA BCE
L’obiettivo della Bce è di combattere la tendenza dei prezzi alla deflazione, ma non ricorrendo ad artifici controproducenti: il Qe deve essere congegnato in modo da fornire liquidità che si indirizzi all’economia reale, alimentando la domanda interna.

CHE COSA MANCA IN EUROPA
Il punto dolente è che mancano in Europa i congegni istituzionali che negli Usa garantiscono il finanziamento del Tesoro e quindi dell’economia reale con la nuova liquidità immessa dalla Fed. Essendo vietato anche a quest’ultima di finanziare direttamente il Tesoro, le emissioni di titoli vengono inizialmente sottoscritte dai Primary Dealer (PD’s). Questi li girano alla Fed, a fronte del versamento della liquidità corrispondente sui conti intrattenuti con questi operatori, ed infine il Tesoro effettua operazioni di cash managment, emettendo titoli di tesoreria sottoscritti dai PD’s in contropartita della liquidità così ritirata. Siamo così di fronte ad un artificio, che aggira legalmente il divieto. Solo la differenza tra la liquidità acceditata dalla Fed sui conti dei PD’s e quella non ritirata dal Tesoro rimane a disposizione per effettuare operazioni sui mercati finanziari. E’ un meccanismo molto simile a quello che veniva utilizzato in Italia, prima del cosiddetto divorzio tra Tesoro e Bd’I, salvo il fatto che la Banca d’Italia sottoscriveva direttamente l’inoptato dal mercato e pagava essa stessa con nuova liquidità i mandati di pagamento delle spese statali nell’ambito del servizio di Tesoreria provinciale.

EFFETTO FED
C’è poi la questione della retrocessione degli interessi sui titoli acquistati dalla banca centrale: nel 2013, la Fed è stato il principale contribuente del fisco, avendo versato ben 77,7 miliardi di dollari, al netto delle spese e delle commissioni, derivanti dalla detenzione di titoli pubblici e dalla loro negoziazione sul mercato aperto. Avveniva lo stesso da noi, nei rapporti tra BdI e Tesoro. Ma oggi, è un meccanismo tutto da costruire.

LE SOLUZIONI ALTERNATIVE
In Italia esistono già gli operatori specializzati in operazioni sul debito pubblico, appositamente accreditati presso il Ministero dell’economia, e la Banca d’Italia espleta tuttora il servizio di Tesoreria provinciale, intrattenendo appositi conti con il Ministero dell’economia su cui si accreditano anche i proventi delle aste del debito pubblico. Sovente, poi, per approfittare di buone condizioni sul mercato, si effettuano emissioni ulteriori rispetto al fabbisogno, mettendo fieno in cascina. Le Poste italiane effettuano pagamenti per pensioni ed altri assegni per conto dello Stato, spesso anticipando le disponibilità del bilancio statale e dell’Inps. Inoltre, essendo ancora di intera proprietà pubblica e detenendo una quantità molto rilevante di titoli di Stato a fronte della raccolta del risparmio postale, potrebbero cedere alla Bce una quota consistente di questi immobilizzi, al fine di finanziare i progetti di sviluppo della sua Banca per il Mezzogiorno e nuove emissioni da parte della Cassa DD.PP.

NON SOLO ACQUISTI
Se vogliamo attivare anche in Italia il QeE, attraverso l’acquisto di titoli di Stato da parte della Bce, occorre definire tutti i meccanismi ed i canali necessari per consentire alla liquidità aggiuntiva di affluire davvero all’economia reale. Se la Bce si limita a comprare i titoli di Stato italiani sul mercato, magari facendoseli vendere da un grande fondo di investimenti straniero, i gestori userebbero la liquidità ottenuta per comprare altri titoli, chissà dove: l’impatto sull’economia reale e sulla Borsa italiana sarebbe pari a zero.

IL BIVIO
Serve un sistema trasparente per ricapitalizzare e finanziare le imprese a lungo termine. Dobbiamo decidere se rimettere al centro l’economia reale, stretta tra la pressione fiscale e restrizioni creditizie, oppure se proseguire con la finanziarizzazione del sistema. Se è meglio incrementare gli investimenti, i redditi e l’occupazione, oppure dare vita ad una bella fiammata dei prezzi sulle Borse.Se ne parla ogni giorno, tutti lo vogliono, ma per ora il QeE è solo un mistero.
http://www.formiche.net/2014/12/06/quantitative-easing-bce-fed-confronti/?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews

IL CONGRESSO USA HA DICHIARATO GUERRA ALLA RUSSIA

Postato il Sabato, 06 dicembre
DI PEPE ESCOBAR
 
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Non riuscirò a sottolineare abbastanza quanto terrificante – e stupido – sia tutto questo.
E adesso è ufficiale.
La risoluzione n. 758 della Camera dei Rappresentanti è stata approvata ieri segnando un risultato travolgente e bipartisan (411 voti contro appena 10 contrari) presso il Congresso USA.
I particolari della ripartizione della votazione si possono leggere qui.
 
