Il nemico del popolo è a sinistra

di Eugenio Orso – 05/11/2014
 
Fonte: Pauperclass
 
Per i vecchi comunisti, ormai estinti, i nemici del popolo interni alla classe dominata, pericolosi quanto e più dei nemici di classe dichiarati, erano coloro che assumevano posizioni revisioniste (o riformiste) e in tal modo tradivano la rivoluzione aderendo de facto al capitalismo. La sinistra riformista rappresentava, per i comunisti del tempo andato, un nemico “dietro le linee”, una quinta colonna del capitalismo allora saldamente a guida borghese. Ricordiamo la prima polemica, corroborata da insulti, del grande Lenin contro “il rinnegato” Karl Kautsky [La rivoluzione proletaria e il rinnegato Kautsky, 1918], che pur era stato con Friedrich Engels all’origine del marxismo ortodosso.
I comunisti erano cosa ben diversa dalla sinistra revisionista (dai rinnegati, estendendo a tutti costoro l’accusa rivolta da Lenin a Kautsky), la quale deviava la lotta di classe proletaria dalla via maestra rivoluzionaria e anticapitalista, al tortuoso sentiero non rivoluzionario, del tutto interno al capitalismo di allora, con richieste come il suffragio universale e gli aumenti retributivi, per una meno ineguale e squilibrata distribuzione del prodotto sociale. In altre parole, la rivoluzione poteva attendere e l’equivoca battaglia revisionista, rispettosa dell’accumulazione e della riproduzione capitalista, mirava, al più, a un limitato miglioramento delle condizioni di vita delle masse proletarie e alla concessione di qualche diritto ai subordinati. Quella dei revisionisti-rinnegati, schierati a sinistra dello spettro politico, ma ben distinti da comunisti e bolscevichi, era chiaramente una battaglia interna al capitalismo novecentesco, ma nella realtà fiancheggiatrice del capitale.
Altri tempi, si dirà giustamente, in cui né le condizioni sociali né il capitalismo erano paragonabili a quelli attuali. Tempi passati di contrapposizioni, anche violente, che non riguardano questo presente, dominato da un nuovo capitalismo, globale e finanziarizzato, e da un diverso ordine sociale dai tratti grottescamente “neofeudali”, nella massima libertà teorica per l’individuo astratto ultraliberale. Allora la dicotomia politica destra/sinistra aveva un senso compiuto e un peso drammatico nello scontro politico, mentre oggi esiste il partito unico della riproduzione neocapitalistica, caratterizzato dall’unicità del programma e dall’uniformità assoluta di pensiero. Anche il proletariato industriale “classico”, i cui interessi erano contrapposti a quelli della vecchia borghesia proprietaria, non esiste più, in quanto classe e coscienza di classe, soppiantato da una nuova classe povera interamente sotto il tallone dei dominanti neocapitalistici, appartenenti alla classe globale postborghese.
Tuttavia, se i comunisti sono scomparsi dalla scena, dopo l’implosione della compianta Unione Sovietica (compianta con il senno di poi, del quale sono piene le tombe), gli eredi della sinistra revisionista e rinnegata hanno subito notevoli trasformazioni, paragonabili a una rilevante mutazione genetica, e sono approdati in posizione di totale subalternità al “proselitismo” neocapitalista e neoliberale. Hanno abbandonato la difesa degli interessi economici della classe povera e come marrani, convertitisi per opportunismo alla religione neocapitalistica dominante, manifestano culturalmente, ideologicamente e politicamente la loro deferenza ai nuovi signori, che controllano il grande capitale finanziario (global class). Sono zelanti nell’assolvere i loro compiti, in termini di privatizzazioni, precarizzazione del lavoro, distruzione dello stato sociale, superamento della famiglia tradizionale, individualizzazione estrema dell’uomo. Esecutori delle politiche globaliste, spargono a piene mani disperazione sociale, insicurezza, precarietà lavorativa ed esistenziale, sopraggiunta miseria dopo gli anni “gloriosi” del benessere.
In occidente, uno dei casi più eclatanti di sinistra revisionista e neoliberista al servizio del grande capitale finanziario è quello italiano, dal pd egemonico al sel, alla penosa ed effimera “lista Tsipras”. L’Italia è un paese senza sovranità consegnato proprio a queste forze, che hanno aderito servilmente a una lotta di classe senza quartiere, scatenata dai globalisti dominanti contro la nuova classe povera del ventunesimo secolo. Una lotta di classe a rovescio, in cui chi ha tutto, denaro, patrimonio, potere, prestigio, schiaccia senza pietà chi ha sempre meno o non ha nulla. Non solo, ma i nuovi revisionisti nemici del popolo (da ridurre a “laboratores” privi di dignità, senza garanzie sociali e mezzi per vivere) sono stati incaricati dal padrone di modificare brutalmente l’intera società, trasformandola in società aperta di mercato popolata da esseri (ancora umani?) completamente soggetti all’assolutismo di mercato e totalmente incapaci di ribellarsi.
La nuova sinistra revisionista e rinnegata, diversa e peggiore di quella contro la quale tuonava Lenin, è totalmente interna al partito unico della riproduzione neocapitalistica e ne rappresenta, non di rado, la “corrente” più zelante, più servile e più fanatica. In qualità di marrani neoconversi, mostrano il loro zelo con l’applicazione di spending review che tagliano linearmente la spesa sociale, con leggi come lo jobs act, rivolte contro i lavoratori e il diritto al lavoro, e con la stretta osservanza dei parametri e delle regole “europee”, come ad esempio il fiscal compact, di matrice rigorista-contabile. La zelante sinistra revisionista e antipopolare si contraddistingue, fra l’altro, per l’uso sovrabbondate di esotismi, che mirano a sostituire la lingua nazionale con quella dei padroni, per una trasformazione demiurgica a trecento e sessanta gradi della società. La lotta di classe a rovescio, infatti, non è condotta esclusivamente con l’uso e l’abuso di controriforme economiche che sanciscono la preminenza del capitale finanziario internazionalizzato, mettendogli a disposizione gli averi del paese, ma si dispiega anche sul piano culturale e su quello del costume – eccezione familiare, nozze gay, nobilitazione dei transgender, diffusione del gioco d’azzardo, della pornografia e della droga – ed è proprio su queste materie che la sinistra neorevisionista e rinnegata mostra la sua grande abilità.
Il servitore più zelante, incaricato dalle oligarchie neocapitaliste postborghesi di governare al livello più basso (quello nazionale) i processi di trasformazione economica, sociale e culturale nella società, è perciò la sinistra neorevisionista, rinnegata e marrana, sopravvissuta alla morte della dicotomia politica destra/sinistra. Come tale, è il nemico più visibile e più prossimo della classe povera del ventunesimo secolo, che abbraccia progressivamente tutto il popolo fino a identificarsi con lui. Eppure, in paesi come l’Italia, questa banda di rinnegati collaborazionisti raccoglie una gran messe di consensi nella farsa elettorale liberaldemocratica, sempre più spesso sostituita dai sondaggi d’opinione. Ciò accade perché i tempi non sono maturi e non vi è una consapevolezza generalizzata della situazione sociopolitica. E’ naturale che sia così, perché il “risveglio” è lontano, le illusioni e le manipolazioni neocapitalistiche, anche grazie alla sinistra, sono fortissime e la situazione economica non è ancora giunta al limite di sopportabilità.
Non sappiamo quanto potrà perdurare una simile situazione e con essa la fortuna della sinistra revisionista e rinnegata. Una sola cosa è certa: non potrà finire così perché la storia non può finire e perché esiste un limite, fisico e psicologico, alla compressione dei dominati, superato il quale anche l’inganno di questa sinistra diventerà palese.
Se il nemico del proletariato, dei rivoluzionari e della rivoluzione leninista era, simbolicamente e concretamente, il rinnegato Kautsky, oggi il nemico della classe povera neocapitalistica, che tende a identificarsi con tutto il popolo, è la sinistra neorevisionista, collaborazionista e rinnegata, infinitamente peggiore di Karl Kautsky e dei suoi seguaci.
Tante altre notizie su www.ariannaeditrice.it

