Ftse Mib: i grandi investitori hanno abbandonato l’Italia

che tragedia, ed ora chi ci manterrà? Si porteranno via tutto il benessere di cui ci han fatto dono??!!!!’
Per la serie….sai che disgrazia
L’Europa continua a raccogliere le briciole che lasciano a terra gli Usa, il Vecchio Continente vive di luce riflessa.
 
Giovedì 20 Novembre alle ore 19.00 assisti in diretta, a mercati aperti, alla formazione di un segnale, al ribasso o al rialzo, e seguirne lo sviluppo attraverso una spiegazione che vi permetterà di capire come sfruttare le strategie con le candele Heikin-AshiIscriviti quì.
 
L’Europa continua a raccogliere le briciole che lasciano a terra gli Usa, il Vecchio Continente vive di luce riflessa. Per quanto tempo continuerà questa situazione? Risponde Federico Izzi, alias Zio Romolo, analista finanziario e trader indipendente.
 
La giornata di ieri è partita in territorio negativo per poi riprendersi successivamente, un copione che si vede sempre più spesso.
 
La giornata è iniziata in parità, quindi ha toccato sul Futures del Ftse Mib area 19.410 circa, per tornare a livello di apertura, ovvero in area 19.200, nella prima ora è arrivato a toccare un massimo di 19.350 e ha chiuso a 19.290. Indubbiamente è tornata a testare la resistenza a 19.400, anche se la resistenza di riferimento più che altro a livello tecnico, oltre che psicologico è in area 19.500, zona nella quale il Futures ha oscillato più volte dalla metà di ottobre, per precisione dalla seconda decade di ottobre. Da allora, infatti, il Ftse Mib sta oscillando in questo range tra 18.500-19.500 senza dare chiare indicazioni di quello che può essere un trend predefinito.
 
Wall Street che ormai viaggia spedita e per di più senza nessun aiuto dalla Fed. Tassi a parte…
 
Da fine di ottobre, anche se a livello tecnico è da inizio novembre che è terminato il vero e proprio acquisto. E nonostante questo continua a fare nuovi record storici e a salire, raggiungendo, con ieri, l’S%P 500 nuovi record assoluti
  • o.265575
Si tratta del 42esimo record annuale. Dal 2000 è la seconda performance in termini di record, secondo solo al 2013 quando ha segnato circa 45 nuovi record. Ma dobbiamo considerare che abbiamo ancora oltre un mese davanti, statisticamente tra l’altro molto positivo, non è escluso che si possa infrangere anche il record del 2013. Un trend sostanzialmente molto positivo per gli Usa, che è iniziato già dal 2009, mentre l’Europa non riesce a stare più al passo, nonostante un trend rialzista che fino a maggio giugno sono stati replicati soltanto dal Dax, dopodichè anche il Dax si è allineato alla tendenza europea. Personalmente credo che gli Usa abbiano consentito al Vecchio Continente, di beneficiare di un riflesso che ha impedito di segnare performance peggiori di quanto finora segnato. Europa che non riesce a mantenere il trend ma almeno tecnicamente può evitare ribassi estremi.
 

Isis, a raccolta antifa

antifa contro Isisfino a ieri erano degli eroi anti Assad, “il nazista”. La CIA cambia strategia (almeno in apparenza) et voilà, controordine compagni, demonizziamo il nuovo “nemico” della CIA e la propaganda della reductio ad Hitlerum è servita…..Nei secoli fedele al liberatore
(prima ignoravano la natura dell’ISIS?!!??)

 

PAUL CRAIG ROBERTS E GLENN GREENWALD HANNO RAGIONE: HILLARY E’ DAVVERO PERICOLOSA

di The Saker
Ho appena letto l’articolo di Paul Craig Roberts: Next-presidential-election nel quale cita un articolo di Glenn Greenwald: firstlook.org/theintercept (tradotto qui sotto -ndt).
 
