Bologna: disabile 70enne sfrattato, ha un malore e finisce in ospedale

Ha la cittadinanza sbagliata. Altrimenti avrebbe una casa assegnata con vitto incluso.

giovedì, 13, novembre, 2014

Sono arrivati a casa sua ufficiale giudiziario e reparto mobile e lo hanno sfrattato: da un po’ di tempo l’uomo non riusciva a pagare l’affitto. Lui ha settant’anni e un’invalidità al 60% riconosciuta per cui prende una pensione. Durante le operazioni però qualcosa non va e l’uomo accusa un malore: così la polizia chiama un’ambulanza e l’anziano viene trasferito al pronto soccorso dell’ospedale più vicino.
Succede a Bologna, nel quartiere di San Donato: la denuncia del caso è partito da un collettivo di studenti che si occupa anche dell’emergenza abitativa in città. Loro, proprio in occasione dello sfratto, avevano organizzato un presidio: “Ci è stato impedito di entrare – racconta uno degli attivisti di Labàs – anche se ci eravamo offerti come mediatori”. L’uomo era stato oggetto di un’ordinanza di sfratto esecutivo per morosità, ovvero non poteva più permettersi di pagare il canone mensile d’affitto. “
today.it
http://www.imolaoggi.it/2014/11/13/bologna-disabile-70enne-sfrattato-ha-un-malore-e-finisce-in-ospedale/

Tor Sapienza, residenti alla polizia: difendete noi che vi paghiamo lo stipendio

giovedì, 13, novembre, 2014

Ancora tensione a Tor Sapienza. Un gruppo di residenti, stanchi dell’escalation di furti e aggressioni nel quartiere, stamani si è radunato sotto il centro dei rifugiati scandendo insulti contro gli immigrati. “Scendete bastardi, scendete”, urlano. Poi se lo sono presa con le forze dell’ordine schierati davanti alla struttura: “difendete noi non loro perchè noi vi paghiamo le tasse e lo stipendio”. La scintilla, secondo gli abitanti, l’aggressione subita da una ragazza.
Lanci di bottiglie e pietre contro il centro di immigrati a Tor Sapienza e lanci di oggetti, in risposta, dalle finestre del Centro immigrati. Qualche abitante ha tentato di entrare nel centro ma è stato fermato dalle forze dell’ordine.
Intanto è iniziato il trasferimento dei rifugiati del centro immigrati, iniziato con lo spostamento di circa 40 minori.
A decidere e gestire il trasferimento il Comune per “motivi di sicurezza”.
http://www.imolaoggi.it/2014/11/13/tor-sapienza-residenti-alla-polizia-difendete-noi-che-vi-paghiamo-lo-stipendio/

Intesa nel Pd, cambia l’art. 18. Renzi “e’ un grande passo avanti”

giovedì, 13, novembre, 2014
 
 “Il 1 gennaio entreranno in vigore le nuove regole sul lavoro. E’ un grandissimo passo in avanti”.
Lo ha detto il premier Matteo Renzi, oggi a Bucarest per sostenere il candidato socialista Victor Ponta alle elezioni presidenziali. Quello che sta emergendo nella mediazione sul jobs act “e’ tutto quello che e’ stato deciso nella direzione del Pd”, ha affermato il presidente del Consiglio. “Bene cosi’, andiamo avanti”, ha aggiunto Renzi.
E’ il capogruppo dei democratici alla Camera, Roberto Speranza, a far sapere che le cose sono cambiate, dopo le rigidita’ sul delicato tema del lavoro che si sono registrate nei giorni scorsi. Ma soprattutto dopo le decisioni di ieri sera della direzione del partito. “Non ci sara’ fiducia sul testo della delega lavoro approvata dal Senato, si lavorera’ in commissione per alcune modifiche e poi si votera’”, sono le sue parole.
L’intesa, raggiunta all’interno del partito di maggioranza relativa, prevede un esame della commissione della Camera per giungere a modifiche condivise rispetto al testo uscito da Palazzo Madama.
Parole che sembrano un’apertura anche alle esigenze della minoranza interna del partito, distillate nelle parole di Stefano Fassina: “Abbiamo insistito sulle modifiche del job act che cosi’ come e’ rischia di aggravare solo la precarieta’.
Mettere una fiducia in bianco su una delega che riguarda i diritti fondamentali dei lavoratori diventa a mio parere un problema di rilievo costituzionale”. agi

Travolta e trascinata da un’auto rubata: consigliera del Pd in fin di vita

se sarà un caso mediatico dipenderà solo dalla nazionalità dei malviventi, se non sono indigeni calerà il silenzio

giovedì, 13, novembre, 2014

E’ gravissima Elena Maria Madama, la ragazza di 26 anni che ieri sera, attorno alle 20, è stata investita da un’auto rubata in Strada Nuova, nel centro storico di Pavia.
Una Opel Insigna bianca (che si è poi saputo che era stata rubata nel milanese), sulla quale viaggiavano due uomini, ha travolto la giovane all’altezza dell’Università e l’ha trascinata per centinaia di metri.
Centinaia di persone, che a quell’ora stavano rientrando a casa dopo il lavoro o la spesa, hanno assistito a una scena raccapricciante: il corpo della ragazza incastrato sotto l’auto che procedeva a folle velocità in Strada Nuova. La vettura ha dovuto rallentare la sua corsa per aver trovato sulla sua strada un autobus. A quel punto il corpo della giovane si è staccato dall’auto, finendo sull’asfalto. I due ladri hanno svoltato in via Maffi, una strada laterale, hanno abbandonato la vettura e sono fuggiti a piedi.
In nottata molto i messaggi di speranza su Facebook di amici e consiglieri comunali. “Elena sappiamo che sei forte. E ti vogliamo bene”, ha postato il sindaco di Pavia Massimo Depaoli
http://www.imolaoggi.it/2014/11/13/travolta-e-trascinata-da-unauto-rubata-consigliera-del-pd-in-fin-di-vita/

