Come mai 20 anni fa nei dizionari non venivano citate le scie degli aerei?

lunedì 24 novembre 2014

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Dizionario Garzanti del 1984
Nell’immagine qui sopra vedete la definizione che si leggeva a pagina 800 de il nuovo DIZIONARIO ITALIANO GARZANTI, anno 1984. Ogni riferimento alle scie degli aerei è assolutamente assente, mentre si parla di scia delle navi o di altri mezzi nautici (“galleggianti”):
Solco spumeggiante lasciato in acqua dietro di sé per qualche tempo da un galleggiante in moto; per estensione traccia luminosa, di fumo, di vapore, ecc. che rimane nell’aria dopo il passaggio di qualcosa o di qualcuno.
Se davvero gli aerei lasciassero quasi sempre dietro di sé una scia di condensa, visto che in 20 anni il traffico aereo può essere si e no raddoppiato, come dimostrato in un precedente articolo, ciò vuol dire che nel 1984 dovevano esserci decine e decine di aerei che solcavano il cielo lasciandosi dietro questa benedetta “scia di condensa”; infatti oggi ne vediamo persino 100 al giorno. Di fronte ad un evento così frequente, appare quanto mai curiosa l’assenza di ogni riferimento ad esso.
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La data di edizione del dizionario
Come mai allora il riferimento agli aerei compare solo nei dizionari moderni? Vedi ad esempio il dizionario Garzanti on line:
solco spumeggiante che uno scafo in movimento lascia sull’acqua dietro di sé (…)  traccia di fumo, di vapore, di odore ecc. che rimane nell’aria dopo il passaggio di qualcosa o di qualcuno: la scia di un reattore; lasciare una scia di profumo
Se le scie sono sempre esistite, se le scie sono un fenomeno frequente, oggi come allora, come mai sul dizionario il riferimento alla “scia del reattore” prima era assente? Non sarà che il fenomeno in sè delle “scie degli aerei” (a parte qualche sporadica vera e propria scia di condensa) è dovuto ad una intenzionale irrorazione di composti chimici iniziata circa 15 anni fa e progredita in maniera via via più intensa?
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Leggi anche l’articolo:

La fine degli scontrini e l’estinzione del contante

Renzi annuncia in un video al Corriere che eliminerà quel che resta del contante che Mario Monti aveva già drasticamente ridotto. Il blog Critica Scientifica di Enzo Pennetta riporta le capriole verbali dietro alle quali si schermisce Selfie Man. Consiglio di leggere interamente il pezzo ma mi soffermo su questo passaggio:
 
In un pezzo da manuale della comunicazione il Premier annuncia che verrà tolto il contante senza mai nominarlo direttamente.
Un’operazione che cambierà (in peggio) le nostre vite.
 
Analizziamo l’operazione compiuta:
 
1- viene costituito un gruppo di esperti per migliorare l’informatizzazione del Paese. (notizia positiva)
 
2- viene annunciato il superamento di un rapporto di sfiducia/controllo da parte dello Stato (notizia positiva)
 
3- viene detto che per ottenere il punto 2 si procederà all’eliminazione dello scontrino per ottenere la “tracciabilità totale”. (notizia criptica ma vagamente liberatoria).
 
Quello che non viene detto è che questo significa procedere all’eliminazione del contante, la tracciabilità assoluta eil superamento della necessità dello scontrino non si possono conseguire che eliminando la possibilità di pagare in contanti, cosa che avrebbe dovuto essere detta con chiarezza. E così senza neanche nominare il contante è stato dato l’annuncio della sua prossima eliminazione, nessuno dei lettori del Corriere che hanno commentato l’articolo (al momento sono 58 ndr) ha capito che di questo si tratta. (continua qui) .
 
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In relazione a queste  manovre più o meno occulte di Renzi  per far sparire definitivamente il contante, e alle dichiarazioni “lunari” di Padoan, secondo cui far sparire il contante, aiuterebbe i consumi, io mi chiedo come possano esserci ancora in giro dei gonzi che credono ancora alla fòla della solita lotta contro l’evasione. Eppure viaggiando per forum, vi assicuro che ce ne sono  da vendere al peso. E si gonfiano il petto con frasi altisonanti come “Io sono un onesto cittadino e non ho niente da temere”. Perciò comprano anche il gelato col bancomat e se ne vantano pure.
 