Entrambi gli autori concordano che la possibilità che la Clinton diventi presidentessa degli Stati Unit i è una brutta notizia, Roberts menziona addirittura il rischio di guerra.
 
Purtroppo devo essere d’accordo con loro. Hillary è la quintessenza di tutto quanto c’è di sbagliato negli USA, e dopo la presidenza assolutamente disastrosa di Barak Obama avrà molto da dimostrare a se stessa e alle lobby a cui risponde (descritte da Greenwald nel suo articolo). Non ripeterò gli argomenti dei due analisti; mi limito ad aggiungere che sono assolutamente convinto che Hillary sia sia abbastanza delirante che arrogante per credere di poter fare la prepotente con la Russia, anche con l’uso della forza militare. Al costo di sembrarvi un po’ ingenuo, aggiungo anche che penso sia una persona semplicemente malvagia.
 
Il problema ovviamente è che la Russia non cederà. Non per questioni che sono per essa di chiara importanza strategica, esistenziale. Ciò include sicuramente il futuro dell’Ucraina. Temo che gli USA penseranno a un confronto militare con la Russia come al gioco del coniglio, mentre per la Russia sarà una questione di sopravvivenza. Sappiamo tutti come può finire.
 
Due forze potrebbero, forse, impedire una guerra: un’ipotetica parte dell’1% elitario che potrebbe rendersi conto di quanto gli USA rischierebbero in tale guerra, e il capo di stato maggiore dell’esercito. Questi, oppure una crisi interna che sottraesse abbastanza energia al governo federale da renderlo incapace di perseguire politiche imperiali all’estero.
In ogni caso, devo dire che guardo al futuro con un bel po’ di ansia.
 
Cinici, fatevi da parte: c’è eccitazione genuina per la candidatura di Hillary Clinton
 
Di Glenn Greenwald
 
E’ facile fare i cinici quando si considera l’inevitabile (e purtroppo imminente) campagna presidenziale di Hillary Clinton. Da una veterana dei giochi di potere di Washington squallidamente senz’anima, priva di principii, assetata di potere qual è, è il politico americano più banale che possa esserci. Uno dei suoi pochi aspetti unici, forse il solo, sta nel modo in cui la prima presidenza femminile verrà sfruttata (seguendo il modello di Obama) per oscurare il suo ruolo di guardiana dello status quo.
Che Hillary sia la beneficiaria di una successione dinastica la rende ancora più invitante per un mix di noia e disprezzo. Le decine di milioni di dollari che i Clinton hanno “guadagnato” con la loro celebrità politica (washingtonpost.com/politics/how-the-clintons-went-from-dead-broke-to-rich-bill-earned-1049-million-for-speeches) in gran parte parlando ai globalisti, gruppi industriali, fondi avvoltoio e altre appendici di Wall Street che avrebbero il maggiore interesse nella presidenza di lei, rendono lo spettacolo molto più deprimente (la probabile candidata è raffigurata nella foto sopra con l’AD di Goldman Sachs Lloyd Blankfein a un evento di settembre).
 
Ma non dovremmo essere così cinici. C’è un’intensa e genuina eccitazione alla prospettiva di (un’altra) presidenza Clinton. Molte importanti fazioni americane considerano la sua elevazione all’Ufficio Ovale come un’opportunità per il ringiovanimento, un entusiasmante simbolo di speranza e cambiamento, il veicolo per vitali avanzamenti politici. Quelle sempre più eccitate fazioni includono:
Wall Street
Tratto da Politico Magazine dell’11 novembre 2014 (Perché Wall Street ama Hillary):
 
