Vertice Ue. Lacrimogeni sugli studenti a Torino. Alle 17.00 nuovo presidio.

Lacrimogeni ad altezza uomo, 4 fermi, il furgone del Gabrio sequestrato. Una mattina di protesta violata.

di Massimo Bonato

È bastato avvicinarsi a via Po, blindata per scatenare il lancio ad altezza uomo di un gran numero di lacrimogeni contro il corteo degli studenti. L’aria in piazza Castello, via Roma, via Cernaia e via Garibaldi si è fatta subito irrespirabile. Coinvolto anche il palco della Fiom.
Giunti in piazza Castello, dove si teneva il comizio della Fiom, gli studenti si sono diretti verso la “zona rossa” blindata da mezzi e uomini delle Ff.Oo. in tenuta antisommossa. I lacrimogeni non si sono fatti attendere. Risposta europea alla perdita di posti di lavoro, alla precarietà, alla mancanza di prospettive per i giovani.

Da Radio Black out giunge la notizia di 4 fermi e il sequestro del furgone del Csoa Gabrio, qualche persona sanguinante. Cariche si sono susseguite ai lacrimogeni, ma attorno alle 12 pare che la situazione si sia calmata, benché il centro resti completamente militarizzato.

Nuovo presidio in piazza Castello alle 17,00, in concomitanza con l’apertura del vertice.

M.B. 17.10.14

Biomassa nel Matese. Un nuovo Tav?

Paolo Di Laura Frattura, governatore della Regione Molise si impunta. E i cittadini dicono no.

di Monika Crha

In un mondo che a parole viaggia verso l’ecosostenibilità, capire se quello che viene messo in atto, in tema energetico, da chi ci governa, è frutto di sagge decisioni o di autentiche “fregature” risulta essere ai più impresa assai complicata.

Le centrali a biomassa si inseriscono perfettamente in questo discorso. Perché anche su questo terreno fazioni contrapposte si battono sfornando dati e formule incomprensibili per i non addetti ai lavori.

Potenzialmente all’interno delle suddette si può rintracciare una risposta ad una parte del fabbisogno energetico perché  il nostro Paese, con la biomassa,  è diventato il terzo produttore/utilizzatore mondiale, dopo Cina e Germania. Un esempio é che la regione Piemonte si é prefissata di coprire in pochi anni un’ importante percentuale del fabbisogno energetico attraverso questa tecnologia.

La considerevole quantità di denaro pubblico che si sta riversando in questo settore sta però inquinando un percorso che dovrebbe essere virtuoso, ed è quanto probabilmente sta accadendo per la realizzazione di due centrali nella valle del Matese.

La modalità ricorda  le opere del Tav.  Cantieri militarizzati, -nonostante non ci fossero motivi reali-  per consentire l’avanzamento dei lavori. Sembra di stare in val di Susa.  Popolazione e sindaci contrari alla messa in opera. Come di prassi però anche nel Matese c’é un governatore della Regione, Paolo di Laura Frattura,  che questa cosa la deve fare!  Lui é esponente  della maggioranza di centrosinistra ma è nel mirino della pubblica opinione per presunti interessi privati essendo socio di un’azienda, la BioCom che si occupa proprio di realizzazione di centrali a biomasse.

La condizione in cui vive la popolazione del Molise sarebbe peggiore di quella in cui si trova la Val di Susa  perché mentre qui le opere genererebbero criticità ambientali, là le criticità ambientali  sono state già ampiamente riscontrate.

Ma vediamo che succede nel Matese, come reagisce la popolazione, quali le modalità della protesta.

I comitati civici e le associazioni ambientaliste hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Campobasso. Una denuncia nella quale chiedono all’autorità giudiziaria di verificare se il procedimento finora seguito per la concessione delle autorizzazioni sia  corretto. E se siano state rispettate tutte le leggi in materia di salute pubblica e rispetto dell’ambiente. O se, al contrario, sia stata commessa qualche irregolarità.

“La Regione – ha detto Alfonso Mainelli, responsabile dell’associazione Area Matese, che da tempo si batte contro le centrali a biomasse – deve mettersi in linea con il rispetto delle leggi nazionali in materia di tutela ambientale, tanto più che ha già ricevuto un richiamo formale dal parte del Ministero dell’Ambente. Chiediamo l’intervento del Prefetto di Campobasso, chiamandolo a verificare il rispetto delle leggi”.

Oltre ai cittadini e alle associazioni anche i sindaci dei comuni del Matese si stanno mobilitando. Con un ricorso al Tar Molise, in cui chiedono lo stop alle autorizzazioni concesse. Un appello alla giustizia amministrativa che va di pari passo con la richiesta di intervento della Procura di Campobasso, chiamata ad aprire un fascicolo di indagine, a tutela della salute delle popolazioni della zona.

Come andrà a finire? I tempi si prospettano lunghi. C’é da chiedersi perché si debba lottare per un mondo ecosostenibile visto che in questo mondo ci viviamo tutti, a chi piaccia o no. Eppure é così, di nuovo. Perdere il conto delle volte nelle quali ci ritroviamo ad analizzare i comportamenti dei politici é diventata una ginnastica alla quale ci stanno abituando. Ma per quanto ancora ci piacerà restare allenati?

