“COSTI AUMENTATI, INTERROGAZIONE ALLA GIUNTA PER BLOCCARE SUBITO IL CANTIERE”

Perché la Regione Piemonte non chiede la sospensione dei lavori del Tav? E’ quanto chiede il consigliere Francesca Frediani (M5S) attraverso un’interrogazione rivolta alla Giunta che sarà discussa nella prossima assemblea del Consiglio regionale. Infatti è ormai evidente come né il Governo nazionale né l’Unione europea dispongano di fondi necessari per realizzare l’opera anche alla luce del recente aumento vertiginoso dei costi (da 2,2 mld a 7,7).

A ciò vanno aggiunti i nuovi orientamenti dell’Europa, solo pochi giorni fa Michael Cramer (Presidente Commissione trasporti del Parlamento europeo) ha dichiarato che l’Unione non coprirà il cofinanziamento del 40% della Torino-Lione.

Quindi all’Italia toccherà sostenere circa il 60 per cento delle spese, che tradotto in soldi vale a dire oltre 7 miliardi di euro. E’ notizia di questi giorni di come anche la Corte dei Conti francese abbia messo in guardia il Governo di Parigi sull’eccessiva spesa relativa all’opera.

Arrivati a questo punto tutte le istituzioni a livello comunitario hanno dato un parere non positivo a questa grande opera inutile. Addirittura il senatore Stefano Esposito, vero e proprio ultras del Tav, ha dichiarato che a questo prezzo è meglio non realizzare l’opera. Un epilogo ampiamente previsto da coloro che da sempre si oppongono all’alta velocità in Valle di Susa.
La Regione Piemonte ha quindi il dovere di far sentire la propria voce e prendere una posizione netta affinché i lavori siano immediatamente sospesi.

Francesca Frediani, Consigliere regionale M5S Piemonte

Il COISP torna all’attacco dei No Tav.

Alla dura ma documentata arringa degli avvocati difensori dei No Tav sui fatti del 2011 replica il sindacto di polizia Coisp

di Davide Amerio

Non ho pregiudiziali contro le Forze dell’Ordine. Mio nonno materno fu carabiniere e nella mia famiglia il rispetto per l’Arma e il riconoscimento del lavoro delle forze di polizia è sempre stato un principio condiviso.
Ho conosciuto un certo numero di poliziotti, carabinieri, finanzieri, e non ho avuto nulla da ridire nei loro confronti. Questo per chiarire che chi scrive non appartiene ad aree antagoniste, di sinistra radicale, etc etc.

Perciò con animo sereno e non fazioso trovo indecente che ogni qualvolta i fatti, nudi e crudi, pongono la questione di come alcune “frange” delle FfdOo intendono il loro lavoro ci sia un sindacalista pronto a negare l’evidenza.

Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, ha reagito alle arringhe degli avvocati difensori dei 53 No Tav  durante l’udienza del tribunale a Torino sui fatti del 2011 affermando: “Gravissime calunnie, devono seguire le dovute serie conseguenze contro chi pensa di poter giustificare la violenza infamando uomini che hanno rischiato la vita”.

Gli avvocati difensori hanno presentato documentazioni video che mostrano poliziotti nell’atto di tirare sassi e di picchiare selvaggiamente dimostranti già a terra. L’avvocato Claudio Navarro avrebbe affermato che in quei giorni ci sono stati comportamenti scorretti da parte delle forze dell’ordine e avrebbe più volte citato l’articolo del codice penale che giustifica  “la reazione legittima a un atto arbitrario dei pubblici ufficiali”, insistendo a parlare di “lanci fuori protocollo di lacrimogeni anche ad altezza d’uomo”, e di “intemperanze dei poliziotti”.

La difesa d’ufficio del sindacato continua a negare una triste sequenza di avvenimenti nella quale le FfdOo paiono senza controllo. Nessuno credo metta in discussione che gli agenti rischino costantemente la vita ma soprassedere sulle violenze e sugli eccessi commessi non aiuta certo quanti di costoro compiono ogni giorno il loro dovere tra mille difficoltà. Se i dimostranti possono anche essere “facinorosi” e “violenti”, ammesso e non concesso che lo siano, le FfdOo sono quelle che devono dimostrare di avere per prime il senso del limite e l’equilibrio nelle situazioni critiche. Dai tempi del G8 di Genova, passando per i tristi casi di cronaca come quelli di Aldovrandi, visto che si vuole parlare di rischio della “vita”, in troppe occasioni questo equilibrio è venuto a mancare e a rimetterci la vita sono stati i cittadini che dovrebbero essere protetti e difesi.