La CIA progetta campi di concentramento in Ucraina

La CIA sta progettando di realizzare in Ucraina delle prigioni similari a quella di Guantanamo  dove conta di rinchiudere i terroristi dell’ISIS (Stato Islamico). Anche il governo di Kiev le potrà utilizzare per internare i detenuti del Donbass, ha informato il Kriminform, facedo riferimento alle sue fonti.

Nel corso dei negoziati di alto livello che hanno avuto luogo tra Agosto ed Ottobre, Kiev e Washington hanno concordato che da parte statunitense si finanzierebbero, come debiti a lungo termine, attività per rinforzare la difesa dell’Ucraina. In cambio dell’appoggio finanziario, il governo di Kiev si è impegnato ad installare nel suo territorio varie prigioni segrete per i combattenti dello Stato Islamico, lo rivela l’agenzia di notizie Kriminform.La necessità di creare centri di detenzione speciali era sorta dopo della chiusura delle prigioni segrete dell CIA situate nell’est Europa. Per effetto del conflitto armato in Iraq ed in Siria, gli Stati Uniti  mancano di centri speciali  per la detenzione immediata e stragiudiziale degli Jihadisti e di quelli che si oppongono all’alleanza antiterrorista.
Inoltre si informa che nelle carceri ci saranno individui senza la cittadinanza ucraina sospetti di partecipazione nelle forze di autodifesa del Donbass assieme ad altre persone non favorite da Kiev.