Harvard come il Grande Fratello: spiati 2mila studenti

Ripresi a loro insaputa durante le lezioni per controllare le frequenze. L’esperimento è stato condotto infatti in segreto senza che neanche i professori sapessero nulla
Harvard, l’università da favola dove i rampolli delle migliori famiglie del mondo studiano per diventare ricchi professionisti quanto i loro genitori o anche di più. Eppure anche i fuoriclasse ogni tanto fanno un buco nell’acqua. Infatti il prestigioso ateneo avrebbe condotto un esperimento quanto meno discutibile, che ha infranto la privacy di almeno 2mila studenti. Fotografie delle aule senza avvertire né gli universitari né il personale. Il perché? Controllare la frequenza e l’andamento delle lezioni, come segnala il portale Skuola.net (http://www.skuola.net/news/notizie-universita/harvard-fotografie-privacy.html).

GRANDE FRATELLO AD HARVARD – La vicenda ha dell’inquietante: occhi elettronici spiavano le vicissitudini quotidiane di almeno 2mila studenti che hanno seguito le lezioni nel famoso ateneo di Harvard. E tutto senza che nessuno di questi abbia mai firmato una liberatoria o fosse messo al corrente dell’esperimento, portato avanti nella primavera del 2013. Infrangendo senza pietà il diritto alla privacy degli universitari e del personale.

FREQUENZA FIN TROPPO OBBLIGATORIA – E’ stato lo stesso Peter Bol, vice rettore dell’università, ad ammettere l’esistenza di questo esperimento segreto. E’ successo durante una riunione di facoltà dove Harry Lewis, prof di informatica appena venuto a conoscenza della vicenda, ha chiesto spiegazioni. Lo scopo delle immagini acquisite in segreto nel corso della Harvard Initiative for Learning and Teachingsarebbe stato quello di avere informazioni sulla partecipazione alle lezioni e del loro andamento. Sicuramente non per raccogliere dati personali sugli studenti o per valutare i docenti, ha affermato il vice rettore. Dopo la raccolta dei dati, le fotografie sono state distrutte.
 
Ansa
– See more at: http://terrarealtime.blogspot.it/2014/11/harvard-come-il-grande-fratello-spiati.html#more

Tav, arrestato imprenditore che denunciò intimidazioni: “Turbativa d’asta”

Ai domiciliari Ferdinando Lazzaro, titolare dell’Italcoge impegnata nei lavori a Chiomonte, che aveva denunciato, anche in tv, danneggiamenti nei cantieri. Avrebbe falsificato documenti per poter continuare i lavori dopo un fallimento
di Andrea Giambartolomei | 13 novembre 2014

Ha denunciato intimidazioni fatte dai No Tav. Era diventato il paladino degli imprenditori finiti nel mirino per i suoi lavori nel cantiere della Torino-Lione a Chiomonte. Poi è fallito ed è subito tornato in attività. Per farlo, però, non avrebbe seguito vie lecite. Ferdinando Giosué Lazzaro, 49 anni, imprenditore di Susa, è finito ai domiciliari. Ad arrestarlo questa mattina per turbativa d’asta sono stati i carabinieri del Ros e del comando provinciale di Torino, che già indagavano su di lui per lo smaltimento illecito di rifiuti, un reato – ipotizzano gli investigatori – commesso in concorso con Giovanni Toro, imprenditore calabrese ritenuto uno spalleggiatore delle ‘ndrine di Torino.

Secondo gli inquirenti, coordinati dai pm Stefano Demontis e Paolo Toso, dopo il fallimento della sua Italcoge il 28 luglio 2011 Lazzaro ha “turbato” l’asta pubblica per aggiudicarsi l’affitto di un ramo della sua azienda e mantenere la sua attività.  L’unica società a presentare un’offerta all’ex curatore fallimentare Michele Vigna è stata la Italcostruzioni, formalmente intestata a un familiare dell’imprenditore, ma di fatto amministrata da lui. Con l’offerta Lazzaro ha dovuto fornire una fideiussione che garantisse i futuri pagamenti. Così ha potuto continuare i lavori preparatori nel cantiere Tav di Chiomonte, passati dalla Italcoge alla Italcostruzioni.