Questa risoluzione, giunta in tutta fretta fino al voto appena due settimane dopo essere stata presentata, descrive la Russia come una “Nazione Aggreditrice” che ha invaso l’Ucraina e che stava dietro l’abbattimento del MH17.
 
La risoluzione fa praticamente appello a far guerra alla Russia.
 
Date un’occhiata davvero attenta al linguaggio adoperato.
Il Presidente degli Stati Uniti, in consultazione con il Congresso USA, deve:
 
«Condurre una revisione del posizionamento, della prontezza e delle responsabilità delle forze armate degli Stati Uniti nonché delle forze degli altri membri della NATO per determinare se i contributi e le azioni di ciascuno siano sufficienti a soddisfare gli obblighi della difesa collettiva ai sensi dell’articolo 5 del Trattato del Nord Atlantico e specificare le misure necessarie per porre rimedio a eventuali carenze».
 
Traduzione:
Il Congresso USA pretende che l’Impero del Caos usi la dottrina della sicurezza collettiva della NATO ai sensi dell’articolo 5 (un attacco a un paese membro è un attacco a tutti i membri), per portare una guerra alla Russia, sebbene l’Ucraina non sia un membro (ma presto diventerà un grande alleato non-NATO).
La risoluzione passa ora al Senato.
 
Se diventa legge, la risoluzione consente al Presidente degli Stati Uniti di dichiarare guerra alla Russia aggirando il permesso formale parlamentare del Campidoglio.
 
L’anatra zoppa non avrebbe le palle. Ma l’Hillarator le avrà.
 
Pepe Escobar è autore diEmpire of Chaos: The Roving Eye Collection (Nimble Books, 2014),Globalistan: How the Globalized World is Dissolving into Liquid War(Nimble Books, 2007),Red Zone Blues: a snapshot of Baghdad during the surge (Nimble Books, 2007) e ‘Obama does Globalistan (Nimble Books, 2009).
 

178 miliardi di dollari in “tangenti” ai governi: ecco a voi la principale associazione criminale della storia

chi se la prende con i poteri forti vengono tacciati di esser reazionari, ovviamente dai “tutori della democrazia” politically correct che difendono tanto i deboli..
 
Pubblicato su 6 Dicembre 2014
 
Quanti banchieri sono finiti in carcere negli ultimi 6 anni? Rifletteteci bene prima di rispondere…
Nel giorno in cui in Italia è montata l’indignazione per una classifica di un’istituto internazionale sulla corruzione percepita, in pochi si sono posti il vero problema di fondo: se c’è un corrotto, ci sarà anche un coruttore. E qual è secondo voi l’associazione criminale con cui i governi preferiscono mantenere i loro “affari”?  La risposta ce la fornisce un nuovo rapporto del Boston Consulting Group riportato da Zero Hedge, che mostra  come negli ultimi sei anni siano stati spesi 178 miliardi di dollari in spese per sanzioni per crimini commessi dalle banche.
 
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La nuova era bancaria è caratterizzata da una rigorosa attuazione delle sanzioni pecuniarie. Dall’inizio della crisi a settembre 2014, i costi processuali accumulati per le banche europee e americane hanno raggiunto la cifra di 178 miliardi di dollari.
Molti dei costi si riferiscono ai crediti ipotecari negli Usa e le rimanenti spese processuali sono divisi fra pretese focalizzati su condotta impropria, manipolazione del mercato, l’evasione fiscale e false dichiarazioni. Le spese processuali di banche con sede negli Stati Uniti sono aumentate vertiginosamente dal 2011, quelle nell’Ue dal 2012 soprattutto per vendita abusiva di protezioni assicurative nel Regno Unito, seguito da questioni per manipolazione del mercato ad esempio lo scandalo della London Interbank Offered Rate e vari casi di riciclaggio del denaro.
L’attuale ondata di casi di contenzioso non è ancora stata risolta, e sono notevoli i rischi potenziali di nuovi processi. Nel frattempo, le autorità di regolamentazione hanno spostato la loro visione verso una vigilanza più unificata e basata sulla sanzione, che adotta le norme con una maggiore attenzione per la condotta aziendale.
Tutti questi sviluppi riflettono il carattere persistente e futuro del carico contenzioso sul bilancio delle banche. Un nuovo costo nel fare business.
Certo, ironizza Zero Hedge, quando uno è un’associazione criminale, la più grande mai esistita nella storia, pagare tangenti di centinaia di miliardi al governo è solo un costo da inserire nel “fare affari”. It’s the business, stupid.
Mentre un siciliano, un russo, un cinese o qualsiasi altro esponente di quelle che vengono considerate le principali attività criminale al mondo hanno tutti diversi “colleghi” in prigione, quanti banchieri sono finiti in carcere negli ultimi 6 anni? Rifletteteci bene prima di rispondere…