Le carceri con molta probabilità si ubicheranno in prigioni del centro e dell’ovest del paese dove attualmente sono reclusi i prigionieri del conflitto armato del Donbass in attesa di uno scambio con i militari ucraini.
Per minimizzare le possibilità che fitrino le informazioni confidenziali, i detenuti vivranno in celle isolate e sotto video sorveglianza. In questo modo sarà possibile trattenere degli individui senza presentare accuse formali: In questo momento l’Ucraina è disponibile a ricevere fino a 150 detenuti, tuttavia la cifra potrebbe triplicare.

Tratto da : El Espia Digital
http://www.controinformazione.info/la-cia-progetta-campi-di-concentramento-in-ucraina/#more-7514

CIA, islamisti e la distruzione della Somalia

l’Alleanza nazionale di sinistra somala di Aidid – generale che nelle righe precedenti era definito nazionalista. Suona un controsenso dato che la sinistra combatte e detesta il nazionalismo….o forse è semplice logica “democratica” all’occidentale? E poi notare la strategia di affamamento del FMI imposta alla Somalia, ma che caso, le stesse ricette tanto decantate come salvifiche qui nella tanto liberale e democratica Europa…..(ora si dirà che già all’epoca il FMI era “succube” della Germania??!!!??!!!)..

novembre 8, 2014

 Dean Henderson 26/08/2014
 
Il SIIL in Iraq è solo l’ultima versione della vecchia strategia MI6/CIA/Mossad volta a prendere le risorse tramite il terrorismo islamista, screditando i musulmani nel mondo. Una delle operazioni meno pubblicizzate si ebbe quando i servizi segreti occidentali usarono gli islamisti per dividere la Somalia in tre nazioni diverse.
 
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Il 10 settembre 1992 gli Stati Uniti inviarono duemila marines e quattro navi da guerra, guidate dall’USS Tarawa, al largo della Somalia, nel Golfo di Aden che separa Somalia e Arabia Saudita. La Somalia era sempre stata riconosciuta possedimento altamente strategico. Il suo presidente Siad Barre si era appoggiato ai sovietici e agli statunitensi in momenti diversi, anche permettendo agli Stati Uniti di dislocarvi una base per le forze di reazione rapida. Nel 1982 il generale Alexander Haig, che brevemente agì da presidente autoimposto quando Ronald Reagan fu ferito da John Hinckley, sottolineò l’importanza strategica della Somalia per gli Stati Uniti dicendo che il Paese “sarebbe di vitale importanza per il nostro accesso al Golfo Persico”. Gli Stati Uniti avevano ridotto gli aiuti alla Somalia nel 1989 e ridotto il personale dell’ambasciata da 450 a 30. Nel gennaio 1991 Barre fu rovesciato dal suo ministro della Difesa, generale Muhammad Farrah Aidid. L’ambasciata USA fu rasa al suolo, i somali espressero il loro sdegno per i decenni di sostegno degli Stati Uniti al brutale Barre. 
Il generale Aidid era un nazionalista e i falchi statunitensi cercarono un pretesto per intervenire. 
 
L’editorialista William Neikirk articolò il nuovo atteggiamento interventista che prevalse nei circoli di politica estera degli Stati Uniti dopo la guerra del Golfo, quando scrisse il 6 dicembre 1992, “I poliziotti del mondo… dovrebbero pattugliare l’ambito internazionale ogni giorno, svolgendo un lavoro preventivo nella comunità mondiale. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ebbe un vertice nel gennaio 1992 nel corso del quale fu deciso che le operazioni di mantenimento della pace mondiali, del tutto congruenti con il concetto di Neikirk dei “poliziotti mondiali” e il Rapporto da Iron Mountain, dovrebbero essere attuate in tutto il mondo. 
  
Oggi 40000 caschi blu di 61 Paesi operano in quattro continenti. Il presidente Clinton abbracciò di cuore l’idea dicendo: “Dobbiamo fare più che parlare di Nuovo Ordine Mondiale“.
In Somalia l’ONU lanciò l’operazione Restore Hope con le truppe di Pakistan, Zimbabwe, Egitto e Nigeria. I sauditi inviarono forze d’elite. Il Papa definì l’intervento un “dovere morale”. Molti Paesi del Terzo Mondo, affamati di denaro, entusiasti inviarono truppe, ben pagati per mantenere la pace. Ma altri Paesi videro nel mandato un Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite succube degli Stati Uniti e dei loro alleati europei. L’ambasciatore dell’Indonesia alle Nazioni Unite, Nugroho Wisnumurti, dichiarò: “Se si guarda al Consiglio, in realtà, si vedrà che solo uno o due prendono le decisioni”
 