Qualcosa però non tornava e il comitato dei creditori ha segnalato alcune anomalie al nuovo curatore fallimentare e alla procura. L’avvocato Massimo Bongiovanni, incaricato dal Comune di Avigliana di recuperare i crediti dall’azienda fallita, ha fatto notare come l’Italcostruzioni continuasse a non pagare i debiti acquisiti. Le ricerche degli investigatori hanno permesso di ritrovare la fidejussione del “Consorzio di garanzia” e di accertare la sua falsità: l’ente che l’aveva prodotta era inesistente, i documenti erano stati realizzati con file e loghi trovati su internet, mentre la firma era quella di una “testa di legno”. Per evitare che Lazzaro potesse reiterare il reato il gip di Torino Alessandra Pfiffner ha disposto gli arresti domiciliari. Nel motivare la custodia cautelare ha ricordato come d’altronde Lazzaro ha già precedenti: nei primi anni 2000 è stato indagato per turbativa d’asta e nel 2001 per corruzione. Ma non è tutto.

A luglio, con l’operazione della Dda di Torino “San Michele”, era emerso il coinvolgimento di Ferdinando Lazzaro negli affari delle ditte vicine alla cosca di San Mauro Marchesato distaccata in Piemonte. Lazzaro, insieme all’imprenditore calabrese Giovanni Toro e altri, è accusato di aver smaltito illecitamente dei rifiuti. Inoltre il primo ha dato al secondo un subappalto nei lavori preparatori della linea ad alta velocità Torino-Lione, l’asfaltatura del cantiere di Chiomonte. Toro aveva sfruttato “il personale rapporto di amicizia” con Lazzaro, che si era aggiudicato l’appalto: “Prendiamo tutto noi”. Lazzaro si era impegnato per far entrare Toro all’interno del Consorzio Valsusa e garantirgli così “un’ulteriore via di accesso ai lavori dell’Alta velocità”. Inoltre dagli atti del processo “Minotauro” era emerso pure che il boss Bruno Iaria, condannato in primo grado come capo della locale di Cuorgné, era stato assunto dalla Italcoge dopo la sua scarcerazione nel 2006, grazie ai contatti dello zio Giovanni Iaria, ex politico socialista c0ndannato in abbreviato per 416bis e poi deceduto.

Nel 2012 e nel 2013 l’azienda di Susa era stata obiettivo di minacce. Poco più di un anno fa ignoti avevano dato fuoco a una pala meccanica lasciando sul posto alcuni bossoli, dei candelotti di lacrimogeni usati. Il gesto era stato marchiato con la scritta “No Tav”. Tutto questo è accaduto mentre Lazzaro – ospite in tv alla trasmissione “Virus” di Nicola Porro su Raidue – denunciava l’escalation di violenze. Coincidenze dubbie ancora al vaglio degli investigatori.

Le Ragioni per Opporsi al NWO

fine dei tempi
“Innumerevoli persone odieranno il nuovo ordine mondiale e moriranno protestando contro di esso.” – HG Wells, The New World Order (1940) –
Nel corso della nostra vita e in tutta la nostra cultura moderna, siamo condizionati a raccoglierci attorno a concetti di falsa divisione. Siamo portati a credere che democratici repubblicani siano parti distinte e opposte, eppure sono in realtà due rami dello stesso meccanismo politico di controllo. Siamo portati a credere che due nazioni come gli Stati Uniti e la Russia siano nemici geopolitici, quando, in realtà si tratta di due governi fantoccio sotto il dominio degli stessi finanzieri internazionali. Infine ci viene detto che i banchieri internazionali sono in qualche modo separati, quando la realtà è che tutte le banche centrali rispondono ad un’unica autorità centrale: la Banca dei regolamenti internazionali (BRI).
Siamo intrattenuti con storie di costante conflitto e divisione. Ma la verità è che c’è solo una battaglia che conta, solo una battaglia che sia importante: la battaglia tra coloro che cercano di controllare gli altri e quelle persone che desiderano semplicemente essere lasciate libere.
Il Nuovo Ordine Mondiale non è un concetto creato dai ‘teorici della cospirazione’, ma dalle menti di coloro che cercano di controllare gli altri. Sono le pseudo-élite che grandiosamente si arrogano il diritto di determinare il destino di ogni uomo, donna e bambino a scapito della libertà individuale e dell’autodeterminazione. Tali élite sono spesso molto aperte circa le loro ambizioni globaliste, proprio come l’autore HG Wells, membro dell’organizzazione socialista Fabian Society e legato alla concezione globalista che ha messo avanti il ​​suo progetto per la governance mondiale nel libro sopra citato. In questo articolo, vorrei esaminare la natura della nostra battaglia contro l’elite e perché le loro teorie sulla gestione sociale sono illogiche, inadeguate e, in molti casi, dannose e distruttive.
 
