Deflazione e debito, funzionali agli interessi dell’oligarchia finanziaria

di Luciano Lago
 
I fiduciari della Troika di Bruxelles e Francoforte continuano ad affermare (così come avevano fatto i loro predecessori Monti e Letta) che “l’Italia deve procedere sulla strada delle privatizzazioni poiche’ questo avvantaggerà l’economia italiana rendendola più competitiva e riducendo il debito pubblico”.
 
A questo scopo il Ministero dello Sviluppo Economico (che sarebbe meglio battezzare come M. del “Sottosviluppo”) ha già istituito un gruppo di lavoro per attuare il piano che prevede prima le Ferrovie, poi le Poste, l’Enav e successivamente l’Enel. seguito da ENI e Finmeccanica (i gioielli delle imprese italiane). Vedi: Costituito il gruppo di lavoro per la privatizzazione.
 
Nessuno però ha mai eccepito il dato storico del precedente piano di privatizzazioni fatto negli anni ’90 che avrebbe dovuto  apportare gli stessi vantaggi e che invece ha determinato un fortissimo aumento del debito pubblico negli anni successivi (giunto oggi all’1,4 volte il PIL nazionale, ormai tecnicamente in default) e la perdita di aziende leader e delle competenze tecnologiche in cui l’Italia primeggiava (dalla chimica alla meccanica, al nucleare, ecc..)
 
Evidentemente “privatizzare “è uno dei dogmi principali (dell’ideologia neoliberista) e come tale viene rispettato scrupolosamente dai nostri politici al servizio delle centrali finanziarie che non si permetterebbero mai di contraddire e tanto meno di andare controcorrente, questo non gli verrebbe mai permesso da quelle stesse centrali finanziarie che li hanno sistemati in quei posti e su quelle poltrone.
 
Proviamo ad indovinare un facile quiz:  a vantaggio di chi andranno le privatizzazioni che verranno fatte in Italia? Fra tutti coloro che invieranno la risposta giusta sorteggeremo un viaggio nell’isola della Tortuga, una splendida isola tropicale di fronte alle coste del Venezuela dove c’è un bel mare ma si annidano i pescecani, meno pericolosi tuttavia dei pescecani della finanza.
 
L’altro dogma che ci ripetono i politici ed i presunti esperti  economici, affiliati al partito della Finanza sovranazionale (il PD e soci) è che il denaro è scarso e bisogna  quindi convincere Draghi e fare pressioni sulla BCE (una banca privata) ad immettere sul mercato altra massa monetaria per consentire all’economia di ripartire.
 
Eppure si è dimostrato che quando la BCE regala soldi alle banche (al tasso dello 0.005%) come attualmente avviene, non si ferma la crisi ma anzi questa prosegue con la chiusura di un altra miriade di imprese, già in difficoltà per mancanza di finanziamento, a cui le banche non concedono prestiti (non offrono garanzie, hanno i bilanci in perdita,dicono i banchieri) e tanto meno arrivano i prestiti per le famiglie o le giovani coppie che vorrebbero fare un mutuo per acquistare casa (non hanno un lavoro stabile, quindi non offrono garanzie, dicono i banchieri).
 
Nel frattempo i prezzi delle case (grazie al folle incremento della tassazione) sono crollati, il patrimonio immobiliare si è svalutato del 30% circa in 2/3 anni , con ottimi affari per gli investitori esteri (arabi, cinesi e americani) che arrivano in Italia per acquistare immobili di prestigio a prezzi di saldo. Vedi: Il patrimonio immobiliare perde continuamente valore .
 
Tuttavia  questa crisi  non impedisce alle borse ed al mercato finanziario di andare a livelli record con le quotazioni (vedi Francoforte ed il MIB di Milano). Evidentemente questo conferma lo scollamento fra il mercato finanziario e l’economia reale dei paesi.
 
Anche in questo caso potremmo girare un semplice interrogativo e chiederci a vantaggio di chi vada questa situazione. Troppo facile la risposta ma non scontata per i fiduciari della finanza i quali negheranno sempre che questo sia a vantaggio della speculazione finanziaria e delle centrali sovranazionali ma tendono ad alzare una cortina fumogena di argomenti tipo:” ce lo chiede l’Europa”,i “mercati richiedono queste provvedimenti”, oppure ” il governo vuole far ripartire la ripresa”, ecc. ecc. Tutto fumo negli occhi del popolo bue.
 
Dunque, l’economia italiana, contrariamente a quello che ci vogliono far credere Renzi e soci, tra debito, deflazione ed euro, si trova sull’orlo del baratro  mentre apparentemente i mercati sono inondati da liquidità finanziaria e, per effetto della crisi, si trova una massa di disoccupati e precari che sono disponibili anche a salari da fame.
 
Come spiegare l’apparente contraddizione tra una finanza florida che fa affari con la speculazione ed un economia reale che langue? La spiegazione in realtà risulta abbastanza semplice. Se osserviamo quello che è avvenuto in questi anni,vediamo che le banche centrali attuano in forma coordinata – a rotazione – una mega iniezione di liquidità a debito a livello globale. Aveva iniziato a suo tempo  la FED (dal 2008 in poi), poi di seguito la Banca d’Inghilterra (2009-2010), successivamente la banca centrale Cinese e Giapponese (2012-2014) , ora sarà la volta di nuovo della BCE (fine 2014-2015) e poi a seguire riprenderà la FED e così via…..
 