Pasolini, Longanesi e la sinistra degli arricchiti

purtroppo per le sinistre gli ultimi non sono i disoccupati senza reddito di cittadinanza, non sono i cassintegrati o coloro in liste di mobilità, non sono gli sfrattati e le famiglie che vivono in macchina, non sono quel 70% di pensionati con un’entrata sotto i mille euro. Gli utlimi per la sinistra non sono gli operai che si vedono chiudere l’azienda o licenziare. Basti pensare all’opposizione alla precarizzazione che va avanti imperterrita senza alcun ostacolo. Il sistema concede di fare qualche sfilata ogni tanto per consentire loro di salvarsi la faccia e gestire il malcontento. Non esistono, sono invisibili perché la povertà indigena non esiste, gli italiani sono solo  evasori.

Han detto chi rappresentano a gran voce, come dimostra lo scandalo degli appalti di Roma capitale.

La sinistra italiana, o presunta tale, ha sacrificato il contadino per il docente universitario e le sue lezioni. Ha venduto l’osteria per la platea alla Leopolda. Ha snobbato il mercato rionale per abbracciare BlackRock. Questa non è una sinistra, non è la sinistra di un Pasolini.

LA REDAZIONE – 22 NOVEMBRE 2014

Di Alessandro Catto

Proprio pochi giorni fa, Vittorio Sgarbi, ospite di una trasmissione mattutina di La7, è intervenuto in maniera efficace sul nuovo corso della Lega Nord. Nei pochi minuti della durata del suo intervento è stato capace di spiegare le motivazioni della forte crescita nei consensi del Carroccio in questi giorni, e di gettare contemporaneamente un’ombra di discredito piuttosto pesante sui partiti di sinistra di oggi. L’aspetto emblematico e altresì paradossale è che un apprezzamento delle tematiche salviniane è possibile, e Sgarbi ce lo dimostra, facendosi carico del lascito ideologico non di intellettuali di Destra, bensì di alcuni dei personaggi che più di tutti hanno caratterizzato la storia della Sinistra in Italia, primo tra tutti Pasolini.
L’intervento di Sgarbi metteva in luce, infatti, la capacità della Lega Nord e dei suoi esponenti di farsi portatori oggi più che mai di istanze popolari, di dare voce al popolo. Il miglior alleato della Lega in Romagna, oggi, pare essere quel Casadei che attraverso la sua musica ha dato fiato all’amore per la propria terra, per le proprie tradizioni e la propria cultura. Quel Casadei simbolo rusticano di un patriottismo sano, col sorriso, di quel senso di appartenenza e identità che oggi a sinistra pare non trovare più posto. Pare trovare invece posto in questa Lega Nord, una Lega pasoliniana come la definisce Sgarbi, capace di difendere tipicità, tradizioni, eccellenze. Capace di farsi portatrice di senso di appartenenza, di cui le persone hanno bisogno oggi più che mai. Capace di ribadire la propria provenienza popolare, di sapersi aggrappare ad un mondo che si vorrebbe in tutta fretta far scivolar via. Il Carroccio oggi è una sorta di confidente di ciò che il paese vorrebbe tornare ad essere e anche di ciò che più teme, un confidente al quale si può raccontare tutto, anche se politicamente scorretto. Dalla festa di quartiere alla cucina tipica, dai dialetti al sorriso in osteria fino alla battuta tra paesani, la Lega sa esserci, e questa è una delle sue grandi forze, quella che le ha permesso di superare malversazioni, mal gestioni e scandali, e di presentarsi oggi ancora più radicata in un tessuto sociale italiano sempre più in crisi, non solo economica ma anche ideologica.
Crisi ideologica che coinvolge in primo piano moltissimi partiti, che coinvolge in primo piano la sinistra. Torniamo, per esempio, a Pasolini. Cosa direbbe oggi Pasolini di partiti come il PD, o Sel? A dispetto di ciò che credono i militanti e i simpatizzanti di queste forze, ne sarebbe, probabilmente, schifato. Non solo per gli scandali, per i malaffari, per la posizione prona nei confronti della politica estera a stelle strisce. Non solo per questi, che sono effetti, ma ne sarebbe schifato in primis per le cause. Sarebbe schifato dal depauperamento ideologico che ne sta alla base, dalla totale incapacità di parlare al popolo e alla sua miseria.
La miseria di cui parlava pure un Longanesi, la miseria che conserva, dignitosa, saperi e arti, bellezze, tipicità. La sinistra di oggi queste tipicità le calpesta in nome del Verbo della globalizzazione economica e non, dell’indistinto e dell’appiattimento morale, etico e personale. La transessualità dei valori in una sinistra colma di ipocrisie, figlia di rinnegazioni e cambi di nome, di posizione, di programma. Svenduta a sé stessa, divisa e incapace di rendersi popolare, ferma a combattere battaglie a scapito della popolazione, forte soltanto della propria, autoreferenziale, dittatura culturale. In una spirale di esterofilia, europeismo a tutti i costi, buonismo spicciolo ed inglesismi questa sinistra non è più capace di parlare il dialetto, di interloquire con la miseria, di parlare ai ceti più indifesi, ai piccoli artigiani, ai disoccupati. Una incapacità che si estende pure ai lidi estremi di tutto il panorama della sinistra, e che tocca anche partiti come Rifondazione Comunista o l’esperimento L’Altra Europa. L’incapacità, pur in un periodo di crisi, di una sinistra che per tornare veramente tale dovrebbe ripensare alla base il proprio rapporto con il paese. Paese inteso come insieme di abitanti, ma anche di tradizioni, culture, ricchezze. Pasolini con i ragazzi di vita delle borgate e dei rioni parlava, interloquiva, li ascoltava e sapeva capire. Non li bollava come razzisti, non li etichettava come invece si fa a gara a fare oggi.