M.C. 18.10.14

Putin: cresce il neonazismo nei paesi baltici

http://italian.irib.ir/notizie/mondo/item/170807

 irib
Putin: cresce il neonazismo nei paesi baltici

BELGRADO – Il presidente russo Vladimir Putin ha denunciato i fenomeni di neonazismo che si manifestano in alcune parti d’Europa, citando in particolare i Paesi baltici, e ha definito “un colpo di stato” gli eventi dello scorso febbraio in Ucraina.

In una intervista al quotidiano serbo Politika, in occasione della sua visita odierna a Belgrado, Putin afferma che “fenomeni di neonazismo sono diventati abituali in Lettonia e negli altri Paesi baltici”.

I No Tav bloccano i carotaggi a Marco di Rovereto

 http://lavocedirovereto.it/index.php/oggi-in-primo-piano/1127-i-no-tav-bloccano-i-carotaggi-a-marco-di-rovereto

 Pubblicato Venerdì, 17 Ottobre 2014 10:26
La frazione di Marco, a sud di Rovereto, è teatro in queste ore di un’altra protesta: dopo la difficile situazione del Centro Protezione Civile, oggetto di interrogazioni comunali e attenzione da parte delle forze di minoranza, in merito alla presenza dei profughi, ora ritorna all’ordine del giorno il problema Tav.

In questi minuti nell’abitato di Marco, nelle zone interessate dal progetto Tav, sono in corso carotaggi, che secondo il comitato No Tav Rovereto, sono effettuati da parte della ditta Passardi di Pergine, incaricata da ItalFerr.

Le zone interessate sembrano essere quelle dei Lavini, la parte finale di Via Stazione e la zona del Crm della Mira.

Da ieri sera, ma soprattutto dall’alba di stamane, alcuni cittadini marcolini e i rappresentanti del comitato NoTav stanno presidiando il “cantiere” impedendo di fatto la prosecuzione dei carotaggi.

Dall’organizzione del comitato fanno sapere che il presidio avrà lunga durata, senza alcuna intezione di far proseguire i lavori, che definiscono come “abusivi” e “privi di ogni basilare norma di sicurezza o avvertenza per i cittadini”.

 Alessandro Armani

No Tav del Brennero lottano contro i carotaggi

 http://www.tgvallesusa.it/?p=12500TG Valle Susa Trentino alto Adige la popolazione si oppone ai carotaggi in corso e al nuovo progetto Tav per il Brennero
di Davide Amerio

La storia si ripete. Ma la lotta No Tav ha fatto scuola ovunque (per questo viene perseguita in Val Susa con così tanto accanimento da parte delle procura).

Frazione Marco, sud di Rovereto, Trentino Alto Adige. Un altro progetto Tav per scavare gallerie, devastare l’ambiente e compromettere la salute dei cittadini. La scusante è sempre quella: la linea storica del Brennero non è più adatta a sopportare lo sviluppo del traffico Merci, maggiore velocità, eliminazione dei camion dall’autostrada, etc etc.

Da ieri sera e all’alba di oggi cittadini delle frazione e rappresentanti del comitato No Tav locale stanno presidiando il cantiere per impedire la prosecuzione dei soliti carotaggi preparatori. Il presidio, informa il comitato, avrà lunga durata con l’intenzione di bloccare i lavori che vengono definiti (guarda caso anche qui) “abusivi” e “privi di ogni basilare norma di sicurezza o avvertenza dei cittadini”.

Sul sito del movimento No Tav (www.notavbrennero.info) l’invito ad acquistare un metro quadro di terra contro il Tav entro il 31 ottobre pv.

E’ possibile sul sito trovare sintesi degli studi effettuati sul progetto ritrovando argomentazioni famigliari agli abitanti della Val Susa:

° traffico merci sulla linea storica costante o in calo e con ampi margini di potenziamento

° calo evidente del traffico merci su gomma

° costi dell’opera che si riverserebbero sull’Italia vista la poca propensione dell’Europa a finanziare il progetto

° la necessità di ridurre il rumore della linea storica può essere agevolmente assolto con innovazione tecnologica e spese ridotte

° Costo stimato dall’Italia per il Tunnel di base 9,730 miliardi di euro. Costo stimato dalla Corte dei Conti dell’Austria 24,000 miliardi.

° Costo stimato dall’Italia per la linea di accesso da sud 8,388; stima della Corte austriaca 52,640.

Bisognerà che a Natale qualcuno si decida a regalere un pallottoliere a Renzi e a Lupi.

D.A. 17.10.14

Francia. L’Alta velocità è in fallimento. La Corte dei conti presenta il conto, salatissimo

 La Corte dei conti francese presenterà giovedì 23 il suo rapporto. La rete Lgv non rende, ha un buco di 44 miliardi di euro e allo Stato tocca finanziarla per l’80%. Erano stime troppo ottimistiche quelle che volevano la Francia a “Tutta velocità”.
di Massimo Bonato

La Corte dei conti francese presenterà giovedì 23 il suo rapporto sulla redditività e le condizioni finanziarie della rete ferroviaria ad alta velocità sul territorio nazionale. Da sempre molto critica, la Corte dei conti alza ora il tiro denunciando le cattive condizioni in cui versa il trasporto ferroviario, a partire dalle società che lo gestiscono, Sncf e Rff. Qualche indiscrezione compare prima della presentazione annunciata su «Contexte», sito di attualità politica francese ed europea, ripreso il 17 ottobre da «Le Figaro».