Oggi un’altra “carica di alleggerimento” si è abbattuta sulle teste di operai della Thyssen di Terni che dimostravano a Roma per salvare il proprio posto di lavoro. Pare che in questo paese tutti quelli che manifestano per difendere il lavoro, il territorio, i diritti, siano sempre e solo dei facinorosi. L’unico che sembra accorgersi del contrario è Papa Francesco.

Risposta dei montanaresi (notav) all’on. Cambursano (Idv)

http://www.infoaut.org/index.php/blog/no-tavabenicomuni/item/2843-risposta-dei-montanaresi-notav-allon-cambursano-idv?tmpl=component&print=1

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Di Cambursano i montanaresi ricordano la faccia sorridente che stringe mani sotto la tribuna di qualche covegno o comizietto nella fallimentare campagna elettorale ulivista tragicamente conclusa con il servizio su un bel vassoio dell’Amministrazione alle destre.

Adesso con altri prodi 99, lancia la carica a Berlusconi per far diventare il TAV simbolo della crescita e del futuro.

Sarebbe garbato che in questo momento di crisi, Cambursano e con lui gli altri prodi 99 del partito del cemento, venissero a spiegare ai cittadini di Chivasso e di Montanaro la loro scelta. Soprattutto a quei cittadini che ogni giorno prendono i treni pendolari, dopo tutti i tagli che sono stati fatti e che viaggiano in condizioni drammatiche. Perche accelerare nella costruzione di un megabuco inutile e dannoso per la nostra salute?

Ma perché invece delle lettere cosi tempestive per il TAV, non c’è mai stato un tempestivo impegno per una politica di trasporti che punti al rafforzamento dei servizi e delle infrastrutture ferroviarie dentro e attorno alle aree metropolitane?

Fretta di un’altra Salerno Reggio Calabria infinita? A quando la firma per il ponte di Messina subito?

Il calpestare tutto sindaci, cittadini, comunità intere fa parte del modo di fare della banda del tondino e del cemento al quale lei Sig Cambursano ha aderito, guardi bene i suoi compagni di cordata che sono quelli che della devastazione ambientale e dello sprezzo della salute pubblica ne hanno fatto una bandiera, basti vedere il suo capobanda che è il paladino di inceneritori e tav 2, opere che costeranno ai cittadini soldi e salute, bravo Cambursano bella scelta di campo.

Cambursano aspettiamo le prossime elezioni quando tornerai tra il popolino a elemosinare i voti che ti permetteranno un’agiata pensione, magari indosserai nuovamente la maglia dell’ambientalista, ma sulle tue spalle avrai la devastazione della Val Susa e la salute di migliaia di canavesani che respireranno amianto e uranio che tu e la tua cricca dei 100 ci avete regalato.

Noi, faremo in modo che il vostro piano vada a gambe all’aria e ci troverete sempre sulla vostra strada a ricordarvi le vostre responsabilità, cosi come ci troveranno sulla loro strada i treni e i camion che si avvicineranno alle nostre cave con il VOSTRO carico di morte!

Cambursano, devastare una valle intera per permettere di arrivare a Lione pochi minuti prima spendendo miliardi di nostri soldi è da criminali,i nostri treni quelli che NOI prendiamo tutti i giorni per lavoro sono fatiscenti,sporchi e ci fanno perdere decine di euro dalla busta paga per i ritardi. I nostri ospedali li stanno chiudendo,le liste di attesa sono eterne e i farmaci sempre più scarsi,le suole cadono a pezzi,gli alunni sono stipati in aule fatiscenti con insegnanti che si fanno in quattro per sopperire ai tagli della scuola, i genitori sono costretti a procurare il materiale didattico perché assente ,le reti idriche che scorrono sotto le nostre città perdono mediamente il 50% del bene più prezioso che abbiamo, L’ACQUA!

Queste sono le grandi opere che bisognerebbe finanziare e non una linea che l’unico trasporto sicuro che farà sarà quello di portare soldi nelle tasche di pochi e magari collusi con la mafia.

Fa male vedere i rappresentanti del proprio territorio che si sono battuti a suo tempo contro le cave e lo scempio del territorio buttare con una firma la salute di tutti.

Noi siamo sempre al fianco dei Valsusini perche la loro lotta e la nostra sono la stessa cosa e lottando contro il TAV lottiamo per la nostra salute e per difendere la democrazia che proprio il partito del cemento vuole affossare .