Il linguaggio del ragazzo di borgata ma anche del contadino o dell’operaio non è quello di una Barbara Spinelli, quello di un Oggionni, di un Vendola, di una Annunziata, di un Migliore. E’ un linguaggio semplice, schietto, diretto, campestre, orgoglioso di essere politicamente scorretto. La sinistra italiana, o presunta tale, ha sacrificato il contadino per il docente universitario e le sue lezioni. Ha venduto l’osteria per la platea alla Leopolda. Ha snobbato il mercato rionale per abbracciare BlackRock. E se permettete questa non è una sinistra, non è la sinistra di un Pasolini. E’ un contenitore amorfo, dal quale è giusto staccarsi se, coscientemente, si continua a voler difendere il più debole, e se si continua a preferire il contadino al professorone. Una sinistra arricchita male, ipertrofizzata col nulla e cresciuta peggio, oggi antipopolare come mai lo è stata in passato. E’ una sinistra da cui in primis si sarebbe staccato un Pasolini.
http://www.lintellettualedissidente.it/italia-2/pasolini-longanesi-e-la-sinistra-degli-arricchiti/

AMERIKRAJNA

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Una notizia sconcertante e surreale del grado di psicopatia dei servi Usa.Notizia riportata eslcusivamente dal Sole 24Ore,mentre tutti gli indecenti pennivendoli sodali  Usa-Nato glissano, forse si vergognano di questo incredibile scandalo. .
A cominciare dalla sedicente esperta del Fatto Quotidiano atlantista Roberta Zunini,ricercatrice della verità (?),e per finire con Leonardo Coen.
 
LA NOTIZIA
 
Il Parlamento di Kiev ha approvato la nomina di un’americana, di un lituano e di un georgiano nella compagine governativa.
Il ministro delle Finanze sarà la statunitense Natalia Jaresko, che è di origine ucraina, amministratore delegato di un fondo di investimenti del gruppo Horizon Capital.
Il portafoglio all’Economia andrà al banchiere lituano Aivaras Abromavicius, partner della società di investimenti East Capital, che ha lavorato in Ucraina negli ultimi 20 anni, dopo aver ricoperto incarichi al Dipartimento di Stato americano.
Infine alla sanità andrà l’ex ministro georgiano Alexander Kvitashvili, che è stato ministro della Salute e del Lavoro nel governo di Tbilisi.
Ai tre nuovi ministri stranieri il presidente Poroshenko ha concesso a tamburo battente la cittadinanza ucraina proprio in vista del loro imminente ingresso nel governo di Kiev.
 