E’ ovvio che la misura serve anche e soprattutto a uno scopo assai meno nobile. Una volta fatta transitare alle banche tutta la ricchezza delle famiglie, dei commerci e delle imprese, lo stato potrebbe imporre una tassa ad hoc sui conti correnti (prelievo forzoso di cui si parla da tempo, per conto della UE) e nessuno potrebbe spostare altrove i propri soldi per protesta o nel timore di nuove stangate, in quanto non ne avrebbe più disponibilità né avrebbe più l’opportunità di pagare per semplici spese quotidiane, quali al supermercato, fare benzina o pagarsi le medicine.
 
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Il Pilotino Automatico di Monti si chiama Renzi
 
Per quei commercianti che non si adeguano all’ obbligo di dotarsi di un Pos anche solo per 30 euro, va detto loro che questo è solo  l’inizio di una fase avanzata di annientamento totale del contante e della fine della privacy di ciascun cittadino. Per chiunque abbia un po’ di sale nella zucca e veda un po’ più in là del proprio naso, è chiaro come il sole che il cittadino attraverso la transazione bancaria, offre al Grande Fratello nazionale e sovranazionale, dati importanti come l’ora, il giorno, la natura e l’entità dei suoi acquisti: un vero sopruso contro la propria privacy e riservatezza. E un gran regalo alle banche che incamerano balzelli su balzelli, per il “servizio” prestato, ogni qualvolta facciamo spese banalmente quotidiane.
 
Più schiavi delle Banche di così, si muore! E’ questo che vuole l’Omiciattolo abusivo? Dobbiamo fermarlo e sbarazzarci di lui e del suo odioso cinismo.
 
NB: in aggiunta a tutto ciò, nel caso Renzi fosse tentato da una simile scellerata idea, ha già un famigerato antisignano: POL POT il leader della Cambogia. Nel suo “sol dell’avvenire”, c’era per l’appunto l’estinzione della moneta. Qui, la sua biografia criminale.

QUANTA RICCHEZZA HA PERSO L’ITALIA?

24 novembre 2014
Quando li sento parlare di ripresa mi faccio sempre delle grasse risate. Azzardano previsioni di crescitasempre smentite che si fondano sul nulla e non  hanno la minima cognizione della distruzione di ricchezza che è stata prodotta per via della crisi. Il prodotto interno lordo, dall’inizio della crisi, ha perso circa 9 punti percentuali. Detta in questo modo, potrebbe apparire come fattore irrilevante. Ma in realtà non lo è affatto.
 
Cerco di spiegarlo con altri numeri.
Nel periodo 1995 – 2007 l’Italia è cresciuta mediamente di un misero 1.5% annuo. Valori da sogno, se paragonati a quelli degli ultimi anni e a quelli che ci attendono nel prossimo futuro. Prendendo come rifermento il prodotto interno lordo a valori concatenati del 2010 calcolato dall’Istat con la metodologia introdotta da Esa 2010, ho provato a stimare la perdita di Pil prodotta rispetto al valore tendenziale che si sarebbe ottenuto se l’Italia fosse cresciuta allo stesso ritmo del periodo 1995-2007, e cioè all’1.5% medio annuo.
Tenuto conto che anche nell’anno in corso il Pil diminuirà dello 0.3% (stime Istat), la perdita di Pil che avremo a fine 2014 rispetto all’output che si sarebbe avuto, è di circa 327 miliardi, che rappresentano circa il 21% del Pil attuale.
 