“Giù a Wall Street non credono alla retorica populista della Clinton neanche per un minuto. Mentre l’industria finanziaria effettivamente odia Warren, i grandi banchieri amano la Clinton e in linea di massima la vogliono a tutti i costi come presidente. Molti tra i ricchi e potenti dell’industria finanziaria (tra cui l’AD di Goldman Sachs Lloyd Blankfein, l’AD di Morgan Stanley James Gorman, il potente vice-presidente di Morgan Stanley Tom Nides e i capi di JPMorganChase e Bank of America) considerano la Clinton una pragmatica risolutrice di problemi poco propensa alla retorica populista. Per loro è una che ha l’idea che tutti beneficiamo se Wall Street e il business americano prosperano. Che dire delle sue incursioni nell’ardente retorica? Nessuno di loro pensa che lei faccia sul serio con il suo populismo.
Sebbene Hillary Clinton non abbia annunciato formalmente la sua candidatura, l’opinione di Wall Street è che sia in lizza (e con decisione) e che la sua organizzazione nazionale stia rapidamente prendendo posizione dietro le quinte. Tutto ciò la rende attraente. Wall Street, soprattutto, ama i vincitori, tanto più quelli che difficilmente toccheranno troppo il suo salvadanaio. […]”
 
La lobby israeliana
 
Tratto da Foreign Policy del 7 novembre 2014 (Hillary andrebbe bene per la Terra Santa? di Aaron David Miller):
“Se dovesse diventare presidente, rapporti migliori con Israele sarebbero praticamente garantiti… Non dimentichiamo che i Clinton hanno trattato con Bibi primo ministro. Non è mai stato facile, ma chiaramente era molto più produttivo di quanto vediamo adesso… Per dirla in modo semplice, Hillary è buona per Israele e si relaziona al paese in un modo in cui questo presidente non fa… Hillary è di un’altra generazione e ha lavorato in un mondo politico in cui essere buoni per Israele era sia obbligatorio che intelligente.
 
Siamo chiari: quando si tratta di Israele, non esiste un Bill Clinton 2.0. L’ex presidente è probabilmente unico per la profondità dei suoi sentimenti per Israele e la sua disponibilità a mettere da parte le proprie frustrazioni per certi aspetti del comportamento di Israele, come gli insediamenti. Ma questa intesa vale anche per Hillary. Sia Bill che Hillary sono così innamorati dell’idea di Israele e della sua storia unica che sono propensi a fare certe concessioni sul comportamento del paese, come la continua costruzione di insediamenti.”
Gli interventisti (ovvero i fanatici della guerra)
 
Tratto dal New York Times del 15 giugno 2014 (Gli avvenimenti in Iraq aprono la porta per un revival degli interventisti, afferma uno storico):
“Ma l’esempio migliore per quella che Robert Kagan descrive come la sua visione “convenzionale” della forza americana è il suo rapporto con l’ex segretaria di stato Hillary Rodham Clinton, che resta il veicolo nel quale molti interventisti stanno riponendo le loro speranze. […]
‘Mi sento a mio agio con lei in politica estera’ ha affermato il sig. Kagan, aggiungendo che il prossimo passo dopo l’approccio più realista di Obama ‘potrebbe in teoria essere qualsiasi cosa Hillary porti in tavola’ se eletta alla presidenza. ‘Se perseguirà la politica che noi crediamo perseguirà’, ha aggiunto, ‘è qualcosa che si potrebbe chiamare neoconservatrice, ma chiaramente i suoi sostenitori non la definiranno così; la chiameranno in modo diverso.’
I neo-con della vecchia scuola
 
Tratto dal New York Times del 5 luglio 2014 (Il prossimo atto dei neocon: … pronti ad allearsi con Hillary Clinton? di Jacob Heilbrunn):
“Dopo quasi un decennio di esilio politico, il movimento neo-conservatore è tornato… Mentre castigano Obama, i neo-con forse si stanno preparando per un’impresa più sfrontata: allinearsi con Hillary Rodham Clinton e la sua nascente campagna presidenziale, nel tentativo di tornare al posto di comando della politica estera americana…
Altri neo-con hanno seguito il prudente centrismo e rispetto di Robert Kagan per la signora Clinton. Max Boot, membro anziano al Council on Foreign Relations, quest’anno ha notato ne La Nuova Repubblica che ‘nei consigli dell’amministrazione Hillary era una voce di principio per una posizione forte su questioni controverse, che fosse a supporto dell’insorgenza afghana o dell’intervento in Libia.’
E il fatto è che questi neo-con hanno ragione. La signora Clinton ha votato per la guerra in Iraq; supportato l’invio di armi ai ribelli siriani; paragonato il presidente russo Putin ad Adolf Hitler; supporta appassionatamente Israele; e sottolinea l’importanza di promuovere la democrazia.
 