Il ‘Bene Comune  Superiore’.
Trovo affascinante che elitisti e propagandisti del NWO proclamino costantemente che la moralità è relativa e che la coscienza non esiste, ma in qualche modo sono quelli che possiedono la corretta definizione di ‘bene superiore.’ Se il concetto di ‘buono’ è in tutti i casi relativo, allora non sarebbe anche il concetto di ‘bene superiore’ del tutto relativo? Questa incongruenza nel loro ragionamento non sembra impedire loro di costringere le masse attraverso la propaganda o la violenza ad accettare la loro versione di giudizio migliore.
Come molti psicologi e antropologi (tra cui Carl Jung e Steven Pinker) hanno dimostrato in decenni di studio, la bussola morale e la coscienza non sono semplici prodotti dell’ambiente; sono ideali innati, al di fuori delle influenze ambientali. Il bene più grande è intrinsecamente e intuitivamente sentito da molte persone. E’ la voce della coscienza, presente in ogni individuo. Non a caso le élite del Nuovo Ordine Mondiale si contraddicano affermando che la morale sia priva di significato, e poi propagandando la loro moralità personale come migliore. Al fine di ottenere potere sugli altri, devono prima convincere chi li ascolta di essere un guscio vuoto, senza senso o direzione. Devono convincere le masse a ignorare la voce interiore della coscienza.
Collettivismo.
Non pretendo di conoscere l’ideologia necessaria per una società perfetta, e certamente non conosco le soluzioni esatte per arrivarci. Quello che so, però, è che anche nessun’altro può conoscerle. Ogni volta che qualcuno sale su un palco per annunciare che solo lui ha le risposte ai problemi del mondo, non posso fare a meno di essere sospettoso delle sue motivazioni. Raramente, se non mai, sento tali persone suggerire che più libertà e più individualità faranno un futuro migliore. La loro soluzione comporta sempre meno libertà, più controllo e più forza bruta per plasmare la società secondo la loro visione.
L’utopia offerta dall’élite al potere esige sempre una mentalità collettivista dove l’individuo deve rinunciare alla sua autodeterminazione e all’indipendenza.
Non importa il pretesto – che si tratti di socialismo, comunismo, fascismo o qualche via di mezzo – l’obiettivo è sempre lo stesso: il collettivismo è schiavitù per le masse e sfrenata manna per gli oligarchi.
L’Ideologia della Forza.
Se la tua idea per migliorare la società è buona e razionale, non dovrebbe servire la forza per indurre la gente ad accettarla. Solo le idee intrinsecamente distruttive richiedono l’uso della forza per conformare il pubblico. Il NWO è un’idea che si basa interamente sulla forza.
La globalizzazione ci è stata costantemente venduta come parte della naturale evoluzione del genere umano, ma questa ‘evoluzione naturale’ (v. correlati) è sempre avanzata con l’uso della menzogna, della manipolazione, della paura e della violenza. Il concetto di NWO implica una completa centralizzazione, una centralizzazione che non può essere raggiunta senza l’uso del terrore, difatti chi sosterrebbe la creazione di una pericolosa autorità di potere globale se non per paura?
L’uso moralmente accettabile della forza è quello della legittima difesa. Di conseguenza ogni volta che il NWO spinge inesorabilmente il ​​suo attacco alle nostre libertà, noi, i difensori, siamo etichettati come ‘estremisti.’ La metodologia usata per promuovere il NWO e i suoi valori è intrinsecamente viziata dall’ignoranza e dalla psicopatologia, piuttosto che ispirata da saggezza e verità.
 
La Politica della Disonestà.
Oltre che alla violenza, ricorrono spesso alla menzogna per ottenere automaticamente il successo per qualunque cosa. Le élite comunemente giustificano questa logica asserendo che esistano cose come le bugie nobili(entrambi Saul Alinsky e Leo Strauss, i guardiani del paradigma della falsa dicotomia destra / sinistra, hanno promosso l’uso delle “bugie nobili”) e che le masse abbiano bisogno di essere ingannate per essere indotte ad agire nel modo migliore per se stesse ed il mondo. Questo è, ovviamente, un concetto sociopatico dettato dall’ auto-esaltazione.
Le menzogne sono raramente, se non mai, usate da persone che vogliono migliorare la vita altrui; spesso sono usate da chi voglia migliorare la propria vita a discapito di quella altrui. A ciò si aggiunga l’affermazione egocentrica secondo cui le élites si adopererebbero per il nostro bene – quando in realtà gli interessa solo elevare il loro potere – e ciò che si ottiene è un rapporto abusivo stereotipato su scala globale.
Le metodologie positive verso l’umanità cercano deliberatamente la verità e non hanno bisogno di nascondersi dietro un velo di disinformazione e depistaggio. Se una metodologia richiede la segretezza, l’occultismo e l’inganno al fine di garantire un’egemonia culturale, allora è più probabile che sia un’influenza negativa su quella cultura, non positiva.
 
Il Controllo Oligarchico.
Perché l’umanità ha bisogno di un’élite selezionata che comandi su tutti? A cosa può servire davvero tale oligarchia? Il potere centralizzato è realmente efficiente e pratico come si dice che sia? O è in realtà un ostacolo per l’umanità e per la nostra ricerca per migliorare noi stessi? I propagandisti del NWO sostengono che la governance globale sia inevitabile e che la sovranità in qualsiasi forma sia la causa di tutti i nostri mali.Tuttavia, se guardo indietro ai momenti più delicati della storia (quelli non menzionati nei testi universitari), la vera causa della maggior parte dei mali del mondo si dimostra essere, ovviamente, l’esistenza di certi gruppi elitari.
La cosiddetta ‘efficienza’ della centralizzazione è utile solo per chi si trova al vertice della piramide, in quanto generalmente si basa su un vasto labirinto di burocrazia asfissiante.Nessuna struttura dell’autorità iper-condensata sopravvive se la cittadinanza non è ‘plasmata’ in modo da dipendere da essa.

La centralizzazione rende più difficile la vita di tutti, eliminando la nostra capacità di fare le nostre scelte.Vale a dire, la centralizzazione rimuove tutte le opzioni alternative dal sistema, fino a quando l’unica strada rimasta è quella di  inchinarsi alla struttura.