Con la scusa della crisi umanitaria, il Programma Alimentare Mondiale di Roma, che l’Iraq scoprì essere una copertura della CIA, noleggiò due aerei da trasporto C-130 della compagnia aerea della CIA Southern Air Transport e cominciò ad inviare cibo in Somalia. La CIA armò i fondamentalisti islamici decisi a distruggere l’Alleanza nazionale di sinistra somala di Aidid.  Mentre i combattimenti s’intensificarono i 2000 Marines degli Stati Uniti, ufficialmente schierati per proteggere le truppe di mantenimento della pace delle Nazioni Unite, sbarcarono. Il presidente Salim Salim dell’Organizzazione per l’Unità africana definì l’evento “nuovo tipo di colonialismo”. Gruppi di soccorso delle Nazioni Unite furono costretti a ritirare i propri lavoratori dalle regioni somale di Bardera e Baidoa, dove la carestia fu un pretesto per aggravare l’intervento. [1] C’era stata una grave siccità in Somalia, almeno in una parte, perché il Paese era un grande produttore di bestiame per l’esportazione in Arabia Saudita. Ciò provocò lo sfruttamento eccessivo dei pascoli, deforestazione e desertificazione. Gli Stati Uniti avevano spesso usato la Somalia per scaricarvi surplus con cui potrebbero aver alimentato il bestiame. Lo scellino somalo era sceso da 15,6 per dollaro nel 1983 a 38000 per dollaro nel 1991, per via di una serie di svalutazioni su mandato del FMI. Il FMI incoraggiò l’economia basata sull’esportazione del bestiame, mentre i piccoli agricoltori persero terreno e il Paese si desertificava. Il generale Aidid cercò di formare un governo, ma fu costretto a combattere gli estremisti islamici che la CIA aveva scatenato. Il giorno in cui i Marines degli Stati Uniti sbarcarono per sostenere gli estremisti, il presidente Bush dichiarò che la guerra “potrebbe essere estesa nel nord della Somalia“. Quello stesso giorno il membro del consiglio di Chevron Texaco ed ex-segretario di Stato George Schultz invocava gli attacchi aerei sulla Jugoslavia. Il signore della guerra estremista finanziato dalla CIA, Ali Mahdi Muhammad, occupò la parte settentrionale della capitale somala Mogadiscio. Inoltre guidò il tentativo riuscito del Movimento nazionale somalo di occupare la Somalia nordoccidentale e dichiarare l’indipendenza della Repubblica del Somaliland. Nel nord-est della Somalia, con gli strategici porti sul Golfo di Aden Berbera e Bosaso, la Compagnia sostenne il separatista Fronte di Salvezza Democratico somalo che aveva chiesto l’intervento straniero in Somalia. La Compagnia inoltre ebbe l’aiuto del generale Morgan, genero di Siad Barre. Più importante, il contatto della CIA in Somalia era il generale Muhammad Abshir, da lungo tempo agente della CIA ed ex-capo della polizia. [2]
Alla fine le due fazioni del nord si separarono dalla Somalia e crearono due nuovi Paesi, Somaliland e Puntland, che si affacciano sul Golfo di Aden e sul Paese strategico di Gibuti, controllato dai francesi, alle porte del Canale di Suez. La zona era nota come Somalia britannica fino al 1960, quando si unì alla Somalia meridionale italiana divenendo la Somalia. La storia fu abrogata, un cambio di regime neo-coloniale furtivo si svolse e il Somaliland ebbe rapidamente propri esercito, valuta e bandiera. [3]
Per tutto il tempo l’amministrazione Clinton cercò d’inquadrare il conflitto in Somalia come lotta etnica tra diversi clan, una caratterizzazione fortemente fuorviante che venne usato per giustificare le avventure in Ruanda e in Jugoslavia. Gli Stati Uniti promisero di ritirarsi dalla Somalia entro il 20 gennaio 1993. Tale data passò mentre il contingente statunitense aumentava fino a una forza di 10000 uomini, tra cui 8000 soldati della 10.ma Divisione di Montagna. A febbraio la CIA aiutò i superstiti militari di Siad Barre a prendere il porto meridionale di Kismayu. 
 
