CIA, islamisti e la distruzione della Somalia

l’Alleanza nazionale di sinistra somala di Aidid – generale che nelle righe precedenti era definito nazionalista. Suona un controsenso dato che la sinistra combatte e detesta il nazionalismo….o forse è semplice logica “democratica” all’occidentale? E poi notare la strategia di affamamento del FMI imposta alla Somalia, ma che caso, le stesse ricette tanto decantate come salvifiche qui nella tanto liberale e democratica Europa…..(ora si dirà che già all’epoca il FMI era “succube” della Germania??!!!??!!!)..

novembre 8, 2014

 Dean Henderson 26/08/2014
 
Il SIIL in Iraq è solo l’ultima versione della vecchia strategia MI6/CIA/Mossad volta a prendere le risorse tramite il terrorismo islamista, screditando i musulmani nel mondo. Una delle operazioni meno pubblicizzate si ebbe quando i servizi segreti occidentali usarono gli islamisti per dividere la Somalia in tre nazioni diverse.
 
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Il 10 settembre 1992 gli Stati Uniti inviarono duemila marines e quattro navi da guerra, guidate dall’USS Tarawa, al largo della Somalia, nel Golfo di Aden che separa Somalia e Arabia Saudita. La Somalia era sempre stata riconosciuta possedimento altamente strategico. Il suo presidente Siad Barre si era appoggiato ai sovietici e agli statunitensi in momenti diversi, anche permettendo agli Stati Uniti di dislocarvi una base per le forze di reazione rapida. Nel 1982 il generale Alexander Haig, che brevemente agì da presidente autoimposto quando Ronald Reagan fu ferito da John Hinckley, sottolineò l’importanza strategica della Somalia per gli Stati Uniti dicendo che il Paese “sarebbe di vitale importanza per il nostro accesso al Golfo Persico”. Gli Stati Uniti avevano ridotto gli aiuti alla Somalia nel 1989 e ridotto il personale dell’ambasciata da 450 a 30. Nel gennaio 1991 Barre fu rovesciato dal suo ministro della Difesa, generale Muhammad Farrah Aidid. L’ambasciata USA fu rasa al suolo, i somali espressero il loro sdegno per i decenni di sostegno degli Stati Uniti al brutale Barre. 
Il generale Aidid era un nazionalista e i falchi statunitensi cercarono un pretesto per intervenire. 
 
L’editorialista William Neikirk articolò il nuovo atteggiamento interventista che prevalse nei circoli di politica estera degli Stati Uniti dopo la guerra del Golfo, quando scrisse il 6 dicembre 1992, “I poliziotti del mondo… dovrebbero pattugliare l’ambito internazionale ogni giorno, svolgendo un lavoro preventivo nella comunità mondiale. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ebbe un vertice nel gennaio 1992 nel corso del quale fu deciso che le operazioni di mantenimento della pace mondiali, del tutto congruenti con il concetto di Neikirk dei “poliziotti mondiali” e il Rapporto da Iron Mountain, dovrebbero essere attuate in tutto il mondo. 
  
Oggi 40000 caschi blu di 61 Paesi operano in quattro continenti. Il presidente Clinton abbracciò di cuore l’idea dicendo: “Dobbiamo fare più che parlare di Nuovo Ordine Mondiale“.
In Somalia l’ONU lanciò l’operazione Restore Hope con le truppe di Pakistan, Zimbabwe, Egitto e Nigeria. I sauditi inviarono forze d’elite. Il Papa definì l’intervento un “dovere morale”. Molti Paesi del Terzo Mondo, affamati di denaro, entusiasti inviarono truppe, ben pagati per mantenere la pace. Ma altri Paesi videro nel mandato un Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite succube degli Stati Uniti e dei loro alleati europei. L’ambasciatore dell’Indonesia alle Nazioni Unite, Nugroho Wisnumurti, dichiarò: “Se si guarda al Consiglio, in realtà, si vedrà che solo uno o due prendono le decisioni”
 