«Contexte» mette tutti sotto accusa: Stato, Regioni, dirigenza Sncf e Rff. Tutti hanno contribuito “a far deragliare il Tgv”, poiché la sua bassa redditività continua a indebitare il sistema ferroviario e lo Stato che deve contribuirvi.
Del resto, denuncia la Corte dei conti, gli studi di redditività sono sistematicamente troppo ottimistici prima che una nuova linea venga progettata, salvo accorgersi dopo la sua realizzazione che la resa è di parecchio inferiore. Ne sa qualcosa la Lgv Nord la cui produttività è del 3% contro una previsione del 12,9%, o la linea mediterranea che arriva al 4,1%, ovvero due volte in meno del previsto. Il che significa che lo Stato, calcola la Corte dei conti, arriva a finanziare l’80% della rete ad Av francese: per rispondere cioè alla pressione delle Regioni finisce per perdere di vista la razionalità economica di un progetto, che ci si accorge oggi non essere riuscito a coprire un vasto territorio come quello francese. Il sistema ad Av serve 230 stazioni ma fa dire a «Le Figaro» “una pianificazione del territorio rovinosa”.

Un secondo errore risiede nella ricerca dei finanziamenti, che arriva sempre troppo tardi. Per esempio per la linea Tours-Bordeaux si ha cominciato a pensarci 12 anni dopo l’inizio degli studi mettendovi mano soltanto quattro anni prima dell’inizio effettivo dei lavori, senza peraltro mettere in conto la levitazione dei costi in corso d’opera. Ma la cosa più generica ma grave è che la stessa Europa non ha pianificato una rete ferroviaria che copra capillarmente e organicamente il continente, finendo per concentrarsi ossessivamente soltanto su progetti come la Torino-Lione o il collegamento tra Bordeaux e la Spagna.

Ma i conti da fare sono tanti: l’esosità dei biglietti che non coprono però i costi, gli scatti salariali automatici dei ferrovieri, e soprattutto quel debito di 44 miliardi di euro che pone il gruppo francese Sncf ed Rff in una posizione di estrema fragilità.

Tuttavia, la politica francese e l’amministrazione dello Stato continuano a dar segni di bipolarismo, finanche clinico. È da poco stata sospesa la ecotaxe i cui proventi sostenevano la rete dei trasporti; la Corte dei conti, ormai si sa, presenterà i suoi conti, ma soltanto il 17 ottobre a Chambery, dalla sede di Ltf, il premier francese Manuel Valls fa sapere che la Torino-Lione “è un progetto entusiasmante, dal punto di vista economico ed ambientale-ecologico, che darà lavoro a migliaia di persone e che guarda all’avvenire” (Ansa). Convinto della sua indispensabilità.
Che faccia farà Valls il 23 ottobre?

M.B. 18.10.14

RODOTA’-TA-TA… Mi sono presa la briga di leggere il curriculum del compagno

16 Ottobre 2014

RODOTA’-TA-TA… Mi sono presa la briga di leggere il curriculum del compagno Rodotà che molti vorrebbero come Presidente della Repubblica. Non sono riuscita a trovare nella sua brillante carriera,né un giorno di lavoro né la creazione di posti di lavoro, solo politica,politica e sempre politica. Una vita da parassita. E’ perfetto ,come quello in carica. Ottima scelta!

(Barbara Bianchi)
http://informare.over-blog.it/2014/10/rodota-ta-ta-mi-sono-presa-la-briga-di-leggere-il-curriculum-del-compagno.html?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews

La Grecia dice basta alla Troika

ooh quanti cavalieri contro la troika  e poi subito a firmare…almeno Samaras se la prende con il responsabile ovvero il FMI che molti fingono non esistere addossando ogni responsabilità sulla Germania

Mercoledì, 15 Ottobre 2014 19:27

“La Troika e le politiche di austerità lascino subito la Grecia”.
È quanto il presidente Samaras ha ‘mandato a dire’ al numero uno del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde, in un incontro all’ Eurogruppo in cui a rappresentare la Grecia erano il ministro delle finanze Hardouvelis, il governatore della Banca di Grecia  Stournaras e il consigliere di Samaras, Papastavrou. Ma la triade BCE, FMI e Commissione europea non molla e i prossimi incontri si preannunciano scoppiettanti. La Grecia non ne vuole più sapere di scadenze, impegni da sottoscrivere e indebitamenti. A costo di cosa poi? Già a settembre scorso il presidente Samaras aveva espresso la volontà di uscire dal piano di salvataggio europeo anticipatamente, non più nella primavera del 2016 quando sarà conclusa l’erogazione dei 240 miliardi di euro, ma alla fine del 2014. La Grecia infatti è pronta a rinunciare ai finanziamenti europei e a tornare sui mercati obbligazionari, dove spera di ottenere tassi di interesse più bassi, visto l’aumento di liquidità in circolazione. Il progetto di Samaras deriva da ciò che è avvenuto lo scorso 10 aprile, quando la Grecia ha emesso un bond con scedenza a 5 anni per un controvalore complessivo di 3 miliardi di euro e un rendimento del 4,75%. Da allora si è registrato un boom di ordini, superiori ai 20 miliardi di euro che non si aveva da moltissimi mesi e questo ha dato positività al paese e al governo, che adesso vuole finalmente camminare sulle proprie gambe. E mentre la grande stampe e la triade lodano il diktat imposto dalla Troika e i suoi effetti positivi, il paese reale convive da ormai 6 anni con una povertà galoppante e diritti che svaniscono. Non dimentichiamo che a marzo scorso era stato proprio il parlamento europeo a bocciare la Troika, accusandola di “aver preso tante decisioni in maniera poco chiara e vessatoria, aumentando in certi casi povertà e disoccupazione”. Una disoccupazione che ‘solo’ lo scorso luglio è scesa al 26,4% e che aumenta in modo impressionante se si parla di quella femminile, ferma al 30,5%. Ma lo scontro tra Lagarde e Samaras non sembra affievolirsi, anzi. Proprio la presidente dell’FMI avrebbe dichiarato che “La Grecia ha ancora bisogno di aiuto” , incalzata da Draghi, che pure si è pronunciato per una permanenza della Grecia sotto il controllo della Troika. E non ha giovato alla Borsa di Atene lo scontro di queste ore: lunedì scorso l’indice Ase della Borsa di Atene è sceso al 4,9%, toccando il punto più basso dal settembre scorso.
http://italian.irib.ir/analisi/articoli/item/170768-la-grecia-dice-basta-alla-troika?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews

LA CRISE DE L’ECONOMIE OCCIDENTALE (1) : ‘L’OURS TERRASSE LE TAUREAU’ OU LE PESSIMISME DES MARCHES

Luc MICHEL pour EODE Think Tank/

Avec AFP – Politika – CNBC – CMC Markets/ 2014 10 17 /

www.eode.org

https://www.facebook.com/EODE.Think.Tank

EODE TT - LM crise économie occidentale 1 (2014 10 17) FR

« De quelle volonté de désescalade en Ukraine peut-il être question si les décisions sur de nouveaux paquets de sanctions sont introduites quasi simultanément avec l’adoption des accords faisant avancer le processus de paix ? S’il s’agit de vouloir isoler notre pays, cet objectif est absolument absurde et illusoire. Il est clair que c’est impossible bien qu’un préjudice non négligeable puisse être bien sûr causé à la santé économique de l’Europe et du reste du monde »

– V.V. POUTINE (Politika, Belgrade, 16 oct. 2014).

 « L’ours a terrassé le taureau : les marchés financiers semblent être entrés dans une phase durable de baisse, alimentée par la médiocrité de l’économie réelle et la peur », commentait l’AFP ce mercredi.

 Sur les marchés, deux animaux s’affrontent, le taureau et l’ours.

Le premier est un animal optimiste et le plantigrade est pessimiste. Un marché où l’optimisme l’emporte est taurin (+bullish+ en anglais), et a contrario +bearish+ (caractéristique de l’ours) quand le pessimisme est le sentiment dominant.

 « Ne bougez pas. Nous entrons dans une période très difficile, je crois que c’est peut-être le début d’un marché de l’ours qui peut durer un moment (…) Souvenez-vous, les ours ne mangent pas » en cette période, a recommandé sur CNBC Dennis Gartman, éditeur américain d’une lettre spécialisée sur les marchés, encourageant les investisseurs à adopter une attitude attentiste dans un environnement incertain.

 Ce Mercredi, les marchés ont fortement reculé, et ce jeudi matin, ils s’engageaient de nouveau dans une spirale baissière, avec de fortes variations, venant accentuer un phénomène qui était déjà à l’oeuvre depuis plusieurs semaines.

 POUR LES ANALYSTES DE CM-CIC, LES MARCHÉS FONT FACE À UN “CHANGEMENT DE PARADIGME”

 Depuis un MOMENT déjà, tous les organismes internationaux révisent à la baisse leurs prévisions de croissance. Les indicateurs macroéconomiques dessinent à petites touches un horizon terne, poussif, fait d’incertitudes, d’aléas, et donc à la merci d’un retournement.

 « La forte réaction sur les marchés actions et les taux souverains (des obligations de dette souveraine, ndlr) hier témoigne d’une prise de conscience de la morosité des perspectives de croissance mondiale, doublée d’une conjonction de facteurs incluant des inquiétudes sur la pandémie Ebola ou encore sur le risque d’un nouveau dérapage en Grèce”, selon CM-CIC.

 LES « RISQUES GEOPOLITIQUES » DANS LA CRISE ECONOMIQUE

 La directrice générale du FMI Christine Lagarde a résumé l’avenir d’un mot: “médiocre”.

Il y a “un risque que le monde soit aux prises pendant un certain temps avec un niveau de croissance médiocre”, a déclaré Mme Lagarde début octobre. En oubliant que le FMI avec ses méthodes coercitives est aussi le grand responsable des crises qu’il déplore ensuite. Grèce, Argentine, Portugal, Ukraine … La main du FMI dans les crises est déterminante et dans le cas ukrainien, la sale guerre de Kiev au Donbass résulte directement des ukases du FMI (*).

 Ajoutons qu’aucun des experts consultés ne parle d’un autre Ours, l’Ours russe, dans la crise des économies européennes. L’UE, sur réquisitions de Washington et de l’OTAN, s’est lancée dans la guerre des sanctions contre la Russie suite à la crise ukrainienne. Mais l’ours russe a tenu bon. Et loin de s’effondrer a lancé des contre-sanctions qui frappent durement une UE en crise. A cela s’ajoute la crise du gaz vers l’UE via l’Ukraine, l’instabilité et les chantages de Kiev et la position de force de Moscou. Position qui se renforce encore aux portes d’un hiver qui est annoncé fort rude. Le tout s’appelle les « risques géopolitiques ».