Africa Rights affermò che le truppe belghe preposte all’operazione torturarono numerose persone. Accuse simili furono mosse alle truppe canadesi. L’Italia abbandonò l’operazione Restore Hope per disgusto. Il 12 giugno 1993 le truppe pakistane spararono sulla folla uccidendo ventitré somali inermi. Lo stesso giorno un elicottero attaccò l’edificio che si presumeva ospitasse il generale Aidid uccidendo 54 persone. Il 17 giugno, le truppe delle Nazioni Unite attaccarono l’ospedale Digfer nella capitale, uccidendo nove persone. Il 18 giugno, stanchi delle proteste quotidiane dei somali presso la sede delle Nazioni Unite, gli Stati Uniti bombardarono Mogadiscio uccidendo più di 100 persone. Il compound UNOSOM era una mostruosità di 81 acri costato 2 miliardi di dollari. Mentre i somali vivevano nello squallore, il personale delle Nazioni Unite aveva docce calde, pizza e TV satellitare. La missione in Somalia fu chiamata operazione per ripristinare la normalità, ma l’ordine era tutt’altro che restaurato.
Il supporto somalo al generale Aidid crebbe, i media statunitensi fecero del loro meglio per demonizzarlo, anche se non sapevano assolutamente nulla di lui. L’ammiraglio statunitense Jonathan Howe spiegò con condiscendenza che l’obiettivo in Somalia era “mettere le persone al lavoro”. Howe mise una taglia di 25 milioni su Aidid. Aidid rispose offrendo 1 milione di dollari per il cranio di Howe. 
Il 9 settembre 1993, elicotteri d’attacco statunitensi aprirono il fuoco su una manifestazione anti-USA uccidendo 125 persone. 
 
Tra 5000 e 6000 somali morirono durante l’intervento degli Stati Uniti. I somali erano indignati e non c’era da meravigliarsi quando un missile spalleggiale sparato da uno dei miliziani di Aidid abbatté un elicottero statunitense Blackhawk che cercava di salvare i membri di un’unità d’élite della Delta Force statunitense, intrappolati in un edificio a Mogadiscio mentre ricercavano Aidid; folle di somali si riunirono per trascinare i corpi di alcuni dei diciotto statunitensi morti per le strade di Mogadiscio. Il membro della Delta Force Michael Durant fu catturato dalle forze di Aidid durante l’operazione, che vide altri elicotteri d’attacco degli Stati Uniti far esplodere le case dei somali che vivevano nella zona. Il giorno in cui Durant fu rilasciato il presidente Clinton ritirò le forze USA dalla Somalia.
Le operazioni delle Nazioni Unite in Somalia sotto il controllo dell’ammiraglio Howe furono originariamente guidate dagli uffici a Mogadiscio della Conoco. Le esplorazione della Hunt Oil nel 1980 rilevarono che l’enorme fenditura petrolifera tra Arabia Saudita e Yemen si estende sul Golfo di Aden fino al nord della Somalia, una zona ora comodamente divisa e conosciuta come Somaliland e del Puntland. Poco prima della sua caduta, il corrotto presidente Siad Barre aveva siglato un accordo per la suddivisione di quasi due terzi della Somalia tra quattro compagnie petrolifere degli Stati Uniti: ConocoBP AmocoChevron Texaco e Phillips PetroleumLa Conoco successivamente acquistò la PhillipsUn ingegnere petrolifero della Banca Mondiale disse delle prospezioni petrolifere del Somaliland, “Non c’è dubbio che c’è il petrolio lì“. [4] Secondo Yossef Bodansky, direttore della Task Force del congresso sul terrorismo degli Stati Uniti, i ribelli ceceni furono organizzati in una riunione del 1996 a Mogadiscio, in Somalia, a cui parteciparono funzionari dell’ISI pakistano, Usama bin Ladin e signori della guerra fondamentalisti somali della CIA. Lo stesso anno, il generale Muhammad Farrah Aidid perse alla roulette russa con l’ammiraglio Howe. 
 
Il 1 agosto 1996 Aidid fu ucciso dalla stessa setta di assassini islamisti della CIA che ora si organizza per attaccare la Russia. Lo stesso giorno il colonnello dell’esercito degli Stati Uniti William Garrison, che aveva comandato lo sfortunato raid dell’US Delta Force su Mogadiscio, annunciava il proprio pensionamento. [5]
 
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Muhammed Farrah Aidid
 
[1] “Aid Workers Relocated in Somalia”. AP. Tulsa World. 12-6-92. p.1
[2] “The Warlord Speaks”. The Nation. 4-4-94
[3] “Looking for a Little Recognition”. AP. Missoulian. 4-8-96
[4] “The Great Humanitarian”. Ramon Gris. Storm Warning. Seattle. 10-93
[5] “Blackhawk Down”. CNN Presents. 1-20-02
 
Dean Henderson è l’autore di: Big Oil & Their Bankers in the Persian Gulf: Four Horsemen, Eight Families & Their Global Intelligence, Narcotics & Terror Network, The Grateful Unrich: Revolution in 50 Countries,Das Kartell der Federal Reserve, Stickin’ it to the Matrix & The Federal Reserve Cartel. Il suo sito, a cui è possibile iscriversi gratuitamente è Left Hook.
 