Con la scusa della crisi umanitaria, il Programma Alimentare Mondiale di Roma, che l’Iraq scoprì essere una copertura della CIA, noleggiò due aerei da trasporto C-130 della compagnia aerea della CIA Southern Air Transport e cominciò ad inviare cibo in Somalia. La CIA armò i fondamentalisti islamici decisi a distruggere l’Alleanza nazionale di sinistra somala di Aidid.  Mentre i combattimenti s’intensificarono i 2000 Marines degli Stati Uniti, ufficialmente schierati per proteggere le truppe di mantenimento della pace delle Nazioni Unite, sbarcarono. Il presidente Salim Salim dell’Organizzazione per l’Unità africana definì l’evento “nuovo tipo di colonialismo”. Gruppi di soccorso delle Nazioni Unite furono costretti a ritirare i propri lavoratori dalle regioni somale di Bardera e Baidoa, dove la carestia fu un pretesto per aggravare l’intervento. [1] C’era stata una grave siccità in Somalia, almeno in una parte, perché il Paese era un grande produttore di bestiame per l’esportazione in Arabia Saudita. Ciò provocò lo sfruttamento eccessivo dei pascoli, deforestazione e desertificazione. Gli Stati Uniti avevano spesso usato la Somalia per scaricarvi surplus con cui potrebbero aver alimentato il bestiame. Lo scellino somalo era sceso da 15,6 per dollaro nel 1983 a 38000 per dollaro nel 1991, per via di una serie di svalutazioni su mandato del FMI. Il FMI incoraggiò l’economia basata sull’esportazione del bestiame, mentre i piccoli agricoltori persero terreno e il Paese si desertificava. Il generale Aidid cercò di formare un governo, ma fu costretto a combattere gli estremisti islamici che la CIA aveva scatenato. Il giorno in cui i Marines degli Stati Uniti sbarcarono per sostenere gli estremisti, il presidente Bush dichiarò che la guerra “potrebbe essere estesa nel nord della Somalia“. Quello stesso giorno il membro del consiglio di Chevron Texaco ed ex-segretario di Stato George Schultz invocava gli attacchi aerei sulla Jugoslavia. Il signore della guerra estremista finanziato dalla CIA, Ali Mahdi Muhammad, occupò la parte settentrionale della capitale somala Mogadiscio. Inoltre guidò il tentativo riuscito del Movimento nazionale somalo di occupare la Somalia nordoccidentale e dichiarare l’indipendenza della Repubblica del Somaliland. Nel nord-est della Somalia, con gli strategici porti sul Golfo di Aden Berbera e Bosaso, la Compagnia sostenne il separatista Fronte di Salvezza Democratico somalo che aveva chiesto l’intervento straniero in Somalia. La Compagnia inoltre ebbe l’aiuto del generale Morgan, genero di Siad Barre. Più importante, il contatto della CIA in Somalia era il generale Muhammad Abshir, da lungo tempo agente della CIA ed ex-capo della polizia. [2]
Alla fine le due fazioni del nord si separarono dalla Somalia e crearono due nuovi Paesi, Somaliland e Puntland, che si affacciano sul Golfo di Aden e sul Paese strategico di Gibuti, controllato dai francesi, alle porte del Canale di Suez. La zona era nota come Somalia britannica fino al 1960, quando si unì alla Somalia meridionale italiana divenendo la Somalia. La storia fu abrogata, un cambio di regime neo-coloniale furtivo si svolse e il Somaliland ebbe rapidamente propri esercito, valuta e bandiera. [3]
Per tutto il tempo l’amministrazione Clinton cercò d’inquadrare il conflitto in Somalia come lotta etnica tra diversi clan, una caratterizzazione fortemente fuorviante che venne usato per giustificare le avventure in Ruanda e in Jugoslavia. Gli Stati Uniti promisero di ritirarsi dalla Somalia entro il 20 gennaio 1993. Tale data passò mentre il contingente statunitense aumentava fino a una forza di 10000 uomini, tra cui 8000 soldati della 10.ma Divisione di Montagna. A febbraio la CIA aiutò i superstiti militari di Siad Barre a prendere il porto meridionale di Kismayu. 
 
Africa Rights affermò che le truppe belghe preposte all’operazione torturarono numerose persone. Accuse simili furono mosse alle truppe canadesi. L’Italia abbandonò l’operazione Restore Hope per disgusto. Il 12 giugno 1993 le truppe pakistane spararono sulla folla uccidendo ventitré somali inermi. Lo stesso giorno un elicottero attaccò l’edificio che si presumeva ospitasse il generale Aidid uccidendo 54 persone. Il 17 giugno, le truppe delle Nazioni Unite attaccarono l’ospedale Digfer nella capitale, uccidendo nove persone. Il 18 giugno, stanchi delle proteste quotidiane dei somali presso la sede delle Nazioni Unite, gli Stati Uniti bombardarono Mogadiscio uccidendo più di 100 persone. Il compound UNOSOM era una mostruosità di 81 acri costato 2 miliardi di dollari. Mentre i somali vivevano nello squallore, il personale delle Nazioni Unite aveva docce calde, pizza e TV satellitare. La missione in Somalia fu chiamata operazione per ripristinare la normalità, ma l’ordine era tutt’altro che restaurato.
Il supporto somalo al generale Aidid crebbe, i media statunitensi fecero del loro meglio per demonizzarlo, anche se non sapevano assolutamente nulla di lui. L’ammiraglio statunitense Jonathan Howe spiegò con condiscendenza che l’obiettivo in Somalia era “mettere le persone al lavoro”. Howe mise una taglia di 25 milioni su Aidid. Aidid rispose offrendo 1 milione di dollari per il cranio di Howe. 
Il 9 settembre 1993, elicotteri d’attacco statunitensi aprirono il fuoco su una manifestazione anti-USA uccidendo 125 persone. 
 