la scelta dei candidati stranieri per il nuovo esecutivo ucraino è stata seguita da due società di selezione di personale:Pedersen & Partners e Korn Ferry.
Il processo di head hunting è stato sostenuto dalla Fondazione Renaissence, network globale di consulenza politica finanziato dal miliardario americano di origini ungheresi George Soros. Secondo il KyvPost, Soros avrebbe pagato più di 80mila dollari per sostenere le due società coinvolte nella selezione di personale.
La notizia del nuovo governo filo-occidendale ucraino arriva nel giorno in cui i ministri degli Esteri dei Paesi Nato hanno annunciato nuove misure di sostegno a Kiev e hanno condannato il potenziamento della struttura militare russa in Crimea e quello che definiscono come la «deliberata destabilizzazione» dell’Ucraina orientale da parte di Mosca. Nella dichiarazione diffusa in occasione della conferenza ministeriale dell’Alleanza atlantica a Bruxelles, i ministri si dicono «anche preoccupati per i piani russi per ulteriore rafforzamento militare sul Mar Nero».
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Come si può negare che l’Ukrajna sia stata invasa da una potenza straniera….!…ma non è quella russa,bensì lo Stato Canaglia USA....
 
La Yaresco è una speculatrice, risulta infatti co-fondatrice della società di investimento internazionale Horizon Capital che opera in Ucraina, in Bielorussia e in Moldavia..Un suo parente stretto lavora alla Banca Mondiale…eh eh…!
 
Anche l’ex ministro della Sanità georgiano Alexander Kvitashvili deve essere un sottoprodotto yankee del liberismo più sfrenato: si privatizza tutto e chi può pagare vive, chi non può scucire la grana si prenoti al cimitero.Questo bel tomo ha iniziato la sua ascesa negli Stati Uniti. Nel 1993 era nel settore finanziario e amministrativo del Medical Center di Atlanta.
 
IL banchiere lituano Aivaras Abromavicius, ha un curriculum strepitoso di operazioni finanziarie da brivido…un topo nel formaggio in un paese con una quantità di oligarchi lestofanti (a cominciare del presidente Poroschenko). Abromavicius viene dall’ University of Wisconsin e dalla Scuola Internazionale d’affari estone, emanazioni della Fondazione Soros.
 
A questi signori di passaporto usa,vanno aggiunte le precedenti  nomine del figlio di Joe Biden, cocainomane pentito, nel cda di Burisma, una delle compagnie del gas più importanti di Kiev….e l’attuale premier Arseni Yatseniuk,messo lì dagli Usa,sionista e banchiere filo Ue.
 
Se siamo arrivati a questa sceneggiata,la situazione è tragica.In pratica, un affronto diretto contro Putin in un paese da sempre nell’orbita geopolitica russa (pensate a quanto successe a parti invertite a Cuba…e come reagirono gli americani),vuol dire che la Casa Sporca cerca la provocazione,cerca lo scontro....alla faccia delle deliranti dichiarazioni antirusse di tutti i media di regime che additano Putin come u diavolo che vuole la guerra.
A questo punto è pure chiaro che è chiaro che nel Donbass, a maggioranza russofona, non accetteranno mai di essere governati dalle Giacche Blù americane.
Le conseguenze di questa scelta che di fatto fa dell’Ukraina una colonia americana,sono imprevedibili….ma non promettono nulla di buono
 
Ma i nostri media di regime continuano a sostenere mentendo che gli assalitori dei popoli sono i russi, mentre è la Nato continua a provocare la Russia ai suoi confini.
Si arriva a dire che i russi attenterebbero all’indipendenza dei Paesi Baltici ,mentre invece è la Nato che, con le sue esercitazioni insieme agli ex membri del patto di Varsavia,continua a creare problemi,agitando lo straccio rosso di ri-sovietizzazione di queste repubbliche.
L’operazione congiunta denominata Steedfast Noon 2014,recita: “volta a testare le capacità di attacco nucleare delle aeronautiche dell’Alleanza”.
 
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Contro la politica delle sanzioni
 
L’idiozia autolesionista dei vassalli europei comincia a preoccupare diversi personaggi,a cominciare dall’ineffabile paraculo Sarkozy (il merito è suo se la Francia è nella Nato….),rientrato in campo per la prossima corsa all’Eliseo visto il colossale fallimento della scartina Hollande:
“Trovo inaccettabile che il contratto sia stato congelato immediatamente prima del vertice della NATO su richiesta del presidente degli Stati Uniti, – ha dichiarato Sarkozy. La Francia deve decidere da sola quello che deve fare, non in base ai desideri di soggetti stranieri”.
 