 C’est cela que soulignait le président Poutine dans sa retentissante interview à POLITIKA (Belgrade) de ce 16 octobre : « De quelle volonté de désescalade en Ukraine peut-il être question si les décisions sur de nouveaux paquets de sanctions sont introduites quasi simultanément avec l’adoption des accords faisant avancer le processus de paix ? S’il s’agit de vouloir isoler notre pays, cet objectif est absolument absurde et illusoire. Il est clair que c’est impossible bien qu’un préjudice non négligeable puisse être bien sûr causé à la santé économique de l’Europe et du reste du monde »

 LA CRISE DELA ZONE EURO DANS LA CRISE MONDIALE

 Les investisseurs s’inquiètent de l’état des moteurs de la croissance mondiale. La zone euro est engluée entre stagnation et risque de déflation, la Chine est en train de ralentir, les pays émergents sont à la peine, et la locomotive américaine n’est pas aussi puissante qu’il n’y paraît.

 Cette succession de nouvelles peu encourageantes pour les marchés a rempli goutte à goutte le vase et mercredi, il y a eu “un gros coup de blues sur un chiffre (une mauvaise donnée macroéconomique américaine) qui a fait déborder le vase” pour René Defossez, stratégiste obligataire de Natixis. “La mauvaise ambiance (sic) a conduit à une augmentation claire de la volatilité et à un mouvement de ventes sur les marchés actions”, abondent les analystes de la banque allemande DZ BANK. Maintenant, “le marché va rester très nerveux et très attentif à la publication de chaque chiffre”, selon M. Defossez.

 Le phénomène met aussi beaucoup de pression sur les grandes banques centrales.

 « LES ANCIENS PROBLÈMES SONT TOUJOURS LÀ » !

 La Reserve fédérale américaine veut progressivement mettre un terme à sa politique monétaire ultra généreuse (inondant les marchés de liquidités) à mesure que l’économie américaine se redresse, mais “à mesure que la morphine monétaire se dissipe, le patient réalise que beaucoup des anciens problèmes sont toujours là”, estime Michael Hewson de CMC MARKETS.

 La BCE (Banque centrale européenne) de Mario Draghi avait elle calmé les marchés financiers en 2012 en quelques mots, les assurant que l’institut de Francfort ferait tout le nécessaire pour sauver l’euro. Mais Mario Draghi a dit récemment que la BCE avait déjà beaucoup fait et que la balle était maintenant dans le camp des gouvernements européens qui devaient prendre leurs responsabilités pour relancer la croissance.

 Pour les analystes d’Aurel, ce qui s’est passé mercredi sur les marchés (et qui semble se reproduire jeudi) a “un petit goût de crise financière”…

 

Luc MICHEL / EODE Think Tank

_________________________

http://www.eode.org/

https://www.facebook.com/EODE.org

POLITIKA (BEOGRAD)/ EKSKLUZIVNI INTERVJU: VLADIMIR PUTIN

PCN-SPO/ 2014 10 17/

http://www.scoop.it/t/pcn-spo

https://www.facebook.com/PCN.NCP.press.office

PCN-SPO - Poutine interview a POLITIKA (2014 10 17) SRB

 EKSKLUZIVNI INTERVJU: VLADIMIR PUTIN, PREDSEDNIK RUSKE FEDERACIJE

OBAMIN PRISTUP RUSIJI JE NEPRIJATELJSKI

 Rusko-srpski odnosi su u usponu. – Zapadne sankcije nateraće mnoge zemlje da preispitaju koliko je pametno poveravati svoja sredstva američkom bankarskom sistemu

 U prvom intervjuu nekom mediju na postjugoslovenskom prostoru, predsednik Ruske Federacije Vladimir Vladimirovič Putin istakao je značaj dostojnog obeležavanja velikih antifašističkih jubileja poput 70. godišnjice oslobođenja Beograda. Praveći otvorenu aluziju na savremeni politički kontekst i odnose sa Sjedinjenim Američkim Državama, Putin je istakao da „ubeđenost u vlastitu izuzetnost“ može da dovede do stravičnih posledica.

 To nije prvi put da ruski predsednik u nekom stranom mediju kritikuje američko uverenje u sopstvenu izuzetnost – učinio je to pre godinu dana u „Njujork tajmsu” – ali nikada pre „ubeđenost u vlastitu izuzetnost“ nije stavio u istu ravan sa zločinačkom ideologijom koja je srušena pre sedamdeset godina.

 Zbog velike zauzetosti, Vladimir Putin je na pitanja „Politike” odgovorio elektronskim putem, što mu je poslednjih godina običaj kad daje intervjue pisanim medijima.

 KOMPLETAN INTERVJU :

 # POLITIKA: Kako gledate na rusko-srpske odnose danas? Šta se na tom planu postiglo u poslednjih 20 godina i kakva su vaša očekivanja za budućnost?

 V. V. POUTINE: Srbija je uvek bila i ostaje jedan od ključnih partnera Rusije na jugoistoku Evrope. Naše zemlje i narode ujedinjuje viševekovna tradicija prijateljstva i plodne saradnje. Razvoju takvih odnosa doprinose zajednički interesi u politici, privredi, kulturi, kao i u drugim sferama života. Danas su rusko-srpski odnosi u usponu. To mi je omogućilo da sa predsednikom Tomislavom Nikolićem 2013. potpišem međudržavnu Deklaraciju o strateškom partnerstvu, koja je potvrdila zajedničko usmerenje prema razvoju sveobuhvatne saradnje u svim ključnim oblastima. Podržavamo aktivne političke kontakte tokom kojih sa poverenjem razmatramo aktuelna bilateralna pitanja i međunarodne probleme, dogovaramo se o zajedničkim praktičkim koracima. Naše države tesno sarađuju u UN, OEBS-u, Savetu Evrope i u više drugih organizacija.