Tra 5000 e 6000 somali morirono durante l’intervento degli Stati Uniti. I somali erano indignati e non c’era da meravigliarsi quando un missile spalleggiale sparato da uno dei miliziani di Aidid abbatté un elicottero statunitense Blackhawk che cercava di salvare i membri di un’unità d’élite della Delta Force statunitense, intrappolati in un edificio a Mogadiscio mentre ricercavano Aidid; folle di somali si riunirono per trascinare i corpi di alcuni dei diciotto statunitensi morti per le strade di Mogadiscio. Il membro della Delta Force Michael Durant fu catturato dalle forze di Aidid durante l’operazione, che vide altri elicotteri d’attacco degli Stati Uniti far esplodere le case dei somali che vivevano nella zona. Il giorno in cui Durant fu rilasciato il presidente Clinton ritirò le forze USA dalla Somalia.
Le operazioni delle Nazioni Unite in Somalia sotto il controllo dell’ammiraglio Howe furono originariamente guidate dagli uffici a Mogadiscio della Conoco. Le esplorazione della Hunt Oil nel 1980 rilevarono che l’enorme fenditura petrolifera tra Arabia Saudita e Yemen si estende sul Golfo di Aden fino al nord della Somalia, una zona ora comodamente divisa e conosciuta come Somaliland e del Puntland. Poco prima della sua caduta, il corrotto presidente Siad Barre aveva siglato un accordo per la suddivisione di quasi due terzi della Somalia tra quattro compagnie petrolifere degli Stati Uniti: ConocoBP AmocoChevron Texaco e Phillips PetroleumLa Conoco successivamente acquistò la PhillipsUn ingegnere petrolifero della Banca Mondiale disse delle prospezioni petrolifere del Somaliland, “Non c’è dubbio che c’è il petrolio lì“. [4] Secondo Yossef Bodansky, direttore della Task Force del congresso sul terrorismo degli Stati Uniti, i ribelli ceceni furono organizzati in una riunione del 1996 a Mogadiscio, in Somalia, a cui parteciparono funzionari dell’ISI pakistano, Usama bin Ladin e signori della guerra fondamentalisti somali della CIA. Lo stesso anno, il generale Muhammad Farrah Aidid perse alla roulette russa con l’ammiraglio Howe. 
 
Il 1 agosto 1996 Aidid fu ucciso dalla stessa setta di assassini islamisti della CIA che ora si organizza per attaccare la Russia. Lo stesso giorno il colonnello dell’esercito degli Stati Uniti William Garrison, che aveva comandato lo sfortunato raid dell’US Delta Force su Mogadiscio, annunciava il proprio pensionamento. [5]
 
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Muhammed Farrah Aidid
 
[1] “Aid Workers Relocated in Somalia”. AP. Tulsa World. 12-6-92. p.1
[2] “The Warlord Speaks”. The Nation. 4-4-94
[3] “Looking for a Little Recognition”. AP. Missoulian. 4-8-96
[4] “The Great Humanitarian”. Ramon Gris. Storm Warning. Seattle. 10-93
[5] “Blackhawk Down”. CNN Presents. 1-20-02
 
Dean Henderson è l’autore di: Big Oil & Their Bankers in the Persian Gulf: Four Horsemen, Eight Families & Their Global Intelligence, Narcotics & Terror Network, The Grateful Unrich: Revolution in 50 Countries,Das Kartell der Federal Reserve, Stickin’ it to the Matrix & The Federal Reserve Cartel. Il suo sito, a cui è possibile iscriversi gratuitamente è Left Hook.
 
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
 
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CIA, islamisti e la distruzione della Somaliaultima modifica: 2014-11-10T13:18:28+01:00da davi-luciano
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