Non ho mai visto un solido esempio di centralizzazione del potere che abbia creato una società migliore, o dato maggior felicità alle persone. 

Una Visione Oppositiva.
Discutere su cosa dovrebbe essere fatto per migliorare il mondo è uno sforzo inutile fino a quando si continueranno a proporre soluzioni sulla base di una singola visione soggettiva. Finché le persone sono influenzate da pregiudizi, da desiderio egoistico e mancanza di consapevolezza, non saranno mai in grado di determinare ciò che sia meglio per gli altri. La filosofia che si oppone al NWO, la filosofia del movimento della libertà, sostiene che nessuno ha il diritto di imporre la propria particolare versione di una società perfetta su chiunque altro. Non appena qualcuno lo fa, ha commesso un grave attacco contro la libertà individuale – un attacco che deve essere risolto.
La nostra proposta è semplicemente che le persone che vogliono controllare gli altri siano rimosse dalle posizioni di controllo e che chiunque desideri essere lasciato solo possa essere lasciato solo.
Associazione e partecipazione dovrebbero essere sempre volontarie; in caso contrario, la società perde valore.
Non si tratta di anarchia nel senso della rimozione di ogni conseguenza. Piuttosto, i diritti della persona diventano di primaria importanza.
La replica più comune a questo principio della valutazione individuale sulla paura collettiva è che ‘qualcuno’ deve applicare e far rispettare una struttura di diritto e la responsabilità, perché in caso contrario la società ‘cadrebbe a pezzi’ in un vortice di follia e caos. Sarà anche vero, tuttavia visto che l’autogoverno non è mai potuto esistere nella storia dell’uomo senza interferenze immediate da parte di certi gruppi elitari, nessuno può sapere per certo come sarebbe stato (purtroppo certi meccanismi sono automatici – n.d.A.)
Eliminare il controllo del governo palese, tuttavia, non significa farla finita con la ‘legge.’ La legge naturale, come la coscienza, esiste nel nostro essere in modo biologico e spirituale, e non richiede un’autorità centrale che la definisca. La legge naturale sostituisce le leggi delle persone. Infatti, le uniche leggi artificiali da seguire sono quelle derivanti ​​dal diritto naturale. Il principio di base del diritto naturale è che nessuno ha il diritto di impedire o erodere le libertà intrinseche di altri individui, purché rispetti anche le leggi naturali. Il secondo è che qualsiasi persona che violi i diritti innati di un altro, ha commesso una violazione della legge naturale.
di B. Smith
Articolo in lingua inglese pubblicato sul sito Alt Market
Link diretto:
Traduzione di S. Santoru per Informazione Consapevole

TAV, Italcoge SpA illegale, il Governo fa orecchie da mercante

http://www.beppegrillo.it/movimento/parlamento/antimafia/2014/11/tav-italcoge-spa-illegale-il-governo-fa-orecchie-da-mercante.html
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Scritto da M5S Camera News pubblicato il 14.11.14 09:11

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Dopo l’arresto dell’imprenditore Lazzaro di Italcoge Spa, ci auguriamo che il Governo decida di fare luce sui lavori della TAV e sui flussi finanziari che nel corso del biennio 2010-2012 non si è di fatto potuto monitorare per via del codice unico di progetto errato assegnato dal CIPE”.

I membri M5S della commissione Antimafia sottolineano come con diverse interrogazioni parlamentari a prima firma Fabiana Dadone, è stata segnalata la Italcoge Spa – appaltatrice della società Lyon-Turin Ferroviaire (Ltf) partecipata al 50% da Rete Ferroviaria Italiana (Rfi), ovvero del Gruppo Ferrovie dello Stato – per fermare i lavori svolti da una società dimostratasi nei fatti illegale e illegittima. La lotta alle infiltrazioni mafiose, alla corruzione e all’evasione fiscale passa anche da impegni squisitamente politici. Impegni di fatto non solo a parole.

I deputati e i senatori M5S della commissione Antimafia puntano l’indice contro il Governo Renzi e i suoi sodali. Hanno fatto ‘orecchie da mercante’, speriamo che ora vogliano occuparsi della TAV, dei suoi cantieri e delle aziende coinvolte nei lavori a 360 gradi attraverso il valido apporto dell’Anac e dell’autorità giudiziaria.

ELECTIONS EN NOVOROSSIYA : ENTRETIEN AVEC FABRICE BEAUR, OBSERVATEUR FRANÇAIS (PARTIE 2)

# EODE PRESS OFFICE/ 

EODE Press Office avec La Voix de la Russie/

2014 11 14/

EODE PO - FB sur LVDLR elections au Donbass PART 2 (2014 11 14) FR

SECONDE PARTIE de l’interview de Fabrice BEAUR, SG d’EODE,

sur le Website de la Radio russe LA VOIX DELA RUSSIE,

interviewé ce 13 novembre 2014

par le journaliste Mikhail GAMANDIY-EGOROV

 # Mikhail Gamandiy-Egorov, La Voix de la Russie : Les pays occidentaux, ou plutôt leurs oligarchies politiques, ont d’ores et déjà déclaré qu’ils ne vont pas reconnaître la légitimité de ce scrutin. De même du côté du secrétaire général de l’ONU Ban Ki-Moon. Pourquoi selon vous ce refus de reconnaître la volonté démocratique d’une population martyrisée et pourquoi encore et toujours cette constance du deux poids deux mesures ?