E’ facile immaginare che la signora Clinton nella sua amministrazione farà spazio ai neo-con. Nessuno la potrebbe incolpare di essere debole nella sicurezza nazionale con uno come Robert Kagan a bordo… Lungi dall’essere finita, dunque, l’odissea neo-con sta per continuare. Nel 1972 Robert L. Bartley, editorialista del Wall Street Journal e uomo che appoggiò i primi sostenitori neo-con, definì acutamente il movimento come ‘un gruppo altalenante tra i due maggiori partiti’. Nonostante le battaglie tra partiti dei primi anni 2000, è notevole quanto poco sia cambiato.”
 
Perciò beccatevi questo, cinici. Ci sono sacche di vibrante eccitazione politica che si stanno entusiasmando nel paese per una presidenza di Hillary Clinton. Si fanno poster, si attaccano distintivi, si preparano assegni, si bramano appuntamenti. I costituenti uniti, alleati, sinergici della plutocrazia e della guerra senza fine hanno la loro beneamata candidata. Ed è davvero difficile argomentare che la loro eccitazione ed affetto non siano giustificati.
 
 
Traduzione: Anacronista

La “sofferenza” di Livia Turco

18 novembre 2014

Il pianto di Livia Turco in tv sta facendo il giro del web, l’ex parlamentare del Pd, infatti si è commossa durante il programma “L’aria che tira” in onda sulla rete televisiva La7.

Vi chiederete: per cosa si è commossa la Turco?

Per i disastri ambientali che stanno seminando lutti e distruzioni nel nostro paese? No!

Per i casi di femminicidio che continuano ad insanguinare la nostra Penisola? No!

Per i tanti lavoratori che a nord come a sud stanno perdendo il proprio posto di lavoro a causa di questa infinita depressione economica? Macché!

E allora per cosa?!?

Ma per le tante persone che non si iscrivono più al Pd

?!?!?!?

Ahahahahahahah … Ahahahah …

No, cari lettori, lo so che la reazione spontanea è quella di farsi una risata, ma qui la cosa è seria!

Questa qua è una che si è fatta 26 anni in Parlamento, Ministro della Solidarietà Sociale nel primo Governo Prodi e successivamente in quello D’Alema e poi addirittura Ministro della Saluta nel secondo governo Prodi!!!

C’è poco da ridere!

Questa qua è stata eletta la prima volta nel Partito Comunista Italiano, poi nel Pds, ed ancora nei Ds ed infine nel Pd, occorre darle atto che è una persona coerente, lei non ha mai cambiato, è il suo Partito che ha continuato a cambiar nome.

Il fatto è che nel 2013 le hanno detto: “Livia … adesso basta!”

E lei ha ribattuto “E io cosa faccio? Devo andare a lavorare?”

“Ma no Livia – le hanno risposto – prenderai l’assegno di solidarietà’, sono 217.000 euro esentasse”

E lei “Ma non mi bastano”

“Ma sai Livia che lo Stato ti riconoscerà anche altri 241.000 euro di ‘assegno di reinserimento’ non sono proprio pochi, e poi avrai la tua bella pensione” le è stato ribadito.

“Ma a me mancano ancora due anni per andare in pensione, come faccio a vivere in questi due anni?” ha controbattuto la Turco.

“Beh, per questi due anni, non preoccuparti ti assumiamo come Funzionario all’interno del Pd fino a farti raggiungere la pensione” la tranquillizzarono dal Pd.

“E io cosa dovrò fare?” chiese infine l’ex parlamentare.