Cambursano, il tuo bel Canavese che diventa una discarica, una bella discarica come “coadiuvante della salute” per i figli, i nipoti e le future generazioni. E’ questo il futuro che sogni?

Per fortuna tanti non la pensano cosi.

CHE SIA IL MIO O IL TUO GIARDINO, ORA E SEMPRE NO SMARINO.

NO TAV RESTIAMO SANI

Maxi processo No Tav. Parla la difesa: “Reazione legittima ai comportamenti scorretti delle forze dell’ordine”

ottobre 28 2014
È ricominciato oggi il maxi processo No Tav nel quale sono imputati 53 attivisti per gli scontri in Val di Susa dell’estate 2011.

Il primo a parlare in aula è Claudio Novaro, avvocato della difesa che spiega l’importanza delle manifestazioni e delle proteste in Valle, mosse da ragioni per molti impossibile da capire, se non attraverso un’attenta analisi del contesto: «Non è possibile capire né l’andamento né il significato degli scontri. La rabbia e la frustrazione di quelle giornate».
«Il movimento No Tav – continua Novaro – è stato capace di organizzare manifestazioni con 50 mila persone in una valle di 80 mila abitanti solo per rivendicare il diritto a interloquire su una questione, il passaggio del Tav, che riguarda la vita della gente. Eppure bastava un sussulto di un politico di terza fila, magari un senatore del Pd, perché le sue ragioni venissero dimenticate».
L’avvocato poi, continua il suo discorso sul comportamento delle forze di polizia in Valle, durante i due giorni di scontri, parlando di «un campionario di comportamenti scorretti da parte delle forze dell’ordine», di «lanci fuori protocollo di lacrimogeni anche ad altezza d’uomo», di «intemperanze dei poliziotti», dell’«ignobile episodio della distruzione delle tende» del presidio dei No Tav in località Maddalena di Chiomonte, di appartenenti alle forze dell’ordine che «scagliavano sassi» sui manifestanti.
Il legale, durante la sua arringa ha citato più volte l’articolo del codice penale che giustifica «la reazione legittima a un atto arbitrario dei pubblici ufficiali».

Napoli: la polizia carica gli studenti che solidarizzano con gli operai di Terni

http://contropiano.org/in-breve/italia/item/27207-napoli-la-polizia-carica-gli-studenti-che-solidarizzano-con-gli-operai-di-terni
 
  •  Giovedì, 30 Ottobre 2014 10:31
  •  Contropiano Napoli

Napoli: la polizia carica gli studenti che solidarizzano con gli operai di Terni

Stamattina alla Stazione Marittima, all’esterno della 14.esima Conferenza del FEMIP con i vertici della Banca Europei degli Investimenti, dove è previsto un intervento del Ministro dell’Economia del governo Renzi, Padoan, la polizia ha respinto con violenza e spostato di peso un gruppo di studenti e precari che tentavano di esporre uno striscione di solidarietà con i lavoratori di Terni vittime ieri a Roma della violenza degli apparati repressivi dello stato. Contro gli studenti e i precari spintoni e qualche calcio, ma come dicono gli stessi manifestanti niente in confronto a quello che è toccato ieri agli operai ternani.

Al momento la polizia ha sbarrato l’ingresso alla Conferenza, si è schierata in assetto antisommossa ma gli studenti e i precari sono rimasti all’esterno della sala della Conferenza e scandiscono slogan contro il Jobs Act, il governo Renzi ed in solidarietà con la lotta operaia di Terni. I manifestanti, alcuni dei quali indossano un caschetto blu in segno di solidarietà con gli operai dell’Ast, hanno esposto un lungo striscione con la scritta “stop job acts”. 

