Roma: case ai Rom. Marino si giustifica: “Ce lo chiede l’Europa”

basta che non siano date alle famiglie italiane che sfrattate vivono in strada. Altrimenti sarebbe “discriminazione”, non dare le case ai bisognosi italiani è eguaglianza…

lunedì, 24, novembre, 2014
 
 Chiudere i campi, e individuare alloggi alternativi. Sul tema rom, il sindaco Marino ha preso posizione. Lo ha fatto in diretta tv su La7 giovedì sera, e lo sta facendo in queste ore a chi, fuori e dentro Palazzo Senatorio, chiede spiegazioni. Sì perché le dichiarazioni sulle ipotesi di sgombero dei ‘villaggi attrezzati’, sarà l’effetto Tor Sapienza e i fari accesi sulle periferie, sembrano piovere dal cielo, tra una maggioranza, spiazzata, che tace, e un’opposizione, che, manco a dirlo, attacca.
In testa l’ex sindaco Alemanno: “Promettere le case ai nomadi della nostra città è una vera follia”. Il rischio? “Dare uno schiaffo in faccia alle migliaia di romani che da anni attendono una casa popolare o anche semplicemente una qualche forma di assistenza alloggiativa”, buttando benzina sul fuoco di quelle proteste che nelle ultime settimane stanno accendendo le aree ai margini della città. La questione è bollente, lo è sempre stata, e la proposta lanciata da Marino rischia l’effetto boomerang anche sul piano comunicativo.
Motivo per cui lo stesso sindaco è chiamato a chiarire. Punto primo, quello che per qualcuno rischia di fomentare le rivolte: non si parla, e non si è mai parlato, di “case”. Sul tavolo delle proposte non c’è l’edilizia residenziale pubblica, nè le migliaia di famiglie che già aspettano un alloggio. Nessun diritto usurpato insomma. E il sindaco lo ha precisato, tratteggiando un’altra tipologia di intervento.
“Una delle soluzioni proposte dall’Unione europea – spiega il sindaco questa mattina a Radio Città Futura – è quella di affidare a rom, sinti e camminanti dell’edilizia non più utilizzata affinchè si possa fare dell’autocostruzione, rendendo quei luoghi abitabili, ed eliminando le situazioni di grave disagio”. E non solo per i rom, “ma anche per le altre popolazioni che vivono nei quartieri dove ci sono gli insediamenti”. Vedi via Salviati e i roghi tossici.
“Il progetto è molto complesso e articolato -prosegue il sindaco – è stato discusso dall’Unione europea e contiene indicazioni precise che non riguardano solo l’Italia ma tutti i paesi che ospitano rom, sinti e caminanti“. I dettagli ancora non ci sono, si tratterebbe comunque di utilizzare il patrimonio immobiliare pubblico abbandonato e metterlo a nuovo. Un’operazione di autorecupero urbano, già avviata in altre città d’Italia, che consentirebbe quasi con certezza di ridurre le spese sostenute per tenere aperte i campi (24 milioni di euro usciti dalle casse capitoline nel solo anno 2013).
Poi, ed è l’altro punto da chiarire, “ce lo chiede l’Europa”. E lo fa (da anni) minacciando una procedura d’infrazione all’Italia, con Roma ‘capitale dei campi’ come prima responsabile. Dunque – e Malagrotta insegna – il tempo di nascondere la testa sotto la sabbia è agli sgoccioli.
Bisogna allinearsi, spiega Marino, “all’obiettivo fissato dalla Commissione europea e recepito nel 2012 dal Governo con la strategia nazionale di inclusione delle comunità rom, sinti e caminanti”. Al di là delle posizioni singole o di partito. Come a dire a chi alza l’asticella che non c’è spazio per le polemiche ad personam, che non è un capriccio personale. L’Europa chiama, e Roma non può più permettersi di tacere.
romatoday.it
http://www.imolaoggi.it/2014/11/24/roma-case-ai-rom-marino-si-giustifica-ce-lo-chiede-leuropa/

Roma: case ai Rom. Marino si giustifica: “Ce lo chiede l’Europa”ultima modifica: 2014-11-24T22:30:15+01:00da davi-luciano
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