Politica, criminalità, imprenditoria. La filiera della corruzione nelle grandi opere

Da alcuni giorni si aggira la notizia della bacchettata UE all’Italia sulle grandi opere, le redazioni però ci assicurano sicurezza in tutti i campi.

Dalla prima relazione sulla corruzione della Commissione UE in Europa, in Italia il costo di realizzazione è di molto superiore a quello di opere equivalenti in altri paesi europei. Nelle grandi opere pubbliche la corruzione è stimata al 40% del valore totale dell’appalto, le ferrovie ad Alta velocità costano 61 milioni al chilometro – circa il 4% del Pil nazionale. In Giappone costa solo 9,8 milioni, in Spagna 9,3 e in Francia 10,2. Secondo le stime dell’Olaf, l’agenzia antifrode europea, questa corruzione costa all’economia europea circa 120 miliardi di euro all’anno.

Andando nello specifico del rapporto UE, la ricostruzione post-sisma a l’Aquila, l’Expo Milano 2015 e la futura linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione sono viste, nella sfera pubblica, – quali particolarmente esposte al rischio di distrazione di fondi pubblici e infiltrazioni criminali.
In Italia la AV è costata 47,3 milioni di euro al chilometro nel tratto Roma-Napoli, 74 milioni di euro tra Torino e Novara, 79,5 milioni di euro tra Novara e Milano e 96,4 milioni di euro tra Bologna e Firenze, contro gli appena 10,2 milioni di euro al chilometro della Parigi-Lione, i 9,8 milioni di euro della Madrid-Siviglia e i 9,3 milioni di euro della Tokyo-Osaka.
Ribadisce la UE – queste differenze di costo, di per sé poco probanti possono rivelarsi però una spia, da verificare alla luce di altri indicatori, di un’eventuale cattiva gestione o di irregolarità delle gare per gli appalti pubblici – inoltre aggiunge – tra gli aspetti più preoccupanti ci sono i legami tra politici, criminalità organizzata e imprese, lo scarso livello di integrità dei titolari di cariche elettive e di governo. Il report della Commissione cita uno studio del 2010 a cura del Center for the Study of Democracy secondo cui il caso italiano è – tra i più esemplari per capire quanto stretti siano i legami tra criminalità organizzata e corruzione. Tra i casi – degni di nota – Bruxelles cita quello di Nicola Cosentino, – parlamentare indagato per collusione con il clan camorristico dei Casalesi – che ne “avrebbe finanziato la campagna elettorale in cambio di influenze politiche a livello nazionale, soprattutto per il riciclaggio di rifiuti tossici. Sempre nello studio, l’esecutivo lamenta il fatto che il Parlamento abbia rifiutato ben due volte l’autorizzazione a procedere nei sui confronti, impedendone la carcerazione preventiva.

Famoso è il bacio e abbraccio in parlamento tra Cosentino e Osvaldo Napoli oggi sostenitore della linea e vice commissario ai trasporti con il collega Esposito del PD.

Secondo l’UE, consistono nella depenalizzazione nel 2002 di determinati reati, come alcune forme di falso in bilancio delle azioni a dir poco chiare e trasparenti. Non si risparmiano le critiche dell’Unione ai media in una nota – l’indipendenza e l’assetto proprietario dei media, specie quelli elettronici, presentano notevoli problemi, soprattutto per il perdurare di un sistema di quasi monopolio.

Il consiglio principe dal rapporto esprime ciò che il popolo italiano chiede da tempo; viene richiesto, dalle raccomandazioni rivolte all’Italia a luglio 2013 nel quadro del semestre europeo un obiettivo  che potrebbe essere raggiunto ponendo l’obbligo per tutte le strutture amministrative di pubblicare online i conti e i bilanci annuali, assieme alla ripartizione dei costi per i contratti pubblici di opere, forniture e servizi, in linea con la normativa anticorruzione. Oltre a considerare di conferire alla Corte dei conti il potere di effettuare controlli senza preavviso.

Oggi però gli avvertimenti dell’Unione non sono ancora di fatto seguiti: Trentino, dopo la “bocciatura” da parte del consiglio provinciale della mozione No Tav dei Cinque stelle, gli stessi tornano alla carica, e criticano l’opera, i pentastellati contestano i numeri resi noti dal commissario per l’opera Mauro Fabbris, in una visita al cantiere del tunnel a Mules di alcuni giorni fa. Appunto costi in linea con il rapporto UE, spropositati.

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L’ammontare di 9,7 miliardi per il tunnel di base, mentre l’Austria parla di 24, le tratte di accesso che costeranno 4,5 miliardi mentre il documento BBT SE parla di 8 mliardi, insomma anche qui nella confusuione si potrebbe annidiare la corruzione dichiarata da Bruxelles. A Trento il ma case Itea
„Movimento 5 stelle, fatti i conti, ha una risposta chiara e concreta: per ogni chilometro di Tav la Provincia potrebbe pagare per 10 anni il canone moderato di 10 mila appartamenti Itea, sgravando le tasche dei cittadini che faticano ad arrivare alla terza settimana del mese.

In una piccola polemica rispondono dalla valle in opposizione al Tav – siamo sicuri qui la corruzione non c’è, è di ieri la notizia tramite stampa del ministro Alfano dove in Valsusa le infiltrazioni mafiose non ci sono e poi all’interno del cantiere c’è la polizia e l’esercito, chi mai potrebbe dubitare dei costi!!

Infatti la legge n. 125 del 2008 che istituisce il cantiere come sito di interesse strategico nazionale ha autorizzato, per specifiche ed eccezionali esigenze di prevenzione della criminalità, l’impiego di un contingente militare delle Forze Armate, posto a disposizione dei Prefetti per servizi di vigilanza a siti e obiettivi sensibili, nonché di perlustrazione e pattuglia in concorso e congiuntamente alle Forze di Polizia – nell’ “Operazione Strade Sicure”, al personale della Forze Armate non appartenente all’Arma dei Carabinieri è attribuita la qualifica di Agente di Pubblica Sicurezza, con esclusione delle funzioni di Polizia giudiziaria.

Ed è proprio nell’ambito dell’Operazione Strade Sicure che opera il dispositivo di vigilanza al cantiere della TAV (la linea ad alta velocità Torino – Lione) di Chiomonte, in Val di Susa. In quel cantiere sono in corso le operazioni di perforazione del tunnel geognostico, lungo 7,5 km e necessario per effettuare la valutazione geologica del terreno sul quale verrà scavato il tunnel principale, ma è ancora in fase di valutazione da parte del Comitato Iterministeriale per la Programmazione Economica.

Nel cantiere in Valsusa è tutto a posto e non c’è corruzione, costa solo uno sproposito non giustificato.

Politica, criminalità, imprenditoria. La filiera della corruzione nelle grandi opereultima modifica: 2014-10-27T23:31:52+01:00da davi-luciano
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