napoli

Esposito folgorato sulla via di Chiomonte

http://www.beppegrillo.it/2014/10/esposito_folgorato_sulla_via_di_chiomonte.html

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“Folgorato sulla via di Damasco, anzi su quella di Chiomonte. Miracoli della magica Valsusa. Il senatore PD Stefano Esposito deve infatti essersi improvvisamente convertito al sentiero del Bene: pensate, appena un anno fa invocava spietato l’uso del manganello su una giovane attivista NoTAV, rea di non essere d’accordo con l’ineluttabile maxiopera voluta dagli dei (e dalla mafia); oggi, lo stesso Esposito è diventato sostenitore dell’interruzione dei lavori e dell’abbandono del progetto, proprio come la suddetta attivista. Gli è forse apparso San Michele, protettore della valle? No. Più prosaicamente gli è apparsa l’Unione Europea, come sappiamo sempre al di sopra degli dei e dei santi. La UE ha infatti appena ammesso l’inutilità della linea Torino-Lione, e il presidente della Commissione Trasporti di Bruxelles ha affermato “non è nostra priorità“. Ma soprattutto, argomento a cui i piddini sono sempre molto sensibili, la UE ha detto che non ci sarà più alcun finanziamento. L’Italia, se vuole, dovrà tirar fuori da sola i 7 miliardi per decorare le valli coi binari, e il M5S ha già chiesto al Ministro Lupi come intenda reperirli. Insomma, niente più sghei da spartirsi. E quando spariscono i soldi, scappano tutti: altro che miracolose conversioni. L’unico miracolo che noi aspettiamo davvero è la cancellazione del progetto TAV, una volta per sempre.” 

M5S Parlamento

“IN VALSUSA NESSUNA ORGANIZZAZIONE MILITARE MA UN IMPORTANTE LABORATORIO POLITICO”

Arringa dell’avvocato al maxi processo No Tav che vede imputate 53 persone per gli scontri dell’estate 2011

28/10/2014

PAOLA ITALIANO
TORINO

«Se non si considera il contesto e il fatto che in Valsusa ci fu una militarizzazione, non si può capire quel che avvenne nell’estate 2011»: l’avvocato Claudio Novaro ha così introdotto la sua arringa al maxi processo No Tav che vede imputate 53 persone per gli scontri del 27 giugno e del 3 luglio 2011. Per tutti, la procura di Torino ha chiesto condanne per un totale di circa 190 anni di carcere. All’aula bunker del carcere delle Vallette Novaro ripercorre con l’ausilio di filmati i fatti del 27 giugno. «Dietro quelle giornate – ha detto il legale – c’è un conflitto sociale degradato dalla procura a problema di ordine pubblico. La Libera Repubblica della Maddalena – ha aggiunto – non era un’organizzazione militare, ma un laboratorio politico importante». 

Tav: costi alle stelle, “blocchiamo tutt

GRANDI OPERE

Pubblicato Mercoledì 29 Ottobre 2014, ore 13,32

A sorpresa è il senatore dem Esposito, fautore della Torino-Lione, a chiedere l’interruzione dell’opera. Spesa prevista salita da 2,9 a 7 miliardi: “Voglio spiegazioni”. Scibona (M5s): “Benvenuto, noi denunciamo da sempre il vergognoso balletto delle cifre”

È  bufera sui costi della Torino-Lione. Dopo le indiscrezioni di stampa su un aumento da 2,9 a 7 miliardi, il senatore Stefano Esposito ha chiesto un’audizione urgente inCommissione Trasporti – di cui è vicepresidente – dei vertici di Rfi e del ministro Lupi. “Se la cifra fosse confermata – annuncia Esposito, da sempre sostenitore dell’Alta Velocità ferroviaria – non indugerò un solo minuto a presentare una mozione parlamentare per chiedere l’interruzione dei lavori e la rinuncia” all’opera.

 Nei giorni scorsi, infatti, il Sole 24 Ore ha pubblicato documenti di Rfi dai quali risulterebbe che, contrariamente a quanto deciso e discusso fino ad oggi nelle aule parlamentari, il costo della tratta internazionale Torino-Lione non sarebbe di 2,9 miliardi ma di 7 miliardi. Questa novità sarebbe frutto di un accordo di programma tra Ministero dei Trasporti e la stessa azienda, “di cui nessuno era a conoscenza, men che meno il Parlamento”, afferma il senatore del Pd. La tratta, il cui costo per i lavori era calcolato in 8.329 milioni di euro a inizio 2012, richiederà in realtà un esborso di quasi 12 miliardi (precisamente, 11.977 milioni). Ciò significa che l’Italia, ha spiegato il giornale della Confindustria, su cui grava secondo il trattato Italia-Francia di due anni fa il 57,9% della spesa per i lavori, dovrà garantire la copertura non di 4,8 miliardi di euro, ma di 6,9 miliardi. Se dall’Europa arriverà l’auspicato 40% di finanziamento (il massimo possibile per le reti Ten-T transfrontaliere), la quota da garantire con il bilancio italiano sarà di 4,16 miliardi di euro. E non i 2,9 miliardi che venivano finora calcolati in base ai dati Ltf (la società mista italo-francese incaricata di gestire la progettazione e realizzazione dell’opera).