In pratica non esiste più alcun collegamento razionale tra sfera finanziaria (massa monetaria e titoli derivati) e sfera  dell’economia reale (valore dei beni e servizi).
 
I titoli finanziari (obbligazioni, bonus e derivati) hanno la stessa funzione dei  narcotici: servono ad addormentare il paziente e non far percepire il reale stato dell’economia.
 
Grazie a questo sistema, che opera allo stesso modo per tutti i paesi con forte esposizione di debito (Italia, Grecia, Spagna, Portogallo, ecc..)  le grandi banche ricevono la liquidità che utilizzano per acquistare titoli del debito pubblico dello Stato e lucrano sugli interessi passivi pagati dai governi complici delle centrali finanziarie, che vengono pagati a vantaggio del cartello bancario che crea la moneta.
 
Questo sistema consente alle grandi centrali finanziarie di tenere in scacco gli Stati che, sempre più indebitati, sono di fatto commissariati da un potere sovranazionale (l’oligarchia finanziaria) che controlla i governi (di fatto commissariati) e ne orienta qualsiasi decisione politica e di bilancio, l’economia si trova in uno stato di deflazione cronica per mancanza di domanda e di capacità di spesa di imprese e famiglie, le imprese che esportano sono sempre più schiacciate dall’euro e dalla tasse, diventano facile preda di acquisto e delocalizzazione dal capitale sovranazionale. (vedi:  il grande saccheggio delle aziende italiane).
 
La situazione sociale conseguente, caratterizzata da  forte disoccupazione e precarietà del lavoro, accompagnata da una immigrazione di massa incontrollata,  crea una massa di manodopera disposta a tutto che diventa attrattiva per le multinazionali ed i loro processi di sfruttamento, come anche per le mafie e le organizzazioni delinquenziali che necessitano di disperati per fare i loro affari sporchi.
 
Il governo, mediante la tassazione record, mette in ginocchio e costringe a chiudere le piccole imprese, le attività commerciali ed artigianali domestiche che potrebbero creare intralcio per le grandi imprese multinazionali ed i grandi gruppi di distribuzione, si agevola quindi l’ingresso in Italia di questi gruppi che dispongono di efficienti meccanismi di elusione fiscale. In altre parole si spiana il campo per l’ingresso nel paese del grande capitale finanziario speculativo ed anonimo.
 
Contrariamente però a quello che si potrebbe pensare, il sistema oberato da recessione, deflazione e debito, non è destinato ad esplodere a breve ma al contrario acquista nel tempo una sua stabilità. Questo perchè alle grandi banche ed alle centrali finanziarie non interessa molto che ci sia una riduzione del PIL e della ricchezza nazionale  ma piuttosto sono interessate  ad una stabilità della moneta e del suo valore, in assenza di inflazione, in modo da continuare a vedersi garantiti i profitti che incamerano grazie agli interessi sul debito.
 
Il sistema dell’euro e la politica monetaria della BCE assolvono perfettamente a questa funzione. Questo spiega il paradosso dell’economia reale schiacciata da deflazione, calo della domanda, impoverimento di grandi masse e deindustrializzazione, mentre in parallelo la finanza si trova in eccellente stato di salute.
 
D’altra parte Il cartello bancario e le centrali finanziarie  non hanno patria, non devono rispettare obblighi morali, non presentano divisioni al loro interno,anzi sono sotto il controllo della elite finanziaria sovranazionale, e non ha altro obiettivo se non quello del profitto, anche attraverso la speculazione sul debito e l’espropriazione di ricchezza dall’economia reale e dal risparmio dei cittadini.  Dispongono di loro fiduciari ben pagati ai quali assicurano ottime carriere purchè eseguano le loro direttive. Al contrario chi volesse derogare a queste direttive si espone a gravi rischi, anche personali.
 
I popoli stanno a guardare e subiscono queste politiche e, grazie al poderoso sistema dei media, viene anche fatto credere loro che i politici si stiano adoperando per migliorare la loro condizione, per favorire la ripresa (la luce in fondo al tunnel diceva Monti), per ammodernare la società, per “adeguarla” ai nuovi canoni europei, per “omologarla” al grande mondo globalizzato.
 
Qualcuno poteva forse pensare di fermare la globalizzazione ed il “progresso” magari cercando di riappropriarsi della sovranità monetaria e nazionale ?
 
Soltanto i folli, i “populisti”, i “fascisti”, i reazionari, gli “omofobi” ed i razzisti potevano nutrire una tale subdola speranza ma il sistema è vigile e provvederà di certo  ad individuarli, ad emarginarli ed a soffocare le loro “velleità reazionarie ed antimoderne”.
http://www.controinformazione.info/deflazione-e-debito-funzionali-agli-interessi-delloligarchia-finanziaria/#more-7912
Deflazione e debito, funzionali agli interessi dell’oligarchia finanziariaultima modifica: 2014-12-04T16:03:01+01:00da davi-luciano
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