“Ma nulla. Nulla Livia. Cosa vuoi che faccia un Funzionario del Pd? Nulla! E naturalmente prenderai uno stipendio mensile, tanto sono sempre soldi pubblici!”

“Ok se è così allora va bene” concluse la Turco.

Ed ora con le lacrime agli occhi:

“Mi fa soffrire vedere tanti che non si iscrivono più al Pd, chiedo a Renzi di avere considerazione di queste persone, faccia uno sforzo inclusivo, la sinistra non è un ferro vecchio“. (Livia Turco)

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro

http://www.finanzainchiaro.it/la-sofferenza-di-livia-turco.html

La situazione a breve si farà pericolosa

Sarà mica che la Germania si oppone al Quantitative Easing che la FED porta avanti da anni a beneficio di banche, finanza, speculatori e magnati vari??
Ecco che i servetti della finanza e delle banche ovviamente si “accontentano” (che caso, del caprio espiatorio fornito dai padroni). Già, perché per costoro le banche e la finanza, il FMI, la troika. la BCE, i trattati firmati oltre 20 anni fa NON C’ENTRANO NULLA (anzi costoro erano a sunoare le fanfare di quanto magnifica e benefica fosse la UE, ignorando scientemente e volutamente di informare su quale fosse la vera natura di questo mostro partorito dagli USA)

Il cartello esposto, per altro assai razzista, (se vi fosse stato scritto un altro termine dispregiativo riferito ad un popolo o etnia diversa ci sarebbe stato il finimondo, questo è molto indicativo per comprendere contro chi sia lecito sparare, ordine impartito dai poteri forti che la “soc civile” prontamente esegue.

Governo-servo crucchi

di Marco Della Luna

I dati economici per l’Italia e le proiezioni degli organi specializzati non lasciano dubbi: la recessione continuerà, le riforme di Renzi faranno cilecca, la situazione a breve si farà pericolosa. Gli interessi costituiti, la casta europeista e austerofila, si attrezzano per fronteggiare una possibile situazione prerivoluzionaria mediante una riforma del parlamento e della legge elettorale che metta tutto nelle mani dei segretari di pochi grandi partiti politici, e in particolare si consolida l’asse neoliberista Renzi-Berlusconi.Andiamo infatti verso uno scenario di fallimento delle promesse renziane, di forte peggioramento economico, di dirompenti tensioni sociali, con un parlamento ultra-maggioritario neoliberista che assicurerà, sì, la maggioranza a un governo fedele al modello economico in via di costruzione, ma che non rappresenterà la popolazione, anzi sarà in palese contrapposizione agli interessi di questa, e dovrà ricorrere alla repressione, legittimandola con i numeri in aula e con l’appoggio dell’”Europa”, e alla bisogna perfezionandola con l’arrivo della Trojka e dell’Eurogendfor.L’etica finanziaria del rigore e della virtuosità, incarnata dall’UE, è un’etica per i creditori renditieri, per gli usurai, per i produttori monopolisti di moneta e credito. Storicamente, l’inflazione del primo del secondo dopoguerra assieme alle politiche di spesa pubblica a sostegno della crescita economica, alla forte crescita dei redditi nazionali e all’effetto redistributivo di questa combinazione, è ciò che aveva sostanzialmente ridotto i loro privilegi economici.

Essi ora si prendono la rivincita imponendo un modello che antepone a tutto la salvaguardia delle rendite anzi la loro rivincita, attraverso l’imposizione di condizioni opposte a quelle del secondo dopoguerra, cioè stagnazione, spostamento di ampie quote dei redditi dal lavoro alle rendite, concentrazione dei redditi e dei capitali nelle mani di cerchi sempre più ristrette, crescita della quota della spesa pubblica che i paesi subalterni, come l’Italia, devono destinare al pagamento degli interessi sul loro debito pubblico.