 Fabrice BEAUR : L’occident est le royaume du double langage. Les élections dans les républiques populaires de Donetsk et de Lugansk sont un défi à l’ordre occidental.

Nous avons à faire face à un refus du choix démocratique des peuples. Cela est caractéristique. Regardez le refus de l’idée même du référendum dans l’Union européenne : en Catalogne, à Venise et ailleurs … Rappelez-vous des résultats des référendums sur « la Constitution de l’UE » en Irlande, en France et aux Pays-Bas. Les peuples avaient dit Non à l’Europe atlantiste anti-démocratique. Le parlementarisme occidental avait alors passer outre à la volonté populaire clairement exprimée. Depuis, l’occident a peur des élections plébiscitaires comme celles que nous venons de voir à Donetsk et Lugansk. Les occidentaux refusent de reconnaître toutes les élections qui ne sont pas contrôlées par eux et dont les résultats ne suivent pas leurs directives.

 Et dans la situation qui nous importe à l’heure actuelle, nous avons une belle démonstration du théâtre démocratique de ces organisations internationales et de ces pays, qui se pavanent revêtus du manteau des Droits de l’Homme à géométrie variable.

Selon l’ordre occidental, donc américain, il existe des peuples qui ont le droit de voter et d’autres non. Le droit de vote étant compris comme le fait d’avaliser les choix que le phare de la démocratie mondiale a auparavant fait pour eux dans sa grande sagesse.

 LvdlR : Savez-vous que les autorités putschistes de Kiev ont déclaré que tous les observateurs internationaux ayant participé à l’observation du scrutin dans le Donbass, y compris européens de l’UE et nord-américains, allaient être déclarés persona non-grata en Ukraine ? Que pensez-vous de cela ?

 Fabrice BEAUR : J’hésite entre indifférence et mépris. Les observateurs internationaux qui ont participé à la Mission de monitoring du référendum de Crimée et de Sébastopol, organisé déjà par EODE en Mars 2014, sont déjà persona non-grata en Ukraine et ceci dès la veille du référendum de Mars.

La vérité, c’est que Kiev a peur de la démocratie de l’Est. Kiev a peur que la révolution orange 2.0 du maïdan devienne une réalité populaire et se retourne cette fois-ci contre le pouvoir bandéro-oligarchique. Celui des néofascistes et des oligarques ukrainiens.

 LvdlR : Mis à part l’observation lors de ces élections, avez-vous eu l’occasion de discuter avec les habitants du Donbass ? Si oui, quels points essentiels en avez-vous retenus ?

 Fabrice BEAUR : Les standards d’EODE pour le monitoring des élections comprennent également une partie de prise de contact direct avec les électeurs, les candidats et les formations politiques. Que serait un processus électoral sans les électeurs ? Là aussi, c’est une chose qui nous différencie d’avec l’OSCE, plus habituée aux réceptions petits-fours, aux conférences de presse convenues et à la tournée des grands ducs dans les bars, qu’au travail sur le terrain jusque dans les petits bureaux de vote bien loin du confort des hôtels 4 ou 5 étoiles.

C’est la raison pour laquelle lors des élections russes de 2011 et 2012, des observateurs d’EODE, comme Luc MICHEL et moi-même, sommes allés où l’OSCE et ses épigones n’ont jamais été : Novossibirsk (vol de nuit et moins 50°), Kemerovo, Astrakan, Iles du Delta gelé de la Volga, Extrême-Orient russe (à la frontière chinoise), etc …

J’ai donc discuté avec des électeurs devant tous les bureaux de vote que j’ai visité. J’ai pu constater que le peuple du Donbass a un haut degré de conscience politique. Bien supérieur à celle des masses ouest-européennes.

 Les gens là-bas comprennent parfaitement les enjeux géopolitiques du conflit qui les touche dans leur chair et dans leur sang. Il n’y a aucune haine contre le peuple ukrainien, aucune. Je n’ai pas rencontré une seule personne qui ait exprimé cela. C’est bel et bien aux politiciens de Kiev que les novorossiyens en veulent. L’ennemi américain est clairement montré du doigt dans son soutien aux forces bandéristes qui les bombardent et qui tuent tous les jours des civils.

Je me souviens plus particulièrement d’un homme qui à ma question « pensez-vous que la négociation soit encore possible avec Kiev ? » m’a répondu : « Kiev ? Je ne veux plus en entendre parler. Ils nous bombardent. Ils nous tuent tous les jours. Femmes, enfants, retraités, cela ne fait aucune différence pour ces gens-là. Nous sommes des « terroristes » pour eux. Moi terroriste ? Est-ce qu’un terroriste les auraient nourri comme je l’ai fait lors des premiers jours quand arrivant dans le Donbass ils n’avaient pas d’eau et encore moins de nourriture ? En remerciement, ce fut une semaine plus tard des tirs pendant une semaine sur notre ville. Alors Kiev ce n’est plus mon affaire ».