 # POLITIKA: Da li ste zadovoljni sadašnjim stepenom saradnje Srbije i Rusije?

 V. V. POUTINE: Zadovoljni smo doslednim razvojem ekonomskih veza, čemu doprinosii postojeći režim slobodne trgovine između naše dve zemlje. U 2013. godini uzajamna robna razmena se povećala za 15 odsto i iznosila je 1,97 milijardi dolara, a samo posle prve polovine 2014. godine robna razmena je povećanaza još 16,5 odsto, odnosno samo za taj period ona već iznosi 1,2 milijarde dolara. Procenjujemo da će vrednost robne razmene, prema rezultatima iz prve polovine ove godine, iznositi dve milijarde dolara.

Pozitivna dinamika se ogleda i u sferi investicija. Sveukupni opseg ruskih ulaganja u Srbiju nadmašio je iznos od tri milijarde dolara. Temeljni deo ovih sredstava je usmeren u strateški važnu energetsku privrednu granu. Najbolji primer naše uspešne saradnje jeste kompanija „Naftna industrija Srbije“, koja se iz preduzeća gubitaša pretvorila u glavnog platišu –punioca srpskog državnog budžeta. Realizacija projekta „Južni tok“ mora da donese Srbiji više od dve milijarde evra novih ulaganja, ali i da suštinski pojača energetsku sigurnost zemlje.Uz učešće otvorenog deoničkog društva „Ruske železnice“ i našu kreditnu podršku ostvaruju se i projekti renoviranja i modernizacije železničke infrastrukture Srbije.

 # POLITIKA: Govori se o mogućem smanjivanju isporuka ruskog gasa za Evropu zbog dugovanja Ukrajine. Da li evropske potrošače očekuje hladna zima?

 V. V. POUTINE: Pre svega želim da istaknem da Rusija potpuno ispunjava svoje obaveze u vezi sa isporukom gasa evropskim potrošačima. Usmereni smo prema daljem produbljivanju saradnje sa EU u sferi energetike, gde smo i prirodni partneri na transparentnoj i predvidljivoj osnovi. Počev od 2000. godine zajedno sa evropskim partnerima uspeli smo da ostvarimo niz značajnih projekata, uključujući „Severni tok“, koji omogućavaju da se minimiziraju tranzitni rizici i da se obezbedi neprekidno snabdevanje gasom evropskih zemalja. Tokom poslednjih meseci „Gasprom“ ubrzano povećava zalihe gasa u evropskim podzemnim skladištima. Ove mere su preduzete da bi se sprečili prekidi u tranzitu gasa i da se obezbede komforniji uslovi za prevazilaženje vrhunca potrošnje u zimskom periodu. Naravno, nesumnjivo uzimamo u obzir i rizik koji je u vezi sa kriznim pojavama u Ukrajini. Bili smo primorani da prekinemo isporuke gasa Ukrajini u junu ove godine jer su kijevske vlasti odbile da plaćaju već isporučeni gas. Krajem leta i početkom jeseni ove godine održan je niz intenzivnih konsultacija u trilateralnom formatu Rusija–EU–Ukrajina, tokom kojih su  razmatrani mogući uzajamno prihvatljivi raspleti o pitanjima regulisanja ukrajinskog dugovanja za gas, ponovnog pokretanja isporuka goriva za Ukrajinu, što je suspendovala sama ukrajinska strana, i stabilnog tranzita ugljovodonika – energenata za Evropu. Spremni smo za nastavak konstruktivnih pregovora po ovim temama. No, ako govorimo o daljim perspektivama izvoza gasa iz Rusije za Evropu onda je očigledno da problem tranzita preko ukrajinske teritorije još uvek postoji. Jedna od očiglednih odluka jeste diverzifikacija maršruta isporuka –tranzita. U vezi s tim računamo da će Evropska komisija u skorije vreme regulisati konačno pitanje o korišćenju u punom kapacitetu gasovoda OPAL.

 # POLITIKA: Kakva je budućnost projekta „Južni tok“, za čiju je realizaciju Srbija vrlo zainteresovana?

 V. V. POUTINE: Neophodno je deblokiranje situacije sa „Južnim tokom“. Ubeđeni smo da će ovaj projekat dati bitan doprinos sveobuhvatnoj energetskoj bezbednosti Evrope. Od toga će dobiti svi, i Rusija i evropski potrošači, uključujući i Srbiju.