La popolazione generale viene posta dai mass media e dalle istituzioni in condizione di conoscere solo la vulgata economica sottesa a questo modello economico e di dimenticare, in quanto ai meno giovani, e di non apprendere, in quanto ai meno vecchi, che è possibile, è esistito ed ha funzionato modello economico diverso, in cui il denaro veniva prodotto e speso per assicurare occupazione e sviluppo, in cui le banche centrali assicuravano l’acquisto dei titoli pubblici a un tasso sostenibile escludendo la possibilità di default, e che in questo modello i disavanzi interni ed esteri nonché i debiti pubblici erano molto più sostenibili di quanto lo sono ora nel sistema della virtuosità per usurai, sicché i governi e i parlamenti avevano la capacità di elaborare e decidere politiche economiche e sociali anziché farsele dettare dai mercati. E le persone avevano la possibilità di fare programmi di vita – cosa che in fondo è lo scopo non solo dell’economia ma della stessa esistenza dello Stato.

Rabbia operaia

La popolazione generale italiana, se tiene la testa dentro alla “realtà” che le è permesso conoscere, cioè dentro il predetto modello di economia virtuosa per usurari e renditieri marca Maastricht, può davvero pensare che il rimedio alle sofferenze che sta vivendo consista nel rinegoziare i parametri per spuntare qualche punto percentuale di flessibilità, di spesa a deficit in più, come promettono vari statisti-contaballe, oppure l’immissione di qualche centinaia di miliardi da parte della BCE, che, come in passato, finirebbero alle banche per chiudere i loro buchi sommersi o per gonfiare nuove bolle speculativa, come sempre avvenuto durante questa “crisi”. L’unico rimedio effettivo sarebbe la sostituzione di quel modello con altri, che ho descritto anche in questo blog.

Un’opposizione sociale vera e realistica dovrebbe puntare apertamente a questo rovesciamento di modello, non a negoziati per ottenere qualche concessione che, per forza di cose, sarebbe presto revocata. E dovrebbe lottare con la coscienza che i tagli di salari, occupazione, garanzie, servizi sono stati intenzionalmente introdotti dalle istituzioni nazionali e sovranazionali come strumento per garantire e rafforzare le posizioni di una classe di renditieri finanziari, di monopolisti del credito; e che quindi si tratta di fare, con i mezzi necessari, se disponibili, una lotta di classe diretta a rovesciare un ordinamento economico-giuridico e a riprendersi i poteri pubblici, governativi, istituzionali, togliendoli a un preciso avversario di classe, per darli alla generalità dei cittadini.

È probabile che la rottura dell’equilibrio, dell’omeostasi di questo attuale sistema, sia alle porte, determinata dalla continua contrazione del reddito nazionale, che rende insostenibile il servizio dei debiti pubblici e privati, quindi tende a far saltare il sistema bancario. Se a questo punto i poteri forti decidono di mettere le mani nei conti correnti della gente e confiscare il risparmio per puntellare le banche e i conti pubblici, questa può essere la scintilla che coalizza le forze euro-scettiche e trasforma gli “scioperi sociali” della Fiom (novembre 2014), e in cui già si nota il ritorno di una coscienza e di una rabbia di classe, in un’attuazione di reale sovranità popolare di contro alla irreale rappresentanza di un parlamento di nominati e ultramaggioritario. Anche perché tale opzione di bail-in a carico dei risparmiatori farebbe capire a molti che il sistema di governance globale creato intorno al FMI, alla FED, alla BCE, al MES, alla Banca dei Regolamenti internazionali, alla Commissione, ha proprio la funzione di scaricare su lavoratori, pensionati, risparmiatori, cittadini, i danni causati dalle attività di azzardo e dalle truffe finanziarie di quella stessa classe internazionale che dirige le predette istituzioni sovranazionali.

Un simile rovesciamento dal basso del modello socioeconomico non è possibile su scala nazionale, bensì solo su scala almeno continentale. Ed è improbabile che parta dagli italiani, che sono storicamente incapaci di simili imprese.

Fonte: Marco Della Luna
http://www.controinformazione.info/la-situazione-a-breve-si-fara-pericolosa/#comment-39949