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La linea azzurra è l’andamento del PIL realizzato a valori concatenati del 2010; mentre la linea tratteggiata rossa è il PIL che si sarebbe ottenuto con una crescita lineare dell’1,5% fino a tutto il 2014. La differenza ottenuta è 327 miliardi di euro.
In un prossimo post vedremo quanto tempo occorrerà per recuperare il Pil che è stato perso e con quale ritmo di crescita. Da sognare!!!
da Vincitori e Vinti di Paolo Cardenà

La nuova “sperimentazione sociale” del governo Renzi /Alfano: Campi Rom come comunità autonome

eguaglianza in Italia è consentire ad un gruppo di persone su base, religiosa, etnica o altro carattere comune di fare delle cose che si negano ad altri gruppi di persone con caratteristiche differenti. Chissà se alcune comunità locali autoctone italiane avanzassero le stesse richieste se fosse loro concesso…
 

Non ci sono più dubbi: il governo Renzi Alfano sta avviando di fatto una nuova sperimentazione sociale, con la collaborazione dei sindaci delle principali città italiane, in particolare a Roma con Marino, a Milano con Pisapia, a Torino con Fassino.
 
I campi Rom diventano “comunità autonome” ed autogestite non sottoposte alle leggi italiane, zone franche dove la popolazione rom può liberamente dedicarsi ai suoi traffici: furto, ricettazione mediante mercatini di merce rubata, racket dell’accattonaggio, sfruttamento di minori e sfruttamento della prostituzione, roghi autorizzati (tossici) di materiale vario. In particolare varie energie vengono dedicate ai furti di rame ed ai furti negli appartamenti utilizzando minori, agili nell’introdursi nelle case e non imputabili in caso di arresto.
 
Molto redditizio ultimamente risulta il settore del rame, il cui furto provoca spesso l’interruzione delle linee ferroviarie. Vedi: Torino: Fermata banda di rom  specializzata in furti /   –  Acilia, ladri sorpresi a rubare in una casa vengono linciati da altri condomini
 
Escluso ogni controllo nei campi da parte della polizia, sempre più a corto di mezzi e risorse, tanto meno dalla Guardia di Finanza che certo non si reca a fare ispezioni nei campi per controllare la provenienza delle merci messe in vendita nei mercatini e neppure vengono richiesti scontrini fiscali ai venditori. D’altra parte, se anche la polizia volesse entrare, a suo rischio nei campi, potrebbe procedere al massimo a fare qualche denuncia a piede libero ma di sicuro nessun rom verrebbe sottoposto ad arresto, neanche in caso di flagranza, essendo quasi sempre o minori o persone in situazione di “disagio sociale” e quindi rimessi subito in libertà.
 
Importante la testimonianza riportata dalla troupe della rete TV la 7, di Piazza Pulita, che si era recata presso il campo rom di via di Salone (zona Tor Sapienza) ed è stata anche aggredita per aver fatto troppe domande ai residenti del campo: “«Dopo aver fatto alcune ore di riprese tra il campo nomadi di via di Salone e l’esterno di via Salviati, con il buio siamo ritornati per capire cosa succede con i roghi tossici e per documentare, se possibile, l’arrivo di tutta quella spazzatura che circonda le roulotte. La mia troupe e io eravamo fermi in auto e l’operatore aveva la telecamera puntata verso l’ingresso del campo. Ad un tratto un gruppo di ragazzi è uscito dall’area con in mano dei tubi di piombo che hanno lanciato verso di noi. È stato un attimo. Abbiamo sentito il rumore sordo e i vetri in frantumi, che hanno colpito anche l’operatore». (……………………..)
Che cosa hai visto nel tuo viaggio all’interno e all’esterno di due dei più grandi campi nomadi di Roma?
 
«Sicuramente una situazione di degrado e abbandono. La vita delle persone oneste è pregiudicata dai comportamenti dei disonesti. Sono zone fuori controllo. I bambini non vanno a scuola anche se il pulmino passa tutte le mattine. Le telecamere di sicurezza sono rotte e il gabbiotto dei custodi è vuoto. Ci siamo trovati davanti anche ad uno dei tanti roghi tossici. In questi posti, in alcuni casi anche le forze del’ordine faticano ad entrare».
– Cosa ti ha colpito in particolare?
 
«Abbiamo chiesto a questa gente come vive e dove prendono i soldi, perchè ho visto una quantità di vestiti nuovi con tanto di etichette. Poi ho visto pile di elettrodomestici di dubbia provenienza. Evidentemente, però, queste domande sono state ritenute fuori luogo o pericolose».
 