Et combien de fois ai-je entendu pendant mon séjour autant la veille des élections, que le jour même, ou le lendemain lors de mes différents déplacements, la déclaration suivante : « Ici, Bandéra n’est pas notre héros et ne le sera jamais ! »

 LvdlR : La démocratie a-t-elle triomphé dans le Donbass ? Comment voyez-vous l’avenir du Donbass qui était le poumon industriel et économique de l’ex-Etat ukrainien ? Plus globalement, comment voyez-vous l’avenir de Novorossiya ?

 Fabrice BEAUR : Ces élections sont un pas en avant… irréversible ! Elles ont donné un cadre autant légitime que légal au pouvoir populaire en place à Donetsk et Lugansk. La période de la rébellion est terminée. Nous venons d’assister à la naissance officielle de deux Etats avec toutes leurs institutions dont la légitimité ne peut être contestée de part du parfait déroulement des élections.

Le président de la CEC de la DNR l’a bien exprimé. Les élections présidentielles et législatives dans la République populaire de Donetsk (DNR) ont « définitivement consacré la séparation du Donbass de l’Ukraine », a déclaré ce lundi le chef de la Commission électorale centrale (CEC) de la DNR Roman Liaguine lors d’un point de presse à Donetsk. « Les élections se sont déroulées légitimement et sans aucun incident capable d’en influencer les résultats. Actuellement, nous disposons d’un pouvoir légitime. Le Donbass ne fait plus partie de l’Ukraine, que cela plaise aux autres ou non », a conclu le chef de la CEC.

 Et vous faites bien de faire remarquer que le Donbass est essentiel pour l’Ukraine. La perte pour Kiev n’est pas immense, c’est une catastrophe. Car sans les industries du Donbass, l’Etat ukrainien n’est plus viable. C’est le Donbass qui remplissait les caisses de l’Etat ukrainien.

C’est également un coup porté aux oligarques mafieux qui sont la base du pouvoir de la Junte de Kiev. La peur obsessionnelle de la clique au pouvoir à Kiev, c’est de voir le soulèvement populaire se répandre aux autres régions de l’est et du sud. Car la Novorossiya, ce n’est pas que Donetsk ou Lugansk mais un projet qui concerne aussi sept autres républiques populaires jusqu’à la frontière roumaine, jusqu’à la Priednestrovié pro-russe.

Au Donbass comme en Crimée, ce sont des peuples qui contestent le Nouvel ordre mondial américain. Il n’y a que ceux qui ne comprennent pas le « monde russe » pour croire qu’il est possible de revenir en arrière. Le sang à coulé comme Kiev l’a voulu ! L’Ukraine est morte. C’était déjà ma conviction depuis le massacre fasciste d’Odessa. Kiev a perdu les coeurs dans le Donbass. Car les âmes ont toujours été russes et rien d’autres depuis que cette terre a été reconquise hier par l’Empire russe de la Grande Catherine.

 Alors quel avenir ? Impossible de prédire. Bien heureux qui pourra prédire ce que vont donner les événements futurs. Ce qui est sur, c’est que je ne crois pas en des négociations avec Kiev. Le parti de la guerre a gagné à Kiev. La CIA aux commandes, l’auto-intoxication de la Junte et la folie semblent avoir emporté la partie à Kiev.

Lors de mes rencontres avec différents officiels de la République populaire de Donetsk, dont le 1er ministre de la DNR Zakarentko, élu président dimanche, j’ai toujours entendu que bien que donnant sa chance à la Paix, la DNR comme la LNR ne croyaient pas que Kiev soit de bonne volonté. Ils attendent tous la nouvelle offensive générale de Kiev. Et se disent prêt ! Bien qu’en infériorité matérielle (Kiev a trois fois plus d’artillerie, une aviation et encore de nombreux blindés) ils ont confiance. Si la démoralisation est une plaie dans le camps d’en face, cela est totalement différent dans les rangs de l’Armée du Donbass. « Nous savons pourquoi nous nous battons. Pour notre terre ! Pour nos maisons ! Pour nos familles ! Pour nos camarades tombés face au fascisme ukrainien ! » affirment-ils tous …

 LvdlR : Votre ONG EODE (Eurasian Observatory for Democracy & Elections) fait l’objet, suite à votre mission, d’une campagne d’attaques haineuses et diffamatoires dans les media occidentaux. Pourquoi cet acharnement contre EODE ?

 Fabrice BEAUR : Tout simplement parce que notre ONG EODE défie l’OSCE, l’OTAN, l’UE et Kiev directement.

Auparavant le monitoring des élections était leur chasse gardée. Ils remettaient les bons et les mauvais points selon leur agenda politique. Et surtout choisissaient seuls de valider ou non une élection ou un référendum en y envoyant une mission ou pas. Combien d’élections où l’OSCE donnait le pourcentage des « fraudes » la veille de l’élection ! Combien de Rapport de mission déjà disponible avant même le déplacement des observateurs de l’OSCE !

EODE et ses partenaires, car nous sommes un réseau international d’ONG, apporte ce qu’ils entendent refuser : la présence d’une mission internationale de monitoring qui valide, selon les propres critères de l’OSCE et sa méthodologie, une élection.