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
 
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I POLITICI TEDESCHI SONO BURATTINI DEGLI USA

e pensare che c’è gente che, o per stupidità, o semplicemente squallido servilismo verso i padroni yankee ancora crede che la Germania dalla sec guerra mondiale decida in autonomia tanto da aver realizzato il piano di Hitler di dominare il mondo….scuse per allocchi per nascondere la realtà.
Se si pensa che sempre sta gente crede che gli Usa, per amor della vita e del benessere altrui, intendano salvarci dalla cattiva germania perché questa si oppone al QE che tanto  ha arricchito il popolo americano……ma chi sà dove finirono i soldi delle iniezioni di liquidità della FED….ci vorrà molta fantasia per scoprirlo?
Proprio i quotidiani della finanza Usa non fanno che dire quanto sia bella l’inflazione (causata dal QE). Peccano non abbiano problemi loro a pagare 6 volte il prezzo del pane che in caso di deflazione rimane stabile.

Siamo certi che anche i nostri giornalisti embedded, tipo la Grueber che partecipa al Bilderber farà “outing”…….

Di Udo Ulfkotte

 “Ora gli americani stanno perfino pensando di far saltare in aria un impianto nucleare in Ucraina per poi incolpare dell’azione i separatisti o i russi”, lo afferma il giornalista tedesco Udo Ulfkotte, ex corrispondente del Frankfurter Allgemeine Zeitung, uno dei maggiori giornali tedeschi. Egli ha pubblicato un libro, “Giornalisti comprati”, nel quale descrive come i politici americani e tedeschi sviano i media tedeschi affinché i giornalisti diano l’interpretazione desiderata agli eventi mondiali.
 
Ulfkotte dichiara che i reporter vengono sollecitati a scrivere articoli favorevoli alla posizione americana e contrari alla Russia. Nella seguente intervista ci parla in dettaglio di come questo avviene e di come le sue rivelazioni stanno influenzando la sua vita.
 
-Signor Ulfkotte, Lei ha affermato di aver ricevuto molto denaro per scrivere articoli filo-americani. Quanto è profittevole essere un giornalista filo-americano in Germania?
-UU: Non ricevevo denaro, mi facevano regali. Cose come orologi d’oro, equipaggiamento da immersione, soggiorni in alberghi a 5 stelle. Conosco molti giornalisti tedeschi che a un certo punto se ne sono avvantaggiati per comprarsi una casa di vacanza all’estero. Ma molto più importante del denaro e dei doni è il fatto che ti viene offerto supporto se scrivi pezzi pro America o pro NATO. Se non lo fai, la tua carriera non andrà da nessuna parte e ti ritroverai assegnato a sedere in ufficio e smistare le lettere all’editore.
 
-Secondo quanto afferma, i giornalisti vengono corrotti in modo subdolo, pagando loro soggiorni negli USA. Ma davvero i professionisti seri si vendono per così poco?
 
-UU: Quando continui ad andare negli USA senza mai dover pagare niente, e sei invitato a intervistare i politici americani, sei sempre più vicino ai circoli del potere. E vuoi rimanere all’interno di questa cerchia elitaria, quindi scrivi per compiacerli. Tutti vogliono essere giornalisti celebri che hanno accesso esclusivo a politici famosi. Ma pronuncia una frase sbagliata e la tua carriera di giornalista celebre è finita. Lo sanno tutti, e tutti ci stanno.
 
-Perché ha deciso solo ora di rendere pubblica la Sua opinione sul giornalismo tedesco?
 
-UU: Ho avuto tre attacchi di cuore, non ho più figli da supportare, e giorno dopo giorno continuavo a vedere gli americani nelle notizie ancora una volta intenti a prepararsi per la prossima guerra. Stavolta è in Ucraina contro la Russia. Ma è sempre lo stesso gioco. Nemmeno un perfetto idiota potrebbe non vedere la propaganda unilaterale americana contro Mosca dopo l’abbattimento del volo MH17. Ora gli americani stanno perfino pensando di far saltare in aria un impianto nucleare in Ucraina per poi incolpare dell’azione i separatisti o i russi. Ne sento parlare tutto il tempo. E’ inconcepibile!
 
-Lei afferma che la Germania è una “repubblica delle banane”. Non è una conclusione troppo dura? Dopo tutto, la Germania ne ha di movimenti di opposizione, anche radicali, e i media sono critici verso il governo. Per esempio, la recente trasmissione del programma TV Die Anstalt ha provocato un certo tumulto con la sua acuta critica dei faziosi media tedeschi.
 