Poi in un lungo e circostanziato articolo Der Spiegel (che aveva prontamente accusato i russi di aver abbattuto il famoso aereo della Malaysia) ” Summit of Failure: How the EU Lost Russia over Ukraine” sembra ora prendere tutt’altra posizione,accusando la UE e la Germania in particolare di irrazionalità politica nei confronti di Putin,svelando alcuni retroscena relativi alla cacciata di  Yanukovitch col golpe di piazza Maidan..
Nel 2013 Bruxelles offrì al presidente ucraino di interrompere i legami economici con la Russia e associarsi alla UE, senza grandi perdite economiche,stimate in 3 miliardi di dollari. Gli ukraini invece calcolarono in uno studio invece il costo dell’operazione in 150 miliardi.
Successivamente la Ue negò a Yanukovitch gli aiuti finanziari richiesti, invitandolo a  farseli dare dal FMI insieme ovviamente alle sue ricette usuraie che avrebbero stesi il Paese. Yanukovych giustamente non accettò l’invito e fu cacciato dalla finta rivoluzione orchestrata dagli Usa e dai cecchini Cia pagati per sparare sulla folla.
In queste vicende der Spiegel accusa la miopia UE e della Germania in particolare di non aver capito le ragioni e la posizione di Yanukovich, e cioè l’importanza essenziale che l’Ucraina ha per la Russia.
Un errore che va ora riconosciuto offrendo una via d’uscita a Putin, senza costringerlo a perdere la faccia, cosa che lui non farà mai.
E’ evidente che l’articolo non solo si fa carico degli interessi tedeschi penalizzati da queste sanzioni,ma si chiede anche il perchè di tanta ostilità da parte della Merkel verso Putin,tanto più che per diverso tempo sembrava l’unico leader che tentasse la strada della diplomazia,e non della rottura.
Voltafaccia completo della Merkel  avvenuto al G-20  in Australia, dove auspicava sanzioni alla Russia tali da costringere Putin a cedere (cosa che certamente non farà)
Ma perchè una tale inversione di rotta?
Una delle  tesi che circolano è che  gli USA stiano di fatto ricattando la Merkel con qualche mezzo,qualcosa che hanno in mano…documenti,registrazioni…..vi ricordate come la Cancellierà si era indignata per le spiate telefoniche Usa e come poi sia stata pronta a dimenticare,cambiando bersaglio verso Putin,paragonandolo addirittura a Hitler?
 
Anche il Financial Times (23/11) pare aver cambiato atteggiamento: “È tempo che l’Occidente e l’Ucraina offrano un negoziato a Putin. L’Ucraina non ce la farà mai con una Russia ostile ai confini….. rinunciare ad una vittoria idealmente desiderabile in nome del realismo politico”
 
E l’Italia? Non pervenuta….se c’era dormiva….e se non dormiva,serviva….
 
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South_Stream_map
South Stream.
 
Più volte ci siamo occupati di questo investimento strategico per l’ENI e l’Italia,dopo che aveva vinto il confronto (e certe resistenze politiche europee) con il progetto Usa “”Nabucco”,altamente antieconomico,oltre che di difficile realizzazione.
Purtroppo,dopo la Libia,dobbiamo registrare una ulteriore sconfitta per il nostro Paese,ormai in balìa di ogni razza di lestofanti e servi degli interessi altrui.
Anche stavolta,più che i Russi e i Tedeschi,col cerino in mano siamo rimasti noi.
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Il South Stream è morto. Il progetto russo-italiano-francese-tedesco finalizzato al trasporto di gas dal porto di Beregovaya, in Russia, direttamente in Europa, con due tronconi distinti che sarebbero sbucati in Austria ed in Puglia, è stato abortito a causa delle pressioni statunitensi su Bruxelles.
L’Europa, minacciata da Washington, ha fatto di tutto per scoraggiare i russi e questi hanno rinunciato alla posa dei tubi. 