Una presa di posizione che ha lasciato letteralmente di stucco chi, come il senatore del M5s Marco Scibona, fervente No Tav, da tempo contesta la sostenibilità finanziaria dell’opera: “Ieri nell’Ottava Commissione del Senato (Lavori pubblici, comunicazioni) siamo rimasti basiti dalle parole del senatore del tondino e del cemento Esposito, il quale ha esternato tutta l’irrazionalità che sta dietro all’aumento di costo della grande e inutile opera”. Per l’esponente grillino siamo di fronte a un vero e proprio inganno: “Non è tollerabile che una società come Rfi detti prezzi e scriva ciò che vuole. È compito del Parlamento finanziare le opere nelle leggi di stabilità e i bilanci non possono assecondare le necessità di chi quotidianamente decanta la solidità di progetti, in verità, basati su dati fantasiosi”. E a differenza di quanto avviene nel Paese partner, la Francia, che ha sempre confermato la cifra e le tempistiche iniziali, “in Italia invece triplicano i costi senza nessun motivo logico e i tempi vengono armonizzati a seconda delle opportunità o dei timori della classe politica”. Insomma, conclude Scibona, “ciò che da anni il Movimento No Tav denuncia e ciò che dal 2013 il Movimento 5 Stelle racconta a questo Parlamento, ha preso piede. Siamo sempre stati etichettati come esagerati e superficiali, ma oggi queste osservazioni vengono espresse anche dai più accaniti fautori dell’opera”. Tutti, all’unanimità, hanno dichiarato l’urgenza di convocare in audizione Rfi, il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il ministero dell’Economia e delle Finanze e i Commissari Straordinari. “Basta con il paese dei furbi e dei burocrati che decidono senza rispettare il Parlamento”, gli fa eco Esposito.

Il marocchino del Pd: “Le Violenze sui bus sono colpa degli autisti”

martedì, 28, ottobre, 2014
kalid
Khalid Chaouki è alla buvette della Camera, mi guarda severo: “La tua video-inchiesta sulla stazione Termini e gli immigrati fa schifo. Proprio brutta”. Immaginavo non piacesse al deputato Pd, italiano di origine marocchina che centra la sua battaglia politica sui diritti degli immigrati. Provo ad obiettare: “I problemi però sono reali. Guarda cosa è accaduto a Corcolle, in periferia di Roma con l’assalto degli immigrati ai bus dell’Atac…”.
 
Chaouki è ancora più perentorio: “Balle. Gli assalti sono balle!”. Ma come? Una donna che guidava il bus addirittura ha rischiato la violenza sessuale… “Balle, queste cose le denuncia quella donna sindacalista. Ma non sono vere, informati”, replica ancora Chaouki.
 
E rincara la dose: “L’unica cosa vera che avviene è che gli autisti dell’Atac quando vedono alcuni immigrati in attesa alla fermata del bus, tirano diritto. Prova a chiedere a loro se saltano apposta qualche fermata! Poi ovvio che i poveretti restati a piedi si incazzino. Non bisogna assalire il bus, ci mancherebbe. Ma se la protesta è vivace, è solo colpa degli autisti Atac…”. Bisognerebbe provare un confronto all’americana fra il deputato Pd e gli autisti furiosi. Ma non glielo consiglio…
 
di Franco Bechis
(tratto da L’imBECcata)

Torino-Lione senza fondo, il costo sale a 12 miliardi

post 25 ottobre 2014 at 13:37

Tav. Anche dalla Francia dubbi sulla copertura economica della grande opera

Mauro Ravarino, il manifesto

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Il mar­chio «low-cost» avrebbe sal­vato capre e cavoli. O almeno così la pen­savo gli spon­sor dell’opera. Cor­reva il giu­gno del 2011 e man­ca­vano poche ore alla più calda estate vis­suta in Val di Susa. In cima alla Mad­da­lena, i No Tav difen­de­vano il loro pre­si­dio.