 # POLITIKA: Šta je po vašem mišljenju krajnji cilj ekonomskih sankcija EU i SAD protiv Rusije?

 V. V. POUTINE: Ovo pitanje bilo bi ispravnije da postavite SAD i EU, čiju je logiku teško shvatiti. Za bilo kog čoveka koji nema predubeđenja jasno je da nije Rusija potpomagala državni udar u Ukrajini, državni udar koji je doveo do trenutne i ozbiljne unutrašnjopolitičke krize i do civilnog raskola. Upravo antiustavno preuzimanje vlasti na juriš postalo je polazna tačka za naredne događaje, uključujući i događaje na Krimu. Razumevši komplikovan i nepredvidljiv razvoj situacije stanovnici Krima, braneći svoje pravo na maternji jezik, kulturu i istoriju, odlučili su, u punom skladu sa Poveljom UN,da održe referendum, a prema rezultatima tog referenduma poluostrvo Krim se ujedinilo sa Rusijom. Zato naši partneri moraju precizno da razumeju da svi pokušaji pritiska na Rusiju, preko jednostranih nelegitimnih i restriktivnih koraka, ne približavaju uređenje naših odnosa već samo otežavaju dijalog.

O kakvoj težnji prema deeskalaciji sukoba u Ukrajini može da se govori, ako se odluke o novim paketima sankcija donose i sankcije uvode skoro istovremeno sa postizanjem dogovora o pokretanju mirovnog procesa? Ako je glavni cilj izolovanje naše zemlje, onda je to sasvim apsurdan i iluzorni cilj. Jasno je da je taj cilj nemoguće ostvariti, iako, naravno, privrednom zdravlju Evrope, pa i čitavog sveta pri svemu tome može da bude nanesena velika šteta.

 # POLITIKA: Do kada te sankcije protiv Rusije mogu da traju i koliko mogu da naškode Rusiji?

 Što se tiče rokova trajanja restriktivnih mera, to takođe zavisi od SAD i EU. Sa naše strane, mi ćemo izbalansirano pristupati procenjivanju rizika i posledica primene sankcija, pa ćemo na njih reagovati polazeći od nacionalnih interesa. Očigledno je da sniženje uzajamnog poverenja ne može a da ne izvrši negativan uticaj kako generalno na međunarodnu poslovnu klimu, tako i na delatnost evropskih i američkih kompanija u Rusiji, za koje neće biti lako da likvidiraju štetu svom ugledu. Istovremeno će se i druge zemlje zamisliti koliko je pametno poveravati svoja sredstva američkom bankarskom sistemu i jačati zavisnost od ekonomske kooperacije sa SAD.

 # POLITIKA: Kako vidite budućnost rusko-ukrajinskih odnosa?

 Za Rusiju su odnosi s Ukrajinom oduvek bili i dalje će biti od velikog značaja. Naši narodi su neraskidivo vezani zajedničkim duhovnim, kulturnim i civilizacijskim korenima. U toku više stoleća smo živeli u jedinstvenoj državi pa ovo ogromno istorijsko iskustvo, uzajamnu povezanost miliona sudbina nije moguće precrtati, niti zaboraviti. I pored toga što je sada nastala komplikovana etapa u rusko-ukrajinskim odnosima, zainteresovani smo za progresivnu, ravnopravnu i uzajamno korisnu saradnju s ukrajinskim partnerima. U praksi će to biti moguće nakon postizanja stabilnog mira i stabilizacije situacije u Ukrajini. Zato se i nadamo prevazilaženju produžene duboke političke i ekonomske krize. Jer, danas se pojavila stvarna mogućnost za prestanak oružanog sukoba, a faktički građanskog rata. Prvi koraci u ovom pravcu su već napravljeni. Neophodno je što pre početi realni dijalog unutar Ukrajine uz učešće predstavnika svih regija, svih političkih snaga. Takav pristup je zabeležen u Ženevskoj izjavi od 17. aprila ove godine. U okvirima takvog opštenacionalnog dijaloga potrebno je predmetno raspraviti pitanja o ustavnom poretku i budućnosti zemlje,u kojoj će svi državljani Ukrajine bez izuzetka moći da komforno i bezbedno žive.

 # POLITIKA: Hoće li između Rusije i SAD posle svega što se dogodilo opet biti strateškog partnerstva, ili će odnosi biti postavljeni na neke druge osnove?

 V. V. POUTINE: Što se tiče perspektiva rusko-američkih veza, uvek smo težili otvorenim, partnerskim odnosima sa SAD. Međutim, zauzvrat smo od strane SAD dobijali različite primedbe i pokušaje mešanja u naše unutrašnje poslove, a ono što se dešava od početka ove godine deprimira još više. Vašington je aktivno podržao „Majdan“ u Kijevu, te je, nakon što su njegovi štićenici u Kijevu svojim razuzdanim nacionalizmom izazvali neraspoloženje značajnog dela Ukrajine i bacili zemlju u građanski rat, počeo da krivi Rusiju da je ona isprovocirala krizu. Zatim je i predsednik Barak Obama sa tribine Generalne skupštine UN uključio „rusku agresiju u Evropi“ u spisak tri glavne pretnje za čovečanstvo danas, zajedno sa smrtonosnom groznicom ebolom i terorističkom grupom „Islamska država“.

Zajedno sa ograničenjima usmerenim protiv celih sektora naše privrede, takav pristup je teško nazvati drugačije nego neprijateljskim.