Per l’Italia è un danno economico e strategico immane.
La Saipem perde di colpo un contratto di 2,4 miliardi di dollari per la costruzione del tratto offshore del dotto e l’Eni perde la faccia con i suoi partner slavi.
Il Corriere delle Sera, confermando la sua natura antinazionale, quasi esulta per questa disfatta che potrebbe costarci cara sul fronte della sicurezza energetica. Ora Roma sarà costretta a sfruttare, senza risparmio, le sue risorse interne, con le comunità locali già sul piede di guerra (vedi Basilicata) poichè temono trivellazioni eccessive, o dovrà acquistare tale materia prima su mercati meno stabili dove i prezzi sono anche più elevati.
C’è la crisi, la nostra bolletta energetica non gode di buona salute e qualcuno si permette di lasciarsi scappare chance come queste, solo per fare un dispetto a Putin o assecondare le manie monopolari di Obama.
Occasione che non si è fatta soffiare la Germania, Paese ancora molto più serio del nostro, che ha finalizzato, senza troppi problemi, il North Stream (sempre in compartecipazione con Gazprom, compagnia che detiene il pacchetto di controllo della società North Stream AG), progetto gemello e più “fortunato” del South Stream, assicurandosi la certezza dei rifornimenti per un lungo periodo.
Berlino sì e noi no, questa è L’Europa dove l’Italia è un membro di serie B, tollerato e mazziato, anche da quest’ultimo affronto che ci nega approvvigionamenti garantiti.
E’ stato proprio il Presidente russo ad annunciare la sospensione del programma South Stream: “Tenendo conto della posizione della Commissione europea, tenendo conto del fatto che non abbiamo avuto il permesso dalla Bulgaria, riteniamo che la Russia non sia in grado di sviluppare questo progetto. Dovremo riconsiderare la partecipazione a questo progetto”.
Più duro il capo di Gazprom Alexei Miller che ha parlato di cessazione definitiva delle attività: “Tutto il progetto è chiuso” ha dichiarato a RIA Novosti.
 
Tuttavia, la Russia ha già deciso che ricorrerà ad un potenziamento del Blue Stream, il gasdotto che rifornisce la Turchia, anche impiegando hub supplementari, per non subire cali nella commercializzazione e nella produzione. Il raddoppiamento della capacità del Blue Stream ripagherà i russi del fallimento del South Stream e risulterà anche meno oneroso di quest’ultimo sotto il profilo degli investimenti. Infatti, il tratto di mare per l’accesso al territorio turco è più corto di 500 km rispetto a quello, ormai naufragato, del gasdotto che sarebbe emerso in Bulgaria. Chissà se i russi chiederanno ancora alla Saipem di essere della partita dopo quanto accaduto col precedente contratto appena stracciato.
 
L’Italia, invece, risulta nuovamente danneggiata nei suoi interessi fondamentali da questa Ue senza capo né coda che prende ordini da Oltreoceano e bastona gli Stati più deboli.
Per motivare quest’ultima défaillance i burocrati di Bruxelles sono ricorsi ad una giustificazione che sa di beffa, soprattutto per il (fu)Belpaese.
In realtà, le sanzioni occidentali che hanno colpito il Cremlino sarebbero la causa di questo passo indietro di Putin, il quale, senza i capitali messi a disposizione dalle banche del Vecchio Continente, non è in grado di concretizzare grandi piani infrastrutturali.
E’ una balla colossale ma gli euroburocrati non sanno più dove attaccarsi per mascherare la propria inadeguatezza, in un mondo che cambia velocemente e del quale non sanno tenere il passo.
Per quanto tempo ancora l’Italia se ne starà buona buona in questo circolo di strozzini, chiamato Unione Europea, che la depreda come una colonia africana?
Quanti filo-americani dovranno ancora alternarsi al Governo prima di veder nascere un esecutivo autenticamente attento a conservare la propria sovranità nazionale?
Giriamo la domanda ai nostri dirigenti politici, se c’è qualcuno che ancora merita questo titolo, tra i tanti crapuloni che ormai occupano il Parlamento solo per strafogarsi alla buvette.
 

Che ci fa il miliardario Soros a braccetto con le Coop rosse?

i politically correct possono compiere le stesse nefandezze dei “fascisti”. Solo che sono autorizzati perché sono i giusti e agli altri del malaffare basta accusarli di essere reazionari che si tolgono di mezzo. Come le lotte tra cosche

Pubblicato su 7 Dicembre 2014

Forse non sarà necessario riscrivere l’articolo 45 della Costituzione (“La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata”); però questo ingresso del finanziere statunitense George Soros nella Igd, fondo di gestione immobiliare controllato dalla Lega delle Cooperative, in altri tempi lo avremmo definito un matrimonio contronatura.