-UU: Dopo la messa in onda del programma, con i suoi giornalisti che usavano la satira (!) per criticare i media tedeschi (e soprattutto il loro filo-americanismo nel presentare gli avvenimenti) sono state fatte cause contro di loro e sono stati portati in tribunale. Questa è la prova perfetta che la Germania è una repubblica delle banane: non puoi usare nemmeno la satira per criticare la trattazione unilaterale.
 
Della stampa libera abbiamo solo l’apparenza. Roba da matti.
 
udo
-Cosa ne pensa del fatto che la stampa tedesca ha messo nel mirino i politici etichettati “simpatizzanti russi” (Schröder, Gysi, Wagenknech e altri) e i giornalisti pro-russi?
 
-UU: Quei “simpatizzanti russi” sono persone colte, sincere. Lo dico anche se politicamente non sono allineato con loro. Ma rispetto la loro integrità. Il fatto che vengano bersagliati è tipico delle repubbliche delle banane come la Germania, dove ogni deviazione dall’opinione di maggioranza viene aspramente soppressa.
 
-Lei ha citato il fatto che la Germania sta ancora nascondendo che, a marzo 1988, il regime di Saddam Hussein (allora alleato occidentale) commise un genocidio in una città curda vicino al confine iraniano, usando armi chimiche prodotte in Germania. E’ vero che in tutti questi anni non un solo giornale, nemmeno di opposizione, ne ha parlato?
 
-UU: No, ne hanno parlato, ma c’è voluto un anno prima che lo facessero! Io fotografai iraniani che erano stati avvelenati dalle armi chimiche tedesche sotto gli occhi degli USA, ma ciò non doveva essere reso pubblico. In quel periodo gli iracheni, tedeschi e americani stavano celebrando la loro vittoria “finale” sugli iraniani.
 
Personalmente trovo macabro che a Baghdad stessero celebrando il fatto che avevano gasato insieme degli esseri umani. Io stesso soffrii grandemente a causa del gas: in seguito mi venne un tumore. Feci tutto quanto in mio potere per registrare quanto era successo laggiù, nella speranza che ciò provocasse una protesta internazionale. Ma nessuno mi pubblicò mai. Al contrario, tutti celebrarono la loro vittoria.
 
Tuttora mi chiedo come mai non è un problema per i cancellieri tedeschi andare in Israele e inginocchiarsi chiedendo perdono agli ebrei per averli gasati, ma poi gli iraniani uccisi dal gas tedesco sono cittadini di seconda classe? Avete mai sentito un cancelliere tedesco chiedere perdono di ciò a Teheran?
 
Possiamo vedere che i politici tedeschi non sono altro che burattini degli USA. Devono eseguire ubbidienti ciò che Washington ordina loro. Continuiamo ad essere una colonia statunitense, una repubblica delle banane, non un paese libero.
 
-Lei afferma che i servizi segreti Le fornirono informazioni sulla Libia, che Lei pubblicò a Suo nome. E sostiene che ciò era quanto Le era stato assegnato di fare dalla CIA e dal Bundesnachrichtendienst. Ma se le informazioni erano vere e interessanti, non è che i vostri interessi semplicemente coincidevano? Dopo tutto, avrebbe potuto rifiutarsi di pubblicarle.
 
-UU: Sì, sì, avrei potuto dire “no”. Ma sa, l’ADAC, il può grande automobile club tedesco, aveva un impiegato, al servizio di salvataggio in elicottero, che si rifiutò di cooperare segretamente con il BND. Fu immediatamente espulso dall’ADAC e poi andò in tribunale, ma i giudici decisero che una persona non può rifiutarsi di lavorare con il BND, e non è un problema se uno perde il lavoro a causa della sua resistenza. Capisce? Vede cosa sto dicendo? Non volevo finire disoccupato.
 
-Lei ha detto che le agenzie di intelligence ordinarono perquisizioni di casa Sua per ben 6 volte. Ma se stava semplicemente pubblicando ciò che le agenzie di intelligence Le fornivano, perché pensavano di dover perquisire la Sua casa? Oppure: se stava per conto proprio acquisendo informazioni che le agenzie stavano cercando di nascondere, non significa che stava agendo come giornalista indipendente e non come un “agente CIA non ufficiale”?
 
-UU: C’è un errore di traduzione: non erano le agenzie di intelligence a ordinare le perquisizioni, era la polizia segreta di stato. Quella che i nazisti chiamavano Gestapo e viene ora chiamata Dipartimento di Sicurezza di Stato. Sono venuti e hanno fatto irruzione per 6 volte, con il pretesto che stavo tradendo segreti di stato. Queste tattiche della paura sono tipiche delle repubbliche delle banane.
-Lei ha affermato che la pubblicazione di questo libro potrebbe crearLe problemi. Di che tipo, per esempio?
 