 # POLITIKA: Važan centar u Nišu …

V. V. POUTINE: Drago mi je da i srpski preduzetnici energično osvajaju perspektivno rusko tržište, isporučuju kvalitetne poljoprivredne i industrijske proizvode. No, želeo bih da istaknem još jednu važnu sferu bilateralne saradnje. Stručnjaci rusko-srpskog humanitarnog centra u Nišu tokom poslednjih godina više puta su učestvovali u sanaciji posledica vanrednih situacija na Balkanu. U maju ove godine, u vreme velikih poplava, ruski spasioci su pomagali u evakuaciji stanovnika poplavljenih područja. Putem nekoliko letova aviona Ministarstva Rusije za vanredne situacije u Srbiju je dopremljeno više od 140 tona ruske humanitarne pomoći. Dakle, dokaz rastućih uzajamnih interesa državljana Rusije i Srbije, nisu samo humanitarni kontakti, tu je i oblast kulture. Tokom jeseni ove godine u Srbiji se uspešno odvijaju Dani ruske duhovne kulture, centralni događaj je izložba „Rusija i Srbija. Istorija duhovnih veza XIV–XIX vek“. Želimo da proširimo praksu kulturnih, obrazovnih, naučnih i omladinskih razmena, da podstičemo turistička putovanja i sportske događaje.Siguran sam da će poseta Beogradu dati novi ozbiljan podsticaj tradicionalno prijateljskim rusko-srpskim odnosima. Koji će iz godine u godinu rasti i jačati.

 # POLITIKA: Nerazumno ucenjivanje Rusije …

 V. V. POUTINE: U SAD je došloi do javnih izjava o suspendovanju saradnje sa nama u osvajanju svemira i u nuklearnoj energetici. Amerikanci su zamrzli delatnost rusko-američke Predsedničke komisije koja je bila formirana 2009. godine i u čiji je sastav ulazila 21 radna grupa, uključujući i one koje su se bavile pitanjima borbe protiv terorizma i nelegalnog prometa droge.

Ali sadašnje zahlađenje u odnosima između naših zemalja nije prvo. Nadamo se da će partneri shvatiti nerazumnost pokušaja da ucenjuju Rusiju, te da će se setiti čime je bremenita nesloga između dve velike nuklearne države kad je strateška stabilnost sveta u pitanju. Sa naše strane, spremni smo za razvoj konstruktivne saradnje na principima ravnopravnosti i stvarnog poštovanja interesa jednih i drugih…

 # POLITIKA: Zahvalnost srpskom rukovodstvu …

Dolazite u Beograd povodom obeležavanja 70-godišnjice oslobođenja grada od nemačkih fašista. Koliko su važne takve komemoracije?

 V. V. POUTINE: Pre svega želim da izrazim zahvalnost srpskom rukovodstvu na pozivu da dođem u posetu Republici Srbiji i da uzmem učešće u svečanim događajima posvećenim 70-godišnjici oslobođenja Beograda od nemačko-fašističkih osvajača.

Iskreno smo zahvalni srpskim prijateljima na brižljivom odnosu prema sećanju na sovjetske vojnike, koji su se zajedno sa borcima Narodnooslobodilačke vojske Jugoslavije borili protiv Hitlerovih okupacionih snaga. Tokom Drugog svetskog rata na teritoriji bivše Jugoslavije poginulo je, ranjeno ili nestalo više od 31.000 vojnika i oficira Crvene armije. Oko 6.000 sovjetskih državljana borilo se protiv osvajača u redovima narodnooslobodilačke vojske. Njihov podvig je približio našu zajedničku pobedu nad nacizmom i zauvek će ostati u sećanju naroda kao primer hrabrosti, čvrste volje, požrtvovanog služenja otadžbini.

Značaj predstojećih događaja teško je preceniti. Pre sedamdeset godina naši narodi zajedno su srušili zločinačku ideologiju čovekomrzaca koja je pretila postojanju civilizacije. I danas je važno da ljudi u različitim zemljama i na različitim kontinentima čuvaju sećanje na to do kakvih stravičnih posledica mogu da dovedu ubeđenost u vlastitu izuzetnost, nastojanje da se bilo kojim sredstvima postignu sumnjivi geopolitički ciljevi, zanemarivanje elementarnih načela prava i morala. Mora se učiniti sve kako bi se u budućnosti sprečile slične tragedije.

Na žalost, „vakcina” od nacističkog virusa koja se tokom nirnberških procesa razvila u nekim državama Evrope, gubi snagu. Jasan dokaz su otvorene pojave neonacizma koji je već postao uobičajena pojava u Letoniji i drugim baltičkim zemljama. Posebnu zabrinutost u ovom kontekstu izaziva situacija u Ukrajini, gde je u februaru izvršen antiustavni državni udar koji su izveli nacionalisti i druge radikalne grupacije.

Danas je naša zajednička obaveza – da se suprotstavljamo heroizaciji nacizma. Da se čvrsto odupremo pokušajima revizije ishoda Drugog svetskog rata. Da se dosledno borimo protiv svih oblika rasizma, ksenofobije, agresivnog nacionalizma i šovinizma.

Ubeđen sam da će tome doprineti i jubilarne svečanosti u Beogradu koje bi trebalo da postanu još jedan izraz iskrenog prijateljstva naših naroda, zasnovanog na osećajima uzajamne simpatije i poštovanja, na duhovnoj bliskosti, na bratstvu po oružju u Drugom svetskom ratu. Računamo da će nam očuvanje istorijskog sećanja i dalje pomagati da zajedno jačamo mir, stabilnost i prosperitet zajedničkog evropskog prostora.

 Miroslav Lazanski / objavljeno: 16.10.2014

http://www.politika.rs/rubrike/Svet/Obamin-pristup-Rusiji-je-neprijateljski.lt.html

 POLITIKA / PCN-SPO

________________________

http://www.scoop.it/t/pcn-spo

https://www.facebook.com/PCN.NCP.press.office