L’esperimento che si sta attuando in queste zone, in particolare nelle vicinanze di Roma dove esiste il più grande campo rom d’Europa, non è diverso da quello che si sta attuando anche a Milano ed a Torino, esistendo, da quanto ci risulta, una circolare apposita del Ministeri dell’Interno che detta alle forze di polizia le regole di comportamento, naturalmente tutto in conformità delle regole europee che prescrivono il divieto di ogni discriminazione per le comunità dei rom e dei sinti e l’obbligo dell’integrazione per queste comunità a carico della collettività nazionale. I sindaci sono più che ligi a queste regole tanto che forniscono elettricità, acqua e servizi a questi campi, in forma totalmente gratuita.
 
Il problema è però rappresentato dai cittadini che vivono nelle vicinanze di questi campi i quali non mostrano di gradire più di tanto l’esperimento e manifestano la loro rabbia e la loro indignazione a causa dell’aumento dei furti, dell’insicurezza, dei miasmi dei fumi tossici, dei cumuli di spazzatura che si accumulano al bordo dei campi. Non c’è dubbio tuttavia che i sindaci, come Marino a Roma, saranno in grado di “persuadere” i cittadini della necessità di essere collaborativi ed integrare queste comunità, visto che anche l’Europa ce lo chiede e si sa che, quando si tratta dell’Europa, non è mai possibile rifiutarsi senza apparire retrogradi, razzisti ed ostili al progresso.

Dicembre caldo nelle piazze italiane, rischio esplosione sociale?

o santo cielo, meno male che in piazza lo stesso giorno dei forconi scendono i sindacati, che così siamo sereni che gente per bene contrasterà l’avanzata ” du questi cattivi soggetti” che sono fascisti ed anti democratici….

Dicembre sarà sicuramente un mese caldo nelle piazze italiane. Il 5 inizieranno le proteste del Coordinamento 9 Dicembre, quelli che erroneamente i media chiamano “Forconi”, che l’anno scorso paralizzarono l’Italia con blocchi e presidi per circa una settimana. Il 12 Dicembre ci sarà lo sciopero generale indetto da CGIL, UIL E UGL. Vediamo nel dettaglio cosa dovrebbe o potrebbe succedere.

Per quanto riguarda il Coordinamento 9 Dicembre, l’obiettivo principale sono le dimissioni di tutto il governo, capo dello Stato compreso. L’ultimatum è dato per il giorno 9 Dicembre, anche se, come abbiamo detto sopra, le proteste inizieranno il 5. Quindi cosa dovrebbe succedere dopo il 9 dicembre, a scadenza dell’ultimatum? Da come ho capito, dal 5 al 9 Dicembre le proteste saranno abbastanza tranquille e pacifiche, mentre dal 9 Dicembre in poi, il Coordinamento non risponderà di eventuali azioni violente fatte dal Popolo Italiano.

Questo in sintesi. A mio avviso, se il Coordinamento riuscisse a mantenere vive le azioni di rivolta fino al 12 Dicembre, giorno dello sciopero generale, la situazione potrebbe diventare veramente critica, dato che a quel punto le persone nelle piazze sarebbero tantissime. E sicuramente, agli scioperi e presidi, si uniranno anche gli studenti e i soliti elementi più violenti presenti ad ogni manifestazione.

Personalmente io presi parte a Torino alla rivolta dello scorso 9 Dicembre e purtroppo vidi e sentii con i miei occhi i lacrimogeni sparati dalla Guardia di Finanza, quando ancora la protesta era pacifica, poi i media ovviamente ripresero soltanto le violenze in Piazza Castello ma non dissero come i primi ad iniziare fossero stati i militari della GdF.

Detto questo, vedo che la gente su internet tende a concentrarsi su chi è il leader del Coordinamento, sui suoi presunti o meno debiti, ma questo non conta assolutamente nulla. Io credo che al di là di tutto, in una situazione tragica e disastrosa come quella che stiamo vivendo, scendere in piazza a protestare sia sempre giusto, perché il governo deve avere un segnale dal Popolo che la strada che si sta percorrendo è quella sbagliata.