Spuntò sui quo­ti­diani un pro­getto leg­gero per la Torino-Lione con l’imprimatur del pre­si­dente dell’Osservatorio, Mario Virano, e il bene­pla­cito dell’ex mini­stro dell’Economia, Giu­lio Tre­monti: 8,3 miliardi di euro invece dei 23–24 pre­vi­sti. In realtà, era solo una grande ope­ra­zione di comu­ni­ca­zione prima dello sgom­bero del quar­tier gene­rale No Tav; il costo non sarebbe stato modi­fi­cato, ma si pre­fe­riva pub­bli­ciz­zare solo quello rela­tivo alla tratta inter­na­zio­nale (non quello com­ples­sivo della linea). In pra­tica, il tun­nel di base tra Susa e Saint-Jean de Mau­rienne (57 chi­lo­me­tri). Cam­biava l’approccio, la forma: l’opera sarebbe stata costruita per fasi. Il 30 gen­naio del 2012, l’accordo tra Ita­lia e Fran­cia san­civa la ripar­ti­zione della spesa per i lavori della sola parte tran­sfron­ta­liera. Il 57,9% a carico dell’Italia e il 42,1% della Fran­cia. Con la spe­ranza di un finan­zia­mento Ue del 40% – recen­te­mente molto meno sicuro –, Roma avrebbe dovuto spen­dere 2,9 miliardi.

Bene, non sarà più così. Infatti, il costo del Tav con­ti­nua a salire, com’era forse pre­ve­di­bile. E l’appellativo «low-cost», impro­prio fin dall’inizio, è diven­tato un vero e pro­prio tabù. Le nuove pre­vi­sioni, aggior­nate ai valori cor­renti (ovvero ai prezzi attuali), sti­mano il costo della tratta inter­na­zio­nale a 12 miliardi di euro, anzi­ché 8,3 (aggior­nati suc­ces­si­va­mente a 8,5). Lo si deduce dal Con­tratto di pro­gramma Rfi 2012–2016, che sarà appro­vato insieme al decreto Sblocca Ita­lia, ed era stato fir­mato l’8 ago­sto scorso dal mini­stro delle Infra­strut­ture, Mau­ri­zio Lupi, e dall’amministratore dele­gato di Fs, Michele Elia.

Senza il finan­zia­mento euro­peo, secondo i cal­coli effet­tuati nel 2012 ai tempi dell’accordo, l’Italia avrebbe dovuto pagare 4,8 miliardi, ora ne dovrebbe sbor­sare 6,9 e la Fran­cia 5,1. Nel caso in cui arri­vasse il finan­zia­mento dell’Unione Euro­pea (il 40%, valore mas­simo per le reti Ten-T, tran­seu­ro­pee di tra­sporti), invece, dei 2,9 miliardi pre­vi­sti nel 2012, Roma ne spen­de­rebbe 4,16; la Fran­cia circa 3 e l’Ue 4,8. Ma ai 12 miliardi totali devono essere som­mate le spese per pro­get­ta­zioni e studi (anche quelli rela­tivi ai cuni­coli esplo­ra­tivi, come quello di Chio­monte), che ammon­tano a 1,6 miliardi: il 53% a carico dell’Italia, 855 milioni di euro.

In assenza di finan­zia­mento Ue, l’Italia dovrebbe spen­dere – tra opera e pro­get­ta­zioni – 7,7 miliardi. Secondo il Con­tratto di pro­gramma Rfi, que­sta cifra sarebbe coperta solo per 3.3 miliardi. Il resto? Si aspetta Bru­xel­les come manna dal cielo. Nono­stante solo pochi giorni fa il pre­si­dente della Com­mis­sione tra­sporti del Par­la­mento Euro­peo, Michael Cra­mer, abbia mosso seri dubbi sulla coper­tura del 40% dei costi, il governo Renzi va dritto. Riba­di­sce la prio­rità per la Torino-Lione, che a dif­fe­renza di altri can­tieri, magari più utili (rico­stru­zione dell’Aquila), rimane ferma nello Sblocca Ita­lia con 2,9 miliardi.

Intanto, in Fran­cia il favore nei con­fronti dell’opera cala. Se il primo mini­stro Manuel Valls con­ti­nua a rite­nerla indi­spen­sa­bile, la Corte dei conti fran­cese, gio­vedì, ha asse­stato un altro colpo al pro­getto. Con­si­dera la scelta del col­le­ga­mento fer­ro­via­rio tra Torino-Lione troppo debole dal punto di vista della red­di­ti­vità socio-economica, poco coe­rente e troppo costoso. Soprat­tutto, ritiene fat­tori nega­tivi: il forte aumento dei costi, la ridu­zione dei traf­fici sulla tratta (otti­mi­sti­che le pre­vi­sioni) e il finan­zia­mento non ben defi­nito. La Corte rivolge cri­ti­che alla classe poli­tica, che ha perso di vista la razio­na­lità eco­no­mica dell’intera opera. L’invito è, invece, quello di valo­riz­zare e ammo­der­nare la rete esistente.