 Pour cette mission au Donbass, on a déjà publié contre nous des dizaines d’articles diffamatoires et haineux, plein de mensonges. Nous en avions eu plus de 1.800 en mars contre la Mission internationale de monitoring du référendum en Crimée et à Sébastopol que nous avions organisé alors. Ce sont toujours les mêmes qui nous attaquent : des offices barbouzardes, les médias de l’OTAN, les réseaux Sorös ou encore BHL et le journal du fils Khodorovsky.

Les médiamensonges sont grossiers et repris sans contrôle par les médias de l’OTAN. Le plus flagrant est de traiter notre Administrateur-général Luc MICHEL de « néonazi » (sic). La fameuse reductio ad hitlerium qui est au parlementarisme occidental, le même qui soutient les néofascistes à Kiev et à Moscou, ce qu’était l’excommunication à l’Eglise catholique jadis … Le souci est que Luc MICHEL est le fondateur du Réseau antifasciste EUROPÄISCHER WIDERSTAND (Résistance européenne), au palmarès impressionnant en Belgique depuis vingt ans, où il a brisé les reins à l’extrême-droite francophone. Moi même je suis aussi taxé de « néofasciste » (resic) alors qu’en 1998 je présentais une liste à Toulon à une élection partielle à l’intitulé sans équivoque : « PCN. Les jeunes contre Le Pen et pour l’interdiction du FN ». Curieux « néofascistes » qui n’ont aucune leçon à recevoir des antifascistes de salon au service des Etats et des services français et belges …

En plus des mensonges, des diffamations et des insultes qui révèlent le manque d’argument politique de ces gens-là, nous avons aussi eu le droit cette fois-ci à une avalanche de haine et de menaces.

 Mais cela ne nous fera pas reculer. Tout au contraire. EODE entend bien participer à l’élaboration d’un monde multipolaire où les peuples pourront décider librement de leur destin politique sans interférences extérieures.

Nous sommes l’anti-OSCE et nous en sommes fier. La prétention et l’arrogance des organismes de monitoring occidentaux qui entendent s’arroger le monopole de l’observation électorale est inacceptable et intolérable. Nous entendons bien aller partout en Eurasie et en Afrique (EODE a un Réseau panafricain EODE AFRICA et a par exemple monitoré les sénatoriales 2013 au Cameroun) pour mener nos missions de monitoring électoral et d’expertise dans le cadre légal et le respect des états.

 # L’article original de LA VOIX DELA RUSSIE sur :

http://french.ruvr.ru/2014_11_13/Elections-a-Novorossia-Entretien-avec-Fabrice-Beaur-observateur-francais-Partie-2-3795/

 EODE Press Office

 Photo : Fabrice BEAUR (SG d’EODE) au Mémorial antifasciste de Saur-Mogila, haut lieu de la Grande Guerre Patriotique, et grande victoire de l’Armée du Donbass en août 2014 …________________________

www.eode.org

https://vimeo.com/eodetv/

Tav, tutti a rapporto da Renzi

Pubblicato Mercoledì 12 Novembre 2014, ore 10,06
 

Il premier telefona di buon mattino al senatore Esposito per avere ragguagli sulla disastrosa audizione parlamentare dei vertici di Ferrovie. La settimana prossima, al suo rientro dall’Australia, convocherà a Palazzo Chigi un summit sui costi dell’opera

“Scusa Stefano ma ieri cos’è successo?”. Con la rassegna stampa ancora in mano, dopo aver letto i resoconti dei giornali sull’audizione dei vertici di Ferrovie alla Commissione Trasporti del Senato,Matteo Renzi ha chiamato di buon mattino Stefano Esposito. Una telefonata per raccogliere, dalla viva voce di chi ha sollevato la questione dei conti “ballerini” della Tav, le impressioni su una seduta che, lungi dal dirimere la querelle, ha ulteriormente aumentato la confusione. E il resoconto del senatore torinese è stato impietoso nel rimarcare “la leggerezza, l’approssimazione e la superficialità” con la quale i diversi interlocutori di Fs hanno affrontato l’incontro. Un quadro che ha preoccupato non poco il premier al punto da chiedere a Esposito una “puntuale” relazione scritta sulla questione “entro la mattinata”, annunciando per la settimana prossima, al suo rientro dalla missione istituzionale in Australia, la convocazione di un tavolo a Palazzo Chigi. Al summit, oltre ai vertici di Fs e al senatore Esposito, parteciperanno anche i consiglieri economici del Presidente del Consiglio Yoram Gutgeld e Roberto Perotti.

La notizia della telefonata è stata diffusa dallo stesso Esposito con un post su facebook. “Ore 7.45, telefonata del presidente Renzi in partenza per l’Australia,l’uomo inizia presto, per chiedermi notizie sulla mia posizione sul tema costi tav. Gli ho illustrato sinteticamente quanto avvenuto nelle ultime 2 settimane. Mi ha chiesto entro oggi una nota puntuale e mi ha dato appuntamento, al suo rientro dall’Australia, tra martedì e mercoledì per fare il punto e chiarire quanto avvenuto. Dopo la pessima giornata di ieri, un segnale di attenzione che mi conferma di aver fatto bene a non arrendermi alla superficialità sui costi della Torino-Lione. Non posso che ringraziare il presidente Renzi per l’attenzione. P.S non è naturalmente mancato uno scambio di opinioni e di gufate da parte sua sul cammino della Juve in Europa, nessuno è perfetto…”