-UU: Il Frankfurter Allgemeine Zeitung mi ha informato per iscritto che mi faranno causa per aver violato le leggi penali, civili e del lavoro, così come gli standard aziendali del giornalismo. Questo da solo potrebbe distruggermi. Ho sentito che molti altri vogliono mettermi in galera perché ancora una volta ho esposto i “segreti di stato”.
 
Forse varrebbe la pena per me volare a Mosca come Edward Snowden e chiedere asilo lì. Aspettiamo di vedere come reagiranno i leader della repubblica delle banane di Germania, perché sono stati compromessi, e tutti possono leggere nel mio bestseller come essi costruiscono l’apparenza della stampa libera, e che la democrazia in Germania è una mera illusione.
 
Traduzione: Anacronista
 

Conti correnti a tasso zero. Anzi no, negativo.

Scritto il 4 novembre 2014 alle 11:11 da Danilo DT
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ZIRP per tutti! In questi giorni molte banche si stanno adoperando per portare praticamente a ZERO i tassi attivi sui conti correnti dei clienti. La motivazione è abbastanza ovvia. La BCE ha portato i tassi a livelli tali che il mercato monetario è diventato assolutamente NON remunerativo. Un altro banalissimo esempio ce lo porta il buon vecchio BOT people, compagno di avventura del classico risparmiatore italiano.
Come sono lontani i tempi dove si poteva ottenere, investendo il proprio capitale in BOT, ottenere su base annua un bel 10%…
Oggi il BOT a 12 mesi rende ben lo 0.30% lordo.
Aggiungetevi un minimo di spesa per la banca intermediaria (se vi tratta bene pagherete lo 0.10%), sottraete la ritenuta fiscale, togliete il bollo annuo dello 0.20% ed il gioco è fatto. Il BOT Annuale è un pessimo investimento in quanto, chi lo compra, ci rimette.
E su c/c? Tassi zero (o simil zero) per tutti o quasi. Ma può succedere che addirittura si passi in negativo?
In realtà questo è già successo, anche se non in Italia…ma in Germania.
 
Deutsche Skatbank, a division of VR-Bank Altenburger Land, which was founded in 1859, is not the biggest bank in Germany, but it’s the first bank to confirm what German savers have been dreading for a while: the wrath of Draghi.
Retail and business customers with over €500,000 on deposit as of November 1 will earn a “negative interest rate” of 0.25%. In less euphemistic terms, they have to pay 0.25% per annum to the bank for the privilege of handing the bank their hard-earned money or their business cash. (Source)
 
La stessa BCE ha già introdotto dal mese di giugno di quest’anno il tasso di deposito negativo sulle cifre che le banche lasciano presso di lei.
 
5 giugno 2014 – La BCE introduce un tasso di interesse negativo sui depositi presso la banca centrale
 
* Il tasso di interesse sui depositi presso la banca centrale è ridotto con effetto dall’11 giugno 2014.
* Il tasso negativo si applicherà anche alla media delle riserve in eccesso rispetto alla riserva obbligatoria, nonché ad altri depositi detenuti presso l’Eurosistema.
 
Con la decisione di ridurre i tassi di interesse di riferimento della BCE adottata nella riunione odierna, il Consiglio direttivo della BCE ha portato il tasso di interesse sui depositi presso la banca centrale al ‑0,10%. Tale riduzione avrà effetto dall’11 giugno 2014, unitamente alle modifiche dei tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali e su quelle di rifinanziamento marginale.(Source)
 
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BCE a parte, questa banca teutonica fa pagare ai proprio risparmiatori uno 0.25% per detenere i soldi sul c/c. Certo, l’Italia non è la Germania ma siamo sicuri che siamo così lontani da questo scenario?
 
 

Shana deliziosa piccolina

Ciro Musollino ha aggiunto 5 nuove foto.

7 novembre alle ore 15.41

·shana

ùShana, deliziosa cucciola futura taglia media contenuta, cerca adozione. Ha circa tre mesi. È sverminata, spulciata e vaccinata. Si trova in provincia di Napoli, ma per una seria adozione, la portiamo noi, in tutto il centro/nord Italia. Per info 3458083155 Ciro o Ilary Milite su Facebook.

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Gallitiello Marta ha aggiunto 6 nuove foto — con Anna Russo e altre 20 persone.

30 ottobre alle ore 13.05 ·

giovane cucciolo spinone 2 anni

Cerchiamo aiuto per questi cani che rischiano la deportazione in calabria,siamo riuscite a temporeggiare ma il tempo è poco 

è utile tutto la condivisione,stallo,adozione o mamme a distanza,si trovano in provincia di Salerno per info 392-0288913 grazie.

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