Come nel corpo umano, i nervi ci fanno sentire se provochiamo dolore ad una parte del corpo stesso, così se il Popolo soffre deve soffrire anche il governo. Il Popolo tende troppo a disunirsi per dettagli irrilevanti e perde di vista il vero avversario, cioè il governo corrotto e traditore. Io personalmente sarei sceso anche con la CGIL se avesse chiamato tutti gli italiani e non solo gli iscritti, anche se non condivido per niente la sua linea politica.

Fatta questa premessa personale, è quindi giunto il momento di una Rivoluzione Italiana? Anche se ritengo giustissimo scendere in piazza, credo che ancora i tempi non siano maturi per una vera e proprio Rivoluzione, penso sia più una fase pre-rivoluzionaria. Gli scontri che stiamo vivendo e che vivremo a Dicembre non possono essere caratterizzati come veramente rivoluzionari, perché sono più una rivolta, cioè una reazione alla politica del governo, gli obiettivi descritti parlano di andare contro qualcosa non propongono qualcosa di innovativo utile a cambiare lo status quo.

In questo blog, abbiamo già parlato della situazione sociale esplosiva esistente in Italia, prima ipotizzando una Guerra Civile e poi escludendola analizzando la composizione demografica del paese. Ora non escludo però che la situazione possa degenerare, molti dicono che in Grecia finora non sia successo niente di significativo, ma credo che ogni paese possa prendere una strada diversa. Del resto la Grecia è una paese piccolo, Bruxelles gli ha già praticamente tolto ogni potere, l’Italia è cinque volte più della Grecia e come abbiamo già visto, l’obiettivo dell’Eurocrazia è eliminare gli stati nazionali e in Italia questo potrebbe succedere con una mezza guerra civile e direi che si vede un vero e proprio crescendo di violenze: la distruzione della macchina di Salvini, gli scontri contro gli extracomunitari a Roma, le manganellate agli operai, blocchi delle autostrade, Renzi che rischia il linciaggio ovunque vada.

Ora a Dicembre avremo un vero e proprio tentativo rivoluzionario e l’Italia rischia seriamente una deriva violenta. Se i poteri forti vorranno scatenare una guerra civile in Italia, lo potrebbero fare facilmente, come già fatto nelle Rivoluzione Arabe e Colorate, basterebbe che qualche loro agente uccida dei manifestanti dando la colpa alle forze dell’ordine (contro le quali è già partita da tempo una “strana” offensiva mediatica) e le rivolte aumenterebbero in modo esponenziale. Da monitorare anche Beppe Grillo, che già l’anno scorso, durante le rivolte del 9 Dicembre, mandò una lettera ai capi delle Forze Armate invitandoli a schierarsi con il Popolo; se la situazione degenerasse ulteriormente potrebbe unirsi alle piazze per dare una spallata al governo.

Inoltre abbiamo le imminenti dimissioni di Napolitano e il conseguente vuoto istituzionale che si potrebbe creare. Concludendo, possiamo dire che scendere in piazza, contro un governo e un sistema del genere, sia sempre giusto e sacrosanto ma al tempo stesso avviso i lettori di stare con gli occhi aperti, la tensione sociale in Italia potrebbe avere uno scopo ben preciso: eliminare e spaccare l’Italia per farle cedere definitivamente i poteri all’Unione Europea. Del resto le tensioni separatiste in Spagna, le rivolte a Praga ed a Budapest di questi giorni, la recessione probabile in Germania, la spaccatura etnico-sociale in Francia, hanno tutte lo stesso scopo: cessione di sovranità. Ma del resto forse è meglio così, se elimineranno i nostri corrotti ed inefficienti stati nazionali, forse i popoli prenderanno coscienza dell’unica rivoluzione veramente utile che ci possa essere per superare questo momento storico: una Rivoluzione di tutti i Popoli Europei, una Primavera Europea, ma probabilmente è ancora molto presto per questo.

by Fenrir

Fonte: HESCATON.COM

http://scenarieconomici.it/dicembre-caldo-nelle-piazze-italiane-rischio-esplosione-sociale/