Ma come? Il re della speculazione internazionale diventa terzo azionista di un fondo delle Coop “rosse”? Va bene che Soros nel tempo libero si trasforma in filantropo liberal, ma qui ci sono di mezzo gli affari; nonché l’assetto futuro del nostro depresso sistema economico. Che frutti potrà mai generare un simile innesto?

Desiderosi come siamo di attrarre investimenti stranieri nel belpaese, non ci permetteremo certo di fare gli schizzinosi. Né indugeremo nella dietrologia sulla firma del contratto con Soros, giunta proprio sei giorni dopo che il presidente della Lega Coop, Giuliano Poletti, è entrato a far parte del governo Renzi in qualità di ministro del Lavoro. La nomina di Poletti appariva come segno culturale adeguato alla durezza dei tempi: far ricorso all’esperienza solidaristica su cui è fondato il movimento cooperativo per favorire la nascita di nuove imprese e di nuovi strumenti di assistenza sociale.

Avevamo equivocato? Le Coop sono divenute semplicemente un nuovo “potere forte” che si cimenta in campo finanziario al
pari degli altri? La domanda non è oziosa, e l’arrivo di Soros ce lo conferma. […
Gad Lerner repubblica

Giuliano Poletti, Coop

la stampa – 4 marzo 2014 – Con un tempismo perfetto – a pochi giorni dalla nomina di Giuliano Poletti, già presidente di Legacoop a ministro del Lavoro, il finanziere di origini ungheresi, George Soros, ha comprato il 5% di Immobiliare grande distribuzione, diventando il terzo azionista della società, nata dal conferimento di una fetta del patrimonio di Unicoop Tirreno e Coop Adriatica.

E così il fondo Quantum Strategic Partners, gestito dal Soros Fund Management, ha rilevato tutte le azioni proprie in portafoglio, il 3,15% di Igd. La notizia è stata diffusa ieri ma l’investimento è stato fatto il 28 febbraio, sei giorni dopo che Poletti era diventato ministro. Sempre il 28 Unicoop Tirreno ha venduto al fondo del finanziere l’1,8% del capitale, scendendo dal 14,9% al 13,1%. Primo azionista di Igd resta Coop Adriatica con il 43,5%.

Tratto da: http://www.imolaoggi.it

L’Ungheria accusa l’UE di deliberato sabotaggio del “South Stream”

l’Ungheria del cattivo Orban, il dittatore sanguinario che sta con l’altro dittatore sanguinario detto Putin, secondo il mainstream politically correct.

6 dicembre 2014, 13:10

L’UE ha sabotato intenzionalmente la costruzione del gasdotto “South Stream”, ha dichiarato il Primo ministro ungherese Viktor Orban.

“L’UE ha lavorato instancabilmente per minare questo programma”, ha detto il Premier ungherese.
In precedenza Orban è stato criticato duramente da parte dei governi di diversi Paesi europei per la stabilizzazione dei rapporti di partnership con “Gazprom”.
Vladimir Putin il primo dicembre ha annunciato la rinuncia di Mosca al progetto.
http://italian.ruvr.ru/news/2014_12_06/LUngheria-accusa-l-UE-di-deliberato-sabotaggio-del-South-Stream-5396/?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews

POURQUOI NOUS COMBATTONS L’ESCROQUERIE DU FN !

LM pour Europäischer Widerstand – Résistance Européenne/

2014 12 06/

 EW - LM pourquoi ns combattons le FN (2014 12 06) FR

Pourquoi avons-nous toujours combattu (depuis 20 ans) l’escroquerie politique du FN ?

Le clan des millionnaires Le Pen, qui ont fait fortune par la politique, ce sont des proxénètes politiques chargés d’endiguer le mécontentement à droite.

Et les positions politiques du FN sont au-delà de la ligne rouge inacceptable pour nous :

Les anciennes positions, notamment l’antisémistisme et le négationnisme,

Les nouvelles positions pro-sionistes.

La xénophobie imbécile de toujours.

 On notera que l’escroquerie c’est aussi de faire cohabiter pour ratisser large au FN les antisémites honteux et les opposants au mariage gay – que symbolise Jean-Marie Le Pen, mais aussi la petite-fille Marion, proche des groupuscules extrémistes – avec la direction devenue pro-sioniste et pro-israélienne (y compris et surtout dans la nouvelle génération du FNJ), et très gay-friendly, qui entoure Marine …

Et les positions correctes, mais terriblement opportunistes, sur la Russie et la Crimée amenées au FN par le géopoliticien Chauprade n’y changent rien

 ELECTEURS DU FN OUVREZ LES YEUX !

L’alternative est en dehors du Système et pas à son extrême-droite …

 LM

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